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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)

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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione unificata, volume italiano)
(141: sost. sez 141 B.C. con trad. II ed. francese)
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In un insieme ordinato di valori, quei valori che lasciano frazioni date delle osservazioni al di sotto, o al di sopra, sono detti genericamente {{NoteTerm|quantili<sup>l</sup>}}: fra questi, si possono citare la ''mediana'' ({{RefNumber|14|0|6}}), i {{TextTerm|quartili|2}}, i {{TextTerm|decili|3}} ed i {{TextTerm|centili|4}}, che ripartiscono l'insieme dei valori ordinati secondo la grandezza rispettivamente in due, quattro, dieci, cento sottoinsiemi successivi, ognuno contenente un egual numero di valori osservati.
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In un insieme ordinato di valori, crescenti o decrescenti, quei valori che lasciano frazioni date delle osservazioni al di sotto, o al di sopra, possono servire a costruire degli {{NonRefTerm|indici di dispersione}} ({{RefNumber|14|1|3}}), detti genericamente {{TextTerm|quantili|1}}. Fra questi, si possono citare la {{NonRefTerm|mediana}} ({{RefNumber|14|0|6}}), i {{TextTerm|quartili|2}}, i {{TextTerm|decili|3}} ed i {{TextTerm|centili|4}}, che ripartiscono l'insieme dei valori ordinati secondo la grandezza rispettivamente in due, quattro, dieci, cento sottoinsiemi successivi, ognuno contenente un egual numero di valori osservati.
  
 
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Versione delle 14:55, 21 gen 2008


Limiti di responsabilità : Le definizioni contenute nel Dizionario sono largamente condivise tra gli studiosi di demografia e non impegnano in alcun modo la responsabilità delle Nazioni Unite.

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Introduzione a Demopædia
Istruzioni per l'uso
Prefazione
Avvertenza alla versione stampata
Indice
Capitoli : 1. Generalità (indice del primo capitolo, sezioni : 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16)
2. Elaborazione delle statistiche demografiche (indice del secondo capitolo, sezioni : 20, 21, 22, 23)
3. Stato della popolazione (indice del terzo capitolo, sezioni : 30,31, 32 | 33 | 34 | 35)
4. Mortalità e morbosità (indice del quarto capitolo, sezioni : 40, 41, 42, 43)
5. Nuzialità (indice del quinto capitolo, sezioni : 50 | 51 | 52)
6. Fecondità e fertilità (indice del sesto capitolo, sezioni : 60, 61, 62, 63)
7. Movimento generale della popolazione e riproduttività (indice del settimo capitolo, sezioni : 70, 71, 72, 73)
8. Migrazioni (indice dell'ottavo capitolo, sezioni : 80, 81)
9. Demografia e problemi economico-sociali indice del nono capitolo, sezioni : 90, 91, 92, 93)



140

La media 1 di uso più frequente in demografia è la media aritmetica 2 : è a questa che ci si riferisce quando si parla semplicemente di media senza altra precisazione. Essa si ottiene dividendo la somma dei valori osservati per il numero delle osservazioni fatte. Quando tutti i valori osservati sono positivi, si utilizza talvolta la media geometrica 3, definita cometa radice n.ma del prodotto di n valori osservati. È detta media ponderata 4 une media ottenuta dopo aver attribuito ad ogni osservazione dei coefficiente di ponderazione 5, o pesi 5, particolari. La mediana 6 è il valore che occupa il posto centrale in un insieme 7 ordinato di valori. La moda 8 è il valore che appare il maggior numero di volte in una successione di valori osservati.

  • 1. Media, s.f. - medio, agg. 4. Ponderare, v.t. - ponderazione, s.f.
  • 6. Mediana, s.f. - mediano, agg.
  • 8. Moda, s.f. - modale, agg.

141

Si studia sotto il nome di dispersione 1 o variabilità 1 di un insieme di osservazioni, il modo in cui queste differiscono le una dalle altre. Una delle nozioni fondamentali in materia è quella di scarto 2, o scostamento 2, che designa la differenza tra due valori. Lo scarto può essere misurato fra valori osservati presi a due a due o fra ciscuno di questi ed un altro valore: la loro media (140-1 ), per esempio. Faremo qui menzione solo dei più comuni indici di variabilità 3, o indici di dispersione 3 (cf. 132-4). Si chiama campo di variazione 4 la differenza fra il massimo e il minimo valore osservato. La differenza interquartile 5, che è data dalla differenza tra il 3° e il 1° quartile (142-2), abbraccia una metà delle osservazioni. Si considera talvolta la semi-differenza interquartile 6. Lo scarto semplice medio 7, o scostamento semplice medio dalla media aritmetica 7 è dato dalla media aritmetica (140-2) dei valori assoluti degli scarti fra valori osservati e la loro media aritmetica. La varianza 8 è la media aritmetica dei quadrati degli scarti fra i valori osservati e la loro media aritmetica. Lo scostamento quadratico medio 9, o scarto quadratico medio 9, è la radice quadrata della varianza.

142

In un insieme ordinato di valori, crescenti o decrescenti, quei valori che lasciano frazioni date delle osservazioni al di sotto, o al di sopra, possono servire a costruire degli indici di dispersione (141-3), detti genericamente quantili 1. Fra questi, si possono citare la mediana (140-6), i quartili 2, i decili 3 ed i centili 4, che ripartiscono l'insieme dei valori ordinati secondo la grandezza rispettivamente in due, quattro, dieci, cento sottoinsiemi successivi, ognuno contenente un egual numero di valori osservati.

143

Una grandezza è detta continua 1 se può assumere tutti i valori di un certo intervallo (eventualmente illimitato a destra, o a sinistra, o d'ambo i lati); nel caso contrario è detta discontinua 2. Spesso in demografìa si ha a che fare con variabili le quali possono assumere solo valori isolati: si dice allora che tali valori formano un insieme discreto 3.

  • 1. continuo, agg. — continuità, s.f.
  • 2. discontinuo, agg. — discontinuità, s.f.

144

La disposizione di una popolazione (101-2) di unità statistiche (110-1) in classi (130-8) secondo le modalità di un certo carattere (cfr. 131) permette di studiare la distribuzione l di quel carattere nella popolazione in parola. Il numero di casi che rientrano in u na data classe prende nome di frequenza della classe 2; il rapporto di questo numero alla popolazione complessiva costituisce la frequenza relativa 3, mentre frequenza assoluta 2 è sinonimo di frequenza della classe. Il termine distribuzione sopra visto ha vari sinonimi, di uso altrettanto frequente in demografia, come composizione 4, struttura 4, ripartizione 4 (più raramente) secondo questo o quel carattere (cfr., ad esempio, 325-6).

  • 2. Taluni usano il termine frequenza (della classe) in senso generico, per indicare tanto la frequenza assoluta quanto la frequenza relativa (144-3), altri ancora per designare specificamente la frequenza relativa. Quello indicato nel testo sembra essere l'uso più comune. Quando si tratta del rapporto fra il numero di casi ricadenti in una data classe e la popolazione complessiva, l'uso prevalente aggiunge la qualifica relativa al termine frequenza.
  • 4. Si può ripartire (v.t.) il contenuto d'una classe fra le altre, ad esempio, nel caso degli ignoti (230-8), come pure si può raggnippare (v.t. — raggruppamento, s.m.) in una sola il contenuto di più classi.


Introduzione | Istruzioni per l'uso | Prefazione | Avvertenza alla versione stampata | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 73 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93