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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)
Differenze tra le versioni di "32"
(Bernardo Colombo, ed. 1959) |
(→320: sost. par. 320 B.C.con trad. II ed.franc.) |
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Versione delle 16:41, 12 mar 2008
Limiti di responsabilità : Le definizioni contenute nel Dizionario sono largamente condivise tra gli studiosi di demografia e non impegnano in alcun modo la responsabilità delle Nazioni Unite. Si rimanda alla pagina di discussione per eventuali commenti. |
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320
Per studiare la composizione secondo il sesso 1 (cf. 144-4) di una popolazione si rapporta generalmente il numero di individui di un sesso 2 al numero di quelli dell'altro, o all’ammontare complessivo della popolazione. Ponendosi spesso a numeratore il numero di maschi, si parla anche frequentemente di mascolinità 3 di una popolazione. L’espressione tasso di mascolinità 4 designa la proporzione di sesso maschile nell’insieme della popolazione. Il rapporto di mascolinità 5 è ottenuto dividendo gli appartenenti al sesso maschile per l’ammontare di popolazione di sesso femminile. Questo rapporto è generalmente espresso come indice (132-7), considerando come base 100 (132-8) l’ammontare di popolazione di sesso femminile.
- 3. Si usa anche far figurare al numeratore il sesso femminile. In tal caso si ottengono un tasso di femminilità ed un rapporto di femminilità.
- 4. Cfr § 133.
321
Maschio 1 e femmina 2 sono vocaboli usati correntemente in demografìa per designare, rispettivamente, un individuo di sesso maschile 1 e un individuo di sesso femminile 2. Nello stesso senso, si adottano spesso i termini uomo 1 e donna 2, specialmente se ci si riferisce a soli individui adulti (324-5). Ragazzo 3 e ragazza 4 sono invece poco usati nel linguaggio scientifico per indicare chi non è più bambino o bambina (cfr. 323-3), ma non ha ancora superato l'età dell' adolescenza (324-1). Si usa il vocabolo uomo 5 anche nel senso generale di essere umano 5.
- 1. maschio, s.m. — maschile, agg.
- 2. femmina, s.f. — femminile, agg.
- 3. Ragazzi, al plurale, può stare ad indicare insieme ragazzi, nel senso di 321-3 e ragazze.
322
Un altro carattere fondamentale che viene considerato nello studio della composizione di una popolazione è l'età 1. Essa viene espressa generalmente in anni, o più raramente in anni e frazioni decimali di anno; per il primissimo periodo della vita (323-1) viene anche data in mesi, settimane e giorni. Nelle pubblicazioni di carattere demografico, molto spesso l'età viene indicata in anni compiuti 2, cioè riportando l'età all'ultimo compleanno 3; talvolta si considerano invece gli anni iniziati 4, cioè l'età al prossimo compleanno 4. È raro il caso in cui i dati vengano riferiti all'età arrotondata al compleanno più vicino 5 (152-2*). Si usa anche l'espressione età precisa 6, o età esatta 6, soprattutto trattando di tavole di mortalità e sopravvivenza (cfr. 431), per indicare un esatto numero di anni trascorso dal momento della nascita. Così un individuo raggiunge letà precisa 25 il giorno del suo 25.mo compleanno; invece i morti a 25 anni d'età (432-1*) sono morti fra letà precisa di 25 e quella di 26 anni.
- 1. In ordine a certi studi (cfr. 327-6) si precisa, talora, età cronologica.
- 3. Circa il computo dei compleanni (compleanno, s.m., ed anche, nello stesso senso, anniversario, s.m.), nell'uso italiano, va detto che l'x.mo compleanno si ha quando sono trascorsi esattamente x anni dalla nascita.
323
Il linguaggio corrente entra qualche volta in demografia per indicare, in maniera largamente imprecisa, differenti periodi della vita 1, o età della vita 1 . Nei primi anni di vita si è nell'infanzia 2, e poi nella fanciullezza 2, sino alla soglia della pubertà (620-2): bambino 3, o fanciullo 3 (raro) se maschio, e bambina 3, o fanciulla 3 (raro), se femmina, vengono chiamati, per ordine crescente di età, quanti sono in questo periodo della vita (vedi anche 321-3 e 321-4). Un bambino ai suoi primi giorni di vita è un neonato 4 — neonata 4 se femmina — e fin che non è svezzato è un lattante 5. Infante 6 (raramente usato) è un individuo nell'infanzia, ed è sinonimo di bambino in tenera età.
Si distingue pure fra bambini in età prescolastica 7 e ragazzi in età scolastica 8, o ragazzi in età soggetta all'obbligo dell'istruzione 8 (cfr. 346).
- 1. vita, s.f. — vivente, agg. e s. — vivere, v.i. e t.
- 2. infanzia, s.f. — infantile, agg.; l'espressione prima infanzia non è precisa: ordinariamente, essa si riferisce al periodo tra la nascita ed il primo compleanno (322-3*).
- 3. In italiano manca un vocabolo asessuato corrispondente allo enfant francese, ad esempio. Per riferirsi ai maschi ed alle femmine insieme, al plurale, si potrà parlare di bambini, o fanciulli.
- 4. neonato, s.m. — neonatale, agg.
Si usa il termine neonati (s.m.pl.) per indicare comprensivamente tutti i nuovi
nati di ambo i sessi,
324
Il passaggio dalla fanciullezza (323-2) all'adolescenza 1 è segnato dalla pubertà (620-2), ed adolescente 2 è chi si trova in tale fase. Alla adolescenza segue la giovinezza (324-3*), e giovani 3 sono quanti non hanno raggiunto ancora l'età adulta 4; gli altri sono adulti 5 e, se sono entrati nella età senile 6, o vecchiaia 6, il cui inizio si fa coincidere spesso, convenzionalmente, coll'età della quiescenza 7, o età della pensione 7 (60 o 65 anni, di solito), vengono qualificati come vecchi 8.
- 3. giovane, s. e agg. — giovinezza, s.f.
- 4. Per indicare l'età adulta più avanzata, grosso modo fra 50 e 65 anni, si può parlare anche di maturità (s.f. — maturo, agg.), e di persone mature per chi si trova in questo periodo di vita. Altre locuzioni consimili, ad incerti confini, sono rispettivamente, età avanzata e persone anziane. Per i soli maschi, in luogo di età adulta e collo stesso significato, si usa anche età virile. Nella legislazione civile italiana sono qualificati minori, o minorenni, quanti hanno meno di 21 anni, e maggiorenni, o in maggiore età, quanti ne hanno di più.
L'istituto giuridico per la protezione di chi sia in minore età e senza genitori è la tutela. - 5. Talvolta fra gli adulti s'intendono compresi i vecchi (324-8), ma di solito, se si vuol ripartire una popolazione in tre grandi gruppi a seconda dell'età, si parlerà di giovani, adulti e vecchi.
- 8. vecchio, agg. e s.m.
I vecchi di età più avanzata sono talvolta chiamati longevi (agg. e s.m. — cfr. 434-4).
325
La classificazione per età della popolazione viene fatta spesso per singoli anni di età 1 o classi annuali di età 2, ma anche per classi pluriennali d'età 2, o classi poliennali d'età 2: in questo secondo caso, frequente è la ripartizione per classi quinquennali d'età 3, ma vengono usate anche ripartizioni più grossolane, per grandi classi d'età 4, come ad esempio, 0-19 anni, 20-59 anni, 60 anni e più (cfr. 322-2). Talvolta la classificazione non è fatta per anno d'età, ma per anno di nascita 5. Molto frequentemente la composizione per età 6, o struttura per età 6 (cfr. 144-4), di una popolazione e la sua composizione secondo il sesso (320-1) vengono congiuntamente rappresentate in un grafico impropriamente detto piramide delle età 7, specie di istogramma (155-8) a simmetria speculare, così chiamato per la sua forma all'incirca triangolare.
- 2. Talvolta, nello stesso senso, si trova usata l'espressione — meno felice, essendo l'età un carattere continuo (143-1) —- gruppo pluriennale d'età, che fa pensare ad un gruppo di classi annuali d'età.
- 3. quinquennale, agg. — quinquennio, s.m.: periodo di cinque anni.
326
Si dice età media 1 di una popolazione la media aritmetica delle età di quanti le appartengono, ed età mediana 2 quella che ripartisce la popolazione ordinata secondo l'età in due gruppi ugualmente numerosi (cfr. 140-6). Se la frazione dei vecchi (324-8) aumenta, si parla di invecchiamento 3 della popolazione, o invecchiamento demografico 3. Il fenomeno contrario potrebbe essere designato come un ringiovanimento 4 della popolazione interessata. Non si deve confondere l'invecchiamento di una popolazione, nel senso predetto, colla tecnica usata nel calcolo di prospettive demografiche (720-2), mediante la quale si fa invecchiare 5 una popolazione, applicando appropriati coefficienti di sopravvivenza 6 — dedotti dalle proporzioni tra i viventi in una data classe d'età ed i viventi in un'altra classe d'età precedente nella popolazione stazionaria (703-6) — per prevedere il numero dei viventi in una classe d'età successiva un corrispondente numero di anni più tardi.
- 3. invecchiamento, s.m. — invecchiare, v.i. e t.
A seconda che la frazione di vecchi sia o meno relativamente elevata si parla anche di popolazione vecchia o di popolazione giovane, rispettivamente. - 4. ringiovanimento, s.m. — ringiovanire, v.i. e t.
327
Linvecchiamento (326-3) di una popolazione è cosa diversa dall'invecchiamento individuale 1, o senescenza 1, ed anche dall'allungamento della vita umana 2, prodotto del migliore tenore di vita e dei progressi della medicina e dell'igiene. Si denominano, rispettivamente, età fisiologica 3 ed età mentale 4 di un individuo l'età corrispondente, in via normale, allo stato dei suoi organi e tessuti nel primo caso, alle sue capacità intellettuali nel secondo. Negli studi nei quali vengono introdotti questi concetti, si definisce età cronologica (322-1*) di un individuo quella misurata dal tempo trascorso dalla sua data della nascita 5. Il quoziente intellettuale 6, o quoziente d'intelligenza 6 — abbreviazione: Q.I. —, utilizzato nello studio dello sviluppo mentale, è il rapporto fra letà mentale e l'età cronologica del soggetto.
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