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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)

Coorte fittizia

Dizionario demografico multilingue (seconda edizione unificata, volume italiano)
Versione del 5 feb 2010 alle 02:36 di NBBot (Discussione | contributi) (Università La Sapienza di Roma Elena Ambrosetti i Cristina Giudici)
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Coorte fittizia  
definizione da seconda edizione (2008)


L’analisi longitudinale (103-4) ha come principale obiettivo lo studio dell’intensità 1 e della cadenza 2 dei fenomeni demografici. L’intensità di un fenomeno risultante da un evento non rinnovabile (201-4) si misura sia attraverso l’intensità finale 3 dell’evento, sia attraverso il complemento ad uno della stessa. L’intensità finale è pari alla proporzione dei membri della coorte (116-2) che, in assenza di fenomeni perturbatori (103-3), avrebbero vissuto o subito, nel corso dell’esistenza della coorte stessa, l’evento considerato. L’intensità di un fenomeno derivante da un evento rinnovabile (201-5), come le nascite o le migrazioni, si misura attraverso l’equivalente di un numero medio di eventi 4 per persona, nel corso dell’esistenza della coorte, sempre in assenza di fenomeni perturbatori. Quanto alla cadenza, essa si definisce come ripartizione nel tempo, in seno ad una coorte, degli eventi demografici corrispondenti al fenomeno studiato. I risultati di una analisi trasversale (103-5) sono solitamente riassunti attraverso indici sintetici (132-5), detti indici del momento 5, in contrapposizione agli indici per coorte 6 di cui gli indici per generazione 6 sono un caso particolare; esistono diversi modi di costruire un indice del momento. Il procedimento maggiormente utilizzato consiste nell’attribuire ad una coorte fittizia 7 i tassi o quozienti osservati nella popolazione alle diverse età o alle diverse durate.

  • 3. Questa intensità finale e, eventualmente, il suo complemento a uno, può assumere diverse denominazioni secondo il fenomeno studiato: probabilità di accrescimento della prole (637-7), frequenza del celibato definitivo (521-1) ... Conviene non utilizzare il termine proporzione in queste denominazioni per riservarlo alle proporzioni osservate; si distinguono così la frequenza del celibato e la proporzione di celibi osservata ad una certa età, calcolata a partire da dati di censimento.
  • 4. E’ uso corrente attribuire lo stesso nome al numero medio di eventi (138-4) per persona osservato ed al numero medio che sarebbe osservato in assenza di fenomeni perturbatori (103-3), in particolare in assenza di mortalità. Sarebbe opportuno adottare espressioni distinte nei due casi, come: numero medio di figli (cfr. 637-2 e 637-6) e discendenza (cfr. 636-2).
  • 5. In considerazione del metodo utilizzato per la loro costruzione, gli indici del momento sono spesso denominati come se si trattasse di misure per coorte. Questo può generare delle contraddizioni; è così che la cosiddetta probabilità di accrescimento del momento può risultare superiore ad uno in caso di modifica della cadenza della natalità. Questo inconveniente si evita attraverso la denominazione somma degli eventi ridotti dell’anno ..., indice sintetico equivalente ad un quoziente standardizzato (136-7).


Introduzione | Istruzioni per l'uso | Prefazione | Avvertenza alla versione stampata | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 73 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93

Segue...