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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)

Differenze tra le versioni di "14"

Dizionario demografico multilingue (seconda edizione unificata, volume italiano)
(Bernardo Colombo, ed. 1959)
(Università La Sapienza di Roma Elena Ambrosetti i Cristina Giudici)
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La {{TextTerm|media|1|140}} di uso più frequente in demografia è la {{TextTerm|media aritmetica|2|140|OtherIndexEntry=aritmetica, media —}}, che si ottiene dividendo la somma dei valori osservati per il numero delle osservazioni fatte: è a questa che ci si riferisce quando si parla semplicemente di media, senza altra precisazione. Talvolta si fa uso della {{TextTerm|media geometrica|3|140|OtherIndexEntry=geometrica, media —}}, la quale, per {{NonRefTerm|n}} valori (positivi) osservati, è data dalla radice {{NonRefTerm|n}}.ma del loro prodotto. Una {{TextTerm|media ponderata|4|140|OtherIndexEntry=ponderata, media —}} si ottiene assegnando una importanza diversa ai differenti valori osservati mediante {{TextTerm|coefficienti di ponderazione|5|140|IndexEntry=coefficiente di ponderazione}}, o {{TextTerm|pesi|5|140|2|IndexEntry=peso}}, particolari. La {{TextTerm|mediana|6|140}} è il valore che occupa il posto centrale in un {{TextTerm|insieme|7|140}} ordinato di valori. Il {{TextTerm|valore più frequente|8|140|OtherIndexEntry=frequente, valore più —}}, o {{TextTerm|moda|8|140|2}}, o {{TextTerm|norma|8|140|3}}, in una successione di valori, è quello che vi appare in maggior numero di volte.
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La {{TextTerm|media|1|140}} di uso più frequente in demografia è la {{TextTerm|media aritmetica|2|140}} : è a questa che ci si riferisce quando si parla semplicemente di media senza altra precisazione. Essa si ottiene dividendo la somma dei valori osservati per il numero delle osservazioni. Quando tutti i valori osservati sono positivi, si utilizza talvolta la {{TextTerm|media geometrica|3|140}}, definita come radice {{NonRefTerm|n}}.ma del prodotto di {{NonRefTerm|n}} valori osservati. È detta {{TextTerm|media ponderata|4|140}} une media ottenuta dopo aver attribuito ad ogni osservazione dei {{TextTerm|coefficiente di ponderazione|5|140}}, o {{TextTerm|pesi|5|140|2}}, particolari. La {{TextTerm|mediana|6|140}} è il valore che occupa il posto centrale in un {{TextTerm|insieme|7|140}} ordinato di valori. La {{TextTerm|moda|8|140}} è il valore che appare il maggior numero di volte in una successione di valori osservati.  
{{Note|1| {{NoteTerm|media}}, s.f. {{NoteTerm|medio}}, agg.}}
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{{Note|1| {{NoteTerm|Media}}, s.f. - {{NoteTerm|medio}}, agg.}}  
{{Note|4| {{NoteTerm|ponderato}}, agg. e pp. {{NoteTerm|ponderazione}}, s.f. — {{NoteTerm|ponderare}}, v.t.}}
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{{Note|4| {{NoteTerm|Ponderare}}, v.t. - {{NoteTerm|ponderazione}}, s.f.}}
{{Note|6| {{NoteTerm|mediana}}, s.f. {{NoteTerm|mediano}}, agg.}}
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{{Note|6| {{NoteTerm|Mediana}}, s.f. - {{NoteTerm|mediano}}, agg.}}
{{Note|8| {{NoteTerm|moda}}, s.f. {{NoteTerm|modale}}, agg. {{NoteTerm|norma}}, s.f. — {{NoteTerm|normale}}, agg.}}
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{{Note|8| {{NoteTerm|Moda}}, s.f. - {{NoteTerm|modale}}, agg.}}
  
 
=== 141 ===
 
=== 141 ===
  
Si parla di {{TextTerm|variabilità|1|141}}, o {{TextTerm|dispersione|1|141|2}} di un insieme di osservazioni riferendosi all’attitudine dei fenomeni, o caratteri, a presentare, nei casi singoli, valori differenti. La {{NonRefTerm|variabilità}} è misurata dagli {{TextTerm|scarti|2|141|IndexEntry=scarto}}, o {{TextTerm|scostamenti|2|141|2|IndexEntry=scostamento}}, o {{TextTerm|errori|2|141|3|IndexEntry=errore}}, o {{TextTerm|differenze|2|141|4|IndexEntry=differenza}}, fra valori osservati presi a due a due, o fra ciascuno di questi ed un altro valore — eventualmente ottenuto a calcolo -— preso come termine di confronto. Faremo qui menzione solo dei più comuni {{TextTerm|indici di variabilità|3|141|IndexEntry=indice di variabilità|OtherIndexEntry=variabilità, indice di —}}, o {{TextTerm|indici di dispersione|3|141|2|IndexEntry=indice di dispersione|OtherIndexEntry=dispersione, indice di —}} (cfr. {{RefNumber|13|6|-1}}). Si chiama {{TextTerm|campo di variazione|4|141|OtherIndexEntry=variazione, campo di —}} la {{NonRefTerm|differenza}} fra il massimo ed il minimo valore osservato. La {{TextTerm|differenza interquartile|5|141|OtherIndexEntry=interquartile, differenza —}}, data dalla differenza fra il 3° ed il {{NonRefTerm|quartile}} ({{RefNumber|14|2|-2}}), abbraccia una metà delle osservazioni. La {{TextTerm|semidifferenza interquartile|6|141|OtherIndexEntry=interquartile, semidifferenza —}} è la metà della precedente. La {{NonRefTerm|media aritmetica}} ({{RefNumber|14|0|-2}}) dei valori assoluti degli scarti fra valori osservati e un valore medio serve pure come {{NonRefTerm|indice di variabilità}}; se il valore medio assunto come termine di riferimento è la media aritmetica, si ottiene lo {{TextTerm|scostamento semplice medio dalla media aritmetica|7|141|OtherIndexEntry=aritmetica, scostamento semplice medio dalla media —}}, o {{TextTerm|scostamento semplice medio|7|141|2|OtherIndexEntry=medio, scostamento semplice —}} per antonomasia. La {{TextTerm|varianza|8|141}} è la media aritmetica dei quadrati degli scarti fra i valori osservati e la loro media aritmetica; lo {{TextTerm|scostamento quadratico medio|9|141|OtherIndexEntry=medio, scostamento quadratico —}}, o {{TextTerm|scarto quadratico medio|9|141|2|OtherIndexEntry=medio, scarto quadratico —}}, è la radice quadrata della varianza, cioè la {{NonRefTerm|media quadratica}} ({{RefNumber|14|1|-3}}*) degli scarti.
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Si studia sotto il nome di {{TextTerm|dispersione|1|141}} o {{TextTerm|variabilità|1|141|2}} di un insieme di osservazioni, il modo in cui queste differiscono le una dalle altre. Una delle nozioni fondamentali in materia è quella di {{TextTerm|scarto|2|141}}, o {{TextTerm|scostamento|2|141|2}}, che designa la differenza tra due valori. Lo scarto può essere misurato fra valori osservati presi a due a due o fra ciscuno di questi ed un altro valore: la loro {{NonRefTerm|media}} ({{RefNumber|14|0|1}} ), per esempio. Faremo qui menzione solo dei più comuni {{TextTerm|indici di variabilità|3|141}}, o {{TextTerm|indici di dispersione|3|141|2}} (cf. {{RefNumber|13|2|4}}). Si chiama {{TextTerm|campo di variazione|4|141}} la differenza fra il massimo e il minimo valore osservato. La {{TextTerm|differenza interquartile|5|141}}, che è data dalla differenza tra il 3<sup>°</sup> e il 1<sup>°</sup> {{NonRefTerm|quartile}} ({{RefNumber|14|2|2}}), abbraccia una metà delle osservazioni. Si considera talvolta la {{TextTerm|semi-differenza interquartile|6|141}}. Lo {{TextTerm|scarto semplice medio|7|141}}, o {{TextTerm|scostamento semplice medio dalla media aritmetica|7|141|2}} è dato dalla {{NonRefTerm|media aritmetica}} ({{RefNumber|14|0|2}}) dei valori assoluti degli scarti fra valori osservati e la loro media aritmetica. La {{TextTerm|varianza|8|141}} è la media aritmetica dei quadrati degli scarti fra i valori osservati e la loro media aritmetica. Lo {{TextTerm|scostamento quadratico medio|9|141}}, o {{TextTerm|scarto quadratico medio|9|141|2}}, è la radice quadrata della varianza.
{{Note|1| {{NoteTerm|variabilità}}, s.f. — {{NoteTerm|variabile}}, agg.}}
 
{{Note|2| Si usa di frequente parlare di {{NonRefTerm|scarto}}, o {{NonRefTerm|scostamento}}, o {{NonRefTerm|errore}}, quando il confronto è istituito fra un valore osservato ed un altro valore, termine comune di riferimento (come la media aritmetica, la mediana, ecc), e di {{NonRefTerm|differenza}}, invece, fra due valori osservati.}}
 
{{Note|3| Molto usate come indici di variabilità sono medie di tutte le possibili differenze fra valori osservati,presi a due a due.Tali, ad esempio, la {{NoteTerm|differenza semplice media}} — con o senza ripetizione, a seconda che si considerino o non si considerino le differenze (nulle) di ciascim termine con ss stesso —, che è la media aritmetica dei valori assoluti di tali differenze, e la {{NoteTerm|differenza quadratica media}} — anche con ripetizione o senza — che ne è la {{NoteTerm|media quadratica}}, cioè la radice quadrata della media aritmetica dei loro quadrati.}}
 
{{Note|7| Si usano anche le espressioni {{NoteTerm|scarto semplice medio dalla media aritmetica}} e {{NoteTerm|scarto semplice medio}}, nello stesso senso.}}
 
  
 
=== 142 ===
 
=== 142 ===
  
In un insieme ordinato di valori, quei valori che lasciano frazioni date delle osservazioni al di sotto, o al di sopra, sono detti genericamente {{TextTerm|quantili|1|142|IndexEntry=quantile}}: fra questi, si possono citare la {{NonRefTerm|mediana}} ({{RefNumber|14|0|-6}}), i {{TextTerm|quartili|2|142|IndexEntry=quartile}}, i {{TextTerm|decili|3|142|IndexEntry=decile}} ed i {{TextTerm|centili|4|142|IndexEntry=centile}}, che ripartiscono l’insieme dei valori ordinati secondo la grandezza rispettivamente in due, quattro, dieci, cento sottoinsiemi successivi, ognuno contenente un egual numero di valori osservati.
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In un insieme ordinato di valori, crescenti o decrescenti, quei valori che lasciano frazioni date delle osservazioni al di sotto, o al di sopra, possono servire a costruire degli {{NonRefTerm|indici di dispersione}} ({{RefNumber|14|1|3}}), detti genericamente {{TextTerm|quantili|1|142}}. Fra questi, si possono citare la {{NonRefTerm|mediana}} ({{RefNumber|14|0|6}}), i {{TextTerm|quartili|2|142}}, i {{TextTerm|decili|3|142}} ed i {{TextTerm|centili|4|142}}, che ripartiscono l'insieme dei valori ordinati secondo la grandezza rispettivamente in due, quattro, dieci, cento sottoinsiemi successivi, ognuno contenente un egual numero di valori osservati.
  
 
=== 143 ===
 
=== 143 ===
  
Una grandezza è detta {{TextTerm|continua|1|143|IndexEntry=continuo}} se può assumere tutti i valori di un certo intervallo (eventualmente illimitato a destra, o a sinistra, o d’ambo i lati); nel caso contrario è detta {{TextTerm|discontinua|2|143|IndexEntry=discontinuo}}. Spesso in demografia si ha a che fare con variabili le quali possono assumere solo valori isolati: si dice allora che tali valori formano un {{TextTerm|insieme discreto|3|143|IndexEntry=discreto}}.
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Una grandezza è detta {{TextTerm|continua|1|143}} in un certo intervallo, se può assumere tutti i valori dell’intervallo; nel caso contrario è detta {{TextTerm|discontinua|2|143}} nell’intervallo considerato. Spesso in demografìa si ha a che fare con {{NonRefTerm|variabili}} ({{RefNumber|13|1|5}}) le quali possono assumere solo valori isolati: si dice allora che tali valori formano un insieme {{TextTerm|discreto|3|143}} e che la variabile corrispondente è {{TextTerm|discreta|3|143|2}}.
 
{{Note|1| {{NoteTerm|continuo}}, agg. — {{NoteTerm|continuità}}, s.f.}}
 
{{Note|1| {{NoteTerm|continuo}}, agg. — {{NoteTerm|continuità}}, s.f.}}
{{Note|2| {{NoteTerm|discontinuo}}, agg. — {{NoteTerm|discontinuità}}, s.f.}}
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{{Note|2| {{NoteTerm|discontinuo}}, agg. — {{NoteTerm|discontinuità, s.f}}.}}
  
 
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La disposizione di una {{NonRefTerm|popolazione}} ({{RefNumber|10|1|-2}}) di {{NonRefTerm|unità statistiche}} ({{RefNumber|11|0|-1}}) in {{NonRefTerm|classi}} ({{RefNumber|13|0|-8}}) secondo le modalità di un certo {{NonRefTerm|carattere}} (cfr. 131) permette di studiare la {{TextTerm|distribuzione|1|144}} di quel carattere nella popolazione in parola. Il numero di casi che rientrano in u na data classe prende nome di {{TextTerm|frequenza della classe|2|144|OtherIndexEntry=classe, frequenza della —}}; il rapporto di questo numero alla popolazione complessiva costituisce la {{TextTerm|frequenza relativa|3|144|OtherIndexEntry=relativa, frequenza —}}, mentre {{TextTerm|frequenza assoluta|2|144|2|OtherIndexEntry=assoluta, frequenza —}} è sinonimo di {{NonRefTerm|frequenza della classe}}. Il termine {{NonRefTerm|distribuzione}} sopra visto ha vari sinonimi, di uso altrettanto frequente in demografia, come {{TextTerm|composizione|4|144}}, {{TextTerm|struttura|4|144|2}}, {{TextTerm|ripartizione|4|144|3}} (più raramente) secondo questo o quel carattere (cfr., ad esempio, {{RefNumber|32|5|-6}}).
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La ripartizione di una popolazione ({{RefNumber|10|1|3}}) di unità statistiche in {{NonRefTerm|classi}} ({{RefNumber|13|0|8}}) secondo le modalità di un certo carattere, permette di studiare la {{TextTerm|distribuzione|1|144}} di quel carattere nella popolazione in parola.<br />Il rapporto del {{TextTerm|numero di casi che rientrano in una classe|2|144}} alla popolazione complessiva costituisce la {{TextTerm|frequenza relativa|3|144}}, mentre l’espressione {{TextTerm|frequenza assoluta|2|144|2}} indica il numero di casi che rientrano in una classe. Il termine distribuzione è poco utilizzato in demografia: si preferisce parlare di {{TextTerm|ripartizione|4|144}} della popolazione in categorie (cfr. {{RefNumber|32|0|1}} ) secondo questo o quel carattere, o della sua {{NonRefTerm|struttura}} ({{RefNumber|10|1|2}}), o {{TextTerm|composizione|4|144|2}}, in generale o con riferimento ad un determinato carattere.
{{Note|2| Taluni usano il termine {{NoteTerm|frequenza}} (della classe) in senso generico, per indicare tanto la {{NonRefTerm|frequenza assoluta}} quanto la {{NonRefTerm|frequenza relativa}} ({{RefNumber|14|4|-3}}), altri ancora per designare specificamente la frequenza relativa. Quello indicato nel testo sembra essere l’uso più comune. Quando si tratta del rapporto fra il numero di casi ricadenti in una data classe e la popolazione complessiva, l’uso prevalente aggiunge la qualifica {{NonRefTerm|relativa}} al termine frequenza.}}
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{{Note|4| I termini ripartizione, maggiormente utilizzato, classificazione, pressoché equivalente ma meno usato, composizione, struttura, sono spesso utilizzati indifferentemente, con un complemento preceduto dalla preposizione per. Dopo il termine classificazione il termine che segue la preposizione per dovrebbe essere al plurale; analogamente per il termine ripartizione. L’uso del singolare è tuttavia diffuso, senza dubbio perché questo viene impiegato negli altri casi. I termini struttura e composizione, si impiegano normalmente senza complemento: si dice, per esempio, che la demografia studia le popolazioni sotto il duplice aspetto della numerosità e della struttura, dove quest’ultimo termine ingloba tutte le possibili ripartizioni.}}
{{Note|4| Si può {{NoteTerm|ripartire}} (v.t.) il contenuto d’una {{NonRefTerm|classe}} fra le altre, ad esempio, nel caso degli {{NonRefTerm|ignoti}} ({{RefNumber|23|0|-8}}), come pure si può {{NoteTerm|raggnippare}} (v.t. — {{NoteTerm|raggruppamento}}, s.m.) in una sola il contenuto di più classi. }}
 
  
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Versione delle 18:32, 8 gen 2010


Limiti di responsabilità : Le definizioni contenute nel Dizionario sono largamente condivise tra gli studiosi di demografia e non impegnano in alcun modo la responsabilità delle Nazioni Unite.

Si rimanda alla pagina di discussione per eventuali commenti.


Introduzione a Demopædia
Istruzioni per l'uso
Prefazione
Avvertenza alla versione stampata
Indice
Capitoli : 1. Generalità (indice del primo capitolo, sezioni : 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16)
2. Elaborazione delle statistiche demografiche (indice del secondo capitolo, sezioni : 20, 21, 22, 23)
3. Stato della popolazione (indice del terzo capitolo, sezioni : 30,31, 32 | 33 | 34 | 35)
4. Mortalità e morbosità (indice del quarto capitolo, sezioni : 40, 41, 42, 43)
5. Nuzialità (indice del quinto capitolo, sezioni : 50 | 51 | 52)
6. Fecondità e fertilità (indice del sesto capitolo, sezioni : 60, 61, 62, 63)
7. Movimento generale della popolazione e riproduttività (indice del settimo capitolo, sezioni : 70, 71, 72, 73)
8. Migrazioni (indice dell'ottavo capitolo, sezioni : 80, 81)
9. Demografia e problemi economico-sociali indice del nono capitolo, sezioni : 90, 91, 92, 93)



14

140

La media 1 di uso più frequente in demografia è la media aritmetica 2 : è a questa che ci si riferisce quando si parla semplicemente di media senza altra precisazione. Essa si ottiene dividendo la somma dei valori osservati per il numero delle osservazioni. Quando tutti i valori osservati sono positivi, si utilizza talvolta la media geometrica 3, definita come radice n.ma del prodotto di n valori osservati. È detta media ponderata 4 une media ottenuta dopo aver attribuito ad ogni osservazione dei coefficiente di ponderazione 5, o pesi 5, particolari. La mediana 6 è il valore che occupa il posto centrale in un insieme 7 ordinato di valori. La moda 8 è il valore che appare il maggior numero di volte in una successione di valori osservati.

  • 1. Media, s.f. - medio, agg.
  • 4. Ponderare, v.t. - ponderazione, s.f.
  • 6. Mediana, s.f. - mediano, agg.
  • 8. Moda, s.f. - modale, agg.

141

Si studia sotto il nome di dispersione 1 o variabilità 1 di un insieme di osservazioni, il modo in cui queste differiscono le una dalle altre. Una delle nozioni fondamentali in materia è quella di scarto 2, o scostamento 2, che designa la differenza tra due valori. Lo scarto può essere misurato fra valori osservati presi a due a due o fra ciscuno di questi ed un altro valore: la loro media (140-1 ), per esempio. Faremo qui menzione solo dei più comuni indici di variabilità 3, o indici di dispersione 3 (cf. 132-4). Si chiama campo di variazione 4 la differenza fra il massimo e il minimo valore osservato. La differenza interquartile 5, che è data dalla differenza tra il 3° e il 1° quartile (142-2), abbraccia una metà delle osservazioni. Si considera talvolta la semi-differenza interquartile 6. Lo scarto semplice medio 7, o scostamento semplice medio dalla media aritmetica 7 è dato dalla media aritmetica (140-2) dei valori assoluti degli scarti fra valori osservati e la loro media aritmetica. La varianza 8 è la media aritmetica dei quadrati degli scarti fra i valori osservati e la loro media aritmetica. Lo scostamento quadratico medio 9, o scarto quadratico medio 9, è la radice quadrata della varianza.

142

In un insieme ordinato di valori, crescenti o decrescenti, quei valori che lasciano frazioni date delle osservazioni al di sotto, o al di sopra, possono servire a costruire degli indici di dispersione (141-3), detti genericamente quantili 1. Fra questi, si possono citare la mediana (140-6), i quartili 2, i decili 3 ed i centili 4, che ripartiscono l'insieme dei valori ordinati secondo la grandezza rispettivamente in due, quattro, dieci, cento sottoinsiemi successivi, ognuno contenente un egual numero di valori osservati.

143

Una grandezza è detta continua 1 in un certo intervallo, se può assumere tutti i valori dell’intervallo; nel caso contrario è detta discontinua 2 nell’intervallo considerato. Spesso in demografìa si ha a che fare con variabili (131-5) le quali possono assumere solo valori isolati: si dice allora che tali valori formano un insieme discreto 3 e che la variabile corrispondente è discreta 3.

  • 1. continuo, agg. — continuità, s.f.
  • 2. discontinuo, agg. — discontinuità, s.f.

144

La ripartizione di una popolazione (101-3) di unità statistiche in classi (130-8) secondo le modalità di un certo carattere, permette di studiare la distribuzione 1 di quel carattere nella popolazione in parola.
Il rapporto del numero di casi che rientrano in una classe 2 alla popolazione complessiva costituisce la frequenza relativa 3, mentre l’espressione frequenza assoluta 2 indica il numero di casi che rientrano in una classe. Il termine distribuzione è poco utilizzato in demografia: si preferisce parlare di ripartizione 4 della popolazione in categorie (cfr. 320-1 ) secondo questo o quel carattere, o della sua struttura (101-2), o composizione 4, in generale o con riferimento ad un determinato carattere.

  • 4. I termini ripartizione, maggiormente utilizzato, classificazione, pressoché equivalente ma meno usato, composizione, struttura, sono spesso utilizzati indifferentemente, con un complemento preceduto dalla preposizione per. Dopo il termine classificazione il termine che segue la preposizione per dovrebbe essere al plurale; analogamente per il termine ripartizione. L’uso del singolare è tuttavia diffuso, senza dubbio perché questo viene impiegato negli altri casi. I termini struttura e composizione, si impiegano normalmente senza complemento: si dice, per esempio, che la demografia studia le popolazioni sotto il duplice aspetto della numerosità e della struttura, dove quest’ultimo termine ingloba tutte le possibili ripartizioni.


Introduzione | Istruzioni per l'uso | Prefazione | Avvertenza alla versione stampata | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 73 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93