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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)

Differenze tra le versioni di "15"

Dizionario demografico multilingue (seconda edizione unificata, volume italiano)
(Bernardo Colombo, ed. 1959)
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{{TextTerm|Serie storica|1|150|OtherIndexEntry=storica, serie —}}, o {{TextTerm|serie temporale|1|150|2|OtherIndexEntry=temporale, serie —}}, o {{TextTerm|serie cronologica|1|150|3|OtherIndexEntry=cronologica, serie —}} chia-masi una successione di {{NonRefTerm|frequenze}} ({{RefNumber|14|4|-2}}*) o valori osservati nel corso del tempo. Lo studio di una {{NonRefTerm|serie storica}} permette talvolta di isolare una {{TextTerm|tendenza generale|2|150|OtherIndexEntry=generale, tendenza —}}, o {{TextTerm|variazione secolare|2|150|2|OtherIndexEntry=secolare, variazione —}}, o {{TextTerm|tendenza di fondo|2|150|3|OtherIndexEntry=fondo, tendenza di —}}, della medesima da {{TextTerm|andamenti particolari|3|150|IndexEntry=andamento particolare|OtherIndexEntry=particolare, andamento —}}, o {{TextTerm|variazioni particolari|3|150|2|IndexEntry=variazione particolare|OtherIndexEntry=particolare, variazione —}}, o {{TextTerm|fluttuazioni|3|150|3|IndexEntry=fluttuazione}}, che vi si sovrappongono. Quando un {{NonRefTerm|andamento parti-colare}} mostra una tendenza a ripresentarsi ad intervalli di tempo ap-prossimativamente regolari, si parla di un {{TextTerm|andamento periodico|4|150|OtherIndexEntry=periodico, andamento —}}, o di una {{TextTerm|variazione periodica|4|150|2|OtherIndexEntry=periodica, variazione —}}. I {{TextTerm|movimenti ciclici pluriennali|4|150|3|IndexEntry=movimento ciclico pluriennale|OtherIndexEntry=pluriennale, movimento ciclico —}}, o {{TextTerm|andamenti ciclici|4|150|4|IndexEntry=andamento ciclico}}, o {{TextTerm|variazioni cicliche|4|150|5|IndexEntry=variazione ciclica|OtherIndexEntry=congiuntura, variazione di —}}, o {{TextTerm|variazioni di congiuntura|4|150|6|IndexEntry=variazione di congiuntura}}, possono essere originati da cause agenti periodicamente, ma di solito si manifestano ad intervalli irregolari. Un caso comune in demografia è quello delle fluttuazioni a periodicità annua, determinate da fattori biologici o sociali e collegate coli’alternarsi delle stagioni, per cui si parla di {{TextTerm|movimenti stagionali|5|150|IndexEntry=movimento stagionale|OtherIndexEntry=stagionale, movimento —}}, o {{TextTerm|variazioni stagionali|5|150|2|IndexEntry=variazione stagionale|OtherIndexEntry=stagionale, variazione —}}. Ciò che resta, dopo che si è dato conto delle {{NonRefTerm|variazioni}} ({{RefNumber|15|0|-2}}*) suscettibili di inter-pretazione specifica nei sensi menzionati, costituisce le cosiddette {{TextTerm|variazioni residue|6|150|IndexEntry=variazione residuale|OtherIndexEntry=residuale, variazione —}}, o {{TextTerm|variazioni residuali|6|150|2|IndexEntry=variazione residua|OtherIndexEntry=residua, variazione —}}. Queste includono tanto le {{TextTerm|variazioni erratiche|6|150|3|IndexEntry=variazione erratica|OtherIndexEntry=erratica, variazione —}}, o {{TextTerm|variazioni saltuarie|6|150|4|IndexEntry=variazione saltuaria}}, dovute a fenomeni eccezionali, quali, ad esempio, una guerra od una epidemia, quanto le {{TextTerm|variazioni casuali|7|150|IndexEntry=variazione casuale|OtherIndexEntry=casuale, variazione —}} (cfr. {{RefNumber|16|1|-2}}*), che hanno carattere accidentale.
+
La successione dei valori osservati nel corso del tempo per una determinata {{NonRefTerm|variabile}} ({{RefNumber|13|1|5}}) – come il numero mensile di nascite – costituisce una {{TextTerm|serie storica|1}} o {{TextTerm|serie temporale|1}} o {{TextTerm|serie cronologica|1}}. Lo studio di una serie storica permette talvolta di isolare una {{TextTerm|tendenza generale|2}}, o {{TextTerm|tendenza di fondo|2}}, della medesima da {{TextTerm|andamenti particolari|3}}, o {{TextTerm|variazioni particolari|3}}, o {{TextTerm|fluttuazioni|3}}, che vi si sovrappongano.  
{{Note|2| Si noti che la voce {{NoteTerm|variazione}} (s.f.), usata senza altra specificazione ha un significato generalissimo e può essere impiegata per indicare ogni modificazione nel valore di una variabile.}}
+
Quando un andamento particolare mostra una tendenza a ripresentarsi ad intervalli di tempo approssimativamente regolari, si parla di un {{TextTerm|andamento periodico|4}}, o di una {{TextTerm|variazione periodica|4}} o {{TextTerm|variazione ciclica|4}}.
{{Note|4| {{NoteTerm|periodico}}, agg. — {{NoteTerm|periodo}}, s.m. — {{NoteTerm|periodicità}}, s.f. {{NoteTerm|ciclico}}, agg. — {{NoteTerm|ciclo}}, s.m. — {{NoteTerm|ciclicità}}, s.f.<br />Il vocabolo {{NoteTerm|congiuntura}} (s.f.) viene usato per designare una situazione dinamica sul cui sviluppo attendibile le componenti in atto, almeno pel breve andare, consentano di formulare previsioni.}}
+
Il caso più comune in demografìa è quello delle fluttuazioni a periodicità annua, collegate con l’alternarsi delle stagioni, per cui si parla di {{TextTerm|movimenti stagionali|5}}, o {{TextTerm|variazioni stagionali|5}}.
{{Note|5| {{NoteTerm|stagionale}}, agg. {{NoteTerm|stagione}}, s.f. {{NoteTerm|stagionalità}}, s.f.}}
+
Le {{TextTerm|irregolarità|6}} che sussistono dopo che si è dato conto delle variazioni suscettibili di interpretazione specifica nei sensi menzionati, costituiscono le cosiddette {{TextTerm|variazioni residue|6}}, o {{TextTerm|variazioni residuali|6}}. Queste possono includere le {{TextTerm|variazioni erratiche|6}}, o {{TextTerm|variazioni saltuarie|6}}, dovute a fenomeni eccezionali, come una guerra.
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Quando il numero di osservazioni è relativamente esiguo, tutta o parte dell'irregolarità che si manifesta in una successione statistica può essere attribuita al caso: si usa parlare in tal caso di {{TextTerm|variazioni aleatorie|7}}, o {{TextTerm|fluttuazioni aleatorie|7}}.
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{{Note|3| Si noti che il termine {{NoteTerm|variazione}} usato senza altra specificazione ha un significato generalissimo e può essere impiegato per indicare ogni modifica nel valore di una variabile.}}
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{{Note|4| {{NoteTerm|periodico}}, agg. — {{NoteTerm|periodo}}, s.m. — {{NoteTerm|periodicità}}, s.f. {{NoteTerm|ciclico}}, agg. — {{NoteTerm|ciclo}}, s.m. — {{NoteTerm|ciclicità}}, s.f.}}
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{{Note|5| Queste espressioni sono talvolta utilizzate nel senso di {{RefNumber|15|0|4}}, l’aggettivo {{NoteTerm|stagionale}} è in tal caso spogliato del suo significato originale. Si noti che il termine stagionale è impiegato anche come s.m. nel senso di {{NoteTerm|lavoratore}} stagionale (cf. {{RefNumber|35|6|4}}*).}}
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{{Note|6| {{NoteTerm|irregolarità}}, s.f. - {{NoteTerm|irregolare}}, agg.<br />{{NoteTerm|perturbazione}}, s.f. - {{NoteTerm|perturbare}}, v.t. - {{NoteTerm|perturbatore}}, agg.}} {{Note|7| {{NoteTerm|Alelatorio}}, agg. : sottoposto all’influenza del caso (cf. {{RefNumber|16|1|1}}).}}
  
 
=== 151 ===
 
=== 151 ===
  
Si rende talvolta opportuno sostituire ad una successione empirica di dati, perturbati da irregolarità di varia natura, un’altra che vada esente da tali perturbazioni e che risponda col suo andamento regolare all’ipotesi adottata. Si dice allora che si fa una {{TextTerm|perequazione|1|151}}, o {{TextTerm|graduazione|1|151|2}}, dei dati osservati. I procedimenti adottati in questa operazione di aggiustamento dei valori empirici sono diversi: si può fare una {{TextTerm|perequazione grafica|2|151|OtherIndexEntry=grafica, perequazione —}}, per tracciamento di una curva regolare, ad arbitrio del disegnatore o rispettando determinati criteri d’opportunità, attraverso l’insieme di punti che rappresentano le osservazioni fatte; si può effettuare una {{TextTerm|perequazione analitica|3|151|OtherIndexEntry=analitica, perequazione —}}, adattando ai valori osservati una funzione matematica i cui parametri vengono determinati analiticamente, ad esempio col {{TextTerm|metodo dei minimi quadrati|4|151|OtherIndexEntry=minimi quadrati, metodo dei —}}, il quale rende minima la somma dei quadrati delle differenze fra i valori empirici e quelli teorici; o ancora si può ricorrere ad un metodo di perequazione meccanica per {{TextTerm|medie mobili|5|151|IndexEntry=media mobile|OtherIndexEntry=mobile, media —}}, con ponderazione o senza. La determinazione di valori d’una funzione corrispondenti a valori dell’argomento intermedi a quelli osservati viene denominata {{TextTerm|interpolazione|7|151}}, in senso proprio. Ma si parla di {{TextTerm|interpolazione|3|151|2}} anche in un senso più generale, per indicare l’operazione mediante la quale, partendo dai dati empirici, si giunge ad esprimere analiticamente una {{NonRefTerm|serie}} o una {{NonRefTerm|seriazione}} ({{RefNumber|13|1|-2}}*) sotto forma di legame funzionale fra due variabili (vedi anche {{RefNumber|15|1|-1}}*). Vari procedimenti di {{NonRefTerm|interpolazione}} ({{RefNumber|15|1|-7}}) su funzioni matematiche tabulate partono dal {{TextTerm|calcolo delle differenze finite|6|151|OtherIndexEntry=finito, calcolo delle differenze —}}. Si dice {{TextTerm|estrapolazione|8|151}}, o {{TextTerm|extrapolazione|8|151|2}}, la determinazione di valori al di fuori del campo di osservazione della variabile indipendente.
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Si rende talvolta opportuno sostituire ad una successione empirica di {{NonRefTerm|dati}} (cfr. {{RefNumber|13|0|2}}), perturbati da irregolarità di varia natura, un'altra più regolare, detta {{TextTerm|aggiustata|1}}. Si dice allora che si fa una {{TextTerm|perequazione|1}}, o {{TextTerm|graduazione|1}}, dei dati osservati. Il principio della perequazione consiste nel far passare una curva regolare il più vicino possibile all’insieme dei punti che rappresentano le osservazioni {{NonRefTerm|grezze}} ({{RefNumber|13|1|1}}*).
{{Note|1| {{NoteTerm|perequazione}}, s.f. — {{NoteTerm|perequare}}, v.t.}}<br />{{NoteTerm|graduazione}}, s.f. — {{NoteTerm|graduare}}, v.t. Nello stesso senso viene talora usato il termine {{NoteTerm|interpolazione}}.
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Nella {{TextTerm|perequazione grafica|2}}, la curva è tracciata ad arbitrio del disegnatore o rispettando determinati criteri di opportunità; con la {{TextTerm|perequazione analitica|3}}, i valori osservati sono adattati ad una funzione matematica scelta a priori, i cui parametri vengono determinati analiticamente, ad esempio col {{TextTerm|metodo dei minimi quadrati|4}}, il quale rende minima la somma dei quadrati delle differenze fra i valori empirici e quelli teorici; tra gli altri metodi matematici di perequazione, menzioniamo quelli che utilizzano le {{TextTerm|medie mobili|5}}, con ponderazione o senza, e il {{TextTerm|calcolo delle differenze finite|6}}. Certi metodi di perequazione possono essere utilizzati per l’{{TextTerm|interpolazione|7}}, cioè per la determinazione di valori di una funzione corrispondenti a valori dell'argomento intermedi a quelli osservati, o per l’{{TextTerm|estrapolazione|8}}, cioè la determinazione di valori al di fuori del campo di osservazione della variabile indipendente.
{{Note|7| {{NoteTerm|Interpolazione}}, s.f. {{NoteTerm|interpolare}}, v.t. — {{NoteTerm|interpolatorio}}, agg.<br />Si distingue la {{NoteTerm|interpolazione per punti noti}}, la quale fornisce valori teorici della funzione che coincidono con quelli empirici in corrispondenza ai valori osservati della variabile indipendente, dall’{{NoteTerm|interpolazione fra punti noti}}, che non soddisfa tale condizione.}}
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{{Note|1| {{NoteTerm|perequare}}, v.t.}} - {{NoteTerm|graduare}}, v.t.
{{Note|8| {{NoteTerm|estrapolazione}}, s.f. {{NoteTerm|estrapolare}}, v.t.}}
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{{Note|7| {{NoteTerm|Interpolazione}}, s.f. - {{NoteTerm|interpolare}}, v.t.}}
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{{Note|8| {{NoteTerm|Estrapolazione}}, s.f. - {{NoteTerm|estrapolare}}, v.t.}}
  
 
=== 152 ===
 
=== 152 ===
  
Si osserva spesso una tendenza delle persone interrogate a fornire le loro risposte in {{TextTerm|cifra rotonda|1|152|OtherIndexEntry=rotonda, cifra —}}, o {{TextTerm|cifra tonda|1|152|2|OtherIndexEntry=tonda, cifra —}}''''. Questo fenomeno è noto sotto il nome di {{TextTerm|tendenza all’arrotondamento|2|152|OtherIndexEntry=arrotondamento, tendenza all’—}}, e si estende, oltre che alle cifre terminanti per zero o per cinque — tipiche {{TextTerm|cifre preferite|3|152|IndexEntry=cifra preferita|OtherIndexEntry=preferita, cifra —}}, o {{TextTerm|cifre simpatiche|3|152|2|IndexEntry=cifra simpatica|OtherIndexEntry=simpatica, cifra —}} , anche ai numeri pari. Si può far ricorso ad {{TextTerm|indici di tendenza all’arrotondamento|4|152}} per studiarlo.
+
Si osserva spesso una tendenza delle persone interrogate a fornire le loro risposte in {{TextTerm|cifra tonda|1}}. Questo fenomeno è noto sotto il nome di {{TextTerm|tendenza all'arrotondamento|2}}, e si estende, oltre ai multipli di dieci, anche ad altre {{TextTerm|cifre preferite|3}}, o {{TextTerm|cifre simpatiche|3}}, per esempio ai multipli di 5 o a certi numeri pari. Per studiarlo si può far ricorso ad {{TextTerm|indici di tendenza all'arrotondamento|4}} (cfr. {{RefNumber|13|2|4}}).
{{Note|1| {{NoteTerm|rotondo}}, agg.: più spesso si dice di una cifra terminante per zero.}}
+
{{Note|1| {{NoteTerm|tondo}}, agg.: si dice propriamente di una cifra terminante per zero.}} - {{NoteTerm|arrotondare}} (v.t.) un numero: in senso proprio, sostituire ad esso il numero tondo più vicino. - {{NoteTerm|arrontondato}}, pp. ff. s.m.
{{Note|2| {{NoteTerm|arrotondamento}}, s.m. — {{NoteTerm|arrotondare}} (v.t.) un numero: in senso proprio, sostituire ad esso un numero più semplice che, in relazione al grado di approssimazione voluto, non ne alteri sensibilmente il valore. }}
 
  
 
=== 153 ===
 
=== 153 ===
  
I valori numerici di funzioni demografi che vengono di solito presentati in {{TextTerm|tavole|1|153|IndexEntry=tavola}}, come ad esempio nelle {{NonRefTerm|tavole di mortalità}} ({{RefNumber|43|1|-1}}), nelle {{NonRefTerm|tavole di nuzialità}} ({{RefNumber|52|2|-1}}), ecc. Si distingue fra le tavole per {{TextTerm|contemporanei|2|153|IndexEntry=tavola per contemporanei|OtherIndexEntry=contemporaneo, tavola per —}}, fondate su osservazioni raccolte in un certo periodo di tempo solitamente piuttosto breve, e le {{TextTerm|tavole per generazione|3|153|IndexEntry=tavola per generazione|OtherIndexEntry=generazione, tavola per —}}, fondate sull’osservazione di una {{NonRefTerm|generazione}} (cfr. 116) nel corso della sua esistenza. Una distinzione corrispondente viene istituita fra i {{TextTerm|quozienti per contemporanei|4|153|IndexEntry=quoziente per contemporanei|OtherIndexEntry=contemporaneo, quoziente per —}}, ed i {{TextTerm|quozienti per generazioni|5|153|IndexEntry=quoziente per generazione|OtherIndexEntry=generazione, quoziente per —}}.
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I valori numerici di funzioni demografiche (cfr. {{RefNumber|43|2|2}} e {{RefNumber|63|4|2}}) vengono di solito presentati in {{TextTerm|tavole|1}}: come ad esempio nelle {{NonRefTerm|tavole di mortalità}} ({{RefNumber|43|2|1}}), nelle {{NonRefTerm|tavole di nuzialità}} ({{RefNumber|52|2|1}}) o nelle {{NonRefTerm|tavole di fecondità}} ({{RefNumber|63|9|2}}). Si distingue fra le tavole per {{TextTerm|contemporanei|2}}, fondate su osservazioni raccolte in un certo periodo di tempo solitamente piuttosto breve, e le {{TextTerm|tavole per coorte|3}}, fondate sull'osservazione di una {{NonRefTerm|coorte}} ({{RefNumber|11|6|2}}) nel corso della sua esistenza. Le {{NoteTerm|tavole per generazione}}, costituiscono un caso particolare delle tavole per coorte.
{{Note|2| {{NoteTerm|contemporaneo}}: che è dello stesso tempo. In senso tecnico, sono detti {{NonRefTerm|contemporanei individui}} viventi, ad età diverse, nello stesso momento.<br />Si parla anche di {{NoteTerm|tavole di seconda specie}}, nello stesso senso, con espressione ormai in disuso.}}
+
Nelle {{TextTerm|tavole a estinzione multipla|4}}, diversi {{NonRefTerm|eventi non rinnovabili}} ({{RefNumber|20|1|4}}) intervengono simultaneamente, {{NonRefTerm|primo matrimonio}} ({{RefNumber|51|4|8}}) e mortalità dei celibi per esempio; le tavole di questo tipo più frequentemente utilizzate sono le {{TextTerm|tavole a doppia estinzione|4}}. Le {{TextTerm|tavole prospettiche|5}} forniscono valori numerici di funzioni demografiche, {{NonRefTerm|probabilità di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|1|6}}) per esempio, direttamente utilizzabili nei calcoli {{NonRefTerm|prospettici}} (cf. {{RefNumber|72|0|2}}).
{{Note|3| Facendo ricorso al neologismo {{NonRefTerm|coorte}} ({{RefNumber|11|6|-2}}), si può parlare in un senso più generale di {{NoteTerm|tavole per coorte}}, di cui le {{NonRefTerm|tavole per generazione}} costituirebbero un caso particolare, intendendo il vocabolo generazione nel senso di {{RefNumber|11|6|-1}}.<br />E si parla anche di {{NoteTerm|tavole di prima specie}} (cfr. nota precedente).}}
 
{{Note|5| Si può introdurre il neologismo {{NoteTerm|quozienti per coorte}} (cfr. nota precedente). }}
 
  
 
=== 154 ===
 
=== 154 ===
  
Quando i dati disponibili non consentono di precisare con esattezza il valore di una grandezza, questa può essere {{TextTerm|stimata|1|154|IndexEntry=stimato}}, con maggiore o minor precisione. La corrispondente operazione prende il nome di {{TextTerm|stima|2|154}}, e {{TextTerm|stima|3|154|OtherIndexEntry=valore stimato}} dicesi anche il risultato della medesima, cioè il {{TextTerm|valore stimato|3|154|2|IndexEntry=stimata, valore —}}. Il termine {{TextTerm|congettura|4|154}} richiama l’idea di una {{NonRefTerm|stima}} ({{RefNumber|15|4|-2}}) fondata su informazioni indirette, o su elementi incerti, o troppo scarsi, e che possono al massimo servire solo ad indicare l’{{TextTerm|ordine di grandezza|5|154|OtherIndexEntry=grandezza, ordine di —}} della quantità considerata.
+
Quando i dati disponibili non consentono di precisare con esattezza il valore di una grandezza, questa può essere {{TextTerm|stimata|1}}, con maggiore o minore precisione. La corrispondente operazione prende il nome di {{TextTerm|stima|2}}, e {{TextTerm|stima|3}} dicesi anche il risultato della medesima, cioè il {{TextTerm|valore stimato|3}}. Il termine {{TextTerm| stima|4}} si applica anche a valori congetturali, fondati su elementi incerti, o troppo scarsi, e che possono al massimo servire solo ad indicare l'{{TextTerm|ordine di grandezza|5}} della quantità considerata.
{{Note|1| {{NoteTerm|stimato}}, pp. — {{NoteTerm|stimare}}, v.t. }}
 
{{Note|4| {{NoteTerm|congettura}}, s.f. — {{NoteTerm|congetturare}}, v.t.}}
 
  
 
=== 155 ===
 
=== 155 ===
  
Per illustrare una documentazione statistica si può ricorrere a vari tipi di {{TextTerm|rappresentazioni grafiche|1|155|IndexEntry=rappresentazione grafica|OtherIndexEntry=grafica, rappresentazione —}}, o {{TextTerm|grafici|1|155|2|IndexEntry=grafico}}''{{NonRefTerm|. In particolare, la demografia fa molto uso di {{TextTerm|diagrammi|2|155|IndexEntry=diagramma}} e {{TextTerm|cartogrammi|3|155|IndexEntry=cartogramma}}. Per chiarire una esposizione, senza pretesa di fornire una rappresentazione fedele della realtà, si possono usare anche {{TextTerm|schemi grafici|4|155|IndexEntry=schema grafico|OtherIndexEntry=grafica, schema —}}. Un }}diagramma{{NonRefTerm| nel quale si impiega la scala aritmetica su uno degli assi delle coordinate (di solito l’asse delle ascisse) e quella logaritmica sull’altro è un {{TextTerm|diagramma semilogaritmico|5|155|OtherIndexEntry=semilogaritmica, diagramma }}, o {{TextTerm|diagramma a scala logaritmica semplice|5|155|2|OtherIndexEntry=semplice, diagramma a scala logaritmica —}}, Se si usa la scala logaritmica su ambedue gli assi, si costruisce un {{TextTerm|diagramma a doppia scala logaritmica|6|155|OtherIndexEntry=logaritmica, diagramma a doppia scala —}}. Per rappresentare una }}distribuzione di frequenza'' (cfr. 144) si può far ricorso, tra l’altro, ad un {{TextTerm|poligono di frequenza|7|155|OtherIndexEntry=frequenza, poligono di —}}, ottenuto unendo con segmenti rettilinei i punti immagine delle frequenze delle varie classi, o ad un {{TextTerm|istogramma|8|155}}, nel quale ogni frequenza viene rappresentata dalla superficie di un rettangolo avente per base l’ampiezza delle classi, o ancora ad un {{TextTerm|diagramma a barre verticali|9|155|OtherIndexEntry=verticale, diagramma a barre —}}, o {{TextTerm|diagramma ad ordinate|9|155|2|OtherIndexEntry=ordinata, diagramma ad —}}, in cui ogni frequenza è rappresentata da una ordinata di lunghezza proporzionale alla frequenza medesima.
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Per illustrare una documentazione statistica si può ricorrere a vari tipi di {{TextTerm|rappresentazioni grafiche|1}}, o {{TextTerm|grafici|1}}. In particolare, la demografia fa molto uso di {{TextTerm|diagrammi|2}} e {{TextTerm|cartogrammi|3}}. Per chiarire un'esposizione si possono usare anche {{TextTerm|schemi grafici|4}}, figure semplificate finalizzate alla chiarezza dell’esposizione, senza pretesa di fornire una rappresentazione fedele della realtà. Un diagramma nel quale si impiega la scala aritmetica su uno degli assi delle coordinate e quella logaritmica sull'altro è un {{TextTerm|diagramma semilogaritmico|5}}; ma è spesso chiamato impropriamente {{TextTerm|diagramma logaritmico|5}}. Più propriamente, in un {{TextTerm|diagramma logaritmico|6}}, o {{TextTerm|diagramma a doppia scala logaritmica|6}}, si usa la scala logaritmica su ambedue gli assi. Per rappresentare una {{NonRefTerm|distribuzione di frequenza}} ({{RefNumber|14|4|1}}) si può far ricorso, tra l'altro, ad un {{TextTerm|poligono di frequenza|7}}, ottenuto unendo con segmenti rettilinei i punti immagine delle {{NonRefTerm|frequenze}} ({{RefNumber|14|4|3}})  delle varie classi; o ad un {{TextTerm|istogramma|8}}, nel quale ogni frequenza viene rappresentata dalla superficie di un rettangolo avente per base l'ampiezza delle classi (caso delle variabili {{NonRefTerm|continue}}); o ancora ad un {{TextTerm|diagramma a barre verticali|9}}, o {{TextTerm|diagramma ad ordinate|9}}, in cui ogni frequenza è rappresentata da un segmento di lunghezza proporzionale alla frequenza medesima (caso delle variabili {{NonRefTerm|discrete -}} {{RefNumber|14|3|3}}).
{{Note|1| Si usano anche {{NoteTerm|rappresentazioni plastiche}} tridimensionali {{NoteTerm|(stereogrammi)}}, che possono essere riprodotte graficamente in proiezione.}}
+
.{{Note|3| {{NoteTerm|cartogramma}}, s.m. — {{NoteTerm|cartografico}}, agg. }}
{{Note|3| {{NoteTerm|cartogramma}}, s.m. — {{NoteTerm|cartografico}}, agg. }}
 
  
==<center><font size=12>* * * </font></center>==
 
 
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Versione delle 17:43, 13 nov 2009


Limiti di responsabilità : Le definizioni contenute nel Dizionario sono largamente condivise tra gli studiosi di demografia e non impegnano in alcun modo la responsabilità delle Nazioni Unite.

Si rimanda alla pagina di discussione per eventuali commenti.

Questa pagina è un brano della prima edizione del dizionario demografico multilingue.
Sopprimere prego questo avvertimento se lo modificate.
Introduzione a Demopædia
Istruzioni per l'uso
Prefazione
Avvertenza alla versione stampata
Indice
Capitoli : 1. Generalità (indice del primo capitolo, sezioni : 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16)
2. Elaborazione delle statistiche demografiche (indice del secondo capitolo, sezioni : 20, 21, 22, 23)
3. Stato della popolazione (indice del terzo capitolo, sezioni : 30,31, 32 | 33 | 34 | 35)
4. Mortalità e morbosità (indice del quarto capitolo, sezioni : 40, 41, 42, 43)
5. Nuzialità (indice del quinto capitolo, sezioni : 50 | 51 | 52)
6. Fecondità e fertilità (indice del sesto capitolo, sezioni : 60, 61, 62, 63)
7. Movimento generale della popolazione e riproduttività (indice del settimo capitolo, sezioni : 70, 71, 72, 73)
8. Migrazioni (indice dell'ottavo capitolo, sezioni : 80, 81)
9. Demografia e problemi economico-sociali indice del nono capitolo, sezioni : 90, 91, 92, 93)



150

La successione dei valori osservati nel corso del tempo per una determinata variabile (131-5) – come il numero mensile di nascite – costituisce una serie storica 1 o serie temporale 1 o serie cronologica 1. Lo studio di una serie storica permette talvolta di isolare una tendenza generale 2, o tendenza di fondo 2, della medesima da andamenti particolari 3, o variazioni particolari 3, o fluttuazioni 3, che vi si sovrappongano. Quando un andamento particolare mostra una tendenza a ripresentarsi ad intervalli di tempo approssimativamente regolari, si parla di un andamento periodico 4, o di una variazione periodica 4 o variazione ciclica 4. Il caso più comune in demografìa è quello delle fluttuazioni a periodicità annua, collegate con l’alternarsi delle stagioni, per cui si parla di movimenti stagionali 5, o variazioni stagionali 5. Le irregolarità 6 che sussistono dopo che si è dato conto delle variazioni suscettibili di interpretazione specifica nei sensi menzionati, costituiscono le cosiddette variazioni residue 6, o variazioni residuali 6. Queste possono includere le variazioni erratiche 6, o variazioni saltuarie 6, dovute a fenomeni eccezionali, come una guerra. Quando il numero di osservazioni è relativamente esiguo, tutta o parte dell'irregolarità che si manifesta in una successione statistica può essere attribuita al caso: si usa parlare in tal caso di variazioni aleatorie 7, o fluttuazioni aleatorie 7.

  • 3. Si noti che il termine variazione usato senza altra specificazione ha un significato generalissimo e può essere impiegato per indicare ogni modifica nel valore di una variabile.
  • 4. periodico, agg. — periodo, s.m. — periodicità, — s.f. ciclico, agg. — ciclo, s.m. — ciclicità, s.f.
  • 5. Queste espressioni sono talvolta utilizzate nel senso di 150-4, l’aggettivo stagionale è in tal caso spogliato del suo significato originale. Si noti che il termine stagionale è impiegato anche come s.m. nel senso di lavoratore stagionale (cf. 356-4*).
  • 6. irregolarità, s.f. - irregolare, agg.
    perturbazione, s.f. - perturbare, v.t. - perturbatore, agg.
  • 7. Alelatorio, agg. : sottoposto all’influenza del caso (cf. 161-1).

151

Si rende talvolta opportuno sostituire ad una successione empirica di dati (cfr. 130-2), perturbati da irregolarità di varia natura, un'altra più regolare, detta aggiustata 1. Si dice allora che si fa una perequazione 1, o graduazione 1, dei dati osservati. Il principio della perequazione consiste nel far passare una curva regolare il più vicino possibile all’insieme dei punti che rappresentano le osservazioni grezze (131-1*). Nella perequazione grafica 2, la curva è tracciata ad arbitrio del disegnatore o rispettando determinati criteri di opportunità; con la perequazione analitica 3, i valori osservati sono adattati ad una funzione matematica scelta a priori, i cui parametri vengono determinati analiticamente, ad esempio col metodo dei minimi quadrati 4, il quale rende minima la somma dei quadrati delle differenze fra i valori empirici e quelli teorici; tra gli altri metodi matematici di perequazione, menzioniamo quelli che utilizzano le medie mobili 5, con ponderazione o senza, e il calcolo delle differenze finite 6. Certi metodi di perequazione possono essere utilizzati per l’interpolazione 7, cioè per la determinazione di valori di una funzione corrispondenti a valori dell'argomento intermedi a quelli osservati, o per l’estrapolazione 8, cioè la determinazione di valori al di fuori del campo di osservazione della variabile indipendente.

  • 1. perequare, v.t. - graduare, v.t.
  • 7. Interpolazione, s.f. - interpolare, v.t.
  • 8. Estrapolazione, s.f. - estrapolare, v.t.

152

Si osserva spesso una tendenza delle persone interrogate a fornire le loro risposte in cifra tonda 1. Questo fenomeno è noto sotto il nome di tendenza all'arrotondamento 2, e si estende, oltre ai multipli di dieci, anche ad altre cifre preferite 3, o cifre simpatiche 3, per esempio ai multipli di 5 o a certi numeri pari. Per studiarlo si può far ricorso ad indici di tendenza all'arrotondamento 4 (cfr. 132-4).

  • 1. tondo, agg.: si dice propriamente di una cifra terminante per zero. - arrotondare (v.t.) un numero: in senso proprio, sostituire ad esso il numero tondo più vicino. - arrontondato, pp. ff. s.m.

153

I valori numerici di funzioni demografiche (cfr. 432-2 e 634-2) vengono di solito presentati in tavole 1: come ad esempio nelle tavole di mortalità (432-1), nelle tavole di nuzialità (522-1) o nelle tavole di fecondità (639-2). Si distingue fra le tavole per contemporanei 2, fondate su osservazioni raccolte in un certo periodo di tempo solitamente piuttosto breve, e le tavole per coorte 3, fondate sull'osservazione di una coorte (116-2) nel corso della sua esistenza. Le tavole per generazione, costituiscono un caso particolare delle tavole per coorte. Nelle tavole a estinzione multipla 4, diversi eventi non rinnovabili (201-4) intervengono simultaneamente, primo matrimonio (514-8) e mortalità dei celibi per esempio; le tavole di questo tipo più frequentemente utilizzate sono le tavole a doppia estinzione 4. Le tavole prospettiche 5 forniscono valori numerici di funzioni demografiche, probabilità di sopravvivenza (431-6) per esempio, direttamente utilizzabili nei calcoli prospettici (cf. 720-2).

154

Quando i dati disponibili non consentono di precisare con esattezza il valore di una grandezza, questa può essere stimata 1, con maggiore o minore precisione. La corrispondente operazione prende il nome di stima 2, e stima 3 dicesi anche il risultato della medesima, cioè il valore stimato 3. Il termine stima 4 si applica anche a valori congetturali, fondati su elementi incerti, o troppo scarsi, e che possono al massimo servire solo ad indicare l'ordine di grandezza 5 della quantità considerata.

155

Per illustrare una documentazione statistica si può ricorrere a vari tipi di rappresentazioni grafiche 1, o grafici 1. In particolare, la demografia fa molto uso di diagrammi 2 e cartogrammi 3. Per chiarire un'esposizione si possono usare anche schemi grafici 4, figure semplificate finalizzate alla chiarezza dell’esposizione, senza pretesa di fornire una rappresentazione fedele della realtà. Un diagramma nel quale si impiega la scala aritmetica su uno degli assi delle coordinate e quella logaritmica sull'altro è un diagramma semilogaritmico 5; ma è spesso chiamato impropriamente diagramma logaritmico 5. Più propriamente, in un diagramma logaritmico 6, o diagramma a doppia scala logaritmica 6, si usa la scala logaritmica su ambedue gli assi. Per rappresentare una distribuzione di frequenza (144-1) si può far ricorso, tra l'altro, ad un poligono di frequenza 7, ottenuto unendo con segmenti rettilinei i punti immagine delle frequenze (144-3) delle varie classi; o ad un istogramma 8, nel quale ogni frequenza viene rappresentata dalla superficie di un rettangolo avente per base l'ampiezza delle classi (caso delle variabili continue); o ancora ad un diagramma a barre verticali 9, o diagramma ad ordinate 9, in cui ogni frequenza è rappresentata da un segmento di lunghezza proporzionale alla frequenza medesima (caso delle variabili discrete - 143-3). .

  • 3. cartogramma, s.m. — cartografico, agg.


Introduzione | Istruzioni per l'uso | Prefazione | Avvertenza alla versione stampata | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 73 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93