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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)

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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione unificata, volume italiano)
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L’espressione {{TextTerm|statistica demografica|1}} (sg.), usata al singolare, definisce la tecnica per la raccolta di {{TextTerm|dati statistici|2}} riguardanti le popolazioni, e per la loro presentazione sotto forma di {{NonRefTerm|statistiche demografiche}} ({{RefNumber|10|2|4}}); le {{TextTerm|osservazioni|3}} relative alle diverse {{NonRefTerm|unità statistiche}} ({{RefNumber|11|0|1}}) sono in primo luogo {{TextTerm|raccolte|4}} attraverso {{NonRefTerm|stampati}} ({{RefNumber|20|6|1}}) appropriati, ed i {{NonRefTerm|documenti}} (cf. {{RefNumber|22|1|2}}) così ottenuti sono in seguito sottoposti a {{TextTerm|controllo|5}}, o {{TextTerm|verifica|5}}, allo scopo eliminarne errori manifesti. Si procede in seguito allo {{TextTerm|spoglio|6}} dei dati, cioè al loro {{TextTerm|raggruppamento in classi|7}}. Quest’ultima operazione consiste nel raggruppare le unità statistiche che presentano certe caratteristiche comuni, in modo tale da ripartire le osservazioni in un certo numero di {{TextTerm|classi|8}}. L’{{TextTerm|utilizzazione statistica|9}} dei dati comprende tutte le operazioni successive alla loro raccolta, compresa eventualmente la loro {{NonRefTerm|analisi}} ({{RefNumber|13|2|1}}).
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L’espressione {{TextTerm|statistica demografica|1|130|OtherIndexEntry=statistiche demografiche|OtherIndexEntryTwo=statistica di popolazione|OtherIndexEntryThree=statistiche di popolazione|OtherIndexEntryFour=popolazione, statistica di-}}, usata al singolare, definisce la tecnica per la raccolta di {{TextTerm|dati statistici|2|130|IndexEntry=dato statistico|OtherIndexEntry=statistico, dato-}} riguardanti le popolazioni, e per la loro presentazione sotto forma di {{NonRefTerm|statistiche demografiche}} ({{RefNumber|10|2|4}}); le {{TextTerm|osservazioni|3|130|IndexEntry=osservazione}} relative alle diverse {{NonRefTerm|unità statistiche}} ({{RefNumber|11|0|1}}) sono in primo luogo {{TextTerm|raccolte|4|130|IndexEntry=raccolta}} attraverso {{NonRefTerm|stampati}} ({{RefNumber|20|6|1}}) appropriati, ed i {{NonRefTerm|documenti}} (cf. {{RefNumber|22|1|2}}) così ottenuti sono in seguito sottoposti a {{TextTerm|controllo|5|130|OtherIndexEntry=controlli}}, o {{TextTerm|verifica|5|130|OtherIndexEntry=verifiche}}, allo scopo di eliminarne errori manifesti. Si procede in seguito allo {{TextTerm|spoglio|6}} dei dati, cioè al loro {{TextTerm|raggruppamento in classi|7|130|OtherIndexEntry=classi, raggruppamento in-}}. Quest’ultima operazione consiste nel raggruppare le unità statistiche che presentano certe caratteristiche comuni, in modo tale da ripartire le osservazioni in un certo numero di {{TextTerm|classi|8|130|IndexEntry=classe|OtherIndexEntryTwo=gruppo|OtherIndexEntryThree=gruppi}}. L’{{TextTerm|utilizzazione statistica|9}} dei dati comprende tutte le operazioni successive alla loro raccolta, compresa eventualmente la loro {{TextTerm|analisi statistica|10|130|OtherIndexEntry=statistica, analisi-}} ({{RefNumber|13|2|1}}).  
 
{{Note|1| {{NoteTerm|Statistica demografica}} - {{NoteTerm|statistico-demografo}}, s.m. : specialista di statistica demografica.}}
 
{{Note|1| {{NoteTerm|Statistica demografica}} - {{NoteTerm|statistico-demografo}}, s.m. : specialista di statistica demografica.}}
 
{{Note|4| {{NoteTerm|Raccogliere}}, v.t. - {{NoteTerm|raccolta}}, s.f.}}
 
{{Note|4| {{NoteTerm|Raccogliere}}, v.t. - {{NoteTerm|raccolta}}, s.f.}}
 
{{Note|5| {{NoteTerm|Controllare}}, v.t. - {{NoteTerm|controllo}}, s.m. {{NoteTerm|Verificare}}, v.t. - {{NoteTerm|verifica}}, s.f.}}
 
{{Note|5| {{NoteTerm|Controllare}}, v.t. - {{NoteTerm|controllo}}, s.m. {{NoteTerm|Verificare}}, v.t. - {{NoteTerm|verifica}}, s.f.}}
{{Note|7| {{NoteTerm|Raggruppamento in classi}}, s.m. : azione di {{NoteTerm|raggruppare in classi}} (v.t.); risultato di questa azione - {{NoteTerm|classificazione}}, s.f. : cadre de classement.}}
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{{Note|7| {{NoteTerm|Raggruppamento in classi}}, s.m. : azione di {{NoteTerm|raggruppare in classi}} (v.t.); risultato di questa azione - {{NoteTerm|classificazione}}, s.f.}}
  
 
=== 131 ===
 
=== 131 ===
  
I {{TextTerm|dati grezzi|1}}, o {{TextTerm|dati di base|1}}, risultanti dalle operazioni precedenti (cf. § {{RefNumber|13|0|}}), sono costituiti da {{TextTerm|successioni|2}} di {{TextTerm|numeri assoluti|3}} generalmente presentati sotto forma di {{TextTerm|tabelle statistiche|4}} o {{TextTerm|tavole statistiche|4}}. Il loro {{NonRefTerm|raggruppamento in classi}} ({{RefNumber|13|0|7}}) può essere realizzato con riferimento alle modalità di un carattere quantitativo, che viene in tal caso considerato come {{TextTerm|variabile|5}} (come l’età o il numero di figli; cf. § 143), oppure secondo le modalità di un {{TextTerm|carattere qualitativo|6}} (come il sesso o lo stato civile). Quando il raggruppamento in classi è il risultato della combinazione simultanea delle modalità di più caratteri, si ottengono {{TextTerm|tabelle a multipla entrata|7}} (a doppia entrata, a tripla entrata, ecc.). Si può designare come {{TextTerm|tabella riassuntiva|8}} o {{TextTerm|tabella sintetica|8}} una tabella che sintetizzi il contenuto di un insieme di {{TextTerm|tabelle analitiche|9}}.
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I {{TextTerm|dati grezzi|1|131|IndexEntry=dato grezzo|OtherIndexEntry=grezzo, dato-}}, o {{TextTerm|dati di base|1|131|IndexEntry=dato di base|OtherIndexEntry=base, dato di-}}, risultanti dalle operazioni precedenti (cfr. § {{RefNumber|13|0|}}), sono costituiti da {{TextTerm|successioni|2|131|IndexEntry=successione}} di {{TextTerm|numeri assoluti|3|131|IndexEntry=numero assoluto|OtherIndexEntry=assoluto, numero-}} generalmente presentati sotto forma di {{TextTerm|tabelle statistiche|4|131|IndexEntry=tabella statistica|OtherIndexEntry=statistica, tabella-}} o {{TextTerm|tavole statistiche|4|131|IndexEntry=tavola statistica|OtherIndexEntry=statistica, tavola-}}. Il loro {{NonRefTerm|raggruppamento in classi}} ({{RefNumber|13|0|7}}) può essere realizzato con riferimento alle modalità di un carattere quantitativo, che viene in tal caso considerato come {{TextTerm|variabile|5|131|OtherIndexEntry=variabili}} (come l’età o il numero di figli; cfr. § {{RefNumber|14|3|}}), oppure secondo le modalità di un {{TextTerm|carattere qualitativo|6|131|OtherIndexEntry=caratteri qualitativi|OtherIndexEntryTwo=qualitativo, carattere-}} (come il sesso o lo stato civile). Quando il raggruppamento in classi è il risultato della combinazione simultanea delle modalità di più caratteri, si ottengono {{TextTerm|tabelle a multipla entrata|7|131|IndexEntry=tabella a multipla entrata|OtherIndexEntry=entrata multipla, tabella a-|OtherIndexEntryTwo=tabella a entrata multipla|OtherIndexEntryThree=tabelle a entrata multipla}} (a doppia entrata, a tripla entrata, ecc.). Si può designare come {{TextTerm|tabella riassuntiva|8|131|OtherIndexEntry=tabelle riassuntive|OtherIndexEntryTwo=riassuntiva, tabella-}} o {{TextTerm|tabella sintetica|8|131|OtherIndexEntry=tabelle sintetiche|OtherIndexEntryTwo=sintetica, tabella-}} una tabella che sintetizzi il contenuto di un insieme di {{TextTerm|tabelle analitiche|9|131|IndexEntry=tabella analitica|OtherIndexEntry=analitica, tabella-}}.
 
{{Note|1| In generale, si qualificano {{NoteTerm|grezzi}}, quei risultati ottenuti attraverso processi piuttosto diretti e relativamente semplici, per distinguerli da risultati della stessa natura, appositamente {{NonRefTerm|elaborati}} in vista di una particolare analisi (cf. {{RefNumber|13|2|6}}), e considerati più adatti a quest’ultima.}}
 
{{Note|1| In generale, si qualificano {{NoteTerm|grezzi}}, quei risultati ottenuti attraverso processi piuttosto diretti e relativamente semplici, per distinguerli da risultati della stessa natura, appositamente {{NonRefTerm|elaborati}} in vista di una particolare analisi (cf. {{RefNumber|13|2|6}}), e considerati più adatti a quest’ultima.}}
{{Note|3| Nell’espressione : numero assoluto, l’aggettivo {{NoteTerm|assoluto}} si oppone implicitamente a relativo (talvolta sinonimo di {{NonRefTerm|proporzionale}} - {{RefNumber|13|3|2}}* -, tal’altra inteso come {{NonRefTerm|stimato in relazione a -}} cf. {{RefNumber|13|2|7}}), come nelle espressioni: {{NonRefTerm|valore assoluto}} e {{NonRefTerm|valore relativo}}.}}
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{{Note|3| Nell’espressione : numero assoluto, l’aggettivo {{NoteTerm|assoluto}} si oppone implicitamente a relativo, come nelle espressioni: {{NonRefTerm|valore assoluto}} e {{NonRefTerm|valore relativo}}.}}
 
{{Note|4| Quando non c’è possibilità di confusione, si impiega correntemente il termine tabella per indicare una tabella statistica.}}
 
{{Note|4| Quando non c’è possibilità di confusione, si impiega correntemente il termine tabella per indicare una tabella statistica.}}
  
 
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=== 132 ===
  
L’utilizzo dei {{NonRefTerm|dati grezzi}} ({{RefNumber|13|1|1}}) si realizza generalmente in due fasi: una fase di {{TextTerm|analisi|1}} nella quale si tende a separare le componenti dei numeri osservati [{{NonRefTerm|numerosità}} ({{RefNumber|10|1|7}}),{{NonRefTerm|strutture}} ({{RefNumber|10|1|2}}), {{NonRefTerm|fenomeni perturbatori}} ({{RefNumber|10|3|3}}), fenomeno studiato] ed una fase di {{TextTerm|sintesi|2}} nella quale si combinano in vario modo le componenti che sono state isolate. In queste due fasi, si devono {{TextTerm|calcolare|3}} dei {{TextTerm|rapporti|4}}; le denominazioni di questi ultimi possono essere diverse (voir § 133); i rapporti calcolati nella fase di sintesi sono chiamati {{TextTerm|rapporti sintetici|5}}. Diversamente dai dati grezzi i rapporti sono {{TextTerm|elaborazioni|6}}. In particolare il termine {{TextTerm|rapporto|7}} è utilizzato per indicare un numero proporzionale, che esprime il valore di una quantità rispetto a quello di un’altra presa come {{TextTerm|base cento|8}}. Certi rapporti sono buoni {{TextTerm|indicatori|9}} in quanto elementi caratteristici di situazioni complesse; ad esempio il tasso di mortalità infantile è considerato un buon indicatore dello stato di salute della popolazione.
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L’utilizzo dei {{NonRefTerm|dati grezzi}} ({{RefNumber|13|1|1}}) si realizza generalmente in due fasi: una fase di {{TextTerm|analisi|1}}, nella quale si tende a separare le componenti dei numeri osservati [{{NonRefTerm|numerosità}} ({{RefNumber|10|1|7}}), {{NonRefTerm|strutture}} ({{RefNumber|10|1|2}}), {{NonRefTerm|fenomeni perturbatori}} ({{RefNumber|10|3|3}}), fenomeno studiato] ed una fase di {{TextTerm|sintesi|2}} nella quale si combinano in vario modo le componenti che sono state isolate. In queste due fasi, è necessario il {{TextTerm|calcolo|3|132|OtherIndexEntry=calcoli}} degli {{TextTerm|indici|4|132|IndexEntry=indice}} o {{TextTerm|rapporti|4|132|IndexEntry=rapporto}}; le denominazioni di questi ultimi possono essere diverse (cfr § ({{RefNumber|13|3|}}); i rapporti calcolati nella fase di sintesi sono chiamati {{TextTerm|rapporti sintetici|5|132|IndexEntry=rapporto sintetico|OtherIndexEntry=sintetico, rapporto-}}. Diversamente dai dati grezzi i rapporti sono {{TextTerm|elaborazioni|6|132|IndexEntry=elaborazione}}. In particolare, il termine {{TextTerm|rapporto|7}} è utilizzato per indicare un numero proporzionale, che esprime il valore di una quantità rispetto a quello di un’altra, presa come {{TextTerm|base cento|8}}. Certi rapporti sono buoni {{TextTerm|indicatori|9|132|IndexEntry=indicatore}} in quanto elementi caratteristici di situazioni complesse; ad esempio, il tasso di mortalità infantile è considerato un buon indicatore dello stato di salute della popolazione.
 
{{Note|3| {{NoteTerm|Calcolare}}, v.t. - {{NoteTerm|calcolo}}, s.m. - {{NoteTerm|calcolatore}}, s.m. : chi fa i calcoli.}}
 
{{Note|3| {{NoteTerm|Calcolare}}, v.t. - {{NoteTerm|calcolo}}, s.m. - {{NoteTerm|calcolatore}}, s.m. : chi fa i calcoli.}}
{{Note|6| {{NoteTerm|Elaborato}}, pp. ff. agg. - {{NoteTerm|elaborare}}, v.t. - {{NoteTerm|elaborazione}}, s.f. : azione dell’elaborare, lavoro lungo ed accurato. }}
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{{Note|6| {{NoteTerm|Elaborato}}, pp. ff. agg. - {{NoteTerm|elaborare}}, v.t. - {{NoteTerm|elaborazione}}, s.f. : azione dell’elaborare, lavoro lungo ed accurato.}}
  
 
=== 133 ===
 
=== 133 ===
  
Il termine {{NoteTerm|rapporto<sup>l</sup>}} può servire ad indicare ogni divisione dì un numero per un altro. Una {{TextTerm|proporzione|2}} è un ''rapporto'' che viene espresso assumendosi come riferimento il denominatore ragguagliato ad una potenza di 10 (inclusa la potenza zero). Una {{TextTerm|percentuale|3}} è la ''proporzione'' tra una parte ed il tutto ragguagliato a cento. {{TextTerm|Quoziente|l}}, è vocabolo che, usato genericamente, è sinonimo di rapporto. Ma nel linguaggio demografico si usa normalmente parlare di quoziente <sup>4</sup> per indicare un {{TextTerm|rapporto di frequenza|5}} della comparsa d'un ''evento'' ({{RefNumber|20|1|3}}) in seno ad una ''popolazione'' ({{RefNumber|10|1|3}}) o ''subpopolazione'' ({{RefNumber|10|1|5}}),, durante un certo intervallo di tempo (ad esempio, il ''quoziente di natalità).'' In questo senso, con una certa facilità, si trovano impiegati pero-altri termini, come {{TextTerm|saggio|4}}, {{TextTerm|tasso|4}}, {{TextTerm|coefficiente|4}} e ''indice'' (cfr. {{RefNumber|13|6|1}})
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Uno dei primi stadi dell’{{NonRefTerm|analisi}} ({{RefNumber|13|2|1}} ) consiste nel dividere dei {{NonRefTerm|numeri}} ({{RefNumber|10|1|7}}) o degli {{NonRefTerm|eventi}} ({{RefNumber|20|1|3}}) per altri numeri o eventi. I {{NonRefTerm|rapporti}} ({{RefNumber|13|2|4}}) così ottenuti possono avere nomi diversi: {{TextTerm|rapporto|1}}, poco utilizzato, quando il dividendo e il divisore appartengono a categorie diverse (come uomini e donne, o bambini e donne), {{TextTerm|proporzione|2}}, quando si rapporta una parte al tutto. Il termine {{TextTerm|percentuale|3}} indica una proporzione tra una parte e il tutto ragguagliato a cento. Il termine {{TextTerm|tasso|4|133|OtherIndexEntry=tassi}} indicava in origine la {{TextTerm|frequenza relativa|5|133|OtherIndexEntry=relativa, frequenza-}} di un evento in seno ad una popolazione o {{NonRefTerm|sottopopolazione}} ({{RefNumber|10|1|6}}) in un lasso di tempo, solitamente pari ad un anno: come il tasso di natalità. Tuttavia il termine tasso è impiegato nel linguaggio statistico con diverse accezioni: ad esempio il {{NonRefTerm|tasso di mascolinità}} ({{RefNumber|32|0|4}}), che è una proporzione, il {{NonRefTerm|tasso lordo}} e {{NonRefTerm|tasso netto di riproduzione}} (cfr. § {{RefNumber|71|1|}}), che sono degli indici sintetici ottenuti attraverso operazioni piuttosto complesse. Più in generale, è detto {{TextTerm|quoziente|6}} il rapporto tra due grandezze della stessa natura.
{{Note|1| {{NoteTerm|rapporto}}, s.m. — {{NoteTerm|ragguagliare}}, v.t.: istituire un rapporto.}}<br />Si noti che fra i ''rapporti'' va incluso anche il caso in cui il rapporto assuma il valore infinito, e che il rapporto non è sempre un numero, ma può anche essere» una grandezza.
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{{Note|2| {{NoteTerm|Proporzione}}, s.f. - {{NoteTerm|proporzionale}}, agg.}}
{{Note|2| {{NoteTerm|proporzione}}, s.f. {{NoteTerm|proporzionale}}, agg.}}<br />Talvolta viene usato, nel senso di ''proporzione,'' il vocabolo {{NoteTerm|quota}}.
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{{Note|4| In ragione della varietà di impieghi del termine tasso, alcuni autori hanno creato delle espressioni destinate a distinguere diversi tipi di tassi: tasso di prima categoria, tasso di seconda categoria, o a sostituire il termine tasso con un’espressione come eventi ridotti, che solitamente differiscono dal tasso corrispondente per l’impiego di un diverso denominatore. I tassi sono generalmente espressi per mille (notazione ‰) o per altra potenza di dieci (cfr. {{RefNumber|42|1|10}}). Si noti che l’espressione &quot;tasso di&quot; è a volte sottintesa: ad esempio, una natalità del 20‰ equivale ad un tasso di natalità di 20 per mille (sottinteso: abitanti).}}
{{Note|3| Quando un rapporto viene presentato sotto forma di una ''percentuale'' si dice che viene espresso in ''per cento'' (simbolo: %). Molti ''quozienti'' ({{RefNumber|13|3|4}}) in demografìa vengono espressi in ''per mille'' (simbolo: %<sub></sub>). Talora vengono usate espressioni ellittiche, nelle quali si sottintendono le parole ''quoziente di.'' Ad esempio, ''una natalità del'' 20 %<sub></sub> equivale a ''un quoziente di natalità del'' 20 %<sub></sub> (sottinteso: ''abitanti).''}}
 
{{Note|4| Si parla anche di quozienti demografici, per indicare i ''quozienti'' impiegati in demografia. }}
 
  
 
=== 134 ===
 
=== 134 ===
  
La ''frequenza'' ({{RefNumber|14|4|2}}*) di comparsa di un ''evento'' ({{RefNumber|20|1|3}}), possibile e non ripetibile in corrispondenza a ciascuna ''unità'' ({{RefNumber|11|0|1}}) osservata, viene spesso considerata come una misura sperimentale della {{TextTerm|probabilità|1}} del suo verifìcarsi: con questo, si fa la supposizione che sussista un certo {{TextTerm|rischio|2}} che l'evento in parola possa in qualche modo accadere a ciascuna delle unità formanti l'aggregato numerico posto al denominatore, le quali pertanto figurano tutte come esposte al {{TextTerm|rischio|3}}. (Si noti che il parlare di ''rischio'' in questo senso non implica affatto che l'evento sia indesiderabile). Quando il rischio cui vanno soggetti i diversi membri di una ''popolazione'' ({{RefNumber|10|1|2}}) è di intensità molto variabile, ci si sforza di avvicinarsi a condizioni di omogeneità <sup>4</sup> — nelle quali ogni unità osservata risulterebbe esposta ad un rischio identico , ripartendo la popolazione in gruppi meno {{TextTerm|eterogenei|5}}, nei riguardi del rischio medesimo: gruppi, cioè, nell'interno dei quali la ''variabilità'' ({{RefNumber|14|1|1}}) del rischio è minore che nella popolazione complessiva. I ''quozienti'' (cfr. {{RefNumber|13|3|4}}) calcolati in demografìa con riferimento a gruppi siffatti prendono spesso il nome di {{TextTerm|quozienti specifici|6}}, in contrapposizione ai {{TextTerm|quozienti generici|7}}, calcolati sulla popolazione complessiva.
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La {{NonRefTerm|frequenza relativa}} ({{RefNumber|13|3|5}}) di un {{NonRefTerm|evento non rinnovabile}} ({{RefNumber|20|1|4}}) viene talvolta considerata come un misura sperimentale della {{TextTerm|probabilità|1}} del suo verificarsi. Con ciò si fa la supposizione che esista un certo {{TextTerm|rischio|2}} che l’evento in parola possa accadere a ciascuno degli individui che costituiscono il gruppo in questione. Questi individui sono detti {{TextTerm|esposti al rischio|3|134|IndexEntry=esposto al rischio|OtherIndexEntry=rischio, esposto al-}} (si noti che l’utilizzo del termine rischio in questo senso non implica affatto che l’evento sia indesiderabile.). Quando il rischio al quale sono sottoposti gli elementi di una popolazione è di intensità molto variabile, ci si sforza di avvicinarsi a condizioni di {{TextTerm|omogeneità|4}} nelle quali ogni unità osservata sarebbe esposta ad un rischio identico, ripartendo la popolazione in gruppi meno {{TextTerm|eterogenei|5|134|IndexEntry=eterogeneo}} rispetto al rischio medesimo, gruppi cioè all’interno dei quali la {{NonRefTerm|variabilità}} ({{RefNumber|14|1|1}}) del rischio è minore che nella popolazione complessiva. I tassi, o quozienti, calcolati con riferimento a gruppi siffatti prendono spesso il nome di {{TextTerm|quozienti specifici|6|134|IndexEntry=quoziente specifico|OtherIndexEntry=specifico, quoziente-}}, in contrapposizione ai {{TextTerm|tassi generici|7|134|IndexEntry=tasso generico|OtherIndexEntry=generico, tasso-}} calcolati sulla popolazione complessiva.
{{Note|1| {{NoteTerm|probabilità}}, s.f. {{NoteTerm|probabile}}, agg. {{NoteTerm|probabilista}}, s.m.: specialista di {{NoteTerm|calcolo delle probabilità}} — {{NoteTerm|probabilistico}}, agg.: concernente la teoria o il calcolo delle probabilità.}}
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{{Note|1| {{NoteTerm|Probabilità}}, s.f. - {{NoteTerm|probabile}}, agg. - {{NoteTerm|probabilista}}, s.m. : specialista di calcolo delle probabilità.}}
{{Note|4| {{NoteTerm|omogeneità}}, s.f. {{NoteTerm|omogeneo}}, agg.}}
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{{Note|4| {{NoteTerm|Omogeneità}}, s.f. - {{NoteTerm|Omogeneo}}, agg.}}
{{Note|5| {{NoteTerm|eterogeneo}}, agg. {{NoteTerm|eterogeneità}}, s.f.}}
+
{{Note|5| {{NoteTerm|Eterogeneo}}, agg. - {{NoteTerm|eterogeneità}}, s.f.}}
{{Note|6| In generale, quindi, i ''quozienti specifici'' consistono in rapporti fra una parte dei casi ed una parte della popolazione, o di quella frazione della medesima che è atta a contribuire al numeratore. Spesso si usano espressioni ellittiche, come ''quozienti per età,'' nelle quali la precisazione del tipo di quoziente di cui trattas permette di sottintendere la qualifica ''specifici.''}}<br />Con riferimento a questi quozienti, in espressioni ellittiche o meno, si usa dire spesso {{NoteTerm|quozienti secondo..}}. questo o quel carattere invece di {{NoteTerm|quozienti per..}}., come si è preferito in questo volume.
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{{Note|6| Si noti che l’espressione tasso specifico è utilizzata in senso generico, e che spesso si usano espressioni ellittiche, come {{NonRefTerm|quozienti per età}} ({{RefNumber|13|5|1}}), nelle quali la precisazione del tipo di quoziente di cui tratta permette di sottintendere la qualifica specifici.}}
{{Note|7| Spesso si usa parlare di {{NoteTerm|quozienti generali}} in luogo di ''quozienti generici,'' e le due espressioni vengono, in pratica, usate senza una chiara differenziazione di significato (cfr., ad esempio, {{RefNumber|40|1|4}}, {{RefNumber|52|0|2}}, {{RefNumber|63|0|1}}, ecc. Vedi però, per un uso specifico della qualifica ''generale,'' {{RefNumber|63|1|6}}).}}<br />Si noti che, usualmente, vige la legge del trasferimento del qualificativo dal determinante al determinato: così si parla abitualmente di ''quoziente di mortalità generale'' ({{RefNumber|40|1|4}}) piuttosto che di ''quoziente generale di mortalità.'' Al contrario, nell'impiego del qualificativo ''generico,'' l'uso prevalente, nell'esempio fatto, è di scrivere ''quoziente generico di mortalità'' ({{RefNumber|40|1|4}}). E lo stesso vale nei casi consimili (cfr. {{NoteTerm|{{RefNumber|41|1|4}}*}}, {{RefNumber|52|0|2}}, {{RefNumber|63|0|1}}).
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{{Note|7| Si noti che, usualmente, vige la legge del trasferimento del qualificativo dal determinante al determinato: così si parla abitualmente di {{NonRefTerm|quoziente di mortalità generale}}, piuttosto che di {{NonRefTerm|quoziente generale di mortalità}} (cfr. {{RefNumber|40|1|4}}* e {{RefNumber|63|3|7}}*).}}
  
 
=== 135 ===
 
=== 135 ===
 
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Alcuni {{NonRefTerm|rapporti}} (cfr. {{RefNumber|13|2|4}}) ricoprono un ruolo privilegiato poiché sono utilizzati nella costruzione di {{NonRefTerm|indici sintetici}} ({{RefNumber|13|2|5}}): è questo il caso dei {{TextTerm|tassi per età|1|135|IndexEntry=tasso per età|OtherIndexEntry=età, tasso per-}}, dei {{TextTerm|tassi per classi di età|2|135|IndexEntry=tasso per classi di età|OtherIndexEntry=classi di età, tasso per-}}, dei {{TextTerm|tassi di durata|3|135|IndexEntry=tasso di durata|OtherIndexEntry=durata, tasso di-}} esatta a partire da un {{TextTerm|evento origine|4}}, come il matrimonio o la nascita; è questo anche il caso dei {{TextTerm|quozienti|5|135|IndexEntry=quoziente}}. Il neologismo {{TextTerm|tasso centrale|10}}, derivante dall'inglese, si riferisce al tasso ottenuto dividendo gli eventi osservati in un dato periodo (spesso annuale o quinquennale) per la {{TextTerm|popolazione media|6|135|OtherIndexEntry=media, popolazione}} o {{TextTerm|popolazione a metà anno|6}} o per il numero delle {{TextTerm|persone-anno|7}} esposte all'evento nel periodo di riferimento. Quest’ultimo si ottiene come somma dei tempi di presenza, espressi in anni, delle diverse persone appartenenti al gruppo osservato. Si distinguono i {{TextTerm|tassi del momento|8|135|IndexEntry=tasso del momento|OtherIndexEntry=momento, tasso del-}} dai {{TextTerm|tassi per coorte|9|135|IndexEntry=tasso per coorte|OtherIndexEntry=coorte, tasso per-}}, dei quali i {{TextTerm|tassi per generazione|9|135|IndexEntry=tasso per generazione|OtherIndexEntry=generazione, tasso per-}} costituiscono una categoria particolare. I quozienti si ottengono dividendo il numero di {{NonRefTerm|eventi non rinnovabili}} ({{RefNumber|20|1|4}}) di un anno o di un periodo per la numerosità della {{NonRefTerm|coorte}} ({{RefNumber|11|6|2}}) considerata all’inizio dello stesso anno o periodo, corretta al fine di eliminare l’influenza di fenomeni perturbatori.
I dati sono qualificati come {{TextTerm|provvisori|l}}, o {{TextTerm|preliminari|1}}, quando si fondano su osservazioni incomplete, o non sottoposte ancora a completa ''revisione'' ({{RefNumber|13|0|5}}), e come {{TextTerm|definitivi|2}} in caso contrario. I ''quozienti'' (cfr. {{RefNumber|13|3|4}}) calcolati su dati del genere possono essere qualificati, rispettivamente, come {{TextTerm|quozienti provvisori|3}} e {{TextTerm|quozienti definitivi|4}}. Talvolta osservazioni ulteriori conducono a dover modificare un risultato già considerato ''definitivo)'' in tal caso conviene preferibilmente parlare di {{TextTerm|quozienti riveduti|5}}, o {{TextTerm|quozienti rettificati|5}}, anziché di {{TextTerm|quozienti corretti|6}}. Questa ultima espressione è da collegarsi piuttosto col proposito di eliminare un errore materiale o formale nei dati, oppure coli'impiego di un metodo atto a fornire risultati più appropriati allo scopo che ci si propone di raggiungere. In questo ultimo uso si adotta pure l'espressione {{TextTerm|quozienti depurati|6}}. {{NoteTerm|Il}} senso preciso della espressione risulterà dal contesto, nel quale converrà magari far ricorso a forme come: ''quoziente corretto rispetto a'' ..., o ''quoziente depurato da'' ... questo o quel fenomeno, o carattere, la cui influenza si vuoi eliminare (ad esempio: le ''variazioni stagionali'' — cfr. {{RefNumber|15|0|5}}). Volendosi assicurare la comparabilità di un fenomeno, in popolazioni diverse, fatta astrazione dall'influenza esercitata sul medesimo da fattori di differenziazione che esistono fra le diverse popolazioni (come la loro ''composizione per età,'' per fare un esempio), si calcolano {{TextTerm|quozienti comparativi<sup>7</sup>, o quozienti standardizzati|7}}, o {{TextTerm|quozienti normalizzati|7}}. In contrapposto a questi quozienti ''elaborati'' ({{RefNumber|13|2|2}}*), quelli che si ottengono dai calcoli più semplici ed immediati possono venire indicati come {{TextTerm|quozienti grezzi|8}} (cfr. {{RefNumber|13|1|1}}*).
 
{{Note|7| {{NoteTerm|comparativo}}, agg.: che serve a {{NoteTerm|comparare}} (v.t. — {{NoteTerm|comparazione}}, s.f.). {{NoteTerm|standardizzato}}, agg. — {{NoteTerm|standardizzare}}, v.t. — {{NoteTerm|standardizzazione}}, s.f.}}
 
  
 
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In senso molto generale, s'impiega spesso il termine {{TextTerm|indice|1}} per designare un qualsiasi dato numerico elaborato per una analisi della documentazione raccolta (cfr. 132 e, quale esempio di un impiego in tal senso del vocabolo, {{RefNumber|14|1|3}}). Più specificamente, il termine {{TextTerm|indice|2}}<sup> </sup>è espressione ellittica e sinonimo di {{TextTerm|numero indice|2}}, cioè di un numero relativo esprimente il valore di una certa quantità in rapporto a quello di altra quantità della stessa natura, in diverse circostanze di tempo, luogo, ecc; di solito tale rapporto viene espresso nella forma di proporzione a 100, e allora si dice che si fa la {{TextTerm|base uguale a cento|3}}, o che si prende per {{TextTerm|base cento|3}}.
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I {{NonRefTerm|dati}} (cfr. {{RefNumber|13|0|2}}) sono qualificati come {{TextTerm|dati provvisori|1|136|IndexEntry=dato provvisorio}} quando si fondano su informazioni incomplete o quando non sono stati ancora sottoposti a completa revisione, e {{TextTerm|dati definitivi|2|136|IndexEntry=dato definitivo}} nel caso contrario. I {{NonRefTerm|quozienti}} ({{RefNumber|13|5|10}}) calcolati su dati del genere sono qualificati, rispettivamente, come {{TextTerm|quozienti provvisori|3|136|IndexEntry=quoziente provvisorio|OtherIndexEntry=provvisorio, quoziente-}} e {{TextTerm|quozienti definitivi|4|136|IndexEntry=quoziente definitivo|OtherIndexEntry=definitivo, quoziente-}}. Allorché informazioni ulteriori conducono a dover modificare un risultato considerato definitivo, si dovrebbe parlare di {{TextTerm|quozienti riveduti|5|136|IndexEntry=quoziente riveduto|OtherIndexEntry=riveduto, quoziente-}} piuttosto che di {{TextTerm|quozienti rettificati|5|136|IndexEntry=quoziente rettificato|OtherIndexEntry=rettificato, quoziente-}}. Quest’ultima espressione viene impiegata in effetti come sinonimo di {{TextTerm|quozienti corretti|6|136|IndexEntry=quoziente corretto|OtherIndexEntry=corretto, quoziente-}}, con tutte le ambiguità che possono derivarne. Si può in effetti correggere un quoziente, non solo quando questo è fondato su dati inesatti, ma anche quando si considera preferibile impiegare un metodo di calcolo atto a fornire risultati più appropriati allo scopo che ci si propone di raggiungere. In quest’ultimo uso si adotta pure l’espressione {{TextTerm|quozienti depurati|6|136|IndexEntry=quoziente depurato|OtherIndexEntry=depurato, quoziente-}}. Il senso preciso dell’espressione risulterà dal contesto. Il migliore modo di precisarlo consiste nel far ricorso a forme quali {{TextTerm|quoziente corretto rispetto a|6}} ..., tale fenomeno [ad esempio: {{NonRefTerm|quoziente corretto rispetto alle variazioni stagionali}} ({{RefNumber|15|0|5}}), {{NonRefTerm|quoziente depurato dai movimenti migratori}} ({{RefNumber|80|5|1}})]. È detto {{TextTerm|quoziente comparativo|7|136|OtherIndexEntry=comparativo, quoziente-}}, o {{TextTerm|quoziente standardizzato|7|136|OtherIndexEntry=standardizzato, quoziente-}}, o {{TextTerm|quoziente normalizzato|7|136|OtherIndexEntry=normalizzato, quoziente-}}, un quoziente appositamente elaborato al fine di comparare l’intensità di un fenomeno (come la mortalità - cfr. § ({{RefNumber|40|3|}}) in diverse popolazioni, al netto dell’incidenza, sulla misura del fenomeno studiato, di determinati fattori di differenziazione caratterizzanti le popolazioni in questione (come la loro struttura per età). In contrapposizione rispetto a questi quozienti elaborati, quelli che si ottengono attraverso calcoli più semplici ed immediati sono indicati come {{TextTerm|quozienti grezzi|8|136|IndexEntry=quoziente grezzo|OtherIndexEntry=grezzo, quoziente-}} (cfr. {{RefNumber|13|1|1}}*). Oltre al metodo della standardizzazione diretta ({{RefNumber|40|3|3}}), vi è anche un metodo di standardizzazione indiretta ({{RefNumber|40|3|4}}), in cui un insieme di tassi specifici ({{RefNumber|13|4|6}}) (ad esempio, i tassi di mortalità per età e sesso), detti anche {{TextTerm|coefficienti tipo|9|136|IndexEntry=coefficiente tipo}}, sono mantenuti costanti e applicati alle popolazioni poste a confronto, caratterizzate da diverse strutture.
{{Note|1| {{NoteTerm|Indicatore}} (s.m.) dicesi un fenomeno, o un carattere, che possa fornire un buon elemento di giudizio d'una situazione complessa: ad esempio, il livello del ''quoziente di mortalità infantile'' ({{RefNumber|41|1|1}}) può essere un buon ''indicatore'' dello stato ''sanitario'' ({{RefNumber|42|0|5}}*) generale della popolazione.}}
 
  
 
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Gli ''indici'' ({{RefNumber|13|6|1}}) impiegati usualmente in demografìa si riferiscono ad un {{TextTerm|periodo di osservazione|l}} determinato. Tale è il caso per la maggior parte dei ''quozienti demografici'' ({{RefNumber|13|3|4}}*). Si hanno così {{TextTerm|quozienti annuali|2}}, o {{TextTerm|quozienti annui|2}}, se il calcolo è basato sulle osservazioni di un anno, e {{TextTerm|quozienti medi annuali|3}}, o {{TextTerm|quozienti medi annui|3}}, se è fondato sulla media di dati pluriennali. Quando i quozienti sono calcolati con riferimento ad un periodo di durata inferiore all'anno, essi vengono {{TextTerm|riportati a valori annuali|4}}, o {{TextTerm|convcrtiti in quozienti annuali|4}}, moltiplicandoli per un conveniente fattore. Nella matematica attuariale si considerano anche i {{TextTerm|quozienti istantanei|5}}, o {{TextTerm|tassi istantanei|5}}, definiti come il limite cui tende il quoziente riportato all'unità di tempo col tendere a zero della durata del periodo di osservazione.
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Numerosi {{NonRefTerm|indici}} ({{RefNumber|13|2|4}}) utilizzati in demografia si riferiscono ad un determinato {{TextTerm|periodo di osservazione|1|137|OtherIndexEntry=osservazione, periodo di-}}. Tale è il caso per la maggior parte dei {{NonRefTerm|tassi}} ({{RefNumber|13|3|4}}) e {{NonRefTerm|quozienti demografici}} ({{RefNumber|13|5|10}}). Si hanno {{TextTerm|quozienti annuali|2|137|IndexEntry=quoziente annuale|OtherIndexEntry=annuale, quoziente-}} o {{TextTerm|quozienti annui|2|137|IndexEntry=quoziente annuo|OtherIndexEntry=annuo, quoziente-}}, quando i calcoli sono realizzati sulle osservazioni di un anno, e {{TextTerm|quozienti medi annuali|3|137|IndexEntry=quoziente medio annuale|OtherIndexEntry=medio annuale, quoziente-}} o {{TextTerm|quozienti medi annui|3|137|IndexEntry=quoziente medio annuo|OtherIndexEntry=medio annuo, quoziente-}}, se sono fondati sulla media di dati pluriennali. Quando i quozienti sono calcolati con riferimento ad un periodo di durata inferiore all’anno, essi vengono {{TextTerm|riportati a valori annuali|4|137|IndexEntry=riportato a valori annuali}}, o {{TextTerm|convertiti in quozienti annuali|4|137|IndexEntry=convertito in quozienti annuali}}, moltiplicandoli per un conveniente fattore. Si considerano anche i {{TextTerm|quozienti istantanei|5|137|IndexEntry=quoziente istantaneo|OtherIndexEntry=istantaneo, quoziente-}}, o {{TextTerm|tassi istantanei|5|137|IndexEntry=tasso istantaneo|OtherIndexEntry=istantaneo, tasso-}}, definiti come il limite cui tende il {{NonRefTerm|quoziente}} o il {{NonRefTerm|tasso}} ({{RefNumber|13|5|5}}),  riportato all’unità di tempo col tendere a zero della durata del periodo di osservazione (cfr. {{RefNumber|43|1|4}} e {{RefNumber|70|2|5}}).
{{Note|1| Il periodo d'osservazione di uso più comune è l'{{NoteTerm|anno di calendario}}, o {{NoteTerm|anno solare}}.}}
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{{Note|3| Nei vecchi testi si intende per {{NoteTerm|anno comune}} un anno {{NonRefTerm|ordinario}}, e l’espressione equivale infatti ad {{NoteTerm|anno medio}}.}}
{{Note|4| {{NoteTerm|I quozienti trimestrali}} ed i {{NoteTerm|quozienti mensili}} vengono di solito ''riportati a valori annuali,'' anche senza che questo venga precisato.}}
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{{Note|4| I {{NoteTerm|tassi trimestrali}} ed i {{NoteTerm|tassi mensili}} sono generalmente riportati a valori annuali, anche senza che questo venga precisato.}}
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L’{{NonRefTerm|analisi longitudinale}} ({{RefNumber|10|3|4}}) ha come principale obiettivo lo studio dell’{{TextTerm|intensità|1}} e della {{TextTerm|cadenza|2}} dei fenomeni demografici. L’intensità di un fenomeno risultante da un {{NonRefTerm|evento non rinnovabile}} ({{RefNumber|20|1|4}}) si misura sia attraverso l’{{TextTerm|intensità finale|3|138|OtherIndexEntry=finale, intensità-}} dell’evento, sia attraverso il complemento ad uno della stessa. L’intensità finale è pari alla proporzione dei membri della {{NonRefTerm|coorte}} ({{RefNumber|11|6|2}}) che, in assenza di {{NonRefTerm|fenomeni perturbatori}} ({{RefNumber|10|3|3}}), avrebbero vissuto o subito, nel corso dell’esistenza della coorte stessa, l’evento considerato. L’intensità di un fenomeno derivante da un {{NonRefTerm|evento rinnovabile}} ({{RefNumber|20|1|5}}), come le nascite o le migrazioni, si misura attraverso l’equivalente di un {{TextTerm|numero medio di eventi|4}} per persona, nel corso dell’esistenza della coorte, sempre in assenza di fenomeni perturbatori. Quanto alla cadenza, essa si definisce come ripartizione nel tempo, in seno ad una coorte, degli eventi demografici corrispondenti al fenomeno studiato. I risultati di una {{NonRefTerm|analisi trasversale}} ({{RefNumber|10|3|5}}) sono solitamente riassunti attraverso {{NonRefTerm|indici sintetici}} ({{RefNumber|13|2|5}}), detti {{TextTerm|indici del momento|5|138|IndexEntry=indice del momento|OtherIndexEntry=momento, indice del-}}, in contrapposizione agli {{TextTerm|indici per coorte|6|138|IndexEntry=indice per coorte|OtherIndexEntry=coorte, indice per-}} di cui gli {{TextTerm|indici per generazione|6|138|IndexEntry=indice per generazione|OtherIndexEntry=generazione, indice per-}} sono un caso particolare; esistono diversi modi di costruire un indice del momento. Il procedimento maggiormente utilizzato consiste nell’attribuire ad una {{TextTerm|coorte fittizia|7|138|OtherIndexEntry=fittizia, coorte-}} i tassi o quozienti osservati nella popolazione alle diverse età o alle diverse durate.
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{{Note|3| Questa intensità finale e, eventualmente, il suo complemento a uno, può assumere diverse denominazioni secondo il fenomeno studiato: {{NonRefTerm|probabilità di accrescimento della prole}} ({{RefNumber|63|7|7}}), {{NonRefTerm|frequenza del celibato definitivo}} ({{RefNumber|52|1|1}}) ... Conviene non utilizzare il termine proporzione in queste denominazioni per riservarlo alle proporzioni osservate; si distinguono così la frequenza del celibato e la proporzione di celibi osservata ad una certa età, calcolata a partire da dati di censimento.}}
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{{Note|4| E’ uso corrente attribuire lo stesso nome al {{NonRefTerm|numero medio di eventi}} ({{RefNumber|13|8|4}}) per persona osservato ed al numero medio che sarebbe osservato in assenza di {{NonRefTerm|fenomeni perturbatori}} ({{RefNumber|10|3|3}}), in particolare in assenza di mortalità. Sarebbe opportuno adottare espressioni distinte nei due casi, come: {{NonRefTerm|numero medio di figli}} (cfr. {{RefNumber|63|7|2}} e {{RefNumber|63|7|6}}) e {{NonRefTerm|discendenza}} (cfr. {{RefNumber|63|6|2}}).}}
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{{Note|5| In considerazione del metodo utilizzato per la loro costruzione, gli indici del momento sono spesso denominati come se si trattasse di misure per coorte. Questo può generare delle contraddizioni; è così che la cosiddetta probabilità di accrescimento del momento può risultare superiore ad uno in caso di modifica della cadenza della natalità. Questo inconveniente si evita attraverso la denominazione {{NoteTerm|somma degli eventi ridotti}} dell’anno ..., indice sintetico equivalente ad un {{NonRefTerm|quoziente standardizzato}} ({{RefNumber|13|6|7}}).}}
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Versione attuale delle 09:44, 31 ago 2012


Limiti di responsabilità : Le definizioni contenute nel Dizionario sono largamente condivise tra gli studiosi di demografia e non impegnano in alcun modo la responsabilità delle Nazioni Unite.

Si rimanda alla pagina di discussione per eventuali commenti.


Introduzione a Demopædia
Istruzioni per l'uso
Prefazione
Avvertenza alla versione stampata
Indice
Capitoli : 1. Generalità (indice del primo capitolo, sezioni : 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16)
2. Elaborazione delle statistiche demografiche (indice del secondo capitolo, sezioni : 20, 21, 22, 23)
3. Stato della popolazione (indice del terzo capitolo, sezioni : 30,31, 32 | 33 | 34 | 35)
4. Mortalità e morbosità (indice del quarto capitolo, sezioni : 40, 41, 42, 43)
5. Nuzialità (indice del quinto capitolo, sezioni : 50 | 51 | 52)
6. Fecondità e fertilità (indice del sesto capitolo, sezioni : 60, 61, 62, 63)
7. Movimento generale della popolazione e riproduttività (indice del settimo capitolo, sezioni : 70, 71, 72, 73)
8. Migrazioni (indice dell'ottavo capitolo, sezioni : 80, 81)
9. Demografia e problemi economico-sociali indice del nono capitolo, sezioni : 90, 91, 92, 93)



13

130

L’espressione statistica demografica 1, usata al singolare, definisce la tecnica per la raccolta di dati statistici 2 riguardanti le popolazioni, e per la loro presentazione sotto forma di statistiche demografiche (102-4); le osservazioni 3 relative alle diverse unità statistiche (110-1) sono in primo luogo raccolte 4 attraverso stampati (206-1) appropriati, ed i documenti (cf. 221-2) così ottenuti sono in seguito sottoposti a controllo 5, o verifica 5, allo scopo di eliminarne errori manifesti. Si procede in seguito allo spoglio 6 dei dati, cioè al loro raggruppamento in classi 7. Quest’ultima operazione consiste nel raggruppare le unità statistiche che presentano certe caratteristiche comuni, in modo tale da ripartire le osservazioni in un certo numero di classi 8. L’utilizzazione statistica 9 dei dati comprende tutte le operazioni successive alla loro raccolta, compresa eventualmente la loro analisi statistica 10 (132-1).

  • 1. Statistica demografica - statistico-demografo, s.m. : specialista di statistica demografica.
  • 4. Raccogliere, v.t. - raccolta, s.f.
  • 5. Controllare, v.t. - controllo, s.m. Verificare, v.t. - verifica, s.f.
  • 7. Raggruppamento in classi, s.m. : azione di raggruppare in classi (v.t.); risultato di questa azione - classificazione, s.f.

131

I dati grezzi 1, o dati di base 1, risultanti dalle operazioni precedenti (cfr. § 130-), sono costituiti da successioni 2 di numeri assoluti 3 generalmente presentati sotto forma di tabelle statistiche 4 o tavole statistiche 4. Il loro raggruppamento in classi (130-7) può essere realizzato con riferimento alle modalità di un carattere quantitativo, che viene in tal caso considerato come variabile 5 (come l’età o il numero di figli; cfr. § 143-), oppure secondo le modalità di un carattere qualitativo 6 (come il sesso o lo stato civile). Quando il raggruppamento in classi è il risultato della combinazione simultanea delle modalità di più caratteri, si ottengono tabelle a multipla entrata 7 (a doppia entrata, a tripla entrata, ecc.). Si può designare come tabella riassuntiva 8 o tabella sintetica 8 una tabella che sintetizzi il contenuto di un insieme di tabelle analitiche 9.

  • 1. In generale, si qualificano grezzi, quei risultati ottenuti attraverso processi piuttosto diretti e relativamente semplici, per distinguerli da risultati della stessa natura, appositamente elaborati in vista di una particolare analisi (cf. 132-6), e considerati più adatti a quest’ultima.
  • 3. Nell’espressione : numero assoluto, l’aggettivo assoluto si oppone implicitamente a relativo, come nelle espressioni: valore assoluto e valore relativo.
  • 4. Quando non c’è possibilità di confusione, si impiega correntemente il termine tabella per indicare una tabella statistica.

132

L’utilizzo dei dati grezzi (131-1) si realizza generalmente in due fasi: una fase di analisi 1, nella quale si tende a separare le componenti dei numeri osservati [numerosità (101-7), strutture (101-2), fenomeni perturbatori (103-3), fenomeno studiato] ed una fase di sintesi 2 nella quale si combinano in vario modo le componenti che sono state isolate. In queste due fasi, è necessario il calcolo 3 degli indici 4 o rapporti 4; le denominazioni di questi ultimi possono essere diverse (cfr § (133-); i rapporti calcolati nella fase di sintesi sono chiamati rapporti sintetici 5. Diversamente dai dati grezzi i rapporti sono elaborazioni 6. In particolare, il termine rapporto 7 è utilizzato per indicare un numero proporzionale, che esprime il valore di una quantità rispetto a quello di un’altra, presa come base cento 8. Certi rapporti sono buoni indicatori 9 in quanto elementi caratteristici di situazioni complesse; ad esempio, il tasso di mortalità infantile è considerato un buon indicatore dello stato di salute della popolazione.

  • 3. Calcolare, v.t. - calcolo, s.m. - calcolatore, s.m. : chi fa i calcoli.
  • 6. Elaborato, pp. ff. agg. - elaborare, v.t. - elaborazione, s.f. : azione dell’elaborare, lavoro lungo ed accurato.

133

Uno dei primi stadi dell’analisi (132-1 ) consiste nel dividere dei numeri (101-7) o degli eventi (201-3) per altri numeri o eventi. I rapporti (132-4) così ottenuti possono avere nomi diversi: rapporto 1, poco utilizzato, quando il dividendo e il divisore appartengono a categorie diverse (come uomini e donne, o bambini e donne), proporzione 2, quando si rapporta una parte al tutto. Il termine percentuale 3 indica una proporzione tra una parte e il tutto ragguagliato a cento. Il termine tasso 4 indicava in origine la frequenza relativa 5 di un evento in seno ad una popolazione o sottopopolazione (101-6) in un lasso di tempo, solitamente pari ad un anno: come il tasso di natalità. Tuttavia il termine tasso è impiegato nel linguaggio statistico con diverse accezioni: ad esempio il tasso di mascolinità (320-4), che è una proporzione, il tasso lordo e tasso netto di riproduzione (cfr. § 711-), che sono degli indici sintetici ottenuti attraverso operazioni piuttosto complesse. Più in generale, è detto quoziente 6 il rapporto tra due grandezze della stessa natura.

  • 2. Proporzione, s.f. - proporzionale, agg.
  • 4. In ragione della varietà di impieghi del termine tasso, alcuni autori hanno creato delle espressioni destinate a distinguere diversi tipi di tassi: tasso di prima categoria, tasso di seconda categoria, o a sostituire il termine tasso con un’espressione come eventi ridotti, che solitamente differiscono dal tasso corrispondente per l’impiego di un diverso denominatore. I tassi sono generalmente espressi per mille (notazione ‰) o per altra potenza di dieci (cfr. 421-10). Si noti che l’espressione "tasso di" è a volte sottintesa: ad esempio, una natalità del 20‰ equivale ad un tasso di natalità di 20 per mille (sottinteso: abitanti).

134

La frequenza relativa (133-5) di un evento non rinnovabile (201-4) viene talvolta considerata come un misura sperimentale della probabilità 1 del suo verificarsi. Con ciò si fa la supposizione che esista un certo rischio 2 che l’evento in parola possa accadere a ciascuno degli individui che costituiscono il gruppo in questione. Questi individui sono detti esposti al rischio 3 (si noti che l’utilizzo del termine rischio in questo senso non implica affatto che l’evento sia indesiderabile.). Quando il rischio al quale sono sottoposti gli elementi di una popolazione è di intensità molto variabile, ci si sforza di avvicinarsi a condizioni di omogeneità 4 nelle quali ogni unità osservata sarebbe esposta ad un rischio identico, ripartendo la popolazione in gruppi meno eterogenei 5 rispetto al rischio medesimo, gruppi cioè all’interno dei quali la variabilità (141-1) del rischio è minore che nella popolazione complessiva. I tassi, o quozienti, calcolati con riferimento a gruppi siffatti prendono spesso il nome di quozienti specifici 6, in contrapposizione ai tassi generici 7 calcolati sulla popolazione complessiva.

  • 1. Probabilità, s.f. - probabile, agg. - probabilista, s.m. : specialista di calcolo delle probabilità.
  • 4. Omogeneità, s.f. - Omogeneo, agg.
  • 5. Eterogeneo, agg. - eterogeneità, s.f.
  • 6. Si noti che l’espressione tasso specifico è utilizzata in senso generico, e che spesso si usano espressioni ellittiche, come quozienti per età (135-1), nelle quali la precisazione del tipo di quoziente di cui tratta permette di sottintendere la qualifica specifici.
  • 7. Si noti che, usualmente, vige la legge del trasferimento del qualificativo dal determinante al determinato: così si parla abitualmente di quoziente di mortalità generale, piuttosto che di quoziente generale di mortalità (cfr. 401-4* e 633-7*).

135

Alcuni rapporti (cfr. 132-4) ricoprono un ruolo privilegiato poiché sono utilizzati nella costruzione di indici sintetici (132-5): è questo il caso dei tassi per età 1, dei tassi per classi di età 2, dei tassi di durata 3 esatta a partire da un evento origine 4, come il matrimonio o la nascita; è questo anche il caso dei quozienti 5. Il neologismo tasso centrale 10, derivante dall'inglese, si riferisce al tasso ottenuto dividendo gli eventi osservati in un dato periodo (spesso annuale o quinquennale) per la popolazione media 6 o popolazione a metà anno 6 o per il numero delle persone-anno 7 esposte all'evento nel periodo di riferimento. Quest’ultimo si ottiene come somma dei tempi di presenza, espressi in anni, delle diverse persone appartenenti al gruppo osservato. Si distinguono i tassi del momento 8 dai tassi per coorte 9, dei quali i tassi per generazione 9 costituiscono una categoria particolare. I quozienti si ottengono dividendo il numero di eventi non rinnovabili (201-4) di un anno o di un periodo per la numerosità della coorte (116-2) considerata all’inizio dello stesso anno o periodo, corretta al fine di eliminare l’influenza di fenomeni perturbatori.

136

I dati (cfr. 130-2) sono qualificati come dati provvisori 1 quando si fondano su informazioni incomplete o quando non sono stati ancora sottoposti a completa revisione, e dati definitivi 2 nel caso contrario. I quozienti (135-10) calcolati su dati del genere sono qualificati, rispettivamente, come quozienti provvisori 3 e quozienti definitivi 4. Allorché informazioni ulteriori conducono a dover modificare un risultato considerato definitivo, si dovrebbe parlare di quozienti riveduti 5 piuttosto che di quozienti rettificati 5. Quest’ultima espressione viene impiegata in effetti come sinonimo di quozienti corretti 6, con tutte le ambiguità che possono derivarne. Si può in effetti correggere un quoziente, non solo quando questo è fondato su dati inesatti, ma anche quando si considera preferibile impiegare un metodo di calcolo atto a fornire risultati più appropriati allo scopo che ci si propone di raggiungere. In quest’ultimo uso si adotta pure l’espressione quozienti depurati 6. Il senso preciso dell’espressione risulterà dal contesto. Il migliore modo di precisarlo consiste nel far ricorso a forme quali quoziente corretto rispetto a 6 ..., tale fenomeno [ad esempio: quoziente corretto rispetto alle variazioni stagionali (150-5), quoziente depurato dai movimenti migratori (805-1)]. È detto quoziente comparativo 7, o quoziente standardizzato 7, o quoziente normalizzato 7, un quoziente appositamente elaborato al fine di comparare l’intensità di un fenomeno (come la mortalità - cfr. § (403-) in diverse popolazioni, al netto dell’incidenza, sulla misura del fenomeno studiato, di determinati fattori di differenziazione caratterizzanti le popolazioni in questione (come la loro struttura per età). In contrapposizione rispetto a questi quozienti elaborati, quelli che si ottengono attraverso calcoli più semplici ed immediati sono indicati come quozienti grezzi 8 (cfr. 131-1*). Oltre al metodo della standardizzazione diretta (403-3), vi è anche un metodo di standardizzazione indiretta (403-4), in cui un insieme di tassi specifici (134-6) (ad esempio, i tassi di mortalità per età e sesso), detti anche coefficienti tipo 9, sono mantenuti costanti e applicati alle popolazioni poste a confronto, caratterizzate da diverse strutture.

137

Numerosi indici (132-4) utilizzati in demografia si riferiscono ad un determinato periodo di osservazione 1. Tale è il caso per la maggior parte dei tassi (133-4) e quozienti demografici (135-10). Si hanno quozienti annuali 2 o quozienti annui 2, quando i calcoli sono realizzati sulle osservazioni di un anno, e quozienti medi annuali 3 o quozienti medi annui 3, se sono fondati sulla media di dati pluriennali. Quando i quozienti sono calcolati con riferimento ad un periodo di durata inferiore all’anno, essi vengono riportati a valori annuali 4, o convertiti in quozienti annuali 4, moltiplicandoli per un conveniente fattore. Si considerano anche i quozienti istantanei 5, o tassi istantanei 5, definiti come il limite cui tende il quoziente o il tasso (135-5), riportato all’unità di tempo col tendere a zero della durata del periodo di osservazione (cfr. 431-4 e 702-5).

  • 3. Nei vecchi testi si intende per anno comune un anno ordinario, e l’espressione equivale infatti ad anno medio.
  • 4. I tassi trimestrali ed i tassi mensili sono generalmente riportati a valori annuali, anche senza che questo venga precisato.

138

L’analisi longitudinale (103-4) ha come principale obiettivo lo studio dell’intensità 1 e della cadenza 2 dei fenomeni demografici. L’intensità di un fenomeno risultante da un evento non rinnovabile (201-4) si misura sia attraverso l’intensità finale 3 dell’evento, sia attraverso il complemento ad uno della stessa. L’intensità finale è pari alla proporzione dei membri della coorte (116-2) che, in assenza di fenomeni perturbatori (103-3), avrebbero vissuto o subito, nel corso dell’esistenza della coorte stessa, l’evento considerato. L’intensità di un fenomeno derivante da un evento rinnovabile (201-5), come le nascite o le migrazioni, si misura attraverso l’equivalente di un numero medio di eventi 4 per persona, nel corso dell’esistenza della coorte, sempre in assenza di fenomeni perturbatori. Quanto alla cadenza, essa si definisce come ripartizione nel tempo, in seno ad una coorte, degli eventi demografici corrispondenti al fenomeno studiato. I risultati di una analisi trasversale (103-5) sono solitamente riassunti attraverso indici sintetici (132-5), detti indici del momento 5, in contrapposizione agli indici per coorte 6 di cui gli indici per generazione 6 sono un caso particolare; esistono diversi modi di costruire un indice del momento. Il procedimento maggiormente utilizzato consiste nell’attribuire ad una coorte fittizia 7 i tassi o quozienti osservati nella popolazione alle diverse età o alle diverse durate.

  • 3. Questa intensità finale e, eventualmente, il suo complemento a uno, può assumere diverse denominazioni secondo il fenomeno studiato: probabilità di accrescimento della prole (637-7), frequenza del celibato definitivo (521-1) ... Conviene non utilizzare il termine proporzione in queste denominazioni per riservarlo alle proporzioni osservate; si distinguono così la frequenza del celibato e la proporzione di celibi osservata ad una certa età, calcolata a partire da dati di censimento.
  • 4. E’ uso corrente attribuire lo stesso nome al numero medio di eventi (138-4) per persona osservato ed al numero medio che sarebbe osservato in assenza di fenomeni perturbatori (103-3), in particolare in assenza di mortalità. Sarebbe opportuno adottare espressioni distinte nei due casi, come: numero medio di figli (cfr. 637-2 e 637-6) e discendenza (cfr. 636-2).
  • 5. In considerazione del metodo utilizzato per la loro costruzione, gli indici del momento sono spesso denominati come se si trattasse di misure per coorte. Questo può generare delle contraddizioni; è così che la cosiddetta probabilità di accrescimento del momento può risultare superiore ad uno in caso di modifica della cadenza della natalità. Questo inconveniente si evita attraverso la denominazione somma degli eventi ridotti dell’anno ..., indice sintetico equivalente ad un quoziente standardizzato (136-7).


Introduzione | Istruzioni per l'uso | Prefazione | Avvertenza alla versione stampata | Indice
Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 73 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93