http://it-ii.demopaedia.org/w/api.php?action=feedcontributions&user=Joseph+Larmarange&feedformat=atomDemopædia - Contributi utente [it]2024-03-29T07:32:16ZContributi utenteMediaWiki 1.28.0http://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=11&diff=8637112013-08-11T20:22:08Z<p>Joseph Larmarange: /* 110 */ syntax</p>
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{{CurrentStatus}}<br />
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{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
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=== 110 ===<br />
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Le principali {{TextTerm|unità statistiche|1|110|IndexEntry=unità statistica|OtherIndexEntry=statistica, unità-}} utilizzate in demografia, possono essere classificate, secondo la loro natura, in due categorie: una, di unità astratte, costituite da {{NonRefTerm|eventi}} ({{RefNumber|20|1|3}}), ed una, di unità concrete. Tra queste ultime, una delle più importanti è l’{{TextTerm|individuo|2|110|OtherIndexEntry=individui}}, o {{TextTerm|persona|2|110|OtherIndexEntry=persone}} – si utilizzava in passato, e a volte si utilizza ancora oggi, in tal senso, il termine {{TextTerm|anima|2|110|OtherIndexEntry=anime}}, o {{TextTerm|testa|2|110|OtherIndexEntry=teste}} (cf. {{RefNumber|20|2|1}}* e {{RefNumber|90|2|7}}). Non esiste in italiano un vocabolo specifico per designare quella complessa unità statistica di carattere economico-sociale chiamata {{TextTerm|ménage|3|110}} in francese, costituita in linea di principio dall’insieme degli individui abitualmente conviventi e coabitanti. Appropriato, in questo senso, era il termine {{TextTerm|fuoco|3|110}}, o {{TextTerm|focolare|3|110}}, usato nei {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}) anteriori al XIX secolo. Un concetto corrispondente — almeno per quanto concerne l’Italia — potrebbe oggi venir reso con l’espressione {{TextTerm|famiglia in senso statistico|3|110}}, o {{TextTerm|famiglia di censimento|3|110|OtherIndexEntry=censimento, famiglia di-}}, tenendo però presente il fatto che la definizione di {{NonRefTerm|famiglia}} ({{RefNumber|11|2|1}}) può variare da un {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}}) all’altro, anche nello stesso Paese. Variando la definizione predetta secondo i Paesi, o secondo i casi, per facilitare i confronti internazionali è stato raccomandato di far riferimento ad un gruppo di persone coabitanti nella stessa {{NonRefTerm|abitazione}} ({{RefNumber|12|0|1}}) e che consumano in comune i pasti. È inoltre raccomandato di distinguere, accanto alle {{TextTerm|convivenze di carattere familiare|4|110|IndexEntry=convivenza di carattere familiare}}, o {{TextTerm|convivenze familiari|4|110|IndexEntry=convivenza familiare|OtherIndexEntry=familiare, convivenza-}}, corrispondenti alla nozione di uso comune, le {{TextTerm|convivenze non familiari|5|110|IndexEntry=convivenza non familiare}} o {{TextTerm|collettività|5|110}} costituite da individui che vivono abitualmente insieme in particolari istituti (caserme, collegi, conventi, carceri ecc.). Un individuo che viva solo viene generalmente considerato una {{TextTerm|famiglia di un solo membro|6}}. Secondo i casi, i {{TextTerm|pensionanti|7|110|IndexEntry=pensionante}} presso famiglie private, o anche talvolta i semplici {{TextTerm|locatari di camere ammobiliate|8|110|IndexEntry=locatario di camera ammobiliata|OtherIndexEntry=affittuario di camera ammobiliata|OtherIndexEntryTwo=camera ammobiliata, locatario di-|OtherIndexEntryThree=camera ammobiliata, affittuario di-}}, possono essere inclusi o meno nelle convivenze familiari che li ospitano.<br />
{{Note|2| Nel linguaggio corrente, il termine {{NoteTerm|gente}} serve talvolta come plurale di persona; ad esempio nelle espressioni: {{NoteTerm|gente sposata}} (cf. {{RefNumber|51|5|5}}), {{NoteTerm|gente anziana}} (cf. {{RefNumber|32|4|8}}), {{NoteTerm|gente giovane}} ({{RefNumber|32|4|3}}).}}<br />
{{Note|3| In francese, nel linguaggio corrente, l’espressione {{NoteTerm|ménage}} è spesso sinonimo di {{NoteTerm|coppia sposata}} ({{RefNumber|50|1|8}}).}}<br />
{{Note|7| Il {{NoteTerm|pensionante}}, detto a volte dozzinante, ottiene cibo e alloggio dietro corresponsione di un canone a titolo di {{NoteTerm|pensione}}.}}<br />
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=== 111 ===<br />
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Quando una {{NonRefTerm|convivenza di carattere famigliare}} ({{RefNumber|11|0|4}}) comprende più di una persona, queste sono dette {{TextTerm|membri della famiglia|1|111|IndexEntry=membro della famiglia|OtherIndexEntry=famiglia, membro della-|OtherIndexEntryTwo=componente della famiglia|OtherIndexEntryThree=famiglia, componente della-}} ed una tra queste è considerata come {{TextTerm|capofamiglia|2}} – non è sempre chiaro chi debba essere considerato tale: potrebbe essere, eventualmente, il {{TextTerm|principale sostegno economico|3}} della famiglia (cf. {{RefNumber|35|8|3}}). I fogli di censimento comprendono generalmente un quesito riguardante i {{TextTerm|legami|4|111|IndexEntry=legame}}, o {{TextTerm|relazioni|4|111|IndexEntry=relazione}}, esistenti tra il capofamiglia ed ognuno degli altri membri della stessa. Ciò consente, eventualmente, di ripartire in diversi gruppi i membri di una cosiddetta {{TextTerm|convivenza famigliare complessa|5}}, cioè di una {{NonRefTerm|convivenza famigliare}} i cui membri non appartengono tutti alla stessa {{NonRefTerm|famiglia biologica}} ({{RefNumber|11|3|1}}). Una famiglia complessa può infatti essere scomposta in {{TextTerm|nuclei|6|111|IndexEntry=nucleo}}, {{TextTerm|nucleo principale|7|111|OtherIndexEntry=nuclei principali}}, {{TextTerm|nuclei secondari|8|111|IndexEntry=nucleo secondario}}, o in {{NonRefTerm|famiglie}} ({{RefNumber|11|2|1}}); la {{TextTerm|famiglia principale|9|111|OtherIndexEntry=famiglie principali|OtherIndexEntryTwo=principale, famiglia-}} è quella del capofamiglia; le altre sono chiamate {{TextTerm|famiglie secondarie|10|111|IndexEntry=famiglia secondaria|OtherIndexEntry=secondaria, famiglia-}}. Il numero di persone che compongono la famiglia è detto {{TextTerm|dimensione della famiglia|11|111|OtherIndexEntry=famiglia, dimensione della-}}, o {{TextTerm|taglia della famiglia|11|111|OtherIndexEntry=famiglia, taglia della-}}.<br />
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=== 112 ===<br />
<br />
La {{TextTerm|famiglia|1|112|OtherIndexEntry=famiglie}}, nel senso più usuale, (cfr. § 113 e 115) deve essere scrupolosamente distinta dalla {{NonRefTerm|famiglia in senso statistico}} ({{RefNumber|11|0|3}}). Essa si richiama ai legami naturali connessi con il processo di riproduzione, soprattutto nella misura in cui questi legami vengono socialmente sanciti attraverso disposizioni legali o di costume. Nelle società di stampo europeo, la famiglia riposa principalmente sul vincolo tra i conuigi risultante dal {{NonRefTerm|matrimonio}} ({{RefNumber|50|1|4}}), da un lato, e dall’altro sulla {{NonRefTerm|relazione}} ({{RefNumber|11|4|3}}*) che sussiste fra {{TextTerm|genitori|2|112|IndexEntry=genitore}} (pl.) - {{TextTerm|padre|3|112|OtherIndexEntry=padri}} e {{TextTerm|madre|4|112|OtherIndexEntry=madri}} – e loro {{TextTerm|figli|5|112|IndexEntry=figlio|OtherIndexEntryTwo=figlia}} – abbracciando con questo vocabolo tanto i {{TextTerm|figli maschi|6|112|IndexEntry=figlio maschio|OtherIndexEntry=figli di sesso maschile}}, quanto le {{TextTerm|figlie|7|112|IndexEntry=figlia|OtherIndexEntry=figli di sesso femminile}}.<br />
{{Note|2| Al singolare si può dire genitore (s.m.) senza distinzione di sesso.}}<br />
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=== 113 ===<br />
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L’insieme costituito da una {{NonRefTerm|coppia}} ({{RefNumber|50|3|8}}) e dai suoi figli ({{RefNumber|11|2|5}}) è talvolta chiamato {{TextTerm|famiglia biologica|1|113|OtherIndexEntry=biologica, famiglia-}}. Considerati dal punto di vista delle loro relazioni reciproche, i figli di una stessa coppia sono detti {{TextTerm|fratelli|2|113|IndexEntry=fratello}} o {{TextTerm|sorelle|3|113|IndexEntry=sorella}}, secondo il sesso. L’insieme di fratelli e sorelle viene talvolta denominato {{TextTerm|fratellanza|4}}. Figli che hanno un solo {{NonRefTerm|genitore}} ({{RefNumber|11|2|2}}*) in comune, sono chiamati {{TextTerm|fratellastri|5|113|IndexEntry=fratellastro}} o {{TextTerm|sorellastre|6|113|IndexEntry=sorellastra}}, a seconda del sesso. Le {{TextTerm|famiglie estese|7|113|IndexEntry=famiglia estesa|OtherIndexEntry=estesa, famiglia-|OtherIndexEntryTwo=famiglia allargata|OtherIndexEntryThree=famiglie allargate}} sono unità famigliari più larghe, composte generalmente da combinazioni di nuclei famigliari. Forme importanti sono la {{TextTerm|famiglia allargata verticalmente|8|113|OtherIndexEntry=famiglia estesa verticalmente}} o la {{TextTerm|famiglia formata da tre o più generazioni|8}} e la {{TextTerm|famiglia allargata orizzontalmente o lateralmente|9|113|OtherIndexEntry=famiglia estesa orizzontalmente o lateralmente}}, nella quale convivono i fratelli con i loro coniugi e figli. Le famiglie composte da tre o più generazioni possono inoltre, in base al vigente diritto di successione, assumere forme particolari come la {{TextTerm|famiglia patriarcale o tribale|10|113|OtherIndexEntry=patriarcale, famiglia-|OtherIndexEntryTwo=tribale, famiglia-}}, presso la quale, tra i figli, resta a vivere con i genitori solo l’erede con la sua famiglia.<br />
{{Note|2| Nella terminologia giuridica, i termini fratello e sorella possono indicare individui aventi un solo genitore in comune (cfr. {{RefNumber|11|3|5}} e {{RefNumber|11|3|6}}). Fratelli e sorelle sono detti {{NoteTerm|germani}} se hanno lo stesso padre e la stessa madre. In caso diverso, sono detti {{NoteTerm|consanguinei o uterini}}, a seconda che abbiano lo stesso {{NonRefTerm|padre}} ({{RefNumber|11|2|3}}) o la stessa {{NonRefTerm|madre}} ({{RefNumber|11|2|4}}).}}<br />
{{Note|3| Cfr. nota precedente.}}<br />
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=== 114 ===<br />
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Due individui dei quali l’uno discende dall’altro, o che fanno parte della {{TextTerm|discendenza|1}} di uno stesso {{TextTerm|ascendente|2}}, sono detti {{TextTerm|parenti|3|114|IndexEntry=parente}}. Il computo del {{TextTerm|grado di parentela|4|114|OtherIndexEntry=parentela, grado di-}} fra due individui viene fatto in vari modi. Secondo il codice civile italiano, nella {{NonRefTerm|linea diretta}} ({{RefNumber|11|4|3}}*) si contano tanti gradi quante sono le relazioni di {{NonRefTerm|filiazione}} ({{RefNumber|11|4|5}}*), escluso il {{NonRefTerm|capostipite}} ({{RefNumber|11|4|1}}*), mentre nella {{NonRefTerm|linea collaterale}} ({{RefNumber|11|4|3}}*) i gradi si computano dalle stesse relazioni, salendo da uno dei {{NonRefTerm|parenti}} ({{RefNumber|11|4|3}}) fino allo stipite comune e da questo discendendo all’altro parente, sempre restando escluso il capostipite. La relazione tra i {{NonRefTerm|genitori}} ({{RefNumber|11|2|2}}) ed i loro figli è chiamata {{TextTerm|filiazione|5}}, se considerata dall’aspetto dei figli; prende rispettivamente il nome di {{TextTerm|paternità|6}} o di {{TextTerm|maternità|6}}, se considerata dall’aspetto del padre o della madre. Il termine {{TextTerm|prole o figliolanza|7}} designa propriamente l’insieme dei {{NonRefTerm|figli}} ({{RefNumber|11|2|5}}) di uno stesso individuo, di una stessa coppia, o di un certo numero di individui (cfr. {{RefNumber|11|6|3}}) o di coppie; ma è talvolta impiegato in senso più largo di discendenza. La {{NonRefTerm|relazione di parentela}} ({{RefNumber|11|4|3}}*), in senso proprio, definita da una relazione di consanguinità, è distinta dall’{{TextTerm|affinità|8}}, relazione che nasce, con il matrimonio, fra un coniuge ed i parenti dell’altro. Spesso, tuttavia il linguaggio corrente fa rientrare gli affini nel novero dei parenti di un dato individuo.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Discendenza}}, s.f. : insieme dei {{NoteTerm|discendenti}} (s.m.) da uno stesso individuo. Nello stesso senso si usa anche il termine progenie}}.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Ascendente}}, s.m. - {{NoteTerm|ascendenza}}, s.f. : insieme degli ascendenti in linea retta di uno stesso individuo.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Parente}}, agg. ff. s.m. - {{NoteTerm|parentela}}, s.f. : vincolo tra persone che discendono da uno stesso stipite ed anche insieme di parenti di un dato individuo. Si ha parentela in {{NoteTerm|linea diretta}} tra ascendenti e discendenti, ed in {{NoteTerm|linea collaterale}} negli altri casi: i parenti in causa sono allora detti {{NoteTerm|collaterali}} (agg. ff. s.m.).}}<br />
{{Note|8| {{NoteTerm|Affinità}}, s.f. - {{NoteTerm|affine}}, pp. ff. s. : persona unita ad un’altra da una relazione di affinità.}}<br />
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=== 115 ===<br />
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Nell’uso tecnico-demografico, la {{TextTerm|famiglia|1|115|OtherIndexEntry=famiglie}}, chiamata spesso {{TextTerm|famiglia in senso statistico|1|115|OtherIndexEntry=famiglie in senso statistico}}, è una {{NonRefTerm|unità statistica}} ({{RefNumber|11|0|1}}) la cui definizione varia da Paese a Paese. In certi casi, in particolare in Francia, la definizione di famiglia statistica riposa sulla nozione di {{NonRefTerm|famiglia biologica}} ({{RefNumber|11|3|1}}). In altri Paesi, al contrario, considerazioni economiche e sociali hanno portato a definire la famiglia statistica sulla base di quello che può essere definito come il {{TextTerm|nucleo famigliare principale|2}}, consistente nel {{NonRefTerm|capofamiglia}} ({{RefNumber|11|1|2}}), nel {{NonRefTerm|coniuge}} ({{RefNumber|50|1|5}}), e nei loro {{NonRefTerm|figli}} ({{RefNumber|11|2|5}}) conviventi non {{NonRefTerm|sposati}} ({{RefNumber|51|5|5}}) e senza figli.<br />
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=== 116 ===<br />
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Precisando un significato assunto dal termine {{TextTerm|generazione|1|116|OtherIndexEntry=generazioni}} nel linguaggio corrente, i demografi impiegano questo vocabolo per indicare un insieme di individui nati nel corso di uno stesso periodo. Se questo periodo non è precisato, è generalmente sottinteso che si tratti di un anno di calendario. La generalizzazione di tale nozione porta a quella di {{TextTerm|coorte|2|116|OtherIndexEntry=coorti}}: insieme di individui che hanno vissuto uno stesso evento nel corso di un medesimo periodo di tempo. Il termine {{TextTerm|generazione|3}} può anche designare, in demografia come in {{NonRefTerm|genealogia}} ({{RefNumber|21|5|12}}), la {{NonRefTerm|discendenza}} ({{RefNumber|11|4|7}}) di una generazione nel senso del n° {{RefNumber|11|6|1}}. Si considerano talvolta generazioni costituite da individui dello stesso sesso, chiamate secondo il caso {{TextTerm|generazioni maschili|4|116|IndexEntry=generazione maschile|OtherIndexEntry=maschile, generazione-}} o {{TextTerm|generazioni femminili|5|116|IndexEntry=generazione femminile|OtherIndexEntry=femminile, generazione-}}, in particolare per il calcolo dell’{{NonRefTerm|intervallo medio tra generazioni successive}} ({{RefNumber|71|3|1}}). <br />
Concetti strettamente collegati sono, ad esempio, le {{TextTerm|giovani generazioni|6|116|IndexEntry=giovane generazione|OtherIndexEntry=generazione, giovane-}}, la {{TextTerm|generazione di mezzo|7}} e la {{TextTerm|vecchia generazione|8}}, presso le quali i limiti di età restano spesso vaghi e richiederebbero una precisazione. <br />
Si è anche deciso di indicare come {{TextTerm|seconda generazione|9}} i discendenti degli immigrati e degli stranieri. Occasionalmente, ci si occupa anche della terza o quarta generazione. Infine, per gruppi di persone venute al mondo in periodi in cui le nascite sono state particolarmente numerose (o basse) si parla di {{TextTerm|generazioni ad alto tasso di natalità|10|116|IndexEntry=generazione ad alto tasso di natalità}} o {{TextTerm|generazioni con basso tasso di natalità|11|116|IndexEntry=generazione con basso tasso di natalità}}. <br />
<br />
{{Note|1| Il termine {{NoteTerm|generazione}} indica anche l’azione del {{NoteTerm|generare}} (cf. {{RefNumber|60|1|2}}*).}}<br />
{{Note|2| Il termine {{NoteTerm|classe}} indica, nella terminologia militare, una generazione di coscritti. Sono dette {{NoteTerm|classi vuote}} delle classi derivanti da {{NoteTerm|generazioni vuote}}, cioè da generazioni nate durante periodi in cui la natalità si è trovata temporaneamente notevolmente ridotta.}}<br />
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{{OtherLanguages|11}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=11&diff=8636112013-08-11T20:18:02Z<p>Joseph Larmarange: /* 110 */</p>
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=== 110 ===<br />
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Le principali {{TextTerm|unità statistiche|1|110|IndexEntry=unità statistica|OtherIndexEntry=statistica, unità-}} utilizzate in demografia, possono essere classificate, secondo la loro natura, in due categorie: una, di unità astratte, costituite da {{NonRefTerm|eventi}} ({{RefNumber|20|1|3}}), ed una, di unità concrete. Tra queste ultime, una delle più importanti è l’{{TextTerm|individuo|2|110|OtherIndexEntry=individui}}, o {{TextTerm|persona|2|110|OtherIndexEntry=persone}} – si utilizzava in passato, e a volte si utilizza ancora oggi, in tal senso, il termine {{TextTerm|anima|2|110|OtherIndexEntry=anime}}, o {{TextTerm|testa|2|110|OtherIndexEntry=teste}} (cf. {{RefNumber|20|2|1}}* e {{RefNumber|90|2|7}}). Non esiste in italiano un vocabolo specifico per designare quella complessa unità statistica di carattere economico-sociale chiamata {{TextTerm|ménage|3}} in francese, costituita in linea di principio dall’insieme degli individui abitualmente conviventi e coabitanti. Appropriato, in questo senso, era il termine {{TextTerm|fuoco|3|110}}, o {{TextTerm|focolare|3|110}}, usato nei {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}) anteriori al XIX secolo. Un concetto corrispondente — almeno per quanto concerne l’Italia — potrebbe oggi venir reso con l’espressione {{TextTerm|famiglia in senso statistico|3}}, o {{TextTerm|famiglia di censimento|3|110|OtherIndexEntry=censimento, famiglia di-}}, tenendo però presente il fatto che la definizione di {{NonRefTerm|famiglia}} ({{RefNumber|11|2|1}}) può variare da un {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}}) all’altro, anche nello stesso Paese. Variando la definizione predetta secondo i Paesi, o secondo i casi, per facilitare i confronti internazionali è stato raccomandato di far riferimento ad un gruppo di persone coabitanti nella stessa {{NonRefTerm|abitazione}} ({{RefNumber|12|0|1}}) e che consumano in comune i pasti. È inoltre raccomandato di distinguere, accanto alle {{TextTerm|convivenze di carattere familiare|4|110|IndexEntry=convivenza di carattere familiare}}, o {{TextTerm|convivenze familiari|4|110|IndexEntry=convivenza familiare|OtherIndexEntry=familiare, convivenza-}}, corrispondenti alla nozione di uso comune, le {{TextTerm|convivenze non familiari|5|110|IndexEntry=convivenza non familiare}} o {{TextTerm|collettività|5}} costituite da individui che vivono abitualmente insieme in particolari istituti (caserme, collegi, conventi, carceri ecc.). Un individuo che viva solo viene generalmente considerato una {{TextTerm|famiglia di un solo membro|6}}. Secondo i casi, i {{TextTerm|pensionanti|7|110|IndexEntry=pensionante}} presso famiglie private, o anche talvolta i semplici {{TextTerm|locatari di camere ammobiliate|8|110|IndexEntry=locatario di camera ammobiliata|OtherIndexEntry=affittuario di camera ammobiliata|OtherIndexEntryTwo=camera ammobiliata, locatario di-|OtherIndexEntryThree=camera ammobiliata, affittuario di-}}, possono essere inclusi o meno nelle convivenze familiari che li ospitano.<br />
{{Note|2| Nel linguaggio corrente, il termine {{NoteTerm|gente}} serve talvolta come plurale di persona; ad esempio nelle espressioni: {{NoteTerm|gente sposata}} (cf. {{RefNumber|51|5|5}}), {{NoteTerm|gente anziana}} (cf. {{RefNumber|32|4|8}}), {{NoteTerm|gente giovane}} ({{RefNumber|32|4|3}}).}}<br />
{{Note|3| In francese, nel linguaggio corrente, l’espressione {{NoteTerm|ménage}} è spesso sinonimo di {{NoteTerm|coppia sposata}} ({{RefNumber|50|1|8}}).}}<br />
{{Note|7| Il {{NoteTerm|pensionante}}, detto a volte dozzinante, ottiene cibo e alloggio dietro corresponsione di un canone a titolo di {{NoteTerm|pensione}}.}}<br />
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=== 111 ===<br />
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Quando una {{NonRefTerm|convivenza di carattere famigliare}} ({{RefNumber|11|0|4}}) comprende più di una persona, queste sono dette {{TextTerm|membri della famiglia|1|111|IndexEntry=membro della famiglia|OtherIndexEntry=famiglia, membro della-|OtherIndexEntryTwo=componente della famiglia|OtherIndexEntryThree=famiglia, componente della-}} ed una tra queste è considerata come {{TextTerm|capofamiglia|2}} – non è sempre chiaro chi debba essere considerato tale: potrebbe essere, eventualmente, il {{TextTerm|principale sostegno economico|3}} della famiglia (cf. {{RefNumber|35|8|3}}). I fogli di censimento comprendono generalmente un quesito riguardante i {{TextTerm|legami|4|111|IndexEntry=legame}}, o {{TextTerm|relazioni|4|111|IndexEntry=relazione}}, esistenti tra il capofamiglia ed ognuno degli altri membri della stessa. Ciò consente, eventualmente, di ripartire in diversi gruppi i membri di una cosiddetta {{TextTerm|convivenza famigliare complessa|5}}, cioè di una {{NonRefTerm|convivenza famigliare}} i cui membri non appartengono tutti alla stessa {{NonRefTerm|famiglia biologica}} ({{RefNumber|11|3|1}}). Una famiglia complessa può infatti essere scomposta in {{TextTerm|nuclei|6|111|IndexEntry=nucleo}}, {{TextTerm|nucleo principale|7|111|OtherIndexEntry=nuclei principali}}, {{TextTerm|nuclei secondari|8|111|IndexEntry=nucleo secondario}}, o in {{NonRefTerm|famiglie}} ({{RefNumber|11|2|1}}); la {{TextTerm|famiglia principale|9|111|OtherIndexEntry=famiglie principali|OtherIndexEntryTwo=principale, famiglia-}} è quella del capofamiglia; le altre sono chiamate {{TextTerm|famiglie secondarie|10|111|IndexEntry=famiglia secondaria|OtherIndexEntry=secondaria, famiglia-}}. Il numero di persone che compongono la famiglia è detto {{TextTerm|dimensione della famiglia|11|111|OtherIndexEntry=famiglia, dimensione della-}}, o {{TextTerm|taglia della famiglia|11|111|OtherIndexEntry=famiglia, taglia della-}}.<br />
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La {{TextTerm|famiglia|1|112|OtherIndexEntry=famiglie}}, nel senso più usuale, (cfr. § 113 e 115) deve essere scrupolosamente distinta dalla {{NonRefTerm|famiglia in senso statistico}} ({{RefNumber|11|0|3}}). Essa si richiama ai legami naturali connessi con il processo di riproduzione, soprattutto nella misura in cui questi legami vengono socialmente sanciti attraverso disposizioni legali o di costume. Nelle società di stampo europeo, la famiglia riposa principalmente sul vincolo tra i conuigi risultante dal {{NonRefTerm|matrimonio}} ({{RefNumber|50|1|4}}), da un lato, e dall’altro sulla {{NonRefTerm|relazione}} ({{RefNumber|11|4|3}}*) che sussiste fra {{TextTerm|genitori|2|112|IndexEntry=genitore}} (pl.) - {{TextTerm|padre|3|112|OtherIndexEntry=padri}} e {{TextTerm|madre|4|112|OtherIndexEntry=madri}} – e loro {{TextTerm|figli|5|112|IndexEntry=figlio|OtherIndexEntryTwo=figlia}} – abbracciando con questo vocabolo tanto i {{TextTerm|figli maschi|6|112|IndexEntry=figlio maschio|OtherIndexEntry=figli di sesso maschile}}, quanto le {{TextTerm|figlie|7|112|IndexEntry=figlia|OtherIndexEntry=figli di sesso femminile}}.<br />
{{Note|2| Al singolare si può dire genitore (s.m.) senza distinzione di sesso.}}<br />
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L’insieme costituito da una {{NonRefTerm|coppia}} ({{RefNumber|50|3|8}}) e dai suoi figli ({{RefNumber|11|2|5}}) è talvolta chiamato {{TextTerm|famiglia biologica|1|113|OtherIndexEntry=biologica, famiglia-}}. Considerati dal punto di vista delle loro relazioni reciproche, i figli di una stessa coppia sono detti {{TextTerm|fratelli|2|113|IndexEntry=fratello}} o {{TextTerm|sorelle|3|113|IndexEntry=sorella}}, secondo il sesso. L’insieme di fratelli e sorelle viene talvolta denominato {{TextTerm|fratellanza|4}}. Figli che hanno un solo {{NonRefTerm|genitore}} ({{RefNumber|11|2|2}}*) in comune, sono chiamati {{TextTerm|fratellastri|5|113|IndexEntry=fratellastro}} o {{TextTerm|sorellastre|6|113|IndexEntry=sorellastra}}, a seconda del sesso. Le {{TextTerm|famiglie estese|7|113|IndexEntry=famiglia estesa|OtherIndexEntry=estesa, famiglia-|OtherIndexEntryTwo=famiglia allargata|OtherIndexEntryThree=famiglie allargate}} sono unità famigliari più larghe, composte generalmente da combinazioni di nuclei famigliari. Forme importanti sono la {{TextTerm|famiglia allargata verticalmente|8|113|OtherIndexEntry=famiglia estesa verticalmente}} o la {{TextTerm|famiglia formata da tre o più generazioni|8}} e la {{TextTerm|famiglia allargata orizzontalmente o lateralmente|9|113|OtherIndexEntry=famiglia estesa orizzontalmente o lateralmente}}, nella quale convivono i fratelli con i loro coniugi e figli. Le famiglie composte da tre o più generazioni possono inoltre, in base al vigente diritto di successione, assumere forme particolari come la {{TextTerm|famiglia patriarcale o tribale|10|113|OtherIndexEntry=patriarcale, famiglia-|OtherIndexEntryTwo=tribale, famiglia-}}, presso la quale, tra i figli, resta a vivere con i genitori solo l’erede con la sua famiglia.<br />
{{Note|2| Nella terminologia giuridica, i termini fratello e sorella possono indicare individui aventi un solo genitore in comune (cfr. {{RefNumber|11|3|5}} e {{RefNumber|11|3|6}}). Fratelli e sorelle sono detti {{NoteTerm|germani}} se hanno lo stesso padre e la stessa madre. In caso diverso, sono detti {{NoteTerm|consanguinei o uterini}}, a seconda che abbiano lo stesso {{NonRefTerm|padre}} ({{RefNumber|11|2|3}}) o la stessa {{NonRefTerm|madre}} ({{RefNumber|11|2|4}}).}}<br />
{{Note|3| Cfr. nota precedente.}}<br />
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=== 114 ===<br />
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Due individui dei quali l’uno discende dall’altro, o che fanno parte della {{TextTerm|discendenza|1}} di uno stesso {{TextTerm|ascendente|2}}, sono detti {{TextTerm|parenti|3|114|IndexEntry=parente}}. Il computo del {{TextTerm|grado di parentela|4|114|OtherIndexEntry=parentela, grado di-}} fra due individui viene fatto in vari modi. Secondo il codice civile italiano, nella {{NonRefTerm|linea diretta}} ({{RefNumber|11|4|3}}*) si contano tanti gradi quante sono le relazioni di {{NonRefTerm|filiazione}} ({{RefNumber|11|4|5}}*), escluso il {{NonRefTerm|capostipite}} ({{RefNumber|11|4|1}}*), mentre nella {{NonRefTerm|linea collaterale}} ({{RefNumber|11|4|3}}*) i gradi si computano dalle stesse relazioni, salendo da uno dei {{NonRefTerm|parenti}} ({{RefNumber|11|4|3}}) fino allo stipite comune e da questo discendendo all’altro parente, sempre restando escluso il capostipite. La relazione tra i {{NonRefTerm|genitori}} ({{RefNumber|11|2|2}}) ed i loro figli è chiamata {{TextTerm|filiazione|5}}, se considerata dall’aspetto dei figli; prende rispettivamente il nome di {{TextTerm|paternità|6}} o di {{TextTerm|maternità|6}}, se considerata dall’aspetto del padre o della madre. Il termine {{TextTerm|prole o figliolanza|7}} designa propriamente l’insieme dei {{NonRefTerm|figli}} ({{RefNumber|11|2|5}}) di uno stesso individuo, di una stessa coppia, o di un certo numero di individui (cfr. {{RefNumber|11|6|3}}) o di coppie; ma è talvolta impiegato in senso più largo di discendenza. La {{NonRefTerm|relazione di parentela}} ({{RefNumber|11|4|3}}*), in senso proprio, definita da una relazione di consanguinità, è distinta dall’{{TextTerm|affinità|8}}, relazione che nasce, con il matrimonio, fra un coniuge ed i parenti dell’altro. Spesso, tuttavia il linguaggio corrente fa rientrare gli affini nel novero dei parenti di un dato individuo.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Discendenza}}, s.f. : insieme dei {{NoteTerm|discendenti}} (s.m.) da uno stesso individuo. Nello stesso senso si usa anche il termine progenie}}.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Ascendente}}, s.m. - {{NoteTerm|ascendenza}}, s.f. : insieme degli ascendenti in linea retta di uno stesso individuo.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Parente}}, agg. ff. s.m. - {{NoteTerm|parentela}}, s.f. : vincolo tra persone che discendono da uno stesso stipite ed anche insieme di parenti di un dato individuo. Si ha parentela in {{NoteTerm|linea diretta}} tra ascendenti e discendenti, ed in {{NoteTerm|linea collaterale}} negli altri casi: i parenti in causa sono allora detti {{NoteTerm|collaterali}} (agg. ff. s.m.).}}<br />
{{Note|8| {{NoteTerm|Affinità}}, s.f. - {{NoteTerm|affine}}, pp. ff. s. : persona unita ad un’altra da una relazione di affinità.}}<br />
<br />
=== 115 ===<br />
<br />
Nell’uso tecnico-demografico, la {{TextTerm|famiglia|1|115|OtherIndexEntry=famiglie}}, chiamata spesso {{TextTerm|famiglia in senso statistico|1|115|OtherIndexEntry=famiglie in senso statistico}}, è una {{NonRefTerm|unità statistica}} ({{RefNumber|11|0|1}}) la cui definizione varia da Paese a Paese. In certi casi, in particolare in Francia, la definizione di famiglia statistica riposa sulla nozione di {{NonRefTerm|famiglia biologica}} ({{RefNumber|11|3|1}}). In altri Paesi, al contrario, considerazioni economiche e sociali hanno portato a definire la famiglia statistica sulla base di quello che può essere definito come il {{TextTerm|nucleo famigliare principale|2}}, consistente nel {{NonRefTerm|capofamiglia}} ({{RefNumber|11|1|2}}), nel {{NonRefTerm|coniuge}} ({{RefNumber|50|1|5}}), e nei loro {{NonRefTerm|figli}} ({{RefNumber|11|2|5}}) conviventi non {{NonRefTerm|sposati}} ({{RefNumber|51|5|5}}) e senza figli.<br />
<br />
=== 116 ===<br />
<br />
Precisando un significato assunto dal termine {{TextTerm|generazione|1|116|OtherIndexEntry=generazioni}} nel linguaggio corrente, i demografi impiegano questo vocabolo per indicare un insieme di individui nati nel corso di uno stesso periodo. Se questo periodo non è precisato, è generalmente sottinteso che si tratti di un anno di calendario. La generalizzazione di tale nozione porta a quella di {{TextTerm|coorte|2|116|OtherIndexEntry=coorti}}: insieme di individui che hanno vissuto uno stesso evento nel corso di un medesimo periodo di tempo. Il termine {{TextTerm|generazione|3}} può anche designare, in demografia come in {{NonRefTerm|genealogia}} ({{RefNumber|21|5|12}}), la {{NonRefTerm|discendenza}} ({{RefNumber|11|4|7}}) di una generazione nel senso del n° {{RefNumber|11|6|1}}. Si considerano talvolta generazioni costituite da individui dello stesso sesso, chiamate secondo il caso {{TextTerm|generazioni maschili|4|116|IndexEntry=generazione maschile|OtherIndexEntry=maschile, generazione-}} o {{TextTerm|generazioni femminili|5|116|IndexEntry=generazione femminile|OtherIndexEntry=femminile, generazione-}}, in particolare per il calcolo dell’{{NonRefTerm|intervallo medio tra generazioni successive}} ({{RefNumber|71|3|1}}). <br />
Concetti strettamente collegati sono, ad esempio, le {{TextTerm|giovani generazioni|6|116|IndexEntry=giovane generazione|OtherIndexEntry=generazione, giovane-}}, la {{TextTerm|generazione di mezzo|7}} e la {{TextTerm|vecchia generazione|8}}, presso le quali i limiti di età restano spesso vaghi e richiederebbero una precisazione. <br />
Si è anche deciso di indicare come {{TextTerm|seconda generazione|9}} i discendenti degli immigrati e degli stranieri. Occasionalmente, ci si occupa anche della terza o quarta generazione. Infine, per gruppi di persone venute al mondo in periodi in cui le nascite sono state particolarmente numerose (o basse) si parla di {{TextTerm|generazioni ad alto tasso di natalità|10|116|IndexEntry=generazione ad alto tasso di natalità}} o {{TextTerm|generazioni con basso tasso di natalità|11|116|IndexEntry=generazione con basso tasso di natalità}}. <br />
<br />
{{Note|1| Il termine {{NoteTerm|generazione}} indica anche l’azione del {{NoteTerm|generare}} (cf. {{RefNumber|60|1|2}}*).}}<br />
{{Note|2| Il termine {{NoteTerm|classe}} indica, nella terminologia militare, una generazione di coscritti. Sono dette {{NoteTerm|classi vuote}} delle classi derivanti da {{NoteTerm|generazioni vuote}}, cioè da generazioni nate durante periodi in cui la natalità si è trovata temporaneamente notevolmente ridotta.}}<br />
<br />
==<center>⁂</center>==<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|11}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=60&diff=8635602013-08-11T20:10:20Z<p>Joseph Larmarange: /* 601 */ Syntax</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''60'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
<br />
= Fecondità e fertilità =<br />
<br />
== 60 ==<br />
=== 601 ===<br />
<br />
Lo studio della {{TextTerm|fecondità|1}}, o della {{TextTerm|fertilità|1}}, come altri preferiscono (cfr. 621), tratta del fenomeno della {{TextTerm|procreazione|2}} sotto i suoi vari aspetti, all’interno di popolazioni o {{NonRefTerm|sottopopolazioni}} ({{RefNumber|10|1|6}}). La voce {{TextTerm|natalità|1}} è usata con riferimento alla frequenza delle {{TextTerm|nascite|3|601|IndexEntry=nascita}} in una data popolazione complessiva, escludendo quindi le sottopopolazioni (cfr. § {{RefNumber|63|2|}}), e si parla più precisamente di ''fecondità,'' o di ''fertilità,'' a proposito della frequenza delle nascite in seno a gruppi in età feconda (cfr. § {{RefNumber|63|3|}}). La nascita è definita risultante da un {{NonRefTerm|parto}} ({{RefNumber|60|3|4}}), ad ogni {{NonRefTerm|parto plurimo}} ({{RefNumber|60|6|2}}) corrispondono più nascite. Dopo che il bambino è venuto alla luce, si distingue tra {{TextTerm|nascite viventi|4|601|IndexEntry=nascita vivente|OtherIndexEntry=vivente, nascita}}, o {{TextTerm|nascita di un nato vivo|5}}, e nascita di un {{NonRefTerm|nato morto}} (cfr. {{RefNumber|41|1|5}}*) attraverso criteri per verificare la vitalità come la respirazione, la mobilità, il battito del cuore del bambino. Se si prendono in considerazione i soli nati vivi si parla di {{TextTerm|natalità effettiva|6|601|OtherIndexEntry=effettiva, natalità}} o di {{TextTerm|fecondità effettiva|6|601|OtherIndexEntry=effettiva, fecondità}}, se ci si riferisce alle nascite totali, ivi comprese quelle dei nati morti, si parla invece di {{TextTerm|natalità totale|7|601|OtherIndexEntry=totale, natalità}} o di {{TextTerm|fecondità totale|7|601|OtherIndexEntry=totale, fecondità}}; tuttavia si usa molto spesso il termine {{TextTerm|natalità|6}} senza altre specificazioni nel senso di natalità effettiva. L’espressione {{TextTerm|fecondità differenziale|8|601|OtherIndexEntry=differenziale, fecondità}} si usa per indicare le differenze nella fecondità tra sottopopolazioni.<br />
{{Note|1| A proposito del significato della parola {{NoteTerm|fecondità}} in demografia, vedere anche § 623. I demografi dei Paesi di lingua neolatina usano di solito il termine fecondità per indicare la manifestazione concreta della capacità a procreare. Con {{NoteTerm|fertilità}} si indica invece la capacità o attitudine a generare. La parola {{NoteTerm|natalità}} è utilizzata talvolta come sinonimo di {{NonRefTerm|tasso di natalità}} (secondo la {{RefNumber|63|2|1}})}}.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|procreazione}}, s.f. — {{NoteTerm|procreare}}, v.t. — {{NoteTerm|attività procreatrice}} o {{NoteTerm|attività pro-creativa:}} il procreare.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|nascita}}, s.f. — {{NoteTerm|nascere}}, v.i. — {{NoteTerm|nato}}, pp., agg. e s.m.<br />In Italia, alla registrazione di una nascita nell’apposito ''registro di nascita'' ({{RefNumber|21|1|3}}), viene compilata a scopo statistico anche una {{NoteTerm|scheda di nascita}}. Vi sono schede per maschio e schede per femmina, ed in ciascuna di esse una parte è riservata per i casi di ''natimortalità'' ({{RefNumber|41|0|6}}). La {{NoteTerm|denuncia della nascita}} va fatta entro dieci giorni dall’evento. Fonte di inaccuratezza nei dati sulle nascite, in alcune regioni, è il malvezzo di alcuni di dichiarare come avvenuto giorni più tardi del reale l’evento: queste {{NoteTerm|denunce ritardate delle nascite}} alterano soprattutto i dati di fine dicembre e dei primi giorni del gennaio successivo.}}<br />
{{Note|4| Quando si distingue fra nati vivi e nati morti, in una classificazione, si dice che questa è fatta secondo la {{NoteTerm|vitalità}} (s.f.) dei nati.}}<br />
{{Note|5| Secondo la legge italiana, si considera nato vivo un ''nato'' che abbia almeno respirato.}}<br />
{{Note|6| Qualche autore usa il termine {{NoteTerm|prolificità}} (s.f. — {{NoteTerm|prolifico}}, agg.) per il caso in cui ci si riferisca ai soli ''nati vivi,'' e parla di {{NoteTerm|produttività}} (s.f. — produttivo, agg.), quando si prendono anche in considerazione ''nati morti'' ed ''aborti'' ({{RefNumber|60|3|5}}), da un uomo, o da una donna, o ''da una coppia'' ({{RefNumber|50|3|4}}). Ma non si tratta di un uso uniformemente seguito. In particolare, il vocabolo ''prolificità'' viene impiegato con varietà di significati da autori diversi (ad esempio, nel senso di {{RefNumber|63|2|2}}, o per indicare qualsiasi forma di misura della ''fecondità'' — cfr. 621).<br />L’Espressione {{NoteTerm|natalità residua}} viene usata per indicare la frequenza dei ''sopravviventi'' ({{RefNumber|43|1|4}}) dopo un anno dalla nascita.}}<br />
{{Note|7| Si usa parlare di {{NoteTerm|nascite totali}}, o di {{NoteTerm|nati in totale}}, quando si intendono inclusi i casi di natimortalità. Se questi sono esclusi, allora si deve di norma specificare che ci si riferisce ai soli ''nati vivi'': parlare solo di ''nati'' darebbe luogo ad incertezze nell’interpretazione.}}<br />Non si confonda ''natalità totale'' con ''fecondità generale, o fertilità generale'' (cfr. {{RefNumber|63|1|6}}). }}<br />
<br />
=== 602 ===<br />
<br />
Il {{TextTerm|concepimento|1|602}} — o {{TextTerm|concezione|1}} — avviene con la {{TextTerm|fecondazione|2}} di un {{TextTerm|uovo|3}} da parte di uno {{TextTerm|spermatozoo|4}}. Ha così inizio la {{TextTerm|gravidanza|5}} o {{TextTerm|gestazione|5}} durante la quale il {{TextTerm|prodotto del concepimento|6|602|OtherIndexEntry=concepimento, prodotto del-}} prende dapprima il nome di {{TextTerm|embrione|7}} e poi di {{TextTerm|feto|7}}. Non si sa di preciso il momento in cui l’embrione diventa feto: alcuni lo collocano alla fine del terzo mese di vita all’interno dell’utero; ma gli statistici chiamano volentieri embrione ogni prodotto del concepimento il cui grado di sviluppo sia insufficiente affinché la sua venuta al mondo costituisca una {{NonRefTerm|nascita}} secondo la statistica (cfr. {{RefNumber|60|1|3}}*). Si dice {{TextTerm|annidamento|8}} l’impianto dell’uovo nella parete dell’{{TextTerm|utero|9}} a pochi giorni dalla fecondazione.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|concepimento}}, s.m. — {{NoteTerm|concezione}}, s.f. — {{NoteTerm|concepire}}, v.t. — {{NoteTerm|concepito}}, pp., agg. e s.m.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|fecondazione, s.f. — fecondare, v.t. — fecondabile}}, agg.: suscettibile d’essere fecondato (cfr. {{RefNumber|62|1|1}}*).<br /> La {{NoteTerm|fecondazione artificiale}} è una fecondazione ottenuta per {{NoteTerm|inseminazione artificiale}}.}}<br />
{{Note|3| Talvolta si distingue fra {{NoteTerm|ovulo}} e {{NoteTerm|uovo}} o {{NonRefTerm|zigote}} ({{RefNumber|91|1|7}}), che sarebbe un ovulo fecondato}}.<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|gravidanza}}, s.f. — {{NoteTerm|gravida}}, agg. e s.f.: in stato di gravidanza — {{NoteTerm|gravidico}}, agg.: che è in relazione con la gravidanza.<br />Il periodo della gravidanza prende il nome di {{NoteTerm|gestazione}} (s.f. — {{NoteTerm|gestante}}, agg. e s.f.). <br />Di una donna gravida si dice anche che è {{NoteTerm|incinta}}. }}<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|embrione}}, s.m. — {{NoteTerm|embrionale}}, agg. — {{NoteTerm|embriologia}}, s.f.: scienza che tratta dello sviluppo degli embrioni. {{NoteTerm|feto}}, s.m. — {{NoteTerm|fetale}}, agg.<br />Il ''concepito'' prende nome di ''embrione'' nei primi due mesi della gravidanza, grosso modo, e di ''feto'' nel periodo successivo. }}<br />
{{Note|9| {{NoteTerm|utero}}, s.m. — {{NoteTerm|uterino}}, agg.}}<br />
<br />
=== 603 ===<br />
<br />
Viene spesso proposta una distinzione concettualmente discutibile fra {{TextTerm|feti vitali|1|603|IndexEntry=feto vitale|OtherIndexEntry=vitale, feto-}} e {{TextTerm|feti non vitali|2|603|IndexEntry=feto non vitale|OtherIndexEntry=non vitale, feto-}}, intendendosi la non vitalità come una aprioristica presunzione di inadattabilità alla vita extrauterina: distinzione che si riduce normalmente alla determinazione di una convenzionale {{TextTerm|durata della gestazione|3|603|OtherIndexEntry=gestazione, durata della-}}, o {{TextTerm|durata della gravidanza|3|603|OtherIndexEntry=gravidanza, durata della-}} (cfr. {{RefNumber|60|1|3}}) — tra i 5 ed i 7 mesi —, al di sotto della quale si presume che detta inadattabilità debba sussistere. L’espulsione o l’estrazione del {{NonRefTerm|prodotto del concepimento}} ({{RefNumber|60|2|6}}) ad una durata superiore prende il nome di {{TextTerm|parto|4}}, e ad una durata non superiore prende il nome di {{TextTerm|aborto|5}}, o {{TextTerm|interruzione della gravidanza|5|603|OtherIndexEntry=gravidanza, interruzione della-}}. Dicesi {{TextTerm|puerperio|6}} il periodo successivo al parto, di una durata di circa sei settimane, durante il quale l’utero riprende le sue dimensioni normali e la probabilità di {{NonRefTerm|concepire}} ({{RefNumber|60|2|1}}*) è relativamente bassa.<br />
{{Note|3| La durata della gravidanza viene in pratica calcolata a partire dall’inizio dell’ultima {{NoteTerm|mestruazione}} ({{RefNumber|62|0|3}}), si parla in questo caso di {{NoteTerm|durata convenzionale della gravidanza}}, in contrapposizione alla {{NoteTerm|durata vera della gravidanza}}, calcolata a partire dal concepimento.<br />Quando la gravidanza termina con un aborto, spontaneo o provocato, o un nato morto, essa viene chiamata {{NoteTerm|gravidanza improduttiva}}.}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|parto}}, s.m. — {{NoteTerm|partorire}}, v.t. — {{NoteTerm|partoriente}}, agg., s.f.: donna che sta per partorire.<br />La voce parto significa in senso stretto l’espulsione (o l’estrazione) propriamente detta del prodotto del concepimento, ed in senso lato l’insieme di circostanze associate alla medesima, inclusi quindi il travaglio, o travaglio di parto, che la precede, ed il {{NoteTerm|secondamento}}, che la segue, con l’espulsione (od estrazione) della {{NoteTerm|placenta}}.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|aborto}}, s.m. — {{NoteTerm|abortire}}, v.i. — {{NoteTerm|abortivo}}, agg. <br />Bisogna notare che nel linguaggio corrente, la parola aborto assume spesso il significato {{NonRefTerm|aborto provocato}} ({{RefNumber|60|4|2}}), in contrapposizione a {{NonRefTerm|aborto spontaneo}} ({{RefNumber|60|4|1}}).}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|puerperio}}, s.m. — {{NoteTerm|puerperale}}, agg. — {{NoteTerm|puerpera}}, s.f.: donna in puerperio.}}<br />
<br />
=== 604 ===<br />
<br />
Si dice {{TextTerm|aborto involontario|1|604|OtherIndexEntry=involontario, aborto}}, o {{TextTerm|aborto spontaneo|1|604|OtherIndexEntry=spontaneo, aborto-}}, un {{NonRefTerm|aborto}} ({{RefNumber|60|3|5}}) non intenzionale. In caso diverso, si parla di {{TextTerm|aborto provocato|2|604|OtherIndexEntry=provocato, aborto}}, o {{TextTerm|aborto procurato|2}}, distinguendosi ulteriormente fra {{TextTerm|aborto terapeutico|3|604|OtherIndexEntry=terapeutico, aborto-}}, indotto specialmente in considerazione della salute della {{NonRefTerm|gravida}} ({{RefNumber|60|2|5}}*), {{TextTerm|aborto legale|4|604|OtherIndexEntry=legale, aborto-}}, in quanto motivato da fini ammessi dalla legge del luogo, e {{TextTerm|aborto criminoso|5|604|OtherIndexEntry=criminoso, aborto-}}, o {{TextTerm|aborto illegale|5|604|OtherIndexEntry=illegale, aborto-}}, procurato per fini non ammessi dalla legge. A seconda del tipo di intervento, si distingue tra l’{{TextTerm|aborto tramite raschiamento|6}}, {{TextTerm|aborto tramite dilatazione e aspirazione|6}}, l’{{TextTerm|aborto per aspirazione|7}}, l’{{TextTerm|isterotomia|8}} (sezione o taglio della muscolatura dell'utero) e l'{{TextTerm|aborto indotto tramite procedure mediche|9}}.<br />
<br />
=== 605 ===<br />
<br />
A seconda della {{NonRefTerm|durata della gravidanza}} ({{RefNumber|60|3|3}}), si distingue fra {{TextTerm|parto a termine|1}} e {{TextTerm|parto prematuro|2|605|OtherIndexEntry=prematuro, parto-}}, o {{TextTerm|parto prima del termine|2}}. E si parla anche, rispettivamente, di {{TextTerm|nato a termine|3}} e di {{TextTerm|prematuro|4}} (agg. e s.m.), o {{TextTerm|nato prima del termine|4}}, con riferimento al {{NonRefTerm|feto}} ({{RefNumber|60|2|7}}) venuto alla luce. Il termine {{TextTerm|prematurità|5}} studia i fenomeni connessi al parto prematuro. In generale, si considerano prematuri i parti che si verificano prima di 37 settimane, cioè della durata convenzionale della gravidanza. Se si fa riferimento, invece che alla durata della gravidanza, al {{TextTerm|peso alla nascita|6}} si parla in questo caso di {{TextTerm|immaturità|7}} e si definiscono {{TextTerm|immaturi|8|605|IndexEntry=immaturo}} i nati che pesano meno di un limite fissato, di solito, a 2.500 grammi. Si parla in questo caso di {{TextTerm|debolezza congenita|9}}, in riferimento ai bambini nati in un stato particolare di debolezza.<br />
<br />
=== 606 ===<br />
<br />
Si parla di {{TextTerm|parto semplice|1}} (cfr. {{RefNumber|60|3|4}}), quando il {{NonRefTerm|nato}} ({{RefNumber|60|1|3}}*) è uno solo, e di {{TextTerm|parto plurimo|2}}, o di {{TextTerm|parto multiplo|2}}, in caso diverso. I nati da {{NonRefTerm|parto plurimo}} sono detti {{TextTerm|gemelli|3|606|IndexEntry=gemello}}: si distingue fra {{TextTerm|gemelli monozigoti|4|606|IndexEntry=gemello monozigote}}, {{TextTerm|gemelli monovulari|4|606|IndexEntry=gemello monovulare}}, o {{TextTerm|gemelli monocoriali|4|606|IndexEntry=gemello monocoriale}}, o {{TextTerm|gemelli omologhi|4|606|IndexEntry=gemello omologo}}, i quali derivano da un unico {{NonRefTerm|uovo}} ({{RefNumber|60|2|3}}), e {{TextTerm|gemelli eterozigoti|5|606|IndexEntry=gemello eterozigota}}, o {{TextTerm|gemelli biovulari|5|606|IndexEntry=gemello biovulare}}, o {{TextTerm|gemelli bicoriali|5|606|IndexEntry=gemello bicoriale}}, o {{TextTerm|gemelli eterologhi|5|606|IndexEntry=gemello eterologo}}, che derivano da uova distinte.<br />
{{Note|1| Quando i ''parti'' sono classificati come ''semplici, doppi, tripli,'' ecc., si dice che lo sono secondo il {{NoteTerm|genere del parto}}.}}<br />
{{Note|2| Si distingue ulteriormente fra {{NoteTerm|parto doppio (parto Trigemino), parto triplo (parto trigemino), parto quadruplo (parto quadrigemino) e parto quintuplo (parto quinquigemino)}}, a seconda che il numero dei nati sia di due, tre, quattro, cinque, rispettivamente. La qualifica di {{NoteTerm|parto gemellare}} deve essere riservata ai ''parti doppi.''}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|gemello}}, agg. e s.m. — {{NoteTerm|gemellare}}, agg. — {{NoteTerm|gemellipara}}, s.f.: la donna che ha un parto gemellare. Si dice {{NoteTerm|gravidanza gemellare}} una gravidanza in cui la donna porti ''gemelli.''}}<br />In senso stretto ed usuale la parola gemelli indica i prodotti di un ''parto bigemino;'' in senso lato, comprensivamente, i prodotti di un ''parto plurimo'' qualsiasi.<br />
{{Note|4| Normalmente i gemelli ''monovulari'' sono anche ''monocoriali,'' cioè in un unico ''chorion,'' e da qui discende l’uso dei due termini come sinonimi; ma in casi eccezionali questo può non accadere.}}<br />
{{Note|5| Si usa anche l’espressione {{NoteTerm|gemelli pluriovulari}}.}}<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|60}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=50&diff=8634502013-08-11T20:08:57Z<p>Joseph Larmarange: /* 501 */ Syntax</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''50'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
<br />
= Nuzialità =<br />
<br />
== 50 ==<br />
=== 501 ===<br />
<br />
Fanno parte dello studio della {{TextTerm|nuzialità|1}} i fenomeni quantitativi che dipendono dall’esistenza, nelle popolazioni, di {{TextTerm|matrimoni|2|501|IndexEntry=matrimonio}}, o {{TextTerm|unioni legittime|2|501|IndexEntry=unione legittima|OtherIndexEntry=legittima, unione-}}, cioè di {{TextTerm|unioni|3|501|IndexEntry=unione}} tra individui di sesso opposto, stabilite nelle forme previste dalla legge o dalla consuetudine, e che danno agli individui in causa diritti e doveri particolari. Nella maggior parte delle società, l’instaurazione di tali unioni legali o consuetudinarie è caratterizzata dalla celebrazione di una cerimonia, chiamata anche {{TextTerm|nozze|4}}. L’osservazione della frequenza degli {{NonRefTerm|eventi}} ({{RefNumber|20|1|3}}) costituiti da tali matrimoni (nel senso del n° {{RefNumber|50|1|4}}) e dagli {{NonRefTerm|scioglimenti delle unioni}} ({{RefNumber|51|3|3}}), è alla base degli studi sulla nuzialità. Per estensione, talvolta si considerano anche, nei limiti del possibile, lo studio delle {{NonRefTerm|unioni illegittime}} ({{RefNumber|50|3|5}}), soprattutto dove tale genere di unioni è abbastanza diffuso da non poter fare a meno di non prenderle in considerazione. Gli individui uniti dal legame del matrimonio (nel senso del n° {{RefNumber|50|1|2}}) si chiamano {{TextTerm|sposi|5}}, o {{TextTerm|coniugi|5}}. A seconda del loro sesso, i coniugi sono chiamati rispettivamente {{TextTerm|marito|6}}, o {{TextTerm|sposo|6}}, e {{TextTerm|moglie|7}}, o {{TextTerm|sposa|7}}. Si chiama {{TextTerm|coppia sposata|8}} (cfr. {{RefNumber|50|3|8}}) l’insieme composto dai due sposi.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|matrimonio}}, s.m. — {{NoteTerm|matrimoniale}}, agg. <br />Nello stesso senso si usano pure {{NoteTerm|connubio}} (s.m.), {{NoteTerm|unione legittima}}, o {{NoteTerm|unione regolare}}, ecc. <br />Nella terminologia giuridica corrente la voce {{NoteTerm|letto}} (s.m.) prende il significato di ''matrimonio'' in espressioni come ''figli di primo letto.''}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|nozze}}, (s.f. pl.) è usato solo al plurale. — {{NoteTerm|nuziale}}, agg.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|sposi}}, s.m. pl. — {{NoteTerm|sposarsi}}, v.r., e anche, detto dell’uomo, {{NoteTerm|ammogliarsi}} (v.r.), e della donna, {{NoteTerm|maritarsi}} (v.r.).<br />{{NoteTerm|coniuge}}, s.m. — {{NoteTerm|coniugale}} (agg.): si dice indifferentemente dell’uno come dell’altro soggetto del ''matrimonio.''}}<br />
<br />
=== 502 ===<br />
<br />
Le {{TextTerm|legislazioni matrimoniali|1|502|IndexEntry=legislazione matrimoniale}} (cfr. {{RefNumber|50|1|2}}*) e i {{TextTerm|costumi matrimoniali|2|502|IndexEntry=costume matrimoniale}} presentano una grande varietà. Una popolazione è detta {{TextTerm|monogama|3|502|IndexEntry=monogamo}} quando un individuo può contrarre matrimonio con un {{NonRefTerm|coniuge}} ({{RefNumber|50|1|5}}) per volta, e {{TextTerm|poligama|4|502|IndexEntry=poligamo}} nel caso opposto. Tra le società poligame, si distinguono le società {{TextTerm|poliandre|5|502|IndexEntry=poliandro}}, nelle quali una donna può contrarre matrimonio con più {{NonRefTerm|sposi}} ({{RefNumber|50|1|6}}), e le società {{TextTerm|poligine|6|502|IndexEntry=poligino}}, nelle quali un uomo può contrarre matrimonio simultaneamente con più {{NonRefTerm|spose}} ({{RefNumber|50|1|7}}).<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|monogamo}}, agg. — {{NoteTerm|monogamia}}, s.f. — {{NoteTerm|monogamico}}, agg.: relativo alla monogamia.}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|poligamo}}, agg. — {{NoteTerm|poligamia}}, s.f. — {{NoteTerm|poligamico}}, agg.: relativo alla poligamia.}}<br />Il termine ''poligamia'' viene frequentemente usato nel senso di ''poliginia.''<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|poliandro}}, agg. — {{NoteTerm|poliandria}}, s.f. — {{NoteTerm|poliandrico}}, agg.: relativo alla poliandria.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|poligino}}, agg. — {{NoteTerm|poliginia}}, s.f. — {{NoteTerm|poliginico}}, agg.: relativo alla poliginia.}}<br />
<br />
=== 503 ===<br />
<br />
In alcuni Paesi è riconosciuto efficace agli effetti della legge il solo {{TextTerm|matrimonio civile|1}} contratto secondo le forme previste dalla legge dello Stato. In altri, si riconosce efficacia giuridica anche al {{TextTerm|matrimonio religioso|2}}, celebrato nelle forme previste dalla Chiesa salvo, eventualmente, l’adempimento di alcune formalità amministrative (dichiarazione, trascrizione). In altri Paesi ha valore legale il {{TextTerm|matrimonio secondo consuetudine|3}}, celebrato secondo le tradizioni locali o tribali. In diverse società, sussistono varie forme di {{TextTerm|matrimonio consensuale|4}}, di {{TextTerm|unione consensuale|4}}, di {{TextTerm|unione libera|5}} o di {{TextTerm|unione illegittima|5}}, di {{TextTerm|convivenza more uxorio|5}}, di {{TextTerm|convivenza|5}} più o meno stabili, e non solennizzate da una cerimonia stabilita dalla legge. Le due prime espressioni sono usate di preferenza nelle società in cui esiste soltanto questo genere di unioni o in cui esso è molto diffuso; l’ultima implica invece che questo genere di unione coesiste con altri tipi di unione non sprovvisti come quest’ultima di un quadro formale. A queste unioni stabili si contrappongono le {{TextTerm|unioni temporanee|6|503|IndexEntry=unione temporanea}} con o senza {{TextTerm|convivenza|7}}. La terminologia tecnica moderna tende a designare attraverso la parola {{TextTerm|coppia|8}} l’insieme formato da due individui di sesso diverso che convivono.<br />
<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|Concubinato}}, s.m. : stato di unione illegittima- {{NoteTerm|concubino}}, s.m., {{NoteTerm|concubina}}, s.f. : persona in stato di concubinato.<br />Questi termini sono sempre meno utilizzati fatta eccezione nella terminologia giuridica. Nel linguaggio comune, si sostituisce rispettivamente alle due ultime parole {{NoteTerm|compagno}} (s.m.) e {{NoteTerm|compagna}} (s.f.), e alla prima espressioni come {{NoteTerm|coppie di fatto}}, {{NonRefTerm|vivere}} {{NoteTerm|maritalmente}}, {{NoteTerm|convivere}}, {{NoteTerm|convivenze}}}}.<br /><br />
{{Note|8| Bisogna sottolineare che la parola {{NoteTerm|coppia}} deve spesso essere considerata come un’abbreviazione dell’espressione {{NoteTerm|coppia sposata}} ({{RefNumber|50|1|8}}).}}<br />
<br />
<br />
=== 504 ===<br />
<br />
<br />
In generale, il {{NonRefTerm|matrimonio}} ({{RefNumber|50|1|4}}) è vietato prima del raggiungimento dell’{{TextTerm|età minima al matrimonio|1}}, che può essere diversa per i due sessi. Altri divieti alla contrazione del vincolo matrimoniale vengono spesso stabilti dalla legge o dalla consuetudine, soprattutto per evitare i {{TextTerm|matrimoni fra consanguinei|2|504|IndexEntry=matrimono fra consanguinei}}, cioè i matrimoni tra {{NonRefTerm|parenti}} ({{RefNumber|11|4|3}}) stretti legati quindi fra loro da un certo {{TextTerm|grado di consanguineità|3}}.<br />
{{Note|1| Secondo la legge italiana, l'''età minima al matrimonio'' è di 16 anni per i maschi e di 14 per le femmine, salvo dispensa, per casi eccezionali, che ammette al matrimonio l’uomo che abbia superato il 14.mo compleanno e la donna che abbia superato il 12.mo. <br />L’espressione {{NoteTerm|età matrimoniale}} serve ai demografi per indicare età atte al matrimonio, secondo il criterio fisiologico, o legale, o religioso. }}<br />
<br />
=== 505 ===<br />
<br />
In alcuni Paesi vige la norma per cui la celebrazione delle {{NonRefTerm|nozze}} ({{RefNumber|50|1|4}}) deve essere preceduta dalle {{TextTerm|pubblicazioni di matrimonio|1|505|IndexEntry=pubblicazione di matrimonio}}, volte a dar pubblicità alle nozze progettate, in modo che, coloro ai quali interessi, possano fare opposizione. Talvolta è richiesta una preventiva {{TextTerm|autorizzazione di matrimonio|2}}, o {{TextTerm|licenza di matrimonio|2}} perché le nozze possano celebrarsi. Di solito alla fine della cerimonia viene rilasciato un {{TextTerm|certificato di matrimonio|3}} ai {{TextTerm|nuovi sposi|4}} o {{TextTerm|sposi novelli|4}}. Si parla di {{TextTerm|consumazione del matrimonio|5}}, o si dice che il matrimonio è stato {{TextTerm|consumato|5}}, allorché avviene l’unione carnale degli {{NonRefTerm|sposi}} ({{RefNumber|50|1|5}}).<br />
{{Note|3| In Italia, le rilevazioni statistiche sulle caratteristiche dei matrimoni avvengono a mezzo di una {{NoteTerm|scheda di matrimonio}}, compilata alla registrazione dell'''atto di matrimonio'' (cfr. 211) nel ''registro dei matrimoni'' ({{RefNumber|21|1|4}}).}}<br />
{{Note|4| Prima delle nozze i futuri sposi sono detti {{NoteTerm|fidanzati}}, a seguito di un {{NoteTerm|fidanzamento}}, o scambio di promessa di matrimonio, fra i due, fatto con maggiore o minore solennità.}}<br />
<br />
=== 506 ===<br />
<br />
Si ha {{TextTerm|endogamia|1}} in senso stretto quando i matrimoni ({{RefNumber|50|1|4}}) sono celebrati soltanto tra persone appartenenti ad uno stesso gruppo (classe, stirpe, tribù, ecc.), ma il termine viene usato anche quando si osserva solo una accentuata tendenza, da parte dei contraenti ''matrimonio'' ({{RefNumber|50|1|2}}), ad appartenere ad uno stesso gruppo, generalmente di dimensioni limitate e ben definito. Un gruppo di questo genere riceve la qualifica di {{TextTerm|isolato|2}}, ed i confini che lo circoscrivono possono essere di varia natura, geografici, politici, etnici, sociali, religiosi, ecc. Si parla, invece, di {{TextTerm|esogamia|3}} allorché la scelta del coniuge si effettua volentieri al di fuori della categoria o del gruppo al quale l’individuo appartiene. L’esogamia nel senso stretto del termine indica il divieto di contrarre matrimonio tra individui che appartengono allo stesso gruppo (classe, stirpe, tribù, ecc.). Si chiamano {{TextTerm|matrimoni misti|4|506|IndexEntry=matrimonio misto}} quelli in cui i contraenti differiscono fra loro per un carattere importante, il ''gruppo etnico'' ({{RefNumber|33|3|2}}), la {{NonRefTerm|religione}} (cfr. § {{RefNumber|34|1|}}), {{NonRefTerm|nazionalità}} (cfr. § {{RefNumber|33|0|}}), ecc.. Nel caso di matrimoni fra persone che hanno alcune caratteristiche comuni, per esempio sociali, fisiche, o mentali, si parla di {{TextTerm|omogamia|5}}, e nel caso opposto, di {{TextTerm|eterogamia|6}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|endogamia}}, s.f. — {{NoteTerm|endogamo}}, agg. — {{NoteTerm|endogamico}}, agg.: relativo all’endogamia.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|esogamia}}, s.f. — {{NoteTerm|esogamo}}, agg. — {{NoteTerm|esogamico}}, agg.: relativo all’esogamia.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|omogamia}}, s.f. — {{NoteTerm|omogamo}}, agg. — {{NoteTerm|omogamico}}, agg.: relativo all’omo-gamia.<br />Per misurare la tendenza di certe combinazioni di caratteristiche dei contraenti matrimonio a presentarsi più spesso di quanto avverrebbe per puro caso, si possono impiegare gli {{NoteTerm|indici di attrazione del Benini}}.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|eterogamia}}, s.f. — {{NoteTerm|eterogamo}}, agg. — {{NoteTerm|eterogamico}}, agg.: relativo all’eterogamia.<br />Gli {{NoteTerm|indici di repulsione del Benini}} valgono, in questo caso, per misurare la tendenza di certe combinazioni di caratteristiche ad escludersi (cfr. nota precedente). }}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|50}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Avvertenza_alla_versione_stampata&diff=8633Avvertenza alla versione stampata2013-08-11T16:07:19Z<p>Joseph Larmarange: /* Ringraziamenti */ Same title level than the others section</p>
<hr />
<div>=Struttura del Dizionario= <br />
<br />
La versione italiana del ''Dizionario demografico multilingue'' fa parte di una collezione di volumi monolingua, ciascuno diviso in due parti: un ''testo'' corredato di ''note'' e un ''indice'' alfabetico. <br />
<br />
Il ''testo'' ha come scopo la presentazione della terminologia tecnica utilizzata in demografia in un contesto che ne chiarisce il senso. E’ formato da nove ''capitoli'', che includono un certo numero di ''paragrafi''. Un numero a tre cifre, di cui il primo richiama il numero di capitolo, permette di identificare ogni paragrafo. Gli ''elementi terminologici'' — parole o espressioni — che ne fanno parte, sono stampati in grassetto e sono accompagnati da una cifra. Quest’ultima, collocata in seguito al numero del paragrafo, fornisce il “numero di riferimento” dell’elemento terminologico in causa (ad esempio, il numero di riferimento del termine “demografia” è 101-1). <br />
<br />
La numerazione è stata effettuata ''per concetto''. Ne risulta che uno stesso numero di riferimento è attribuito agli elementi terminologici che hanno lo stesso significato, mentre più numeri di riferimento sono attribuiti ad uno stesso elemento terminologico, allorché quest’ultimo può avere delle accezioni diverse. I numeri di riferimento sono comuni alle diverse edizioni del dizionario e permettono così di navigare tra le varie lingue del dizionario. <br />
<br />
Alcuni paragrafi sono seguiti da ''note''. Queste possono contenere osservazioni specifiche al volume nel quale sono inserite ed una terminologia complementare che riguarda il concetto al quale si riferiscono. Nell'indice dell'opera, i riferimenti e la terminologia inclusa nelle note si distinguono dagli elementi terminologici del testo principale tramite un asterisco (*) collocato dopo il numero del concetto. <br />
<br />
Gli elementi terminologici che si trovano nel testo propriamente detto corrispondono tra i diversi volumi; tale corrispondenza è stabilita tramite il numero di riferimento identico (senza asterisco) che gli è attribuito. <br />
<br />
Come nelle edizioni precedenti, i caratteri in corsivo sono stati utilizzati: <br />
* per le citazioni dei termini già presenti o che lo saranno in seguito <br />
** ognuna è seguita dal numero di riferimento del termine citato o, più raramente dal numero del paragrafo in cui si trova; <br />
** nessun termine è citato nel paragrafo nel quale è presentato e nessuno è citato più di una volta nello stesso paragrafo; <br />
** inoltre, alcuni termini molto ricorrenti, come popolazione (nel senso del 104-4) o come demografia, non sono citati; <br />
* per attirare l’attenzione su alcune parole o espressioni che non sono termini demografici presentati nel dizionario (ad es. cfr. la nota 3 del paragrafo 131).<br />
<br />
= Indici = <br />
<br />
L'indice di questa edizione armonizzata del dizionario è leggermente diverso dagli indici delle edizioni precedenti nella misura in cui esso è generato automaticamente a partire dal codice fonte del testo della versione wiki. Tutti gli elementi terminologici, presenti nel testo e nelle note, sono classificati in ordine alfabetico nell’indice, con l’indicazione del o dei numeri di riferimento che permettono di localizzare la loro posizione nella prima parte del volume. I termini derivanti dalle note sono scritti in corsivo. <br />
<br />
Gli elementi terminologici che compaiono al plurale nel testo sono stati indicizzati nella maggior parte dei casi nella loro forma al singolare (ad esempio, l'espressione ''fenomeni demografici'' (103-2) è stata inserita nell’indice come ''fenomeno demografico''). <br />
<br />
Lo stesso elemento terminologico può essere classificato più volte nell’indice attraverso voci secondarie costruite a partire dalle parole o gruppi di parole che esprimono un concetto particolare. Così il termine, ''demografia storica'' (102-1) è classificato come ''demografia storica'' e come ''storica, demografia''. <br />
<br />
= Utilizzo del Dizionario = <br />
<br />
Il dizionario potrà essere utilizzato per la traduzione di concetti demografici nelle diverse lingue. A titolo di esempio, volendo tradurre in italiano l’espressione inglese di un certo concetto, si farà riferimento al numero che è stato attribuito a quel concetto nell'indice inglese e al corrispondente paragrafo del testo italiano.<br />
<br />
Nella pratica, è indispensabile ''leggere l’intero paragrafo'' al quale si fa riferimento, comprese le note, non soltanto perché vi si troveranno spesso delle indicazioni utili, ma anche perché le necessità di redazione hanno a volte imposto di mettere nello stesso paragrafo gli elementi terminologici o le spiegazioni ad esso relativi, in un ordine diverso da quello dei numeri di riferimento.<br />
<br />
E’ anche fortemente raccomandato di ''confrontare le due versioni dello stesso paragrafo'' nelle due lingue; ciò permetterà di cogliere, in alcuni casi, le differenze di senso tra espressioni che sono equivalenti solo in apparenza. <br />
<br />
Segnaliamo infine che espressioni equivalenti possono figurare sotto lo stesso numero: in tal caso, l'espressione più appropriata sarà di solito la prima, o una delle prime tra quelle citate.<br />
<br />
= Consultazione del Dizionario su demopaedia.org = <br />
<br />
Il confronto tra le diverse lingue sarà facilitato dalla consultazione online del dizionario su [http://it-ii.demopaedia.org http://it-ii.demopaedia.org] dove dei collegamenti ipertestuali permettono di navigare tra le varie edizioni. <br />
<br />
Per navigare tra la versione stampata e la versione online del Dizionario, è importante considerare che i capitoli sono anche divisi in ''sezioni'' o ''sotto-capitoli'' ai quali corrispondono le pagine wiki della versione online. Ogni sezione è numerata con due cifre. Generalmente, il numero di sezione di un paragrafo corrisponde alle due prime cifre del suo numero di paragrafo (il paragrafo 104 appartiene quindi alla sezione 10), con qualche piccola eccezione: il paragrafo 640 fa parte della sezione 63 e i paragrafi 810 e 811 della sezione 80. I cambiamenti di sezione sono segnalati nel testo da un asterisco (⁂). <br />
<br />
L’indirizzo internet (URL) di una sezione del dizionario si ottiene aggiungendo il numero di sezione a ''http://it-ii.demopaedia.org/wiki/''. Si potrà quindi consultare il paragrafo 357 all’indirizzo ''[http://it-ii.demopaedia.org/wiki/35 http://fr-ii.demopaedia.org/wiki/35]''. E' possibile, inoltre, consultare le ''[http://it-ii.demopaedia.org/wiki/Istruzioni_per_l%27uso istruzioni per l'uso]'' del sito web disponibile online.<br />
<br />
All’indirizzo [http://www.demopaedia.org/tools http://www.demopaedia.org/tools] sono disponibili alcuni strumenti per effettuare una ricerca nell’indice o generare un indice multilingue.<br />
<br />
= Citare il Dizionario = <br />
<br />
Da quando il Dizionario demografico multilingue è stato messo online, quest’ultimo è ormai disponibile sotto diverse forme. Nonostante questa seconda edizione armonizzata non sia destinata ad essere modificata in futuro (a differenza del progetto di enciclopedia open), piccole modifiche potrebbero essere apportate sul web. <br />
<br />
Nell’ambito di una citazione di un passaggio preciso del Dizionario, è opportuno indicare il paragrafo in questione. Ogni riferimento ad un numero di pagina è infatti impreciso, poiché diverso a seconda del supporto.<br />
<br />
=Lista delle abbreviazioni utilizzate nel volume italiano= <br />
<br />
{|<br />
|agg. || aggettivo || nm. ||numero<br />
|-<br />
|avv. ||avverbio || par.|| paragrafo<br />
|-<br />
|cfr. ||confronta || pl.|| plurale<br />
|-<br />
|f. || femminile || pp.||participio. passato<br />
|-<br />
|ff. || facente funzione di || ppr. || participio presente<br />
|-<br />
|i. ||intransitivo || prep. || preposizione<br />
|-<br />
|ISTAT ||Istituto Centrale di Statistica ||r. || riflessivo<br />
|-<br />
|loc. ||locuzione || s.|| sostantivo <br />
|-<br />
|m. ||maschile || segg. || seguenti<br />
|-<br />
|n. || nome proprio || t. || transitivo<br />
|-<br />
|neol. ||neologismo || v. || verbo <br />
|}<br />
<br />
=Ringraziamenti=<br />
Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza il contributo fondamentale di alcune persone ed istituzioni. Ringraziamo anzitutto Nicolas Brouard, ricercatore all’Institut National d’Etudes Démographiques (INED) di Parigi, per averci coinvolte in questo progetto, per il suo supporto nel corso del nostro lavoro di traduzione e armonizzazione, e per il suo impegno e la sua dedizione nel portare avanti durante il corso di questo ormai lungo periodo, l’idea del multilinguismo e di Demopædia. Dal punto di vista istituzionale, ci preme porgere il nostro sentito ringraziamento al Comité National Français de l’Union Internationale pour l’Etude Scientifique de la Population per aver sostenuto e finanziato il nostro lavoro di traduzione. Grazie all’INED per aver ospitato numerosi incontri Demopaedia nel corso degli anni, per il supporto logistico ed economico. Ringraziamo la Divisione della Popolazione delle Nazioni Unite, e Hania Zlotnik, direttrice di tale Divisione tra il 2005 ed il 2012, per il suo impegno profuso nella realizzazione di questo progetto. Dobbiamo inoltre menzionare il contributo economico, logistico e scientifico della nostra istituzione, l’Università di Roma La Sapienza, ed in particolare il Dipartimento di Metodi e Modelli per l’Economia, il Territorio e la Finanza.<br />
Siamo infinitamente riconoscenti verso coloro che ci hanno insegnato i rudimenti di wiki: Géraldine Duthé e Laurent Toulement dell’INED. Ringraziamo Joseph Larmarange, che ha implementato alcuni strumenti fondamentali per la stampa del Dizionario e per la creazione dell’indice. Egli ha inoltre svolto insieme a Nicolas Brouard, un importantissimo lavoro “dietro le quinte”, indispensabile al corretto funzionamento del sito Demopaedia e alla stampa delle edizioni cartacee. Grazie mille a Christine Grandille per la scannerizzazione ed il controllo accurato della prima edizione del Dizionario italiano. Ringraziamo infine il gruppo di studentesse dei corsi di Demografia e Popolazione e Sviluppo che con vivo interesse hanno aiutato nella traduzione di alcune parti del dizionario. Un sentito grazie alle colleghe Alessandra de Rose e Maria Rita Sebastiani che hanno contribuito attivamente al dibattito sul multilinguismo ed alla riuscita del Workshop tenutosi nel nostro Dipartimento ad ottobre 2011.<br />
Da ultimo, ma non per ordine di importanza, ringraziamo Raimondo Cagiano de Azevedo per il suo contributo fondamentale nella soluzione di alcuni “dilemmi linguistici”, per la sua rilettura attenta e precisa del testo e per e per il sostegno dismostrato fin dai primi passi di questo lavoro.<br />
Gli errori e le omissioni sono esclusivamente imputabili a noi stesse. <br />
<br />
Elena Ambrosetti e Cristina Giudici</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Prefazione_alla_seconda_edizione_armonizzata_-_versione_per_la_stampa&diff=8632Prefazione alla seconda edizione armonizzata - versione per la stampa2013-08-11T15:58:00Z<p>Joseph Larmarange: Need an empty § at the beginning of the page</p>
<hr />
<div><br />
=Prefazione alla prima edizione=<br />
<br />
Il volume italiano del <i>Dizionario demografico multilingue </i>è stato elaborato sulla base dei volumi francese, inglese e spagnolo della stessa òpera, preparati sotto gli auspici dell'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione e pubblicati dalle Nazioni Unite.<br />
<br />
All'origine della pubblicazione del presente volume sta una decisione presa dal <i>Bureau </i>dell'Unione a Rio de Janeiro il 28 giugno del 1955 (vedi <i>«Le Démographe</i>», n. 2, pag. 12, punto 6).<br />
<br />
In detta riunione, i membri del <i>Bureau </i>si dichiararono d'accordo perché la pubblicazione delle edizioni italiana e tedesca avvenisse sotto la responsabilità dell'Unione, e cioè sotto il suo controllo ed i suoi auspici, e per questo decisero di allargare la Commissione del dizionario chiamando a farne parte due membri tedeschi ed un secondo italiano. Questi nuovi membri furono: Josef A. Götz (Germania), Wilhelm Winkler (Austria) e Bernardo Colombo (professore straordinario di Statistica nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Istituto Universitario di Venezia) (vedi « <i>Le Démographe </i>», n. 3, pag. 1, punto 3).<br />
<br />
La Commissione ha partecipato in varie forme a tutti gli stadi della stesura del presente volume: in primo luogo per il fatto stesso che il redattore venne scelto nel suo seno; poi attraverso i consigli a questo forniti nello svolgimento del suo lavoro e le osservazioni che vennero fatte su una preventiva edizione provvisoria. L'approvazione finale da parte della Commissione assicura al volume italiano, nei riguardi dell'Unione, lo stesso <i>status </i>dei testi di base. D'altro canto, la pubblicazione del volume, non partecipando l'Unione in alcuna maniera al finanziamento dei progetti in aggiunta ai tre iniziali, si è mantenuta sul piano privato.<br />
<br />
Nella prima fase del lavoro, consistente nella preparazione di una edizione provvisoria, il redattore ha soprattutto usufruito della collaborazione del presidente e dell'altro membro italiano della Commissione, e di quella di un certo numero di specialisti italiani, non solo di demografìa, da lui interpellati intorno a questioni generali ed a numerosi punti particolari. Una edizione provvisoria, pronta entro il marzo 1958, fu inviata ai membri della Commissione ed a quelli del <i>Bureau </i>dell'Unione, ed inoltre venne largamente diffusa fra i cultori italiani della materia colla richiesta di un esame e di ogni osservazione ritenuta opportuna. Questa edizione incontrò, in linea di massima, il favore della Commissione, dalla quale venne giudicata sufficientemente a punto perché se ne potesse raccomandare la pubblicazione sotto gli auspici dell'Unione al Segretario Generale della medesima. La Commissione si rimetteva al redattore per l'uso da farsi — in una revisione di dettagli in vista dell'edizione definitiva — di ogni osservazione che egli potesse ricevere, in particolare da parte di membri della Commissione stessa.<br />
<br />
Non è il caso qui di citare la lunga serie di studiosi italiani e stranieri i quali, con molta premura ed attenzione, hanno presentato appunti, talora assai estesi, sull'anzidetta stesura preliminare. Va ricordata, invece, una riunione tenutasi a fine settembre a Roma, organizzata dall'Istituto di Demografia di quella Facoltà di Scienze statistiche, demografiche ed attuariali, ed alla quale parteciparono una trentina di studiosi italiani e di funzionari dell'Istituto Centrale di Statistica. Questa riunione venne dedicata, sia ad una valutazione dei criteri generali, ai quali il redattore si era attenuto nel preparare l'edizione provvisoria, sia all'esame particolareggiato di concetti ed elementi terminologici vari, sparsi per il volume, atti a suscitare qualche perplessità.<br />
<br />
Si procedette quindi alla preparazione di una seconda stesura del lavoro, sulla base della quale vennero continuati i contatti fra redattore, membri della Commissione e numerosi specialisti, la cui opinione veniva richiesta su punti particolari non ancora del tutto chiariti. Gli elementi così raccolti vennero utilizzati in una nuova revisione del lavoro fatto ed in una terza stesura, rimasta quella definitiva.<br />
<br />
Nell'elaborazione del volume italiano, l'esistenza dei testi di base e le caratteristiche dell'opera, quali sono descritte nella prefazione sopra riportata, ponevano vincoli ben precisi per quanto riguardava la disposizione della materia, l'equilibrio fra le varie parti, la natura e l'estensione degli argomenti trattati nel testo propriamente detto, ed il conseguente elenco di concetti, prima che di elementi terminologici, da riportare necessariamente nel lavoro. Rispettati questi limiti, la concreta stesura dei paragrafi era per il resto libera, e di tale libertà è stato fatto uso nel redigere il volume ogni volta che ciò appariva opportuno per mettere in luce un particolare modo e stile della letteratura scientifica italiana nell'affrontare specifici argomenti, mentre negli altri casi veniva anche nel esposizione mantenuto — rispetto ai testi di base — un parallelismo atto a sottolineare la sostanziale coincidenza di significato delle espressioni tecniche inserite nel contesto.<br />
<br />
Seguendo analoghi criteri di elasticità e di sobrietà insieme, sono state redatte le note. Da un lato, v'era l'interesse di usare di queste per integrazioni alla materia che la letteratura demografica italiana, come genere di problemi trattati o per preferenze nelle vie d'indagine, suggeriva di apportare. D'altro lato, l'economia dell'opera — un dizionario, non un manuale, né un trattato — limitava i vantaggi di aggiunte specifiche al solo volume italiano, giustificabili di per sé solo in quanto contenessero espressioni tècniche originali che valesse la pena di mettere in rilievo e di illustrare sinteticamente nel loro significato. Queste, infatti, erano destinate ad apparire isolate nel volume italiano ed a non trovar corrispondenza in espressioni parallele nei rimanenti, o almeno nei tre testi di base, già definitivi.<br />
<br />
Non sarà motivo di meraviglia la circostanza che il volume italiano abbia assunto una dimensione maggiore dei testi di base, sol che si pensi al fatto che, prima di corredarlo di aggiunte o chiarimenti giudicati utili per riferire in maniera più efficace e completa l'uso italiano, conveniva riprodurvi, ogni volta che ne fosse il caso, le note altrui, e soprattutto era indispensabile presentarvi integralmente la materia e la terminologia incorporate nel testo dei volumi di base, anche quando tali temi di studio ed elementi terminologici non fossero — a dir poco — di uso corrente nella letteratura scientifica e nelle fonti statistiche italiane.<br />
Per quanto concerne la responsabilità personale del redattore, pur nella collaborazione collettiva sopra ricordata, e la necessità delle scelte effettuate, spesso tra una varietà di formulazioni possibili, si rimanda il lettore a quanto scritto nella prefazione sopra riportata. Va solo aggiunto che, nella compilazione, è stata tenuta presente, per quanto riguarda i riferimenti alla documentazione statistica demografica, la terminologia in uso nelle pubblicazioni dell'Istituto Centrale di Statistica soprattutto di questo dopoguerra, e ciò per facilitare il loro impiego da parte di lettori stranieri, dal momento che esse non riportano titoli e didascalie se non in italiano. <br />
<br />
Questo criterio, insieme alla rigidità delle inevitabili scelte accennate, può aver dato, in qualche punto, un carattere di definitività e di apoditticità ad una terminologia in realtà non ancora attestata, o suscettibile di numerose variazioni, su un identico tema, soprattutto quando il demografo appaia preoccupato, nei suoi scritti, di sposare l'eleganza alla precisione.<br />
<br />
=Prefazione alla seconda edizione=<br />
<br />
Nel rendere omaggio a Bernardo Colombo, recentemente scomparso, alla sua lunga carriera di professore di statistica e all’importante magistero da lui esercitato per la demografia italiana, è con profonda gratitudine che pubblichiamo oggi la seconda edizione armonizzata del Dizionario demografico multilingue.<br />
<br />
Egli fu l’autore, nel 1959, della prima edizione di quest’opera, proseguendo il cammino intrapreso pochi anni prima dalla <i>Commissione del dizionario demografico</i>, nata in seno all'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione (IUSSP), di cui faceva parte, tra gli altri, Pierpaolo Luzzatto-Fegis, come si legge nella prefazione alla prima edizione dei volumi francese, inglese e spagnolo: <i>“la Commissione dell'Unione incaricata di elaborare i tre volumi iniziali comprendeva i Signori: Paul Vincent (Francia), presidente e relatore; Carlos E. Dieulefait (Argentina), Harold F. Dorn (Stati Uniti), Eugene Grebenik (Regno Unito), Pierpaolo Luzzatto-Fegiz (Italia), Marcelino Pascua (Svizzera) e José Ros Jimeno (Spagna), membri”.</i><br />
<br />
L’avvio della revisione dell’opera, pietra miliare della manualistica demografica, ebbe inizio già nel 1981, promosso dalla Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite, con la seconda edizione del volume francese, seguito dall’edizione inglese nel 1982, spagnola nel 1985 e tedesca nel 1987. A quasi vent’anni di distanza dalla pubblicazione del volume tedesco, il processo di revisione ha conosciuto un nuovo impulso, in seguito ad una iniziativa dell’<i>Unione</i>, ed in particolare del <i>Bureau</i> del Comitato Nazionale Francese (CNF) e del suo presidente Nicolas Brouard, in occasione del XXIV Congresso della Popolazione organizzato a Tours, nel giugno del 2005. Iniziativa che ha subito trovato un’importante eco nelle Nazioni Unite, nella persona di Hania Zlotnik, direttrice della Divisione per la Popolazione.<br />
<br />
L’ambizione del progetto intrapreso a Tours era l’aggiornamento dei dizionari originali nelle diverse lingue, nella considerazione della posizione centrale assunta dalle questioni demografiche nel dibattito internazionale, come nelle azioni di governo in Europa e nel mondo.<br />
<br />
Preliminare al processo di aggiornamento doveva essere la costruzione di una base comune armonizzata, a partire dai volumi inglese, francese, spagnolo e tedesco. <br />
<br />
Nel giugno del 2007, un team di specialisti provenienti da diversi paesi riunitosi a Parigi sotto l’egida del CNF e della Divisione per la Popolazione delle Nazioni Unite, ha dato avvio al processo di armonizzazione in quattordici lingue, per la maggior parte delle quali si disponeva almeno di una prima edizione del volume. Nel caso francese, inglese e spagnolo doveva trattarsi di una vera e propria armonizzazione, mentre negli altri casi si è deciso di realizzare in via preliminare una traduzione della seconda edizione sulla base delle versioni inglese e francese, per poi procedere all’armonizzazione con i volumi spagnolo e tedesco. <br />
<br />
La realizzazione del testo italiano è stata affidata ad Elena Ambrosetti e Cristina Giudici, ricercatrici in demografia alla Sapienza di Roma, ed ha consentito di sviluppare una preziosa collaborazione tra la Sapienza e il CNF. Il volume è oggi disponibile nella sua versione elettronica sul sito web <i>http://it-ii.demopaedia.org </i>. Il testo si configura come una moderna piattaforma per lo sviluppo del dibattito internazionale in materia di terminologia demografica, grazie alla pagine di <i>discussione</i> associate ad ogni paragrafo.<br />
<br />
<br />
Nella sua versione attuale, il volume coglie i cambiamenti profondi, sociali, politici ed economici, che hanno coinvolto le scienze della popolazione dagli anni Sessanta agli anni Ottanta: diversi paragrafi sono stati ampliati, altri ridotti; alcune definizioni sono scomparse, molte si sono aggiunte, ed il testo che ne risulta costituisce una base armonizzata per nuovi e continui aggiornamenti, realizzabili attraverso la filosofia wiki. <br />
<br />
Già dalle prime battute, la demografia assume una posizione centrale nell’ambito delle numerose discipline attinenti la popolazione, ma l’evoluzione della materia permea l’intera opera, sia nelle tecniche di analisi che nel dibattito sottostante. L’ampio spazio dedicato alla pianificazione famigliare, il riferimento a nuove tipologie migratorie, l’attenzione alle conseguenze della malattia nella sfera sociale sono solo alcuni esempi di come questa seconda edizione abbia voluto cogliere l’essenza dei cambiamenti di quegli anni.<br />
<br />
Trattandosi di una traduzione, l’opera è stata elaborata in presenza di importanti vincoli nei contenuti del volume. Tuttavia, seguendo l’esempio della prima edizione, si è a volte mantenuta la libertà di mettere in luce particolarità della letteratura scientifica italiana attraverso l’adattamento delle definizioni o l’uso delle note. <br />
<br />
È ovvio che molte definizioni possono oggi sembrare datate; ed altre superate; ma questo volume, inserito nel più ampio progetto da cui nasce, quello di un moderno Dizionario enciclopedico multilingue, rappresenta sicuramente un passo importante per la promozione e lo sviluppo della ricerca scientifica in materia di popolazione. Una ricerca che superi le frontiere nazionali e che permetta agli studiosi di popolazione nei diversi paesi del mondo di condividere le proprie conoscenze e di sviluppare una sempre più proficua collaborazione internazionale.<br />
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<i>Raimondo Cagiano de Azevedo</i><br />
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=Introduction générale sur l'informatisation et l'unification de la seconde édition= <br />
<br />
L'unification de la seconde édition du dictionnaire s'est imposée dès que, dans le cadre du projet Demopædia, les bases de données, issues de la numérisation de l'ensemble des volumes papier ont révélé d'importantes omissions parmi chacune des éditions majeures publiées durant la décennie 1980 (française en 1981, anglaise en 1982, espagnole en 1985 et allemande en 1987). Certaines éditions publiées ultérieurement, comme l'édition arabe de 1988 et son édition tri-lingue, anglais-français-arabe, avaient déjà partiellement comblé les lacunes propres aux traductions française et anglaise, mais avaient omis de traduire les 92 nouveaux concepts introduits dans l'édition allemande publiée quelque mois plus tôt. Les éditions chinoise (1994), japonaise (1994), tchèque (2005) puis russe (2008), portugaise (2008) et polonaise (2010) publiées sur le Web dérivent de la version anglaise ; quant à l'édition italienne, publiée sur le Web en 2010, elle dérivait principalement de l'édition française. Décrivons en un exemple les conséquences d'une omission et l'intérêt d'une édition unifiée : un terme comme lattante qui avait été retenu dans le corpus des premières éditions défini par la Commission de terminologie des Nations Unies durant les années 50, n'apparaissait plus dans la seconde édition anglaise. Le dictionnaire unifié se trouvera ainsi enrichi dans toutes les langues de ce terme: nourrissonl en français, lactante en espagnol, Brustkind en allemand, kojenec en tchèque etc. ou encore de l'expression child at the breast réinsérée à l'édition unifiée anglaise permettant ainsi aux nouveaux modules dérivés de l'anglais de conserver ce joli mot qui s'il n'existe que sous forme d'une expression en anglais, existe en tant que tel sans doute dans toutes les autres langues.<br />
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<br />
De nouvelles traductions en plusieurs langues asiatiques étant à ce jour envisagées au regard de la démographie de ce continent, il nous est apparu nécessaire de réaliser cette unification avant toute nouvelle traduction. Celle-ci est en cours pour l'ensemble des langues et la première édition unifiée en langues française a été publiée lors de la 46e Conférence annuelle de la Société italienne de statistique de juin 2012 à Rome. L'édition française vient combler un vide puisque les derniers exemplaires de la dernière édition de 1981 étaient distribués au prix symbolique de 1 € au congrès de Tours en 2005. L'édition italienne était également fort nécessaire car la première édition publiée en 1959 n'avait jamais été mise à jour. Ainsi l'ensemble des éditions harmonisées devraient être disponibles prochainement dans les douze langues déjà accessibles sur le Web dans leur édition originale ainsi que dans quatre à six nouvelles langues asiatiques. <br />
Bien qu'on puisse regretter qu'il ne s'agisse pas d'une nouvelle édition, enrichie des concepts qui font la démographie d'aujourd'hui, comme la santé de la reproduction, le handicap et la dépendance, les migrations internationales, les fenêtres démographiques, les populations décroissantes, la retraite etc., la comparaison des deux premières éditions informatisées nous a démontré que les concepts importants de la démographie résidaient essentiellement dans la première édition. Les éléments terminologiques choisis par la Commission de terminologie des Nations-Unies dans les années 50 ont permis de délimiter notre discipline et sont pour la plupart toujours d'actualité. <br />
<br />
<br />
Nous pourrions aussi regretter de ne pas avoir supprimé des termes désuets, ou aujourd'hui inappropriés. Etienne van de Walle, principal auteur de la seconde édition anglaise de 1982, nous confiait au congrès de Tours en 2005 et peu avant son décès prématuré, son souhait de participer à la nouvelle édition et surtout d'y supprimer les termes concernant l'eugénisme, terme ou théorie qui déjà en 1981 n'avaient plus qu'un intérêt historique. <br />
Les modifications apportées à cette édition unifiée ont donc été a minima, conservant ainsi au texte original les tournures des années 1980. <br />
Ces modifications justifient à nos yeux la publication sur papier de cette seconde édition unifiée en italien. Les autres volumes seront également disponibles sur papier dès que l'unification sera terminée. Cette unification est un préalable obligatoire à une troisième édition. <br />
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L'édition de livres numériques autorise en effet une publication sur papier à faible coût et à la demande. Ainsi le travail de Joseph Larmarange, démographe à l'IRD dans l’unité mixte de recherche CEPED, permet désormais de télécharger depuis demopaedia.org le dictionnaire démographique multilingue dans différents formats électroniques (HTML, PDF ou encore EPUB) mais également d'en commander une version papier auprès d'un imprimeur à la demande. Le projet s'enrichit également d'un site (http://demopaedia.org/tools) permettant de générer à la volée une version « à jour » du dictionnaire ou encore un index multilingue. <br />
Si l'impression à grand tirage de l'édition italienne n'est pas justifiée du fait de la vétusté du dictionnaire, une impression « à la demande » nous paraît répondre à certains besoins, surtout dès sa disponibilité en plusieurs langues. De plus, une impression « à la demande » intègre les corrections des inévitables erreurs et coquilles. <br />
<br />
La paternité principale du dictionnaire multilingue revient, nous semble-t-il, aux premiers travaux de la Commission de terminologie des Nations-Unies présidée par Paul Vincent. Lui-même doit en partie le système révolutionnaire d'indexation des concepts par paragraphe numéroté aux travaux de John Edwin Holmstrom qui démontrait dans son « Rapport sur les dictionnaires scientifiques et techniques multilingues » rédigé en 1949 que les entrées simples d'un dictionnaire classique étaient inadaptées dès lors que le dictionnaire comprenait plus de deux ou trois langues. <br />
Les paternités sont donc multiples et multilingues et leurs auteurs sont mentionnés dans chacune des préfaces des deux éditions que nous reproduisons ci-dessus à l'identique. Citons donc essentiellement, Paul Vincent pour la première édition française de 1958, Eugene Grebenik pour la première édition anglaise de 1958, Louis Henry pour la seconde édition française de 1981, Étienne van de Walle pour la seconde édition anglaise de 1982 et le CELADE pour la seconde édition espagnole. La seconde édition allemande a été coordonnée par Charlotte Höhn en 1987. <br />
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<br />
En ce qui concerne cette seconde édition unifiée italienne nous la devons aux deux auteures principaux, Elena Ambrosetti et Cristina Giudici, mais également à Cagiano de Azevedo qui a non seulement soutenu le projet Demopædia dès ses prémices mais est un grand connaisseur du dictionnaire. Ainsi, il notait que dans la définition d'un peuple, le dictionnaire français incluait l'unité de langue, le français, alors qu'il n'en avait jamais été ainsi dans l'édition anglaise. Nous pouvons remarquer que cette unité de langue, italienne, cette fois, est également incluse dans cette seconde édition tout comme dans la première édition de 1959. Le travail fourni pour la production de cette seconde édition est en effet à partager avec Bernado Colombo, décédé récemment, qui souhaitait que sa première édition soit également consultable depuis l'Internet et nous avait donné l'autorisation que son texte soit mis sous la licence Creative Common Share Alike (CCSA). <br />
Cette paternité multiple nous a conduits à mettre l'ensemble des différentes éditions du dictionnaire démographique multilingue sous une licence dite libre à savoir la licence Creative Common Share Alike. Ainsi, depuis l'informatisation des anciennes éditions papier, tout nouveau travail se fait en commun et en ligne ce qui permet de connaître la contribution exacte de chaque auteur et leur liste complète. Signalons aussi que le logiciel Mediawiki, utilisé tant pour la consultation du dictionnaire que pour ses modifications, est sous licence libre également et est utilisé pour l'encyclopédie Wikipedia. Dès lors que l'on connaît un peu le maniement de cette encyclopédie, on peut aisément comparer les textes de la première édition avec celui de la seconde unifiée. Le texte numérisé reprend en effet la numérotation originale par paragraphe (101, 102 etc.), chacun étant regroupé au sein d'une même page (par exemple la page 10, http://it-ii.wikipedia/wiki/10). Si le lecteur souhaite connaître les raisons qui ont amené les auteurs récents à adopter telle ou telle formulation, la page de discussion liste les problèmes qui se sont posés et les décisions qui ont été prises (par exemple http://it-ii.wikipedia/wiki/Discussion:10). Tous les membres d'associations de spécialistes d’études de la population en partenariat avec le projet Demopaedia pourront à terme contribuer à ces discussions. C’est déjà le cas des membres de l'UIESP, bientôt de la Population Association of America et d'autres encore en projet. <br />
C'est d'ailleurs le but du projet Demopædia que d'inviter les démographes professionnels à actualiser le dictionnaire démographique multilingue en leur offrant une plateforme wiki. Mais comme il s'agit dans un premier temps de créer de nouvelles pages et même de nouveaux chapitres comme la « santé de la reproduction » déjà mentionnée, nous pensons qu'il est plus aisé d'adopter une structure plus libre analogue à celle de Wikipedia, où la cohérence entre les langues n'est pas essentielle dans un premier temps. Le site de cette encyclopédie libre se trouve à l'URL http://fr.demopaedia.org pour la version française et http://en.demopaedia.org pour la version anglaise. <br />
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Les nouvelles pages créées peu à peu devraient nous permettre de mieux mesurer tant l'étendue de notre discipline que sa nouvelle terminologie et de proposer un jour une troisième édition de ce dictionnaire multilingue. <br />
Le but de la science est de faire partager ses résultats aux collègues du monde entier mais aussi aux compatriotes et il est nécessaire que le vocabulaire scientifique puisse être bien traduit de sorte que les média d'un pays ainsi que ses étudiants se l'approprie si on souhaite qu'il soit également bien compris. Nous constatons également que dans certains pays comme la Suède, il n'y a pas eu de seconde édition du dictionnaire et qu'ainsi le vocabulaire ne semble pas s'être renouvelé sans que les Suédois s'en émeuvent. Par contre, un besoin manifeste s'est fait sentir à Marrakech de la part d'universitaires asiatiques qui, sous la pression de nombreux étudiants ne pratiquant pas encore suffisamment l'anglais, éprouvent des difficultés à faire adopter par leur communauté une traduction parfois approximative de l'anglais de termes démographiques même anciens. On compte en Inde, plusieurs langues dont le nombre de locuteurs dépasse les environ 70 millions (chiffre parfois avancé) de personnes dont la langue française est la langue maternelle. Même s'il n'en fait partie le malayalam, parlé au Kerala, compte autant de locuteurs que de Thaïlandais parlant le thaï. Souhaitons que cette plateforme wiki multilingue soit l'occasion de débattre sur la compréhension de nouveaux concepts véhiculés dans les revues scientifiques anglophones mais également les conférences internationales francophones, hispanophones ou nationales dans de nombreuses langues différentes. <br />
Ce projet n'aurait pu être mené à bien sans le soutien continu de la Division de la Population des Nations-Unies en la personne d'Hania Zlotnik qui fut sa Directrice de 2005 à 2012. Cet appui s'est concrétisé par l'organisation de divers ateliers, notamment à Paris (2007) et à Marrakech (2009). Nous remercions particulièrement Serguey Ivanov (UNPD), co-organisateur de ces deux ateliers et à qui nous devons également le premier jet de l'édition russe. Cristina Giudici et Elena Ambrosetti, auteures de cette traduction italienne qui est publiée de manière concomitante, ont établi un partenariat entre l'Université La Sapienza et le Comité français de l'UIESP, permettant l'organisation d'un atelier de formation à la technologie Wiki à Rome en 2011, qui reprenait les premiers enseignements dispensés par Laurent Toulemon au tout premier atelier de Paris. Nous sommes extrêmement contents de cette collaboration franco-italienne qui est motrice dans le développement du projet Demopædia et qui a permis d'organiser non seulement le second atelier de Rome en octobre 2011 mais également celui de Chiang Mai fin août 2012 où les éditions dans 6 nouvelles langues asiatiques (coréen, indonésien, malaisien, népalais, thai et vietnamien) ont commencé et devraient aboutir pour le prochain congrès de l'UIESP à Busan en août 2013.<br />
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<br />
<br />
Remercions aussi Christine Gandrille, secrétaire du Comité national français de l'UIESP, qui a numérisé et corrigé bon nombre des éditions du dictionnaire du fait d'une connaissance hors-norme de plusieurs langues, ainsi que Françoise Gubry et Martine Deville, documentalistes respectivement au CEPED et à l'INED pour leur recherche des ouvrages épuisés telle l'édition arabe et leurs conseils en matière de thésaurus et d'édition des index. <br />
C'est enfin grâce au Comité national français que j'ai eu l'honneur de présider jusqu'en janvier 2012 et aux membres de ses trois bureaux successifs que le projet Demopædia a pu se construire depuis 2005. L'INED nous fait l'honneur d'héberger le serveur et l'UIESP vient de créer un groupe de travail autonome afin que le projet prenne une dimension internationale. Que ces deux institutions en soient également remerciées. <br />
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Nicolas Brouard<br />
Directeur de recherche à l'INED<br />
Coordinateur pour l'UIESP du projet Demopædia <br />
Octobre 2012</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=MediaWiki:Sitesubtitle&diff=8587MediaWiki:Sitesubtitle2012-08-31T08:50:05Z<p>Joseph Larmarange: space</p>
<hr />
<div>Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=30&diff=8555302012-08-30T01:47:31Z<p>Joseph Larmarange: /* 306 */ Ref only to 303-1 (F was an old reference specific of the French volume</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''30'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
<br />
= Stato della popolazione =<br />
<br />
== 30 ==<br />
=== 301 ===<br />
<br />
Lo studio dello {{NonRefTerm|stato della popolazione}} ({{RefNumber|20|1|8}}) include lo studio della {{TextTerm|distribuzione della popolazione|1|301|OtherIndexEntry=popolazione, distribuzione della-}}, e quello della {{NonRefTerm|struttura della popolazione}} ({{RefNumber|10|1|2}}). Ogni popolazione vive su un certo {{TextTerm|territorio|2}}, o su una certa {{TextTerm|area|2}}, e sotto il nome di {{TextTerm|distribuzione territoriale|3}}, o {{TextTerm|distribuzione geografica|3}}, si studia il modo in cui essa vi risulta distribuita.<br />
<br />
=== 302 ===<br />
<br />
Il {{NonRefTerm|territorio}} ({{RefNumber|30|1|2}}) su cui una popolazione vive può essere in vario modo ripartito a mezzo di {{TextTerm|partizioni territoriali|1|302|IndexEntry=partizione territoriale}}, o {{TextTerm|circoscrizioni territoriali|1|302|IndexEntry=circoscrizione territoriale}}. Spesso le {{NonRefTerm|statistiche demografiche}} ({{RefNumber|10|2|2}}) vengono tenute per {{TextTerm|circoscrizioni amministrative|2|302|IndexEntry=circoscrizione amministrativa}}(cfr. § {{RefNumber|30|3|}}); ma si considera la ripartizione della popolazione anche per {{TextTerm|regioni|3|302|IndexEntry=regione}} (cfr., per l’Italia, {{RefNumber|30|3|1}}) e {{TextTerm|zone|4|302|IndexEntry=zona}}, o {{TextTerm|regioni statistiche|4|302|IndexEntry=regione statistica|OtherIndexEntry=statistica, regione-}}, variamente definite in base a caratteri geografici, economici, o sociologici. I termini generici regione e zona possono d’altronde essere usati per territori di estensione molto diversa. Così, l’espressione {{TextTerm|regione naturale|5|302|OtherIndexEntry=naturale, regione-}}, usata dai geografi, va spesso intesa come un territorio caratterizzato da più gruppi di fenomeni, climatico-morfologici, di vegetazione, ecc., ma può talvolta anche designare una semplice zona climatica.<br />Il territorio di uno {{NonRefTerm|Stato}} ({{RefNumber|30|5|3}}) può essere diviso in {{TextTerm|regioni economiche|6|302|IndexEntry=regione economica|OtherIndexEntry=economica, regione-}}, talvolta abbraccianti più unità amministrative minori (province, regioni geografiche). In {{NonRefTerm|ecologia umana}} ({{RefNumber|10|4|5}}), l’espressione {{TextTerm|area naturale|7|302|OtherIndexEntry=naturale, area-}} viene impiegata per designare l’area occupata da una popolazione contraddistinta da alcune caratteristiche specifiche; la qualifica di naturale, in tal caso, si spiega per l’origine biologica dell’espressione.<br />
<br />
=== 303 ===<br />
<br />
Le {{NonRefTerm|circoscrizioni territoriali}} ({{RefNumber|30|2|1}} ) possono variare notevolmente da un paese all’altro e, nel corso del tempo, in uno stesso paese, cosicché lo stesso termine può essere applicato a contesti diversi. In Europa e ad Haïti, l’unità più piccola è il {{TextTerm|comune|1}} ; al di sopra, si trova una gerarchia di suddivisioni spesso di importanza diversa, di cui una, la {{TextTerm|provincia|2}} (Belgio), il {{TextTerm|dipartimento|3}} (Francia e Haïti), il {{TextTerm|cantone|4}} (Svizzera), è fondamentale; le suddivisioni intermedie, {{TextTerm|cantoni|5}}, {{TextTerm|arrondissements|6|303|IndexEntry=arrondissement}} (Belgio, Francia, Haïti), {{TextTerm|distretti|7|303|IndexEntry=distretto}} (Svizzera), o {{TextTerm|circoscrizioni|11|303|IndexEntry=circoscrizione}} hanno importanza minore.<br />In Canada, le principali circoscrizioni amministrative sono la {{TextTerm|municipalità|8}}, la {{TextTerm|contea|9|303}} e la {{TextTerm|provincia|10}}. <br />
{{Note|3| La regione, raggruppando più dipartimenti, assume importanza crescente.}} <br />
{{Note|4 e 7| I cantoni svizzeri godono di una autonomia comparabile a quella di uno Stato nel senso di {{RefNumber|30|5|5}}. Analogamente per le provincie del Canada.}}<br />
<br />
=== 304 ===<br />
<br />
Una popolazione è detta {{TextTerm|sedentaria|1}} quando dimora abitualmente in {{NonRefTerm|abitazioni}} ({{RefNumber|10|1|5}}*) fisse, {{TextTerm|nomade|2}} quando muta spesso il luogo della dimora, {{TextTerm|semi nomade|3}} quando vive solo una parte dell’anno in abitazioni fisse. In alcuni Paesi, porzioni delimitate del territorio vengono costituite come {{TextTerm|riserve|4|304|IndexEntry=riserva}}, in cui collettività aborigene ({{RefNumber|33|2|2}}) possono continuare a vivere secondo le loro tradizioni ancestrali.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|sedentario}}, agg. — {{NoteTerm|sedentarietà}}, s.f.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|nomade}}, agg. e s. — {{NoteTerm|nomadismo}}, s.m.}}<br />
<br />
=== 305 ===<br />
<br />
Con il vocabolo {{TextTerm|Paese|1}}, propriamente parlando, si designa un {{NonRefTerm|territorio}} ({{RefNumber|30|1|2}}), mentre la {{TextTerm|nazione|2}} è un insieme di individui aventi origini e tradizioni comuni e che vivono su uno stesso territorio, e lo {{TextTerm|Stato|3}} (con la maiuscola, in questa accezione) è una entità politica; ma quando vi è una coincidenza di fatto fra Paese, nazione e Stato, spesso i tre vocaboli sono usati promiscuamente. Dallo Stato, nel senso indicato, chiamato spesso {{TextTerm|Stato sovrano|3}}, occorre distinguere lo {{TextTerm|Stato|5}} membro di una {{TextTerm|Federazione di Stati|4}}, che può godere di una certa autonomia legislativa, ma non di completa autonomia politica. In qualche caso, il termine {{TextTerm|Territorio|6}} è usato con un’accezione vicina a quella di Stato, per designare particolari regioni già coloniali e assunte in tempi recenti ad un’indipendenza più o meno completa; si fa distinzione, a questo proposito, fra {{TextTerm|Territori autonomi|7|305|IndexEntry=terrirorio autonomo}}, e {{TextTerm|Territori non autonomi|8|305|IndexEntry=territorio non autonomo}}.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|nazione}}, s.f. — {{NoteTerm|nazionale}}, agg.}}<br />
<br />
=== 306 ===<br />
<br />
Il termine {{TextTerm|agglomerato|1}} può applicarsi in genere ad ogni centro abitato, di qualsiasi dimensione. Il termine {{TextTerm|località|1}} a volte sinonimo di {{NonRefTerm|comune}} (303-1), può essere utilizzato nello stesso senso, benché si applichi spesso ad agglomerati di modeste dimensioni. Minuscoli aggregati di poche case rurali possono prendere il nome di {{TextTerm|piccoli villaggi rurali|2|306|IndexEntry=piccolo villaggio rurale}}, mentre {{TextTerm|paese|3}}, {{TextTerm|villaggio|3}}, {{TextTerm|borgo|3}} e {{TextTerm|borgata|3}} sono usati per raggruppamenti rurali più estesi, con un principio di differenziazione economica. Si chiama {{TextTerm|città|4}} un comune nella cui organizzazione le attività agricole non ricoprano un ruolo essenziale. Questo criterio, applicato non più ai comuni ma agli agglomerati, permette di stabilire una distinzione tra {{TextTerm|agglomerati rurali|3|306|IndexEntry=agglomerato rurale}} e {{TextTerm|agglomerati urbani|4|306|IndexEntry=agglomerato urbano}}. La città in cui hanno sede gli organi centrali di uno {{NonRefTerm|Stato}} (cf. § {{RefNumber|30|5|}}) è detta {{TextTerm|capitale|5}}. L’agglomerato principale (in genere dal punto di vista amministrativo) di ogni {{NonRefTerm|circoscrizione territoriale}} ({{RefNumber|30|2|1}}) ne costituisce il {{TextTerm|capoluogo|6}}. La divisione delle grandi città in {{TextTerm|quartieri|7|306|IndexEntry=quartiere}} è talvolta sanzionata dall’organizzazione amministrativa. A tali divisioni si danno vari nomi, per esempio {{TextTerm|circoscrizioni|7|306|IndexEntry=circoscrizione}} o {{TextTerm|municipi|7|306|IndexEntry=municipio}}. <br />
{{Note|4| A seconda delle dimensioni del centro urbano si potranno qualificare alcune città come {{NoteTerm|cittadine}}, o {{NoteTerm|piccole città}}, e altre come {{NoteTerm|grandi città}}. Una città grandissima può essere denominata {{NoteTerm|metropoli (}}s.f., {{NoteTerm|metropolitano}}, agg.).}}<br />
<br />
=== 307 ===<br />
<br />
Gli {{NonRefTerm|agglomerati urbani}} ({{RefNumber|30|6|4}}) si espandono spesso per aggregazione di località limitrofe, che vanno sempre più perdendo l’autonomia funzionale anche quando mantengono quella amministrativa. Un tale processo porta alla costituzione di {{TextTerm|agglomerati sovra-comunali|1|307|IndexEntry=agglomerato sovra-comunali}} entro i quali si distinguono un {{TextTerm|nucleo urbano|2}} principale ed un’{{TextTerm|area sub-urbana|3}}, costituita da {{TextTerm|sobborghi|3|307|IndexEntry=sobborgo}}, con funzioni specializzate. La {{TextTerm|conurbazione|4}}, al contrario, è un insieme organico costituito da più {{NonRefTerm|agglomerati}} ({{RefNumber|30|6|1}}) distinti, i quali, per quanto geograficamente contigui, abbiano conservata la loro individualità e costituiscano altrettante unità urbane autonome. La fusione di conurbazioni e di grandi città dà luogo alla {{TextTerm|megalopoli|5}}, che si estende su territori molto vasti. Le agglomerazioni multicomunali che hanno come centro la capitale del paese si chiamano {{TextTerm|aree metropolitane|6|307|IndexEntry=area metropolitana}}.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Suburbano}}, agg. - {{NoteTerm|suburbanizzazione}}, s.f. : estensione della zona suburbana delle grandi città.}}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|30}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=34&diff=8380342012-06-18T15:54:35Z<p>Joseph Larmarange: /* 342 */ syntaxe</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''34'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 34 ==<br />
=== 340 ===<br />
<br />
Gli appartenenti ad una popolazione vengono talora ripartiti secondo le {{TextTerm|lingue|1|340|IndexEntry=lingua}} parlate, o secondo i {{TextTerm|dialetti|2|340|IndexEntry=dialetto}}, che sono delle varietà delle lingue principali. Si fa anche frequentemente una distinzione fra la {{TextTerm|lingua madre|3}}, che è quella nella quale l’individuo ha imparato inizialmente a parlare, e la sua {{TextTerm|lingua usuale|4}}, in cui si esprime abitualmente. Questa distinzione non riesce però a superare la difficoltà di classificazione di individui {{TextTerm|bilingue|5}}, o più in generale {{TextTerm|multilingue|5}}. Le statistiche corrispondenti sono dette {{TextTerm|statistiche linguistiche|6|340|IndexEntry=statistica linguistica}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|lingua}}, s.f. — {{NoteTerm|linguistico}}, agg.: attinente allo studio scientifico delle lingue — {{NoteTerm|linguistica}}, s.f.: studio storico e comparativo delle lingue.<br />Il vocabolo {{NoteTerm|idioma}} viene impiegato talvolta per indicare una lingua di limitata estensione.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|dialetto}}, s.m. — {{NoteTerm|dialettale}}, agg.}}<br />in linguistica si chiama {{NoteTerm|parlata}} (s.f.) un dialetto utilizzato in modo molto localizzato.<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|bilingue}}, agg. — {{NoteTerm|bilinguismo}}, s.m.}}<br />
<br />
=== 341 ===<br />
<br />
Le {{TextTerm|statistiche delle confessioni religiose|1}} ripartiscono gli appartenenti ad una popolazione a seconda del credo religioso. Si distingue, generalmente, fra le principali {{TextTerm|religioni|2|341|IndexEntry=religione}}, o {{TextTerm|confessioni religiose|2|341|IndexEntry=confessione religiosa}}, i principali {{TextTerm|culti|3|341|IndexEntry=culto}}, e talvolta i {{TextTerm|riti|4|341|IndexEntry=rito}} e le {{TextTerm|sette|5|341|IndexEntry=setta}}. Un individuo che non professa alcun credo religioso può dichiararsi {{TextTerm|senza religione|6}}, o {{TextTerm|agnostico|6}}. {{TextTerm|Ateo|6}} è chi non crede all’esistenza di Dio.<br />
<br />
=== 342 ===<br />
<br />
Spesso si ripartisce una popolazione secondo il {{TextTerm|grado d’istruzione|1}} dei suoi componenti. Coloro i quali hanno raggiunto una certa età e che sanno leggere e scrivere si definiscono {{TextTerm|alfabeti|2|342|IndexEntry=alfabeta}} gli altri sono detti {{TextTerm|analfabeti|3|342|IndexEntry=analfabeta}}. <br />Nel presentare le {{TextTerm|statistiche sul grado d’istruzione|4|342|IndexEntry=statistica sul grado d'istruzione}} possono essere adottati, quali criteri di classificazione, la {{TextTerm|durata degli studi|5}}, o l’{{TextTerm|età compiuta al termine degli studi|6}}. Si possono classificare i dati anche secondo il più {{TextTerm|alto titolo di studio|7}} conseguito. In questo caso, ovviamente, la classificazione è strettamente connessa con l’organizzazione dell’{{TextTerm|insegnamento|8}} nel Paese in questione.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|analfabeta}}, agg., ff. s. — {{NoteTerm|analfabetismo}}, s.m.}}.<br />Si impiega talvolta il termine {{NoteTerm|illetterato}} per indicare un individuo che non sappia né leggere né scrivere.<br />
<br />
=== 343 ===<br />
<br />
Il {{TextTerm|sistema d’insegnamento|1}} o {{TextTerm|sistema educativo|1}} è costituito dall’insieme degli istituti che dispensano insegnamenti. Questi possono essere pubblici o privati, da cui la distinzione tra {{TextTerm|scuola pubblica|2}} e {{TextTerm|scuola privata|3}}. Oltre all’{{TextTerm|istruzione pre-primaria|4}}, si distinguono tre {{TextTerm|gradi di istruzione|5|343|IndexEntry=grado di istruzione}}, detti, in ordine di difficoltà crescente, {{TextTerm|istruzione elementare|6}}, o {{TextTerm|istruzione primaria|6}}, {{TextTerm|istruzione secondaria|7}}, divisa in primo e secondo {{TextTerm|grado|8}}, ed {{TextTerm|istruzione superiore|9}}, quest’ultima può essere divisa {{TextTerm|livelli|10|343|IndexEntry=livello}} secondo il grado d’insegnamento, di cui il più elevato è il {{TextTerm|grado universitario|11}}. La {{TextTerm|formazione professionale|12}} può essere dispensata a livello dell'istruzione secondaria o superiore.<br />
<br />
=== 344 ===<br />
<br />
Le diverse categorie di {{TextTerm|istituti che dispensano insegnamenti|1|344|IndexEntry=istituto che dispensa insegnamenti}}, e le loro denominazioni, dipendono dall’organizzazione dell’insegnamento in ogni paese. L’{{NonRefTerm|istruzione pre-primaria}} ({{RefNumber|34|3|4}}) è assicurata dalle {{TextTerm|scuole materne|2|344|IndexEntry=scuola materna}}; i tre {{NonRefTerm|gradi di istruzione}} sopra menzionati (§ 343) sono generalmente dispensati da istutiti chiamati rispettivamente: {{TextTerm|scuole primarie|3|344|IndexEntry=scuola primaria}}, o {{TextTerm|scuole elementari|3|344|IndexEntry=scuola elementare}}, {{TextTerm|istituti secondari|4|344|IndexEntry=istituto secondario}},ed {{TextTerm|università|5}}; accanto a queste ultime possono esistere delle {{TextTerm|scuole d’eccellenza|6|344|IndexEntry=scuola d'eccellenza}}. L’{{NonRefTerm|insegnamento tecnico}} ({{RefNumber|34|3|12}}) e professionale è impartito negli {{TextTerm|istituti tecnici|10|344|IndexEntry=istituto tecnico}} e negli {{TextTerm|istituti professionali|7|344|IndexEntry=istituto professionale}} . L'insegnamento pedagogico è impartito negli {{TextTerm|istituti magistrali|11|344|IndexEntry=istituto magistrale}} e nelle {{TextTerm|scuole magistrali|11|344|IndexEntry=scuola magistrale}}.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Scuola}}, s.f. - {{NoteTerm|scolaro}}, agg.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|Università}}, s.f. - {{NoteTerm|universitario}}, agg.}}<br />
<br />
=== 345 ===<br />
<br />
Il termine {{TextTerm|classe|1}} può genericamente designare un gruppo di {{TextTerm|alunni|2|345|IndexEntry=alunno}} che tutti insieme vengono istruiti da uno o più {{TextTerm|insegnanti|3|345|IndexEntry=insegnante}}. Nel linguaggio corrente si può chiamare {{TextTerm|classe|4}} anche un’{{TextTerm|aula|4}}, locale per le lezioni impartite alla classe nel senso detto prima. Ancora, si usa il vocabolo {{TextTerm|classe|5}} per indicare un insieme di alunni giunti allo stesso grado di istruzione e che seguono, durante un anno scolastico, le materie fissate per un certo {{TextTerm|anno di corso|5}}. Sono detti {{TextTerm|studenti|6|345|IndexEntry=studente}} coloro che seguono gli studi nelle {{NonRefTerm|università}} ({{RefNumber|34|4|5}}) e, correntemente, anche gli alunni delle scuole secondarie (cfr. {{RefNumber|34|3|}}).<br />
{{Note|2| Si parla ormai di {{NoteTerm|scolaro}} solo con riferimento agli alunni della scuola primaria ({{RefNumber|34|3|6}}). Il termine allievo si applica ad ogni individuo che segua i corsi di una {{NonRefTerm|scuola}} ({{RefNumber|34|4|2}}*).}}<br />
{{Note|3| Si dicono {{NoteTerm|insegnanti elementari}} gli insegnanti delle {{NonRefTerm|scuole elementari}} ({{RefNumber|34|3|6}}) e {{NoteTerm|professori}} gli altri.}}<br />
<br />
=== 346 ===<br />
<br />
Le {{TextTerm|statistiche dell’istruzione|1}} distinguono generalmente fra numero di {{TextTerm|alunni iscritti|2|346|IndexEntry=alunno iscritto}} o {{TextTerm|popolazione scolastica|2}} e numero di {{TextTerm|alunni frequentanti|3|346|IndexEntry=alunno frequentante}}, ad una certa data: questo permette di ottenere indici di {{TextTerm|frequenza scolastica|4}}. In alcuni Paesi vige l’{{TextTerm|obbligo scolastico|5}} per i ragazzi di certe classi di età: in tal caso, l’espressione {{TextTerm|età scolastica|6}} (cfr. {{RefNumber|32|3|8}}) viene allora spesso ad assumere il senso di {{TextTerm|età soggetta all’obbligo dell’istruzione|6}}, e si considera di frequente la {{TextTerm|popolazione in età soggetta all’obbligo dell’istruzione|7}}, o {{TextTerm|popolazione in età scolastica|7}}.<br />
{{Note|4| Sembra opportuno riservare l’espressione {{NoteTerm|tasso di scolarizzazione}} al rapporto tra il numero di iscritti a scuola e la popolazione in età scolastica, ed indicare con {{NoteTerm|tasso di frequenza scolastica}} il rapporto tra il numero degli alunni frequentanti e quello degli iscritti.<br />{{NoteTerm|Scolarizzazione}}, s.f. - {{NoteTerm|scolarizzare}}, v.t. : indurre all’istruzione scolastica - scolarizzabile, agg. : suscettibile di essere scolarizzato.}}<br />
<br />
=== 347 ===<br />
<br />
La scolarità si consegue anno per anno, a partire dall’ingresso nella prima classe elementare fino alla fine degli studi. Salvo i casi di decesso o malattia grave, la {{TextTerm|fine degli studi|1}} si raggiunge solo dopo aver conseguito l’obbligo scolastico, nel caso in cui questo esista, di diritto o di fatto; La frequenza dell’interruzione degli studi nel corso o alla fine di un anno scolastico, si misura tramite la {{TextTerm|probabilità di abbandono degli studi|2}}, analoga ad un quoziente di mortalità; il suo complemento ad uno fornisce la {{TextTerm|probabilità di proseguimento degli studi|3}}. La serie delle probabilità di abbandono degli studi costituisce una {{TextTerm|tavola di uscita dal sistema educativo|4}}; essa permette di calcolare il {{TextTerm|numero medio di anni di studio|5}} o {{TextTerm|durata media degli studi|5}}. Alla fine di ogni anno di studi, gli alunni o studenti che non abbandonano gli studi possono ripetere l’anno o passare nella classe superiore, con o senza {{TextTerm|cambiamento di orientamento|6}}. A partire dalla classificazione di questi alunni o studenti, si deduce, tra l’altro, la {{TextTerm|frequenza delle ripetenze|7}} dell’anno di studi considerato.<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|Ripetenza}}, s.f. - {{NoteTerm|ripetere}}, v.t.}}<br />
<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|34}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=32&diff=8379322012-06-18T15:47:37Z<p>Joseph Larmarange: /* 325 */ correction syntaxe</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''32'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 32 ==<br />
=== 320 ===<br />
<br />
Per studiare la {{TextTerm|ripartizione secondo il sesso|1}} (cf. {{RefNumber|14|4|4}}) di una popolazione si rapporta generalmente il numero di individui di un {{TextTerm|sesso|2}} al numero di quelli dell’altro, o all’ammontare complessivo della popolazione. Ponendosi spesso a numeratore il numero di maschi, si parla anche frequentemente di {{TextTerm|mascolinità|3}} di una popolazione. L’espressione {{TextTerm|tasso di mascolinità|4}} designa la proporzione di sesso maschile nell’insieme della popolazione.<br />Il {{TextTerm|rapporto di mascolinità|5}} è ottenuto dividendo gli appartenenti al sesso maschile per l’ammontare di popolazione di sesso femminile. Questo rapporto è generalmente espresso come {{NonRefTerm|indice}} ({{RefNumber|13|2|7}}), considerando come {{NonRefTerm|base 100}} ({{RefNumber|13|2|8}}) l’ammontare di popolazione di sesso femminile.<br />
{{Note|3| Si usa anche far figurare al numeratore il sesso femminile. In tal caso si ottengono un {{NoteTerm|tasso di femminilità}} ed un {{NoteTerm|rapporto di femminilità}}.}}<br />
{{Note|4| Cfr § {{RefNumber|13|3|}}.}}<br />
<br />
=== 321 ===<br />
<br />
I termini {{TextTerm|maschio|1}} e {{TextTerm|femmina|2}} possono essere usati, in demografìa, per designare, rispettivamente, un {{TextTerm|individuo di sesso maschile|1}} e un {{TextTerm|individuo di sesso femminile|2}}. Nello stesso senso, si adottano spesso i termini {{TextTerm|uomo|1}} e {{TextTerm|donna|2}}, specialmente se ci si riferisce a soli individui adulti. I termini {{TextTerm|ragazzo|3}} e {{TextTerm|ragazza|4}} sono invece poco usati nel linguaggio scientifico per indicare chi non è più {{NonRefTerm|bambino}} o {{NonRefTerm|bambina}} ({{RefNumber|32|3|3}}), ma non ha ancora superato l’età dell’ adolescenza ({{RefNumber|32|4|1}}). Si usa il vocabolo {{TextTerm|uomo|5}} anche nel senso generale di {{TextTerm|essere umano|5}}.<br />
<br />
=== 322 ===<br />
<br />
L’{{TextTerm|età|1}} – si precisa talvolta {{TextTerm|età anagrafica|1}} o {{TextTerm|età cronologica|1}} – è una delle variabili fondamentali della {{NonRefTerm|struttura}} ({{RefNumber|10|1|2}}) delle popolazioni.<br />Essa viene espressa generalmente in anni, o in anni e mesi, o ancora in mesi e giorni, per i bambini in tenera età; più raramente in anni e frazioni decimali di anno; I {{NonRefTerm|demografi}} ({{RefNumber|10|1|1}}*) arrotondano generalmente l’età all’estremo inferiore, indicandola in tal modo in {{TextTerm|anni compiuti|2}}, o eventualmente in {{TextTerm|mesi compiuti|2}}, cioè riportando l’{{TextTerm|età all’ultimo compleanno|3}}. Talvolta si considera, nelle statistiche, l’{{TextTerm|età raggiunta nell’anno|4}}, che corrisponde alla differenza tra l’anno condiserato e l’anno di nascita. Gli attuari considerano talvolta gli {{TextTerm|anni iniziati|5}}, cioè l’{{TextTerm|età al prossimo compleanno|5}}. L’{{TextTerm|età dichiarata|6}}, al {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) o allo {{NonRefTerm|stato civile}} (cf. § {{RefNumber|21|1|}}), è spesso arrotondata al compleanno più vicino, soprattutto quando il compleanno è prossimo. Talvolta si è portati a precisare che si considera un’{{TextTerm|età precisa|7}}, o {{TextTerm|età esatta|7}}, per evitare di confondere quest’ultima con un’età in anni compiuti, che rappresenta invece una classe di età esatte. In occasione del censimento si può domandare la data di nascita, l’età all’ultimo compleanno o semplicemente l’età, senza ulteriori precisazioni. Quando, in quest’ultimo caso, la conoscenza dell’età cronologica è poco diffusa, si raccomanda di utilizzare un {{TextTerm|calendario storico|8}}, cioè una lista di avvenimenti dei quali è conosciuta la data e che si sono verificati nel corso degli ultimi cento anni. <br />
{{Note|2| Da cui l’interpretazione da dare alla nozione usuale dei gruppi di età. Da intendersi comprensivi delle età estreme; il gruppo 6-13, per esempio,comprende gli individui di età compiuta da 6 a 13 anni; si dice che le loro età esatte sono comprese tra 6 e 14 anni, escludendo l’estremo superiore, o ancora che queste stesse età esatte vanno da 6 a meno di 14 anni.}}<br />
{{Note|3| In italiano, come in francese, il termine {{NoteTerm|compleanno}} evoca una commemorazione; il primo compleanno si situa dunque un anno esatto dopo la nascita. Alcuni paesi adottano un metodo di computo differente : il primo &quot;Geburtstag&quot; tedesco, per esempio, coincide con il giorno della nascita.}}<br />
<br />
=== 323 ===<br />
<br />
Il linguaggio corrente entra qualche volta in demografia per indicare, in maniera largamente imprecisa, le principali {{TextTerm|età della vita|1}}, o {{TextTerm|periodi della vita|1|323|IndexEntry=periodo della vita}}. Nei primi anni di vita si è nell’{{TextTerm|infanzia|2}}; il termine {{TextTerm|bambino|3}} indica, in generale, un individuo che non ha ancora raggiunto l’età della {{NonRefTerm|pubertà}} ({{RefNumber|62|0|2}}). Nel corso dei primissimi giorni di vita, l’individuo è detto {{TextTerm|neonato|4}} (cfr. {{RefNumber|41|0|3}}). Il termine {{TextTerm|lattante|5}} si applica, propriamente, solo ai bambini non ancora svezzati. Si distingue pure fra {{TextTerm|bambini in età prescolastica|7|323|IndexEntry=bambino in età prescolastica}} ({{RefNumber|34|6|6}}) e {{TextTerm|ragazzi in età scolastica|8|323|IndexEntry=ragazzo in età scolastica}}. Il termine {{TextTerm|Infante|6}}, sinonimo bambino in tenera età, è raramente utilizzato in demografia.<br />
{{Note|1| In questa accezione, il termine {{NoteTerm|età}}, impiegato un tempo, viene utilizzato solo in determinate espressioni (cfr. {{RefNumber|32|4|4}}, {{RefNumber|34|6|6}} e {{RefNumber|62|0|1}} *).}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Neonato}}, agg. ff. s.m. - {{NoteTerm|neonatale}}, agg.}}<br />
{{Note|6| Il periodo corrispondente è denominato {{NoteTerm|prima infanzia}} essa comprende approssimativamente il primo anno di vita (cfr. {{RefNumber|41|0|1}}*).}}<br />
<br />
=== 324 ===<br />
<br />
Il passaggio dalla fanciullezza ({{RefNumber|32|3|2}}) all’{{TextTerm|adolescenza|1}} è segnato dalla {{NonRefTerm|pubertà}} ({{RefNumber|62|0|2}}). Il termine {{TextTerm|adolescente|2}} designa generalmente chi entra in tale fase. È preferibile chiamare {{TextTerm|giovani|3|324|IndexEntry=giovane}} gli individui prossimi all’{{TextTerm|età adulta|4}}, con tale termine si indica il periodo di {{TextTerm|maturità|4}} successivo all’adolescenza. Per {{TextTerm|adulto|5}} si intende un individuo in età adulta. Poiché non è possibile precisare oggettivamente l’inizio dell’{{TextTerm|età senile|6}}, o {{TextTerm|vecchiaia|6}}, questo, per convenzione, si fa spesso coincidere con un’età prossima all’{{TextTerm|età della quiescenza|7}}, o {{TextTerm|età della pensione|7}} (cfr. {{RefNumber|36|1|4}}), per esempio 60 o 65 anni. Coloro che hanno oltrepassato questa età costituiscono la categoria degli {{TextTerm|anziani|8|324|IndexEntry=anziano}}, o dei {{TextTerm|vecchi|8|324|IndexEntry=vecchio}}.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|giovane}}, s. e agg. — {{NoteTerm|giovinezza}}, s.f.}}<br />
{{Note|5| Talvolta fra gli adulti s’intendono compresi i vecchi, Il gruppo degli adulti coincide in tal caso approssimativamente con quello dei {{NoteTerm|maggiorenni}} dal punto di vista giuridico. Nella ripartizione della popolazione in tre {{NonRefTerm|grandi gruppi di età}} ({{RefNumber|32|5|4}}), al contrario, si considerano generalmente i giovani, gli adulti e i vecchi. In tal caso si ha coincidenza approssimativa tra il gruppo dei giovani e quelli dei {{NoteTerm|minorenni}} dal punto di vista giuridico. La legislazione italiana fissa a 18 anni la {{NoteTerm|maggiore età}}, cioè l’età esatta di passaggio dalla condizione giuridica di {{NoteTerm|minorenne}} a quella di {{NoteTerm|maggiorenne}}.}}<br />
{{Note|8| {{NoteTerm|vecchio}}, agg. e s.m., {{NoteTerm|anziano}}, agg. e s.m.<br />I vecchi di età più avanzata sono talvolta chiamati {{NoteTerm|grandi vecchi}}, e coloro che raggiungono le età estreme – superiori a 95 o a cento anni – sono detti {{NoteTerm|longevi}} (cfr. {{RefNumber|43|4|4}}). I termini vecchiaia e vecchio sono considerati spesso sgradevoli, si parla sempre più frequentemente di {{NoteTerm|terza età}}, e anche di {{NoteTerm|quarta età}}, per i grandi vecchi, ma queste espressioni non appartengono al linguaggio demografico.}}<br />
<br />
=== 325 ===<br />
<br />
La {{NonRefTerm|classificazione}} ({{RefNumber|13|0|7}}) per età della popolazione viene fatta spesso per {{TextTerm|singoli anni di età|1|325|IndexEntry=singolo anno di età}} o {{TextTerm|classi annuali di età|1|325|IndexEntry=classe annuale di età}}, ma anche per {{TextTerm|classi pluriennali di età|2|325|IndexEntry=classe pluriennale di età}}, in questo secondo caso, frequente è la ripartizione per {{TextTerm|classi quinquennali di età|3|325|IndexEntry=classe quinquennale di età}}, ma vengono usate anche ripartizioni più grossolane, {{TextTerm|grandi classi di et|4|325|IndexEntry=grande classe di età}}, come ad esempio, 0-19 anni, 20-59 anni, 60 anni e più (cfr. {{RefNumber|32|2|2}}*). Talvolta la classificazione non è fatta per anno d’età, ma per {{TextTerm|anno di nascita|5}}. La {{TextTerm|composizione per età|6}} o {{TextTerm|struttura per età|6}} di una popolazione e la sua {{NonRefTerm|composizione secondo il sesso}} ({{RefNumber|32|0|1}}), vengono congiuntamente rappresentate in un grafico ad {{NonRefTerm|istogrammi}} ({{RefNumber|15|5|8}}), detto {{TextTerm|piramide delle età|7}}, così chiamato per sua forma all’incirca triangolare e la sua struttura ad istogrammi ruotati e sovrapposti.<br />
<br />
=== 326 ===<br />
<br />
Si dice {{TextTerm|età media|1}} di una popolazione la {{NonRefTerm|media aritmetica}} ({{RefNumber|14|0|1}}) delle età di quanti le appartengono, ed {{TextTerm|età mediana|2}} quella che ripartisce la popolazione ordinata secondo l’età in due gruppi ugualmente numerosi (cfr. {{RefNumber|14|0|6}}). L’aumento della proporzione dei {{NonRefTerm|vecchi}} ({{RefNumber|32|4|8}}) in una popolazione traduce l’{{TextTerm|invecchiamento|3}} della stessa, detto anche {{TextTerm|invecchiamento demografico|3}} per evitare confusione (cfr. {{RefNumber|32|7|1}}). Il fenomeno contrario prende il nome di {{TextTerm|ringiovanimento|4}} o {{TextTerm|ringiovanimento demografico|4}} della popolazione interessata. Una {{TextTerm|popolazione vecchia|5}} si caratterizza per una importante proporzione di persone anziane, una {{TextTerm|popolazione giovane|6}} per una importante proporzione di {{NonRefTerm|giovani}} ({{RefNumber|32|4|3}}*) o di bambini. Non si deve confondere l’invecchiamento di una popolazione, nel senso predetto, con la tecnica usata nel calcolo di ''prospettive demografiche'' ({{RefNumber|72|0|2}}), mediante la quale si fa {{TextTerm|invecchiare|7}} (v.t.) una popolazione, applicando appropriati {{NonRefTerm|coefficienti prospettici di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|1|7}}) alle diverse classi di età, per prevedere il numero dei viventi in una classe d’età successiva un corrispondente numero di anni più tardi.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|invecchiamento}}, s.m. — {{NoteTerm|invecchiare}}, v.i. e t.}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|ringiovanimento}}, s.m. — {{NoteTerm|ringiovanire}}, v.i. e t.}}<br />
<br />
=== 327 ===<br />
<br />
L’{{NonRefTerm|invecchiamento demografico}} ({{RefNumber|32|6|3}}) deve essere distinto, da una parte, dall’{{TextTerm|invecchiamento individuale|1}}, o {{TextTerm|senescenza|1}}, e d’altra parte anche dall’{{TextTerm|allungamento della vita umana|2}}, prodotto dei progressi della medicina e del migliore tenore di vita. Si denominano, rispettivamente, {{TextTerm|età fisiologica|3}} ed {{TextTerm|età mentale|4}} di un individuo l’età corrispondente, in via normale, allo stato dei suoi organi e tessuti nel primo caso, alle sue capacità intellettuali nel secondo. Negli studi nei quali vengono introdotti questi concetti, si definisce {{NonRefTerm|età cronologica}} ({{RefNumber|32|2|1}}) di un individuo quella misurata dal tempo trascorso dalla sua data di {{TextTerm|nascita|5}}. Il {{TextTerm|quoziente intellettuale|6}}, o {{TextTerm|quoziente d’intelligenza|6}} — abbreviazione: {{NoteTerm|Q.I.|6}} —, utilizzato nello studio dello sviluppo mentale dei bambini, è il rapporto fra l’età mentale e l’età cronologica del soggetto.<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|32}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=63&diff=8378632012-06-18T15:43:43Z<p>Joseph Larmarange: correction syntaxe</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''63'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 63 ==<br />
<br />
=== 632 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|tasso di natalità|1}} il rapporto tra il numero delle {{NonRefTerm|nascite}} ({{RefNumber|60|1|3}}) osservate in una popolazione e l’{{NonRefTerm|ammontare}} ({{RefNumber|10|1|7}}) di questa popolazione. Se non è specificato altro l’espressione tasso di natalità indica il {{TextTerm|tasso generico di natalità|2}}, o più precisamente il {{TextTerm|tasso generico di natalità annuo|2}} (cf. {{RefNumber|60|1|6}}), ottenuto dividendo il numero di {{NonRefTerm|nati vivi}} in un anno ({{RefNumber|60|1|4}}), per la {{NonRefTerm|popolazione media}} ({{RefNumber|40|1|5}}). Qualora si prenda in considerazione il {{NonRefTerm|totale dei nati}} ({{RefNumber|60|1|7}}*) si parla di {{TextTerm|tasso di natalità totale|3}}. Si possono considerare eventualmente le componenti {{NonRefTerm|legittime}} e {{NonRefTerm|illegittime}} (cf. § {{RefNumber|61|0|}}) del tasso di natalità, che si chiamano rispettivamente {{TextTerm|tasso di natalità legittimo|4}} e {{TextTerm|tasso di natalità illegittimo|5}}, tuttavia si utilizza più spesso la {{TextTerm|proporzione dei nati illegittimi|6}} sul totale dei nati (proporzione che generalmente si esprime in percentuale). Analogamente a quanto si fa per il caso della mortalità, e per raggiungere gli stessi scopi (cfr. 403), varie vie vengono seguite per costruire {{TextTerm|misure comparative di natalità|7}}, sotto forma di {{TextTerm|quozienti standardizzati di natalità|7}}, o {{TextTerm|quozienti normalizzati di natalità|7}}. I tassi di natalità si esprimono in generale in per mille (sottinteso : abitanti - cfr. {{RefNumber|13|3|4}}*). In mancanza di dati sufficienti sul numero delle nascite annue (cfr. {{RefNumber|20|1|9}}*), si calcola a partire della {{NonRefTerm|ripartizione per sesso}} e {{NonRefTerm|per età}} (cfr. § {{NonRefTerm|325}}) della popolazione, un indicatore della fecondità chiamato {{TextTerm|rapporto figli-madri|8}}, che si ottiene dividendo il numero di figli di 0-4 anni, 5-9 anni o 0-9 anni per il numero delle madre in {{NonRefTerm|età riproduttiva}} ({{RefNumber|62|0|1}} *).<br />
{{Note|3| Non bisogna confondere totale e globale : il primo di questi aggettivi indic ache non si sottraggono i {{NoteTerm|nati morti}} ({{RefNumber|41|1|5}}*) al totale dei nati, il secondo che si tiene conto dell’insieme dei nati, nella maggior parte dei casi vivi , indipendentemente dall’età della madre.<br />per le misure della{{NonRefTerm|natimortalità}} ({{RefNumber|41|1|5}}), cfr. § {{NonRefTerm|413}}.}}<br />
<br />
=== 633 ===<br />
<br />
Il termine generico {{TextTerm|tasso di fecondità|1}} si applica a tutti i tassi calcolati dividendo il numero delle {{NonRefTerm|nascite}} ({{RefNumber|60|1|3}}) osservate in un certo periodo di tempo, in un gruppo di individui dello stesso sesso e in {{NonRefTerm|età riproduttiva}} ({{RefNumber|62|0|1}}*), o alla popolazione media di questo gruppo, o al numero di anni vissuti dai suoi membri durante quest’anno. Salvo indicazione contraria, si tratta di {{TextTerm|tassi di fecondità femminili|2|633|OtherIndexEntry=tasso di fecondità femminile}}, cioè dei tassi calcolati per dei gruppi di donne; in questo caso il numero di anni vissuti è detto numero di {{TextTerm|donne-anno|3}}; a volte si calcolano anche i {{TextTerm|tassi di fecondità maschile|4|633|OtherIndexEntry=tasso di fecondità maschile}} seguendo lo stesso criterio. I tassi di fecondità si esprimono generalmente in nascite {{NonRefTerm|per mille}} (sottinteso : individui di tale categoria – di sesso, età, stati civile, ecc. - cfr. {{RefNumber|13|3|4}}*). I tassi ottenuti dividendo i {{NonRefTerm|nati legittimi}} ({{RefNumber|61|0|3}}) a un certo ammontare di {{NonRefTerm|persone sposate}} ({{RefNumber|51|5|5}}) sono chiamati {{TextTerm|tassi di fecondità legittima|5|633|OtherIndexEntry=tasso di fecondità legittima}}, e quelli che si ottengono dividendo i {{NonRefTerm|nati illegittimi}} ({{RefNumber|61|0|4}}) ad un certo ammontare di {{NonRefTerm|persone non sposate}} ({{RefNumber|51|5|5}}*), sono detti {{TextTerm|tassi di fecondità illegittima|6|633|OtherIndexEntry=tasso di fecondità illegittima}}. Qualora non venga fatta nessuna distinzione in base alla {{NonRefTerm|legittimità}} ({{RefNumber|61|0|1}}) delle nascite e allo {{NonRefTerm|stato civile}} ({{RefNumber|51|5|1}}) delle persone, si ottengono i cosiddetti {{TextTerm|tassi di fecondità generale|7|633|OtherIndexEntry=tasso di fecondità generale}}. Questi diversi tipi di tassi di fecondità possono essere calcolati, per tutto il{{NonRefTerm|periodo riproduttivo}} ({{RefNumber|62|0|1}}), o per età; si ottengono rispettivamente, i {{TextTerm|tassi globali di fecondità|8|633|OtherIndexEntry=tasso globale di fecondità}}, o i {{TextTerm|tassi di fecondità specifici|9|633|OtherIndexEntry=tasso di fecondità specifico}} o {{TextTerm|tassi di fecondità per età|9|633|OtherIndexEntry=tasso di fecondità per età}}.<br />
{{Note|1| Se fosse noto il numero dei {{NonRefTerm|concepimenti}} ({{RefNumber|60|2|1}}), si potrebbe calcolare nello stesso modo un {{NoteTerm|tasso di concepimento}}.}}<br />
{{Note|2| la stessa denominazione è talvolta utilizzata per dei tassi che comprendono al numeratore soltanto le nascite femminili.}}<br />
{{Note|4| la stessa denominazione è talvolta utilizzata per dei tassi che comprendono al numeratore soltanto le nascite maschili (cfr. nota precedente).}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|Fecondità legittima}} : fecondità delle persone sposate.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|Fecondità illegittima}} : fecondità delle persone non sposate.}}<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|Fecondità generale}} : fecondità delle persone indipendentemente dallo stato civile (cfr. {{RefNumber|13|4|7}}*). Nell’{{NonRefTerm|analisi trasversale}} ({{RefNumber|10|3|5}}), si sostituisce l’espressione tasso di fecondità generale con l’espressione {{NoteTerm|nascite ridotte}}.}}<br />
{{Note|8| Vedere {{RefNumber|63|2|3}}*.}}<br />
<br />
=== 634 ===<br />
<br />
Nei {{TextTerm|tassi di fecondità per ordine|1}}, si dividono i {{NonRefTerm|nati}} ({{RefNumber|60|1|3}}) di un certo {{NonRefTerm|ordine}} (cf. {{RefNumber|61|1|1}}) per un numero di donne, per un numero di matrimoni, per un numero di nascite di ordine precedente.<br />Si chiamano {{TextTerm|tassi di fecondità per parità|2}}o {{TextTerm|tassi di fecondità per ordine di nascita|2}} quei tassi che hanno al numeratore le nascite di un certo ordine (n) e al denominatore le donne che hanno avuto figli dell’ordine immediatamente inferiore (di rango n-1); bisognerebbe di preferenza utilizzare i {{TextTerm|tassi di fecondità specifici per ordine di nascita|3}}, se le statistiche disponibili lo permettono.<br />
{{Note|1| Quando le nascite di ogni ordine sono classificate seguendo l’anno in cui la nascita di ordine precedente ha avuto luogo, ci si accontenta di dividere il numero dei nati di ordine n dell’anno t che sono stati preceduti da un nato di ordine n-1 nell’anno t-x per il numero di nati di ordine t-1 di quest’anno t-x . L’indice così ottenuto si chiama {{NoteTerm|nascite ridotte di ordine n}} .}}<br />
{{Note|3| I quozienti esistono soltanto per gli {{NonRefTerm|eventi non rinnovabili}} ({{RefNumber|20|1|4}}), primi matrimoni, nascite di ordine n, decessi. Si parla quindi di quozienti di fecondità solo se si tiene conto dell’ordine di nascita, in questo caso le nascite sono eventi rinnovabili.}}<br />
<br />
=== 635 ===<br />
<br />
Lo studio della {{NonRefTerm|fecondità legittima}} ({{RefNumber|63|3|5}}*) si fa soprattutto per {{NonRefTerm|coorti}} ({{RefNumber|11|6|2}}) o {{NonRefTerm|promozioni di matrimoni}} (cfr. {{RefNumber|11|6|2}}) e in questo caso si parla di {{TextTerm|fecondità dei matrimoni|1}}. Quest’ultima si studia servendosi dei {{TextTerm|tassi di fecondità secondo la durata del matrimonio|2}} o più di rado, dei {{TextTerm|tassi specifici di fecondità legittima per età|3}} della donna.<br />
{{Note|1| L’espressione {{NoteTerm|produttività dei matrimoni}} è stata utilizzata in passato, oggi è poco usata.}}<br />
{{Note|2| Si è anche usato il {{NoteTerm|tasso di produttività dei matrimoni secondo la loro durata;}} come la precedente, quest’espressione oggi è poco usata.}}<br />
<br />
=== 636 ===<br />
<br />
Nello studio della {{TextTerm|fecondità di una coorte|1}}, la somma dei {{NonRefTerm|tassi specifici di fecondità}} ({{RefNumber|63|3|7}}) per età o dei {{NonRefTerm|tassi di fecondità secondo la durata del matrimonio}} ({{RefNumber|63|5|2}}) dà la {{TextTerm|discendenza lorda|2}} o più semplicemente {{TextTerm|discendenza|2}} della coorte a diverse date: {{TextTerm|discendenza attuale|3}}, quando questa data corrisponde con la data di compleanno della donna o del {{NonRefTerm|matrimonio}} ({{RefNumber|50|1|4}}), o quella di un’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}); {{TextTerm|discendenza completa|4}} o {{TextTerm|discendenza finale|4}} quando questa data è successiva alla fine del {{NonRefTerm|periodo riproduttivo}} ({{RefNumber|62|0|1}} ) delle donne. Sommando il prodotto dei {{NonRefTerm|tassi specifici di fecondità}} ({{RefNumber|63|3|1}} ) per la {{NonRefTerm|probabilità di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|1|6}}), o delle donne (dalla nascita o dall’età di 15 anni), o delle unioni, nella coorte oggetto di studio, si ottiene la {{TextTerm|discendenza netta|5}}, {{TextTerm|discendenza attuale netta|6}} o {{TextTerm|discendenza finale netta|7}}, a seconda se ci si trova prima o dopo la fine del periodo riproduttivo della donna.<br />
{{Note|4| Alcuni autori preferiscono discendenza completa, altri discendenza finale, a seconda dell’aspetto che essi vogliono mettere in evidenza utilizzando questo indice; finale in contrapposizione ad attuale, completa in contrapposizione ad interrotta prematuramente a causa della fine dell’unione. A causa di tale distinzione, si parla di discendenza finale netta ma non di discendenza completa netta, poiché questi due aggettivi insieme risultano contraddittori. In contrapposizione a {{NoteTerm|discendenza finale}}, di può parlare di {{NoteTerm|discendenza incompiuta}} : è la discendenza ad una data non precisata, precedente alla fine del periodo riproduttivo.}}<br />
<br />
=== 637 ===<br />
<br />
I {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) e le {{NonRefTerm|indagini}} ({{RefNumber|20|3|4}}) forniscono i dati sulla {{NonRefTerm|fecondità}} ({{RefNumber|60|1|1}}) quando nei loro questionari vi sono domande sul numero di figli avuti dalle donne o dalle {{NonRefTerm|coppie}} ({{RefNumber|50|3|8}}) censite, nel {{TextTerm|matrimonio attuale|1}} o in totale. Si calcola il {{TextTerm|numero medio di figli per donna|2}}; per le coppie, il numero di figli che hanno avuto è spesso chiamato {{TextTerm|dimensione della famiglia|3}}. Si calcola anche il {{TextTerm|numero medio di nascite per matrimonio|4}}. Si fa particolarmente attenzione alle {{TextTerm|famiglie complete|5}}, che sono quelle in cui la donna ha oltrepassato l’{{NonRefTerm|età feconda}} ({{RefNumber|62|0|1}}*) prima che il matrimonio sia stato {{NonRefTerm|sciolto}} (cf. {{RefNumber|51|0|1}}*). Il {{TextTerm|numero medio di figli per famiglia completa|6}} è poco diverso dalla {{NonRefTerm|discendenza completa}} ({{RefNumber|63|6|4}}). Classificando le famiglie complete per dimensioni, di può dedurre la serie delle {{TextTerm|probabilità d’ingrandimento delle famiglie|7}} di n figli, cioè la proporzione di famiglie che, avendo avuto n figli ne hanno in seguito almeno un altro. Le indagini specifiche sulle famiglie forniscono molte informazioni sulla {{TextTerm|costituzione della famiglia|8}}; si possono anche studiare : la {{TextTerm|frequenza dei concepimenti prematrimoniali|9}}, lo {{NonRefTerm|scaglionamento delle nascite}} ({{RefNumber|61|2|1}}), l’età all’{{TextTerm|ultima maternità|10}} nelle famiglie complete.<br />
<br />
<br />
=== 638 ===<br />
<br />
Le informazioni relative alle famiglie sono raccolte nel {{TextTerm|foglio di famiglia|1}} nel quale figurano le date di tutti gli {{NonRefTerm|eventi relativi allo stato civile}} ({{RefNumber|21|1|1}}) che riguardano una {{NonRefTerm|coppia}} ({{RefNumber|50|3|8}}) ed i suoi {{NonRefTerm|figli}} ({{RefNumber|11|2|5}}); esse sono ricavate a partire dalle indagini sulle famiglie (cfr. § {{RefNumber|63|7|}}). Negli studi di demografia storica {{NonRefTerm|demografia storica}} ({{RefNumber|10|2|1}}), questi fogli si ottengono tramite la {{TextTerm|ricostituzione delle famiglie|2}}, a partire da un estratto degli {{NonRefTerm|atti dello stato civile}} ({{RefNumber|21|1|3}}).<br />La {{TextTerm|storia riproduttiva|3}} di una donna contiene informazioni dettagliate sulle sue gravidanze e sui {{NonRefTerm|concepimenti}} ({{RefNumber|60|2|1}}), desiderati o non, che ne risultano. Questi documenti servono, o per studiare la {{NonRefTerm|fecondità}} ({{RefNumber|60|1|1}}) in assenza di {{NonRefTerm|contraccezione}} ({{RefNumber|62|7|1}}) e dell’{{NonRefTerm|aborto indotto}} ({{RefNumber|60|4|2}}), la cosiddetta {{TextTerm|fecondità naturale|4}}, o a valutare la {{TextTerm|fecondabilità|5}}, o probabilità di concepimento per {{NonRefTerm|ciclo mestruale}} ({{RefNumber|62|2|2}}); se non si utilizza la contraccezione, si tratta della {{TextTerm|fecondabilità naturale|6}}, in caso contrario, di {{TextTerm|fecondabilità residua|7}}. Si usa l’espressione {{TextTerm|fecondabilità effettiva|8}} per indicare la fecondabilità relativa soltanto ai concepimenti dei nati vivi. Il {{TextTerm|tasso medio di concepimento|9}} durante il periodo di {{NonRefTerm|esposizione al rischio}} (cfr. {{RefNumber|61|3|1}}) detto anche {{TextTerm|indice di Pearl|10}} fornisce indicazioni sull’{{NonRefTerm|efficacia della contraccezione}} ({{RefNumber|62|5|4}}) quando è calcolato su dei periodi in cui la contraccezione viene praticata.<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|Fecondabilità}}, s.f. - {{NoteTerm|fecondabile}}, agg. : che può essere fecondato.}}<br />
{{Note|6| Utilizzato da solo, il termine fecondabilità indica la fecondabilità naturale.}}<br />
<br />
=== 639 ===<br />
<br />
<br />
Nello studio della {{NonRefTerm|fecondità}} ({{RefNumber|60|1|1}}) di un anno o di un periodo, o {{NoteTerm|fecondità}} del {{TextTerm|momento|1}}, ci si prefigge di riassumere le serie dei {{NonRefTerm|tassi specifici di fecondità}} ({{RefNumber|63|3|1}}), talvolta chiamate {{NoteTerm|tavole}} di {{TextTerm|fecondità|2}}, o le serie delle {{NonRefTerm|nascite ridotte}} ({{RefNumber|63|3|7}}*) attraverso delle {{TextTerm|misure sintetiche di fecondità|3}}. I tassi che ne derivano, ottenuti tramite la somma, sono stati chiamati {{TextTerm|fecondità cumulata|4}} o {{TextTerm|somma delle nascite ridotte|4}} o {{TextTerm|tasso di fecondità totale|4}} quando di tratta di {{NonRefTerm|fecondità generale}} ({{RefNumber|63|3|7}}*); {{TextTerm|somma delle nascite legittime ridotte|5}} quando si fa una sintesi della fecondità secondo la durate del matrimonio; {{TextTerm|somma delle nascite ridotte di ordine n|6}} quando questa sintesi porta sulla fecondità relativa ad ogni ordine. In mancanza dei {{NonRefTerm|tassi di fecondità per durata del matrimonio}} ({{RefNumber|63|5|2}}), si può utilizzare, comme {{NonRefTerm|indicatore sintetico}} ({{RefNumber|13|2|5}}), il {{NoteTerm|rapporto tra le nascite}} e i {{TextTerm|matrimoni|7}}, mettendo al denominatore il numero di matrimoni dell’anno o una media ponderata dei matrimoni de l’anno e degli anni precedenti. <br />
{{Note|3|L’utilizzo del {{NoteTerm|tasso lordo di riproduzione del momento}} è stato a lungo preferito a quello del tasso di fecondità totale: esso si calcola moltiplicando quest’ultimo per la proporzione di nascite femminili. Oggi la somma delle nascite ridotte è la misura della fecondità del momento più diffusa.}}<br />
<br />
<br />
=== 640 ===<br />
<br />
Se l’{{NonRefTerm|aborto indotto}} ({{RefNumber|60|4|2}}) è legale, sono disponibili delle statistiche degli {{NonRefTerm|aborti legali}} ({{RefNumber|60|4|4}}). A partire da queste statistiche si calcola il {{TextTerm|tasso di abortività|1}}, dato dal numero annuo degli {{NonRefTerm|aborti}} ({{RefNumber|60|3|5}}) per 1000 o 10.000 abitanti, e il {{TextTerm|numero di aborti per nascita|2}}, cioè il rapporto del numero di aborti in un anno e il numero di {{NonRefTerm|nascite}} ({{RefNumber|60|1|3}}) dello stesso anno. Il {{TextTerm|tasso di abortività totale|3}} è la somma dei {{NewTextTerm|tassi specifici di abortività|4}} ed è una misura sintetica dell’aborto per una donna o per 1000 donne. Si possono anche calcolare i {{NewTextTerm|tassi specifici di abortività per età e stato civile|5}}. E' forse più appropriato calcolare {{NewTextTerm|la probabilità d'aborto per età e stato civile|6}} utilizzando quindi come denominatore non le donne (come nel {{RefNumber|64|0|5}}), ma le gravidanze (nati vivi, più aborti e morti) di donne di una certa età e stato civile.<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
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{{OtherLanguages|63}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=42&diff=8377422012-06-18T15:39:38Z<p>Joseph Larmarange: /* 425 */ NonRefTerm pour un §</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''42'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 42 ==<br />
=== 420 ===<br />
Si studia sotto il nome di {{TextTerm|morbosità|1}} l’azione della {{TextTerm|malattia|2}} sulle popolazioni e si distingue l’{{TextTerm|incidenza della morbosità|3}} dalla {{TextTerm|prevalenza|4}} della stessa a seconda che si presti attenzione ai nuovi {{TextTerm|casi di malattia|5|420|IndexEntry=caso di malattia}} o alla {{NonRefTerm|proporzione di malati}} ({{RefNumber|42|5|3}}). L’elaborazione delle {{TextTerm|statistiche della morbosità|6|420|IndexEntry=statistica della morbosità|OtherIndexEntry=morbosità, statistica della-}} è complicata dall’assenza di demarcazione netta tra lo {{TextTerm|stato di malattia|7|420|OtherIndexEntry=malattia, stato di-}} e la buona salute. La {{TextTerm|nosologia|8}} e la {{TextTerm|nosografia|9}} consentono di definire e di classificare le malattie.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|malattia}}, s.f. - {{NoteTerm|malato}}, agg. e s.m. — {{NoteTerm|ammalarsi}}, v.r. — {{NoteTerm|ammalato}}, agg.}}<br />Come antonimo di {{NoteTerm|salute}}, il termine malattia si impiega esclusivamente al singolare; lo stesso ammette al contrario l’uso del plurale quando designa un particolare processo morboso o {{NoteTerm|affezione}}.<br />
<br />
=== 421 ===<br />
<br />
La denominazione generica {{TextTerm|statistiche sanitarie|1|421|IndexEntry=statistica sanitaria|OtherIndexEntry=sanitaria, statistica-}} riveste un significato più largo rispetto alle statistiche della morbosità e si riferisce all’insieme delle statistiche riguardanti la salute della popolazione. Queste comprendono generalmente le statistiche della {{TextTerm|mortalità per causa|2|421|OtherIndexEntry=causa, mortalità per-}}. La classificazione dei decessi secondo la {{TextTerm|causa di morte|3|421|OtherIndexEntry=morte, causa di-}} è complicata dall’esistenza, accanto alle {{TextTerm|cause uniche di morte|4|421|IndexEntry=causa unica di morte}}, di {{TextTerm|cause multiple di morte|5|421|IndexEntry=causa multipla di morte}}, o {{TextTerm|cause congiunte di morte|5|421|IndexEntry=causa congiunta di morte}}. In quest’ultimo caso è possibile distinguere : sia la {{TextTerm|causa immediata di morte|6}}, o {{TextTerm|causa terminale di morte|6}}, e le {{TextTerm|cause concomitanti di morte|7|421|IndexEntry=cause concomitante di morte}} ; sia la {{TextTerm|causa iniziale|8}}, o {{TextTerm|causa principale|8}}, e le {{TextTerm|concause di morte|9|421|IndexEntry=concausa di morte}}, o {{TextTerm|cause secondarie di morte|9|421|IndexEntry=causa secondaria di morte}}. I {{TextTerm|tassi di mortalità per causa|10|421|IndexEntry=tasso di mortalità per causa}} sono spesso espressi per 1000 (sottinteso: abitanti). Si considera anche la {{TextTerm|quota dei decessi per causa|11}}, sul totale dei decessi per tutte le cause. Tale distribuzione percentuale dei decessi per causa di morte fornisce per esempio la {{TextTerm|struttura delle cause di morte|12}} in un particolare gruppo di età o nella popolazione generale<br />
<br />
=== 422 ===<br />
<br />
La morte o l’{{NonRefTerm|incapacità}} (cf. {{RefNumber|42|6|2}}) possono essere la conseguenza, oltre che di una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), di {{TextTerm|traumatismi|1|422|IndexEntry=traumatisma}}, o {{TextTerm|ferite|1|422|IndexEntry=ferita}}, o ancora di {{TextTerm|intossicazioni|2|422|IndexEntry=intossicazione}}, o {{TextTerm|avvelenamenti|2|422|IndexEntry=avvelenamento}}. I traumatismi e le intossicazioni possono essere ascrivibili a meri {{TextTerm|accidenti|3|422|IndexEntry=accidente}} o a {{TextTerm|violenze|4|422|IndexEntry=violenza}}. Tra queste ultime si distinguono i {{TextTerm|suicidi|5|422|IndexEntry=suicidio}} ed i {{TextTerm|tentati suicidi|5|422|IndexEntry=tentato suicidio}} da una parte, e gli {{NoteTerm|omicidi volontari}}, le {{TextTerm|lesioni personali volontarie|6|422|IndexEntry=lesione personale volontaria}} e gli {{TextTerm|avvelenamenti criminosi|6|422|IndexEntry=avvelenamento criminoso}} dall’altra. Generalmente, una classificazione distinta è riservata alle {{TextTerm|morti per cause belliche|7|422|IndexEntry=morte per cause belliche}} ed alle {{TextTerm|ferite per cause belliche|7|422|IndexEntry=ferita per cause belliche}} .<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|ferita}}, s.f. — {{NoteTerm|ferito}}, agg. e s.m. — ferire, v.t.}}<br />
{{Note|3| L’Espressione {{NoteTerm|morte per accidente}} è da preferirsi a quella di {{NoteTerm|morte accidentale}}, che è piuttosto da contrapporsi a {{NoteTerm|morte naturale}}, imputabile — cioè — a malattia o {{NonRefTerm|senilità}} ({{RefNumber|42|4|7}}).}}<br />
{{Note|4| Si noti che l’espressione {{NoteTerm|morte violenta}} comprende anche le morti dovute ad accidenti.}}<br />
{{Note|6| L’{{NoteTerm|omicidio involontario}} — ed in particolare l’{{NoteTerm|omicidio colposo}} — di solito viene considerato come un accidente.}}<br />
<br />
=== 423 ===<br />
<br />
Viene definita {{TextTerm|endemica|1}} una malattia che incide con continuità sulla popolazione di un determinato territorio, al contrario dell’{{TextTerm|epidemia|2}} che si diffonde per poi estinguersi dopo una durata più o meno lunga; quando un’epidemia si diffonde in molti paesi si definisce {{TextTerm|pandemia|3}}. A talune {{TextTerm|malattie trasmissibili|4|423|IndexEntry=malattia trasmissibile}} è dedicata particolare attenzione, data la loro capacità di rapida propagazione; esse sono le cosiddette {{TextTerm|malattie epidemiche|5|423|IndexEntry=malattia epidemica}}, le quali costituiscono oggetto di rilevazione speciale ai fini della formazione di {{TextTerm|statistiche epidemiologiche|6|423|IndexEntry=statistica epidemiologica}}. Tale rilevazione viene agevolata dal fatto che in numerosi Paesi la maggior parte di dette malattie è stata inclusa in un elenco di {{TextTerm|malattie soggette a denuncia obbligatoria|7|423|IndexEntry=malattia soggetta a denuncia obbligatoria}}. Dal punto di vista dell’abituale evoluzione delle specifiche malattie si fa talora distinzione tra {{TextTerm|malattie croniche|8|423|IndexEntry=malattia cronica}}, ad evoluzione lenta, e {{TextTerm|malattie acute|9|423|IndexEntry=malattia acuta}}, a rapida evoluzione. <br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Endemia}}, s.f. - {{NoteTerm|endemico}}, agg.}}<br />
{{Note|4| Le espressioni {{NoteTerm|malattie trasmissibili}}, {{NoteTerm|malattie contagiose}} e {{NoteTerm|malattie infettive}} non costituiscono sinonimi. La denominazione di malattie contagiose non si applica che alle malattie suscettibili di trasmissione diretta da uomo a uomo: così la malaria, malattia trasmissibile, non è considerata contagiosa. D’Altra parte, certe malattie infettive, come la febbre puerperale, non possono propriamente essere considerate come malattie trasmissibili.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|Epidemiologico}}, agg. — {{NoteTerm|epidemiologia}}, s.f. : il significato di quest’ultimo termine si è notevolmente esteso; include attualmente lo studio delle relazioni di un fenomeno biologico o medico con diversi fattori, il tabacco, per esempio, nell’epidemiologia del tumore al polmone.}}<br />
{{Note|7| Alcune legislazioni prevedono anche {{NoteTerm|malattie soggette a denuncia facoltativa}}.}}<br />
<br />
=== 424 ===<br />
<br />
Taluni aspetti della mortalità presentano un interesse particolare per il demografo : la {{TextTerm|mortalità endogena|1}} che deriva dal patrimonio genetico dell’individuo, da {{TextTerm|malformazioni congenite|2|424|IndexEntry=malformazione congenita}}, da traumatismi collegati con il parto o dalla degenerazione biologica legata all’invecchiamento dell’organismo; la {{TextTerm|mortalità esogena|3}} che, al contrario, deriva da cause esterne, quali le {{NonRefTerm|malattie infettive}} ({{RefNumber|42|3|4}} ) ed i traumatismi accidentali, ad eccezione dei traumatismi legati al parto. Particolare attenzione è dedicata all’insieme delle malattie e traumatismi legati alla {{NonRefTerm|gravidanza}} ({{RefNumber|60|2|5}}), al {{NonRefTerm|parto}} ({{RefNumber|60|3|4}}) ed allo {{TextTerm|stato puerperale|4}}. Questo gruppo di malattie e traumatismi è all’origine della cosiddetta {{TextTerm|mortalità materna|5}}; lo studio di quest’ultima fa ricorso ai {{TextTerm|tassi di mortalità materna|6|424|IndexEntry=tasso di mortalità materna}}, ottenuti rapportando i casi di mortalità materna in un dato anno al numero di parti o di nati nello stesso anno. Attenzione particolare è dedicata anche alla {{TextTerm|senilità|7}}, pur se indirettamente, poichè l’eccessiva frequenza dei decessi attribuiti a questa causa di morte può essere considerata indicativa di scarsa accuratezza della rilevazione e della classificazione dei decessi secondo le cause.<br />
{{Note|1 e 3| Questa distinzione tra mortalità endogena ed esogena è utilizzata nell’analisi della {{NonRefTerm|mortalità infantile}} ({{RefNumber|41|0|1}}), scomponibile in {{NoteTerm|mortalità infantile endogena}} e {{NoteTerm|mortalità infantile esogena}}.}}<br />
{{Note|4| L’espressione {{NoteTerm|mortalità puerperale}} designa la mortalità nel {{NoteTerm|periodo puerperale}}, cioè il periodo di allattamento successivo al parto.}} <br />
{{Note|7| {{NoteTerm|Senilità}}, s.f. : indebolimento dovuto alla {{NonRefTerm|vecchiaia}} ({{RefNumber|32|4|6}}) - {{NoteTerm|senile}}, agg. : che si riferisce alla vecchiaia.}}<br />
<br />
=== 425 ===<br />
<br />
I principali {{TextTerm|indici di morbosità|1|425|IndexEntry=indice di morbosità}} (cf. {{RefNumber|42|0|1}}) si possono riferire sia alla frequenza delle malattie, che alla loro durata e gravità. Questi {{NonRefTerm|indici}} ({{RefNumber|13|2|4}}) possono essere calcolati per singola {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), o per l’insieme delle malattie. Per analogia con il {{NonRefTerm|tasso di mortalità}} ({{RefNumber|40|1|2}}), è detto {{TextTerm|tasso di morbosità|2}} il rapporto tra i nuovi {{NonRefTerm|casi di malattia}} ({{RefNumber|42|0|5}}) osservati in una data popolazione in un definito intervallo di tempo, e la popolazione media dell’intervallo considerato. Un altro indicatore di frequenza della morbosità è costituito dalla {{TextTerm|proporzione di malati|3}} in un dato momento nel gruppo considerato. Non si confonda la {{TextTerm|durata media dei casi di malattia|4}} con il {{TextTerm|numero medio di giornate di malattia|5}}; nel primo indice, il numero totale dei giorni di malattia è rapportato al numero totale di casi, nel secondo alla popolazione media dell’anno. La gravità di una malattia può essere misurata tramite il {{TextTerm|tasso di letalità|6}}, o {{TextTerm|tasso di mortalità clinica|6}}, che esprime la frequenza dei {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}) tra i malati, o più precisamente la proporzione, tra i casi di manifestazione di una data malattia, di quelli terminanti con la morte. <br />
{{Note|4| Sono generalmente comprese nel calcolo solo le malattie di durata superiore ad un certo {{NoteTerm|periodo di carenza}}, introdotto nel sistema delle assicurazioni per evitare l’indennizzo di {{NonRefTerm|incapacità}} (cf. § {{NonRefTerm|426}}) di durata molto breve.}}<br />
<br />
=== 426 ===<br />
<br />
Il termine {{TextTerm|deficienza|1}} designa ogni difetto fisico, funzionale o psichico, che risulti da una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), da un {{NonRefTerm|traumatismo}} ({{RefNumber|42|2|1}}) o da una {{NonRefTerm|malformazione congenita}} ({{RefNumber|42|4|2}}) o ereditaria. Le malattie o gli accidenti possono rendere una persona incapace di svolgere il proprio lavoro abituale; questa {{TextTerm|incapacità di lavoro|2}} può essere assoluta o parziale; vi è {{TextTerm|incapacità permanente|3}} o {{TextTerm|invalidità|4}} quando l’incapacità, totale o parziale, è definitiva, in questo caso si parla di diritto sociale alla {{TextTerm|disabilità|7}} o {{TextTerm|incapacità|8}}. Il {{TextTerm|rischio di invalidità|5}} è la probabilità che una persona valida di età esatta x ha di diventare invalida nel corso dell’anno, o dei successivi n anni. Le {{TextTerm|tavole di ingresso in invalidità|6|426|IndexEntry=tavola di ingresso in invalidità}} contengono una o più serie di indici relativi all’invalidità: rischio di ingresso in invalidità, numero di persone valide ad ogni età, ecc.<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Invalidità}}, s.f. - {{NoteTerm|invalido}}, agg.}}<br />
{{Note|6| L’espressione {{NoteTerm|tavola d’invalidità}}, costruita come {{NonRefTerm|tavola di mortalità}} ({{RefNumber|43|2|1}}), sarebbe preferibile.}}<br />
<br />
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{{SummaryShort}}<br />
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{{OtherLanguages|42}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=42&diff=8376422012-06-18T15:38:34Z<p>Joseph Larmarange: /* 426 */ correction syntaxe</p>
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{{CurrentStatus}}<br />
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== 42 ==<br />
=== 420 ===<br />
Si studia sotto il nome di {{TextTerm|morbosità|1}} l’azione della {{TextTerm|malattia|2}} sulle popolazioni e si distingue l’{{TextTerm|incidenza della morbosità|3}} dalla {{TextTerm|prevalenza|4}} della stessa a seconda che si presti attenzione ai nuovi {{TextTerm|casi di malattia|5|420|IndexEntry=caso di malattia}} o alla {{NonRefTerm|proporzione di malati}} ({{RefNumber|42|5|3}}). L’elaborazione delle {{TextTerm|statistiche della morbosità|6|420|IndexEntry=statistica della morbosità|OtherIndexEntry=morbosità, statistica della-}} è complicata dall’assenza di demarcazione netta tra lo {{TextTerm|stato di malattia|7|420|OtherIndexEntry=malattia, stato di-}} e la buona salute. La {{TextTerm|nosologia|8}} e la {{TextTerm|nosografia|9}} consentono di definire e di classificare le malattie.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|malattia}}, s.f. - {{NoteTerm|malato}}, agg. e s.m. — {{NoteTerm|ammalarsi}}, v.r. — {{NoteTerm|ammalato}}, agg.}}<br />Come antonimo di {{NoteTerm|salute}}, il termine malattia si impiega esclusivamente al singolare; lo stesso ammette al contrario l’uso del plurale quando designa un particolare processo morboso o {{NoteTerm|affezione}}.<br />
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=== 421 ===<br />
<br />
La denominazione generica {{TextTerm|statistiche sanitarie|1|421|IndexEntry=statistica sanitaria|OtherIndexEntry=sanitaria, statistica-}} riveste un significato più largo rispetto alle statistiche della morbosità e si riferisce all’insieme delle statistiche riguardanti la salute della popolazione. Queste comprendono generalmente le statistiche della {{TextTerm|mortalità per causa|2|421|OtherIndexEntry=causa, mortalità per-}}. La classificazione dei decessi secondo la {{TextTerm|causa di morte|3|421|OtherIndexEntry=morte, causa di-}} è complicata dall’esistenza, accanto alle {{TextTerm|cause uniche di morte|4|421|IndexEntry=causa unica di morte}}, di {{TextTerm|cause multiple di morte|5|421|IndexEntry=causa multipla di morte}}, o {{TextTerm|cause congiunte di morte|5|421|IndexEntry=causa congiunta di morte}}. In quest’ultimo caso è possibile distinguere : sia la {{TextTerm|causa immediata di morte|6}}, o {{TextTerm|causa terminale di morte|6}}, e le {{TextTerm|cause concomitanti di morte|7|421|IndexEntry=cause concomitante di morte}} ; sia la {{TextTerm|causa iniziale|8}}, o {{TextTerm|causa principale|8}}, e le {{TextTerm|concause di morte|9|421|IndexEntry=concausa di morte}}, o {{TextTerm|cause secondarie di morte|9|421|IndexEntry=causa secondaria di morte}}. I {{TextTerm|tassi di mortalità per causa|10|421|IndexEntry=tasso di mortalità per causa}} sono spesso espressi per 1000 (sottinteso: abitanti). Si considera anche la {{TextTerm|quota dei decessi per causa|11}}, sul totale dei decessi per tutte le cause. Tale distribuzione percentuale dei decessi per causa di morte fornisce per esempio la {{TextTerm|struttura delle cause di morte|12}} in un particolare gruppo di età o nella popolazione generale<br />
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=== 422 ===<br />
<br />
La morte o l’{{NonRefTerm|incapacità}} (cf. {{RefNumber|42|6|2}}) possono essere la conseguenza, oltre che di una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), di {{TextTerm|traumatismi|1|422|IndexEntry=traumatisma}}, o {{TextTerm|ferite|1|422|IndexEntry=ferita}}, o ancora di {{TextTerm|intossicazioni|2|422|IndexEntry=intossicazione}}, o {{TextTerm|avvelenamenti|2|422|IndexEntry=avvelenamento}}. I traumatismi e le intossicazioni possono essere ascrivibili a meri {{TextTerm|accidenti|3|422|IndexEntry=accidente}} o a {{TextTerm|violenze|4|422|IndexEntry=violenza}}. Tra queste ultime si distinguono i {{TextTerm|suicidi|5|422|IndexEntry=suicidio}} ed i {{TextTerm|tentati suicidi|5|422|IndexEntry=tentato suicidio}} da una parte, e gli {{NoteTerm|omicidi volontari}}, le {{TextTerm|lesioni personali volontarie|6|422|IndexEntry=lesione personale volontaria}} e gli {{TextTerm|avvelenamenti criminosi|6|422|IndexEntry=avvelenamento criminoso}} dall’altra. Generalmente, una classificazione distinta è riservata alle {{TextTerm|morti per cause belliche|7|422|IndexEntry=morte per cause belliche}} ed alle {{TextTerm|ferite per cause belliche|7|422|IndexEntry=ferita per cause belliche}} .<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|ferita}}, s.f. — {{NoteTerm|ferito}}, agg. e s.m. — ferire, v.t.}}<br />
{{Note|3| L’Espressione {{NoteTerm|morte per accidente}} è da preferirsi a quella di {{NoteTerm|morte accidentale}}, che è piuttosto da contrapporsi a {{NoteTerm|morte naturale}}, imputabile — cioè — a malattia o {{NonRefTerm|senilità}} ({{RefNumber|42|4|7}}).}}<br />
{{Note|4| Si noti che l’espressione {{NoteTerm|morte violenta}} comprende anche le morti dovute ad accidenti.}}<br />
{{Note|6| L’{{NoteTerm|omicidio involontario}} — ed in particolare l’{{NoteTerm|omicidio colposo}} — di solito viene considerato come un accidente.}}<br />
<br />
=== 423 ===<br />
<br />
Viene definita {{TextTerm|endemica|1}} una malattia che incide con continuità sulla popolazione di un determinato territorio, al contrario dell’{{TextTerm|epidemia|2}} che si diffonde per poi estinguersi dopo una durata più o meno lunga; quando un’epidemia si diffonde in molti paesi si definisce {{TextTerm|pandemia|3}}. A talune {{TextTerm|malattie trasmissibili|4|423|IndexEntry=malattia trasmissibile}} è dedicata particolare attenzione, data la loro capacità di rapida propagazione; esse sono le cosiddette {{TextTerm|malattie epidemiche|5|423|IndexEntry=malattia epidemica}}, le quali costituiscono oggetto di rilevazione speciale ai fini della formazione di {{TextTerm|statistiche epidemiologiche|6|423|IndexEntry=statistica epidemiologica}}. Tale rilevazione viene agevolata dal fatto che in numerosi Paesi la maggior parte di dette malattie è stata inclusa in un elenco di {{TextTerm|malattie soggette a denuncia obbligatoria|7|423|IndexEntry=malattia soggetta a denuncia obbligatoria}}. Dal punto di vista dell’abituale evoluzione delle specifiche malattie si fa talora distinzione tra {{TextTerm|malattie croniche|8|423|IndexEntry=malattia cronica}}, ad evoluzione lenta, e {{TextTerm|malattie acute|9|423|IndexEntry=malattia acuta}}, a rapida evoluzione. <br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Endemia}}, s.f. - {{NoteTerm|endemico}}, agg.}}<br />
{{Note|4| Le espressioni {{NoteTerm|malattie trasmissibili}}, {{NoteTerm|malattie contagiose}} e {{NoteTerm|malattie infettive}} non costituiscono sinonimi. La denominazione di malattie contagiose non si applica che alle malattie suscettibili di trasmissione diretta da uomo a uomo: così la malaria, malattia trasmissibile, non è considerata contagiosa. D’Altra parte, certe malattie infettive, come la febbre puerperale, non possono propriamente essere considerate come malattie trasmissibili.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|Epidemiologico}}, agg. — {{NoteTerm|epidemiologia}}, s.f. : il significato di quest’ultimo termine si è notevolmente esteso; include attualmente lo studio delle relazioni di un fenomeno biologico o medico con diversi fattori, il tabacco, per esempio, nell’epidemiologia del tumore al polmone.}}<br />
{{Note|7| Alcune legislazioni prevedono anche {{NoteTerm|malattie soggette a denuncia facoltativa}}.}}<br />
<br />
=== 424 ===<br />
<br />
Taluni aspetti della mortalità presentano un interesse particolare per il demografo : la {{TextTerm|mortalità endogena|1}} che deriva dal patrimonio genetico dell’individuo, da {{TextTerm|malformazioni congenite|2|424|IndexEntry=malformazione congenita}}, da traumatismi collegati con il parto o dalla degenerazione biologica legata all’invecchiamento dell’organismo; la {{TextTerm|mortalità esogena|3}} che, al contrario, deriva da cause esterne, quali le {{NonRefTerm|malattie infettive}} ({{RefNumber|42|3|4}} ) ed i traumatismi accidentali, ad eccezione dei traumatismi legati al parto. Particolare attenzione è dedicata all’insieme delle malattie e traumatismi legati alla {{NonRefTerm|gravidanza}} ({{RefNumber|60|2|5}}), al {{NonRefTerm|parto}} ({{RefNumber|60|3|4}}) ed allo {{TextTerm|stato puerperale|4}}. Questo gruppo di malattie e traumatismi è all’origine della cosiddetta {{TextTerm|mortalità materna|5}}; lo studio di quest’ultima fa ricorso ai {{TextTerm|tassi di mortalità materna|6|424|IndexEntry=tasso di mortalità materna}}, ottenuti rapportando i casi di mortalità materna in un dato anno al numero di parti o di nati nello stesso anno. Attenzione particolare è dedicata anche alla {{TextTerm|senilità|7}}, pur se indirettamente, poichè l’eccessiva frequenza dei decessi attribuiti a questa causa di morte può essere considerata indicativa di scarsa accuratezza della rilevazione e della classificazione dei decessi secondo le cause.<br />
{{Note|1 e 3| Questa distinzione tra mortalità endogena ed esogena è utilizzata nell’analisi della {{NonRefTerm|mortalità infantile}} ({{RefNumber|41|0|1}}), scomponibile in {{NoteTerm|mortalità infantile endogena}} e {{NoteTerm|mortalità infantile esogena}}.}}<br />
{{Note|4| L’espressione {{NoteTerm|mortalità puerperale}} designa la mortalità nel {{NoteTerm|periodo puerperale}}, cioè il periodo di allattamento successivo al parto.}} <br />
{{Note|7| {{NoteTerm|Senilità}}, s.f. : indebolimento dovuto alla {{NonRefTerm|vecchiaia}} ({{RefNumber|32|4|6}}) - {{NoteTerm|senile}}, agg. : che si riferisce alla vecchiaia.}}<br />
<br />
=== 425 ===<br />
<br />
I principali {{TextTerm|indici di morbosità|1|425|IndexEntry=indice di morbosità}} (cf. {{RefNumber|42|0|1}}) si possono riferire sia alla frequenza delle malattie, che alla loro durata e gravità. Questi {{NonRefTerm|indici}} ({{RefNumber|13|2|4}}) possono essere calcolati per singola {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), o per l’insieme delle malattie. Per analogia con il {{NonRefTerm|tasso di mortalità}} ({{RefNumber|40|1|2}}), è detto {{TextTerm|tasso di morbosità|2}} il rapporto tra i nuovi {{NonRefTerm|casi di malattia}} ({{RefNumber|42|0|5}}) osservati in una data popolazione in un definito intervallo di tempo, e la popolazione media dell’intervallo considerato. Un altro indicatore di frequenza della morbosità è costituito dalla {{TextTerm|proporzione di malati|3}} in un dato momento nel gruppo considerato. Non si confonda la {{TextTerm|durata media dei casi di malattia|4}} con il {{TextTerm|numero medio di giornate di malattia|5}}; nel primo indice, il numero totale dei giorni di malattia è rapportato al numero totale di casi, nel secondo alla popolazione media dell’anno. La gravità di una malattia può essere misurata tramite il {{TextTerm|tasso di letalità|6}}, o {{TextTerm|tasso di mortalità clinica|6}}, che esprime la frequenza dei {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}) tra i malati, o più precisamente la proporzione, tra i casi di manifestazione di una data malattia, di quelli terminanti con la morte. <br />
{{Note|4| Sono generalmente comprese nel calcolo solo le malattie di durata superiore ad un certo {{NoteTerm|periodo di carenza}}, introdotto nel sistema delle assicurazioni per evitare l’indennizzo di {{NonRefTerm|incapacità}} (cf. § {{RefNumber|42|6|}}) di durata molto breve.}}<br />
<br />
<br />
=== 426 ===<br />
<br />
Il termine {{TextTerm|deficienza|1}} designa ogni difetto fisico, funzionale o psichico, che risulti da una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), da un {{NonRefTerm|traumatismo}} ({{RefNumber|42|2|1}}) o da una {{NonRefTerm|malformazione congenita}} ({{RefNumber|42|4|2}}) o ereditaria. Le malattie o gli accidenti possono rendere una persona incapace di svolgere il proprio lavoro abituale; questa {{TextTerm|incapacità di lavoro|2}} può essere assoluta o parziale; vi è {{TextTerm|incapacità permanente|3}} o {{TextTerm|invalidità|4}} quando l’incapacità, totale o parziale, è definitiva, in questo caso si parla di diritto sociale alla {{TextTerm|disabilità|7}} o {{TextTerm|incapacità|8}}. Il {{TextTerm|rischio di invalidità|5}} è la probabilità che una persona valida di età esatta x ha di diventare invalida nel corso dell’anno, o dei successivi n anni. Le {{TextTerm|tavole di ingresso in invalidità|6|426|IndexEntry=tavola di ingresso in invalidità}} contengono una o più serie di indici relativi all’invalidità: rischio di ingresso in invalidità, numero di persone valide ad ogni età, ecc.<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Invalidità}}, s.f. - {{NoteTerm|invalido}}, agg.}}<br />
{{Note|6| L’espressione {{NoteTerm|tavola d’invalidità}}, costruita come {{NonRefTerm|tavola di mortalità}} ({{RefNumber|43|2|1}}), sarebbe preferibile.}}<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|42}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=35&diff=8375352012-06-18T15:36:12Z<p>Joseph Larmarange: /* 357 */ NonRefTerm pour les §</p>
<hr />
<div><!--'''35'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 35 ==<br />
=== 350 ===<br />
<br />
Si fa, in generale, distinzione fra {{TextTerm|popolazione attiva|1}} o {{TextTerm|popolazione economicamente attiva|1}}, e {{TextTerm|popolazione non attiva|2}}, o {{TextTerm|popolazione economicamente non attiva|2}}. La popolazione attiva include di norma coloro che esercitano un’attività professionale; considerando quindi, non solo coloro che svolgono una {{TextTerm|attività lucrativa|3}}, ma anche coloro i quali non percepiscono regolare remunerazione, in particolare i {{NonRefTerm|coadiuvanti famigliari}} ({{RefNumber|35|3|5}}) non remunerati. Al contrario ne vanno escluse generalmente le {{TextTerm|casalinghe|4|350|IndexEntry=casalinga}}, o {{TextTerm|donne attendenti alle cure domestiche|4|350|IndexEntry=donna attendente alle cure domestiche}} la cui attività non viene considerata come avente un carattere professionale. Dal punto di vista economico la popolazione non attiva, costituita da tutti gli individui non compresi nella popolazione attiva, viene spesso considerata come una popolazione {{TextTerm|a carico|5}} della prima (cfr. § {{RefNumber|35|9|}}). Si può chiamare {{TextTerm|quoziente di attività|6}}, o {{TextTerm|tasso di attività|6}}, di un certo gruppo la frazione del medesimo appartenente alla popolazione attiva.<br />
{{Note|1| L’espressione {{NoteTerm|manodopera}} ricopre lo stesso significato. L’espressione {{NoteTerm|forza lavoro}} non deve essere utilizzata come sinonimo di manodopera.<br />{{NoteTerm|Attivo}}, agg. ff. s.m. : membro della popolazione attiva - {{NoteTerm|attività, s.f}}.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Non attivo, inattivo}}, agg. ff. s.m. : membro della popolazione non attiva.}} <br />
{{Note|6| Sarebbe preferibile (cf. § {{RefNumber|13|3|}}) chiamare questo indicatore {{NoteTerm|proporzione di attivi}}.}}<br />
<br />
=== 351 ===<br />
<br />
Si usa distinguere la {{TextTerm|popolazione in condizione professionale|1}} in {{TextTerm|occupati|2|351|IndexEntry=occupato}} e {{TextTerm|disoccupati|3|351|IndexEntry=disoccupato}}. Tra i disoccupati sono generalmente compresi solo gli individui sprovvisti di impiego che sono effettivamente {{TextTerm|in cerca di occupazione|4}}. Tra di essi possono essere distinti coloro che non hanno mai avuto un lavoro o che sono {{TextTerm|in cerca di lavoro per la prima volta|11}}. E’ indicata come {{TextTerm|riserva di manodopera|10}} quel gruppo di persone che, senza essere registrate, sono privatamente alla ricerca di lavoro così come quelli che attualmente non svolgono né cercano un lavoro, ma potrebbero essere motivati da buone offerte di lavoro. L’insieme degli occupati costituisce la {{TextTerm|popolazione attiva occupata|5}}. La {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) può comprendere una proporzione non trascurabile di individui che, in ragione della situazione economica attraversata dal paese o caratteristica dell’epoca, svolgono un’attività ridotta ; si parla in tal caso di {{TextTerm|sottoccupazione|6}}. Un {{TextTerm|occupato marginale|7}} è nella maggior parte dei casi classificato tra la {{NonRefTerm|popolazione non attiva}} ({{RefNumber|35|0|2}}), poiché esercita un’attività economica solo occasionalmente. Il {{TextTerm|tasso di occupazione|8}} è il rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento. Le {{TextTerm|persone inattive|9|351|IndexEntry=persona inattiva}} o gli {{TextTerm|inattivi|9|351|IndexEntry=inattivo|OtherIndexEntry=inattiva}} sono coloro i quali che non esercitano né cercano un’attività professionale. <br />
{{Note|2| L’analisi dell’{{NoteTerm|occupazione}} si realizza ugualmente attraverso le statistiche delle {{NoteTerm|richieste di lavoro}} presentate dai disoccupati, e delle {{NoteTerm|offerte}} provenienti dai {{NoteTerm|datori di lavoro}}.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Disoccupato}}, s.m. - {{NoteTerm|disoccupazione}}, s.m.}}<br />
<br />
=== 352 ===<br />
<br />
In senso proprio, si intende per {{TextTerm|classificazione professionale|1}} della popolazione, una {{NonRefTerm|ripartizione}} ({{RefNumber|14|4|4}}) della stessa secondo le {{TextTerm|professioni|2|352|IndexEntry=professione}}, o {{TextTerm|attività individuali|2|352|IndexEntry=attività individuale}}, esercitate dai suoi componenti. Tuttavia, l’espessione è stata a lungo utilizzata per indicare delle ripartizioni in {{NonRefTerm|rami di attività economica}} ({{RefNumber|35|7|1}}). Recentemente l’espressione {{TextTerm|gruppo professionale|3}} non designa più un insieme di persone occupate nello stesso {{NonRefTerm|ramo di attività}} (cfr. {{RefNumber|35|7|1}}), ma un insieme di persone che esercitano professioni affini.<br />
{{Note|2| Il termine mestiere si applica di preferenza alle {{NonRefTerm|professioni manuali}} (cfr. {{RefNumber|35|4|2}}).}}<br />
<br />
=== 353 ===<br />
<br />
Alla classificazione per {{NonRefTerm|professioni}} ({{RefNumber|35|2|2}}) della {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}), viene spesso associata una classificazione secondo la {{TextTerm|posizione nella professione|1}} dei suoi membri. Da questo punto di vista, si usa distinguere, tra gli {{NonRefTerm|occupati}} ({{RefNumber|35|1|2}}) : i {{TextTerm|datori di lavoro|2|353|IndexEntry=datore di lavoro}}; i {{TextTerm|dipendenti|3|353|IndexEntry=dipendente}}, assunti dai precedenti; i {{TextTerm|lavoratori in proprio|4|353|IndexEntry=lavoratore in proprio}}; ed i {{TextTerm|coadiuvanti famigliari|5|353|IndexEntry=coadiuvante famigliare}}.<br />Questi ultimi sono membri della famiglia di un lavoratore in proprio che prestano lavoro senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale.<br />Per lavoratori indipendenti si intendono quegli individui che lavorano in proprio senza assumere dipendenti nel senso proprio del termine, ma che si avvalgono eventualmente dell’aiuto di coadiuvanti famigliari.<br />Combinando diversi criteri quali la {{NonRefTerm|professione individuale}} ({{RefNumber|35|2|2}}), la posizione nella professione ed il {{NonRefTerm|ramo di attività economica}} cfr.{{RefNumber|35|7|1}}), si possono definire delle {{TextTerm|categorie socio-professionali|6|353|IndexEntry=categoria socio-professionale}} che permettono di classificare l’insieme degli individui {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}}*) ed {{NonRefTerm|inattivi}} ({{RefNumber|35|0|2}}*) che costituiscono la popolazione.<br />
{{Note|1| L’espressione {{NoteTerm|situazione professionale}}, spesso utilizzata in tal senso, è da evitare perché ambigua.}}<br />
<br />
=== 354 ===<br />
<br />
Tra i {{NonRefTerm|dipendenti}} ({{RefNumber|35|3|3}}), si distinguono talvolta i {{TextTerm|lavoratori a domicilio|1|354|IndexEntry=lavoratore a domicilio}}, essi possono eventualmente lavorare per conto di diversi {{NonRefTerm|datori di lavoro}} ({{RefNumber|35|3|2}}). Il personale esecutivo delle {{NonRefTerm|imprese}} ({{RefNumber|35|7|2}}*) è spesso ripartito in due categorie : gli {{TextTerm|operai|2|354|IndexEntry=operaio}}, che sono {{TextTerm|lavoratori manuali|2|354|IndexEntry=lavoratore manuale}}, e gli {{TextTerm|impiegati|3|354|IndexEntry=impiegato}}, che sono {{TextTerm|lavoratori non manuali|3|354|IndexEntry=lavoratore non manuale}}. Secondo la {{TextTerm|qualifica professionale|4}}, gli operai possono essere ripartiti in {{TextTerm|operai specializzati|5|354|IndexEntry=operaio specializzato}}, {{TextTerm|operai qualificati|6|354|IndexEntry=operaio qualificato}}, ed {{TextTerm|operai non qualificati|7|354|IndexEntry=operaio non qualificato}}. Gli {{TextTerm|apprendisti|8|354|IndexEntry=apprendista}} sono generalmente compresi nella {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) quando partecipano alla produzione, ma non quando acquisiscono la propria formazione professionale in speciali stabilimenti.<br />
{{Note|2| L’espressione {{NoteTerm|personale esecutivo}} permette di inglobare gli operai e gli impiegati sotto una denominazione unica.}}<br />
{{Note|7| Si distinguono, nell’industria, i {{NoteTerm|manovali specializzati}} od {{NoteTerm|operai comuni}}, dai {{NoteTerm|manovali comuni}}, spesso chiamati semplicemente {{NoteTerm|manovali}}.}}<br />
<br />
=== 355 ===<br />
<br />
In seno alle {{NonRefTerm|aziende}} ({{RefNumber|35|7|2}}) la categoria dei quadri si suddivide in {{TextTerm|quadri superiori|1|355|IndexEntry=quadro superiore}}, con mansioni prettamente direttive, e {{TextTerm|funzionari ed impiegati|2|355|IndexEntry=funzionario ed impiegato}} con funzioni esecutive, questi ultimi infine possono essere sotto la supervisione di {{TextTerm|capi reparto|3|355|IndexEntry=capo reparto}} . Le qualifiche funzionali possono essere distinte (per esempio in Italia) in {{TextTerm|funzioni direttive|7|355|IndexEntry=funzione direttiva}} (ottava e nona qualifica funzionale), {{TextTerm|funzioni di concetto|6|355|IndexEntry=funzione di concetto}} (sesta e settima qualifica funzionale), {{TextTerm|funzioni esecutive|6|355|IndexEntry=funzione esecutiva}} (quarta e quinta qualifica funzionale) e {{TextTerm|funzioni ausiliarie|5|355|IndexEntry=funzione ausiliaria}} (prima, seconda e terza qualifica funzionale). {{Note|1| Che comprendono {{NoteTerm|dirigenti, ingegneri}} e {{NoteTerm|capo-servizio}}.}}<br />
<br />
=== 356 ===<br />
<br />
In agricoltura vigono speciali classificazioni nei riguardi della {{NonRefTerm|posizione nella professione}} ({{RefNumber|35|3|1}}). Tra i {{TextTerm|conduttori agricoli|1|356|IndexEntry=conduttore agricolo}} che gestiscono un’azienda agricola, forestale, ecc., si distingue in particolare, fra {{TextTerm|conduttore proprietario|2}}, che coltiva terra propria, {{TextTerm|conduttore affittuario|3}}, che coltiva terra altrui dietro corresponsione di un canone d’affitto, generalmente pagato in contanti, e {{TextTerm|mezzadro|3}}, che in cambio del terreno e del capitale messi a disposizione dal proprietario divide con questi in vario modo i frutti della coltivazione (inizialmente a metà, da cui l’etimologia). Si possono designare semplicemente come {{TextTerm|lavoratori agricoli|4|356|IndexEntry=lavoratore agricolo}} i lavoratori dipendenti dell’agricoltura i quali non siano conduttori o {{NonRefTerm|coadiuvanti}} ({{RefNumber|35|3|5}}).<br />
{{Note|1| I termini {{NoteTerm|coltivatore}} e {{NoteTerm|agricoltore}} sono generalmente impiegati in tal senso; ma possono assumere il significato generico di lavoratori agricoli. Si distingue fra {{NoteTerm|conduttore coltivatore}} e {{NoteTerm|conduttore non coltivatore}}, a seconda che il conduttore agricolo impieghi o meno l’opera manuale propria e, eventualmente, dei propri familiari. Nel secondo caso si parla anche di {{NoteTerm|imprenditori agricoli}}. {{NoteTerm|Agricoltore}} è termine di significato impreciso. Sempre più usata, nel linguaggio corrente, è l’espressione {{NoteTerm|coltivatore diretto}} per indicare il conduttore coltivatore.}}<br />
{{Note|4| I lavoratori dipendenti dell’agricoltura si dividono in varie categorie: {{NoteTerm|salariati fissi}}, a contratto annuo, {{NoteTerm|giornalieri agricoli}}, assunti a giornata, {{NoteTerm|stagionali agricoli}} (cfr. {{RefNumber|15|0|5}}*) assunti a stagione.}}<br />
<br />
=== 357 ===<br />
<br />
La {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) può anche venire classificata per {{TextTerm|settore di attività economica|1}} o, più analiticamente, per {{TextTerm|ramo di attività economica|1}} nel quale l’individuo esercita la propria {{NonRefTerm|professione}} ({{RefNumber|35|2|2}}).<br />Questa classificazione si basa essenzialmente su quella delle {{TextTerm|ditte|2|357|IndexEntry=ditta}}, o {{TextTerm|aziende|2|357|IndexEntry=azienda}}, realizzata in base al loro ruolo economico. Si attribuisce a questo proposito grande importanza alla ripartizione fra {{TextTerm|popolazione attiva del settore agricolo|3}}, e {{TextTerm|popolazione attiva dei settori non agricoli|4}}. Da notare che il gruppo dei {{TextTerm|funzionari e assimilati|5|357|IndexEntry=funzionario e assimilato}} costituito dagli {{NonRefTerm|impiegati}} ({{RefNumber|35|4|3}}) civili dell’amministrazione pubblica, e dai {{TextTerm|membri delle forze armate|6|357|IndexEntry=membro delle forze armate|OtherIndexEntry=forze armate, membro di-}} è generalmente considerato come categoria particolare della popolazione attiva dei settori non agricoli. Nella classificazione per grandi gruppi di attività, vengono distinti tre settori, il {{TextTerm|settore primario|7}} (agricoltura, pesca, minerario), il {{TextTerm|settore secondario|8}} (industrie di trasformazione) ed il {{TextTerm|settore terziario|9}} (produzione di servizi). Nelle economie in via di sviluppo, si può classificare separatamente il {{TextTerm|settore tradizionale|10}} di produzione.<br />
{{Note|1| L’impiego in tal senso delle denominazioni: {{NoteTerm|professione, professione collettiva}}, {{NoteTerm|ramo di attività professionale}}, e {{NoteTerm|gruppo professionale}}, è da evitare (cfr. § {{NonRefTerm|352}}).}}<br />
{{Note|2| Un’{{NoteTerm|azienda}} può comprendere diversi stabilimenti, eventualmente di diversa natura.}}<br />
<br />
=== 358 ===<br />
<br />
Secondo l’origine dei loro mezzi di esistenza, gli appartenenti alla {{NonRefTerm|popolazione non attiva}} ({{RefNumber|35|0|2}}*) potranno essere ripartiti in persone {{TextTerm|a carico|1}} o {{TextTerm|dipendenti|1|358|IndexEntry=dipendente}} e {{TextTerm|persone non a carico|2|358|IndexEntry=persona non a carico}}. Le prime dipendono per il loro mantenimento da altra persona, che è la loro {{TextTerm|fonte di entrata|3}}, o il loro {{TextTerm|sostegno economico|3}}(cfr. {{RefNumber|11|1|3}}) — tale è, per esempio, il caso delle {{NonRefTerm|casalinghe}} ({{RefNumber|35|0|4}}) e dei {{TextTerm|bambini a carico|4|358|IndexEntry=bambino a carico|OtherIndexEntry=figlio a carico|OtherIndexEntryTwo=figli a carico}}. Si presume che un individuo non a carico disponga di mezzi sufficienti per il proprio sostentamento. In quest’ultima categoria di persone si potranno distinguere, in particolare, i {{TextTerm|proprietari|5|358|IndexEntry=proprietario}} che vivono del prodotto del loro patrimonio, i {{TextTerm|pensionati|6|358|IndexEntry=pensionato}}, le cui risorse provengono da un’attività svolta precedentemente e le {{TextTerm|persone a carico della pubblica assistenza|7|358|IndexEntry=persona a carico della pubblica assistenza}}, che sono persone sprovviste di un patrimonio e di un sostegno economico, alle quali la collettività accorda dei sussidi per vivere. {{TextTerm|Inabile al lavoro|8}} è una persona la cui capacità lavorativa è ridotta o nulla. Il rapporto tra la popolazione non attiva e la popolazione attiva è detto {{TextTerm|indice di dipendenza economica|9}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Dipendente}}, ppr. ff. agg. e s.m. - {{NoteTerm|dipendenza}}, s.f.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|pensionato}} (agg. e s.m.) è solo chi riceve una {{NoteTerm|pensione}} (s.f.) — la quale può essere, in particolare, una pensione d’invalidità od una pensione di anzianità o vecchiaia, non ognuno che si sia ritirato dalla vita economicamente attiva ({{RefNumber|36|1|4}})}}.<br />
{{Note|9| Il rapporto tra la popolazione non adulta [giovani ({{RefNumber|32|4|3}}*) e vecchi ({{RefNumber|32|4|8}})] e la popolazione {{NonRefTerm|adulta}} ({{RefNumber|32|4|5}}) è talvolta denominato {{NoteTerm|indice di dipendenza;}} questa espressione dovrebbe essere evitata per non confondere detto rapporto con l’indice di dipendenza economica.}}<br />
<br />
=== 359 ===<br />
<br />
Volendo ripartire il complesso della popolazione di un Paese secondo il {{NonRefTerm|settore di attività economica}} ({{RefNumber|35|7|1}}) da cui ognuno trae i propri mezzi di esistenza, le {{NonRefTerm|persone a carico}} ({{RefNumber|35|8|1}}) possono essere incluse nel settore di appartenenza del loro {{NonRefTerm|sostegno economico}} ({{RefNumber|35|8|3}}). Sulla base di convenzioni sulla classificazione degli altri inattivi, si può quindi numericamente definire la {{TextTerm|popolazione vivente di|1}} ..., o {{TextTerm|popolazione dipendente da|1}}... uno od altro settore. È così che viene definita in particolare la {{TextTerm|popolazione che vive dell’agricoltura|2}}. Talvolta, con lo stesso significato, si usa l’espressione {{TextTerm|popolazione agricola|2}}, nonostante questa espressione sia talvolta utilizzata come sinonimo di {{RefNumber|35|7|3}}. Il resto della popolazione è definita con l’espressione {{TextTerm|popolazione non agricola|3}}. <br />
{{Note|2| Non si confonda popolazione agricola e {{NonRefTerm|popolazione rurale}} ({{RefNumber|31|1|3}}).}}<br />
<br />
=== 360 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|infermi|1|360|IndexEntry=infermo}} sono talvolta oggetto di attenzione particolare nei censimenti. Essi sono classificati in base all’{{TextTerm|infermità|2}}, per quanto le informazioni raccolte lo consentano. Si distingue generalmente tra {{TextTerm|infermità fisiche|3|360|IndexEntry=infermità fisica}} (per es. cecità, sordità) ed {{TextTerm|infermità mentali|4|360|IndexEntry=infermità mentale}} (per es. : demenza).<br />
<br />
=== 361 ===<br />
<br />
L’analisi completa della {{TextTerm|vita attiva|1}} degli individui comprende lo studio dell’{{TextTerm|ingresso nell’attività|2}} da parte dei {{NonRefTerm|non attivi}} ({{RefNumber|35|0|2}}*), distinguendo eventualmente coloro che non sono mai stati attivi da coloro che hanno già vissuto un periodo di attività, e lo studio dell’{{TextTerm|uscita dall’attività|3}} da parte degli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}}*), distinguendo, se i dati lo permettono, la causa di cessazione, malattia, decesso, {{TextTerm|pensionamento|4}}, interruzione. Un tale studio si realizza per generazione o per contemporanei, attraverso {{TextTerm|tassi di ingresso in attività|5|361|IndexEntry=tasso di ingresso in attività}} o {{TextTerm|probabilità di ingresso in attività|6}}, e {{TextTerm|tassi di uscita dall’attività|7|361|IndexEntry=tasso di uscita dall’attività}} o {{TextTerm|probabilità di uscita dall’attività|8}}, distinguendo se possibile per causa di cessazione; tutti questi indicatori sono calcolati per età o per classi di età.<br />
<br />
=== 362 ===<br />
<br />
A partire da questi indicatori si possono costruire delle {{TextTerm|tavole di attività|1|362|IndexEntry=tavola di attività}}, per {{NonRefTerm|generazioni}} o per {{NonRefTerm|contemporanei}} (cfr. § {{RefNumber|15|3|}}), contenenti, oltre alla serie delle probabilità menzionate nel paragrafo precedente, la distribuzione delle {{TextTerm|età di ingresso in attività|2}} e quella delle {{TextTerm|età di uscita dall’attività|3}}, se possibile per ogni causa, considerando o meno la mortalità; le corrispondenti {{TextTerm|età medie di ingresso in attività|4|362|IndexEntry=età media di ingresso in attività}} e le {{TextTerm|età medie di uscita dall’attività|5|362|IndexEntry=età media di uscita dall’attività}}; e le {{TextTerm|speranze di vita attiva|6|362|IndexEntry=speranza di vita attiva}}: {{TextTerm|speranza lorda di vita attiva|7}}, in assenza di mortalità, {{TextTerm|speranza netta di vita attiva|8}}, in presenza di mortalità. Ognuna di queste speranze di vita attiva esprime il numero medio di anni di attività che restano da vivere, nelle ipotesi adottate, dagli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}} *) dell’età considerata. Se quest’ultima è l’età di ingresso nell’attività, la speranza di vita attiva corrispondente è la {{TextTerm|durata media della vita attiva|9}} degli individui entrati in attività a questa età; è possibile calcolare un indicatore analogo per l’insieme delle età di ingresso in attività; occorre in tal caso precisare che si tratta di questo insieme.<br />
{{Note|1| Allo stato attuale dell’osservazione e dell’analisi, queste tavole sono state costruite solo nei casi in cui le interruzioni, o cessazioni temporanee dell’attività, sono in proporzione trascurabile, questo è più o meno il caso della popolazione maschile. Per il sesso femminile, la frequenza delle {{NoteTerm|interruzioni di attività}} complica molto l’analisi e bisognerà distinguere il {{NoteTerm|primo ingresso in attività}}, o {{NoteTerm|inizio dell’attività}}, dagli altri ingressi, o {{NoteTerm|ripresa dell’attività}}.}}<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|35}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=32&diff=8374322012-06-18T15:34:21Z<p>Joseph Larmarange: /* 324 */ pb syntaxe Note</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''32'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 32 ==<br />
=== 320 ===<br />
<br />
Per studiare la {{TextTerm|ripartizione secondo il sesso|1}} (cf. {{RefNumber|14|4|4}}) di una popolazione si rapporta generalmente il numero di individui di un {{TextTerm|sesso|2}} al numero di quelli dell’altro, o all’ammontare complessivo della popolazione. Ponendosi spesso a numeratore il numero di maschi, si parla anche frequentemente di {{TextTerm|mascolinità|3}} di una popolazione. L’espressione {{TextTerm|tasso di mascolinità|4}} designa la proporzione di sesso maschile nell’insieme della popolazione.<br />Il {{TextTerm|rapporto di mascolinità|5}} è ottenuto dividendo gli appartenenti al sesso maschile per l’ammontare di popolazione di sesso femminile. Questo rapporto è generalmente espresso come {{NonRefTerm|indice}} ({{RefNumber|13|2|7}}), considerando come {{NonRefTerm|base 100}} ({{RefNumber|13|2|8}}) l’ammontare di popolazione di sesso femminile.<br />
{{Note|3| Si usa anche far figurare al numeratore il sesso femminile. In tal caso si ottengono un {{NoteTerm|tasso di femminilità}} ed un {{NoteTerm|rapporto di femminilità}}.}}<br />
{{Note|4| Cfr § {{RefNumber|13|3|}}.}}<br />
<br />
=== 321 ===<br />
<br />
I termini {{TextTerm|maschio|1}} e {{TextTerm|femmina|2}} possono essere usati, in demografìa, per designare, rispettivamente, un {{TextTerm|individuo di sesso maschile|1}} e un {{TextTerm|individuo di sesso femminile|2}}. Nello stesso senso, si adottano spesso i termini {{TextTerm|uomo|1}} e {{TextTerm|donna|2}}, specialmente se ci si riferisce a soli individui adulti. I termini {{TextTerm|ragazzo|3}} e {{TextTerm|ragazza|4}} sono invece poco usati nel linguaggio scientifico per indicare chi non è più {{NonRefTerm|bambino}} o {{NonRefTerm|bambina}} ({{RefNumber|32|3|3}}), ma non ha ancora superato l’età dell’ adolescenza ({{RefNumber|32|4|1}}). Si usa il vocabolo {{TextTerm|uomo|5}} anche nel senso generale di {{TextTerm|essere umano|5}}.<br />
<br />
=== 322 ===<br />
<br />
L’{{TextTerm|età|1}} – si precisa talvolta {{TextTerm|età anagrafica|1}} o {{TextTerm|età cronologica|1}} – è una delle variabili fondamentali della {{NonRefTerm|struttura}} ({{RefNumber|10|1|2}}) delle popolazioni.<br />Essa viene espressa generalmente in anni, o in anni e mesi, o ancora in mesi e giorni, per i bambini in tenera età; più raramente in anni e frazioni decimali di anno; I {{NonRefTerm|demografi}} ({{RefNumber|10|1|1}}*) arrotondano generalmente l’età all’estremo inferiore, indicandola in tal modo in {{TextTerm|anni compiuti|2}}, o eventualmente in {{TextTerm|mesi compiuti|2}}, cioè riportando l’{{TextTerm|età all’ultimo compleanno|3}}. Talvolta si considera, nelle statistiche, l’{{TextTerm|età raggiunta nell’anno|4}}, che corrisponde alla differenza tra l’anno condiserato e l’anno di nascita. Gli attuari considerano talvolta gli {{TextTerm|anni iniziati|5}}, cioè l’{{TextTerm|età al prossimo compleanno|5}}. L’{{TextTerm|età dichiarata|6}}, al {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) o allo {{NonRefTerm|stato civile}} (cf. § {{RefNumber|21|1|}}), è spesso arrotondata al compleanno più vicino, soprattutto quando il compleanno è prossimo. Talvolta si è portati a precisare che si considera un’{{TextTerm|età precisa|7}}, o {{TextTerm|età esatta|7}}, per evitare di confondere quest’ultima con un’età in anni compiuti, che rappresenta invece una classe di età esatte. In occasione del censimento si può domandare la data di nascita, l’età all’ultimo compleanno o semplicemente l’età, senza ulteriori precisazioni. Quando, in quest’ultimo caso, la conoscenza dell’età cronologica è poco diffusa, si raccomanda di utilizzare un {{TextTerm|calendario storico|8}}, cioè una lista di avvenimenti dei quali è conosciuta la data e che si sono verificati nel corso degli ultimi cento anni. <br />
{{Note|2| Da cui l’interpretazione da dare alla nozione usuale dei gruppi di età. Da intendersi comprensivi delle età estreme; il gruppo 6-13, per esempio,comprende gli individui di età compiuta da 6 a 13 anni; si dice che le loro età esatte sono comprese tra 6 e 14 anni, escludendo l’estremo superiore, o ancora che queste stesse età esatte vanno da 6 a meno di 14 anni.}}<br />
{{Note|3| In italiano, come in francese, il termine {{NoteTerm|compleanno}} evoca una commemorazione; il primo compleanno si situa dunque un anno esatto dopo la nascita. Alcuni paesi adottano un metodo di computo differente : il primo &quot;Geburtstag&quot; tedesco, per esempio, coincide con il giorno della nascita.}}<br />
<br />
=== 323 ===<br />
<br />
Il linguaggio corrente entra qualche volta in demografia per indicare, in maniera largamente imprecisa, le principali {{TextTerm|età della vita|1}}, o {{TextTerm|periodi della vita|1|323|IndexEntry=periodo della vita}}. Nei primi anni di vita si è nell’{{TextTerm|infanzia|2}}; il termine {{TextTerm|bambino|3}} indica, in generale, un individuo che non ha ancora raggiunto l’età della {{NonRefTerm|pubertà}} ({{RefNumber|62|0|2}}). Nel corso dei primissimi giorni di vita, l’individuo è detto {{TextTerm|neonato|4}} (cfr. {{RefNumber|41|0|3}}). Il termine {{TextTerm|lattante|5}} si applica, propriamente, solo ai bambini non ancora svezzati. Si distingue pure fra {{TextTerm|bambini in età prescolastica|7|323|IndexEntry=bambino in età prescolastica}} ({{RefNumber|34|6|6}}) e {{TextTerm|ragazzi in età scolastica|8|323|IndexEntry=ragazzo in età scolastica}}. Il termine {{TextTerm|Infante|6}}, sinonimo bambino in tenera età, è raramente utilizzato in demografia.<br />
{{Note|1| In questa accezione, il termine {{NoteTerm|età}}, impiegato un tempo, viene utilizzato solo in determinate espressioni (cfr. {{RefNumber|32|4|4}}, {{RefNumber|34|6|6}} e {{RefNumber|62|0|1}} *).}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Neonato}}, agg. ff. s.m. - {{NoteTerm|neonatale}}, agg.}}<br />
{{Note|6| Il periodo corrispondente è denominato {{NoteTerm|prima infanzia}} essa comprende approssimativamente il primo anno di vita (cfr. {{RefNumber|41|0|1}}*).}}<br />
<br />
=== 324 ===<br />
<br />
Il passaggio dalla fanciullezza ({{RefNumber|32|3|2}}) all’{{TextTerm|adolescenza|1}} è segnato dalla {{NonRefTerm|pubertà}} ({{RefNumber|62|0|2}}). Il termine {{TextTerm|adolescente|2}} designa generalmente chi entra in tale fase. È preferibile chiamare {{TextTerm|giovani|3|324|IndexEntry=giovane}} gli individui prossimi all’{{TextTerm|età adulta|4}}, con tale termine si indica il periodo di {{TextTerm|maturità|4}} successivo all’adolescenza. Per {{TextTerm|adulto|5}} si intende un individuo in età adulta. Poiché non è possibile precisare oggettivamente l’inizio dell’{{TextTerm|età senile|6}}, o {{TextTerm|vecchiaia|6}}, questo, per convenzione, si fa spesso coincidere con un’età prossima all’{{TextTerm|età della quiescenza|7}}, o {{TextTerm|età della pensione|7}} (cfr. {{RefNumber|36|1|4}}), per esempio 60 o 65 anni. Coloro che hanno oltrepassato questa età costituiscono la categoria degli {{TextTerm|anziani|8|324|IndexEntry=anziano}}, o dei {{TextTerm|vecchi|8|324|IndexEntry=vecchio}}.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|giovane}}, s. e agg. — {{NoteTerm|giovinezza}}, s.f.}}<br />
{{Note|5| Talvolta fra gli adulti s’intendono compresi i vecchi, Il gruppo degli adulti coincide in tal caso approssimativamente con quello dei {{NoteTerm|maggiorenni}} dal punto di vista giuridico. Nella ripartizione della popolazione in tre {{NonRefTerm|grandi gruppi di età}} ({{RefNumber|32|5|4}}), al contrario, si considerano generalmente i giovani, gli adulti e i vecchi. In tal caso si ha coincidenza approssimativa tra il gruppo dei giovani e quelli dei {{NoteTerm|minorenni}} dal punto di vista giuridico. La legislazione italiana fissa a 18 anni la {{NoteTerm|maggiore età}}, cioè l’età esatta di passaggio dalla condizione giuridica di {{NoteTerm|minorenne}} a quella di {{NoteTerm|maggiorenne}}.}}<br />
{{Note|8| {{NoteTerm|vecchio}}, agg. e s.m., {{NoteTerm|anziano}}, agg. e s.m.<br />I vecchi di età più avanzata sono talvolta chiamati {{NoteTerm|grandi vecchi}}, e coloro che raggiungono le età estreme – superiori a 95 o a cento anni – sono detti {{NoteTerm|longevi}} (cfr. {{RefNumber|43|4|4}}). I termini vecchiaia e vecchio sono considerati spesso sgradevoli, si parla sempre più frequentemente di {{NoteTerm|terza età}}, e anche di {{NoteTerm|quarta età}}, per i grandi vecchi, ma queste espressioni non appartengono al linguaggio demografico.}}<br />
<br />
=== 325 ===<br />
<br />
La {{NonRefTerm|classificazione}} ({{RefNumber|13|0|7}}) per età della popolazione viene fatta spesso per {{TextTerm|singoli anni di età|1|325|IndexEntry=singolo anno di età}} o {{TextTerm|classi annuali di età|1|325|IndexEntry=classe annuale di età}}, ma anche per {{TextTerm|classi pluriennali di età|2|325|IndexEntry=classe pluriennale di età}}, in questo secondo caso, frequente è la ripartizione per {{TextTerm|{{TextTerm|classi quinquennali di età|3|325|IndexEntry=classe quinquennale di età}}3}}, ma vengono usate anche ripartizioni più grossolane, p{{TextTerm|grandi classi di et||325|IndexEntry=grande classe di età}}4}}, come ad esempio, 0-19 anni, 20-59 anni, 60 anni e più (cfr. {{RefNumber|32|2|2}}*). Talvolta la classificazione non è fatta per anno d’età, ma per {{TextTerm|anno di nascita|5}}. La {{TextTerm|composizione per età|6}} o {{TextTerm|struttura per età|6}} di una popolazione e la sua {{NonRefTerm|composizione secondo il sesso}} ({{RefNumber|32|0|1}}), vengono congiuntamente rappresentate in un grafico ad {{NonRefTerm|istogrammi}} ({{RefNumber|15|5|8}}), detto {{TextTerm|piramide delle età|7}}, così chiamato per sua forma all’incirca triangolare e la sua struttura ad istogrammi ruotati e sovrapposti.<br />
<br />
=== 326 ===<br />
<br />
Si dice {{TextTerm|età media|1}} di una popolazione la {{NonRefTerm|media aritmetica}} ({{RefNumber|14|0|1}}) delle età di quanti le appartengono, ed {{TextTerm|età mediana|2}} quella che ripartisce la popolazione ordinata secondo l’età in due gruppi ugualmente numerosi (cfr. {{RefNumber|14|0|6}}). L’aumento della proporzione dei {{NonRefTerm|vecchi}} ({{RefNumber|32|4|8}}) in una popolazione traduce l’{{TextTerm|invecchiamento|3}} della stessa, detto anche {{TextTerm|invecchiamento demografico|3}} per evitare confusione (cfr. {{RefNumber|32|7|1}}). Il fenomeno contrario prende il nome di {{TextTerm|ringiovanimento|4}} o {{TextTerm|ringiovanimento demografico|4}} della popolazione interessata. Una {{TextTerm|popolazione vecchia|5}} si caratterizza per una importante proporzione di persone anziane, una {{TextTerm|popolazione giovane|6}} per una importante proporzione di {{NonRefTerm|giovani}} ({{RefNumber|32|4|3}}*) o di bambini. Non si deve confondere l’invecchiamento di una popolazione, nel senso predetto, con la tecnica usata nel calcolo di ''prospettive demografiche'' ({{RefNumber|72|0|2}}), mediante la quale si fa {{TextTerm|invecchiare|7}} (v.t.) una popolazione, applicando appropriati {{NonRefTerm|coefficienti prospettici di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|1|7}}) alle diverse classi di età, per prevedere il numero dei viventi in una classe d’età successiva un corrispondente numero di anni più tardi.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|invecchiamento}}, s.m. — {{NoteTerm|invecchiare}}, v.i. e t.}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|ringiovanimento}}, s.m. — {{NoteTerm|ringiovanire}}, v.i. e t.}}<br />
<br />
=== 327 ===<br />
<br />
L’{{NonRefTerm|invecchiamento demografico}} ({{RefNumber|32|6|3}}) deve essere distinto, da una parte, dall’{{TextTerm|invecchiamento individuale|1}}, o {{TextTerm|senescenza|1}}, e d’altra parte anche dall’{{TextTerm|allungamento della vita umana|2}}, prodotto dei progressi della medicina e del migliore tenore di vita. Si denominano, rispettivamente, {{TextTerm|età fisiologica|3}} ed {{TextTerm|età mentale|4}} di un individuo l’età corrispondente, in via normale, allo stato dei suoi organi e tessuti nel primo caso, alle sue capacità intellettuali nel secondo. Negli studi nei quali vengono introdotti questi concetti, si definisce {{NonRefTerm|età cronologica}} ({{RefNumber|32|2|1}}) di un individuo quella misurata dal tempo trascorso dalla sua data di {{TextTerm|nascita|5}}. Il {{TextTerm|quoziente intellettuale|6}}, o {{TextTerm|quoziente d’intelligenza|6}} — abbreviazione: {{NoteTerm|Q.I.|6}} —, utilizzato nello studio dello sviluppo mentale dei bambini, è il rapporto fra l’età mentale e l’età cronologica del soggetto.<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|32}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=20&diff=8373202012-06-18T15:30:32Z<p>Joseph Larmarange: /* 202 */ § en NonRefTerm</p>
<hr />
<div><!--'''20'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
<br />
= Elaborazione delle statistiche demografiche =<br />
<br />
== 20 ==<br />
=== 201 ===<br />
<br />
Si distingue fra le {{TextTerm|statistiche dello stato della popolazione|1|201|OtherIndexEntry=statistiche,-stato della popolazione}} e le {{TextTerm|statistiche del movimento della popolazione|2|201|OtherIndexEntry=statistiche, -movimento della popolazione}}. Le prime documentano sulla popolazione come un insieme di {{NonRefTerm|unità statistiche}} ({{RefNumber|11|0|1}}) concrete — individui, famiglie, ecc. — considerate in un dato momento; le seconde registrano le incessanti modifiche che si producono nella popolazione e fanno riferimento essenzialmente ad unità statistiche astratte, o {{TextTerm|eventi demografici|3|201|OtherIndexEntry=evento demografico}}, o più brevemente {{TextTerm|eventi|3|201|OtherIndexEntry=evento}} (nascite, matrimoni, cambiamenti di residenza, decessi, ecc.) avvenuti in un determinato periodo di tempo. Si distingue fra {{TextTerm|eventi non rinnovabili|4|201|OtherIndexEntry=evento non rinnovabile}}, come i {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}), ed {{TextTerm|eventi rinnovabili|5|201|OtherIndexEntry=evento rinnovabile}}, come le {{NonRefTerm|gravidanze}} ({{RefNumber|60|2|5}}), i {{NonRefTerm|parti}} ({{RefNumber|60|3|4}}); agli eventi rinnovabili è attribuito un {{TextTerm|rango|6}} o {{TextTerm|ordine|6}} sulla base del numero di eventi dello stesso genere verificatisi in precedenza.<br />Le statistiche del movimento della popolazione forniscono la base per uno studio dello {{TextTerm|sviluppo della popolazione|7|201|OtherIndexEntry=popolazione, -sviluppo della}} o, come si dice anche, della {{TextTerm|dinamica demografica|7}}. La più importante fonte di documentazione circa lo {{TextTerm|stato della popolazione|8|201|OtherIndexEntry=popolazione, -stato della}} è data dai {{NonRefTerm|censimenti}} (cfr. § {{RefNumber|20|2|}}). Le {{NonRefTerm|statistiche dello stato civile}} ({{RefNumber|21|2|1}}) costituiscono la principale fonte di informazione per lo studio del {{TextTerm|movimento della popolazione|9|201|OtherIndexEntry=popolazione, -movimento della}}, detto anche {{TextTerm|movimento generale della popolazione|9}} (cfr. § {{NonRefTerm|701}}). Queste, tuttavia, riguardano solo il {{TextTerm|movimento naturale|10|201|OtherIndexEntry=naturale, -movimento}} della popolazione, e cioè i mutamenti che nella medesima si verificano, a prescindere dai trasferimenti di persone fra la popolazione studiata e altre popolazioni (cfr. {{RefNumber|80|5|1}} ) . Le migrazioni, che sono a volte indicate come il {{TextTerm|movimento della popolazione sul territorio|11}}. Logicamente, anche le {{NonRefTerm|statistiche delle migrazioni}} ({{RefNumber|81|2|1}}) vanno incluse fra le statistiche del movimento della popolazione.<br />
<br />
{{Note|9| In demografia, il termine {{NoteTerm|movimento}} è spesso sinonimo di cambiamento, che si tratti di un cambiamento di posizione nello spazio (cfr. {{NonRefTerm|movimento migratorio}} {{RefNumber|80|1|3}}) o di un cambiamento di dimensione nel tempo. È in quest’ultimo senso che il termine va qui inteso, analogamente quando si parla di {{NonRefTerm|movimento}} delle nascite, dei decessi, ecc. (cfr. § {{NonRefTerm|150}}). Nell’espressione movimento generale della popolazione, l’aggettivo {{NoteTerm|generale}} significa che tutti i movimenti di questa natura sono presi in considerazione, cosa che conferisce all’espressione {{NoteTerm|movimento generale}} un significato molto diverso da quello di {{RefNumber|15|0|2}}.}}<br />
<br />
=== 202 ===<br />
<br />
I {{TextTerm|I censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione|OtherIndexEntryTwo=popolazione, -censimento della}}{{TextTerm| censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione}} hanno come scopo la raccolta di informazioni circa lo {{NonRefTerm|stato della popolazione}} ({{RefNumber|20|1|8}}) in un dato momento. Per lo più vengono simultaneamente censiti tutti gli abitanti di un Paese: si dice allora che si procede ad un {{TextTerm|censimento generale|2}}. Le operazioni di censimento vengono però talvolta limitate ad una particolare categoria di abitanti o ad una frazione del territorio: si può parlare, in questo caso, di {{TextTerm|censimento parziale|3}}, o di {{TextTerm|censimento speciale|3}}. Nei due casi, si tratta di operazioni {{TextTerm|esaustive|4}}, nel senso che si fa una rilevazione delle notizie volute per ognuno degli individui appartenenti alla popolazione o categoria considerata. Non si farà pertanto confusione fra censimenti parziali e {{TextTerm|indagini campionarie|5|202|OtherIndexEntry=indagine campionaria}}, che sono, al contrario, limitate ad un {{NonRefTerm|campione}} ({{RefNumber|16|0|2}}), in genere grande, della popolazione; esse appartengono dunque alla categoria delle {{TextTerm|indagini per sondaggio|6|202|OtherIndexEntry=indagine per sondaggio}} (cf. § {{NonRefTerm|160}}). Per mettere a punto un metodo di censimento, o d’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), vengono talvolta effettuati {{TextTerm|censimenti pilota|7|202|OtherIndexEntry=censimento pilota}}, o {{TextTerm|indagini pilota|7|202|OtherIndexEntry=indagine pilota}}. Per verificare la {{NonRefTerm|completezza}} ({{RefNumber|23|0|2}}) e la precisione dei dati raccolti in un censimento, si procede inoltre ad una {{TextTerm|verifica post-censuaria|8}} attraverso un’{{TextTerm|indagine di verifica del censimento|9}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|censimento}}, s.m. — {{NoteTerm|censire}}, v.t. — {{NoteTerm|censuario}}, agg.<br/>Il {{NoteTerm|periodo intercensuario}} è il lasso di tempo che corre fra due censimenti.<br/>I censimenti moderni corrispondono a quella che un tempo veniva chiamata {{NoteTerm|conta delle anime}}, (cf. {{RefNumber|11|0|2}}). Si intendeva allora in effetti per {{NoteTerm|censimento}} ogni valutazione – anche molto approssimativa – fondata più o meno direttamente su qualche {{NonRefTerm|conteggio}} ({{RefNumber|20|3|2}}) o {{NonRefTerm|enumerazione}} ({{RefNumber|20|3|1}}). Un censimento della popolazione poteva basarsi, per esempio, sul conteggio dei {{NonRefTerm|battesimi}} ({{RefNumber|21|4|2}}) registrati nel corso di un certo numero di anni, o su di una enumerazione dei {{NonRefTerm|focolari}} ({{RefNumber|11|0|3}}), o delle {{NonRefTerm|parrocchie}} ({{RefNumber|21|4|1}}*).}}<br />
<br />
=== 203 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|enumerazione|1}} un’operazione destinata a fornire una cifra globale. L’enumerazione differisce dal semplice {{TextTerm|conteggio|2}}, poiché alla prima si accompagna generalmente la stesura di una {{TextTerm|lista|3|203|OtherIndexEntry=liste}}. Il vocabolo {{TextTerm|indagine|4|203|OtherIndexEntry=indagini}} (cfr. {{RefNumber|20|2|5}}) designa normalmente un insieme di operazioni destinate a fornire informazioni e dati su un determinato fenomeno, ed in tal senso aventi un obiettivo limitato (ad esempio, indagine sulla mortalità, sulle forze di lavoro); può assumere tuttavia un’accezione molto più larga (cfr. {{RefNumber|20|2|6}}). Si chiamano talvolta {{TextTerm|indagini sul terreno|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul territorio}}, o {{TextTerm|indagini sul campo|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul campo}}, quelle indagini in cui le informazioni vengono ottenute a mezzo di {{TextTerm|intervista diretta|6|203|OtherIndexEntry=intervista faccia a faccia}} delle persone prese in considerazione. Nelle {{TextTerm|indagini per corrispondenza|7|203|OtherIndexEntry=indagine per corrispondenza}}, o {{TextTerm|indagini postali|7|203|OtherIndexEntry=indagine postale}}, viene inviato per mezzo della posta un questionario agli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}), con la richiesta di restituirlo compilato.<br /> È detta {{TextTerm|indagine retrospettiva|8}}, un’indagine su avvenimenti demografici passati ; nelle {{TextTerm|indagini longitudinali|9|203|OtherIndexEntry=indagine longitudinale}}, si annotano, a partire dalla seconda visita, gli eventi verificatisi dopo l’ultimo passaggio. Non si confonda con l’{{TextTerm|indagine ripetuta|10}}, espressione che si applica al caso in cui l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) è obbligato a realizzare l’intervista più volte. Nel caso dei censimenti, si procede sia per {{TextTerm|censimento diretto|11}}, che per {{TextTerm|censimento con compilazione autonoma|12}} da parte del censito; nel primo caso, l’{{NonRefTerm|ufficiale di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) annota lui stesso le informazioni fornite dai censiti o in loro nome; nel secondo caso, i modelli di censimento sono compilati direttamente dai {{NonRefTerm|censiti}} ({{RefNumber|20|4|1}}); il censimento con compilazione autonoma può assumere la forma di un {{TextTerm|censimento per via postale|13}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|enumerazione}}, s.f.}} - {{NoteTerm|enumerare}}, v.t.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|conteggio}}, s.m. {{NoteTerm|contare}}, v.t.}} <br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Indagine}}, s.f. - {{NoteTerm|indagare}}, v.i.}}<br />
<br />
=== 204 ===<br />
<br />
Si dicono {{TextTerm|censiti|1|204|OtherIndexEntry=censito}} e, rispettivamente, {{TextTerm|intervistati|1|204|OtherIndexEntry=intervistato}} gli individui oggetto di un {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}} *) o di una {{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}). Le persone incaricate della {{NonRefTerm|rilevazione}} ({{RefNumber|13|0|4}}*) dei dati concernenti tali individui sono chiamate, rispettivamente, {{TextTerm|agenti di censimento|2|204|OtherIndexEntry=agente di censimento}}, o {{TextTerm|ufficiali di censimento|2|204|OtherIndexEntry=ufficiale di censimento}}, e {{TextTerm|intervistatori|2|204|OtherIndexEntry=intervistatore}}. Gli agenti di censimento lavorano sotto il controllo di {{TextTerm|ispettori|3|204|OtherIndexEntry=ispettore}} del censimento. I {{NonRefTerm|censimenti generali}} ({{RefNumber|20|2|2}}) vengono di solito effettuati dal principale Ente pubblico adibito alle rilevazioni statistiche ufficiali, che può essere denominato {{TextTerm|Ufficio di statistica|4}}, {{TextTerm|Istituto di statistica|4}}, ecc., e può eventualmente ricevere la qualifica di centrale, nazionale, federale, e via dicendo.<br />
<br />
=== 205 ===<br />
<br />
I censimenti, in generale, hanno carattere {{TextTerm|obbligatorio|1}}, o {{TextTerm|coatto|1}}. Tuttavia, nella maggior parte delle classificazioni si prevede una voce destinata a raggruppare i casi a modalità {{NonRefTerm|non dichiarata}} ({{RefNumber|23|0|11}}). In certe {{TextTerm|indagini su base volontaria|2|205|OtherIndexEntry=indagine su base volontaria}} (cfr. {{RefNumber|20|3|4}}), il problema delle {{TextTerm|mancate risposte|3|205|OtherIndexEntry=mancata risposta}} può assumere grande importanza. È questo il caso soprattutto delle {{NonRefTerm|indagini per posta}} ({{RefNumber|20|3|7}}), nelle quali sovente si rendono necessari {{TextTerm|solleciti|4|205|OtherIndexEntry=sollecito}}, ancora a mezzo posta, o {{TextTerm|visite ripetute|4|205|OtherIndexEntry=visita ripetuta}} a domicilio. La mancata collaborazione da parte delle {{TextTerm|persone che non forniscono alcuna risposta|5|205|OtherIndexEntry=persona che non fornisce alcuna risposta}}, può venire, o da un loro {{TextTerm|rifiuto|6}} a collaborare all’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), o dalla loro {{TextTerm|assenza|7}} allorchè l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) ha cercato di prendere contatto con loro.<br />La {{TextTerm|percentuale dei rifiuti|8}} a rispondere ad una domanda è un indicatore utile a valutare le reazioni degli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}). La sostituzione di un’{{NonRefTerm|unità di campionamento}} ({{RefNumber|16|0|4}}) inutilizzabile con un’altra è detta {{TextTerm|sostituzione|9}}.<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|assenza}}, s.f. — {{NoteTerm|assente}}, agg. ff. s.m.}}<br />
<br />
=== 206 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|stampati|1|206|OtherIndexEntry=stampato}} utilizzati per le rilevazioni demografiche hanno ricevuto una varietà di denominazioni. Accanto alla denominazione generica di {{TextTerm|modelli|1|206|OtherIndexEntry=modello}}, o {{TextTerm|moduli|1|206|OtherIndexEntry=modulo}}, si usano quella di {{TextTerm|schede|2|206|OtherIndexEntry=scheda}} (cfr. {{RefNumber|20|7|1}} e {{RefNumber|21|2|2}}), per lo più in riferimento ad eventi di carattere individuale (come nascite e morti), e quella di {{TextTerm|fogli|2|206|OtherIndexEntry=foglio}} (cfr. {{RefNumber|20|7|2}} e {{RefNumber|20|7|4}}), per informazioni relative a nuclei di persone (come famiglie e convivenze).<br />Per questi modelli si usa spesso la forma ed il nome di {{TextTerm|questionari|3|206|OtherIndexEntry=questionario}}; questi vengono talvolta {{TextTerm|riempiti|4|206|OtherIndexEntry=riempito}}, o {{TextTerm|compilati|4|206|OtherIndexEntry=compilato}}, dagli stessi interessati. In altri casi, gli intervistatori vi riportano le {{TextTerm|dichiarazioni|5|206|OtherIndexEntry=dichiarazione}} degli interrogati, o anche {{TextTerm|notizie|6|206|OtherIndexEntry=notizia}}, o {{TextTerm|informazioni|6|206|OtherIndexEntry=informazione}}, quest'ultime sono {{TextTerm|ricavate|7}}, o {{TextTerm|desunte|7}}, da documenti che non sono stati espressamente formati a fini statistici. Le domande contenute nel questionario possono essere di due tipi : {{TextTerm|domande chiuse|8|206|OtherIndexEntry=domanda chiusa}}, alle quali occorre rispondere solo attraverso una delle modalità presenti nel questionario, e {{TextTerm|domande aperte|9|206|OtherIndexEntry=domanda aperta}} alle quali le persone interrogate forniscono una risposta spontanea. <br />
{{Note|2| {{NoteTerm|scheda}}, s.f. — {{NoteTerm|schedario}}, s.m.: raccolta ordinata di schede.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|dichiarazione}}, s.f. — {{NoteTerm|dichiarare}}, v.t.}}<br />
<br />
=== 207 ===<br />
Nei {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) vengono utilizzati diversi tipi di modelli ({{RefNumber|20|6|1}}), anche in combinazione tra loro. I principali sono: la {{TextTerm|scheda individuale|1}}, destinata a ricevere i dati riferentisi ad una singola persona; il {{TextTerm|foglio di famiglia|2}}, per le notizie relative a ciascun membro di una {{NonRefTerm|famiglia di censimento}} ({{RefNumber|11|0|3}}); il {{TextTerm|foglio di convivenza|4}}, usato per le convivenze non familiari; e la {{TextTerm|lista nominativa|3}}, in cui l’{{NonRefTerm|agente di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) iscrive successivamente tutti gli individui che censisce, con le informazioni che li riguardano.<br />
<br />
{{Note|2| Il {{NoteTerm|foglio di famiglia}} serve a censire tutte le persone che vivono in una stessa {{NonRefTerm|abitazione}} ({{RefNumber|12|0|1}}).}}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|20}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=20&diff=8372202012-06-18T15:28:35Z<p>Joseph Larmarange: /* 201 */ Les § sont en NonRefTerm</p>
<hr />
<div><!--'''20'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
<br />
= Elaborazione delle statistiche demografiche =<br />
<br />
== 20 ==<br />
=== 201 ===<br />
<br />
Si distingue fra le {{TextTerm|statistiche dello stato della popolazione|1|201|OtherIndexEntry=statistiche,-stato della popolazione}} e le {{TextTerm|statistiche del movimento della popolazione|2|201|OtherIndexEntry=statistiche, -movimento della popolazione}}. Le prime documentano sulla popolazione come un insieme di {{NonRefTerm|unità statistiche}} ({{RefNumber|11|0|1}}) concrete — individui, famiglie, ecc. — considerate in un dato momento; le seconde registrano le incessanti modifiche che si producono nella popolazione e fanno riferimento essenzialmente ad unità statistiche astratte, o {{TextTerm|eventi demografici|3|201|OtherIndexEntry=evento demografico}}, o più brevemente {{TextTerm|eventi|3|201|OtherIndexEntry=evento}} (nascite, matrimoni, cambiamenti di residenza, decessi, ecc.) avvenuti in un determinato periodo di tempo. Si distingue fra {{TextTerm|eventi non rinnovabili|4|201|OtherIndexEntry=evento non rinnovabile}}, come i {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}), ed {{TextTerm|eventi rinnovabili|5|201|OtherIndexEntry=evento rinnovabile}}, come le {{NonRefTerm|gravidanze}} ({{RefNumber|60|2|5}}), i {{NonRefTerm|parti}} ({{RefNumber|60|3|4}}); agli eventi rinnovabili è attribuito un {{TextTerm|rango|6}} o {{TextTerm|ordine|6}} sulla base del numero di eventi dello stesso genere verificatisi in precedenza.<br />Le statistiche del movimento della popolazione forniscono la base per uno studio dello {{TextTerm|sviluppo della popolazione|7|201|OtherIndexEntry=popolazione, -sviluppo della}} o, come si dice anche, della {{TextTerm|dinamica demografica|7}}. La più importante fonte di documentazione circa lo {{TextTerm|stato della popolazione|8|201|OtherIndexEntry=popolazione, -stato della}} è data dai {{NonRefTerm|censimenti}} (cfr. § {{RefNumber|20|2|}}). Le {{NonRefTerm|statistiche dello stato civile}} ({{RefNumber|21|2|1}}) costituiscono la principale fonte di informazione per lo studio del {{TextTerm|movimento della popolazione|9|201|OtherIndexEntry=popolazione, -movimento della}}, detto anche {{TextTerm|movimento generale della popolazione|9}} (cfr. § {{NonRefTerm|701}}). Queste, tuttavia, riguardano solo il {{TextTerm|movimento naturale|10|201|OtherIndexEntry=naturale, -movimento}} della popolazione, e cioè i mutamenti che nella medesima si verificano, a prescindere dai trasferimenti di persone fra la popolazione studiata e altre popolazioni (cfr. {{RefNumber|80|5|1}} ) . Le migrazioni, che sono a volte indicate come il {{TextTerm|movimento della popolazione sul territorio|11}}. Logicamente, anche le {{NonRefTerm|statistiche delle migrazioni}} ({{RefNumber|81|2|1}}) vanno incluse fra le statistiche del movimento della popolazione.<br />
<br />
{{Note|9| In demografia, il termine {{NoteTerm|movimento}} è spesso sinonimo di cambiamento, che si tratti di un cambiamento di posizione nello spazio (cfr. {{NonRefTerm|movimento migratorio}} {{RefNumber|80|1|3}}) o di un cambiamento di dimensione nel tempo. È in quest’ultimo senso che il termine va qui inteso, analogamente quando si parla di {{NonRefTerm|movimento}} delle nascite, dei decessi, ecc. (cfr. § {{NonRefTerm|150}}). Nell’espressione movimento generale della popolazione, l’aggettivo {{NoteTerm|generale}} significa che tutti i movimenti di questa natura sono presi in considerazione, cosa che conferisce all’espressione {{NoteTerm|movimento generale}} un significato molto diverso da quello di {{RefNumber|15|0|2}}.}}<br />
<br />
=== 202 ===<br />
<br />
I {{TextTerm|I censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione|OtherIndexEntryTwo=popolazione, -censimento della}}{{TextTerm| censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione}} hanno come scopo la raccolta di informazioni circa lo {{NonRefTerm|stato della popolazione}} ({{RefNumber|20|1|8}}) in un dato momento. Per lo più vengono simultaneamente censiti tutti gli abitanti di un Paese: si dice allora che si procede ad un {{TextTerm|censimento generale|2}}. Le operazioni di censimento vengono però talvolta limitate ad una particolare categoria di abitanti o ad una frazione del territorio: si può parlare, in questo caso, di {{TextTerm|censimento parziale|3}}, o di {{TextTerm|censimento speciale|3}}. Nei due casi, si tratta di operazioni {{TextTerm|esaustive|4}}, nel senso che si fa una rilevazione delle notizie volute per ognuno degli individui appartenenti alla popolazione o categoria considerata. Non si farà pertanto confusione fra censimenti parziali e {{TextTerm|indagini campionarie|5|202|OtherIndexEntry=indagine campionaria}}, che sono, al contrario, limitate ad un {{NonRefTerm|campione}} ({{RefNumber|16|0|2}}), in genere grande, della popolazione; esse appartengono dunque alla categoria delle {{TextTerm|indagini per sondaggio|6|202|OtherIndexEntry=indagine per sondaggio}} (cf. § {{RefNumber|16|0|}}). Per mettere a punto un metodo di censimento, o d’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), vengono talvolta effettuati {{TextTerm|censimenti pilota|7|202|OtherIndexEntry=censimento pilota}}, o {{TextTerm|indagini pilota|7|202|OtherIndexEntry=indagine pilota}}. Per verificare la {{NonRefTerm|completezza}} ({{RefNumber|23|0|2}}) e la precisione dei dati raccolti in un censimento, si procede inoltre ad una {{TextTerm|verifica post-censuaria|8}} attraverso un’{{TextTerm|indagine di verifica del censimento|9}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|censimento}}, s.m. — {{NoteTerm|censire}}, v.t. — {{NoteTerm|censuario}}, agg.<br/>Il {{NoteTerm|periodo intercensuario}} è il lasso di tempo che corre fra due censimenti.<br/>I censimenti moderni corrispondono a quella che un tempo veniva chiamata {{NoteTerm|conta delle anime}}, (cf. {{RefNumber|11|0|2}}). Si intendeva allora in effetti per {{NoteTerm|censimento}} ogni valutazione – anche molto approssimativa – fondata più o meno direttamente su qualche {{NonRefTerm|conteggio}} ({{RefNumber|20|3|2}}) o {{NonRefTerm|enumerazione}} ({{RefNumber|20|3|1}}). Un censimento della popolazione poteva basarsi, per esempio, sul conteggio dei {{NonRefTerm|battesimi}} ({{RefNumber|21|4|2}}) registrati nel corso di un certo numero di anni, o su di una enumerazione dei {{NonRefTerm|focolari}} ({{RefNumber|11|0|3}}), o delle {{NonRefTerm|parrocchie}} ({{RefNumber|21|4|1}}*).}}<br />
<br />
=== 203 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|enumerazione|1}} un’operazione destinata a fornire una cifra globale. L’enumerazione differisce dal semplice {{TextTerm|conteggio|2}}, poiché alla prima si accompagna generalmente la stesura di una {{TextTerm|lista|3|203|OtherIndexEntry=liste}}. Il vocabolo {{TextTerm|indagine|4|203|OtherIndexEntry=indagini}} (cfr. {{RefNumber|20|2|5}}) designa normalmente un insieme di operazioni destinate a fornire informazioni e dati su un determinato fenomeno, ed in tal senso aventi un obiettivo limitato (ad esempio, indagine sulla mortalità, sulle forze di lavoro); può assumere tuttavia un’accezione molto più larga (cfr. {{RefNumber|20|2|6}}). Si chiamano talvolta {{TextTerm|indagini sul terreno|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul territorio}}, o {{TextTerm|indagini sul campo|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul campo}}, quelle indagini in cui le informazioni vengono ottenute a mezzo di {{TextTerm|intervista diretta|6|203|OtherIndexEntry=intervista faccia a faccia}} delle persone prese in considerazione. Nelle {{TextTerm|indagini per corrispondenza|7|203|OtherIndexEntry=indagine per corrispondenza}}, o {{TextTerm|indagini postali|7|203|OtherIndexEntry=indagine postale}}, viene inviato per mezzo della posta un questionario agli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}), con la richiesta di restituirlo compilato.<br /> È detta {{TextTerm|indagine retrospettiva|8}}, un’indagine su avvenimenti demografici passati ; nelle {{TextTerm|indagini longitudinali|9|203|OtherIndexEntry=indagine longitudinale}}, si annotano, a partire dalla seconda visita, gli eventi verificatisi dopo l’ultimo passaggio. Non si confonda con l’{{TextTerm|indagine ripetuta|10}}, espressione che si applica al caso in cui l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) è obbligato a realizzare l’intervista più volte. Nel caso dei censimenti, si procede sia per {{TextTerm|censimento diretto|11}}, che per {{TextTerm|censimento con compilazione autonoma|12}} da parte del censito; nel primo caso, l’{{NonRefTerm|ufficiale di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) annota lui stesso le informazioni fornite dai censiti o in loro nome; nel secondo caso, i modelli di censimento sono compilati direttamente dai {{NonRefTerm|censiti}} ({{RefNumber|20|4|1}}); il censimento con compilazione autonoma può assumere la forma di un {{TextTerm|censimento per via postale|13}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|enumerazione}}, s.f.}} - {{NoteTerm|enumerare}}, v.t.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|conteggio}}, s.m. {{NoteTerm|contare}}, v.t.}} <br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Indagine}}, s.f. - {{NoteTerm|indagare}}, v.i.}}<br />
<br />
=== 204 ===<br />
<br />
Si dicono {{TextTerm|censiti|1|204|OtherIndexEntry=censito}} e, rispettivamente, {{TextTerm|intervistati|1|204|OtherIndexEntry=intervistato}} gli individui oggetto di un {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}} *) o di una {{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}). Le persone incaricate della {{NonRefTerm|rilevazione}} ({{RefNumber|13|0|4}}*) dei dati concernenti tali individui sono chiamate, rispettivamente, {{TextTerm|agenti di censimento|2|204|OtherIndexEntry=agente di censimento}}, o {{TextTerm|ufficiali di censimento|2|204|OtherIndexEntry=ufficiale di censimento}}, e {{TextTerm|intervistatori|2|204|OtherIndexEntry=intervistatore}}. Gli agenti di censimento lavorano sotto il controllo di {{TextTerm|ispettori|3|204|OtherIndexEntry=ispettore}} del censimento. I {{NonRefTerm|censimenti generali}} ({{RefNumber|20|2|2}}) vengono di solito effettuati dal principale Ente pubblico adibito alle rilevazioni statistiche ufficiali, che può essere denominato {{TextTerm|Ufficio di statistica|4}}, {{TextTerm|Istituto di statistica|4}}, ecc., e può eventualmente ricevere la qualifica di centrale, nazionale, federale, e via dicendo.<br />
<br />
=== 205 ===<br />
<br />
I censimenti, in generale, hanno carattere {{TextTerm|obbligatorio|1}}, o {{TextTerm|coatto|1}}. Tuttavia, nella maggior parte delle classificazioni si prevede una voce destinata a raggruppare i casi a modalità {{NonRefTerm|non dichiarata}} ({{RefNumber|23|0|11}}). In certe {{TextTerm|indagini su base volontaria|2|205|OtherIndexEntry=indagine su base volontaria}} (cfr. {{RefNumber|20|3|4}}), il problema delle {{TextTerm|mancate risposte|3|205|OtherIndexEntry=mancata risposta}} può assumere grande importanza. È questo il caso soprattutto delle {{NonRefTerm|indagini per posta}} ({{RefNumber|20|3|7}}), nelle quali sovente si rendono necessari {{TextTerm|solleciti|4|205|OtherIndexEntry=sollecito}}, ancora a mezzo posta, o {{TextTerm|visite ripetute|4|205|OtherIndexEntry=visita ripetuta}} a domicilio. La mancata collaborazione da parte delle {{TextTerm|persone che non forniscono alcuna risposta|5|205|OtherIndexEntry=persona che non fornisce alcuna risposta}}, può venire, o da un loro {{TextTerm|rifiuto|6}} a collaborare all’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), o dalla loro {{TextTerm|assenza|7}} allorchè l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) ha cercato di prendere contatto con loro.<br />La {{TextTerm|percentuale dei rifiuti|8}} a rispondere ad una domanda è un indicatore utile a valutare le reazioni degli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}). La sostituzione di un’{{NonRefTerm|unità di campionamento}} ({{RefNumber|16|0|4}}) inutilizzabile con un’altra è detta {{TextTerm|sostituzione|9}}.<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|assenza}}, s.f. — {{NoteTerm|assente}}, agg. ff. s.m.}}<br />
<br />
=== 206 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|stampati|1|206|OtherIndexEntry=stampato}} utilizzati per le rilevazioni demografiche hanno ricevuto una varietà di denominazioni. Accanto alla denominazione generica di {{TextTerm|modelli|1|206|OtherIndexEntry=modello}}, o {{TextTerm|moduli|1|206|OtherIndexEntry=modulo}}, si usano quella di {{TextTerm|schede|2|206|OtherIndexEntry=scheda}} (cfr. {{RefNumber|20|7|1}} e {{RefNumber|21|2|2}}), per lo più in riferimento ad eventi di carattere individuale (come nascite e morti), e quella di {{TextTerm|fogli|2|206|OtherIndexEntry=foglio}} (cfr. {{RefNumber|20|7|2}} e {{RefNumber|20|7|4}}), per informazioni relative a nuclei di persone (come famiglie e convivenze).<br />Per questi modelli si usa spesso la forma ed il nome di {{TextTerm|questionari|3|206|OtherIndexEntry=questionario}}; questi vengono talvolta {{TextTerm|riempiti|4|206|OtherIndexEntry=riempito}}, o {{TextTerm|compilati|4|206|OtherIndexEntry=compilato}}, dagli stessi interessati. In altri casi, gli intervistatori vi riportano le {{TextTerm|dichiarazioni|5|206|OtherIndexEntry=dichiarazione}} degli interrogati, o anche {{TextTerm|notizie|6|206|OtherIndexEntry=notizia}}, o {{TextTerm|informazioni|6|206|OtherIndexEntry=informazione}}, quest'ultime sono {{TextTerm|ricavate|7}}, o {{TextTerm|desunte|7}}, da documenti che non sono stati espressamente formati a fini statistici. Le domande contenute nel questionario possono essere di due tipi : {{TextTerm|domande chiuse|8|206|OtherIndexEntry=domanda chiusa}}, alle quali occorre rispondere solo attraverso una delle modalità presenti nel questionario, e {{TextTerm|domande aperte|9|206|OtherIndexEntry=domanda aperta}} alle quali le persone interrogate forniscono una risposta spontanea. <br />
{{Note|2| {{NoteTerm|scheda}}, s.f. — {{NoteTerm|schedario}}, s.m.: raccolta ordinata di schede.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|dichiarazione}}, s.f. — {{NoteTerm|dichiarare}}, v.t.}}<br />
<br />
=== 207 ===<br />
Nei {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) vengono utilizzati diversi tipi di modelli ({{RefNumber|20|6|1}}), anche in combinazione tra loro. I principali sono: la {{TextTerm|scheda individuale|1}}, destinata a ricevere i dati riferentisi ad una singola persona; il {{TextTerm|foglio di famiglia|2}}, per le notizie relative a ciascun membro di una {{NonRefTerm|famiglia di censimento}} ({{RefNumber|11|0|3}}); il {{TextTerm|foglio di convivenza|4}}, usato per le convivenze non familiari; e la {{TextTerm|lista nominativa|3}}, in cui l’{{NonRefTerm|agente di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) iscrive successivamente tutti gli individui che censisce, con le informazioni che li riguardano.<br />
<br />
{{Note|2| Il {{NoteTerm|foglio di famiglia}} serve a censire tutte le persone che vivono in una stessa {{NonRefTerm|abitazione}} ({{RefNumber|12|0|1}}).}}<br />
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{{SummaryShort}}<br />
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{{OtherLanguages|20}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=20&diff=8371202012-06-18T15:26:14Z<p>Joseph Larmarange: /* 201 */</p>
<hr />
<div><!--'''20'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
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{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
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<br />
= Elaborazione delle statistiche demografiche =<br />
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== 20 ==<br />
=== 201 ===<br />
<br />
Si distingue fra le {{TextTerm|statistiche dello stato della popolazione|1|201|OtherIndexEntry=statistiche,-stato della popolazione}} e le {{TextTerm|statistiche del movimento della popolazione|2|201|OtherIndexEntry=statistiche, -movimento della popolazione}}. Le prime documentano sulla popolazione come un insieme di {{NonRefTerm|unità statistiche}} ({{RefNumber|11|0|1}}) concrete — individui, famiglie, ecc. — considerate in un dato momento; le seconde registrano le incessanti modifiche che si producono nella popolazione e fanno riferimento essenzialmente ad unità statistiche astratte, o {{TextTerm|eventi demografici|3|201|OtherIndexEntry=evento demografico}}, o più brevemente {{TextTerm|eventi|3|201|OtherIndexEntry=evento}} (nascite, matrimoni, cambiamenti di residenza, decessi, ecc.) avvenuti in un determinato periodo di tempo. Si distingue fra {{TextTerm|eventi non rinnovabili|4|201|OtherIndexEntry=evento non rinnovabile}}, come i {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}), ed {{TextTerm|eventi rinnovabili|5|201|OtherIndexEntry=evento rinnovabile}}, come le {{NonRefTerm|gravidanze}} ({{RefNumber|60|2|5}}), i {{NonRefTerm|parti}} ({{RefNumber|60|3|4}}); agli eventi rinnovabili è attribuito un {{TextTerm|rango|6}} o {{TextTerm|ordine|6}} sulla base del numero di eventi dello stesso genere verificatisi in precedenza.<br />Le statistiche del movimento della popolazione forniscono la base per uno studio dello {{TextTerm|sviluppo della popolazione|7|201|OtherIndexEntry=popolazione, -sviluppo della}} o, come si dice anche, della {{TextTerm|dinamica demografica|7}}. La più importante fonte di documentazione circa lo {{TextTerm|stato della popolazione|8|201|OtherIndexEntry=popolazione, -stato della}} è data dai {{NonRefTerm|censimenti}} (cfr. § {{RefNumber|20|2|}}). Le {{NonRefTerm|statistiche dello stato civile}} ({{RefNumber|21|2|1}}) costituiscono la principale fonte di informazione per lo studio del {{TextTerm|movimento della popolazione|9|201|OtherIndexEntry=popolazione, -movimento della}}, detto anche {{TextTerm|movimento generale della popolazione|9}} (cfr. § {{RefNumber|70|1|}}). Queste, tuttavia, riguardano solo il {{TextTerm|movimento naturale|10|201|OtherIndexEntry=naturale, -movimento}} della popolazione, e cioè i mutamenti che nella medesima si verificano, a prescindere dai trasferimenti di persone fra la popolazione studiata e altre popolazioni (cfr. {{RefNumber|80|5|1}} ) . Le migrazioni, che sono a volte indicate come il {{TextTerm|movimento della popolazione sul territorio|11}}. Logicamente, anche le {{NonRefTerm|statistiche delle migrazioni}} ({{RefNumber|81|2|1}}) vanno incluse fra le statistiche del movimento della popolazione.<br />
<br />
{{Note|9| In demografia, il termine {{NoteTerm|movimento}} è spesso sinonimo di cambiamento, che si tratti di un cambiamento di posizione nello spazio (cfr. {{NonRefTerm|movimento migratorio}} {{RefNumber|80|1|3}}) o di un cambiamento di dimensione nel tempo. È in quest’ultimo senso che il termine va qui inteso, analogamente quando si parla di {{NonRefTerm|movimento}} delle nascite, dei decessi, ecc. (cfr. § {{RefNumber|15|0|}}). Nell’espressione movimento generale della popolazione, l’aggettivo {{NoteTerm|generale}} significa che tutti i movimenti di questa natura sono presi in considerazione, cosa che conferisce all’espressione {{NoteTerm|movimento generale}} un significato molto diverso da quello di {{RefNumber|15|0|2}}.}}<br />
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=== 202 ===<br />
<br />
I {{TextTerm|I censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione|OtherIndexEntryTwo=popolazione, -censimento della}}{{TextTerm| censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione}} hanno come scopo la raccolta di informazioni circa lo {{NonRefTerm|stato della popolazione}} ({{RefNumber|20|1|8}}) in un dato momento. Per lo più vengono simultaneamente censiti tutti gli abitanti di un Paese: si dice allora che si procede ad un {{TextTerm|censimento generale|2}}. Le operazioni di censimento vengono però talvolta limitate ad una particolare categoria di abitanti o ad una frazione del territorio: si può parlare, in questo caso, di {{TextTerm|censimento parziale|3}}, o di {{TextTerm|censimento speciale|3}}. Nei due casi, si tratta di operazioni {{TextTerm|esaustive|4}}, nel senso che si fa una rilevazione delle notizie volute per ognuno degli individui appartenenti alla popolazione o categoria considerata. Non si farà pertanto confusione fra censimenti parziali e {{TextTerm|indagini campionarie|5|202|OtherIndexEntry=indagine campionaria}}, che sono, al contrario, limitate ad un {{NonRefTerm|campione}} ({{RefNumber|16|0|2}}), in genere grande, della popolazione; esse appartengono dunque alla categoria delle {{TextTerm|indagini per sondaggio|6|202|OtherIndexEntry=indagine per sondaggio}} (cf. § {{RefNumber|16|0|}}). Per mettere a punto un metodo di censimento, o d’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), vengono talvolta effettuati {{TextTerm|censimenti pilota|7|202|OtherIndexEntry=censimento pilota}}, o {{TextTerm|indagini pilota|7|202|OtherIndexEntry=indagine pilota}}. Per verificare la {{NonRefTerm|completezza}} ({{RefNumber|23|0|2}}) e la precisione dei dati raccolti in un censimento, si procede inoltre ad una {{TextTerm|verifica post-censuaria|8}} attraverso un’{{TextTerm|indagine di verifica del censimento|9}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|censimento}}, s.m. — {{NoteTerm|censire}}, v.t. — {{NoteTerm|censuario}}, agg.<br/>Il {{NoteTerm|periodo intercensuario}} è il lasso di tempo che corre fra due censimenti.<br/>I censimenti moderni corrispondono a quella che un tempo veniva chiamata {{NoteTerm|conta delle anime}}, (cf. {{RefNumber|11|0|2}}). Si intendeva allora in effetti per {{NoteTerm|censimento}} ogni valutazione – anche molto approssimativa – fondata più o meno direttamente su qualche {{NonRefTerm|conteggio}} ({{RefNumber|20|3|2}}) o {{NonRefTerm|enumerazione}} ({{RefNumber|20|3|1}}). Un censimento della popolazione poteva basarsi, per esempio, sul conteggio dei {{NonRefTerm|battesimi}} ({{RefNumber|21|4|2}}) registrati nel corso di un certo numero di anni, o su di una enumerazione dei {{NonRefTerm|focolari}} ({{RefNumber|11|0|3}}), o delle {{NonRefTerm|parrocchie}} ({{RefNumber|21|4|1}}*).}}<br />
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=== 203 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|enumerazione|1}} un’operazione destinata a fornire una cifra globale. L’enumerazione differisce dal semplice {{TextTerm|conteggio|2}}, poiché alla prima si accompagna generalmente la stesura di una {{TextTerm|lista|3|203|OtherIndexEntry=liste}}. Il vocabolo {{TextTerm|indagine|4|203|OtherIndexEntry=indagini}} (cfr. {{RefNumber|20|2|5}}) designa normalmente un insieme di operazioni destinate a fornire informazioni e dati su un determinato fenomeno, ed in tal senso aventi un obiettivo limitato (ad esempio, indagine sulla mortalità, sulle forze di lavoro); può assumere tuttavia un’accezione molto più larga (cfr. {{RefNumber|20|2|6}}). Si chiamano talvolta {{TextTerm|indagini sul terreno|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul territorio}}, o {{TextTerm|indagini sul campo|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul campo}}, quelle indagini in cui le informazioni vengono ottenute a mezzo di {{TextTerm|intervista diretta|6|203|OtherIndexEntry=intervista faccia a faccia}} delle persone prese in considerazione. Nelle {{TextTerm|indagini per corrispondenza|7|203|OtherIndexEntry=indagine per corrispondenza}}, o {{TextTerm|indagini postali|7|203|OtherIndexEntry=indagine postale}}, viene inviato per mezzo della posta un questionario agli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}), con la richiesta di restituirlo compilato.<br /> È detta {{TextTerm|indagine retrospettiva|8}}, un’indagine su avvenimenti demografici passati ; nelle {{TextTerm|indagini longitudinali|9|203|OtherIndexEntry=indagine longitudinale}}, si annotano, a partire dalla seconda visita, gli eventi verificatisi dopo l’ultimo passaggio. Non si confonda con l’{{TextTerm|indagine ripetuta|10}}, espressione che si applica al caso in cui l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) è obbligato a realizzare l’intervista più volte. Nel caso dei censimenti, si procede sia per {{TextTerm|censimento diretto|11}}, che per {{TextTerm|censimento con compilazione autonoma|12}} da parte del censito; nel primo caso, l’{{NonRefTerm|ufficiale di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) annota lui stesso le informazioni fornite dai censiti o in loro nome; nel secondo caso, i modelli di censimento sono compilati direttamente dai {{NonRefTerm|censiti}} ({{RefNumber|20|4|1}}); il censimento con compilazione autonoma può assumere la forma di un {{TextTerm|censimento per via postale|13}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|enumerazione}}, s.f.}} - {{NoteTerm|enumerare}}, v.t.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|conteggio}}, s.m. {{NoteTerm|contare}}, v.t.}} <br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Indagine}}, s.f. - {{NoteTerm|indagare}}, v.i.}}<br />
<br />
=== 204 ===<br />
<br />
Si dicono {{TextTerm|censiti|1|204|OtherIndexEntry=censito}} e, rispettivamente, {{TextTerm|intervistati|1|204|OtherIndexEntry=intervistato}} gli individui oggetto di un {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}} *) o di una {{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}). Le persone incaricate della {{NonRefTerm|rilevazione}} ({{RefNumber|13|0|4}}*) dei dati concernenti tali individui sono chiamate, rispettivamente, {{TextTerm|agenti di censimento|2|204|OtherIndexEntry=agente di censimento}}, o {{TextTerm|ufficiali di censimento|2|204|OtherIndexEntry=ufficiale di censimento}}, e {{TextTerm|intervistatori|2|204|OtherIndexEntry=intervistatore}}. Gli agenti di censimento lavorano sotto il controllo di {{TextTerm|ispettori|3|204|OtherIndexEntry=ispettore}} del censimento. I {{NonRefTerm|censimenti generali}} ({{RefNumber|20|2|2}}) vengono di solito effettuati dal principale Ente pubblico adibito alle rilevazioni statistiche ufficiali, che può essere denominato {{TextTerm|Ufficio di statistica|4}}, {{TextTerm|Istituto di statistica|4}}, ecc., e può eventualmente ricevere la qualifica di centrale, nazionale, federale, e via dicendo.<br />
<br />
=== 205 ===<br />
<br />
I censimenti, in generale, hanno carattere {{TextTerm|obbligatorio|1}}, o {{TextTerm|coatto|1}}. Tuttavia, nella maggior parte delle classificazioni si prevede una voce destinata a raggruppare i casi a modalità {{NonRefTerm|non dichiarata}} ({{RefNumber|23|0|11}}). In certe {{TextTerm|indagini su base volontaria|2|205|OtherIndexEntry=indagine su base volontaria}} (cfr. {{RefNumber|20|3|4}}), il problema delle {{TextTerm|mancate risposte|3|205|OtherIndexEntry=mancata risposta}} può assumere grande importanza. È questo il caso soprattutto delle {{NonRefTerm|indagini per posta}} ({{RefNumber|20|3|7}}), nelle quali sovente si rendono necessari {{TextTerm|solleciti|4|205|OtherIndexEntry=sollecito}}, ancora a mezzo posta, o {{TextTerm|visite ripetute|4|205|OtherIndexEntry=visita ripetuta}} a domicilio. La mancata collaborazione da parte delle {{TextTerm|persone che non forniscono alcuna risposta|5|205|OtherIndexEntry=persona che non fornisce alcuna risposta}}, può venire, o da un loro {{TextTerm|rifiuto|6}} a collaborare all’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), o dalla loro {{TextTerm|assenza|7}} allorchè l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) ha cercato di prendere contatto con loro.<br />La {{TextTerm|percentuale dei rifiuti|8}} a rispondere ad una domanda è un indicatore utile a valutare le reazioni degli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}). La sostituzione di un’{{NonRefTerm|unità di campionamento}} ({{RefNumber|16|0|4}}) inutilizzabile con un’altra è detta {{TextTerm|sostituzione|9}}.<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|assenza}}, s.f. — {{NoteTerm|assente}}, agg. ff. s.m.}}<br />
<br />
=== 206 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|stampati|1|206|OtherIndexEntry=stampato}} utilizzati per le rilevazioni demografiche hanno ricevuto una varietà di denominazioni. Accanto alla denominazione generica di {{TextTerm|modelli|1|206|OtherIndexEntry=modello}}, o {{TextTerm|moduli|1|206|OtherIndexEntry=modulo}}, si usano quella di {{TextTerm|schede|2|206|OtherIndexEntry=scheda}} (cfr. {{RefNumber|20|7|1}} e {{RefNumber|21|2|2}}), per lo più in riferimento ad eventi di carattere individuale (come nascite e morti), e quella di {{TextTerm|fogli|2|206|OtherIndexEntry=foglio}} (cfr. {{RefNumber|20|7|2}} e {{RefNumber|20|7|4}}), per informazioni relative a nuclei di persone (come famiglie e convivenze).<br />Per questi modelli si usa spesso la forma ed il nome di {{TextTerm|questionari|3|206|OtherIndexEntry=questionario}}; questi vengono talvolta {{TextTerm|riempiti|4|206|OtherIndexEntry=riempito}}, o {{TextTerm|compilati|4|206|OtherIndexEntry=compilato}}, dagli stessi interessati. In altri casi, gli intervistatori vi riportano le {{TextTerm|dichiarazioni|5|206|OtherIndexEntry=dichiarazione}} degli interrogati, o anche {{TextTerm|notizie|6|206|OtherIndexEntry=notizia}}, o {{TextTerm|informazioni|6|206|OtherIndexEntry=informazione}}, quest'ultime sono {{TextTerm|ricavate|7}}, o {{TextTerm|desunte|7}}, da documenti che non sono stati espressamente formati a fini statistici. Le domande contenute nel questionario possono essere di due tipi : {{TextTerm|domande chiuse|8|206|OtherIndexEntry=domanda chiusa}}, alle quali occorre rispondere solo attraverso una delle modalità presenti nel questionario, e {{TextTerm|domande aperte|9|206|OtherIndexEntry=domanda aperta}} alle quali le persone interrogate forniscono una risposta spontanea. <br />
{{Note|2| {{NoteTerm|scheda}}, s.f. — {{NoteTerm|schedario}}, s.m.: raccolta ordinata di schede.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|dichiarazione}}, s.f. — {{NoteTerm|dichiarare}}, v.t.}}<br />
<br />
=== 207 ===<br />
Nei {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) vengono utilizzati diversi tipi di modelli ({{RefNumber|20|6|1}}), anche in combinazione tra loro. I principali sono: la {{TextTerm|scheda individuale|1}}, destinata a ricevere i dati riferentisi ad una singola persona; il {{TextTerm|foglio di famiglia|2}}, per le notizie relative a ciascun membro di una {{NonRefTerm|famiglia di censimento}} ({{RefNumber|11|0|3}}); il {{TextTerm|foglio di convivenza|4}}, usato per le convivenze non familiari; e la {{TextTerm|lista nominativa|3}}, in cui l’{{NonRefTerm|agente di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) iscrive successivamente tutti gli individui che censisce, con le informazioni che li riguardano.<br />
<br />
{{Note|2| Il {{NoteTerm|foglio di famiglia}} serve a censire tutte le persone che vivono in una stessa {{NonRefTerm|abitazione}} ({{RefNumber|12|0|1}}).}}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|20}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=20&diff=8370202012-06-18T15:23:54Z<p>Joseph Larmarange: /* 203 */ correction dans les TextTerm (pb de syntaxe)</p>
<hr />
<div><!--'''20'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
<br />
= Elaborazione delle statistiche demografiche =<br />
<br />
== 20 ==<br />
=== 201 ===<br />
<br />
Si distingue fra le {{TextTerm|statistiche dello stato della popolazione|1|201|OtherIndexEntry=statistiche,-stato della popolazione}} e le {{TextTerm|statistiche del movimento della popolazione|2|201|OtherIndexEntry=statistiche, -movimento della popolazione}}. Le prime documentano sulla popolazione come un insieme di {{NonRefTerm|unità statistiche}} ({{RefNumber|11|0|1}}) concrete — individui, famiglie, ecc. — considerate in un dato momento; le seconde registrano le incessanti modifiche che si producono nella popolazione e fanno riferimento essenzialmente ad unità statistiche astratte, o {{TextTerm|eventi demografici|3|201|OtherIndexEntry=evento demografico}}, o più brevemente {{TextTerm|eventi|3|201|OtherIndexEntry=evento}} (nascite, matrimoni, cambiamenti di residenza, decessi, ecc.) avvenuti in un determinato periodo di tempo. Si distingue fra {{TextTerm|eventi non rinnovabili|4|201|OtherIndexEntry=evento non rinnovabile}}, come i {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}), ed {{TextTerm|eventi rinnovabili|5|201|OtherIndexEntry=evento rinnovabile}}, come le {{NonRefTerm|gravidanze}} ({{RefNumber|60|2|5}}), i {{NonRefTerm|parti}} ({{RefNumber|60|3|4}}); agli eventi rinnovabili è attribuito un {{TextTerm|rango|6}} o {{TextTerm|ordine|6}} sulla base del numero di eventi dello stesso genere verificatisi in precedenza.<br />Le statistiche del movimento della popolazione forniscono la base per uno studio dello {{TextTerm|sviluppo della popolazione|7|201|OtherIndexEntry=popolazione, -sviluppo della}} o, come si dice anche, della {{TextTerm|dinamica demografica|7}}. La più importante fonte di documentazione circa lo {{TextTerm|stato della popolazione|8|201|OtherIndexEntry=popolazione, -stato della}} è data dai {{NonRefTerm|censimenti}} (cfr. § {{RefNumber|20|2|}}). Le {{NonRefTerm|statistiche dello stato civile}} ({{RefNumber|21|2|1}}) costituiscono la principale fonte di informazione per lo studio del {{TextTerm|movimento della popolazione|9|201|OtherIndexEntry=popolazione, -movimento della}}, detto anche {{TextTerm|movimento generale della popolazione|9}} (cfr. § {{RefNumber|70|1|}}). Queste, tuttavia, riguardano solo il {{TextTerm|movimento naturale|10|201|OtherIndexEntry=naturale, -movimento}} della popolazione, e cioè i mutamenti che nella medesima si verificano, a prescindere dai trasferimenti di persone fra la popolazione studiata e altre popolazioni (cfr. {{RefNumber|80|5|1}} ) . Le migrazioni, che sono a volte indicate come il {{TextTerm|movimento della popolazione sul territorio|11}}. Logicamente, anche le {{NonRefTerm|statistiche delle migrazioni}} ({{RefNumber|81|2|1}}) vanno incluse fra le statistiche del movimento della popolazione.<br />
{{Note|9| In demografia, il termine {{NoteTerm|movimento}} è spesso sinonimo di cambiamento, che si tratti di un cambiamento di posizione nello spazio (cfr. {{NonRefTerm|movimento migratorio}} {{RefNumber|80|1|3}}) o di un cambiamento di dimensione nel tempo. È in quest’ultimo senso che il termine va qui inteso, analogamente quando si parla di {{NonRefTerm|movimento}} delle nascite, dei decessi, ecc. (cfr. § {{RefNumber|15|0|}}). Nell’espressione movimento generale della popolazione, l’aggettivo {{NoteTerm|generale}} significa che tutti i movimenti di questa natura sono presi in considerazione, cosa che conferisce all’espressione {{NoteTerm|movimento generale}} un significato molto diverso da quello di {{RefNumber|15|0|2}}.}}<br />
<br />
=== 202 ===<br />
<br />
I {{TextTerm|I censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione|OtherIndexEntryTwo=popolazione, -censimento della}}{{TextTerm| censimenti della popolazione|1|202|OtherIndexEntry=censimento della popolazione}} hanno come scopo la raccolta di informazioni circa lo {{NonRefTerm|stato della popolazione}} ({{RefNumber|20|1|8}}) in un dato momento. Per lo più vengono simultaneamente censiti tutti gli abitanti di un Paese: si dice allora che si procede ad un {{TextTerm|censimento generale|2}}. Le operazioni di censimento vengono però talvolta limitate ad una particolare categoria di abitanti o ad una frazione del territorio: si può parlare, in questo caso, di {{TextTerm|censimento parziale|3}}, o di {{TextTerm|censimento speciale|3}}. Nei due casi, si tratta di operazioni {{TextTerm|esaustive|4}}, nel senso che si fa una rilevazione delle notizie volute per ognuno degli individui appartenenti alla popolazione o categoria considerata. Non si farà pertanto confusione fra censimenti parziali e {{TextTerm|indagini campionarie|5|202|OtherIndexEntry=indagine campionaria}}, che sono, al contrario, limitate ad un {{NonRefTerm|campione}} ({{RefNumber|16|0|2}}), in genere grande, della popolazione; esse appartengono dunque alla categoria delle {{TextTerm|indagini per sondaggio|6|202|OtherIndexEntry=indagine per sondaggio}} (cf. § {{RefNumber|16|0|}}). Per mettere a punto un metodo di censimento, o d’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), vengono talvolta effettuati {{TextTerm|censimenti pilota|7|202|OtherIndexEntry=censimento pilota}}, o {{TextTerm|indagini pilota|7|202|OtherIndexEntry=indagine pilota}}. Per verificare la {{NonRefTerm|completezza}} ({{RefNumber|23|0|2}}) e la precisione dei dati raccolti in un censimento, si procede inoltre ad una {{TextTerm|verifica post-censuaria|8}} attraverso un’{{TextTerm|indagine di verifica del censimento|9}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|censimento}}, s.m. — {{NoteTerm|censire}}, v.t. — {{NoteTerm|censuario}}, agg.<br/>Il {{NoteTerm|periodo intercensuario}} è il lasso di tempo che corre fra due censimenti.<br/>I censimenti moderni corrispondono a quella che un tempo veniva chiamata {{NoteTerm|conta delle anime}}, (cf. {{RefNumber|11|0|2}}). Si intendeva allora in effetti per {{NoteTerm|censimento}} ogni valutazione – anche molto approssimativa – fondata più o meno direttamente su qualche {{NonRefTerm|conteggio}} ({{RefNumber|20|3|2}}) o {{NonRefTerm|enumerazione}} ({{RefNumber|20|3|1}}). Un censimento della popolazione poteva basarsi, per esempio, sul conteggio dei {{NonRefTerm|battesimi}} ({{RefNumber|21|4|2}}) registrati nel corso di un certo numero di anni, o su di una enumerazione dei {{NonRefTerm|focolari}} ({{RefNumber|11|0|3}}), o delle {{NonRefTerm|parrocchie}} ({{RefNumber|21|4|1}}*).}}<br />
<br />
=== 203 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|enumerazione|1}} un’operazione destinata a fornire una cifra globale. L’enumerazione differisce dal semplice {{TextTerm|conteggio|2}}, poiché alla prima si accompagna generalmente la stesura di una {{TextTerm|lista|3|203|OtherIndexEntry=liste}}. Il vocabolo {{TextTerm|indagine|4|203|OtherIndexEntry=indagini}} (cfr. {{RefNumber|20|2|5}}) designa normalmente un insieme di operazioni destinate a fornire informazioni e dati su un determinato fenomeno, ed in tal senso aventi un obiettivo limitato (ad esempio, indagine sulla mortalità, sulle forze di lavoro); può assumere tuttavia un’accezione molto più larga (cfr. {{RefNumber|20|2|6}}). Si chiamano talvolta {{TextTerm|indagini sul terreno|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul territorio}}, o {{TextTerm|indagini sul campo|5|203|OtherIndexEntry=indagine sul campo}}, quelle indagini in cui le informazioni vengono ottenute a mezzo di {{TextTerm|intervista diretta|6|203|OtherIndexEntry=intervista faccia a faccia}} delle persone prese in considerazione. Nelle {{TextTerm|indagini per corrispondenza|7|203|OtherIndexEntry=indagine per corrispondenza}}, o {{TextTerm|indagini postali|7|203|OtherIndexEntry=indagine postale}}, viene inviato per mezzo della posta un questionario agli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}), con la richiesta di restituirlo compilato.<br /> È detta {{TextTerm|indagine retrospettiva|8}}, un’indagine su avvenimenti demografici passati ; nelle {{TextTerm|indagini longitudinali|9|203|OtherIndexEntry=indagine longitudinale}}, si annotano, a partire dalla seconda visita, gli eventi verificatisi dopo l’ultimo passaggio. Non si confonda con l’{{TextTerm|indagine ripetuta|10}}, espressione che si applica al caso in cui l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) è obbligato a realizzare l’intervista più volte. Nel caso dei censimenti, si procede sia per {{TextTerm|censimento diretto|11}}, che per {{TextTerm|censimento con compilazione autonoma|12}} da parte del censito; nel primo caso, l’{{NonRefTerm|ufficiale di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) annota lui stesso le informazioni fornite dai censiti o in loro nome; nel secondo caso, i modelli di censimento sono compilati direttamente dai {{NonRefTerm|censiti}} ({{RefNumber|20|4|1}}); il censimento con compilazione autonoma può assumere la forma di un {{TextTerm|censimento per via postale|13}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|enumerazione}}, s.f.}} - {{NoteTerm|enumerare}}, v.t.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|conteggio}}, s.m. {{NoteTerm|contare}}, v.t.}} <br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Indagine}}, s.f. - {{NoteTerm|indagare}}, v.i.}}<br />
<br />
=== 204 ===<br />
<br />
Si dicono {{TextTerm|censiti|1|204|OtherIndexEntry=censito}} e, rispettivamente, {{TextTerm|intervistati|1|204|OtherIndexEntry=intervistato}} gli individui oggetto di un {{NonRefTerm|censimento}} ({{RefNumber|20|2|1}} *) o di una {{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}). Le persone incaricate della {{NonRefTerm|rilevazione}} ({{RefNumber|13|0|4}}*) dei dati concernenti tali individui sono chiamate, rispettivamente, {{TextTerm|agenti di censimento|2|204|OtherIndexEntry=agente di censimento}}, o {{TextTerm|ufficiali di censimento|2|204|OtherIndexEntry=ufficiale di censimento}}, e {{TextTerm|intervistatori|2|204|OtherIndexEntry=intervistatore}}. Gli agenti di censimento lavorano sotto il controllo di {{TextTerm|ispettori|3|204|OtherIndexEntry=ispettore}} del censimento. I {{NonRefTerm|censimenti generali}} ({{RefNumber|20|2|2}}) vengono di solito effettuati dal principale Ente pubblico adibito alle rilevazioni statistiche ufficiali, che può essere denominato {{TextTerm|Ufficio di statistica|4}}, {{TextTerm|Istituto di statistica|4}}, ecc., e può eventualmente ricevere la qualifica di centrale, nazionale, federale, e via dicendo.<br />
<br />
=== 205 ===<br />
<br />
I censimenti, in generale, hanno carattere {{TextTerm|obbligatorio|1}}, o {{TextTerm|coatto|1}}. Tuttavia, nella maggior parte delle classificazioni si prevede una voce destinata a raggruppare i casi a modalità {{NonRefTerm|non dichiarata}} ({{RefNumber|23|0|11}}). In certe {{TextTerm|indagini su base volontaria|2|205|OtherIndexEntry=indagine su base volontaria}} (cfr. {{RefNumber|20|3|4}}), il problema delle {{TextTerm|mancate risposte|3|205|OtherIndexEntry=mancata risposta}} può assumere grande importanza. È questo il caso soprattutto delle {{NonRefTerm|indagini per posta}} ({{RefNumber|20|3|7}}), nelle quali sovente si rendono necessari {{TextTerm|solleciti|4|205|OtherIndexEntry=sollecito}}, ancora a mezzo posta, o {{TextTerm|visite ripetute|4|205|OtherIndexEntry=visita ripetuta}} a domicilio. La mancata collaborazione da parte delle {{TextTerm|persone che non forniscono alcuna risposta|5|205|OtherIndexEntry=persona che non fornisce alcuna risposta}}, può venire, o da un loro {{TextTerm|rifiuto|6}} a collaborare all’{{NonRefTerm|indagine}} ({{RefNumber|20|3|4}}), o dalla loro {{TextTerm|assenza|7}} allorchè l’{{NonRefTerm|intervistatore}} ({{RefNumber|20|4|2}}) ha cercato di prendere contatto con loro.<br />La {{TextTerm|percentuale dei rifiuti|8}} a rispondere ad una domanda è un indicatore utile a valutare le reazioni degli {{NonRefTerm|intervistati}} ({{RefNumber|20|4|1}}). La sostituzione di un’{{NonRefTerm|unità di campionamento}} ({{RefNumber|16|0|4}}) inutilizzabile con un’altra è detta {{TextTerm|sostituzione|9}}.<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|assenza}}, s.f. — {{NoteTerm|assente}}, agg. ff. s.m.}}<br />
<br />
=== 206 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|stampati|1|206|OtherIndexEntry=stampato}} utilizzati per le rilevazioni demografiche hanno ricevuto una varietà di denominazioni. Accanto alla denominazione generica di {{TextTerm|modelli|1|206|OtherIndexEntry=modello}}, o {{TextTerm|moduli|1|206|OtherIndexEntry=modulo}}, si usano quella di {{TextTerm|schede|2|206|OtherIndexEntry=scheda}} (cfr. {{RefNumber|20|7|1}} e {{RefNumber|21|2|2}}), per lo più in riferimento ad eventi di carattere individuale (come nascite e morti), e quella di {{TextTerm|fogli|2|206|OtherIndexEntry=foglio}} (cfr. {{RefNumber|20|7|2}} e {{RefNumber|20|7|4}}), per informazioni relative a nuclei di persone (come famiglie e convivenze).<br />Per questi modelli si usa spesso la forma ed il nome di {{TextTerm|questionari|3|206|OtherIndexEntry=questionario}}; questi vengono talvolta {{TextTerm|riempiti|4|206|OtherIndexEntry=riempito}}, o {{TextTerm|compilati|4|206|OtherIndexEntry=compilato}}, dagli stessi interessati. In altri casi, gli intervistatori vi riportano le {{TextTerm|dichiarazioni|5|206|OtherIndexEntry=dichiarazione}} degli interrogati, o anche {{TextTerm|notizie|6|206|OtherIndexEntry=notizia}}, o {{TextTerm|informazioni|6|206|OtherIndexEntry=informazione}}, quest'ultime sono {{TextTerm|ricavate|7}}, o {{TextTerm|desunte|7}}, da documenti che non sono stati espressamente formati a fini statistici. Le domande contenute nel questionario possono essere di due tipi : {{TextTerm|domande chiuse|8|206|OtherIndexEntry=domanda chiusa}}, alle quali occorre rispondere solo attraverso una delle modalità presenti nel questionario, e {{TextTerm|domande aperte|9|206|OtherIndexEntry=domanda aperta}} alle quali le persone interrogate forniscono una risposta spontanea. <br />
{{Note|2| {{NoteTerm|scheda}}, s.f. — {{NoteTerm|schedario}}, s.m.: raccolta ordinata di schede.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|dichiarazione}}, s.f. — {{NoteTerm|dichiarare}}, v.t.}}<br />
<br />
=== 207 ===<br />
Nei {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) vengono utilizzati diversi tipi di modelli ({{RefNumber|20|6|1}}), anche in combinazione tra loro. I principali sono: la {{TextTerm|scheda individuale|1}}, destinata a ricevere i dati riferentisi ad una singola persona; il {{TextTerm|foglio di famiglia|2}}, per le notizie relative a ciascun membro di una {{NonRefTerm|famiglia di censimento}} ({{RefNumber|11|0|3}}); il {{TextTerm|foglio di convivenza|4}}, usato per le convivenze non familiari; e la {{TextTerm|lista nominativa|3}}, in cui l’{{NonRefTerm|agente di censimento}} ({{RefNumber|20|4|2}}) iscrive successivamente tutti gli individui che censisce, con le informazioni che li riguardano.<br />
<br />
{{Note|2| Il {{NoteTerm|foglio di famiglia}} serve a censire tutte le persone che vivono in una stessa {{NonRefTerm|abitazione}} ({{RefNumber|12|0|1}}).}}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|20}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Avvertenza_alla_versione_stampata&diff=8366Avvertenza alla versione stampata2012-06-18T13:30:41Z<p>Joseph Larmarange: ajout d'un paragrphe vide pour éviter un problème d'import</p>
<hr />
<div><br />
=Struttura del Dizionario= <br />
<br />
Il ''Dizionario demografico multilingue'' è formato da una collezione di volumi monolingua, ciascuno diviso in due parti : un ''testo'' corredato di ''note'' e un ''indice'' alfabetico. <br />
<br />
Il ''testo'' ha come scopo la presentazione della terminologia tecnica utilizzata in demografia in un contesto che ne chiarisce il senso. E’ formato da nove capitoli, che includono un certo numero di “paragrafi”. Un numero a tre cifre, di cui il primo richiama il numero di capitolo, permette di identificare ogni paragrafo. Gli ''elementi terminologici'' — parole o espressioni — che ne fanno parte, sono stampati in grassetto e sono accompagnati da una cifra. Quest’ultima, collocata in seguito al numero del paragrafo, fornisce il “numero di riferimento” dell’elemento terminologico in causa (ad esempio, il numero di riferimento del termine “demografia” è 101-1). <br />
<br />
La numerazione è stata effettuata ''per concetto''. Ne risulta che uno stesso numero di riferimento è attribuito agli elementi terminologici che hanno lo stesso significato o sinonimi, tandis que più numeri di riferimento sono attribuiti ad uno stesso elemento terminologico, allorché quest’ultimo può avere delle accezioni diverse. I numeri di riferimento sono comuni alle diverse edizioni del dizionario e permettono così di navigare tra le varie lingue del dizionario. <br />
<br />
Nell’ambito dell’opera di unificazione dei dizionari (cfr. la prefazione), sono stati introdotti alcuni nuovi termini rispetto alle edizioni francese ed inglese dell’inzio degli anni ’80. Questi “nuovi termini” sono segnalati nel testo e nell’indice da una stella (<sup>★</sup>). <br />
<br />
Alcuni paragrafi sono seguiti da “note”. Queste contengono osservazioni specifiche al volume nel quale sono inserite ed una terminologia complementare che riguarda il concetto al quale si riferiscono. L’ultima cifra del numero riferito a questo concetto è riprodotta all’inizio della nota corrispondente. I riferimenti e la terminologia inclusa nelle note si distinguono dagli elementi terminologici del testo principale tramite un asterisco (*) collocato dopo il numero del concetto. <br />
<br />
Soltanto gli elementi terminologici che si trovano nel testo propriamente detto corrispondono tra i vari volumi, tale corrispondenza è stabilita tramite il numero di riferimento identico (senza asterisco) che gli è attribuito. <br />
<br />
Come nelle edizioni precedenti, i caratteri in corsivo sono stati utilizzati: <br />
* per le citazioni dei termini già presenti o che lo sono più in là; <br />
** ognuna è seguita dal numero di riferimento del termine citato o, più raramente dal numero del paragrafo in cui si trova; <br />
** nessun termine è citato nel paragrafo nel quale è presentato e nessuno è citato più di una volta nello stesso paragrafo; <br />
** inoltre, alcuni termini molto ricorrenti, come popolazione (nel senso del 104-4) o come demografia, non sono citati; <br />
* per attirare l’attenzione su alcune parole o espressioni che non sono termini demografici presentati nel dizionari (voir par exemple la note 3 du paragraphe 131). <br />
<br />
= Indici = <br />
<br />
L'indice di questa edizione armonizzata del dizionario è leggermente diverso dagli indici delle edizioni precedenti nella misura in cui esso è generato automaticamente a partire dal codice fonte del testo della versione wiki. Tutti gli elementi terminologici, presenti nel testo e nelle note, sono classificati in ordine alfabetico nell’indice, con l’indicazione del o dei numeri di riferimento che permettono di localizzare la loro posizione nella prima parte del volume. I termini derivanti dalle note sono scritti in corsivo. <br />
<br />
Gli elementi terminologici che compaiono al plurale nel testo sono stati indicizzati nella maggior parte dei casi nella loro forma al singolare (ad esempio, l'espressione ''fenomeni demografici'' (103-2) è stata inserita nell’indice come ''fenomeno demografico''). <br />
<br />
Lo stesso elemento terminologico può essere classificato più volte nell’indice attraverso voci secondarie costruite a partire dalle parole o gruppi di parole che si può considerare che esprimono, da soli, un concetto particolare. Così il termine, “demografia storica'' (102-1) è classificato come “demografia storica'' e come ''storica, demografia —''. <br />
<br />
= Utilizzo del Dizionario = <br />
<br />
A seguire illustreremo schematicamente le ''istruzioni per l’uso'' del dizionario. Per tradurre in italiano l’espressione inglese di un certo concetto. L’indice inglese, fornisce rispetto al termine o espressione da tradurre, il numero che è stato attribuito a quel concetto. Facendo riferimento al paragrafo corrispondente del testo italiano, si trova l’espressione italiana di quel concetto. <br />
<br />
In pratica, è indispensabile “leggere l’intero paragrafo” al quale si fa riferimento, senza dimenticare le note, non soltanto perché vi si troveranno spesso delle indicazioni utili, ma anche perché le necessità di redazione hanno a volte imposto di mettere nello stesso paragrafo gli elementi terminologici o le spiegazioni ad esso relativi, in un ordine diverso da quello dei numeri di riferimento.<br />
<br />
E’ anche fortemente raccomandato di “confrontare le due versioni dello stesso paragrafo” nelle due lingue, ciò permetterà di cogliere, in alcuni casi, le differenze di senso tra espressioni che sono equivalenti solo in apparenza. <br />
<br />
Segnaliamo infine che molte espressioni equivalenti figurano sotto lo stesso numero nel testo italiano, la più appropriata sarà di solito la prima, o una delle prime espressioni citate. Questo perché le espressioni di cui si raccomanda l’utilizzo sono state messe all’inizio dell’elenco, salvo indicazione contraria.<br />
<br />
= Consultazione del Dizionario su demopaedia.org = <br />
<br />
Il confronto tra le diverse lingue sarà molto facilitato dalla consultazione online del dizionario su [http://it-ii.demopaedia.org http://it-ii.demopaedia.org] dove dei collegamenti ipertestuali permettono di navigare tra le varie edizioni. <br />
<br />
Per navigare tra la versione stampata e la versione online del Dizionario, è importante considerare che i capitoli sono anche divisi in ''sezioni'' o ''sotto-capitoli'' ai quali corrispondono le pagine wiki della versione online. Ogni sezione è numerata con due cifre. Generalmente, il numero di sezione di un paragrafo corrisponde alle due prime cifre del suo numero di paragrafo (il paragrafo 104 appartiene quindi alla sezione 10), con qualche piccola eccezione: i paragrafi 360, 361 e 362 fanno parte della sezione 36, il paragrafo 640 della sezione 63 e i paragrafi 810 e 811 alla sezione 80. I cambiamenti di sezione sono segnalati nel testo da un asterismo(⁂). <br />
<br />
L’indirizzo internet(URL) di una sezione del dizionario si ottiene aggiungendo il numero di sezione a ''http://it-ii.demopaedia.org/wiki/''. Si potrà quindi consultare il paragrafo 357 all’indirizzo ''[http://it-ii.demopaedia.org/wiki/35 http://fr-ii.demopaedia.org/wiki/35]''. Non esitate a consultare le ''[http://it-ii.demopaedia.org/wiki/Istruzioni_per_l%27uso istruzioni per l'uso]'' del sito web disponibile online.<br />
<br />
All’indirizzo [http://www.demopaedia.org/tools http://www.demopaedia.org/tools] troverete alcuni strumenti per effettuare una ricerca nell’indice o generare un indice multilingue.<br />
<br />
= Citare il Dizionario = <br />
<br />
Da quando il Dizionario demografico multilingue è stato messo online, quest’ultimo è ormai disponibile sotto diverse forme. Nonostante questa seconda edizione armonizzata non sia destinata ad essere modificata in futuro (a differenza del progetto di enciclopedia open), è possibile apportarvi delle piccole modifiche. Quindi, l’esemplare che avete in mano, corrisponde ad una copia, ad una certa data, indicata sul risguardo della versione online. <br />
<br />
Per citare il Dizionario demografico multilingue, è quindi raccomandato di consultare per prima cosa l’ultima versione online, poiché è il sito web il punto di riferimento. Il Dizionario potrà essere citato in una bibliografia nel modo seguente:<br />
<br />
Demopædia, ''Dizionario demografico multilingue'', seconda edizione, volume italiano, http://it-ii.demopaedia.org, consultato il ''data_di_consultazione''. <br />
<br />
Nell’ambito di una citazione di un passaggio preciso del Dizionario, bisogna indicare il paragrafo in questione (ogni riferimento ad un numero di pagina è impreciso poiché diverso a seconda del supporto). Ad esempio, per il paragrafo 211: <br />
<br />
Demopædia, ''Dizionario demografico multilingue'', seconda edizione, volume italiano, § 211, http://it-ii.demopaedia.org/wiki/21, consultato il 18 giugno 2012.<br />
<br />
=Lista delle abbreviazioni utilizzate nel volume italiano= <br />
<br />
{|<br />
|agg. || aggettivo, aggettivo dei due generi || nm. ||numero<br />
|-<br />
|avv. ||avverbio || par.|| paragrafo<br />
|-<br />
|cir. ||confronta || pl.|| plurale<br />
|-<br />
|f. || femminile || pp.||participio. passato<br />
|-<br />
|ff. || facente funzione di || ppr. || participio presente<br />
|-<br />
|i. ||intransitivo || prep. || preposizione<br />
|-<br />
|ISTAT ||Istituto Centrale di' Statistica ||r. || riflessivo<br />
|-<br />
|loc. ||locuzione || s.|| sostantivo, sostantivo dei due generi<br />
|-<br />
|m. ||maschile || segg. || seguenti<br />
|-<br />
|n. || nome proprio || t. || transitivo<br />
|-<br />
|neol. ||neologismo || v. || verbo <br />
|}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Prefazione_alla_seconda_edizione_armonizzata_-_versione_per_la_stampa&diff=8365Prefazione alla seconda edizione armonizzata - versione per la stampa2012-06-18T13:29:55Z<p>Joseph Larmarange: ajout d'un paragrphe vide pour éviter un problème d'import</p>
<hr />
<div><br />
=Prefazione alla prima edizione=<br />
Il volume italiano del <i>Dizionario demografico multilingue </i>è stato elaborato sulla base dei volumi francese, inglese e spagnolo della stessa òpera, preparati sotto gli auspici dell'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione e pubblicati dalle Nazioni Unite.<br />
<br />
All'origine della pubblicazione del presente volume sta una decisione presa dal <i>Bureau </i>dell'Unione a Rio de Janeiro il 28 giugno del 1955 (vedi <i>«Le Démographe</i>», n. 2, pag. 12, punto 6).<br />
<br />
In detta riunione, i membri del <i>Bureau </i>si dichiararono d'accordo perché la pubblicazione delle edizioni italiana e tedesca avvenisse sotto la responsabilità dell'Unione, e cioè sotto il suo controllo ed i suoi auspici, e per questo decisero di allargare la Commissione del dizionario chiamando a farne parte due membri tedeschi ed un secondo italiano. Questi nuovi membri furono: Josef A. Götz (Germania), Wilhelm Winkler (Austria) e Bernardo Colombo (professore straordinario di Statistica nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Istituto Universitario di Venezia) (vedi « <i>Le Démographe </i>», n. 3, pag. 1, punto 3).<br />
<br />
La Commissione ha partecipato in varie forme a tutti gli stadi della stesura del presente volume: in primo luogo per il fatto stesso che il redattore venne scelto nel suo seno; poi attraverso i consigli a questo forniti nello svolgimento del suo lavoro e le osservazioni che vennero fatte su una preventiva edizione provvisoria. L'approvazione finale da parte della Commissione assicura al volume italiano, nei riguardi dell'Unione, lo stesso <i>status </i>dei testi di base. D'altro canto, la pubblicazione del volume, non partecipando l'Unione in alcuna maniera al finanziamento dei progetti in aggiunta ai tre iniziali, si è mantenuta sul piano privato.<br />
<br />
Nella prima fase del lavoro, consistente nella preparazione di una edizione provvisoria, il redattore ha soprattutto usufruito della collaborazione del presidente e dell'altro membro italiano della Commissione, e di quella di un certo numero di specialisti italiani, non solo di demografìa, da lui interpellati intorno a questioni generali ed a numerosi punti particolari. Una edizione provvisoria, pronta entro il marzo 1958, fu inviata ai membri della Commissione ed a quelli del <i>Bureau </i>dell'Unione, ed inoltre venne largamente diffusa fra i cultori italiani della materia colla ricMesta di un esame e di ogni osservazione ritenuta opportuna. Questa edizione incontrò, in linea di massima, il favore della Commissione, dalla quale venne giudicata sufficientemente a punto perché se ne potesse raccomandare la pubblicazione sotto gli auspici dell'Unione al Segretario Generale della medesima. La Commissione si rimetteva al redattore per l'uso da farsi — in una revisione di dettagli in vista dell'edizione definitiva — di ogni osservazione che egli potesse ricevere, in particolare da parte di membri della Commissione stessa.<br />
<br />
Non è il caso qui di citare la lunga serie di studiosi italiani e stranieri i quali, con molta premura ed attenzione, hanno presentato appunti, talora assai estesi, sull'anzidetta stesura preliminare. Va ricordata, invece, una riunione tenutasi a fine settembre a Roma, organizzata dall'Istituto di Demografia di quella Facoltà di Scienze statistiche, demografiche ed attuariali, ed alla quale parteciparono una trentina di studiosi italiani e di funzionari dell'Istituto Centrale di Statistica. Questa riunione venne dedicata, sia ad una valutazione dei criteri generali, ai quali il redattore si era attenuto nel preparare l'edizione provvisoria, sia all'esame particolareggiato di concetti ed elementi terminologici vari, sparsi per il volume, atti a suscitare qualche perplessità.<br />
<br />
Si procedette quindi alla preparazione di una seconda stesura del lavoro, sulla base della quale vennero continuati i contatti fra redattore, membri della Commissione e numerosi specialisti, la cui opinione veniva richiesta su punti particolari non ancora del tutto chiariti. Gli elementi così raccolti vennero utilizzati in una nuova revisione del lavoro fatto ed in una terza stesura, rimasta quella definitiva.<br />
<br />
Nell'elaborazione del volume italiano, l'esistenza dei testi di base e le caratteristiche dell'opera, quali sono descritte nella prefazione sopra riportata, ponevano vincoli ben precisi per quanto riguardava la disposizione della materia, l'equilibrio fra le varie parti, la natura e l'estensione degli argomenti trattati nel testo propriamente detto, ed il conseguente elenco di concetti, prima che di elementi terminologici, da riportare necessariamente nel lavoro. Rispettati questi limiti, la concreta stesura dei paragrafi era per il resto libera, e di tale libertà è stato fatto uso nel redigere il volume ogni volta che ciò appariva opportuno per mettere in luce un particolare modo e stile della letteratura scientifica italiana nell'affrontare specifici argomenti, mentre negli altri casi veniva anche nel esposizione mantenuto — rispetto ai testi di base — un parallelismo atto a sottolineare la sostanziale coincidenza di significato delle espressioni tecniche inserite nel contesto.<br />
<br />
Seguendo analoghi criteri di elasticità e di sobrietà insieme, sono state redatte le note. Da un lato, v'era l'interesse di usare di queste per integrazioni alla materia che la letteratura demografica italiana, come genere di problemi trattati o per preferenze nelle vie d'indagine, suggeriva di apportare. D'altro lato, l'economia dell'opera — un dizionario, non un manuale, né un trattato — limitava i vantaggi di aggiunte specifiche al solo volume italiano, giustificabili di per sé solo in quanto contenessero espressioni tècniche originali che valesse la pena di mettere in rilievo e di illustrare sinteticamente nel loro significato. Queste, infatti, erano destinate ad apparire isolate nel volume italiano ed a non trovar corrispondenza in espressioni parallele nei rimanenti, o almeno nei tre testi di base, già definitivi.<br />
<br />
Non sarà motivo di meraviglia la circostanza che il volume italiano abbia assunto una dimensione maggiore dei testi di base, sol che si pensi al fatto che, prima di corredarlo di aggiunte o chiarimenti giudicati utili per riferire in maniera più efficace e completa l'uso italiano, conveniva riprodurvi, ogni volta che ne fosse il caso, le note altrui, e soprattutto era indispensabile presentarvi integralmente la materia e la terminologia incorporate nel testo dei volumi di base, anche quando tali temi di studio ed elementi terminologici non fossero — a dir poco — di uso corrente nella letteratura scientifica e nelle fonti statistiche italiane.<br />
Per quanto concerne la responsabilità personale del redattore, pur nella collaborazione collettiva sopra ricordata, e la necessità delle scelte effettuate, spesso tra una varietà di formulazioni possibili, si rimanda il lettore a quanto scritto nella prefazione sopra riportata. Va solo aggiunto che, nella compilazione, è stata tenuta presente, per quanto riguarda i riferimenti alla documentazione statistica demografica, la terminologia in uso nelle pubblicazioni dell'Istituto Centrale di Statistica soprattutto di questo dopoguerra, e ciò per facilitare il loro impiego da parte di lettori stranieri, dal momento che esse non riportano titoli e didascalie se non in italiano. <br />
<br />
Questo criterio, insieme alla rigidità delle inevitabili scelte accennate, può aver dato, in qualche punto, un carattere di definitività e di apoditticità ad una terminologia in realtà non ancora attestata, o suscettibile di numerose variazioni, su un identico tema, soprattutto quando il demografo appaia preoccupato, nei suoi scritti, di sposare l'eleganza alla precisione.<br />
<br />
<br />
<br />
=Prefazione alla seconda edizione=<br />
<br />
Nel rendere omaggio a Bernardo Colombo, recentemente scomparso, alla sua lunga carriera di professore di statistica e all’importante magistero da lui esercitato per la demografia italiana, è con profonda gratitudine che pubblichiamo oggi la seconda edizione armonizzata del Dizionario demografico multilingue.<br />
<br />
Egli fu l’autore, nel 1959, della prima edizione di quest’opera, proseguendo il cammino intrapreso pochi anni prima dalla <i>Commissione del dizionario demografico</i>, nata in seno all'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione (IUSSP), di cui faceva parte, tra gli altri, Pierpaolo Luzzatto-Fegis, come si legge nella prefazione alla prima edizione dei volumi francese, inglese e spagnolo: <i>“la Commissione dell'Unione incaricata di elaborare i tre volumi iniziali comprendeva i Signori: Paul Vincent (Francia), presidente e relatore; Carlos E. Dieulefait (Argentina), Harold F. Dorn (Stati Uniti), Eugene Grebenik (Regno Unito), Pierpaolo Luzzatto-Fegiz (Italia), Marcelino Pascua (Svizzera) e José Ros Jimeno (Spagna), membri”.</i><br />
<br />
L’avvio della revisione dell’opera, pietra miliare della manualistica demografica, ebbe inizio già nel 1981, promosso dalla Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite, con la seconda edizione del volume francese, seguito dall’edizione inglese nel 1982, spagnola nel 1985 e tedesca nel 1987. A quasi vent’anni di distanza dalla pubblicazione del volume tedesco, il processo di revisione ha conosciuto un nuovo impulso, in seguito ad una iniziativa dell’<i>Unione</i>, ed in particolare del <i>Bureau</i> del Comitato Nazionale Francese (CNF) e del suo presidente Nicolas Brouard, in occasione del XXIV Congresso della Popolazione organizzato a Tours, nel giugno del 2005. Iniziativa che ha subito trovato un’importante eco nelle Nazioni Unite, nella persona di Hania Zlotnik, direttrice della Divisione per la Popolazione.<br />
<br />
L’ambizione del progetto intrapreso a Tours era l’aggiornamento dei dizionari originali nelle diverse lingue, nella considerazione della posizione centrale assunta dalle questioni demografiche nel dibattito internazionale, come nelle azioni di governo in Europa e nel mondo.<br />
<br />
Preliminare al processo di aggiornamento doveva essere la costruzione di una base comune armonizzata, a partire dai volumi inglese, francese, spagnolo e tedesco. <br />
<br />
Nel giugno del 2007, un team di specialisti provenienti da diversi paesi riunitosi a Parigi sotto l’egida del CNF e della Divisione per la Popolazione delle Nazioni Unite, ha dato avvio al processo di armonizzazione in quattordici lingue, per la maggior parte delle quali si disponeva almeno di una prima edizione del volume. Nel caso francese, inglese e spagnolo doveva trattarsi di una vera e propria armonizzazione, mentre negli altri casi si è deciso di realizzare una prima traduzione della seconda edizione sulla base delle versioni inglese e francese, per poi procedere all’armonizzazione con i volumi spagnolo e tedesco. <br />
<br />
La realizzazione del testo italiano è stata affidata ad Elena Ambrosetti e Cristina Giudici, ricercatrici in demografia alla Sapienza di Roma, ed ha consentito di sviluppare una preziosa collaborazione tra la Sapienza e il CNF. Il volume è oggi disponibile nella sua versione elettronica sul sito web <i>http://it-ii.demopaedia.org </i>. Il testo si configura come una moderna piattaforma per lo sviluppo del dibattito internazionale in materia di terminologia demografica, grazie alla pagine di <i>discussione</i> associate ad ogni paragrafo.<br />
<br />
<br />
Nella sua versione attuale, il volume coglie i cambiamenti profondi, sociali, politici ed economici, che hanno coinvolto le scienze della popolazione dagli anni Sessanta agli anni Ottanta: diversi paragrafi sono stati ampliati, altri ridotti; alcune definizioni sono scomparse, molte si sono aggiunte, ed il testo che ne risulta costituisce una base armonizzata per nuovi e continui aggiornamenti, realizzabili attraverso la filosofia wiki. <br />
<br />
Già dalle prime battute, la demografia assume una posizione centrale nell’ambito delle numerose discipline attinenti la popolazione, ma l’evoluzione della materia permea l’intera opera, sia nelle tecniche di analisi che nel dibattito sottostante. L’ampio spazio dedicato alla pianificazione famigliare, il riferimento a nuove tipologie migratorie, l’attenzione alle conseguenze della malattia nella sfera sociale sono solo alcuni esempi di come questa seconda edizione abbia voluto cogliere l’essenza dei cambiamenti di quegli anni.<br />
<br />
Trattandosi di una traduzione, l’opera è stata elaborata in presenza di importanti vincoli nei contenuti del volume. Tuttavia, seguendo l’esempio della prima edizione, si è a volte mantenuta la libertà di mettere in luce particolarità della letteratura scientifica italiana attraverso l’adattamento delle definizioni o l’uso delle note. <br />
<br />
È ovvio che molte definizioni possono oggi sembrare datate; ed altre superate; ma questo volume, inserito nel più ampio progetto da cui nasce, quello di un moderno Dizionario enciclopedico multilingue, rappresenta sicuramente un passo importante per la promozione e lo sviluppo della ricerca scientifica in materia di popolazione. Una ricerca che superi le frontiere nazionali e che permetta agli studiosi di popolazione nei diversi paesi del mondo di condividere le proprie conoscenze e di sviluppare una sempre più proficua collaborazione internazionale.<br />
<br />
<i>Raimondo Cagiano de Azevedo</i></div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Avvertenza_alla_versione_stampata&diff=8363Avvertenza alla versione stampata2012-06-18T11:41:40Z<p>Joseph Larmarange: /* Consultazione del Dizionario su demopaedia.org */ correction lien mode d'emploi</p>
<hr />
<div>= Struttura del Dizionario = <br />
<br />
Il ''Dizionario demografico multilingue'' è formato da una collezione di volumi monolingua, ciascuno diviso in due parti : un ''testo'' corredato di ''note'' e un ''indice'' alfabetico. <br />
<br />
Il ''testo'' ha come scopo la presentazione della terminologia tecnica utilizzata in demografia in un contesto che ne chiarisce il senso. E’ formato da nove capitoli, che includono un certo numero di “paragrafi”. Un numero a tre cifre, di cui il primo richiama il numero di capitolo, permette di identificare ogni paragrafo. Gli ''elementi terminologici'' — parole o espressioni — che ne fanno parte, sono stampati in grassetto e sono accompagnati da una cifra. Quest’ultima, collocata in seguito al numero del paragrafo, fornisce il “numero di riferimento” dell’elemento terminologico in causa (ad esempio, il numero di riferimento del termine “demografia” è 101-1). <br />
<br />
La numerazione è stata effettuata ''per concetto''. Ne risulta che uno stesso numero di riferimento è attribuito agli elementi terminologici che hanno lo stesso significato o sinonimi, tandis que più numeri di riferimento sono attribuiti ad uno stesso elemento terminologico, allorché quest’ultimo può avere delle accezioni diverse. I numeri di riferimento sono comuni alle diverse edizioni del dizionario e permettono così di navigare tra le varie lingue del dizionario. <br />
<br />
Nell’ambito dell’opera di unificazione dei dizionari (cfr. la prefazione), sono stati introdotti alcuni nuovi termini rispetto alle edizioni francese ed inglese dell’inzio degli anni ’80. Questi “nuovi termini” sono segnalati nel testo e nell’indice da una stella (<sup>★</sup>). <br />
<br />
Alcuni paragrafi sono seguiti da “note”. Queste contengono osservazioni specifiche al volume nel quale sono inserite ed una terminologia complementare che riguarda il concetto al quale si riferiscono. L’ultima cifra del numero riferito a questo concetto è riprodotta all’inizio della nota corrispondente. I riferimenti e la terminologia inclusa nelle note si distinguono dagli elementi terminologici del testo principale tramite un asterisco (*) collocato dopo il numero del concetto. <br />
<br />
Soltanto gli elementi terminologici che si trovano nel testo propriamente detto corrispondono tra i vari volumi, tale corrispondenza è stabilita tramite il numero di riferimento identico (senza asterisco) che gli è attribuito. <br />
<br />
Come nelle edizioni precedenti, i caratteri in corsivo sono stati utilizzati: <br />
* per le citazioni dei termini già presenti o che lo sono più in là; <br />
** ognuna è seguita dal numero di riferimento del termine citato o, più raramente dal numero del paragrafo in cui si trova; <br />
** nessun termine è citato nel paragrafo nel quale è presentato e nessuno è citato più di una volta nello stesso paragrafo; <br />
** inoltre, alcuni termini molto ricorrenti, come popolazione (nel senso del 104-4) o come demografia, non sono citati; <br />
* per attirare l’attenzione su alcune parole o espressioni che non sono termini demografici presentati nel dizionari (voir par exemple la note 3 du paragraphe 131). <br />
<br />
= Indici = <br />
<br />
L'indice di questa edizione armonizzata del dizionario è leggermente diverso dagli indici delle edizioni precedenti nella misura in cui esso è generato automaticamente a partire dal codice fonte del testo della versione wiki. Tutti gli elementi terminologici, presenti nel testo e nelle note, sono classificati in ordine alfabetico nell’indice, con l’indicazione del o dei numeri di riferimento che permettono di localizzare la loro posizione nella prima parte del volume. I termini derivanti dalle note sono scritti in corsivo. <br />
<br />
Gli elementi terminologici che compaiono al plurale nel testo sono stati indicizzati nella maggior parte dei casi nella loro forma al singolare (ad esempio, l'espressione ''fenomeni demografici'' (103-2) è stata inserita nell’indice come ''fenomeno demografico''). <br />
<br />
Lo stesso elemento terminologico può essere classificato più volte nell’indice attraverso voci secondarie costruite a partire dalle parole o gruppi di parole che si può considerare che esprimono, da soli, un concetto particolare. Così il termine, “demografia storica'' (102-1) è classificato come “demografia storica'' e come ''storica, demografia —''. <br />
<br />
= Utilizzo del Dizionario = <br />
<br />
A seguire illustreremo schematicamente le ''istruzioni per l’uso'' del dizionario. Per tradurre in italiano l’espressione inglese di un certo concetto. L’indice inglese, fornisce rispetto al termine o espressione da tradurre, il numero che è stato attribuito a quel concetto. Facendo riferimento al paragrafo corrispondente del testo italiano, si trova l’espressione italiana di quel concetto. <br />
<br />
In pratica, è indispensabile “leggere l’intero paragrafo” al quale si fa riferimento, senza dimenticare le note, non soltanto perché vi si troveranno spesso delle indicazioni utili, ma anche perché le necessità di redazione hanno a volte imposto di mettere nello stesso paragrafo gli elementi terminologici o le spiegazioni ad esso relativi, in un ordine diverso da quello dei numeri di riferimento.<br />
<br />
E’ anche fortemente raccomandato di “confrontare le due versioni dello stesso paragrafo” nelle due lingue, ciò permetterà di cogliere, in alcuni casi, le differenze di senso tra espressioni che sono equivalenti solo in apparenza. <br />
<br />
Segnaliamo infine che molte espressioni equivalenti figurano sotto lo stesso numero nel testo italiano, la più appropriata sarà di solito la prima, o una delle prime espressioni citate. Questo perché le espressioni di cui si raccomanda l’utilizzo sono state messe all’inizio dell’elenco, salvo indicazione contraria.<br />
<br />
= Consultazione del Dizionario su demopaedia.org = <br />
<br />
Il confronto tra le diverse lingue sarà molto facilitato dalla consultazione online del dizionario su [http://it-ii.demopaedia.org http://it-ii.demopaedia.org] dove dei collegamenti ipertestuali permettono di navigare tra le varie edizioni. <br />
<br />
Per navigare tra la versione stampata e la versione online del Dizionario, è importante considerare che i capitoli sono anche divisi in ''sezioni'' o ''sotto-capitoli'' ai quali corrispondono le pagine wiki della versione online. Ogni sezione è numerata con due cifre. Generalmente, il numero di sezione di un paragrafo corrisponde alle due prime cifre del suo numero di paragrafo (il paragrafo 104 appartiene quindi alla sezione 10), con qualche piccola eccezione: i paragrafi 360, 361 e 362 fanno parte della sezione 36, il paragrafo 640 della sezione 63 e i paragrafi 810 e 811 alla sezione 80. I cambiamenti di sezione sono segnalati nel testo da un asterismo(⁂). <br />
<br />
L’indirizzo internet(URL) di una sezione del dizionario si ottiene aggiungendo il numero di sezione a ''http://it-ii.demopaedia.org/wiki/''. Si potrà quindi consultare il paragrafo 357 all’indirizzo ''[http://it-ii.demopaedia.org/wiki/35 http://fr-ii.demopaedia.org/wiki/35]''. Non esitate a consultare le ''[http://it-ii.demopaedia.org/wiki/Istruzioni_per_l%27uso istruzioni per l'uso]'' del sito web disponibile online.<br />
<br />
All’indirizzo [http://www.demopaedia.org/tools http://www.demopaedia.org/tools] troverete alcuni strumenti per effettuare una ricerca nell’indice o generare un indice multilingue.<br />
<br />
= Citare il Dizionario = <br />
<br />
Da quando il Dizionario demografico multilingue è stato messo online, quest’ultimo è ormai disponibile sotto diverse forme. Nonostante questa seconda edizione armonizzata non sia destinata ad essere modificata in futuro (a differenza del progetto di enciclopedia open), è possibile apportarvi delle piccole modifiche. Quindi, l’esemplare che avete in mano, corrisponde ad una copia, ad una certa data, indicata sul risguardo della versione online. <br />
<br />
Per citare il Dizionario demografico multilingue, è quindi raccomandato di consultare per prima cosa l’ultima versione online, poiché è il sito web il punto di riferimento. Il Dizionario potrà essere citato in una bibliografia nel modo seguente:<br />
<br />
Demopædia, ''Dizionario demografico multilingue'', seconda edizione, volume italiano, http://it-ii.demopaedia.org, consultato il ''data_di_consultazione''. <br />
<br />
Nell’ambito di una citazione di un passaggio preciso del Dizionario, bisogna indicare il paragrafo in questione (ogni riferimento ad un numero di pagina è impreciso poiché diverso a seconda del supporto). Ad esempio, per il paragrafo 211: <br />
<br />
Demopædia, ''Dizionario demografico multilingue'', seconda edizione, volume italiano, § 211, http://it-ii.demopaedia.org/wiki/21, consultato il 18 giugno 2012.<br />
<br />
=Lista delle abbreviazioni utilizzate nel volume italiano= <br />
<br />
{|<br />
|agg. || aggettivo, aggettivo dei due generi || nm. ||numero<br />
|-<br />
|avv. ||avverbio || par.|| paragrafo<br />
|-<br />
|cir. ||confronta || pl.|| plurale<br />
|-<br />
|f. || femminile || pp.||participio. passato<br />
|-<br />
|ff. || facente funzione di || ppr. || participio presente<br />
|-<br />
|i. ||intransitivo || prep. || preposizione<br />
|-<br />
|ISTAT ||Istituto Centrale di' Statistica ||r. || riflessivo<br />
|-<br />
|loc. ||locuzione || s.|| sostantivo, sostantivo dei due generi<br />
|-<br />
|m. ||maschile || segg. || seguenti<br />
|-<br />
|n. || nome proprio || t. || transitivo<br />
|-<br />
|neol. ||neologismo || v. || verbo <br />
|}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Avvertenza_alla_versione_stampata&diff=8362Avvertenza alla versione stampata2012-06-18T11:38:43Z<p>Joseph Larmarange: /* Utilizzo del Dizionario */</p>
<hr />
<div>= Struttura del Dizionario = <br />
<br />
Il ''Dizionario demografico multilingue'' è formato da una collezione di volumi monolingua, ciascuno diviso in due parti : un ''testo'' corredato di ''note'' e un ''indice'' alfabetico. <br />
<br />
Il ''testo'' ha come scopo la presentazione della terminologia tecnica utilizzata in demografia in un contesto che ne chiarisce il senso. E’ formato da nove capitoli, che includono un certo numero di “paragrafi”. Un numero a tre cifre, di cui il primo richiama il numero di capitolo, permette di identificare ogni paragrafo. Gli ''elementi terminologici'' — parole o espressioni — che ne fanno parte, sono stampati in grassetto e sono accompagnati da una cifra. Quest’ultima, collocata in seguito al numero del paragrafo, fornisce il “numero di riferimento” dell’elemento terminologico in causa (ad esempio, il numero di riferimento del termine “demografia” è 101-1). <br />
<br />
La numerazione è stata effettuata ''per concetto''. Ne risulta che uno stesso numero di riferimento è attribuito agli elementi terminologici che hanno lo stesso significato o sinonimi, tandis que più numeri di riferimento sono attribuiti ad uno stesso elemento terminologico, allorché quest’ultimo può avere delle accezioni diverse. I numeri di riferimento sono comuni alle diverse edizioni del dizionario e permettono così di navigare tra le varie lingue del dizionario. <br />
<br />
Nell’ambito dell’opera di unificazione dei dizionari (cfr. la prefazione), sono stati introdotti alcuni nuovi termini rispetto alle edizioni francese ed inglese dell’inzio degli anni ’80. Questi “nuovi termini” sono segnalati nel testo e nell’indice da una stella (<sup>★</sup>). <br />
<br />
Alcuni paragrafi sono seguiti da “note”. Queste contengono osservazioni specifiche al volume nel quale sono inserite ed una terminologia complementare che riguarda il concetto al quale si riferiscono. L’ultima cifra del numero riferito a questo concetto è riprodotta all’inizio della nota corrispondente. I riferimenti e la terminologia inclusa nelle note si distinguono dagli elementi terminologici del testo principale tramite un asterisco (*) collocato dopo il numero del concetto. <br />
<br />
Soltanto gli elementi terminologici che si trovano nel testo propriamente detto corrispondono tra i vari volumi, tale corrispondenza è stabilita tramite il numero di riferimento identico (senza asterisco) che gli è attribuito. <br />
<br />
Come nelle edizioni precedenti, i caratteri in corsivo sono stati utilizzati: <br />
* per le citazioni dei termini già presenti o che lo sono più in là; <br />
** ognuna è seguita dal numero di riferimento del termine citato o, più raramente dal numero del paragrafo in cui si trova; <br />
** nessun termine è citato nel paragrafo nel quale è presentato e nessuno è citato più di una volta nello stesso paragrafo; <br />
** inoltre, alcuni termini molto ricorrenti, come popolazione (nel senso del 104-4) o come demografia, non sono citati; <br />
* per attirare l’attenzione su alcune parole o espressioni che non sono termini demografici presentati nel dizionari (voir par exemple la note 3 du paragraphe 131). <br />
<br />
= Indici = <br />
<br />
L'indice di questa edizione armonizzata del dizionario è leggermente diverso dagli indici delle edizioni precedenti nella misura in cui esso è generato automaticamente a partire dal codice fonte del testo della versione wiki. Tutti gli elementi terminologici, presenti nel testo e nelle note, sono classificati in ordine alfabetico nell’indice, con l’indicazione del o dei numeri di riferimento che permettono di localizzare la loro posizione nella prima parte del volume. I termini derivanti dalle note sono scritti in corsivo. <br />
<br />
Gli elementi terminologici che compaiono al plurale nel testo sono stati indicizzati nella maggior parte dei casi nella loro forma al singolare (ad esempio, l'espressione ''fenomeni demografici'' (103-2) è stata inserita nell’indice come ''fenomeno demografico''). <br />
<br />
Lo stesso elemento terminologico può essere classificato più volte nell’indice attraverso voci secondarie costruite a partire dalle parole o gruppi di parole che si può considerare che esprimono, da soli, un concetto particolare. Così il termine, “demografia storica'' (102-1) è classificato come “demografia storica'' e come ''storica, demografia —''. <br />
<br />
= Utilizzo del Dizionario = <br />
<br />
A seguire illustreremo schematicamente le ''istruzioni per l’uso'' del dizionario. Per tradurre in italiano l’espressione inglese di un certo concetto. L’indice inglese, fornisce rispetto al termine o espressione da tradurre, il numero che è stato attribuito a quel concetto. Facendo riferimento al paragrafo corrispondente del testo italiano, si trova l’espressione italiana di quel concetto. <br />
<br />
In pratica, è indispensabile “leggere l’intero paragrafo” al quale si fa riferimento, senza dimenticare le note, non soltanto perché vi si troveranno spesso delle indicazioni utili, ma anche perché le necessità di redazione hanno a volte imposto di mettere nello stesso paragrafo gli elementi terminologici o le spiegazioni ad esso relativi, in un ordine diverso da quello dei numeri di riferimento.<br />
<br />
E’ anche fortemente raccomandato di “confrontare le due versioni dello stesso paragrafo” nelle due lingue, ciò permetterà di cogliere, in alcuni casi, le differenze di senso tra espressioni che sono equivalenti solo in apparenza. <br />
<br />
Segnaliamo infine che molte espressioni equivalenti figurano sotto lo stesso numero nel testo italiano, la più appropriata sarà di solito la prima, o una delle prime espressioni citate. Questo perché le espressioni di cui si raccomanda l’utilizzo sono state messe all’inizio dell’elenco, salvo indicazione contraria.<br />
<br />
= Consultazione del Dizionario su demopaedia.org = <br />
<br />
Il confronto tra le diverse lingue sarà molto facilitato dalla consultazione online del dizionario su [http://it-ii.demopaedia.org http://it-ii.demopaedia.org] dove dei collegamenti ipertestuali permettono di navigare tra le varie edizioni. <br />
<br />
Per navigare tra la versione stampata e la versione online del Dizionario, è importante considerare che i capitoli sono anche divisi in ''sezioni'' o ''sotto-capitoli'' ai quali corrispondono le pagine wiki della versione online. Ogni sezione è numerata con due cifre. Generalmente, il numero di sezione di un paragrafo corrisponde alle due prime cifre del suo numero di paragrafo (il paragrafo 104 appartiene quindi alla sezione 10), con qualche piccola eccezione: i paragrafi 360, 361 e 362 fanno parte della sezione 36, il paragrafo 640 della sezione 63 e i paragrafi 810 e 811 alla sezione 80. I cambiamenti di sezione sono segnalati nel testo da un asterismo(⁂). <br />
<br />
L’indirizzo internet(URL) di una sezione del dizionario si ottiene aggiungendo il numero di sezione a ''http://it-ii.demopaedia.org/wiki/''. Si potrà quindi consultare il paragrafo 357 all’indirizzo ''[http://it-ii.demopaedia.org/wiki/35 http://fr-ii.demopaedia.org/wiki/35]''. Non esitate a consultare le [http://it-ii.demopaedia.org/wiki/Istruzioni_per_l%27uso] del sito web disponibile online.<br />
<br />
All’indirizzo [http://www.demopaedia.org/tools http://www.demopaedia.org/tools] troverete alcuni strumenti per effettuare una ricerca nell’indice o generare un indice multilingue. <br />
<br />
= Citare il Dizionario = <br />
<br />
Da quando il Dizionario demografico multilingue è stato messo online, quest’ultimo è ormai disponibile sotto diverse forme. Nonostante questa seconda edizione armonizzata non sia destinata ad essere modificata in futuro (a differenza del progetto di enciclopedia open), è possibile apportarvi delle piccole modifiche. Quindi, l’esemplare che avete in mano, corrisponde ad una copia, ad una certa data, indicata sul risguardo della versione online. <br />
<br />
Per citare il Dizionario demografico multilingue, è quindi raccomandato di consultare per prima cosa l’ultima versione online, poiché è il sito web il punto di riferimento. Il Dizionario potrà essere citato in una bibliografia nel modo seguente:<br />
<br />
Demopædia, ''Dizionario demografico multilingue'', seconda edizione, volume italiano, http://it-ii.demopaedia.org, consultato il ''data_di_consultazione''. <br />
<br />
Nell’ambito di una citazione di un passaggio preciso del Dizionario, bisogna indicare il paragrafo in questione (ogni riferimento ad un numero di pagina è impreciso poiché diverso a seconda del supporto). Ad esempio, per il paragrafo 211: <br />
<br />
Demopædia, ''Dizionario demografico multilingue'', seconda edizione, volume italiano, § 211, http://it-ii.demopaedia.org/wiki/21, consultato il 18 giugno 2012.<br />
<br />
=Lista delle abbreviazioni utilizzate nel volume italiano= <br />
<br />
{|<br />
|agg. || aggettivo, aggettivo dei due generi || nm. ||numero<br />
|-<br />
|avv. ||avverbio || par.|| paragrafo<br />
|-<br />
|cir. ||confronta || pl.|| plurale<br />
|-<br />
|f. || femminile || pp.||participio. passato<br />
|-<br />
|ff. || facente funzione di || ppr. || participio presente<br />
|-<br />
|i. ||intransitivo || prep. || preposizione<br />
|-<br />
|ISTAT ||Istituto Centrale di' Statistica ||r. || riflessivo<br />
|-<br />
|loc. ||locuzione || s.|| sostantivo, sostantivo dei due generi<br />
|-<br />
|m. ||maschile || segg. || seguenti<br />
|-<br />
|n. || nome proprio || t. || transitivo<br />
|-<br />
|neol. ||neologismo || v. || verbo <br />
|}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=MediaWiki:Sitesubtitle&diff=8357MediaWiki:Sitesubtitle2012-06-17T14:18:40Z<p>Joseph Larmarange: </p>
<hr />
<div>Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano )</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Prefazione_alla_seconda_edizione_armonizzata_-_versione_per_la_stampa&diff=8355Prefazione alla seconda edizione armonizzata - versione per la stampa2012-06-17T09:10:11Z<p>Joseph Larmarange: mise en forme</p>
<hr />
<div>=Prefazione alla prima edizione=<br />
Il volume italiano del <i>Dizionario demografico multilingue </i>è stato elaborato sulla base dei volumi francese, inglese e spagnolo della stessa òpera, preparati sotto gli auspici dell'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione e pubblicati dalle Nazioni Unite.<br />
<br />
All'origine della pubblicazione del presente volume sta una decisione presa dal <i>Bureau </i>dell'Unione a Rio de Janeiro il 28 giugno del 1955 (vedi <i>«Le Démographe</i>», n. 2, pag. 12, punto 6).<br />
<br />
In detta riunione, i membri del <i>Bureau </i>si dichiararono d'accordo perché la pubblicazione delle edizioni italiana e tedesca avvenisse sotto la responsabilità dell'Unione, e cioè sotto il suo controllo ed i suoi auspici, e per questo decisero di allargare la Commissione del dizionario chiamando a farne parte due membri tedeschi ed un secondo italiano. Questi nuovi membri furono: Josef A. Götz (Germania), Wilhelm Winkler (Austria) e Bernardo Colombo (professore straordinario di Statistica nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Istituto Universitario di Venezia) (vedi « <i>Le Démographe </i>», n. 3, pag. 1, punto 3).<br />
<br />
La Commissione ha partecipato in varie forme a tutti gli stadi della stesura del presente volume: in primo luogo per il fatto stesso che il redattore venne scelto nel suo seno; poi attraverso i consigli a questo forniti nello svolgimento del suo lavoro e le osservazioni che vennero fatte su una preventiva edizione provvisoria. L'approvazione finale da parte della Commissione assicura al volume italiano, nei riguardi dell'Unione, lo stesso <i>status </i>dei testi di base. D'altro canto, la pubblicazione del volume, non partecipando l'Unione in alcuna maniera al finanziamento dei progetti in aggiunta ai tre iniziali, si è mantenuta sul piano privato.<br />
<br />
Nella prima fase del lavoro, consistente nella preparazione di una edizione provvisoria, il redattore ha soprattutto usufruito della collaborazione del presidente e dell'altro membro italiano della Commissione, e di quella di un certo numero di specialisti italiani, non solo di demografìa, da lui interpellati intorno a questioni generali ed a numerosi punti particolari. Una edizione provvisoria, pronta entro il marzo 1958, fu inviata ai membri della Commissione ed a quelli del <i>Bureau </i>dell'Unione, ed inoltre venne largamente diffusa fra i cultori italiani della materia colla ricMesta di un esame e di ogni osservazione ritenuta opportuna. Questa edizione incontrò, in linea di massima, il favore della Commissione, dalla quale venne giudicata sufficientemente a punto perché se ne potesse raccomandare la pubblicazione sotto gli auspici dell'Unione al Segretario Generale della medesima. La Commissione si rimetteva al redattore per l'uso da farsi — in una revisione di dettagli in vista dell'edizione definitiva — di ogni osservazione che egli potesse ricevere, in particolare da parte di membri della Commissione stessa.<br />
<br />
Non è il caso qui di citare la lunga serie di studiosi italiani e stranieri i quali, con molta premura ed attenzione, hanno presentato appunti, talora assai estesi, sull'anzidetta stesura preliminare. Va ricordata, invece, una riunione tenutasi a fine settembre a Roma, organizzata dall'Istituto di Demografia di quella Facoltà di Scienze statistiche, demografiche ed attuariali, ed alla quale parteciparono una trentina di studiosi italiani e di funzionari dell'Istituto Centrale di Statistica. Questa riunione venne dedicata, sia ad una valutazione dei criteri generali, ai quali il redattore si era attenuto nel preparare l'edizione provvisoria, sia all'esame particolareggiato di concetti ed elementi terminologici vari, sparsi per il volume, atti a suscitare qualche perplessità.<br />
<br />
Si procedette quindi alla preparazione di una seconda stesura del lavoro, sulla base della quale vennero continuati i contatti fra redattore, membri della Commissione e numerosi specialisti, la cui opinione veniva richiesta su punti particolari non ancora del tutto chiariti. Gli elementi così raccolti vennero utilizzati in una nuova revisione del lavoro fatto ed in una terza stesura, rimasta quella definitiva.<br />
<br />
Nell'elaborazione del volume italiano, l'esistenza dei testi di base e le caratteristiche dell'opera, quali sono descritte nella prefazione sopra riportata, ponevano vincoli ben precisi per quanto riguardava la disposizione della materia, l'equilibrio fra le varie parti, la natura e l'estensione degli argomenti trattati nel testo propriamente detto, ed il conseguente elenco di concetti, prima che di elementi terminologici, da riportare necessariamente nel lavoro. Rispettati questi limiti, la concreta stesura dei paragrafi era per il resto libera, e di tale libertà è stato fatto uso nel redigere il volume ogni volta che ciò appariva opportuno per mettere in luce un particolare modo e stile della letteratura scientifica italiana nell'affrontare specifici argomenti, mentre negli altri casi veniva anche nel esposizione mantenuto — rispetto ai testi di base — un parallelismo atto a sottolineare la sostanziale coincidenza di significato delle espressioni tecniche inserite nel contesto.<br />
<br />
Seguendo analoghi criteri di elasticità e di sobrietà insieme, sono state redatte le note. Da un lato, v'era l'interesse di usare di queste per integrazioni alla materia che la letteratura demografica italiana, come genere di problemi trattati o per preferenze nelle vie d'indagine, suggeriva di apportare. D'altro lato, l'economia dell'opera — un dizionario, non un manuale, né un trattato — limitava i vantaggi di aggiunte specifiche al solo volume italiano, giustificabili di per sé solo in quanto contenessero espressioni tècniche originali che valesse la pena di mettere in rilievo e di illustrare sinteticamente nel loro significato. Queste, infatti, erano destinate ad apparire isolate nel volume italiano ed a non trovar corrispondenza in espressioni parallele nei rimanenti, o almeno nei tre testi di base, già definitivi.<br />
<br />
Non sarà motivo di meraviglia la circostanza che il volume italiano abbia assunto una dimensione maggiore dei testi di base, sol che si pensi al fatto che, prima di corredarlo di aggiunte o chiarimenti giudicati utili per riferire in maniera più efficace e completa l'uso italiano, conveniva riprodurvi, ogni volta che ne fosse il caso, le note altrui, e soprattutto era indispensabile presentarvi integralmente la materia e la terminologia incorporate nel testo dei volumi di base, anche quando tali temi di studio ed elementi terminologici non fossero — a dir poco — di uso corrente nella letteratura scientifica e nelle fonti statistiche italiane.<br />
Per quanto concerne la responsabilità personale del redattore, pur nella collaborazione collettiva sopra ricordata, e la necessità delle scelte effettuate, spesso tra una varietà di formulazioni possibili, si rimanda il lettore a quanto scritto nella prefazione sopra riportata. Va solo aggiunto che, nella compilazione, è stata tenuta presente, per quanto riguarda i riferimenti alla documentazione statistica demografica, la terminologia in uso nelle pubblicazioni dell'Istituto Centrale di Statistica soprattutto di questo dopoguerra, e ciò per facilitare il loro impiego da parte di lettori stranieri, dal momento che esse non riportano titoli e didascalie se non in italiano. <br />
<br />
Questo criterio, insieme alla rigidità delle inevitabili scelte accennate, può aver dato, in qualche punto, un carattere di definitività e di apoditticità ad una terminologia in realtà non ancora attestata, o suscettibile di numerose variazioni, su un identico tema, soprattutto quando il demografo appaia preoccupato, nei suoi scritti, di sposare l'eleganza alla precisione.<br />
<br />
<br />
<br />
=Prefazione alla seconda edizione=<br />
<br />
Nel rendere omaggio a Bernardo Colombo, recentemente scomparso, alla sua lunga carriera di professore di statistica e all’importante magistero da lui esercitato per la demografia italiana, è con profonda gratitudine che pubblichiamo oggi la seconda edizione armonizzata del Dizionario demografico multilingue.<br />
<br />
Egli fu l’autore, nel 1959, della prima edizione di quest’opera, proseguendo il cammino intrapreso pochi anni prima dalla <i>Commissione del dizionario demografico</i>, nata in seno all'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione (IUSSP), di cui faceva parte, tra gli altri, Pierpaolo Luzzatto-Fegis, come si legge nella prefazione alla prima edizione dei volumi francese, inglese e spagnolo: <i>“la Commissione dell'Unione incaricata di elaborare i tre volumi iniziali comprendeva i Signori: Paul Vincent (Francia), presidente e relatore; Carlos E. Dieulefait (Argentina), Harold F. Dorn (Stati Uniti), Eugene Grebenik (Regno Unito), Pierpaolo Luzzatto-Fegiz (Italia), Marcelino Pascua (Svizzera) e José Ros Jimeno (Spagna), membri”.</i><br />
<br />
L’avvio della revisione dell’opera, pietra miliare della manualistica demografica, ebbe inizio già nel 1981, promosso dalla Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite, con la seconda edizione del volume francese, seguito dall’edizione inglese nel 1982, spagnola nel 1985 e tedesca nel 1987. A quasi vent’anni di distanza dalla pubblicazione del volume tedesco, il processo di revisione ha conosciuto un nuovo impulso, in seguito ad una iniziativa dell’<i>Unione</i>, ed in particolare del <i>Bureau</i> del Comitato Nazionale Francese (CNF) e del suo presidente Nicolas Brouard, in occasione del XXIV Congresso della Popolazione organizzato a Tours, nel giugno del 2005. Iniziativa che ha subito trovato un’importante eco nelle Nazioni Unite, nella persona di Hania Zlotnik, direttrice della Divisione per la Popolazione.<br />
<br />
L’ambizione del progetto intrapreso a Tours era l’aggiornamento dei dizionari originali nelle diverse lingue, nella considerazione della posizione centrale assunta dalle questioni demografiche nel dibattito internazionale, come nelle azioni di governo in Europa e nel mondo.<br />
<br />
Preliminare al processo di aggiornamento doveva essere la costruzione di una base comune armonizzata, a partire dai volumi inglese, francese, spagnolo e tedesco. <br />
<br />
Nel giugno del 2007, un team di specialisti provenienti da diversi paesi riunitosi a Parigi sotto l’egida del CNF e della Divisione per la Popolazione delle Nazioni Unite, ha dato avvio al processo di armonizzazione in quattordici lingue, per la maggior parte delle quali si disponeva almeno di una prima edizione del volume. Nel caso francese, inglese e spagnolo doveva trattarsi di una vera e propria armonizzazione, mentre negli altri casi si è deciso di realizzare una prima traduzione della seconda edizione sulla base delle versioni inglese e francese, per poi procedere all’armonizzazione con i volumi spagnolo e tedesco. <br />
<br />
La realizzazione del testo italiano è stata affidata ad Elena Ambrosetti e Cristina Giudici, ricercatrici in demografia alla Sapienza di Roma, ed ha consentito di sviluppare una preziosa collaborazione tra la Sapienza e il CNF. Il volume è oggi disponibile nella sua versione elettronica sul sito web <i>http://it-ii.demopaedia.org </i>. Il testo si configura come una moderna piattaforma per lo sviluppo del dibattito internazionale in materia di terminologia demografica, grazie alla pagine di <i>discussione</i> associate ad ogni paragrafo.<br />
<br />
<br />
Nella sua versione attuale, il volume coglie i cambiamenti profondi, sociali, politici ed economici, che hanno coinvolto le scienze della popolazione dagli anni Sessanta agli anni Ottanta: diversi paragrafi sono stati ampliati, altri ridotti; alcune definizioni sono scomparse, molte si sono aggiunte, ed il testo che ne risulta costituisce una base armonizzata per nuovi e continui aggiornamenti, realizzabili attraverso la filosofia wiki. <br />
<br />
Già dalle prime battute, la demografia assume una posizione centrale nell’ambito delle numerose discipline attinenti la popolazione, ma l’evoluzione della materia permea l’intera opera, sia nelle tecniche di analisi che nel dibattito sottostante. L’ampio spazio dedicato alla pianificazione famigliare, il riferimento a nuove tipologie migratorie, l’attenzione alle conseguenze della malattia nella sfera sociale sono solo alcuni esempi di come questa seconda edizione abbia voluto cogliere l’essenza dei cambiamenti di quegli anni.<br />
<br />
Trattandosi di una traduzione, l’opera è stata elaborata in presenza di importanti vincoli nei contenuti del volume. Tuttavia, seguendo l’esempio della prima edizione, si è a volte mantenuta la libertà di mettere in luce particolarità della letteratura scientifica italiana attraverso l’adattamento delle definizioni o l’uso delle note. <br />
<br />
È ovvio che molte definizioni possono oggi sembrare datate; ed altre superate; ma questo volume, inserito nel più ampio progetto da cui nasce, quello di un moderno Dizionario enciclopedico multilingue, rappresenta sicuramente un passo importante per la promozione e lo sviluppo della ricerca scientifica in materia di popolazione. Una ricerca che superi le frontiere nazionali e che permetta agli studiosi di popolazione nei diversi paesi del mondo di condividere le proprie conoscenze e di sviluppare una sempre più proficua collaborazione internazionale.<br />
<br />
<i>Raimondo Cagiano de Azevedo</i></div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=62&diff=8348622012-06-16T13:17:25Z<p>Joseph Larmarange: /* 620 */ correction de NoteTerm</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''62'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 62 ==<br />
=== 620 ===<br />
<br />
Il {{TextTerm|periodo riproduttivo|1}}, o {{TextTerm|periodo fecondo|1}}è il periodo in cui l’essere umano, ed in particolare la donna, può procreare ({{RefNumber|60|1|2}}*). Il periodo in cui ci si può riprodurre ha inizio con la {{TextTerm|pubertà|2}}, fase di maturazione degli organi genitali. Nella donna, in questa fase, ha inizio la {{TextTerm|mestruazione|3}}, l’apparizione periodica, cioè, dei {{TextTerm|mestrui|4}}. La prima {{NonRefTerm|mestruazione}} è detta {{TextTerm|menarca|5}}. Le mestruazioni hanno termine alla {{TextTerm|menopausa|6}}. In pratica conviene far iniziare il periodo della procreazione all’{{NonRefTerm|età minima al matrimonio}} ({{RefNumber|50|4|1}}) e di fissarne il termine a 45 o 50 anni per le donne. La temporanea scomparsa delle mestruazioni, per qualsiasi causa, è detta {{TextTerm|amenorrea|7}} e si precisa {{TextTerm|amenorrea gravidica|8}} riguardo a quella che segue un concepimento e finisce, dopo la {{NonRefTerm|nascita}}con l’{{TextTerm|amenorrea post-partum|9}} o {{TextTerm|amenorrea post-gravidica|9}} .<br />
{{Note|1| Si dice anche {{NoteTerm|età riproduttiva}}, o {{NoteTerm|età feconda}}, {{NoteTerm|riproduttivo}}, agg. — {{NoteTerm|riproduzione}}, s.f. — {{NoteTerm|riprodursi}}, v.r.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|pubertà}}, s.f. — {{NoteTerm|pubere}}, agg. e s. —}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|mestruazione}} (s.f. — {{NoteTerm|mestruare}}, v.i, raro): la voce è usata anche in luogo di {{NoteTerm|mestruo}}.}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|mestruo}}, s.m. — {{NoteTerm|mestruale}}, agg.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|menarca}}, s.m.}}<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|amenorrea}}, s.f. — {{NoteTerm|amenorroico}}, agg.}}<br />
<br />
=== 621 ===<br />
<br />
Le parole {{TextTerm|fertilità|1}} e {{TextTerm|sterilità|2}} sono usate in demografia per indicare rispettivamente la capacità o l’incapacità a dare alla luce dei figli; l’{{TextTerm|infecondabilità|3}} e l’{{TextTerm|infertilità|10}} sono le cause principali, ma non le uniche della sterilità. Si distingue tra {{TextTerm|infecondabilità temporanea|4}} o {{TextTerm|sterilità temporanea|5}} e {{TextTerm|infecondabilità definitiva|6}} o {{TextTerm|sterilità definitiva|7}}a seconda che l’incapacità a {{NonRefTerm|concepire}} ({{RefNumber|60|2|1}}*) o a {{NonRefTerm|procreare}} ({{RefNumber|60|1|2}}*) sia o non sia definitiva; se essa ha luogo senza che vi sia stata alcuna {{NonRefTerm|nascita vivente}} ({{RefNumber|60|1|4}}), si ha {{TextTerm|sterilità totale|8}} o {{TextTerm|sterilità primaria|8}}, in contrapposizione alla {{TextTerm|sterilità parziale|9}} o {{TextTerm|sterilità secondaria|9}} che interviene dopo la procreazione di almeno un figlio.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Fertilità}}, s.f. - {{NoteTerm|fertile}}, agg.: atto alla procrezione.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Sterilità}}, s.f. - {{NoteTerm|sterile}}, agg.: non atto alla procreazione.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Infecondabilità}}, s.f. - {{NoteTerm|infecondabile}}, agg. : che non può concepire. Sebbene le parole infeconda, infecondabilità, si riferiscano alla donna, per sinteticità esse sono utilizzate anche in riferimento al marito, o alla coppia per incompatibilità.}}<br />
{{Note|9| La {{NoteTerm|sterilità secondaria}} può anche essere la conseguenza di una malattia o di un trauma.}}<br />
<br />
=== 622 ===<br />
<br />
L’espressione {{NonRefTerm|sterilità temporanea}} ({{RefNumber|62|1|5}}) è talvolta utilizzata per le donne nei casi in cui la loro incapacità a concepire non ha nulla di patologico; è allora preferibile, utilizzare l’espressione {{NonRefTerm|infecondabilità temporanea}} ({{RefNumber|62|1|4}}) soprattutto quando si tratta di {{TextTerm|periodi d’infecondabilità|1}} all’interno del {{TextTerm|ciclo mestruale|2}} o dei periodo in cui l’assenza dell’{{TextTerm|ovulazione|3}}, dipende da un fenomeno fisiologico normale quali la {{NonRefTerm|gravidanza}} ({{RefNumber|60|2|5}}) e l’{{TextTerm|allattamento|4}}; il periodo che va dal {{NonRefTerm|concepimento}} ({{RefNumber|60|2|1}}) al ritorno dell’ovulazione dopo il {{NonRefTerm|parto}} ({{RefNumber|60|3|4}}) è detto {{TextTerm|tempo morto|5}}, soprattutto nei {{NonRefTerm|modelli}} ({{RefNumber|73|0|1}}). La sterilità temporanea indica quindi di preferenza una situazione in cui l’incapacità a procreare presenta un carattere anormale che può tradursi nell’esistenza di {{TextTerm|cicli anovulatori|6}}, cicli cioè senza ovulazione, o in un periodo di {{NonRefTerm|amenorrea}} ({{RefNumber|62|0|7}}). L’{{NonRefTerm|infecondità}} ({{RefNumber|62|3|2}}) involontaria di lunga durata crea una presunzione di {{NonRefTerm|sterilità}} ({{RefNumber|62|1|2}}), ciò spiega il fatto che nella letteratura medica troviamo quest’ultima espressione in luogo della precedente. La {{TextTerm|sub-fecondità|7}} delle giovanissime, è analogamente all’origine dell’espressione {{TextTerm|sterilità delle adolescenti|8}} che potrebbe sinteticamente chiamarsi {{TextTerm|sub-fecondità delle adolescenti|8}}.<br />
{{Note|2| Di frequente si utilizza l’espressione abbreviata {{NoteTerm|ciclo}}.}}<br />
<br />
=== 623 ===<br />
<br />
<br />
Quando ci si riferisce ai risultati e non alle attitudini, si usano i termini {{TextTerm|fecondità|1}} e {{TextTerm|infecondità|2}}, a seconda che vi sia o non vi sia {{NonRefTerm|procreazione}} ({{RefNumber|60|1|2}}) effettiva durante il periodo considerato. L’{{TextTerm|infecondità totale|3}} si riferisce all’intero periodo della procreazione, l’{{TextTerm|infecondità definitiva|4}} si riferisce al periodo che va da una certa età della donna, o da una durata precisa del matrimonio, alla fine del periodo di procreazione. Quando l’assenza di procreazione è dovuta alla volontà delle {{NonRefTerm|coppie}} ({{RefNumber|50|3|8}}) di non procreare o di non procreare più, si parla d’{{TextTerm|infecondità volontaria|5}}. Si noterà l’inversione di significato tra i termini omologhi in inglese e in italiano: in generale si traduce &quot;fertility&quot; con fecondità e &quot;fe-cundity&quot; con fertilità.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Fecondità}}, s.f. - {{NoteTerm|fecondo}}, agg.: che ha procreato.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Infecondità}}, s.f. - {{NoteTerm|infecondo}}, agg.: che non ha procreato.}}<br />
{{Note|5| Si deve evitare l’utilizzo dell’espressione sterilità volontaria perché impropria.}}<br />
<br />
=== 624 ===<br />
<br />
La {{NonRefTerm|fecondità}} ({{RefNumber|62|3|1}}) delle{{NonRefTerm|coppie}} ({{RefNumber|50|3|8}}) dipende dal loro {{TextTerm|comportamento nei riguardi della prolificazione|1}}. Si distingue tra le {{TextTerm|coppie malthusiane|2}}, che cercano di regolare la loro procreazione seguendo la loro volontà, dalle {{TextTerm|coppie non malthusiane|3}}, la {{TextTerm|pianificazione della famiglia|4}} si riferisce al numero finale di figli, che non deve superare il {{NoteTerm|numero}} di {{TextTerm|figli voluto|5}} e, anche allo {{NonRefTerm|scaglionamento delle nascite}} ({{RefNumber|61|2|1}}). Espressioni come {{TextTerm|regolazione delle nascite|6}}, {{TextTerm|controllo delle nascite|6}}, {{TextTerm|regolamentazione delle nascite|6}}, ed altre consimili, indicano il fatto di voler indicare che il numero finale di figli non oltrepassi quello voluto.<br />
<br />
=== 625 ===<br />
<br />
Con la pianificazione della famiglia si manifesta la preoccupazione della {{TextTerm|paternità pianificata|1}}, o {{TextTerm|paternità responsabile|1}},la preoccupazione cioè di decidere il numero di nascite e il loro scaglionamento o {{NonRefTerm|calendario}} ({{RefNumber|13|8|2}}) secondo le preferenze di ogni {{NonRefTerm|coppia}} ({{RefNumber|50|3|8}}). Il {{NonRefTerm|numero di figli voluto}} ({{RefNumber|62|4|5}}) da una coppia può essere diverso dal {{TextTerm|numero di figli ideale|2}} menzionato dalla stessa coppia in un’indagine. Talvolta non si ottengono il numero di figli voluto e lo scaglionamento delle nascite a causa, tra l’altro del {{TextTerm|fallimento della contraccezione|3}}; la frequenza di questi ultimi dipende dall’{{TextTerm|efficacia della contraccezione|4}} secondo questi due aspetti: l’{{TextTerm|efficacia clinica|5}} o{{TextTerm|efficacia teorica|5}} e l’{{TextTerm|efficacia pratica|6}} o {{TextTerm|efficacia d’utilizzo|6}}. Ragionando in termini di {{NonRefTerm|fecondabilità residua}} ({{RefNumber|63|8|7}}), l’efficacia d’utilizzo è di solito valutata dal {{TextTerm|tasso di fallimento della contraccezione|7}}, dato dal rapporto tra il numero di concepimenti non voluti e il numero di mesi di esposizione al rischio di concepimento di coloro che utilizzano la contraccezione.<br />
<br />
=== 626 ===<br />
<br />
Un {{TextTerm|programma di pianificazione della famiglia|1}} è volto ad introdurre e diffondere la {{NonRefTerm|contraccezione}} ({{RefNumber|62|7|1}}) in un gruppo di {{TextTerm|partecipanti eventuali|2}} a questa operazione, chiamato {{TextTerm|popolazione obiettivo|2}}; staff di{{TextTerm|promotori|3}}, {{TextTerm|distributori|3}}, {{TextTerm|propagandisti|3}}, cercano di ottenere l’accordo degli interessati. I risultati del programma si misurano tramite la {{TextTerm|proporzione dei partecipanti|4}}, o{{TextTerm|tasso di partecipazione|4}}, o {{TextTerm|tasso di accettazione|4}}, e dopo un certo periodo di tempo dal {{TextTerm|tasso di perseveranza|5}}, complemento ad uno della {{TextTerm|proporzione di abbandoni|6}} nello stesso periodo di tempo. Il numero o la proporzione di {{TextTerm|nascite evitate|7}} traducono l’efficacia del programma attuato. Si può valutare la frequenza della pratica della contraccezione in una popolazione dalla {{TextTerm|proporzione di utilizzatori della pianificazione delle nascite|8}} o di {{TextTerm|praticanti della pianificazione delle nascite|8}}.<br />
{{Note|1| L’espressione inglese {{NoteTerm|family planning}} è usata correntemente nella lingua italiana.}}<br />
<br />
=== 627 ===<br />
<br />
<br />
La {{TextTerm|contraccezione|1}} è la pratica di metodi volti ad impedire che i {{TextTerm|rapporti sessuali|2}}, cioè il {{TextTerm|coito|2}}, diano luogo al {{NonRefTerm|concepimento}} ({{RefNumber|60|2|1}}); questi metodi sono chiamati {{TextTerm|metodi contraccettivi|3}} o {{TextTerm|metodi anticoncezionali|3}}. L’{{TextTerm|astinenza|4}}, completa e prolungata dai rapporti sessuali, non rientra nel novero di pratiche del genere.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Contraccezione}}, s.f. - {{NoteTerm|contraccettivo}}, agg.: relativo alla contraccezione.}}<br />
<br />
=== 628 ===<br />
<br />
<br />
I {{NonRefTerm|metodi anticoncezionali}} ({{RefNumber|62|7|3}}) sono talvolta classificati in {{TextTerm|metodi con applicazioni strumentali|1}} e in {{TextTerm|metodi senza applicazioni strumentali|2}}. Menzioniamo tra i metodi senza applicazioni strumentali il {{TextTerm|coito interrotto|3}}, l’{{TextTerm|astinenza periodica|4}}, detta anche {{TextTerm|metodo del calendario|4}}, che utilizza i {{TextTerm|periodi di sicurezza|5}} del {{NonRefTerm|ciclo mestruale}} ({{RefNumber|62|2|2}}); esso diventa il {{TextTerm|metodo della temperatura|6}} quando la donna misura la sua temperatura corporea per individuare il periodo di sicurezza.<br />
<br />
=== 629 ===<br />
<br />
I {{NonRefTerm|metodi con applicazioni strumentali}} ({{RefNumber|62|8|1}} ) più diffusi sono basati sull’utilizzo degli strumenti o procedure seguenti, da soli o combinati : {{TextTerm|preservativo maschile|1}} detto anche {{TextTerm|preservativo|1}} o {{TextTerm|profilattico|1}}, {{TextTerm|preservativo femminile|2}} o {{TextTerm|anello vaginale|2}} o {{TextTerm|pessario|2}}, {{TextTerm|diaframma|3}}, {{TextTerm|tamponi vaginali|4}}, {{TextTerm|creme contraccetive|5}} o {{TextTerm|pomate spermicide|5}}, {{TextTerm|preparati anticoncezionali|6}}, {{TextTerm|compresse effervescenti|7}}, {{TextTerm|iniezioni vaginali|8}} con o senza {{TextTerm|prodotti spermicidi|9}}, {{TextTerm|dispositivi intrauterini|10}} o {{TextTerm|spirale5|10}}.<br />
<br />
=== 630 ===<br />
<br />
<br />
Si parla di {{TextTerm|contraccettivo orale|1}}, di {{TextTerm|contraccezione ormonale|2}}, di {{TextTerm|contraccezione tramite steroidi|3}}, quando l’{{NonRefTerm|ovulazione}} ({{RefNumber|62|2|3}}) è inibita dall’assunzione regolare di compresse, dette {{TextTerm|pillole|4}}, tramite iniezione o impianti.<br />
<br />
=== 631 ===<br />
<br />
La {{TextTerm|sterilizzazione|1}} ha luogo in seguito ad un intervento chirurgico : nell’uomo tramite un intervento ai canali deferenti, in termini medici {{TextTerm|vasectomia|2}} o {{TextTerm|occlusione|3}}, nella donna, tramite un intervento alle tube di Fallopio, in termini medici {{TextTerm|legatura delle tube|4}} o {{TextTerm|chiusura delle tube|4}} o {{TextTerm|occlusione delle tube|4}} e {{TextTerm|salpingectomia|5}} o {{TextTerm|tubectomia|5}} e {{TextTerm|isterectomia|6}} .<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|62}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Prefazione&diff=681Prefazione2011-11-24T07:08:08Z<p>Joseph Larmarange: /* Prefazione ai volumi francese, inglese e spagnolo */ syntaxe</p>
<hr />
<div><!--'''Prefazione'''--><br />
{{Summary}}<br />
__TOC__ <br />
<br />
<br />
Il s'agit de la préface de la première édition de 1959. La préface de la traduction effectuée par Elena Ambrosetti et Cristina Giudici n'est pas encore écrite.<br />
<br />
=Prefazione ai volumi francese, inglese e spagnolo=<br />
<br />
Nella sua quarta sessione, la Commissione della popolazione [delle Nazioni Unite] chiese al Segretario generale di includere nel suo programma di lavoro la preparazione di un dizionario-demografico-multilingue (E/1313).<br />
<br />
Alcuni mesi più tardi, l'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione, riunita a Ginevra in assemblea generale, offerse al Segretario generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite la propria collaborazione in vista della realizzazione di tale opera e decise la formazione di una Commissione del dizionario demografico, la quale venne incaricata di presentare un progetto. Nella sua quinta sessione, la Commissione della popolazione diede istruzione al Segretario generale di accogliere l'offerta avanzata dall'Unione, e la Commissione del dizionario venne allora incaricata di realizzare in tre lingue — francese, inglese e spagnolo — il progetto cne aveva presentato.<br />
<br />
L'opera è stata concepita come un dizionario nella sua essenza multilingue, destinato ai traduttori. Essa è composta da una collezione di volumi redatti in una singola lingua, ciascuno costituito da un testo di presentazione della terminologia tecnica impiegata in demografia, seguito da un indice alfabetico. Il parallelismo fra i testi distinti dei vari volumi ed un sistema di numerazione per concetti permettono di stabilire una corrispondenza tra le espressioni di un medesimo concetto nelle diverse lingue.<br />
<br />
La Commissione dell'Unione incaricata di elaborare i tre volumi iniziali comprendeva i Signori: Paul Vincent (Francia), presidente e relatore; Carlos E. Dieulefait (Argentina), Harold F. Dorn (Stati Uniti), Eugene Grebenik (Regno Unito), Pierpaolo Luzzatto-Fegiz (Italia), Marcelino Pascua (Svizzera) e José Ros Jimeno (Spagna), membri<br />
<br />
Un primo abbozzo dell'opera venne redatto sulla base di un testo francese preparato dallo ''Institut national d'études démographiques''(Francia) sotto la direzione del signor Vincent. Versioni inglese e spagnola di questo testo vennero redatte, rispettivamente, dal signor Grebenik e dal signor Eos Jimeno.<br />
<br />
Il lavoro dovette essere eseguito con una certa fretta per via dell'imminente Congresso mondiale della popolazione, cui il progetto venne pres entato sotto forma di una « edizione provvisoria (giugno 1954) », pubblicata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ST/SOA/ Ser. A, ''Études démographiques'', n. 19). Ma la diffusione di una edizione provvisoria fornì alla Commissione l'opportunità preziosa di giovarsi della collaborazione di numerosi specialisti, i quali si fecero premura di trasmetterle le loro osservazioni.<br />
<br />
Un certo numero di imperfezioni dell'edizione provvisoria derivavano dalla circostanza che questa era stata compilata sulla base di un solo testo, e precisamente d'un testo francese. Appariva indispensabile stabilire un compromesso fra le concezioni anglosassoni, da un lato, e quelle latine, dall'altro» L'esperienza rivelava anche la necessità di corredare il testo di definizioni, per consentire a chi facesse uso del dizionario di scoprire eventuali divergenze fra le espressioni di uno stesso concetto in lingue diverse.<br />
<br />
Queste conclusioni della Commissione vennero approvate, ed il signor Grebenik ebbe l'incarico di rifare, in inglese, il testo primitivo. Indi, i signori Grebenik e Vincent elaborarono in comune una sorta di testo concordato, di cui ciascuno stese una versione nella propria lingua. Il signor Eos Jimeno compilò quindi la corrispondente versione spagnola ed i tre testi vennero sottoposti alla Commissione, al <i>Bureau </i>dell'Unione, e ad un certo numero di specialisti, per le ultime messe a punto.<br />
<br />
Pubblicando le parti francese, inglese e spagnola del ''Dizionario demografico multilingue'', è necessario sottolineare alcune caratteristiche dell'opera.<br />
<br />
In primo luogo, il fatto che essa è la risultante di un lavoro eminentemente collettivo. Essa è il frutto, non solo di una stretta co operazione fra i tre principali redattori, ma anche della collaborazione attiva di tutti i membri della Commissione. Essa ha tratto vantaggio, inoltre, dai pareri di numerosi specialisti, cui era stata data facoltà di esprimerne, ed i quali si sono fatti premura di esaminare i testi ai vari stadi della loro preparazione e di sottoporre le loro osservazioni, spesso assai dettagliate.<br />
<br />
La maggior parte delle raccomandazioni ricevute a questo modo sono state accolte nel testo, per intero o parzialmente. Alcune sono state scartate, forse a torto.<br />
<br />
In effetti, spesso i redattori hanno dovuto effettuare scelte. La concezione stessa dell'opera escludeva la possibilità di addentrarsi in lunghe spiegazioni: sovente si doveva scegliere fra diverse formule possibili. Ogni volume porta quindi l'impronta del suo redattore: la menzione del nome di questi nella prefazione ha lo scopo di segnalare tale responsabilità particolare, in pari misura liberandone nel contèmpo gli altri che hanno partecipato all'iniziativa.<br />
<br />
Peraltro, è opportuno mettere in rilievo il fatto che i redattori non sono stati liberi di redigere il testo a modo loro: i vincoli del parallelismo indispensabile fra i vari testi, o il desiderio di tener conto delle osservazioni ricevute* li hanno spesso forzati a far propri punti di vista che essi non condividevano appieno. Malgrado questo, essi hanno accettato di assumersi la responsabilità del testo, così come esso è.<br />
<br />
Si deve anche richiamare l'attenzione sul fatto che i volumi del Dizionario non costituiscono trattati di demografia. Nella loro elaborazione, tutto è stato subordinato allo scopo fondamentale dell'opera: offrire ai traduttori uno strumento tecnico idoneo per le loro necessità e conferirgli un carattere veramente multilingue, ponendo tutte le lingue sullo stesso piano.<br />
<br />
Ora, le lingue sono costruzioni empiriche, le quali sviluppano la loro terminologia secondo una logica propria, talvolta mal compatibile cogli imperativi razionali della scienza. Nozioni alle quali viene data una medesima denominazione nelle diverse lingue spesso denunciano una corrispondenza assai imperfetta nei vari casi. Una lingua testimonia, con dovizia di termini, un interesse particolare per uno specifico argomento, in altra lingua talmente trascurato da non ricevere una denominazione speciale. L'impiego di note ha permesso di attenuare gli inconvenienti derivanti da tali circostanze, tenuto conto del sistema adottato per assicurare una corrispondenza fra i vari volumi. Ma è evidente che una esposizione libera da preoccupazioni lessicografiche avrebbe assunto una veste del tutto differente.<br />
<br />
Le preoccupazioni lessicografiche ora menzionate sono anche all'origine di alcuni squilibri nel contenuto dell'opera. È parso utile, in certi casi, inserire nel Dizionario una terminologia che non è demografica, strettamente parlando, ma che nella letteratura demografica ricorre con una certa frequenza e, introvabile praticamente nei comuni dizionari, non può esser tradotta dai non iniziati.<br />
<br />
Sempre in considerazione dei bisogni dei traduttori la Commissione è stata indotta ad adottare il principio seguente: il Dizionario deve innanzi tutto dar atto dell'uso vigente, anche quando scorretto, e non può sconsigliare o consigliare un tale uso se non quando sembri possibile ottenere al riguardo un consenso abbastanza generale.<br />
<br />
L'opera non è dunque destinata a normalizzare la terminologia. E non è neppure destinata a proporre definizioni. Queste sono state inserite nel testo col solo scopo di poter più facilmente stabilire corrispondenze terminologiche, e precisarne la portata. L'estrema concisione di dette definizioni ha potuto essere ottenuta talvolta solo a scapito della loro rigorosità. La normalizzazione della terminologia esige opere con caratteristiche del tutto differenti. Per evitare ogni malinteso su questo punto, si troverà, dopo l'indice alfabetico, una lista di pubblicazioni recenti da parte di vari organismi internazionali le quali trattano definizioni di diversi concetti demografici [vedi il volume francese del Dizionario, ST/SOA/Ser. A, ''Études démographiques'', n. 29, del-l'O.N.U.., pag. 104) Il lettore dovrà far riferimento ad opere di tale genere quando s'imbatta in un problema di definizione e non di pura traduzione.<br />
<br />
Il Dizionario demografico multilingue'' non risponderà del tutto ai voti dei suoi iniziatori fino a che non sarà esteso a numerose lingue. Grazie a private iniziative, la preparazione di nuovi volumi è già in progetto o in via di realizzazione. Di più, la Commissione della popolazione, nella sua nona sessione, ha incaricato il Segretario di studiare la possibilità di pubblicare un volume di lingua russa (E/2957). L'esperienza dirà se il compromesso realizzato fra le concezioni anglosassoni e latine si adatta anche a lingue germaniche e slave, nonché a lingue non indo-europee.<br />
<br />
=Prefazione al volume italiano=<br />
Il volume italiano del <i>Dizionario demografico multilingue </i>è stato elaborato sulla base dei volumi francese, inglese e spagnolo della stessa òpera, preparati sotto gli auspici dell'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione e pubblicati dalle Nazioni Unite.<br />
<br />
All'origine della pubblicazione del presente volume sta una decisione presa dal <i>Bureau </i>dell'Unione a Rio de Janeiro il 28 giugno del 1955 (vedi <i>«Le Démographe</i>», n. 2, pag. 12, punto 6).<br />
<br />
In detta riunione, i membri del <i>Bureau </i>si dichiararono d'accordo perché la pubblicazione delle edizioni italiana e tedesca avvenisse sotto la responsabilità dell'Unione, e cioè sotto il suo controllo ed i suoi auspici, e per questo decisero di allargare la Commissione del dizionario chiamando a farne parte due membri tedeschi ed un secondo italiano. Questi nuovi membri furono: Josef A. Götz (Germania), Wilhelm Winkler (Austria) e Bernardo Colombo (professore straordinario di Statistica nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Istituto Universitario di Venezia) (vedi « <i>Le Démographe </i>», n. 3, pag. 1, punto 3).<br />
<br />
La Commissione ha partecipato in varie forme a tutti gli stadi della stesura del presente volume: in primo luogo per il fatto stesso che il redattore venne scelto nel suo seno; poi attraverso i consigli a questo forniti nello svolgimento del suo lavoro e le osservazioni che vennero fatte su una preventiva edizione provvisoria. L'approvazione finale da parte della Commissione assicura al volume italiano, nei riguardi dell'Unione, lo stesso <i>status </i>dei testi di base. D'altro canto, la pubblicazione del volume, non partecipando l'Unione in alcuna maniera al finanziamento dei progetti in aggiunta ai tre iniziali, si è mantenuta sul piano privato.<br />
<br />
Nella prima fase del lavoro, consistente nella preparazione di una edizione provvisoria, il redattore ha soprattutto usufruito della collaborazione del presidente e dell'altro membro italiano della Commissione, e di quella di un certo numero di specialisti italiani, non solo di demografìa, da lui interpellati intorno a questioni generali ed a numerosi punti particolari. Una edizione provvisoria, pronta entro il marzo 1958, fu inviata ai membri della Commissione ed a quelli del <i>Bureau </i>dell'Unione, ed inoltre venne largamente diffusa fra i cultori italiani della materia colla ricMesta di un esame e di ogni osservazione ritenuta opportuna. Questa edizione incontrò, in linea di massima, il favore della Commissione, dalla quale venne giudicata sufficientemente a punto perché se ne potesse raccomandare la pubblicazione sotto gli auspici dell'Unione al Segretario Generale della medesima. La Commissione si rimetteva al redattore per l'uso da farsi — in una revisione di dettagli in vista dell'edizione definitiva — di ogni osservazione che egli potesse ricevere, in particolare da parte di membri della Commissione stessa.<br />
<br />
Non è il caso qui di citare la lunga serie di studiosi italiani e stranieri i quali, con molta premura ed attenzione, hanno presentato appunti, talora assai estesi, sull'anzidetta stesura preliminare. Va ricordata, invece, una riunione tenutasi a fine settembre a Roma, organizzata dall'Istituto di Demografia di quella Facoltà di Scienze statistiche, demografiche ed attuariali, ed alla quale parteciparono una trentina di studiosi italiani e di funzionari dell'Istituto Centrale di Statistica. Questa riunione venne dedicata, sia ad una valutazione dei criteri generali, ai quali il redattore si era attenuto nel preparare l'edizione provvisoria, sia all'esame particolareggiato di concetti ed elementi terminologici vari, sparsi per il volume, atti a suscitare qualche perplessità.<br />
<br />
Si procedette quindi alla preparazione di una seconda stesura del lavoro, sulla base della quale vennero continuati i contatti fra redattore, membri della Commissione e numerosi specialisti, la cui opinione veniva richiesta su punti particolari non ancora del tutto chiariti. Gli elementi così raccolti vennero utilizzati in una nuova revisione del lavoro fatto ed in una terza stesura, rimasta quella definitiva.<br />
<br />
Nell'elaborazione del volume italiano, l'esistenza dei testi di base e le caratteristiche dell'opera, quali sono descritte nella prefazione sopra riportata, ponevano vincoli ben precisi per quanto riguardava la disposizione della materia, l'equilibrio fra le varie parti, la natura e l'estensione degli argomenti trattati nel testo propriamente detto, ed il conseguente elenco di concetti, prima che di elementi terminologici, da riportare necessariamente nel lavoro. Rispettati questi limiti, la concreta stesura dei paragrafi era per il resto libera, e di tale libertà è stato fatto uso nel redigere il volume ogni volta che ciò appariva opportuno per mettere in luce un particolare modo e stile della letteratura scientifica italiana nell'affrontare specifici argomenti, mentre negli altri casi veniva anche nel esposizione mantenuto — rispetto ai testi di base — un parallelismo atto a sottolineare la sostanziale coincidenza di significato delle espressioni tecniche inserite nel contesto.<br />
<br />
Seguendo analoghi criteri di elasticità e di sobrietà insieme, sono state redatte le note. Da un lato, v'era l'interesse di usare di queste per integrazioni alla materia che la letteratura demografica italiana, come genere di problemi trattati o per preferenze nelle vie d'indagine, suggeriva di apportare. D'altro lato, l'economia dell'opera — un dizionario, non un manuale, né un trattato — limitava i vantaggi di aggiunte specifiche al solo volume italiano, giustificabili di per sé solo in quanto contenessero espressioni tècniche originali che valesse la pena di mettere in rilievo e di illustrare sinteticamente nel loro significato. Queste, infatti, erano destinate ad apparire isolate nel volume italiano ed a non trovar corrispondenza in espressioni parallele nei rimanenti, o almeno nei tre testi di base, già definitivi.<br />
<br />
Non sarà motivo di meraviglia la circostanza che il volume italiano abbia assunto una dimensione maggiore dei testi di base, sol che si pensi al fatto che, prima di corredarlo di aggiunte o chiarimenti giudicati utili per riferire in maniera più efficace e completa l'uso italiano, conveniva riprodurvi, ogni volta che ne fosse il caso, le note altrui, e soprattutto era indispensabile presentarvi integralmente la materia e la terminologia incorporate nel testo dei volumi di base, anche quando tali temi di studio ed elementi terminologici non fossero — a dir poco — di uso corrente nella letteratura scientifica e nelle fonti statistiche italiane.<br />
Per quanto concerne la responsabilità personale del redattore, pur nella collaborazione collettiva sopra ricordata, e la necessità delle scelte effettuate, spesso tra una varietà di formulazioni possibili, si rimanda il lettore a quanto scritto nella prefazione sopra riportata. Va solo aggiunto che, nella compilazione, è stata tenuta presente, per quanto riguarda i riferimenti alla documentazione statistica demografica, la terminologia in uso nelle pubblicazioni dell'Istituto Centrale di Statistica soprattutto di questo dopoguerra, e ciò per facilitare il loro impiego da parte di lettori stranieri, dal momento che esse non riportano titoli e didascalie se non in italiano. <br />
<br />
Questo criterio, insieme alla rigidità delle inevitabili scelte accennate, può aver dato, in qualche punto, un carattere di definitività e di apo-ditticità ad una terminologia in realtà non ancora attestata, o suscettibile di numerose variazioni, su un identico tema, soprattutto quando il demografo appaia preoccupato, nei suoi scritti, di sposare Feleganza alla precisioneo<br />
<br />
=Dall'avvertenza ai volumi francese, inglese e spagnolo=<br />
Il <i>Dizionario demografico multilingue </i>si compone di volumi redatti ciascuno in una sola lingua, e contenenti un <i>testo </i>corredato di <i>note </i>ed un <i>indice </i>alfabetico.<br />
<br />
Il <i>testo </i>ha unicamente Io scopo di presentare la terminologia tecnica impiegata in demografia in una esposizione che ne chiarisca il senso. Esso abbraccia nove capitoli, ciascuno dei quali comprende un certo numero di paragrafi. Un numero di tre cifre, di cui la prima richiama il numero d'ordine dei capitoli, consente di identificare ogni paragrafo. Gli elementi terminologici — parole ed espressioni — che vi sono inclusi sono stampati in grassetto ed accompagnati da una cifra. Questa, letta di seguito al numero del paragrafo, dà il <i>numero di riferimento </i>per l'elemento terminologico in questione.<br />
<br />
La numerazione è stata fatta per <i>concetti. </i>Ne segue che viene assegnato un identico numero di riferimento agli elementi terminologici che hanno lo stesso significato, o significati abbastanza vicini, mentre ad uno stesso elemento terminologico toccano numeri di riferimento distinti quando esso possa assumere varie accezioni.<br />
<br />
Alcuni paragrafi sono seguiti da <i>note. </i>Esse contengono osservazioni particolari del volume in cui sono inserite, ed una terminologia completamente attinente al concetto cui si riferiscono. L'ultima cifra del numero di riferimento che contrassegni quest'ultimo è ripetuta in testa alla nota corrispondente. I riferimenti alla terminologia inclusa nelle note si distinguono da quelli concernenti la materia fondamentale del Dizionario (messa nel testo vero e proprio) mediante un <i>asterisco </i>posto a seguito del numero spettante al concetto.<br />
<br />
Solo gli elementi terminologici che figurano nel testo propriamente detto si corrispondono di volume in volume; tale corrispondenza viene assicurata per mezzo dell'identico numero di riferimento (a quattro cifre e senza asterisco) che è stato loro attribuito.<br />
Due serie di paragrafi (quelli portanti i numeri, rispettivamente, 303 e 344, seguiti da una lettera) implicano, nei diversi volumi, denominazioni proprie ad alcuni Paesi in cui è usata la lingua di cui si tratta. Non si potrebbe stabilire nessuna corrispondenza precisa fra i vari volumi, per quanto si riferisce agli elementi terminologici inseriti in detti paragrafi. Pertanto, tali elementi non sono stati numerati singolarmente.<br />
<br />
Tutti gli elementi terminologici stampati in grassetto, tanto nel testo propriamente detto quanto nelle note, sono elencati in ordine alfabetico <i>nell' indice, </i>seguiti dal numero o dai numeri di riferimento, che permettono di identificare la loro posizione nel corpo del testo.<br />
<br />
Quando un concetto provvisto, nel Dizionario, di un numero di riferimento non ha ricevuto una propria denominazione in una lingua determinata, l'espressione che, nel volume corrispondente, figura con quel numero di riferimento è stampata <i>in corsivo, </i>e non in grassetto come nei casi di espressioni in uso. Essa è stata riportata a puro titolo di suggerimento, per facilitare il lavoro dei traduttori, e non è riprodotta nell'indice. La si distingue dalle citazioni, pure stampate in corsivo, per via della cifra che l'accompagna.<br />
<br />
La <i>maniera di usare </i>il Dizionario può essere illustrata schematicamente come segue. Sia da tradurre in francese l'espressione inglese di un dato concetto. L'indice inglese fornisce, per l'elemento terminologico da tradurre, il numero assegnato al concetto espresso. Andando al paragrafo corrispondente nel volume francese, si trova l'espressione francese del concetto in parola.<br />
In pratica, è indispensabile <i>leggere tutto il paragrafo </i>al quale si è rimandati, senza dimenticar le note, non solo perchè spesso vi si troveranno elementi utili, ma anche perchè le esigenze della redazione hanno talora imposto di disporre, in seno ad un paragrafo determinato, elementi terminologici, o spiegazioni ad essi pertinenti, in una successione diversa da quella dei numeri di riferimento.<br />
<br />
È anche indispensabile <i>confrontare le due versioni dello stesso paragrafo </i>nelle due lingue, il che permetterà, quando sia il caso, di rendersi conto delle differenze di significato fra espressioni le quali si equivalgano solo in maniera approssimativa. <br />
<br />
=Avvertenza al volume italiano=<br />
<br />
Ad integrazione dell'estratto dall'avvertenza ai testi di base -— ove si danno tntte le istruzioni necessarie per l'uso del Dizionario —, per quanto concerne il <i>volume italiano, </i>poche cose vanno aggiunte.<br />
<br />
In qualche caso si è constatato che nella letteratura demografica italiana non hanno trovato cittadinanza determinati elementi terminologici citati nei testi di base, non solo, ma neppure i concetti cui essi danno una denominazione. In casi del genere, rari per la verità, si è adottata la soluzione di fornire una traduzione letterale dell'espressione contenuta nei testi di riferimento, presentandola in corsivo, non in grassetto, e numerata, come per il caso analogo di espressioni non attestate, riferentisi però a nozioni comunemente accolte.<br />
<br />
Anche in quello italiano, come in altri volumi, si è seguito il criterio di presentare in ordine di preferenza più espressioni sinonime figuranti sotto un identico numero di riferimento. Non sempre però l'ordine stabilisce una reale graduatoria fra espressioni all'incirca equivalenti: talvolta, infatti, non v'è motivo sostanziale di preferenza per una piuttosto che per un'altra formulazione. In genere, però, è consigliabile di servirsi, nelle traduzioni, del primo o dei primi elementi terminologici elencati sotto uno stesso numero.<br />
<br />
Per non sovraccaricare il testo né l'indice, non sono state citate varianti di poco conto, e facilmente comprensibili, delle espressioni riportate: così sì parla solo di « mortalità anteneonatale » e non anche di « mortalità ante-neonatale » o di « mortalità ante-neo-natale », come capita di veder scritto; e si cita solo l'espressione « quozienti di mortalità per causa», e non anche le equivalenti «quozienti di mortalità per cause», «quozienti di mortalità secondo la causa» e «quozienti di mortalità secondo le cause», ecc. A parità di altre circostanze, si è data la preferenza alle espressioni che apparivano grammaticalmente ed ortograficamente più spedite.<br />
<br />
Infine per quanto concerne la formazione dell'indice alfabetico, va detto che gli elementi terminologici inseriti nel testo vi compaiono sotto le parole o i gruppi di parole principali che vi rientrano. Come nell'indice del volume francese, i <i>gruppi di parole </i>i quali potevano esser considerati esprimere, da sé soli, un concetto particolare sono stati inclusi nell'indice, di seguito alla prima parola del gruppo, in un ordine alfabetico stretto, prendendo in considerazione per questo (completati) ogni particella, articolo, preposizione, e via dicendo. Questa concezione dell'indice è sembrata più conveniente, per l'uso, di una fondata sulle parole significative. Le parole composte di più altre sono state trattate, nella formazione dell'indice, come gruppi di parole se erano collegate con un trattino, e come una parola sola in caso diverso. <br />
<br />
<br />
=Lista delle abbreviazioni usate nel volume italiano=<br />
<br />
{|<br />
|agg. || aggettivo, aggettivo dei due generi || nm. ||numero<br />
|-<br />
|avv. ||avverbio || par.|| paragrafo<br />
|-<br />
|cir. ||confronta || pl.|| plurale<br />
|-<br />
|f. || femminile || pp.||participio. passato<br />
|-<br />
|ff. || facente funzione di || ppr. || participio presente<br />
|-<br />
|i. ||intransitivo || prep. || preposizione<br />
|-<br />
|ISTAT ||Istituto Centrale di' Statistica ||r. || riflessivo<br />
|-<br />
|loc. ||locuzione || s.|| sostantivo, sostantivo dei due generi<br />
|-<br />
|m. ||maschile || segg. || seguenti<br />
|-<br />
|n. || nome proprio || t. || transitivo<br />
|-<br />
|neol. ||neologismo || v. || verbo <br />
|}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
{{OtherLangPrefaces}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Introduzione&diff=1011Introduzione2011-11-24T07:06:19Z<p>Joseph Larmarange: Restaurer les paragrpahes</p>
<hr />
<div><!--'''Introduzione'''--><br />
<br />
__TOC__<br />
<br />
=Storia=<br />
<br />
==La prima edizione==<br />
<br />
Nel 1953, la Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite ha richiesto di preparare un Dizionario Demografico Multilingue; l'Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP) si è offerta di collaborare a questo lavoro. Nel 1955, fu creata una Commissione ad hoc diretta dal francese P. Vincent per preparare le versioni in inglese, francese e spagnolo del Dizionario. I membri della Commissione erano: C.E. Dieulefait (Argentina), H.F. Dorn (Stati Uniti), E. Grebenik (Regno Unito), P. Luzzato-Fegiz (Italia), M. Pascua (Svizzera) e J. Ros Jimeno (Spagna). Le versioni francese ed inglese del Dizionario sono state pubblicate nel 1958 e la versione spagnola nel 1959. Da allora al 1971 furono pubblicate altre dieci versioni in altrettante lingue.<br />
<br />
==La seconda edizione==<br />
<br />
A seguito del rapido evolversi degli studi demografici e di popolazione nel corso degli anni sessanta, nel 1969 il comitato sulla Popolazione richiese l’aggiornamento del Dizionario Demografico Multilingue, attività che fu portata avanti ancora una volta in collaborazione con lo IUSSP. Fu istituito un nuovo Comitato per la Terminologia Demografica Internazionale sotto la presidenza del francese di P. Paillat. I lavori iniziarono nel 1972 con il sostegno economico dell’Ufficio Statunitense per il censimento (U.S. Bureau of the Census). Altri membri del Comitato furono: A. Boyarski (USSR), E. Grebenik (Regno Unito), K. Mayer (Svizzera), J. Nadal (Spagna) and S. Kono (Giappone). Il Comitato sottopose una bozza rivista e corretta del Dizionario all’attenzione di un centinaio di centri di studi demografici i quali restituirono dei commenti. Nel 1976, il prof. Louis Henry fu incaricato dallo IUSSP di curare la seconda edizione del Dizionario in francese. Lo IUSSP chiese poi al Prof. Etienne van de Walle di adattare e tradurre in inglese questa seconda edizione. La seconda edizione in lingua inglese venne pubblicata nel 1982 e successivamente vennero pubblicate le versioni aggiornate in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite.<br />
<br />
==Dalla seconda edizione a Demopaedia==<br />
<br />
La serie di Dizionari Demografici Multilingue è uno dei prodotti più duraturi nella storia della demografia ed ha dato ottimi risultati grazie al lavoro e alla dedizione di studiosi che hanno tradotto nella propria lingua le originarie versioni francesi e inglesi. Grazie a questo impegno la comunità internazionale può oggi beneficiare della seconda versione del Dizionario Demografico in quattordici lingue soprattutto grazie all’iniziativa di Nicolas Brouard il quale ha provveduto alla stesura del dizionario nelle lingue ancora assenti e le ha rese disponibili su internet nel Dizionario Demografico Multilingue attraverso una presentazione basata su un sistema-wiki. Il lavoro è stato sostenuto dalla [http://www.unpopulation.org Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite], dallo IUSSP e dal Comitato Nazionale francese dello IUSSP in modo da facilitare la consultazione di questi validi testi di riferimento.<br />
<br />
=Perché online?=<br />
<br />
Poiché i dizionari demografici redatti in varie lingue erano stati concepiti quali strumenti fruibili nei vari paesi, si considerò d’obbligo renderli accessibili via internet. Oggi, grazie al progetto di Nicolas Brouard, la terminologia demografica standard insieme al suo significato è alla portata di un click per studenti, insegnanti, professori, ricercatori, ufficiali di governo, giornalisti, organizzazioni non governative e il pubblico in senso ampio, per tutti disponibile nella propria lingua.<br />
<br />
<br />
=Funzionalità=<br />
<br />
<br />
I visitatori di Demopaedia possono consultare i moduli in diverse lingue, leggerli o scaricarli e stamparli. Tutti i proprietari dei diritti di copyright l’hanno, infatti, permesso. Gli utenti possono ricercare un termine demografico, navigare tra termini ed espressioni collegate tra loro o passare a un'altra lingua o edizione. Poiché ogni Dizionario è strutturato in capitoli tematici, i termini sono collocati in un preciso contesto. In questo modo non solo si fornisce una definizione per ogni termine ma anche una comprensione della materia per la quale tale termine risulta importante. Ogni modulo di lingua ha un indice interno che facilita la navigazione e i riferimenti incrociati. Inoltre il sistema wiki fornisce strumenti importanti per nuovi sviluppi. Si prevede che il prossimo stadio del progetto permetterà agli studiosi specializzati di inserire aggiunte, revisioni o correzioni alla seconda edizione.<br />
<br />
<br />
=I prossimi passi=<br />
<br />
<br />
La cultura demografica ha compiuto enormi passi da quando le ultime edizioni del Dizionario sono state pubblicate. Vi è una chiara consapevolezza che la struttura e i testi necessitano un aggiornamento. Provvedere a una revisione con un sistema tradizionale di tavole rotonde e gruppi di lavoro sarebbe difficilmente realizzabile. Sviluppare un’aggiornata edizione del Dizionario Multilingue di Demografia on line dovrebbe risultare efficiente e dovrebbe rendere concreta la possibilità di un’estesa collaborazione di professionisti. Demopædia si offre a questo intento. Demopædia ha anche le potenzialità per divenire una piattaforma per condividere e costruire una conoscenza più ampia in demografia e studi di popolazione. La nostra è una visione di un’enciclopedia sulla popolazione di ampio respiro, in continua evoluzione, che serva alla comunità mondiale e che possa beneficiare dell’influenza di testi e idee.<br />
<br />
<br />
=Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione=<br />
<br />
Ogni termine o espressione demografica del Dizionario Demografico Multilingue, che dovrà essere tradotto in tutte le altre lingue, avrà la propria pagina dedicata nell’Enciclopedia Pubblica di Demografia. <br />
<br />
La definizione originale inserita in una delle due edizioni del dizionario demografico multilingue è (o era se il paragrafo è stato sostituito nella seconda edizione) un primo passo per un’enciclopedia multimediale sulle popolazioni. Il Dizionario Demografico Multilingue offre il vantaggio di raccogliere un ampio consenso (la Commissione delle Nazioni Unite sulla terminologia dei primi anni ’50) e di essere stata tradotta in varie lingue (circa quindici). Dall’altro lato, presenta lo svantaggio di essere datata (la seconda edizione in francese risale al 1981) tanto che alcune sezioni o addirittura capitoli devono essere scritti ex novo o riscritti.<br />
Inoltre, l’Enciclopedia ha sempre utilizzato grafici o figure prima assenti nel Dizionario Demografico Multilingue Cartaceo e la moderna Enciclopedia oggi multimediale, offrire immagini animate o file audio.<br />
<br />
Utilizzando il software gratuito della fondazione Wikimedia (MediaWiki), Demopædia avrà le stesse possibilità, regole e restrizioni di Wikipedia. <br />
La sintassi dei vari URLs è simile a uno qualunque dei siti Wikipedia, e.g. sopprimendo qualsiasi riferimento all’edizione e mantenendo le due lettere del linguaggio abbreviato: '''<nowiki>http://en.demopaedia.org/wiki/Age-specific fertility rates</nowiki>''' . Anche la sintassi wiki di Demopædia è identica alla sintassi di wikipedia.<br />
<br />
=Una fase intermedia: l'armonizzazione delle seconde edizioni=<br />
<br />
<br />
A seguito dell’esperienza di Marrakech, molto lavoro è stato fatto per migliorare la qualità dei testi esaminati. Specifici programmi informatici con l’ausilio di decodificatori hanno svolto dei controlli incrociati tra la prima e la seconda edizione in 12/13 lingue in modo da individuare i termini mancanti in una lingua o in un’altra.<br />
<br />
La prima analisi di questo lavoro rivela che la seconda edizione non è rigorosa quanto la prima. La prima edizione, infatti, era frutto del lavoro della commissione sulla terminologia alla metà degli anni ’50 ma la seconda edizione è stata inizialmente revisionata in Francia nel 1981e tradotta e adattata all’inglese nel 1982, in spagnolo nel 1985 in Germania nel 1987 e così via sino alla traduzione nel 2005 in ceco.<br />
Alcuni termini espressioni o addirittura interi paragrafi non sono stati tradotti in inglese ma in spagnolo, arabo, tedesco ecc, e alcune frasi e paragrafi sono stati aggiunti nella seconda edizione inglese ma mai tradotti nella versione francese già pubblicata. Anche la seconda edizione spagnola vede aggiunti nuovi termini che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua se non in arabo.<br />
<br />
La seconda edizione tedesca (1987) definisce altri termini più recenti che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua.<br />
L’attuale proposta (Febbraio 2010) rivolta al [http://demopaedia.org/wiki/Paris2007 Demopædia team] è quella di discutere la possibilità di una di una versione armonizzata o unificata della seconda edizione prima di dare avvio all’enciclopedia aperta.<br />
Le edizioni pubblicate dopo il 1987, non hanno visto l’aggiunta di nuovi termini e perciò l’ultima edizione è quella tedesca del 1987. Per questo motivo un’armonizzazione tra le tre lingue di IUSSP potrebbe rappresentare un passo importante. <br />
<br />
In molte delle specifiche edizioni nelle diverse lingue, la numerazione delle voci differiva (anche tra le versioni inglesi e francesi) spesso a causa di errori, ma a volte perché un termine non era stato tradotto. Il vantaggio del lavoro tecnico è di evidenziare le voci mancanti così da decidere se l’assenza di un termine è dovuta al mancato utilizzo delle stesso in quella specifica lingua o se è stato omesso. Il vantaggio di un progetto a così breve termine, è che tutte le versioni utili ma fuori stampa (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo, giapponese ecc) così come le quattro versioni tradotte di recente (russo, cinese, italiano) saranno disponibili in formato cartaceo nella seconda edizione armonizzata che potrà essere ordinato sul sito di Demopædia. Alcuni campioni erano in vetrina alla conferenza di Marrakech. Inoltre questa edizione armonizzata è da considerare un buon esercizio per un’eventuale terza edizione.<br />
<br />
<br />
=Quando aprirà al pubblico Demopædia?=<br />
<br />
<br />
Il sito di Demopædia è stato inaugurato per la [http://iussp2009.princeton.edu Conferenza Internazionale sulla Popolazione di Marrakech] nell’ottobre del 2009, durante la quale è stata proposta ai partecipanti un primo tirocinio organizzato con la Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite e il Comitato Francese dell’IUSSP.<br />
L’enciclopedia verrà aperta solo ai membri del [http://iussp.org IUSSP association], in seguito al processo di armonizzazione.<br />
Una volta installati i vari strumenti contro gli spammer e gli atti di vandalismo, il sito sarà, si spera, aperto a tutti gli specialisti in studi sulla popolazione.<br />
<br />
<br />
<noinclude>{{SummaryShort}}</noinclude></div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Introduzione&diff=1010Introduzione2011-11-24T07:05:20Z<p>Joseph Larmarange: /* Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione */</p>
<hr />
<div><!--'''Introduzione'''--><br />
<br />
__TOC__<br />
<br />
=Storia=<br />
<br />
==La prima edizione==<br />
<br />
Nel 1953, la Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite ha richiesto di preparare un Dizionario Demografico Multilingue; l'Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP) si è offerta di collaborare a questo lavoro. Nel 1955, fu creata una Commissione ad hoc diretta dal francese P. Vincent per preparare le versioni in inglese, francese e spagnolo del Dizionario. I membri della Commissione erano: C.E. Dieulefait (Argentina), H.F. Dorn (Stati Uniti), E. Grebenik (Regno Unito), P. Luzzato-Fegiz (Italia), M. Pascua (Svizzera) e J. Ros Jimeno (Spagna). Le versioni francese ed inglese del Dizionario sono state pubblicate nel 1958 e la versione spagnola nel 1959. Da allora al 1971 furono pubblicate altre dieci versioni in altrettante lingue.<br />
<br />
==La seconda edizione==<br />
<br />
A seguito del rapido evolversi degli studi demografici e di popolazione nel corso degli anni sessanta, nel 1969 il comitato sulla Popolazione richiese l’aggiornamento del Dizionario Demografico Multilingue, attività che fu portata avanti ancora una volta in collaborazione con lo IUSSP. Fu istituito un nuovo Comitato per la Terminologia Demografica Internazionale sotto la presidenza del francese di P. Paillat. I lavori iniziarono nel 1972 con il sostegno economico dell’Ufficio Statunitense per il censimento (U.S. Bureau of the Census). Altri membri del Comitato furono: A. Boyarski (USSR), E. Grebenik (Regno Unito), K. Mayer (Svizzera), J. Nadal (Spagna) and S. Kono (Giappone). Il Comitato sottopose una bozza rivista e corretta del Dizionario all’attenzione di un centinaio di centri di studi demografici i quali restituirono dei commenti. Nel 1976, il prof. Louis Henry fu incaricato dallo IUSSP di curare la seconda edizione del Dizionario in francese. Lo IUSSP chiese poi al Prof. Etienne van de Walle di adattare e tradurre in inglese questa seconda edizione. La seconda edizione in lingua inglese venne pubblicata nel 1982 e successivamente vennero pubblicate le versioni aggiornate in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite.<br />
<br />
==Dalla seconda edizione a Demopaedia==<br />
<br />
La serie di Dizionari Demografici Multilingue è uno dei prodotti più duraturi nella storia della demografia ed ha dato ottimi risultati grazie al lavoro e alla dedizione di studiosi che hanno tradotto nella propria lingua le originarie versioni francesi e inglesi. Grazie a questo impegno la comunità internazionale può oggi beneficiare della seconda versione del Dizionario Demografico in quattordici lingue soprattutto grazie all’iniziativa di Nicolas Brouard il quale ha provveduto alla stesura del dizionario nelle lingue ancora assenti e le ha rese disponibili su internet nel Dizionario Demografico Multilingue attraverso una presentazione basata su un sistema-wiki. Il lavoro è stato sostenuto dalla [http://www.unpopulation.org Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite], dallo IUSSP e dal Comitato Nazionale francese dello IUSSP in modo da facilitare la consultazione di questi validi testi di riferimento.<br />
<br />
=Perché online?=<br />
<br />
Poiché i dizionari demografici redatti in varie lingue erano stati concepiti quali strumenti fruibili nei vari paesi, si considerò d’obbligo renderli accessibili via internet. Oggi, grazie al progetto di Nicolas Brouard, la terminologia demografica standard insieme al suo significato è alla portata di un click per studenti, insegnanti, professori, ricercatori, ufficiali di governo, giornalisti, organizzazioni non governative e il pubblico in senso ampio, per tutti disponibile nella propria lingua.<br />
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<br />
=Funzionalità=<br />
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<br />
I visitatori di Demopaedia possono consultare i moduli in diverse lingue, leggerli o scaricarli e stamparli. Tutti i proprietari dei diritti di copyright l’hanno, infatti, permesso. Gli utenti possono ricercare un termine demografico, navigare tra termini ed espressioni collegate tra loro o passare a un'altra lingua o edizione. Poiché ogni Dizionario è strutturato in capitoli tematici, i termini sono collocati in un preciso contesto. In questo modo non solo si fornisce una definizione per ogni termine ma anche una comprensione della materia per la quale tale termine risulta importante. Ogni modulo di lingua ha un indice interno che facilita la navigazione e i riferimenti incrociati. Inoltre il sistema wiki fornisce strumenti importanti per nuovi sviluppi. Si prevede che il prossimo stadio del progetto permetterà agli studiosi specializzati di inserire aggiunte, revisioni o correzioni alla seconda edizione.<br />
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=I prossimi passi=<br />
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<br />
La cultura demografica ha compiuto enormi passi da quando le ultime edizioni del Dizionario sono state pubblicate. Vi è una chiara consapevolezza che la struttura e i testi necessitano un aggiornamento. Provvedere a una revisione con un sistema tradizionale di tavole rotonde e gruppi di lavoro sarebbe difficilmente realizzabile. Sviluppare un’aggiornata edizione del Dizionario Multilingue di Demografia on line dovrebbe risultare efficiente e dovrebbe rendere concreta la possibilità di un’estesa collaborazione di professionisti. Demopædia si offre a questo intento. Demopædia ha anche le potenzialità per divenire una piattaforma per condividere e costruire una conoscenza più ampia in demografia e studi di popolazione. La nostra è una visione di un’enciclopedia sulla popolazione di ampio respiro, in continua evoluzione, che serva alla comunità mondiale e che possa beneficiare dell’influenza di testi e idee.<br />
<br />
<br />
=Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione=<br />
<br />
Ogni termine o espressione demografica del Dizionario Demografico Multilingue, che dovrà essere tradotto in tutte le altre lingue, avrà la propria pagina dedicata nell’Enciclopedia Pubblica di Demografia. <br />
La definizione originale inserita in una delle due edizioni del dizionario demografico multilingue è (o era se il paragrafo è stato sostituito nella seconda edizione) un primo passo per un’enciclopedia multimediale sulle popolazioni. Il Dizionario Demografico Multilingue offre il vantaggio di raccogliere un ampio consenso (la Commissione delle Nazioni Unite sulla terminologia dei primi anni ’50) e di essere stata tradotta in varie lingue (circa quindici). Dall’altro lato, presenta lo svantaggio di essere datata (la seconda edizione in francese risale al 1981) tanto che alcune sezioni o addirittura capitoli devono essere scritti ex novo o riscritti.<br />
Inoltre, l’Enciclopedia ha sempre utilizzato grafici o figure prima assenti nel Dizionario Demografico Multilingue Cartaceo e la moderna Enciclopedia oggi multimediale, offrire immagini animate o file audio.<br />
Utilizzando il software gratuito della fondazione Wikimedia (MediaWiki), Demopædia avrà le stesse possibilità, regole e restrizioni di Wikipedia. <br />
La sintassi dei vari URLs è simile a uno qualunque dei siti Wikipedia, e.g. sopprimendo qualsiasi riferimento all’edizione e mantenendo le due lettere del linguaggio abbreviato: '''<nowiki>http://en.demopaedia.org/wiki/Age-specific fertility rates</nowiki>''' . Anche la sintassi wiki di Demopædia è identica alla sintassi di wikipedia.<br />
<br />
=Una fase intermedia: l'armonizzazione delle seconde edizioni=<br />
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<br />
A seguito dell’esperienza di Marrakech, molto lavoro è stato fatto per migliorare la qualità dei testi esaminati. Specifici programmi informatici con l’ausilio di decodificatori hanno svolto dei controlli incrociati tra la prima e la seconda edizione in 12/13 lingue in modo da individuare i termini mancanti in una lingua o in un’altra.<br />
La prima analisi di questo lavoro rivela che la seconda edizione non è rigorosa quanto la prima. La prima edizione, infatti, era frutto del lavoro della commissione sulla terminologia alla metà degli anni ’50 ma la seconda edizione è stata inizialmente revisionata in Francia nel 1981e tradotta e adattata all’inglese nel 1982, in spagnolo nel 1985 in Germania nel 1987 e così via sino alla traduzione nel 2005 in ceco.<br />
Alcuni termini espressioni o addirittura interi paragrafi non sono stati tradotti in inglese ma in spagnolo, arabo, tedesco ecc, e alcune frasi e paragrafi sono stati aggiunti nella seconda edizione inglese ma mai tradotti nella versione francese già pubblicata. Anche la seconda edizione spagnola vede aggiunti nuovi termini che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua se non in arabo.<br />
La seconda edizione tedesca (1987) definisce altri termini più recenti che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua.<br />
L’attuale proposta (Febbraio 2010) rivolta al [http://demopaedia.org/wiki/Paris2007 Demopædia team] è quella di discutere la possibilità di una di una versione armonizzata o unificata della seconda edizione prima di dare avvio all’enciclopedia aperta.<br />
Le edizioni pubblicate dopo il 1987, non hanno visto l’aggiunta di nuovi termini e perciò l’ultima edizione è quella tedesca del 1987. Per questo motivo un’armonizzazione tra le tre lingue di IUSSP potrebbe rappresentare un passo importante. <br />
In molte delle specifiche edizioni nelle diverse lingue, la numerazione delle voci differiva (anche tra le versioni inglesi e francesi) spesso a causa di errori, ma a volte perché un termine non era stato tradotto. Il vantaggio del lavoro tecnico è di evidenziare le voci mancanti così da decidere se l’assenza di un termine è dovuta al mancato utilizzo delle stesso in quella specifica lingua o se è stato omesso. Il vantaggio di un progetto a così breve termine, è che tutte le versioni utili ma fuori stampa (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo, giapponese ecc) così come le quattro versioni tradotte di recente (russo, cinese, italiano) saranno disponibili in formato cartaceo nella seconda edizione armonizzata che potrà essere ordinato sul sito di Demopædia. Alcuni campioni erano in vetrina alla conferenza di Marrakech. Inoltre questa edizione armonizzata è da considerare un buon esercizio per un’eventuale terza edizione.<br />
<br />
<br />
=Quando aprirà al pubblico Demopædia?=<br />
<br />
<br />
Il sito di Demopædia è stato inaugurato per la [http://iussp2009.princeton.edu Conferenza Internazionale sulla Popolazione di Marrakech] nell’ottobre del 2009, durante la quale è stata proposta ai partecipanti un primo tirocinio organizzato con la Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite e il Comitato Francese dell’IUSSP.<br />
L’enciclopedia verrà aperta solo ai membri del [http://iussp.org IUSSP association], in seguito al processo di armonizzazione.<br />
Una volta installati i vari strumenti contro gli spammer e gli atti di vandalismo, il sito sarà, si spera, aperto a tutti gli specialisti in studi sulla popolazione.<br />
<br />
<br />
<noinclude>{{SummaryShort}}</noinclude></div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Introduzione&diff=1009Introduzione2011-11-24T07:04:46Z<p>Joseph Larmarange: nettoyage</p>
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<div><!--'''Introduzione'''--><br />
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__TOC__<br />
<br />
=Storia=<br />
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==La prima edizione==<br />
<br />
Nel 1953, la Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite ha richiesto di preparare un Dizionario Demografico Multilingue; l'Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP) si è offerta di collaborare a questo lavoro. Nel 1955, fu creata una Commissione ad hoc diretta dal francese P. Vincent per preparare le versioni in inglese, francese e spagnolo del Dizionario. I membri della Commissione erano: C.E. Dieulefait (Argentina), H.F. Dorn (Stati Uniti), E. Grebenik (Regno Unito), P. Luzzato-Fegiz (Italia), M. Pascua (Svizzera) e J. Ros Jimeno (Spagna). Le versioni francese ed inglese del Dizionario sono state pubblicate nel 1958 e la versione spagnola nel 1959. Da allora al 1971 furono pubblicate altre dieci versioni in altrettante lingue.<br />
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==La seconda edizione==<br />
<br />
A seguito del rapido evolversi degli studi demografici e di popolazione nel corso degli anni sessanta, nel 1969 il comitato sulla Popolazione richiese l’aggiornamento del Dizionario Demografico Multilingue, attività che fu portata avanti ancora una volta in collaborazione con lo IUSSP. Fu istituito un nuovo Comitato per la Terminologia Demografica Internazionale sotto la presidenza del francese di P. Paillat. I lavori iniziarono nel 1972 con il sostegno economico dell’Ufficio Statunitense per il censimento (U.S. Bureau of the Census). Altri membri del Comitato furono: A. Boyarski (USSR), E. Grebenik (Regno Unito), K. Mayer (Svizzera), J. Nadal (Spagna) and S. Kono (Giappone). Il Comitato sottopose una bozza rivista e corretta del Dizionario all’attenzione di un centinaio di centri di studi demografici i quali restituirono dei commenti. Nel 1976, il prof. Louis Henry fu incaricato dallo IUSSP di curare la seconda edizione del Dizionario in francese. Lo IUSSP chiese poi al Prof. Etienne van de Walle di adattare e tradurre in inglese questa seconda edizione. La seconda edizione in lingua inglese venne pubblicata nel 1982 e successivamente vennero pubblicate le versioni aggiornate in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite.<br />
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==Dalla seconda edizione a Demopaedia==<br />
<br />
La serie di Dizionari Demografici Multilingue è uno dei prodotti più duraturi nella storia della demografia ed ha dato ottimi risultati grazie al lavoro e alla dedizione di studiosi che hanno tradotto nella propria lingua le originarie versioni francesi e inglesi. Grazie a questo impegno la comunità internazionale può oggi beneficiare della seconda versione del Dizionario Demografico in quattordici lingue soprattutto grazie all’iniziativa di Nicolas Brouard il quale ha provveduto alla stesura del dizionario nelle lingue ancora assenti e le ha rese disponibili su internet nel Dizionario Demografico Multilingue attraverso una presentazione basata su un sistema-wiki. Il lavoro è stato sostenuto dalla [http://www.unpopulation.org Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite], dallo IUSSP e dal Comitato Nazionale francese dello IUSSP in modo da facilitare la consultazione di questi validi testi di riferimento.<br />
<br />
=Perché online?=<br />
<br />
Poiché i dizionari demografici redatti in varie lingue erano stati concepiti quali strumenti fruibili nei vari paesi, si considerò d’obbligo renderli accessibili via internet. Oggi, grazie al progetto di Nicolas Brouard, la terminologia demografica standard insieme al suo significato è alla portata di un click per studenti, insegnanti, professori, ricercatori, ufficiali di governo, giornalisti, organizzazioni non governative e il pubblico in senso ampio, per tutti disponibile nella propria lingua.<br />
<br />
<br />
=Funzionalità=<br />
<br />
<br />
I visitatori di Demopaedia possono consultare i moduli in diverse lingue, leggerli o scaricarli e stamparli. Tutti i proprietari dei diritti di copyright l’hanno, infatti, permesso. Gli utenti possono ricercare un termine demografico, navigare tra termini ed espressioni collegate tra loro o passare a un'altra lingua o edizione. Poiché ogni Dizionario è strutturato in capitoli tematici, i termini sono collocati in un preciso contesto. In questo modo non solo si fornisce una definizione per ogni termine ma anche una comprensione della materia per la quale tale termine risulta importante. Ogni modulo di lingua ha un indice interno che facilita la navigazione e i riferimenti incrociati. Inoltre il sistema wiki fornisce strumenti importanti per nuovi sviluppi. Si prevede che il prossimo stadio del progetto permetterà agli studiosi specializzati di inserire aggiunte, revisioni o correzioni alla seconda edizione.<br />
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<br />
=I prossimi passi=<br />
<br />
<br />
La cultura demografica ha compiuto enormi passi da quando le ultime edizioni del Dizionario sono state pubblicate. Vi è una chiara consapevolezza che la struttura e i testi necessitano un aggiornamento. Provvedere a una revisione con un sistema tradizionale di tavole rotonde e gruppi di lavoro sarebbe difficilmente realizzabile. Sviluppare un’aggiornata edizione del Dizionario Multilingue di Demografia on line dovrebbe risultare efficiente e dovrebbe rendere concreta la possibilità di un’estesa collaborazione di professionisti. Demopædia si offre a questo intento. Demopædia ha anche le potenzialità per divenire una piattaforma per condividere e costruire una conoscenza più ampia in demografia e studi di popolazione. La nostra è una visione di un’enciclopedia sulla popolazione di ampio respiro, in continua evoluzione, che serva alla comunità mondiale e che possa beneficiare dell’influenza di testi e idee.<br />
<br />
<br />
=Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione=<br />
<br />
Ogni termine o espressione demografica del Dizionario Demografico Multilingue, che dovrà essere tradotto in tutte le altre lingue, avrà la propria pagina dedicata nell’Enciclopedia Pubblica di Demografia. <br />
La definizione originale inserita in una delle due edizioni del dizionario demografico multilingue è (o era se il paragrafo è stato sostituito nella seconda edizione) un primo passo per un’enciclopedia multimediale sulle popolazioni. Il Dizionario Demografico Multilingue offre il vantaggio di raccogliere un ampio consenso (la Commissione delle Nazioni Unite sulla terminologia dei primi anni ’50) e di essere stata tradotta in varie lingue (circa quindici). Dall’altro lato, presenta lo svantaggio di essere datata (la seconda edizione in francese risale al 1981) tanto che alcune sezioni o addirittura capitoli devono essere scritti ex novo o riscritti.<br />
Inoltre, l’Enciclopedia ha sempre utilizzato grafici o figure prima assenti nel Dizionario Demografico Multilingue Cartaceo e la moderna Enciclopedia oggi multimediale, offrire immagini animate o file audio.<br />
Utilizzando il software gratuito della fondazione Wikimedia (MediaWiki), Demopædia avrà le stesse possibilità, regole e restrizioni di Wikipedia. <br />
La sintassi dei vari URLS è simile a uno qualunque dei siti Wikipedia, e.g. sopprimendo qualsiasi riferimento all’edizione e mantenendo le due lettere del linguaggio abbreviato: '''<nowiki>http://en.demopaedia.org/wiki/Age-specific fertility rates</nowiki>''' . Anche la sintassi wiki di Demopædia è identica alla sintassi di wikipedia.<br />
<br />
<br />
=Una fase intermedia: l'armonizzazione delle seconde edizioni=<br />
<br />
<br />
A seguito dell’esperienza di Marrakech, molto lavoro è stato fatto per migliorare la qualità dei testi esaminati. Specifici programmi informatici con l’ausilio di decodificatori hanno svolto dei controlli incrociati tra la prima e la seconda edizione in 12/13 lingue in modo da individuare i termini mancanti in una lingua o in un’altra.<br />
La prima analisi di questo lavoro rivela che la seconda edizione non è rigorosa quanto la prima. La prima edizione, infatti, era frutto del lavoro della commissione sulla terminologia alla metà degli anni ’50 ma la seconda edizione è stata inizialmente revisionata in Francia nel 1981e tradotta e adattata all’inglese nel 1982, in spagnolo nel 1985 in Germania nel 1987 e così via sino alla traduzione nel 2005 in ceco.<br />
Alcuni termini espressioni o addirittura interi paragrafi non sono stati tradotti in inglese ma in spagnolo, arabo, tedesco ecc, e alcune frasi e paragrafi sono stati aggiunti nella seconda edizione inglese ma mai tradotti nella versione francese già pubblicata. Anche la seconda edizione spagnola vede aggiunti nuovi termini che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua se non in arabo.<br />
La seconda edizione tedesca (1987) definisce altri termini più recenti che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua.<br />
L’attuale proposta (Febbraio 2010) rivolta al [http://demopaedia.org/wiki/Paris2007 Demopædia team] è quella di discutere la possibilità di una di una versione armonizzata o unificata della seconda edizione prima di dare avvio all’enciclopedia aperta.<br />
Le edizioni pubblicate dopo il 1987, non hanno visto l’aggiunta di nuovi termini e perciò l’ultima edizione è quella tedesca del 1987. Per questo motivo un’armonizzazione tra le tre lingue di IUSSP potrebbe rappresentare un passo importante. <br />
In molte delle specifiche edizioni nelle diverse lingue, la numerazione delle voci differiva (anche tra le versioni inglesi e francesi) spesso a causa di errori, ma a volte perché un termine non era stato tradotto. Il vantaggio del lavoro tecnico è di evidenziare le voci mancanti così da decidere se l’assenza di un termine è dovuta al mancato utilizzo delle stesso in quella specifica lingua o se è stato omesso. Il vantaggio di un progetto a così breve termine, è che tutte le versioni utili ma fuori stampa (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo, giapponese ecc) così come le quattro versioni tradotte di recente (russo, cinese, italiano) saranno disponibili in formato cartaceo nella seconda edizione armonizzata che potrà essere ordinato sul sito di Demopædia. Alcuni campioni erano in vetrina alla conferenza di Marrakech. Inoltre questa edizione armonizzata è da considerare un buon esercizio per un’eventuale terza edizione.<br />
<br />
<br />
=Quando aprirà al pubblico Demopædia?=<br />
<br />
<br />
Il sito di Demopædia è stato inaugurato per la [http://iussp2009.princeton.edu Conferenza Internazionale sulla Popolazione di Marrakech] nell’ottobre del 2009, durante la quale è stata proposta ai partecipanti un primo tirocinio organizzato con la Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite e il Comitato Francese dell’IUSSP.<br />
L’enciclopedia verrà aperta solo ai membri del [http://iussp.org IUSSP association], in seguito al processo di armonizzazione.<br />
Una volta installati i vari strumenti contro gli spammer e gli atti di vandalismo, il sito sarà, si spera, aperto a tutti gli specialisti in studi sulla popolazione.<br />
<br />
<br />
<noinclude>{{SummaryShort}}</noinclude></div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Pagina_principale&diff=16Pagina principale2011-11-24T07:04:24Z<p>Joseph Larmarange: Inclusion de l'introdction</p>
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<div><noinclude>{{SummaryShort}}</noinclude><br />
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{{:Introduzione}}<br />
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<noinclude>{{SummaryShort}}</noinclude></div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Introduzione&diff=1008Introduzione2011-11-24T07:02:48Z<p>Joseph Larmarange: Balises noinclude</p>
<hr />
<div><!--'''Introduzione'''--><br />
Il progetto Demopædia nasce nel 2005...<br />
<br />
<br />
__TOC__<br />
<br />
=Storia=<br />
<br />
==La prima edizione==<br />
<br />
Nel 1953, la Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite ha richiesto di preparare un Dizionario Demografico Multilingue; l'Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP) si è offerta di collaborare a questo lavoro. Nel 1955, fu creata una Commissione ad hoc diretta dal francese P. Vincent per preparare le versioni in inglese, francese e spagnolo del Dizionario. I membri della Commissione erano: C.E. Dieulefait (Argentina), H.F. Dorn (Stati Uniti), E. Grebenik (Regno Unito), P. Luzzato-Fegiz (Italia), M. Pascua (Svizzera) e J. Ros Jimeno (Spagna). Le versioni francese ed inglese del Dizionario sono state pubblicate nel 1958 e la versione spagnola nel 1959. Da allora al 1971 furono pubblicate altre dieci versioni in altrettante lingue.<br />
<br />
==La seconda edizione==<br />
<br />
A seguito del rapido evolversi degli studi demografici e di popolazione nel corso degli anni sessanta, nel 1969 il comitato sulla Popolazione richiese l’aggiornamento del Dizionario Demografico Multilingue, attività che fu portata avanti ancora una volta in collaborazione con lo IUSSP. Fu istituito un nuovo Comitato per la Terminologia Demografica Internazionale sotto la presidenza del francese di P. Paillat. I lavori iniziarono nel 1972 con il sostegno economico dell’Ufficio Statunitense per il censimento (U.S. Bureau of the Census). Altri membri del Comitato furono: A. Boyarski (USSR), E. Grebenik (Regno Unito), K. Mayer (Svizzera), J. Nadal (Spagna) and S. Kono (Giappone). Il Comitato sottopose una bozza rivista e corretta del Dizionario all’attenzione di un centinaio di centri di studi demografici i quali restituirono dei commenti. Nel 1976, il prof. Louis Henry fu incaricato dallo IUSSP di curare la seconda edizione del Dizionario in francese. Lo IUSSP chiese poi al Prof. Etienne van de Walle di adattare e tradurre in inglese questa seconda edizione. La seconda edizione in lingua inglese venne pubblicata nel 1982 e successivamente vennero pubblicate le versioni aggiornate in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite.<br />
<br />
==Dalla seconda edizione a Demopaedia==<br />
<br />
La serie di Dizionari Demografici Multilingue è uno dei prodotti più duraturi nella storia della demografia ed ha dato ottimi risultati grazie al lavoro e alla dedizione di studiosi che hanno tradotto nella propria lingua le originarie versioni francesi e inglesi. Grazie a questo impegno la comunità internazionale può oggi beneficiare della seconda versione del Dizionario Demografico in quattordici lingue soprattutto grazie all’iniziativa di Nicolas Brouard il quale ha provveduto alla stesura del dizionario nelle lingue ancora assenti e le ha rese disponibili su internet nel Dizionario Demografico Multilingue attraverso una presentazione basata su un sistema-wiki. Il lavoro è stato sostenuto dalla [http://www.unpopulation.org Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite], dallo IUSSP e dal Comitato Nazionale francese dello IUSSP in modo da facilitare la consultazione di questi validi testi di riferimento.<br />
<br />
=Perché online?=<br />
<br />
Poiché i dizionari demografici redatti in varie lingue erano stati concepiti quali strumenti fruibili nei vari paesi, si considerò d’obbligo renderli accessibili via internet. Oggi, grazie al progetto di Nicolas Brouard, la terminologia demografica standard insieme al suo significato è alla portata di un click per studenti, insegnanti, professori, ricercatori, ufficiali di governo, giornalisti, organizzazioni non governative e il pubblico in senso ampio, per tutti disponibile nella propria lingua.<br />
<br />
<br />
=Funzionalità=<br />
<br />
<br />
I visitatori di Demopaedia possono consultare i moduli in diverse lingue, leggerli o scaricarli e stamparli. Tutti i proprietari dei diritti di copyright l’hanno, infatti, permesso. Gli utenti possono ricercare un termine demografico, navigare tra termini ed espressioni collegate tra loro o passare a un'altra lingua o edizione. Poiché ogni Dizionario è strutturato in capitoli tematici, i termini sono collocati in un preciso contesto. In questo modo non solo si fornisce una definizione per ogni termine ma anche una comprensione della materia per la quale tale termine risulta importante. Ogni modulo di lingua ha un indice interno che facilita la navigazione e i riferimenti incrociati. Inoltre il sistema wiki fornisce strumenti importanti per nuovi sviluppi. Si prevede che il prossimo stadio del progetto permetterà agli studiosi specializzati di inserire aggiunte, revisioni o correzioni alla seconda edizione.<br />
<br />
<br />
=I prossimi passi=<br />
<br />
<br />
La cultura demografica ha compiuto enormi passi da quando le ultime edizioni del Dizionario sono state pubblicate. Vi è una chiara consapevolezza che la struttura e i testi necessitano un aggiornamento. Provvedere a una revisione con un sistema tradizionale di tavole rotonde e gruppi di lavoro sarebbe difficilmente realizzabile. Sviluppare un’aggiornata edizione del Dizionario Multilingue di Demografia on line dovrebbe risultare efficiente e dovrebbe rendere concreta la possibilità di un’estesa collaborazione di professionisti. Demopædia si offre a questo intento. Demopædia ha anche le potenzialità per divenire una piattaforma per condividere e costruire una conoscenza più ampia in demografia e studi di popolazione. La nostra è una visione di un’enciclopedia sulla popolazione di ampio respiro, in continua evoluzione, che serva alla comunità mondiale e che possa beneficiare dell’influenza di testi e idee.<br />
<br />
<br />
=Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione=<br />
<br />
Ogni termine o espressione demografica del Dizionario Demografico Multilingue, che dovrà essere tradotto in tutte le altre lingue, avrà la propria pagina dedicata nell’Enciclopedia Pubblica di Demografia. <br />
La definizione originale inserita in una delle due edizioni del dizionario demografico multilingue è (o era se il paragrafo è stato sostituito nella seconda edizione) un primo passo per un’enciclopedia multimediale sulle popolazioni. Il Dizionario Demografico Multilingue offre il vantaggio di raccogliere un ampio consenso (la Commissione delle Nazioni Unite sulla terminologia dei primi anni ’50) e di essere stata tradotta in varie lingue (circa quindici). Dall’altro lato, presenta lo svantaggio di essere datata (la seconda edizione in francese risale al 1981) tanto che alcune sezioni o addirittura capitoli devono essere scritti ex novo o riscritti.<br />
Inoltre, l’Enciclopedia ha sempre utilizzato grafici o figure prima assenti nel Dizionario Demografico Multilingue Cartaceo e la moderna Enciclopedia oggi multimediale, offrire immagini animate o file audio.<br />
Utilizzando il software gratuito della fondazione Wikimedia (MediaWiki), Demopædia avrà le stesse possibilità, regole e restrizioni di Wikipedia. <br />
La sintassi dei vari URLS è simile a uno qualunque dei siti Wikipedia, e.g. sopprimendo qualsiasi riferimento all’edizione e mantenendo le due lettere del linguaggio abbreviato: '''<nowiki>http://en.demopaedia.org/wiki/Age-specific fertility rates</nowiki>''' . Anche la sintassi wiki di Demopædia è identica alla sintassi di wikipedia.<br />
<br />
<br />
=Una fase intermedia: l'armonizzazione delle seconde edizioni=<br />
<br />
<br />
A seguito dell’esperienza di Marrakech, molto lavoro è stato fatto per migliorare la qualità dei testi esaminati. Specifici programmi informatici con l’ausilio di decodificatori hanno svolto dei controlli incrociati tra la prima e la seconda edizione in 12/13 lingue in modo da individuare i termini mancanti in una lingua o in un’altra.<br />
La prima analisi di questo lavoro rivela che la seconda edizione non è rigorosa quanto la prima. La prima edizione, infatti, era frutto del lavoro della commissione sulla terminologia alla metà degli anni ’50 ma la seconda edizione è stata inizialmente revisionata in Francia nel 1981e tradotta e adattata all’inglese nel 1982, in spagnolo nel 1985 in Germania nel 1987 e così via sino alla traduzione nel 2005 in ceco.<br />
Alcuni termini espressioni o addirittura interi paragrafi non sono stati tradotti in inglese ma in spagnolo, arabo, tedesco ecc, e alcune frasi e paragrafi sono stati aggiunti nella seconda edizione inglese ma mai tradotti nella versione francese già pubblicata. Anche la seconda edizione spagnola vede aggiunti nuovi termini che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua se non in arabo.<br />
La seconda edizione tedesca (1987) definisce altri termini più recenti che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua.<br />
L’attuale proposta (Febbraio 2010) rivolta al [http://demopaedia.org/wiki/Paris2007 Demopædia team] è quella di discutere la possibilità di una di una versione armonizzata o unificata della seconda edizione prima di dare avvio all’enciclopedia aperta.<br />
Le edizioni pubblicate dopo il 1987, non hanno visto l’aggiunta di nuovi termini e perciò l’ultima edizione è quella tedesca del 1987. Per questo motivo un’armonizzazione tra le tre lingue di IUSSP potrebbe rappresentare un passo importante. <br />
In molte delle specifiche edizioni nelle diverse lingue, la numerazione delle voci differiva (anche tra le versioni inglesi e francesi) spesso a causa di errori, ma a volte perché un termine non era stato tradotto. Il vantaggio del lavoro tecnico è di evidenziare le voci mancanti così da decidere se l’assenza di un termine è dovuta al mancato utilizzo delle stesso in quella specifica lingua o se è stato omesso. Il vantaggio di un progetto a così breve termine, è che tutte le versioni utili ma fuori stampa (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo, giapponese ecc) così come le quattro versioni tradotte di recente (russo, cinese, italiano) saranno disponibili in formato cartaceo nella seconda edizione armonizzata che potrà essere ordinato sul sito di Demopædia. Alcuni campioni erano in vetrina alla conferenza di Marrakech. Inoltre questa edizione armonizzata è da considerare un buon esercizio per un’eventuale terza edizione.<br />
<br />
<br />
=Quando aprirà al pubblico Demopædia?=<br />
<br />
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Il sito di Demopædia è stato inaugurato per la [http://iussp2009.princeton.edu Conferenza Internazionale sulla Popolazione di Marrakech] nell’ottobre del 2009, durante la quale è stata proposta ai partecipanti un primo tirocinio organizzato con la Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite e il Comitato Francese dell’IUSSP.<br />
L’enciclopedia verrà aperta solo ai membri del [http://iussp.org IUSSP association], in seguito al processo di armonizzazione.<br />
Una volta installati i vari strumenti contro gli spammer e gli atti di vandalismo, il sito sarà, si spera, aperto a tutti gli specialisti in studi sulla popolazione.<br />
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<noinclude>{{SummaryShort}}</noinclude></div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Introduzione&diff=1007Introduzione2011-11-24T07:02:11Z<p>Joseph Larmarange: L'introduction doit être rédigée sur sa page dédiée</p>
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<div><!--'''Introduzione'''--><br />
Il progetto Demopædia nasce nel 2005...<br />
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=Storia=<br />
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==La prima edizione==<br />
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Nel 1953, la Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite ha richiesto di preparare un Dizionario Demografico Multilingue; l'Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP) si è offerta di collaborare a questo lavoro. Nel 1955, fu creata una Commissione ad hoc diretta dal francese P. Vincent per preparare le versioni in inglese, francese e spagnolo del Dizionario. I membri della Commissione erano: C.E. Dieulefait (Argentina), H.F. Dorn (Stati Uniti), E. Grebenik (Regno Unito), P. Luzzato-Fegiz (Italia), M. Pascua (Svizzera) e J. Ros Jimeno (Spagna). Le versioni francese ed inglese del Dizionario sono state pubblicate nel 1958 e la versione spagnola nel 1959. Da allora al 1971 furono pubblicate altre dieci versioni in altrettante lingue.<br />
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==La seconda edizione==<br />
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A seguito del rapido evolversi degli studi demografici e di popolazione nel corso degli anni sessanta, nel 1969 il comitato sulla Popolazione richiese l’aggiornamento del Dizionario Demografico Multilingue, attività che fu portata avanti ancora una volta in collaborazione con lo IUSSP. Fu istituito un nuovo Comitato per la Terminologia Demografica Internazionale sotto la presidenza del francese di P. Paillat. I lavori iniziarono nel 1972 con il sostegno economico dell’Ufficio Statunitense per il censimento (U.S. Bureau of the Census). Altri membri del Comitato furono: A. Boyarski (USSR), E. Grebenik (Regno Unito), K. Mayer (Svizzera), J. Nadal (Spagna) and S. Kono (Giappone). Il Comitato sottopose una bozza rivista e corretta del Dizionario all’attenzione di un centinaio di centri di studi demografici i quali restituirono dei commenti. Nel 1976, il prof. Louis Henry fu incaricato dallo IUSSP di curare la seconda edizione del Dizionario in francese. Lo IUSSP chiese poi al Prof. Etienne van de Walle di adattare e tradurre in inglese questa seconda edizione. La seconda edizione in lingua inglese venne pubblicata nel 1982 e successivamente vennero pubblicate le versioni aggiornate in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite.<br />
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==Dalla seconda edizione a Demopaedia==<br />
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La serie di Dizionari Demografici Multilingue è uno dei prodotti più duraturi nella storia della demografia ed ha dato ottimi risultati grazie al lavoro e alla dedizione di studiosi che hanno tradotto nella propria lingua le originarie versioni francesi e inglesi. Grazie a questo impegno la comunità internazionale può oggi beneficiare della seconda versione del Dizionario Demografico in quattordici lingue soprattutto grazie all’iniziativa di Nicolas Brouard il quale ha provveduto alla stesura del dizionario nelle lingue ancora assenti e le ha rese disponibili su internet nel Dizionario Demografico Multilingue attraverso una presentazione basata su un sistema-wiki. Il lavoro è stato sostenuto dalla [http://www.unpopulation.org Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite], dallo IUSSP e dal Comitato Nazionale francese dello IUSSP in modo da facilitare la consultazione di questi validi testi di riferimento.<br />
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=Perché online?=<br />
<br />
Poiché i dizionari demografici redatti in varie lingue erano stati concepiti quali strumenti fruibili nei vari paesi, si considerò d’obbligo renderli accessibili via internet. Oggi, grazie al progetto di Nicolas Brouard, la terminologia demografica standard insieme al suo significato è alla portata di un click per studenti, insegnanti, professori, ricercatori, ufficiali di governo, giornalisti, organizzazioni non governative e il pubblico in senso ampio, per tutti disponibile nella propria lingua.<br />
<br />
<br />
=Funzionalità=<br />
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<br />
I visitatori di Demopaedia possono consultare i moduli in diverse lingue, leggerli o scaricarli e stamparli. Tutti i proprietari dei diritti di copyright l’hanno, infatti, permesso. Gli utenti possono ricercare un termine demografico, navigare tra termini ed espressioni collegate tra loro o passare a un'altra lingua o edizione. Poiché ogni Dizionario è strutturato in capitoli tematici, i termini sono collocati in un preciso contesto. In questo modo non solo si fornisce una definizione per ogni termine ma anche una comprensione della materia per la quale tale termine risulta importante. Ogni modulo di lingua ha un indice interno che facilita la navigazione e i riferimenti incrociati. Inoltre il sistema wiki fornisce strumenti importanti per nuovi sviluppi. Si prevede che il prossimo stadio del progetto permetterà agli studiosi specializzati di inserire aggiunte, revisioni o correzioni alla seconda edizione.<br />
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=I prossimi passi=<br />
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La cultura demografica ha compiuto enormi passi da quando le ultime edizioni del Dizionario sono state pubblicate. Vi è una chiara consapevolezza che la struttura e i testi necessitano un aggiornamento. Provvedere a una revisione con un sistema tradizionale di tavole rotonde e gruppi di lavoro sarebbe difficilmente realizzabile. Sviluppare un’aggiornata edizione del Dizionario Multilingue di Demografia on line dovrebbe risultare efficiente e dovrebbe rendere concreta la possibilità di un’estesa collaborazione di professionisti. Demopædia si offre a questo intento. Demopædia ha anche le potenzialità per divenire una piattaforma per condividere e costruire una conoscenza più ampia in demografia e studi di popolazione. La nostra è una visione di un’enciclopedia sulla popolazione di ampio respiro, in continua evoluzione, che serva alla comunità mondiale e che possa beneficiare dell’influenza di testi e idee.<br />
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=Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione=<br />
<br />
Ogni termine o espressione demografica del Dizionario Demografico Multilingue, che dovrà essere tradotto in tutte le altre lingue, avrà la propria pagina dedicata nell’Enciclopedia Pubblica di Demografia. <br />
La definizione originale inserita in una delle due edizioni del dizionario demografico multilingue è (o era se il paragrafo è stato sostituito nella seconda edizione) un primo passo per un’enciclopedia multimediale sulle popolazioni. Il Dizionario Demografico Multilingue offre il vantaggio di raccogliere un ampio consenso (la Commissione delle Nazioni Unite sulla terminologia dei primi anni ’50) e di essere stata tradotta in varie lingue (circa quindici). Dall’altro lato, presenta lo svantaggio di essere datata (la seconda edizione in francese risale al 1981) tanto che alcune sezioni o addirittura capitoli devono essere scritti ex novo o riscritti.<br />
Inoltre, l’Enciclopedia ha sempre utilizzato grafici o figure prima assenti nel Dizionario Demografico Multilingue Cartaceo e la moderna Enciclopedia oggi multimediale, offrire immagini animate o file audio.<br />
Utilizzando il software gratuito della fondazione Wikimedia (MediaWiki), Demopædia avrà le stesse possibilità, regole e restrizioni di Wikipedia. <br />
La sintassi dei vari URLS è simile a uno qualunque dei siti Wikipedia, e.g. sopprimendo qualsiasi riferimento all’edizione e mantenendo le due lettere del linguaggio abbreviato: '''<nowiki>http://en.demopaedia.org/wiki/Age-specific fertility rates</nowiki>''' . Anche la sintassi wiki di Demopædia è identica alla sintassi di wikipedia.<br />
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=Una fase intermedia: l'armonizzazione delle seconde edizioni=<br />
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<br />
A seguito dell’esperienza di Marrakech, molto lavoro è stato fatto per migliorare la qualità dei testi esaminati. Specifici programmi informatici con l’ausilio di decodificatori hanno svolto dei controlli incrociati tra la prima e la seconda edizione in 12/13 lingue in modo da individuare i termini mancanti in una lingua o in un’altra.<br />
La prima analisi di questo lavoro rivela che la seconda edizione non è rigorosa quanto la prima. La prima edizione, infatti, era frutto del lavoro della commissione sulla terminologia alla metà degli anni ’50 ma la seconda edizione è stata inizialmente revisionata in Francia nel 1981e tradotta e adattata all’inglese nel 1982, in spagnolo nel 1985 in Germania nel 1987 e così via sino alla traduzione nel 2005 in ceco.<br />
Alcuni termini espressioni o addirittura interi paragrafi non sono stati tradotti in inglese ma in spagnolo, arabo, tedesco ecc, e alcune frasi e paragrafi sono stati aggiunti nella seconda edizione inglese ma mai tradotti nella versione francese già pubblicata. Anche la seconda edizione spagnola vede aggiunti nuovi termini che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua se non in arabo.<br />
La seconda edizione tedesca (1987) definisce altri termini più recenti che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua.<br />
L’attuale proposta (Febbraio 2010) rivolta al [http://demopaedia.org/wiki/Paris2007 Demopædia team] è quella di discutere la possibilità di una di una versione armonizzata o unificata della seconda edizione prima di dare avvio all’enciclopedia aperta.<br />
Le edizioni pubblicate dopo il 1987, non hanno visto l’aggiunta di nuovi termini e perciò l’ultima edizione è quella tedesca del 1987. Per questo motivo un’armonizzazione tra le tre lingue di IUSSP potrebbe rappresentare un passo importante. <br />
In molte delle specifiche edizioni nelle diverse lingue, la numerazione delle voci differiva (anche tra le versioni inglesi e francesi) spesso a causa di errori, ma a volte perché un termine non era stato tradotto. Il vantaggio del lavoro tecnico è di evidenziare le voci mancanti così da decidere se l’assenza di un termine è dovuta al mancato utilizzo delle stesso in quella specifica lingua o se è stato omesso. Il vantaggio di un progetto a così breve termine, è che tutte le versioni utili ma fuori stampa (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo, giapponese ecc) così come le quattro versioni tradotte di recente (russo, cinese, italiano) saranno disponibili in formato cartaceo nella seconda edizione armonizzata che potrà essere ordinato sul sito di Demopædia. Alcuni campioni erano in vetrina alla conferenza di Marrakech. Inoltre questa edizione armonizzata è da considerare un buon esercizio per un’eventuale terza edizione.<br />
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=Quando aprirà al pubblico Demopædia?=<br />
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Il sito di Demopædia è stato inaugurato per la [http://iussp2009.princeton.edu Conferenza Internazionale sulla Popolazione di Marrakech] nell’ottobre del 2009, durante la quale è stata proposta ai partecipanti un primo tirocinio organizzato con la Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite e il Comitato Francese dell’IUSSP.<br />
L’enciclopedia verrà aperta solo ai membri del [http://iussp.org IUSSP association], in seguito al processo di armonizzazione.<br />
Una volta installati i vari strumenti contro gli spammer e gli atti di vandalismo, il sito sarà, si spera, aperto a tutti gli specialisti in studi sulla popolazione.<br />
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{{SummaryShort}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Pagina_principale&diff=15Pagina principale2011-11-24T06:58:56Z<p>Joseph Larmarange: Structuration des titres</p>
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<div>{{SummaryShort}}<br />
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=Storia=<br />
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==La prima edizione==<br />
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Nel 1953, la Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite ha richiesto di preparare un Dizionario Demografico Multilingue; l'Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP) si è offerta di collaborare a questo lavoro. Nel 1955, fu creata una Commissione ad hoc diretta dal francese P. Vincent per preparare le versioni in inglese, francese e spagnolo del Dizionario. I membri della Commissione erano: C.E. Dieulefait (Argentina), H.F. Dorn (Stati Uniti), E. Grebenik (Regno Unito), P. Luzzato-Fegiz (Italia), M. Pascua (Svizzera) e J. Ros Jimeno (Spagna). Le versioni francese ed inglese del Dizionario sono state pubblicate nel 1958 e la versione spagnola nel 1959. Da allora al 1971 furono pubblicate altre dieci versioni in altrettante lingue.<br />
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==La seconda edizione==<br />
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A seguito del rapido evolversi degli studi demografici e di popolazione nel corso degli anni sessanta, nel 1969 il comitato sulla Popolazione richiese l’aggiornamento del Dizionario Demografico Multilingue, attività che fu portata avanti ancora una volta in collaborazione con lo IUSSP. Fu istituito un nuovo Comitato per la Terminologia Demografica Internazionale sotto la presidenza del francese di P. Paillat. I lavori iniziarono nel 1972 con il sostegno economico dell’Ufficio Statunitense per il censimento (U.S. Bureau of the Census). Altri membri del Comitato furono: A. Boyarski (USSR), E. Grebenik (Regno Unito), K. Mayer (Svizzera), J. Nadal (Spagna) and S. Kono (Giappone). Il Comitato sottopose una bozza rivista e corretta del Dizionario all’attenzione di un centinaio di centri di studi demografici i quali restituirono dei commenti. Nel 1976, il prof. Louis Henry fu incaricato dallo IUSSP di curare la seconda edizione del Dizionario in francese. Lo IUSSP chiese poi al Prof. Etienne van de Walle di adattare e tradurre in inglese questa seconda edizione. La seconda edizione in lingua inglese venne pubblicata nel 1982 e successivamente vennero pubblicate le versioni aggiornate in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite.<br />
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==Dalla seconda edizione a Demopaedia==<br />
<br />
La serie di Dizionari Demografici Multilingue è uno dei prodotti più duraturi nella storia della demografia ed ha dato ottimi risultati grazie al lavoro e alla dedizione di studiosi che hanno tradotto nella propria lingua le originarie versioni francesi e inglesi. Grazie a questo impegno la comunità internazionale può oggi beneficiare della seconda versione del Dizionario Demografico in quattordici lingue soprattutto grazie all’iniziativa di Nicolas Brouard il quale ha provveduto alla stesura del dizionario nelle lingue ancora assenti e le ha rese disponibili su internet nel Dizionario Demografico Multilingue attraverso una presentazione basata su un sistema-wiki. Il lavoro è stato sostenuto dalla [http://www.unpopulation.org Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite], dallo IUSSP e dal Comitato Nazionale francese dello IUSSP in modo da facilitare la consultazione di questi validi testi di riferimento.<br />
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=Perché online?=<br />
<br />
Poiché i dizionari demografici redatti in varie lingue erano stati concepiti quali strumenti fruibili nei vari paesi, si considerò d’obbligo renderli accessibili via internet. Oggi, grazie al progetto di Nicolas Brouard, la terminologia demografica standard insieme al suo significato è alla portata di un click per studenti, insegnanti, professori, ricercatori, ufficiali di governo, giornalisti, organizzazioni non governative e il pubblico in senso ampio, per tutti disponibile nella propria lingua.<br />
<br />
<br />
=Funzionalità=<br />
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I visitatori di Demopaedia possono consultare i moduli in diverse lingue, leggerli o scaricarli e stamparli. Tutti i proprietari dei diritti di copyright l’hanno, infatti, permesso. Gli utenti possono ricercare un termine demografico, navigare tra termini ed espressioni collegate tra loro o passare a un'altra lingua o edizione. Poiché ogni Dizionario è strutturato in capitoli tematici, i termini sono collocati in un preciso contesto. In questo modo non solo si fornisce una definizione per ogni termine ma anche una comprensione della materia per la quale tale termine risulta importante. Ogni modulo di lingua ha un indice interno che facilita la navigazione e i riferimenti incrociati. Inoltre il sistema wiki fornisce strumenti importanti per nuovi sviluppi. Si prevede che il prossimo stadio del progetto permetterà agli studiosi specializzati di inserire aggiunte, revisioni o correzioni alla seconda edizione.<br />
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=I prossimi passi=<br />
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La cultura demografica ha compiuto enormi passi da quando le ultime edizioni del Dizionario sono state pubblicate. Vi è una chiara consapevolezza che la struttura e i testi necessitano un aggiornamento. Provvedere a una revisione con un sistema tradizionale di tavole rotonde e gruppi di lavoro sarebbe difficilmente realizzabile. Sviluppare un’aggiornata edizione del Dizionario Multilingue di Demografia on line dovrebbe risultare efficiente e dovrebbe rendere concreta la possibilità di un’estesa collaborazione di professionisti. Demopædia si offre a questo intento. Demopædia ha anche le potenzialità per divenire una piattaforma per condividere e costruire una conoscenza più ampia in demografia e studi di popolazione. La nostra è una visione di un’enciclopedia sulla popolazione di ampio respiro, in continua evoluzione, che serva alla comunità mondiale e che possa beneficiare dell’influenza di testi e idee.<br />
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<br />
=Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione=<br />
<br />
Ogni termine o espressione demografica del Dizionario Demografico Multilingue, che dovrà essere tradotto in tutte le altre lingue, avrà la propria pagina dedicata nell’Enciclopedia Pubblica di Demografia. <br />
La definizione originale inserita in una delle due edizioni del dizionario demografico multilingue è (o era se il paragrafo è stato sostituito nella seconda edizione) un primo passo per un’enciclopedia multimediale sulle popolazioni. Il Dizionario Demografico Multilingue offre il vantaggio di raccogliere un ampio consenso (la Commissione delle Nazioni Unite sulla terminologia dei primi anni ’50) e di essere stata tradotta in varie lingue (circa quindici). Dall’altro lato, presenta lo svantaggio di essere datata (la seconda edizione in francese risale al 1981) tanto che alcune sezioni o addirittura capitoli devono essere scritti ex novo o riscritti.<br />
Inoltre, l’Enciclopedia ha sempre utilizzato grafici o figure prima assenti nel Dizionario Demografico Multilingue Cartaceo e la moderna Enciclopedia oggi multimediale, offrire immagini animate o file audio.<br />
Utilizzando il software gratuito della fondazione Wikimedia (MediaWiki), Demopædia avrà le stesse possibilità, regole e restrizioni di Wikipedia. <br />
La sintassi dei vari URLS è simile a uno qualunque dei siti Wikipedia, e.g. sopprimendo qualsiasi riferimento all’edizione e mantenendo le due lettere del linguaggio abbreviato: '''<nowiki>http://en.demopaedia.org/wiki/Age-specific fertility rates</nowiki>''' . Anche la sintassi wiki di Demopædia è identica alla sintassi di wikipedia.<br />
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<br />
=Una fase intermedia: l'armonizzazione delle seconde edizioni=<br />
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<br />
A seguito dell’esperienza di Marrakech, molto lavoro è stato fatto per migliorare la qualità dei testi esaminati. Specifici programmi informatici con l’ausilio di decodificatori hanno svolto dei controlli incrociati tra la prima e la seconda edizione in 12/13 lingue in modo da individuare i termini mancanti in una lingua o in un’altra.<br />
La prima analisi di questo lavoro rivela che la seconda edizione non è rigorosa quanto la prima. La prima edizione, infatti, era frutto del lavoro della commissione sulla terminologia alla metà degli anni ’50 ma la seconda edizione è stata inizialmente revisionata in Francia nel 1981e tradotta e adattata all’inglese nel 1982, in spagnolo nel 1985 in Germania nel 1987 e così via sino alla traduzione nel 2005 in ceco.<br />
Alcuni termini espressioni o addirittura interi paragrafi non sono stati tradotti in inglese ma in spagnolo, arabo, tedesco ecc, e alcune frasi e paragrafi sono stati aggiunti nella seconda edizione inglese ma mai tradotti nella versione francese già pubblicata. Anche la seconda edizione spagnola vede aggiunti nuovi termini che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua se non in arabo.<br />
La seconda edizione tedesca (1987) definisce altri termini più recenti che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua.<br />
L’attuale proposta (Febbraio 2010) rivolta al [http://demopaedia.org/wiki/Paris2007 Demopædia team] è quella di discutere la possibilità di una di una versione armonizzata o unificata della seconda edizione prima di dare avvio all’enciclopedia aperta.<br />
Le edizioni pubblicate dopo il 1987, non hanno visto l’aggiunta di nuovi termini e perciò l’ultima edizione è quella tedesca del 1987. Per questo motivo un’armonizzazione tra le tre lingue di IUSSP potrebbe rappresentare un passo importante. <br />
In molte delle specifiche edizioni nelle diverse lingue, la numerazione delle voci differiva (anche tra le versioni inglesi e francesi) spesso a causa di errori, ma a volte perché un termine non era stato tradotto. Il vantaggio del lavoro tecnico è di evidenziare le voci mancanti così da decidere se l’assenza di un termine è dovuta al mancato utilizzo delle stesso in quella specifica lingua o se è stato omesso. Il vantaggio di un progetto a così breve termine, è che tutte le versioni utili ma fuori stampa (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo, giapponese ecc) così come le quattro versioni tradotte di recente (russo, cinese, italiano) saranno disponibili in formato cartaceo nella seconda edizione armonizzata che potrà essere ordinato sul sito di Demopædia. Alcuni campioni erano in vetrina alla conferenza di Marrakech. Inoltre questa edizione armonizzata è da considerare un buon esercizio per un’eventuale terza edizione.<br />
<br />
<br />
=Quando aprirà al pubblico Demopædia?=<br />
<br />
<br />
Il sito di Demopædia è stato inaugurato per la [http://iussp2009.princeton.edu Conferenza Internazionale sulla Popolazione di Marrakech] nell’ottobre del 2009, durante la quale è stata proposta ai partecipanti un primo tirocinio organizzato con la Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite e il Comitato Francese dell’IUSSP.<br />
L’enciclopedia verrà aperta solo ai membri del [http://iussp.org IUSSP association], in seguito al processo di armonizzazione.<br />
Una volta installati i vari strumenti contro gli spammer e gli atti di vandalismo, il sito sarà, si spera, aperto a tutti gli specialisti in studi sulla popolazione.</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=62&diff=495622011-11-22T11:39:03Z<p>Joseph Larmarange: /* 620 */ un < e n trop</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''62'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 62 ==<br />
=== 620 ===<br />
<br />
Il {{TextTerm|periodo riproduttivo|1}}, o {{TextTerm|periodo fecondo|1}}è il periodo in cui l’essere umano, ed in particolare la donna, può procreare ({{RefNumber|60|1|2}}*). Il periodo in cui ci si può riprodurre ha inizio con la {{TextTerm|pubertà|2}}, fase di maturazione degli organi genitali. Nella donna, in questa fase, ha inizio la {{TextTerm|mestruazione|3}}, l’apparizione periodica, cioè, dei {{TextTerm|mestrui|4}}. La prima {{NonRefTerm|mestruazione}} è detta {{TextTerm|menarca|5}}. Le mestruazioni hanno termine alla {{TextTerm|menopausa|6}}. In pratica conviene far iniziare il periodo della procreazione all’{{NonRefTerm|età minima al matrimonio}} ({{RefNumber|50|4|1}}) e di fissarne il termine a 45 o 50 anni per le donne. La temporanea scomparsa delle mestruazioni, per qualsiasi causa, è detta {{TextTerm|amenorrea|7}} e si precisa {{TextTerm|amenorrea gravidica|8}} riguardo a quella che segue un concepimento e finisce, dopo la {{NonRefTerm|nascita}}con l’{{TextTerm|amenorrea post-partum|9}} o {{TextTerm|amenorrea post-gravidica|9}} .<br />
{{Note|1| Si dice anche {{NoteTerm|età riproduttiva}}, o {{NoteTerm|età feconda}}, {{NoteTerm|riproduttivo}}, agg. — {{NoteTerm|riproduzione}}, s.f. — {{NoteTerm|riprodursi}}, v.r.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|pubertà}}, s.f{{NoteTerm|. — pubere}}, agg. e s. —}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|mestruazione (s.f. — mestruare}}, v.i, raro): la voce è usata anche in luogo di {{NoteTerm|mestruo.}}}}<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|mestruo}}, s.m. — {{NoteTerm|mestruale}}, agg.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|menarca}}, s.m.}}<br />
{{Note|7| {{NoteTerm|amenorrea}}, s.f. — {{NoteTerm|amenorroico}}, agg.}}<br />
<br />
=== 621 ===<br />
<br />
Le parole {{TextTerm|fertilità|1}} e {{TextTerm|sterilità|2}} sono usate in demografia per indicare rispettivamente la capacità o l’incapacità a dare alla luce dei figli; l’{{TextTerm|infecondabilità|3}} è la causà principale, ma non la sola della sterilità. Si distingue tra {{TextTerm|infecondabilità temporanea|4}} o {{TextTerm|sterilità temporanea|5}} e {{TextTerm|infecondabilità definitiva|6}} o {{TextTerm|sterilità definitiva|7}}a seconda che l’incapacità a {{NonRefTerm|concepire}} ({{RefNumber|60|2|1}}*) o a {{NonRefTerm|procreare}} ({{RefNumber|60|1|2}}*) sia o non sia definitiva; se essa ha luogo senza che vi sia stata alcuna {{NonRefTerm|nascita vivente}} ({{RefNumber|60|1|4}}), si ha {{TextTerm|sterilità totale|8}} o {{TextTerm|sterilità primaria|8}}, in contrapposizione alla {{TextTerm|sterilità parziale|9}} o {{TextTerm|sterilità secondaria|9}} che interviene dopo la procreazione di almeno un figlio.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Fertilità}}, s.f. - {{NoteTerm|fertile}}, agg.: atto alla procrezione.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Sterilità}}, s.f. - {{NoteTerm|sterile}}, agg.: non atto alla procreazione.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Infecondabilità}}, s.f. - {{NoteTerm|infecondabile}}, agg. : che non può concepire. Sebbene le parole infeconda, infecondabilità, si riferiscano alla donna, per sinteticità esse sono utilizzate anche in riferimento al marito, o alla coppia per incompatibilità.}}<br />
{{Note|9| La {{NoteTerm|sterilità secondaria}} può anche essere la conseguenza di una malattia o di un trauma.}}<br />
<br />
=== 622 ===<br />
<br />
L’espressione {{NonRefTerm|sterilità temporanea}} ({{RefNumber|62|1|5}}) è talvolta utilizzata per le donne nei casi in cui la loro incapacità a concepire non ha nulla di patologico; è allora preferibile, utilizzare l’espressione {{NonRefTerm|infecondabilità temporanea}} ({{RefNumber|62|1|4}}) soprattutto quando si tratta di {{TextTerm|periodi d’infecondabilità|1}} all’interno del {{TextTerm|ciclo mestruale|2}} o dei periodo in cui l’assenza dell’{{TextTerm|ovulazione|3}}, dipende da un fenomeno fisiologico normale quali la {{NonRefTerm|gravidanza}} ({{RefNumber|60|2|5}}) e l’{{TextTerm|allattamento|4}}; il periodo che va dal {{NonRefTerm|concepimento}} ({{RefNumber|60|2|1}}) al ritorno dell’ovulazione dopo il {{NonRefTerm|parto}} ({{RefNumber|60|3|4}}) è detto {{TextTerm|tempo morto|5}}, soprattutto nei {{NonRefTerm|modelli}} ({{RefNumber|73|0|1}}). La sterilità temporanea indica quindi di preferenza una situazione in cui l’incapacità a procreare presenta un carattere anormale che può tradursi nell’esistenza di {{TextTerm|cicli anovulatori|6}}, cicli cioè senza ovulazione, o in un periodo di {{NonRefTerm|amenorrea}} ({{RefNumber|62|0|7}}). L’{{NonRefTerm|infecondità}} ({{RefNumber|62|3|2}}) involontaria di lunga durata crea una presunzione di {{NonRefTerm|sterilità}} ({{RefNumber|62|1|2}}), ciò spiega il fatto che nella letteratura medica troviamo quest’ultima espressione in luogo della precedente. La {{TextTerm|sub-fecondità|7}} delle giovanissime, è analogamente all’origine dell’espressione {{TextTerm|sterilità delle adolescenti|8}} che potrebbe sinteticamente chiamarsi {{TextTerm|sub-fecondità delle adolescenti|8}}.<br />
{{Note|2| Di frequente si utilizza l’espressione abbreviata {{NoteTerm|ciclo}}.}}<br />
<br />
=== 623 ===<br />
<br />
<br />
Quando ci si riferisce ai risultati e non alle attitudini, si usano i termini {{TextTerm|fecondità|1}} e {{TextTerm|infecondità|2}}, a seconda che vi sia o non vi sia {{NonRefTerm|procreazione}} ({{RefNumber|60|1|2}}) effettiva durante il periodo considerato. L’{{TextTerm|infecondità totale|3}} si riferisce all’intero periodo della procreazione, l’{{TextTerm|infecondità definitiva|4}} si riferisce al periodo che va da una certa età della donna, o da una durata precisa del matrimonio, alla fine del periodo di procreazione. Quando l’assenza di procreazione è dovuta alla volontà delle {{NonRefTerm|coppie}} ({{RefNumber|50|3|8}}) di non procreare o di non procreare più, si parla d’{{TextTerm|infecondità volontaria|5}}. Si noterà l’inversione di significato tra i termini omologhi in inglese e in italiano: in generale si traduce &quot;fertility&quot; con fecondità e &quot;fe-cundity&quot; con fertilità.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Fecondità}}, s.f. - {{NoteTerm|fecondo}}, agg.: che ha procreato.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Infecondità}}, s.f. - {{NoteTerm|infecondo}}, agg.: che non ha procreato.}}<br />
{{Note|5| Si deve evitare l’utilizzo dell’espressione sterilità volontaria perché impropria.}}<br />
<br />
=== 624 ===<br />
<br />
La {{NonRefTerm|fecondità}} ({{RefNumber|62|3|1}}) delle{{NonRefTerm|coppie}} ({{RefNumber|50|3|8}}) dipende dal loro {{TextTerm|comportamento nei riguardi della prolificazione|1}}. Si distingue tra le {{TextTerm|coppie malthusiane|2}}, che cercano di regolare la loro procreazione seguendo la loro volontà, dalle {{TextTerm|coppie non malthusiane|3}}, la {{TextTerm|pianificazione della famiglia|4}} si riferisce al numero finale di figli, che non deve superare il {{NoteTerm|numero}} di {{TextTerm|figli voluto|5}} e, anche allo {{NonRefTerm|scaglionamento delle nascite}} ({{RefNumber|61|2|1}}). Espressioni come {{TextTerm|regolazione delle nascite|6}}, {{TextTerm|controllo delle nascite|6}}, {{TextTerm|regolamentazione delle nascite|6}}, ed altre consimili, indicano il fatto di voler indicare che il numero finale di figli non oltrepassi quello voluto.<br />
<br />
=== 625 ===<br />
<br />
Con la pianificazione della famiglia si manifesta la preoccupazione della {{TextTerm|paternità pianificata|1}}, o {{TextTerm|paternità responsabile|1}},la preoccupazione cioè di decidere il numero di nascite e il loro scaglionamento o {{NonRefTerm|calendario}} ({{RefNumber|13|8|2}}) secondo le preferenze di ogni {{NonRefTerm|coppia}} ({{RefNumber|50|3|8}}). Il {{NonRefTerm|numero di figli voluto}} ({{RefNumber|62|4|5}}) da una coppia può essere diverso dal {{TextTerm|numero di figli ideale|2}} menzionato dalla stessa coppia in un’indagine. Talvolta non si ottengono il numero di figli voluto e lo scaglionamento delle nascite a causa, tra l’altro del {{TextTerm|fallimento della contraccezione|3}}; la frequenza di questi ultimi dipende dall’{{TextTerm|efficacia della contraccezione|4}} secondo questi due aspetti: l’{{TextTerm|efficacia clinica|5}} o{{TextTerm|efficacia teorica|5}} e l’{{TextTerm|efficacia pratica|6}} o {{TextTerm|efficacia d’utilizzo|6}}. Ragionando in termini di {{NonRefTerm|fecondabilità residua}} ({{RefNumber|63|8|7}}), l’efficacia d’utilizzo è di solito valutata dal {{TextTerm|tasso di fallimento della contraccezione|7}}, dato dal rapporto tra il numero di concepimenti non voluti e il numero di mesi di esposizione al rischio di concepimento di coloro che utilizzano la contraccezione.<br />
<br />
=== 626 ===<br />
<br />
Un {{TextTerm|programma di pianificazione della famiglia|1}} è volto ad introdurre e diffondere la {{NonRefTerm|contraccezione}} ({{RefNumber|62|7|1}}) in un gruppo di {{TextTerm|partecipanti eventuali|2}} a questa operazione, chiamato {{TextTerm|popolazione obiettivo|2}}; staff di{{TextTerm|promotori|3}}, {{TextTerm|distributori|3}}, {{TextTerm|propagandisti|3}}, cercano di ottenere l’accordo degli interessati. I risultati del programma si misurano tramite la {{TextTerm|proporzione dei partecipanti|4}}, o{{TextTerm|tasso di partecipazione|4}}, o {{TextTerm|tasso di accettazione|4}}, e dopo un certo periodo di tempo dal {{TextTerm|tasso di perseveranza|5}}, complemento ad uno della {{TextTerm|proporzione di abbandoni|6}} nello stesso periodo di tempo. Il numero o la proporzione di {{TextTerm|nascite evitate|7}} traducono l’efficacia del programma attuato. Si può valutare la frequenza della pratica della contraccezione in una popolazione dalla {{TextTerm|proporzione di utilizzatori della pianificazione delle nascite|8}} o di {{TextTerm|praticanti della pianificazione delle nascite|8}}.<br />
{{Note|1| L’espressione inglese {{NoteTerm|family planning}} è usata correntemente nella lingua italiana.}}<br />
<br />
=== 627 ===<br />
<br />
<br />
La {{TextTerm|contraccezione|1}} è la pratica di metodi volti ad impedire che i {{TextTerm|rapporti sessuali|2}}, cioè il {{TextTerm|coito|2}}, diano luogo al {{NonRefTerm|concepimento}} ({{RefNumber|60|2|1}}); questi metodi sono chiamati {{TextTerm|metodi contraccettivi|3}} o {{TextTerm|metodi anticoncezionali|3}}. L’{{TextTerm|astinenza|4}}, completa e prolungata dai rapporti sessuali, non rientra nel novero di pratiche del genere.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Contraccezione}}, s.f. - {{NoteTerm|contraccettivo}}, agg.: relativo alla contraccezione.}}<br />
<br />
=== 628 ===<br />
<br />
<br />
I {{NonRefTerm|metodi anticoncezionali}} ({{RefNumber|62|7|3}}) sono talvolta classificati in {{TextTerm|metodi con applicazioni strumentali|1}} e in {{TextTerm|metodi senza applicazioni strumentali|2}}. Menzioniamo tra i metodi senza applicazioni strumentali il {{TextTerm|coito interrotto|3}}, l’{{TextTerm|astinenza periodica|4}}, detta anche {{TextTerm|metodo del calendario|4}}, che utilizza i {{TextTerm|periodi di sicurezza|5}} del {{NonRefTerm|ciclo mestruale}} ({{RefNumber|62|2|2}}); esso diventa il {{TextTerm|metodo della temperatura|6}} quando la donna misura la sua temperatura corporea per individuare il periodo di sicurezza.<br />
<br />
=== 629 ===<br />
<br />
I {{NonRefTerm|metodi con applicazioni strumentali}} ({{RefNumber|62|8|1}} ) più diffusi sono basati sull’utilizzo degli strumenti o procedure seguenti, da soli o combinati : {{TextTerm|preservativo maschile|1}} detto anche {{TextTerm|preservativo|1}} o {{TextTerm|profilattico|1}}, {{TextTerm|preservativo femminile|2}} o {{TextTerm|anello vaginale|2}} o {{TextTerm|pessario|2}}, {{TextTerm|diaframma|3}}, {{TextTerm|tamponi vaginali|4}}, {{TextTerm|creme contraccetive|5}} o {{TextTerm|pomate spermicide|5}}, {{TextTerm|preparati anticoncezionali|6}}, {{TextTerm|compresse effervescenti|7}}, {{TextTerm|iniezioni vaginali|8}} con o senza {{TextTerm|prodotti spermicidi|9}}, {{TextTerm|dispositivi intrauterini|10}} o {{TextTerm|spirale5|10}}.<br />
<br />
=== 630 ===<br />
<br />
<br />
Si parla di {{TextTerm|contraccettivo orale|1}}, di {{TextTerm|contraccezione ormonale|2}}, di {{TextTerm|contraccezione tramite steroidi|3}}, quando l’{{NonRefTerm|ovulazione}} ({{RefNumber|62|2|3}}) è inibita dall’assunzione regolare di compresse, dette {{TextTerm|pillole|4}}, tramite iniezione o impianti.<br />
<br />
=== 631 ===<br />
<br />
La {{TextTerm|sterilizzazione|1}} ha luogo in seguito ad un intervento chirurgico : nell’uomo tramite un intervento ai canali deferenti, in termini medici {{TextTerm|vasectomia|2}} o {{TextTerm|occlusione|3}}, nella donna, tramite un intervento alle tube di Fallopio, in termini medici {{TextTerm|legatura delle tube|4}} o {{TextTerm|chiusura delle tube|4}} o {{TextTerm|occlusione delle tube|4}} e {{TextTerm|salpingectomia|5}} o {{TextTerm|tubectomia|5}}.<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|62}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Prefazione&diff=680Prefazione2011-11-22T11:28:01Z<p>Joseph Larmarange: /* Lista delle abbreviazioni usate nel volume italiano */ Correction dans le tableau</p>
<hr />
<div><!--'''Prefazione'''--><br />
{{Summary}}<br />
__TOC__ <br />
<br />
<br />
Il s'agit de la préface de la première édition de 1959. La préface de la traduction effectuée par Elena Ambrosetti et Cristina Giudici n'est pas encore écrite.<br />
<br />
=Prefazione ai volumi francese, inglese e spagnolo=<br />
<br />
Nella sua quarta sessione, la Commissione della popolazione [delle Nazioni Unite] chiese al Segretario generale di includere nel suo programma di lavoro la preparazione di un 'dizionario-demografico-multilingue (E/1313).<br /><br />
Alcuni mesi più tardi, l'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione, riunita a Ginevra in assemblea generale, offerse al Segretario generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite la propria collaborazione in vista della realizzazione di tale opera e decise la formazione di una Commissione del dizionario demografico, la quale venne incaricata di presentare un progetto. Nella sua quinta sessione, la Commissione della popolazione diede istruzione al Segretario generale di accogliere l'offerta avanzata dall'Unione, e la Commissione del dizionario venne allora incaricata di realizzare in tre lingue — francese, inglese e spagnolo — il progetto cne aveva presentato.<br />
<br />
L'opera è stata concepita come un dizionario nella sua essenza multilingue, destinato ai traduttori. Essa è composta da una collezione di volumi redatti in una singola lingua, ciascuno costituito da un testo di presentazione della terminologia tecnica impiegata in demografia, seguito da un indice alfabetico. Il parallelismo fra i testi distinti dei vari volumi ed un sistema di numerazione per concetti permettono di stabilire una corrispondenza tra le espressioni di un medesimo concetto nelle diverse lingue.<br />
<br />
La Commissione dell'Unione incaricata di elaborare i tre volumi iniziali comprendeva i Signori: Paul Vincent (Francia), presidente e relatore; Carlos E. Dieulefait (Argentina), Harold F. Dorn (Stati Uniti), Eugene Grebenik (Regno Unito), Pierpaolo Luzzatto-Fegiz (Italia), Marcelino Pascua (Svizzera) e José Ros Jimeno (Spagna), membri<br />
<br />
Un primo abbozzo dell'opera venne redatto sulla base di un testo francese preparato dallo <i>Institut national d'études démographiques </i>(Francia) sotto la direzione del signor Vincent. Versioni inglese e spagnola di questo testo vennero redatte, rispettivamente, dal signor Grebenik e dal signor Eos Jimeno.<br />
<br />
Il lavoro dovette essere eseguito con una certa fretta per via dell'imminente Congresso mondiale della popolazione, cui il progetto venne pres entato sotto forma di una « edizione provvisoria (giugno 1954) », pubblicata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ST/SOA/ Ser. A, <i>Etudes démographiques, </i>n. 19). Ma la diffusione di una edizione provvisoria fornì alla Commissione l'opportunità preziosa di giovarsi della collaborazione di numerosi specialisti, i quali si fecero premura di trasmetterle le loro osservazioni.<br />
<br />
Un certo numero di imperfezioni dell'edizione provvisoria derivavano dalla circostanza che questa era stata compilata sulla base di un solo testo, e precisamente d'un testo francese. Appariva indispensabile stabilire un compromesso fra le concezioni anglosassoni, da un lato, e quelle latine, dall'altro» L'esperienza rivelava anche la necessità di corredare il testo di definizioni, per consentire a chi facesse uso del dizionario di scoprire eventuali divergenze fra le espressioni di uno stesso concetto in lingue diverse.<br />
<br />
Queste conclusioni della Commissione vennero approvate, ed il signor Grebenik ebbe l'incarico di rifare, in inglese, il testo primitivo. Indi, i signori Grebenik e Vincent elaborarono in comune una sorta di testo concordato, di cui ciascuno stese una versione nella propria lingua. Il signor Eos Jimeno compilò quindi la corrispondente versione spagnola ed i tre testi vennero sottoposti alla Commissione, al <i>Bureau </i>dell'Unione, e ad un certo numero di specialisti, per le ultime messe a punto.<br />
<br />
Pubblicando le parti francese, inglese e spagnola del <i>Dizionario demografico multilingue, </i>è necessario sottolineare alcune caratteristiche dell'opera.<br />
<br />
In primo luogo, il fatto che essa è la risultante di un lavoro eminentemente collettivo. Essa è il frutto, non solo di una stretta co operazione fra i tre principali redattori, ma anche della collaborazione attiva di tutti i membri della Commissione. Essa ha tratto vantaggio, inoltre, dai pareri di numerosi specialisti, cui era stata data facoltà di esprimerne, ed i quali si sono fatti premura di esaminare i testi ai vari stadi della loro preparazione e di sottoporre le loro osservazioni, spesso assai dettagliate.<br />
<br />
La maggior parte delle raccomandazioni ricevute a questo modo sono state accolte nel testo, per intero o parzialmente. Alcune sono state scartate, forse a torto.<br />
<br />
In effetti, spesso i redattori hanno dovuto effettuare scelte. La concezione stessa dell'opera escludeva la possibilità di addentrarsi in lunghe spiegazioni: sovente si doveva scegliere fra diverse formule possibili. Ogni volume porta quindi l'impronta del suo redattore: la menzione del nome di questi nella prefazione ha lo scopo di segnalare tale responsabilità particolare, in pari misura liberandone nel contèmpo gli altri che hanno partecipato all'iniziativa.<br />
<br />
Peraltro, è opportuno mettere in rilievo il fatto che i redattori non sono stati liberi di redigere il testo a modo loro: i vincoli del parallelismo indispensabile fra i vari testi, o il desiderio di tener conto delle osservazioni ricevute* li hanno spesso forzati a far propri punti di vista che essi non condividevano appieno. Malgrado questo, essi hanno accettato di assumersi la responsabilità del testo, così come esso è.<br />
<br />
Si deve anche richiamare l'attenzione sul fatto che i volumi del Dizionario non costituiscono trattati di demografia. Nella loro elaborazione, tutto è stato subordinato allo scopo fondamentale dell'opera: offrire ai traduttori uno strumento tecnico idoneo per le loro necessità e conferirgli un carattere veramente multilingue, ponendo tutte le lingue sullo stesso piano.<br />
<br />
Ora, le lingue sono costruzioni empiriche, le quali sviluppano la loro terminologia secondo una logica propria, talvolta mal compatibile cogli imperativi razionali della scienza. Nozioni alle quali viene data una medesima denominazione nelle diverse lingue spesso denunciano una corrispondenza assai imperfetta nei vari casi. Una lingua testimonia, con dovizia di termini, un interesse particolare per uno specifico argomento, in altra lingua talmente trascurato da non ricevere una denominazione speciale. L'impiego di note ha permesso di attenuare gli inconvenienti derivanti da tali circostanze, tenuto conto del sistema adottato per assicurare una corrispondenza fra i vari volumi. Ma è evidente che una esposizione libera da preoccupazioni lessicografiche avrebbe assunto una veste del tutto differente.<br />
<br />
Le preoccupazioni lessicografiche ora menzionate sono anche all'origine di alcuni squilibri nel contenuto dell'opera. È parso utile, in certi casi, inserire nel Dizionario una terminologia che non è demografica, strettamente parlando, ma che nella letteratura demografica ricorre con una certa frequenza e, introvabile praticamente nei comuni dizionari, non può esser tradotta dai non iniziati.<br />
<br />
Sempre in considerazione dei bisogni dei traduttori la Commissione è stata indotta ad adottare il principio seguente: il Dizionario deve innanzi tutto dar atto dell'uso vigente, anche quando scorretto, e non può sconsigliare o consigliare un tale uso se non quando sembri possibile ottenere al riguardo un consenso abbastanza generale.<br />
<br />
L'opera non è dunque destinata a normalizzare la terminologia. E non è neppure destinata a proporre definizioni. Queste sono state inserite nel testo col solo scopo di poter più facilmente stabilire corrispondenze terminologiche, e precisarne la portata. L'estrema concisione di dette definizioni ha potuto essere ottenuta talvolta solo a scapito della loro rigorosità. La normalizzazione della terminologia esige opere con caratteristiche del tutto differenti. Per evitare ogni malinteso su questo punto, si troverà, dopo l'indice alfabetico, una lista di pubblicazioni recenti da parte di vari organismi internazionali le quali trattano definizioni di diversi concetti demografici [vedi il volume francese del Dizionario, ST/SOA/Ser. A, <i>Etudes démographiques, </i>n. 29, del-l'O.N.U.., pag. 104) Il lettore dovrà far riferimento ad opere di tale genere quando s'imbatta in un problema di definizione e non di pura traduzione.<br />
<br />
Il <i>Dizionario demografico multilingue </i>non risponderà del tutto ai voti dei suoi iniziatori fino a che non sarà esteso a numerose lingue. Grazie a private iniziative, la preparazione di nuovi volumi è già in progetto o in via di realizzazione. Di più, la Commissione della popolazione, nella sua nona sessione, ha incaricato il Segretario di studiare la possibilità di pubblicare un volume di lingua russa (E/2957). L'esperienza dirà se il compromesso realizzato fra le concezioni anglosassoni e latine si adatta anche a lingue germaniche e slave, nonché a lingue non indo-europee. <br />
<br />
<br />
=Prefazione al volume italiano=<br />
Il volume italiano del <i>Dizionario demografico multilingue </i>è stato elaborato sulla base dei volumi francese, inglese e spagnolo della stessa òpera, preparati sotto gli auspici dell'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione e pubblicati dalle Nazioni Unite.<br />
<br />
All'origine della pubblicazione del presente volume sta una decisione presa dal <i>Bureau </i>dell'Unione a Rio de Janeiro il 28 giugno del 1955 (vedi <i>«Le Démographe</i>», n. 2, pag. 12, punto 6).<br />
<br />
In detta riunione, i membri del <i>Bureau </i>si dichiararono d'accordo perché la pubblicazione delle edizioni italiana e tedesca avvenisse sotto la responsabilità dell'Unione, e cioè sotto il suo controllo ed i suoi auspici, e per questo decisero di allargare la Commissione del dizionario chiamando a farne parte due membri tedeschi ed un secondo italiano. Questi nuovi membri furono: Josef A. Götz (Germania), Wilhelm Winkler (Austria) e Bernardo Colombo (professore straordinario di Statistica nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Istituto Universitario di Venezia) (vedi « <i>Le Démographe </i>», n. 3, pag. 1, punto 3).<br />
<br />
La Commissione ha partecipato in varie forme a tutti gli stadi della stesura del presente volume: in primo luogo per il fatto stesso che il redattore venne scelto nel suo seno; poi attraverso i consigli a questo forniti nello svolgimento del suo lavoro e le osservazioni che vennero fatte su una preventiva edizione provvisoria. L'approvazione finale da parte della Commissione assicura al volume italiano, nei riguardi dell'Unione, lo stesso <i>status </i>dei testi di base. D'altro canto, la pubblicazione del volume, non partecipando l'Unione in alcuna maniera al finanziamento dei progetti in aggiunta ai tre iniziali, si è mantenuta sul piano privato.<br />
<br />
Nella prima fase del lavoro, consistente nella preparazione di una edizione provvisoria, il redattore ha soprattutto usufruito della collaborazione del presidente e dell'altro membro italiano della Commissione, e di quella di un certo numero di specialisti italiani, non solo di demografìa, da lui interpellati intorno a questioni generali ed a numerosi punti particolari. Una edizione provvisoria, pronta entro il marzo 1958, fu inviata ai membri della Commissione ed a quelli del <i>Bureau </i>dell'Unione, ed inoltre venne largamente diffusa fra i cultori italiani della materia colla ricMesta di un esame e di ogni osservazione ritenuta opportuna. Questa edizione incontrò, in linea di massima, il favore della Commissione, dalla quale venne giudicata sufficientemente a punto perché se ne potesse raccomandare la pubblicazione sotto gli auspici dell'Unione al Segretario Generale della medesima. La Commissione si rimetteva al redattore per l'uso da farsi — in una revisione di dettagli in vista dell'edizione definitiva — di ogni osservazione che egli potesse ricevere, in particolare da parte di membri della Commissione stessa.<br />
<br />
Non è il caso qui di citare la lunga serie di studiosi italiani e stranieri i quali, con molta premura ed attenzione, hanno presentato appunti, talora assai estesi, sull'anzidetta stesura preliminare. Va ricordata, invece, una riunione tenutasi a fine settembre a Roma, organizzata dall'Istituto di Demografia di quella Facoltà di Scienze statistiche, demografiche ed attuariali, ed alla quale parteciparono una trentina di studiosi italiani e di funzionari dell'Istituto Centrale di Statistica. Questa riunione venne dedicata, sia ad una valutazione dei criteri generali, ai quali il redattore si era attenuto nel preparare l'edizione provvisoria, sia all'esame particolareggiato di concetti ed elementi terminologici vari, sparsi per il volume, atti a suscitare qualche perplessità.<br />
<br />
Si procedette quindi alla preparazione di una seconda stesura del lavoro, sulla base della quale vennero continuati i contatti fra redattore, membri della Commissione e numerosi specialisti, la cui opinione veniva richiesta su punti particolari non ancora del tutto chiariti. Gli elementi così raccolti vennero utilizzati in una nuova revisione del lavoro fatto ed in una terza stesura, rimasta quella definitiva.<br />
<br />
Nell'elaborazione del volume italiano, l'esistenza dei testi di base e le caratteristiche dell'opera, quali sono descritte nella prefazione sopra riportata, ponevano vincoli ben precisi per quanto riguardava la disposizione della materia, l'equilibrio fra le varie parti, la natura e l'estensione degli argomenti trattati nel testo propriamente detto, ed il conseguente elenco di concetti, prima che di elementi terminologici, da riportare necessariamente nel lavoro. Rispettati questi limiti, la concreta stesura dei paragrafi era per il resto libera, e di tale libertà è stato fatto uso nel redigere il volume ogni volta che ciò appariva opportuno per mettere in luce un particolare modo e stile della letteratura scientifica italiana nell'affrontare specifici argomenti, mentre negli altri casi veniva anche nel esposizione mantenuto — rispetto ai testi di base — un parallelismo atto a sottolineare la sostanziale coincidenza di significato delle espressioni tecniche inserite nel contesto.<br />
<br />
Seguendo analoghi criteri di elasticità e di sobrietà insieme, sono state redatte le note. Da un lato, v'era l'interesse di usare di queste per integrazioni alla materia che la letteratura demografica italiana, come genere di problemi trattati o per preferenze nelle vie d'indagine, suggeriva di apportare. D'altro lato, l'economia dell'opera — un dizionario, non un manuale, né un trattato — limitava i vantaggi di aggiunte specifiche al solo volume italiano, giustificabili di per sé solo in quanto contenessero espressioni tècniche originali che valesse la pena di mettere in rilievo e di illustrare sinteticamente nel loro significato. Queste, infatti, erano destinate ad apparire isolate nel volume italiano ed a non trovar corrispondenza in espressioni parallele nei rimanenti, o almeno nei tre testi di base, già definitivi.<br />
<br />
Non sarà motivo di meraviglia la circostanza che il volume italiano abbia assunto una dimensione maggiore dei testi di base, sol che si pensi al fatto che, prima di corredarlo di aggiunte o chiarimenti giudicati utili per riferire in maniera più efficace e completa l'uso italiano, conveniva riprodurvi, ogni volta che ne fosse il caso, le note altrui, e soprattutto era indispensabile presentarvi integralmente la materia e la terminologia incorporate nel testo dei volumi di base, anche quando tali temi di studio ed elementi terminologici non fossero — a dir poco — di uso corrente nella letteratura scientifica e nelle fonti statistiche italiane.<br />
Per quanto concerne la responsabilità personale del redattore, pur nella collaborazione collettiva sopra ricordata, e la necessità delle scelte effettuate, spesso tra una varietà di formulazioni possibili, si rimanda il lettore a quanto scritto nella prefazione sopra riportata. Va solo aggiunto che, nella compilazione, è stata tenuta presente, per quanto riguarda i riferimenti alla documentazione statistica demografica, la terminologia in uso nelle pubblicazioni dell'Istituto Centrale di Statistica soprattutto di questo dopoguerra, e ciò per facilitare il loro impiego da parte di lettori stranieri, dal momento che esse non riportano titoli e didascalie se non in italiano. <br />
<br />
Questo criterio, insieme alla rigidità delle inevitabili scelte accennate, può aver dato, in qualche punto, un carattere di definitività e di apo-ditticità ad una terminologia in realtà non ancora attestata, o suscettibile di numerose variazioni, su un identico tema, soprattutto quando il demografo appaia preoccupato, nei suoi scritti, di sposare Feleganza alla precisioneo<br />
<br />
=Dall'avvertenza ai volumi francese, inglese e spagnolo=<br />
Il <i>Dizionario demografico multilingue </i>si compone di volumi redatti ciascuno in una sola lingua, e contenenti un <i>testo </i>corredato di <i>note </i>ed un <i>indice </i>alfabetico.<br />
<br />
Il <i>testo </i>ha unicamente Io scopo di presentare la terminologia tecnica impiegata in demografia in una esposizione che ne chiarisca il senso. Esso abbraccia nove capitoli, ciascuno dei quali comprende un certo numero di paragrafi. Un numero di tre cifre, di cui la prima richiama il numero d'ordine dei capitoli, consente di identificare ogni paragrafo. Gli elementi terminologici — parole ed espressioni — che vi sono inclusi sono stampati in grassetto ed accompagnati da una cifra. Questa, letta di seguito al numero del paragrafo, dà il <i>numero di riferimento </i>per l'elemento terminologico in questione.<br />
<br />
La numerazione è stata fatta per <i>concetti. </i>Ne segue che viene assegnato un identico numero di riferimento agli elementi terminologici che hanno lo stesso significato, o significati abbastanza vicini, mentre ad uno stesso elemento terminologico toccano numeri di riferimento distinti quando esso possa assumere varie accezioni.<br />
<br />
Alcuni paragrafi sono seguiti da <i>note. </i>Esse contengono osservazioni particolari del volume in cui sono inserite, ed una terminologia completamente attinente al concetto cui si riferiscono. L'ultima cifra del numero di riferimento che contrassegni quest'ultimo è ripetuta in testa alla nota corrispondente. I riferimenti alla terminologia inclusa nelle note si distinguono da quelli concernenti la materia fondamentale del Dizionario (messa nel testo vero e proprio) mediante un <i>asterisco </i>posto a seguito del numero spettante al concetto.<br />
<br />
Solo gli elementi terminologici che figurano nel testo propriamente detto si corrispondono di volume in volume; tale corrispondenza viene assicurata per mezzo dell'identico numero di riferimento (a quattro cifre e senza asterisco) che è stato loro attribuito.<br />
Due serie di paragrafi (quelli portanti i numeri, rispettivamente, 303 e 344, seguiti da una lettera) implicano, nei diversi volumi, denominazioni proprie ad alcuni Paesi in cui è usata la lingua di cui si tratta. Non si potrebbe stabilire nessuna corrispondenza precisa fra i vari volumi, per quanto si riferisce agli elementi terminologici inseriti in detti paragrafi. Pertanto, tali elementi non sono stati numerati singolarmente.<br />
<br />
Tutti gli elementi terminologici stampati in grassetto, tanto nel testo propriamente detto quanto nelle note, sono elencati in ordine alfabetico <i>nell' indice, </i>seguiti dal numero o dai numeri di riferimento, che permettono di identificare la loro posizione nel corpo del testo.<br />
<br />
Quando un concetto provvisto, nel Dizionario, di un numero di riferimento non ha ricevuto una propria denominazione in una lingua determinata, l'espressione che, nel volume corrispondente, figura con quel numero di riferimento è stampata <i>in corsivo, </i>e non in grassetto come nei casi di espressioni in uso. Essa è stata riportata a puro titolo di suggerimento, per facilitare il lavoro dei traduttori, e non è riprodotta nell'indice. La si distingue dalle citazioni, pure stampate in corsivo, per via della cifra che l'accompagna.<br />
<br />
La <i>maniera di usare </i>il Dizionario può essere illustrata schematicamente come segue. Sia da tradurre in francese l'espressione inglese di un dato concetto. L'indice inglese fornisce, per l'elemento terminologico da tradurre, il numero assegnato al concetto espresso. Andando al paragrafo corrispondente nel volume francese, si trova l'espressione francese del concetto in parola.<br />
In pratica, è indispensabile <i>leggere tutto il paragrafo </i>al quale si è rimandati, senza dimenticar le note, non solo perchè spesso vi si troveranno elementi utili, ma anche perchè le esigenze della redazione hanno talora imposto di disporre, in seno ad un paragrafo determinato, elementi terminologici, o spiegazioni ad essi pertinenti, in una successione diversa da quella dei numeri di riferimento.<br />
<br />
È anche indispensabile <i>confrontare le due versioni dello stesso paragrafo </i>nelle due lingue, il che permetterà, quando sia il caso, di rendersi conto delle differenze di significato fra espressioni le quali si equivalgano solo in maniera approssimativa. <br />
<br />
=Avvertenza al volume italiano=<br />
<br />
Ad integrazione dell'estratto dall'avvertenza ai testi di base -— ove si danno tntte le istruzioni necessarie per l'uso del Dizionario —, per quanto concerne il <i>volume italiano, </i>poche cose vanno aggiunte.<br />
<br />
In qualche caso si è constatato che nella letteratura demografica italiana non hanno trovato cittadinanza determinati elementi terminologici citati nei testi di base, non solo, ma neppure i concetti cui essi danno una denominazione. In casi del genere, rari per la verità, si è adottata la soluzione di fornire una traduzione letterale dell'espressione contenuta nei testi di riferimento, presentandola in corsivo, non in grassetto, e numerata, come per il caso analogo di espressioni non attestate, riferentisi però a nozioni comunemente accolte.<br />
<br />
Anche in quello italiano, come in altri volumi, si è seguito il criterio di presentare in ordine di preferenza più espressioni sinonime figuranti sotto un identico numero di riferimento. Non sempre però l'ordine stabilisce una reale graduatoria fra espressioni all'incirca equivalenti: talvolta, infatti, non v'è motivo sostanziale di preferenza per una piuttosto che per un'altra formulazione. In genere, però, è consigliabile di servirsi, nelle traduzioni, del primo o dei primi elementi terminologici elencati sotto uno stesso numero.<br />
<br />
Per non sovraccaricare il testo né l'indice, non sono state citate varianti di poco conto, e facilmente comprensibili, delle espressioni riportate: così sì parla solo di « mortalità anteneonatale » e non anche di « mortalità ante-neonatale » o di « mortalità ante-neo-natale », come capita di veder scritto; e si cita solo l'espressione « quozienti di mortalità per causa», e non anche le equivalenti «quozienti di mortalità per cause», «quozienti di mortalità secondo la causa» e «quozienti di mortalità secondo le cause», ecc. A parità di altre circostanze, si è data la preferenza alle espressioni che apparivano grammaticalmente ed ortograficamente più spedite.<br />
<br />
Infine per quanto concerne la formazione dell'indice alfabetico, va detto che gli elementi terminologici inseriti nel testo vi compaiono sotto le parole o i gruppi di parole principali che vi rientrano. Come nell'indice del volume francese, i <i>gruppi di parole </i>i quali potevano esser considerati esprimere, da sé soli, un concetto particolare sono stati inclusi nell'indice, di seguito alla prima parola del gruppo, in un ordine alfabetico stretto, prendendo in considerazione per questo (completati) ogni particella, articolo, preposizione, e via dicendo. Questa concezione dell'indice è sembrata più conveniente, per l'uso, di una fondata sulle parole significative. Le parole composte di più altre sono state trattate, nella formazione dell'indice, come gruppi di parole se erano collegate con un trattino, e come una parola sola in caso diverso. <br />
<br />
<br />
=Lista delle abbreviazioni usate nel volume italiano=<br />
<br />
{|<br />
|agg. || aggettivo, aggettivo dei due generi || nm. ||numero<br />
|-<br />
|avv. ||avverbio || par.|| paragrafo<br />
|-<br />
|cir. ||confronta || pl.|| plurale<br />
|-<br />
|f. || femminile || pp.||participio. passato<br />
|-<br />
|ff. || facente funzione di || ppr. || participio presente<br />
|-<br />
|i. ||intransitivo || prep. || preposizione<br />
|-<br />
|ISTAT ||Istituto Centrale di' Statistica ||r. || riflessivo<br />
|-<br />
|loc. ||locuzione || s.|| sostantivo, sostantivo dei due generi<br />
|-<br />
|m. ||maschile || segg. || seguenti<br />
|-<br />
|n. || nome proprio || t. || transitivo<br />
|-<br />
|neol. ||neologismo || v. || verbo <br />
|}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
{{OtherLangPrefaces}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Prefazione&diff=679Prefazione2011-11-22T11:25:26Z<p>Joseph Larmarange: it's not elements of preface, but elements of a printed cover page. It's redondant with title and text of preface.</p>
<hr />
<div><!--'''Prefazione'''--><br />
{{Summary}}<br />
__TOC__ <br />
<br />
<br />
Il s'agit de la préface de la première édition de 1959. La préface de la traduction effectuée par Elena Ambrosetti et Cristina Giudici n'est pas encore écrite.<br />
<br />
=Prefazione ai volumi francese, inglese e spagnolo=<br />
<br />
Nella sua quarta sessione, la Commissione della popolazione [delle Nazioni Unite] chiese al Segretario generale di includere nel suo programma di lavoro la preparazione di un 'dizionario-demografico-multilingue (E/1313).<br /><br />
Alcuni mesi più tardi, l'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione, riunita a Ginevra in assemblea generale, offerse al Segretario generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite la propria collaborazione in vista della realizzazione di tale opera e decise la formazione di una Commissione del dizionario demografico, la quale venne incaricata di presentare un progetto. Nella sua quinta sessione, la Commissione della popolazione diede istruzione al Segretario generale di accogliere l'offerta avanzata dall'Unione, e la Commissione del dizionario venne allora incaricata di realizzare in tre lingue — francese, inglese e spagnolo — il progetto cne aveva presentato.<br />
<br />
L'opera è stata concepita come un dizionario nella sua essenza multilingue, destinato ai traduttori. Essa è composta da una collezione di volumi redatti in una singola lingua, ciascuno costituito da un testo di presentazione della terminologia tecnica impiegata in demografia, seguito da un indice alfabetico. Il parallelismo fra i testi distinti dei vari volumi ed un sistema di numerazione per concetti permettono di stabilire una corrispondenza tra le espressioni di un medesimo concetto nelle diverse lingue.<br />
<br />
La Commissione dell'Unione incaricata di elaborare i tre volumi iniziali comprendeva i Signori: Paul Vincent (Francia), presidente e relatore; Carlos E. Dieulefait (Argentina), Harold F. Dorn (Stati Uniti), Eugene Grebenik (Regno Unito), Pierpaolo Luzzatto-Fegiz (Italia), Marcelino Pascua (Svizzera) e José Ros Jimeno (Spagna), membri<br />
<br />
Un primo abbozzo dell'opera venne redatto sulla base di un testo francese preparato dallo <i>Institut national d'études démographiques </i>(Francia) sotto la direzione del signor Vincent. Versioni inglese e spagnola di questo testo vennero redatte, rispettivamente, dal signor Grebenik e dal signor Eos Jimeno.<br />
<br />
Il lavoro dovette essere eseguito con una certa fretta per via dell'imminente Congresso mondiale della popolazione, cui il progetto venne pres entato sotto forma di una « edizione provvisoria (giugno 1954) », pubblicata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ST/SOA/ Ser. A, <i>Etudes démographiques, </i>n. 19). Ma la diffusione di una edizione provvisoria fornì alla Commissione l'opportunità preziosa di giovarsi della collaborazione di numerosi specialisti, i quali si fecero premura di trasmetterle le loro osservazioni.<br />
<br />
Un certo numero di imperfezioni dell'edizione provvisoria derivavano dalla circostanza che questa era stata compilata sulla base di un solo testo, e precisamente d'un testo francese. Appariva indispensabile stabilire un compromesso fra le concezioni anglosassoni, da un lato, e quelle latine, dall'altro» L'esperienza rivelava anche la necessità di corredare il testo di definizioni, per consentire a chi facesse uso del dizionario di scoprire eventuali divergenze fra le espressioni di uno stesso concetto in lingue diverse.<br />
<br />
Queste conclusioni della Commissione vennero approvate, ed il signor Grebenik ebbe l'incarico di rifare, in inglese, il testo primitivo. Indi, i signori Grebenik e Vincent elaborarono in comune una sorta di testo concordato, di cui ciascuno stese una versione nella propria lingua. Il signor Eos Jimeno compilò quindi la corrispondente versione spagnola ed i tre testi vennero sottoposti alla Commissione, al <i>Bureau </i>dell'Unione, e ad un certo numero di specialisti, per le ultime messe a punto.<br />
<br />
Pubblicando le parti francese, inglese e spagnola del <i>Dizionario demografico multilingue, </i>è necessario sottolineare alcune caratteristiche dell'opera.<br />
<br />
In primo luogo, il fatto che essa è la risultante di un lavoro eminentemente collettivo. Essa è il frutto, non solo di una stretta co operazione fra i tre principali redattori, ma anche della collaborazione attiva di tutti i membri della Commissione. Essa ha tratto vantaggio, inoltre, dai pareri di numerosi specialisti, cui era stata data facoltà di esprimerne, ed i quali si sono fatti premura di esaminare i testi ai vari stadi della loro preparazione e di sottoporre le loro osservazioni, spesso assai dettagliate.<br />
<br />
La maggior parte delle raccomandazioni ricevute a questo modo sono state accolte nel testo, per intero o parzialmente. Alcune sono state scartate, forse a torto.<br />
<br />
In effetti, spesso i redattori hanno dovuto effettuare scelte. La concezione stessa dell'opera escludeva la possibilità di addentrarsi in lunghe spiegazioni: sovente si doveva scegliere fra diverse formule possibili. Ogni volume porta quindi l'impronta del suo redattore: la menzione del nome di questi nella prefazione ha lo scopo di segnalare tale responsabilità particolare, in pari misura liberandone nel contèmpo gli altri che hanno partecipato all'iniziativa.<br />
<br />
Peraltro, è opportuno mettere in rilievo il fatto che i redattori non sono stati liberi di redigere il testo a modo loro: i vincoli del parallelismo indispensabile fra i vari testi, o il desiderio di tener conto delle osservazioni ricevute* li hanno spesso forzati a far propri punti di vista che essi non condividevano appieno. Malgrado questo, essi hanno accettato di assumersi la responsabilità del testo, così come esso è.<br />
<br />
Si deve anche richiamare l'attenzione sul fatto che i volumi del Dizionario non costituiscono trattati di demografia. Nella loro elaborazione, tutto è stato subordinato allo scopo fondamentale dell'opera: offrire ai traduttori uno strumento tecnico idoneo per le loro necessità e conferirgli un carattere veramente multilingue, ponendo tutte le lingue sullo stesso piano.<br />
<br />
Ora, le lingue sono costruzioni empiriche, le quali sviluppano la loro terminologia secondo una logica propria, talvolta mal compatibile cogli imperativi razionali della scienza. Nozioni alle quali viene data una medesima denominazione nelle diverse lingue spesso denunciano una corrispondenza assai imperfetta nei vari casi. Una lingua testimonia, con dovizia di termini, un interesse particolare per uno specifico argomento, in altra lingua talmente trascurato da non ricevere una denominazione speciale. L'impiego di note ha permesso di attenuare gli inconvenienti derivanti da tali circostanze, tenuto conto del sistema adottato per assicurare una corrispondenza fra i vari volumi. Ma è evidente che una esposizione libera da preoccupazioni lessicografiche avrebbe assunto una veste del tutto differente.<br />
<br />
Le preoccupazioni lessicografiche ora menzionate sono anche all'origine di alcuni squilibri nel contenuto dell'opera. È parso utile, in certi casi, inserire nel Dizionario una terminologia che non è demografica, strettamente parlando, ma che nella letteratura demografica ricorre con una certa frequenza e, introvabile praticamente nei comuni dizionari, non può esser tradotta dai non iniziati.<br />
<br />
Sempre in considerazione dei bisogni dei traduttori la Commissione è stata indotta ad adottare il principio seguente: il Dizionario deve innanzi tutto dar atto dell'uso vigente, anche quando scorretto, e non può sconsigliare o consigliare un tale uso se non quando sembri possibile ottenere al riguardo un consenso abbastanza generale.<br />
<br />
L'opera non è dunque destinata a normalizzare la terminologia. E non è neppure destinata a proporre definizioni. Queste sono state inserite nel testo col solo scopo di poter più facilmente stabilire corrispondenze terminologiche, e precisarne la portata. L'estrema concisione di dette definizioni ha potuto essere ottenuta talvolta solo a scapito della loro rigorosità. La normalizzazione della terminologia esige opere con caratteristiche del tutto differenti. Per evitare ogni malinteso su questo punto, si troverà, dopo l'indice alfabetico, una lista di pubblicazioni recenti da parte di vari organismi internazionali le quali trattano definizioni di diversi concetti demografici [vedi il volume francese del Dizionario, ST/SOA/Ser. A, <i>Etudes démographiques, </i>n. 29, del-l'O.N.U.., pag. 104) Il lettore dovrà far riferimento ad opere di tale genere quando s'imbatta in un problema di definizione e non di pura traduzione.<br />
<br />
Il <i>Dizionario demografico multilingue </i>non risponderà del tutto ai voti dei suoi iniziatori fino a che non sarà esteso a numerose lingue. Grazie a private iniziative, la preparazione di nuovi volumi è già in progetto o in via di realizzazione. Di più, la Commissione della popolazione, nella sua nona sessione, ha incaricato il Segretario di studiare la possibilità di pubblicare un volume di lingua russa (E/2957). L'esperienza dirà se il compromesso realizzato fra le concezioni anglosassoni e latine si adatta anche a lingue germaniche e slave, nonché a lingue non indo-europee. <br />
<br />
<br />
=Prefazione al volume italiano=<br />
Il volume italiano del <i>Dizionario demografico multilingue </i>è stato elaborato sulla base dei volumi francese, inglese e spagnolo della stessa òpera, preparati sotto gli auspici dell'Unione internazionale per lo studio scientifico della popolazione e pubblicati dalle Nazioni Unite.<br />
<br />
All'origine della pubblicazione del presente volume sta una decisione presa dal <i>Bureau </i>dell'Unione a Rio de Janeiro il 28 giugno del 1955 (vedi <i>«Le Démographe</i>», n. 2, pag. 12, punto 6).<br />
<br />
In detta riunione, i membri del <i>Bureau </i>si dichiararono d'accordo perché la pubblicazione delle edizioni italiana e tedesca avvenisse sotto la responsabilità dell'Unione, e cioè sotto il suo controllo ed i suoi auspici, e per questo decisero di allargare la Commissione del dizionario chiamando a farne parte due membri tedeschi ed un secondo italiano. Questi nuovi membri furono: Josef A. Götz (Germania), Wilhelm Winkler (Austria) e Bernardo Colombo (professore straordinario di Statistica nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Istituto Universitario di Venezia) (vedi « <i>Le Démographe </i>», n. 3, pag. 1, punto 3).<br />
<br />
La Commissione ha partecipato in varie forme a tutti gli stadi della stesura del presente volume: in primo luogo per il fatto stesso che il redattore venne scelto nel suo seno; poi attraverso i consigli a questo forniti nello svolgimento del suo lavoro e le osservazioni che vennero fatte su una preventiva edizione provvisoria. L'approvazione finale da parte della Commissione assicura al volume italiano, nei riguardi dell'Unione, lo stesso <i>status </i>dei testi di base. D'altro canto, la pubblicazione del volume, non partecipando l'Unione in alcuna maniera al finanziamento dei progetti in aggiunta ai tre iniziali, si è mantenuta sul piano privato.<br />
<br />
Nella prima fase del lavoro, consistente nella preparazione di una edizione provvisoria, il redattore ha soprattutto usufruito della collaborazione del presidente e dell'altro membro italiano della Commissione, e di quella di un certo numero di specialisti italiani, non solo di demografìa, da lui interpellati intorno a questioni generali ed a numerosi punti particolari. Una edizione provvisoria, pronta entro il marzo 1958, fu inviata ai membri della Commissione ed a quelli del <i>Bureau </i>dell'Unione, ed inoltre venne largamente diffusa fra i cultori italiani della materia colla ricMesta di un esame e di ogni osservazione ritenuta opportuna. Questa edizione incontrò, in linea di massima, il favore della Commissione, dalla quale venne giudicata sufficientemente a punto perché se ne potesse raccomandare la pubblicazione sotto gli auspici dell'Unione al Segretario Generale della medesima. La Commissione si rimetteva al redattore per l'uso da farsi — in una revisione di dettagli in vista dell'edizione definitiva — di ogni osservazione che egli potesse ricevere, in particolare da parte di membri della Commissione stessa.<br />
<br />
Non è il caso qui di citare la lunga serie di studiosi italiani e stranieri i quali, con molta premura ed attenzione, hanno presentato appunti, talora assai estesi, sull'anzidetta stesura preliminare. Va ricordata, invece, una riunione tenutasi a fine settembre a Roma, organizzata dall'Istituto di Demografia di quella Facoltà di Scienze statistiche, demografiche ed attuariali, ed alla quale parteciparono una trentina di studiosi italiani e di funzionari dell'Istituto Centrale di Statistica. Questa riunione venne dedicata, sia ad una valutazione dei criteri generali, ai quali il redattore si era attenuto nel preparare l'edizione provvisoria, sia all'esame particolareggiato di concetti ed elementi terminologici vari, sparsi per il volume, atti a suscitare qualche perplessità.<br />
<br />
Si procedette quindi alla preparazione di una seconda stesura del lavoro, sulla base della quale vennero continuati i contatti fra redattore, membri della Commissione e numerosi specialisti, la cui opinione veniva richiesta su punti particolari non ancora del tutto chiariti. Gli elementi così raccolti vennero utilizzati in una nuova revisione del lavoro fatto ed in una terza stesura, rimasta quella definitiva.<br />
<br />
Nell'elaborazione del volume italiano, l'esistenza dei testi di base e le caratteristiche dell'opera, quali sono descritte nella prefazione sopra riportata, ponevano vincoli ben precisi per quanto riguardava la disposizione della materia, l'equilibrio fra le varie parti, la natura e l'estensione degli argomenti trattati nel testo propriamente detto, ed il conseguente elenco di concetti, prima che di elementi terminologici, da riportare necessariamente nel lavoro. Rispettati questi limiti, la concreta stesura dei paragrafi era per il resto libera, e di tale libertà è stato fatto uso nel redigere il volume ogni volta che ciò appariva opportuno per mettere in luce un particolare modo e stile della letteratura scientifica italiana nell'affrontare specifici argomenti, mentre negli altri casi veniva anche nel esposizione mantenuto — rispetto ai testi di base — un parallelismo atto a sottolineare la sostanziale coincidenza di significato delle espressioni tecniche inserite nel contesto.<br />
<br />
Seguendo analoghi criteri di elasticità e di sobrietà insieme, sono state redatte le note. Da un lato, v'era l'interesse di usare di queste per integrazioni alla materia che la letteratura demografica italiana, come genere di problemi trattati o per preferenze nelle vie d'indagine, suggeriva di apportare. D'altro lato, l'economia dell'opera — un dizionario, non un manuale, né un trattato — limitava i vantaggi di aggiunte specifiche al solo volume italiano, giustificabili di per sé solo in quanto contenessero espressioni tècniche originali che valesse la pena di mettere in rilievo e di illustrare sinteticamente nel loro significato. Queste, infatti, erano destinate ad apparire isolate nel volume italiano ed a non trovar corrispondenza in espressioni parallele nei rimanenti, o almeno nei tre testi di base, già definitivi.<br />
<br />
Non sarà motivo di meraviglia la circostanza che il volume italiano abbia assunto una dimensione maggiore dei testi di base, sol che si pensi al fatto che, prima di corredarlo di aggiunte o chiarimenti giudicati utili per riferire in maniera più efficace e completa l'uso italiano, conveniva riprodurvi, ogni volta che ne fosse il caso, le note altrui, e soprattutto era indispensabile presentarvi integralmente la materia e la terminologia incorporate nel testo dei volumi di base, anche quando tali temi di studio ed elementi terminologici non fossero — a dir poco — di uso corrente nella letteratura scientifica e nelle fonti statistiche italiane.<br />
Per quanto concerne la responsabilità personale del redattore, pur nella collaborazione collettiva sopra ricordata, e la necessità delle scelte effettuate, spesso tra una varietà di formulazioni possibili, si rimanda il lettore a quanto scritto nella prefazione sopra riportata. Va solo aggiunto che, nella compilazione, è stata tenuta presente, per quanto riguarda i riferimenti alla documentazione statistica demografica, la terminologia in uso nelle pubblicazioni dell'Istituto Centrale di Statistica soprattutto di questo dopoguerra, e ciò per facilitare il loro impiego da parte di lettori stranieri, dal momento che esse non riportano titoli e didascalie se non in italiano. <br />
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Questo criterio, insieme alla rigidità delle inevitabili scelte accennate, può aver dato, in qualche punto, un carattere di definitività e di apo-ditticità ad una terminologia in realtà non ancora attestata, o suscettibile di numerose variazioni, su un identico tema, soprattutto quando il demografo appaia preoccupato, nei suoi scritti, di sposare Feleganza alla precisioneo<br />
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=Dall'avvertenza ai volumi francese, inglese e spagnolo=<br />
Il <i>Dizionario demografico multilingue </i>si compone di volumi redatti ciascuno in una sola lingua, e contenenti un <i>testo </i>corredato di <i>note </i>ed un <i>indice </i>alfabetico.<br />
<br />
Il <i>testo </i>ha unicamente Io scopo di presentare la terminologia tecnica impiegata in demografia in una esposizione che ne chiarisca il senso. Esso abbraccia nove capitoli, ciascuno dei quali comprende un certo numero di paragrafi. Un numero di tre cifre, di cui la prima richiama il numero d'ordine dei capitoli, consente di identificare ogni paragrafo. Gli elementi terminologici — parole ed espressioni — che vi sono inclusi sono stampati in grassetto ed accompagnati da una cifra. Questa, letta di seguito al numero del paragrafo, dà il <i>numero di riferimento </i>per l'elemento terminologico in questione.<br />
<br />
La numerazione è stata fatta per <i>concetti. </i>Ne segue che viene assegnato un identico numero di riferimento agli elementi terminologici che hanno lo stesso significato, o significati abbastanza vicini, mentre ad uno stesso elemento terminologico toccano numeri di riferimento distinti quando esso possa assumere varie accezioni.<br />
<br />
Alcuni paragrafi sono seguiti da <i>note. </i>Esse contengono osservazioni particolari del volume in cui sono inserite, ed una terminologia completamente attinente al concetto cui si riferiscono. L'ultima cifra del numero di riferimento che contrassegni quest'ultimo è ripetuta in testa alla nota corrispondente. I riferimenti alla terminologia inclusa nelle note si distinguono da quelli concernenti la materia fondamentale del Dizionario (messa nel testo vero e proprio) mediante un <i>asterisco </i>posto a seguito del numero spettante al concetto.<br />
<br />
Solo gli elementi terminologici che figurano nel testo propriamente detto si corrispondono di volume in volume; tale corrispondenza viene assicurata per mezzo dell'identico numero di riferimento (a quattro cifre e senza asterisco) che è stato loro attribuito.<br />
Due serie di paragrafi (quelli portanti i numeri, rispettivamente, 303 e 344, seguiti da una lettera) implicano, nei diversi volumi, denominazioni proprie ad alcuni Paesi in cui è usata la lingua di cui si tratta. Non si potrebbe stabilire nessuna corrispondenza precisa fra i vari volumi, per quanto si riferisce agli elementi terminologici inseriti in detti paragrafi. Pertanto, tali elementi non sono stati numerati singolarmente.<br />
<br />
Tutti gli elementi terminologici stampati in grassetto, tanto nel testo propriamente detto quanto nelle note, sono elencati in ordine alfabetico <i>nell' indice, </i>seguiti dal numero o dai numeri di riferimento, che permettono di identificare la loro posizione nel corpo del testo.<br />
<br />
Quando un concetto provvisto, nel Dizionario, di un numero di riferimento non ha ricevuto una propria denominazione in una lingua determinata, l'espressione che, nel volume corrispondente, figura con quel numero di riferimento è stampata <i>in corsivo, </i>e non in grassetto come nei casi di espressioni in uso. Essa è stata riportata a puro titolo di suggerimento, per facilitare il lavoro dei traduttori, e non è riprodotta nell'indice. La si distingue dalle citazioni, pure stampate in corsivo, per via della cifra che l'accompagna.<br />
<br />
La <i>maniera di usare </i>il Dizionario può essere illustrata schematicamente come segue. Sia da tradurre in francese l'espressione inglese di un dato concetto. L'indice inglese fornisce, per l'elemento terminologico da tradurre, il numero assegnato al concetto espresso. Andando al paragrafo corrispondente nel volume francese, si trova l'espressione francese del concetto in parola.<br />
In pratica, è indispensabile <i>leggere tutto il paragrafo </i>al quale si è rimandati, senza dimenticar le note, non solo perchè spesso vi si troveranno elementi utili, ma anche perchè le esigenze della redazione hanno talora imposto di disporre, in seno ad un paragrafo determinato, elementi terminologici, o spiegazioni ad essi pertinenti, in una successione diversa da quella dei numeri di riferimento.<br />
<br />
È anche indispensabile <i>confrontare le due versioni dello stesso paragrafo </i>nelle due lingue, il che permetterà, quando sia il caso, di rendersi conto delle differenze di significato fra espressioni le quali si equivalgano solo in maniera approssimativa. <br />
<br />
=Avvertenza al volume italiano=<br />
<br />
Ad integrazione dell'estratto dall'avvertenza ai testi di base -— ove si danno tntte le istruzioni necessarie per l'uso del Dizionario —, per quanto concerne il <i>volume italiano, </i>poche cose vanno aggiunte.<br />
<br />
In qualche caso si è constatato che nella letteratura demografica italiana non hanno trovato cittadinanza determinati elementi terminologici citati nei testi di base, non solo, ma neppure i concetti cui essi danno una denominazione. In casi del genere, rari per la verità, si è adottata la soluzione di fornire una traduzione letterale dell'espressione contenuta nei testi di riferimento, presentandola in corsivo, non in grassetto, e numerata, come per il caso analogo di espressioni non attestate, riferentisi però a nozioni comunemente accolte.<br />
<br />
Anche in quello italiano, come in altri volumi, si è seguito il criterio di presentare in ordine di preferenza più espressioni sinonime figuranti sotto un identico numero di riferimento. Non sempre però l'ordine stabilisce una reale graduatoria fra espressioni all'incirca equivalenti: talvolta, infatti, non v'è motivo sostanziale di preferenza per una piuttosto che per un'altra formulazione. In genere, però, è consigliabile di servirsi, nelle traduzioni, del primo o dei primi elementi terminologici elencati sotto uno stesso numero.<br />
<br />
Per non sovraccaricare il testo né l'indice, non sono state citate varianti di poco conto, e facilmente comprensibili, delle espressioni riportate: così sì parla solo di « mortalità anteneonatale » e non anche di « mortalità ante-neonatale » o di « mortalità ante-neo-natale », come capita di veder scritto; e si cita solo l'espressione « quozienti di mortalità per causa», e non anche le equivalenti «quozienti di mortalità per cause», «quozienti di mortalità secondo la causa» e «quozienti di mortalità secondo le cause», ecc. A parità di altre circostanze, si è data la preferenza alle espressioni che apparivano grammaticalmente ed ortograficamente più spedite.<br />
<br />
Infine per quanto concerne la formazione dell'indice alfabetico, va detto che gli elementi terminologici inseriti nel testo vi compaiono sotto le parole o i gruppi di parole principali che vi rientrano. Come nell'indice del volume francese, i <i>gruppi di parole </i>i quali potevano esser considerati esprimere, da sé soli, un concetto particolare sono stati inclusi nell'indice, di seguito alla prima parola del gruppo, in un ordine alfabetico stretto, prendendo in considerazione per questo (completati) ogni particella, articolo, preposizione, e via dicendo. Questa concezione dell'indice è sembrata più conveniente, per l'uso, di una fondata sulle parole significative. Le parole composte di più altre sono state trattate, nella formazione dell'indice, come gruppi di parole se erano collegate con un trattino, e come una parola sola in caso diverso. <br />
<br />
<br />
=Lista delle abbreviazioni usate nel volume italiano=<br />
<br />
{|<br />
|agg. || aggettivo, aggettivo dei due generi ||nm. ||numero<br />
|-<br />
| || || par.|| paragrafo<br />
|-<br />
|avv. ||avverbio || pl.|| plurale<br />
|-<br />
|cir. ||confronta || pp.||participio. passato<br />
|-<br />
|f. || femminile || ppr. || participio presente<br />
|-<br />
|ff. || facente funzione di || prep. || preposizione<br />
|-<br />
|i. ||intransitivo ||r. || riflessivo<br />
|-<br />
|ISTAT ||Istituto Centrale di' Statistica || s.|| sostantivo, sostantivo dei due generi<br />
|-<br />
|loc. ||locuzione || ||<br />
|-<br />
|m. ||maschile || segg. || seguenti<br />
|-<br />
|n. || nome proprio || t. || transitivo<br />
|-<br />
|neol. ||neologismo || v. || verbo <br />
|}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
{{OtherLangPrefaces}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=Pagina_principale&diff=14Pagina principale2011-11-22T11:21:47Z<p>Joseph Larmarange: A page should not have two title. And center balise is deprecated</p>
<hr />
<div>{{SummaryShort}}<br />
<br />
__TOC__<br />
<br />
=Storia=<br />
<br />
==La prima edizione==<br />
<br />
Nel 1953, la Commissione della Popolazione delle Nazioni Unite ha richiesto di preparare un Dizionario Demografico Multilingue; l'Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP) si è offerta di collaborare a questo lavoro. Nel 1955, fu creata una Commissione ad hoc diretta dal francese P. Vincent per preparare le versioni in inglese, francese e spagnolo del Dizionario. I membri della Commissione erano: C.E. Dieulefait (Argentina), H.F. Dorn (Stati Uniti), E. Grebenik (Regno Unito), P. Luzzato-Fegiz (Italia), M. Pascua (Svizzera) e J. Ros Jimeno (Spagna). Le versioni francese ed inglese del Dizionario sono state pubblicate nel 1958 e la versione spagnola nel 1959. Da allora al 1971 furono pubblicate altre dieci versioni in altrettante lingue.<br />
<br />
==La seconda edizione==<br />
<br />
A seguito del rapido evolversi degli studi demografici e di popolazione nel corso degli anni sessanta, nel 1969 il comitato sulla Popolazione richiese l’aggiornamento del Dizionario Demografico Multilingue, attività che fu portata avanti ancora una volta in collaborazione con lo IUSSP. Fu istituito un nuovo Comitato per la Terminologia Demografica Internazionale sotto la presidenza del francese di P. Paillat. I lavori iniziarono nel 1972 con il sostegno economico dell’Ufficio Statunitense per il censimento (U.S. Bureau of the Census). Altri membri del Comitato furono: A. Boyarski (USSR), E. Grebenik (Regno Unito), K. Mayer (Svizzera), J. Nadal (Spagna) and S. Kono (Giappone). Il Comitato sottopose una bozza rivista e corretta del Dizionario all’attenzione di un centinaio di centri di studi demografici i quali restituirono dei commenti. Nel 1976, il prof. Louis Henry fu incaricato dallo IUSSP di curare la seconda edizione del Dizionario in francese. Lo IUSSP chiese poi al Prof. Etienne van de Walle di adattare e tradurre in inglese questa seconda edizione. La seconda edizione in lingua inglese venne pubblicata nel 1982 e successivamente vennero pubblicate le versioni aggiornate in tutte le lingue ufficiali delle Nazioni Unite.<br />
<br />
==Dalla seconda edizione a Demopaedia==<br />
<br />
La serie di Dizionari Demografici Multilingue è uno dei prodotti più duraturi nella storia della demografia ed ha dato ottimi risultati grazie al lavoro e alla dedizione di studiosi che hanno tradotto nella propria lingua le originarie versioni francesi e inglesi. Grazie a questo impegno la comunità internazionale può oggi beneficiare della seconda versione del Dizionario Demografico in quattordici lingue soprattutto grazie all’iniziativa di Nicolas Brouard il quale ha provveduto alla stesura del dizionario nelle lingue ancora assenti e le ha rese disponibili su internet nel Dizionario Demografico Multilingue attraverso una presentazione basata su un sistema-wiki. Il lavoro è stato sostenuto dalla [http://www.unpopulation.org Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite], dallo IUSSP e dal Comitato Nazionale francese dello IUSSP in modo da facilitare la consultazione di questi validi testi di riferimento.<br />
<br />
==Perché online?==<br />
<br />
Poiché i dizionari demografici redatti in varie lingue erano stati concepiti quali strumenti fruibili nei vari paesi, si considerò d’obbligo renderli accessibili via internet. Oggi, grazie al progetto di Nicolas Brouard, la terminologia demografica standard insieme al suo significato è alla portata di un click per studenti, insegnanti, professori, ricercatori, ufficiali di governo, giornalisti, organizzazioni non governative e il pubblico in senso ampio, per tutti disponibile nella propria lingua.<br />
<br />
<br />
==Funzionalità==<br />
<br />
<br />
I visitatori di Demopaedia possono consultare i moduli in diverse lingue, leggerli o scaricarli e stamparli. Tutti i proprietari dei diritti di copyright l’hanno, infatti, permesso. Gli utenti possono ricercare un termine demografico, navigare tra termini ed espressioni collegate tra loro o passare a un'altra lingua o edizione. Poiché ogni Dizionario è strutturato in capitoli tematici, i termini sono collocati in un preciso contesto. In questo modo non solo si fornisce una definizione per ogni termine ma anche una comprensione della materia per la quale tale termine risulta importante. Ogni modulo di lingua ha un indice interno che facilita la navigazione e i riferimenti incrociati. Inoltre il sistema wiki fornisce strumenti importanti per nuovi sviluppi. Si prevede che il prossimo stadio del progetto permetterà agli studiosi specializzati di inserire aggiunte, revisioni o correzioni alla seconda edizione.<br />
<br />
<br />
==I prossimi passi==<br />
<br />
<br />
La cultura demografica ha compiuto enormi passi da quando le ultime edizioni del Dizionario sono state pubblicate. Vi è una chiara consapevolezza che la struttura e i testi necessitano un aggiornamento. Provvedere a una revisione con un sistema tradizionale di tavole rotonde e gruppi di lavoro sarebbe difficilmente realizzabile. Sviluppare un’aggiornata edizione del Dizionario Multilingue di Demografia on line dovrebbe risultare efficiente e dovrebbe rendere concreta la possibilità di un’estesa collaborazione di professionisti. Demopædia si offre a questo intento. Demopædia ha anche le potenzialità per divenire una piattaforma per condividere e costruire una conoscenza più ampia in demografia e studi di popolazione. La nostra è una visione di un’enciclopedia sulla popolazione di ampio respiro, in continua evoluzione, che serva alla comunità mondiale e che possa beneficiare dell’influenza di testi e idee.<br />
<br />
<br />
==Accedere all’ Enciclopedia Pubblica sulla Popolazione==<br />
<br />
Ogni termine o espressione demografica del Dizionario Demografico Multilingue, che dovrà essere tradotto in tutte le altre lingue, avrà la propria pagina dedicata nell’Enciclopedia Pubblica di Demografia. <br />
La definizione originale inserita in una delle due edizioni del dizionario demografico multilingue è (o era se il paragrafo è stato sostituito nella seconda edizione) un primo passo per un’enciclopedia multimediale sulle popolazioni. Il Dizionario Demografico Multilingue offre il vantaggio di raccogliere un ampio consenso (la Commissione delle Nazioni Unite sulla terminologia dei primi anni ’50) e di essere stata tradotta in varie lingue (circa quindici). Dall’altro lato, presenta lo svantaggio di essere datata (la seconda edizione in francese risale al 1981) tanto che alcune sezioni o addirittura capitoli devono essere scritti ex novo o riscritti.<br />
Inoltre, l’Enciclopedia ha sempre utilizzato grafici o figure prima assenti nel Dizionario Demografico Multilingue Cartaceo e la moderna Enciclopedia oggi multimediale, offrire immagini animate o file audio.<br />
Utilizzando il software gratuito della fondazione Wikimedia (MediaWiki), Demopædia avrà le stesse possibilità, regole e restrizioni di Wikipedia. <br />
La sintassi dei vari URLS è simile a uno qualunque dei siti Wikipedia, e.g. sopprimendo qualsiasi riferimento all’edizione e mantenendo le due lettere del linguaggio abbreviato: '''<nowiki>http://en.demopaedia.org/wiki/Age-specific fertility rates</nowiki>''' . Anche la sintassi wiki di Demopædia è identica alla sintassi di wikipedia.<br />
<br />
<br />
==Una fase intermedia: l'armonizzazione delle seconde edizioni==<br />
<br />
<br />
A seguito dell’esperienza di Marrakech, molto lavoro è stato fatto per migliorare la qualità dei testi esaminati. Specifici programmi informatici con l’ausilio di decodificatori hanno svolto dei controlli incrociati tra la prima e la seconda edizione in 12/13 lingue in modo da individuare i termini mancanti in una lingua o in un’altra.<br />
La prima analisi di questo lavoro rivela che la seconda edizione non è rigorosa quanto la prima. La prima edizione, infatti, era frutto del lavoro della commissione sulla terminologia alla metà degli anni ’50 ma la seconda edizione è stata inizialmente revisionata in Francia nel 1981e tradotta e adattata all’inglese nel 1982, in spagnolo nel 1985 in Germania nel 1987 e così via sino alla traduzione nel 2005 in ceco.<br />
Alcuni termini espressioni o addirittura interi paragrafi non sono stati tradotti in inglese ma in spagnolo, arabo, tedesco ecc, e alcune frasi e paragrafi sono stati aggiunti nella seconda edizione inglese ma mai tradotti nella versione francese già pubblicata. Anche la seconda edizione spagnola vede aggiunti nuovi termini che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua se non in arabo.<br />
La seconda edizione tedesca (1987) definisce altri termini più recenti che non sono stati tradotti in nessun’altra lingua.<br />
L’attuale proposta (Febbraio 2010) rivolta al [http://demopaedia.org/wiki/Paris2007 Demopædia team] è quella di discutere la possibilità di una di una versione armonizzata o unificata della seconda edizione prima di dare avvio all’enciclopedia aperta.<br />
Le edizioni pubblicate dopo il 1987, non hanno visto l’aggiunta di nuovi termini e perciò l’ultima edizione è quella tedesca del 1987. Per questo motivo un’armonizzazione tra le tre lingue di IUSSP potrebbe rappresentare un passo importante. <br />
In molte delle specifiche edizioni nelle diverse lingue, la numerazione delle voci differiva (anche tra le versioni inglesi e francesi) spesso a causa di errori, ma a volte perché un termine non era stato tradotto. Il vantaggio del lavoro tecnico è di evidenziare le voci mancanti così da decidere se l’assenza di un termine è dovuta al mancato utilizzo delle stesso in quella specifica lingua o se è stato omesso. Il vantaggio di un progetto a così breve termine, è che tutte le versioni utili ma fuori stampa (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo, giapponese ecc) così come le quattro versioni tradotte di recente (russo, cinese, italiano) saranno disponibili in formato cartaceo nella seconda edizione armonizzata che potrà essere ordinato sul sito di Demopædia. Alcuni campioni erano in vetrina alla conferenza di Marrakech. Inoltre questa edizione armonizzata è da considerare un buon esercizio per un’eventuale terza edizione.<br />
<br />
<br />
==Quando aprirà al pubblico Demopædia?==<br />
<br />
<br />
Il sito di Demopædia è stato inaugurato per la [http://iussp2009.princeton.edu Conferenza Internazionale sulla Popolazione di Marrakech] nell’ottobre del 2009, durante la quale è stata proposta ai partecipanti un primo tirocinio organizzato con la Divisione sulla Popolazione delle Nazioni Unite e il Comitato Francese dell’IUSSP.<br />
L’enciclopedia verrà aperta solo ai membri del [http://iussp.org IUSSP association], in seguito al processo di armonizzazione.<br />
Una volta installati i vari strumenti contro gli spammer e gli atti di vandalismo, il sito sarà, si spera, aperto a tutti gli specialisti in studi sulla popolazione.</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=35&diff=327352011-11-09T09:49:17Z<p>Joseph Larmarange: /* 351 */ A missing space</p>
<hr />
<div><!--'''35'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 35 ==<br />
=== 350 ===<br />
<br />
Si fa, in generale, distinzione fra {{TextTerm|popolazione attiva|1}} o {{TextTerm|popolazione economicamente attiva|1}}, e {{TextTerm|popolazione non attiva|2}}, o {{TextTerm|popolazione economicamente non attiva|2}}. La popolazione attiva include di norma coloro che esercitano un’attività professionale; considerando quindi, non solo coloro che svolgono una {{TextTerm|attività lucrativa|3}}, ma anche coloro i quali non percepiscono regolare remunerazione, in particolare i {{NonRefTerm|coadiuvanti famigliari}} ({{RefNumber|35|3|5}}) non remunerati. Al contrario ne vanno escluse generalmente le {{TextTerm|casalinghe|4}}, o {{TextTerm|donne attendenti alle cure domestiche|4}} la cui attività non viene considerata come avente un carattere professionale. Dal punto di vista economico la popolazione non attiva, costituita da tutti gli individui non compresi nella popolazione attiva, viene spesso considerata come una popolazione {{TextTerm|a carico|5}} della prima (cfr. § {{RefNumber|35|9|}}). Si può chiamare {{TextTerm|quoziente di attività|6}}, o {{TextTerm|tasso di attività|6}}, di un certo gruppo la frazione del medesimo appartenente alla popolazione attiva.<br />
{{Note|1| L’espressione {{NoteTerm|manodopera}} ricopre lo stesso significato. L’espressione {{NoteTerm|forza lavoro}} non deve essere utilizzata come sinonimo di manodopera.<br />{{NoteTerm|Attivo}}, agg. ff. s.m. : membro della popolazione attiva - {{NoteTerm|attività, s.f}}.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Non attivo, inattivo}}, agg. ff. s.m. : membro della popolazione non attiva.}} <br />
{{Note|6| Sarebbe preferibile (cf. § {{RefNumber|13|3|}}) chiamare questo indicatore {{NoteTerm|proporzione di attivi}}.}}<br />
<br />
=== 351 ===<br />
<br />
Si usa distinguere la {{TextTerm|popolazione in condizione professionale|1}} in {{TextTerm|occupati|2}} e {{TextTerm|disoccupati|3}}. Tra i disoccupati sono generalmente compresi solo gli individui sprovvisti di impiego che sono effettivamente {{TextTerm|in cerca di occupazione|4}}. Tra di essi possono essere distinti coloro che non hanno mai avuto un lavoro o che sono{{TextTerm|in cerca di lavoro per la prima volta|11}}. E’ indicata come {{TextTerm|riserva silenziosa|10}} quel gruppo di persone che, senza essere registrate, sono privatamente alla ricerca di lavoro così come quelli che attualmente non svolgono né cercano un lavoro, ma potrebbero essere motivati da buone offerte di lavoro. L’insieme degli occupati costituisce la {{TextTerm|popolazione attiva occupata|5}}. La {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) può comprendere una proporzione non trascurabile di individui che, in ragione della situazione economica attraversata dal paese o caratteristica dell’epoca, svolgono un’attività ridotta ; si parla in tal caso di {{TextTerm|sottoccupazione|6}}. Un {{TextTerm|occupato marginale|7}} è nella maggior parte dei casi classificato tra la {{NonRefTerm|popolazione non attiva}} ({{RefNumber|35|0|2}}), poiché esercita un’attività economica solo occasionalmente. Il {{TextTerm|tasso di occupazione|8}} è la parte degli occupati all’interno di un determinato gruppo di popolazione. Le {{TextTerm|persone inattive|9}} sono coloro le quali che non esercitano né cercano un’attività professionale. <br />
{{Note|2| L’analisi dell’{{NoteTerm|occupazione}} si realizza ugualmente attraverso le statistiche delle {{NoteTerm|richieste di lavoro}} presentate dai disoccupati, e delle {{NoteTerm|offerte}} provenienti dai {{NoteTerm|datori di lavoro}}.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Disoccupato}}, s.m. - {{NoteTerm|disoccupazione}}, s.m.}}<br />
<br />
=== 352 ===<br />
<br />
In senso proprio, si intende per {{TextTerm|classificazione professionale|1}} della popolazione, una {{NonRefTerm|ripartizione}} ({{RefNumber|14|4|4}}) della stessa secondo le {{TextTerm|professioni|2}}, o {{TextTerm|attività individuali|2}}, esercitate dai suoi componenti. Tuttavia, l’espessione è stata a lungo utilizzata per indicare delle ripartizioni in {{NonRefTerm|rami di attività economica}} ({{RefNumber|35|7|1}}). Recentemente l’espressione {{TextTerm|gruppo professionale|3}} non designa più un insieme di persone occupate nello stesso {{NonRefTerm|ramo di attività}} (cfr. {{RefNumber|35|7|1}}), ma un insieme di persone che esercitano professioni affini.<br />
{{Note|2| Il termine mestiere si applica di preferenza alle {{NonRefTerm|professioni manuali}} (cfr. {{RefNumber|35|4|2}}).}}<br />
<br />
=== 353 ===<br />
<br />
Alla classificazione per {{NonRefTerm|professioni}} ({{RefNumber|35|2|2}}) della {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}), viene spesso associata una classificazione secondo la {{TextTerm|posizione nella professione|1}} dei suoi membri. Da questo punto di vista, si usa distinguere, tra gli {{NonRefTerm|occupati}} ({{RefNumber|35|1|2}}) : i {{TextTerm|datori di lavoro|2}}; i {{TextTerm|dipendenti|3}}, assunti dai precedenti; i {{TextTerm|lavoratori in proprio|4}}; ed i {{TextTerm|coadiuvanti famigliari|5}}.<br />Questi ultimi sono membri della famiglia di un lavoratore in proprio che prestano lavoro senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale.<br />Per lavoratori indipendenti si intendono quegli individui che lavorano in proprio senza assumere dipendenti nel senso proprio del termine, ma che si avvalgono eventualmente dell’aiuto di coadiuvanti famigliari.<br />Combinando diversi criteri quali la {{NonRefTerm|professione individuale}} ({{RefNumber|35|2|2}}), la posizione nella professione ed il {{NonRefTerm|ramo di attività economica}} cfr.{{RefNumber|35|7|1}}), si possono definire delle {{TextTerm|categorie socio-professionali|6}} che permettono di classificare l’insieme degli individui {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}}*) ed {{NonRefTerm|inattivi}} ({{RefNumber|35|0|2}}*) che costituiscono la popolazione.<br />
{{Note|1| L’espressione {{NoteTerm|situazione professionale}}, spesso utilizzata in tal senso, è da evitare perché ambigua.}}<br />
<br />
=== 354 ===<br />
<br />
Tra i {{NonRefTerm|dipendenti}} ({{RefNumber|35|3|3}}), si distinguono talvolta i {{TextTerm|lavoratori a domicilio|1}}, essi possono eventualmente lavorare per conto di diversi {{NonRefTerm|datori di lavoro}} ({{RefNumber|35|3|2}}). Il personale esecutivo delle {{NonRefTerm|imprese}} ({{RefNumber|35|7|2}}*) è spesso ripartito in due categorie : gli {{TextTerm|operai|2}}, che sono {{TextTerm|lavoratori manuali|2}}, e gli {{TextTerm|impiegati|3}}, che sono {{TextTerm|lavoratori non manuali|3}}. Secondo la {{TextTerm|qualifica professionale|4}}, gli operai possono essere ripartiti in {{TextTerm|operai specializzati|5}}, {{TextTerm|operai qualificati|6}}, ed {{TextTerm|operai non qualificati|7}}. Gli {{TextTerm|apprendisti|8}} sono generalmente compresi nella {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) quando partecipano alla produzione, ma non quando acquisiscono la propria formazione professionale in speciali stabilimenti.<br />
{{Note|2| L’espressione {{NoteTerm|personale esecutivo}} permette di inglobare gli operai e gli impiegati sotto una denominazione unica.}}<br />
{{Note|7| Si distinguono, nell’industria, i {{NoteTerm|manovali specializzati}} od {{NoteTerm|operai comuni}}, dai {{NoteTerm|manovali comuni}}, spesso chiamati semplicemente {{NoteTerm|manovali}}.}}<br />
<br />
=== 355 ===<br />
<br />
In seno alle {{NonRefTerm|aziende}} ({{RefNumber|35|7|2}}) la categoria dei quadri si suddivide in {{TextTerm|quadri superiori|1}}, con mansioni prettamente direttive, e {{TextTerm|funzionari ed impiegati|2}} con funzioni esecutive. Gli impiegati si possono suddividere in {{TextTerm|impiegati che lavorano nel terziario semplice|4}} , {{TextTerm|impiegati dei servizi intermedi|5}}, {{TextTerm|impiegati in servizi di livello superiore |6}} e {{TextTerm|impiegati in servizi di lusso|7}}. {{Note|1| Che comprendono {{NoteTerm|dirigenti, ingegneri}} e {{NoteTerm|capo-servizio}}.}}<br />
<br />
=== 356 ===<br />
<br />
In agricoltura vigono speciali classificazioni nei riguardi della {{NonRefTerm|posizione nella professione}} ({{RefNumber|35|3|1}}). Tra i {{TextTerm|conduttori agricoli|1}} che gestiscono un’azienda agricola, forestale, ecc., si distingue in particolare, fra {{TextTerm|conduttore proprietario|2}}, che coltiva terra propria, {{TextTerm|conduttore affittuario|3}}, che coltiva terra altrui dietro corresponsione di un canone d’affitto, generalmente pagato in contanti, e {{TextTerm|mezzadro|3}}, che in cambio del terreno e del capitale messi a disposizione dal proprietario divide con questi in vario modo i frutti della coltivazione (inizialmente a metà, da cui l’etimologia). Si possono designare semplicemente come {{TextTerm|lavoratori agricoli|4}} i lavoratori dipendenti dell’agricoltura i quali non siano conduttori o {{NonRefTerm|coadiuvanti}} ({{RefNumber|35|3|5}}).<br />
{{Note|1| I termini {{NoteTerm|coltivatore}} e {{NoteTerm|agricoltore}} sono generalmente impiegati in tal senso; ma possono assumere il significato generico di lavoratori agricoli. Si distingue fra {{NoteTerm|conduttore coltivatore}} e {{NoteTerm|conduttore non coltivatore}}, a seconda che il conduttore agricolo impieghi o meno l’opera manuale propria e, eventualmente, dei propri familiari. Nel secondo caso si parla anche di {{NoteTerm|imprenditori agricoli}}. {{NoteTerm|Agricoltore}} è termine di significato impreciso. Sempre più usata, nel linguaggio corrente, è l’espressione {{NoteTerm|coltivatore diretto}} per indicare il conduttore coltivatore.}}<br />
{{Note|4| I lavoratori dipendenti dell’agricoltura si dividono in varie categorie: {{NoteTerm|salariati fissi}}, a contratto annuo, {{NoteTerm|giornalieri agricoli}}, assunti a giornata, {{NoteTerm|stagionali agricoli}} (cfr. {{RefNumber|15|0|5}}*) assunti a stagione.}}<br />
<br />
=== 357 ===<br />
<br />
La {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) può anche venire classificata per {{TextTerm|settore di attività economica|1}} o, più analiticamente, per {{TextTerm|ramo di attività economica|1}} nel quale l’individuo esercita la propria {{NonRefTerm|professione}} ({{RefNumber|35|2|2}}).<br />Questa classificazione si basa essenzialmente su quella delle {{TextTerm|ditte|2}}, o {{TextTerm|aziende|2}}, realizzata in base al loro ruolo economico. Si attribuisce a questo proposito grande importanza alla ripartizione fra {{TextTerm|popolazione attiva del settore agricolo|3}}, e {{TextTerm|popolazione attiva dei settori non agricoli|4}}. Da notare che il gruppo dei {{TextTerm|funzionari e assimilati|5}} costituito dagli {{NonRefTerm|impiegati}} ({{RefNumber|35|4|3}}) civili dell’amministrazione pubblica, e dai {{TextTerm|membri delle forze armate|6}} è generalmente considerato come categoria particolare della popolazione attiva dei settori non agricoli. Nella classificazione per grandi gruppi di attività, vengono distinti tre settori, il {{TextTerm|settore primario|7}} (agricoltura, pesca, minerario), il {{TextTerm|settore secondario|8}} (industrie di trasformazione) ed il {{TextTerm|settore terziario|9}} (produzione di servizi). Nelle economie in via di sviluppo, si può classificare separatamente il {{TextTerm|settore tradizionale|10}} di produzione.<br />
{{Note|1| L’impiego in tal senso delle denominazioni: {{NoteTerm|professione, professione collettiva}}, {{NoteTerm|ramo di attività professionale}}, e {{NoteTerm|gruppo professionale}}, è da evitare (cfr. § {{RefNumber|35|2|}}).}}<br />
{{Note|2| Un’{{NoteTerm|azienda}} può comprendere diversi stabilimenti, eventualmente di diversa natura.}}<br />
<br />
=== 358 ===<br />
<br />
Secondo l’origine dei loro mezzi di esistenza, gli appartenenti alla {{NonRefTerm|popolazione non attiva}} ({{RefNumber|35|0|2}}*) potranno essere ripartiti in persone {{TextTerm|a carico|1}} o {{TextTerm|dipendenti|1}} e {{TextTerm|persone non a carico|2}}. Le prime dipendono per il loro mantenimento da altra persona, che è la loro {{TextTerm|fonte di entrata|3}}, o il loro {{TextTerm|sostegno economico|3}}(cfr. {{RefNumber|11|1|3}}) — tale è, per esempio, il caso delle {{NonRefTerm|casalinghe}} ({{RefNumber|35|0|4}}) e dei {{TextTerm|bambini a carico|4}}. Si presume che un individuo non a carico disponga di mezzi sufficienti per il proprio sostentamento. In quest’ultima categoria di persone si potranno distinguere, in particolare, i {{TextTerm|proprietari|5}} che vivono del prodotto del loro patrimonio, i {{TextTerm|pensionati|6}}, le cui risorse provengono da un’attività svolta precedentemente e le {{TextTerm|persone a carico della pubblica assistenza|7}}, che sono persone sprovviste di un patrimonio e di un sostegno economico, alle quali la collettività accorda dei sussidi per vivere. {{TextTerm|Inabile al lavoro|8}} è una persona la cui capacità lavorativa è ridotta o nulla. Il rapporto tra la popolazione non attiva e la popolazione attiva è detto {{TextTerm|indice di dipendenza economica|9}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Dipendente}}, ppr. ff. agg. e s.m. - {{NoteTerm|dipendenza}}, s.f.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|pensionato}} (agg. e s.m.) è solo chi riceve una {{NoteTerm|pensione}} (s.f.) — la quale può essere, in particolare, una pensione d’invalidità od una pensione di anzianità o vecchiaia, non ognuno che si sia ritirato dalla vita economicamente attiva ({{RefNumber|36|1|4}})}}.<br />
{{Note|9| Il rapporto tra la popolazione non adulta [giovani ({{RefNumber|32|4|3}}*) e vecchi ({{RefNumber|32|4|8}})] e la popolazione {{NonRefTerm|adulta}} ({{RefNumber|32|4|5}}) è talvolta denominato {{NoteTerm|indice di dipendenza;}} questa espressione dovrebbe essere evitata per non confondere detto rapporto con l’indice di dipendenza economica.}}<br />
<br />
=== 359 ===<br />
<br />
Volendo ripartire il complesso della popolazione di un Paese secondo il {{NonRefTerm|settore di attività economica}} ({{RefNumber|35|7|1}}) da cui ognuno trae i propri mezzi di esistenza, le {{NonRefTerm|persone a carico}} ({{RefNumber|35|8|1}}) possono essere incluse nel settore di appartenenza del loro {{NonRefTerm|sostegno economico}} ({{RefNumber|35|8|3}}). Sulla base di convenzioni sulla classificazione degli altri inattivi, si può quindi numericamente definire la {{TextTerm|popolazione vivente di|1}} ..., o {{TextTerm|popolazione dipendente da|1}}... uno od altro settore. È così che viene definita in particolare la {{TextTerm|popolazione che vive dell’agricoltura|2}}. Talvolta, con lo stesso significato, si usa l’espressione {{TextTerm|popolazione agricola|2}}, nonostante questa espressione sia talvolta utilizzata come sinonimo di {{RefNumber|35|7|3}}. Il resto della popolazione è definita con l’espressione {{TextTerm|popolazione non agricola|3}}. <br />
{{Note|2| Non si confonda popolazione agricola e {{NonRefTerm|popolazione rurale}} ({{RefNumber|31|1|3}}).}}<br />
<br />
=== 360 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|infermi|1}} sono talvolta oggetto di attenzione particolare nei censimenti. Essi sono classificati in base all’{{TextTerm|infermità|2}}, per quanto le informazioni raccolte lo consentano. Si distingue generalmente tra {{TextTerm|infermità fisiche|3}} (per es. cecità, sordità) ed {{TextTerm|infermità mentali|4}} (per es. : demenza).<br />
<br />
=== 361 ===<br />
<br />
L’analisi completa della {{TextTerm|vita attiva|1}} degli individui comprende lo studio dell’{{NoteTerm|ingresso}} nell’{{TextTerm|attività|2}} da parte dei {{NonRefTerm|non attivi}} ({{RefNumber|35|0|2}}*), distinguendo eventualmente coloro che non sono mai stati attivi da coloro che hanno già vissuto un periodo di attività, e lo studio dell’{{TextTerm|uscita dall’attività|3}} da parte degli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}}*), distinguendo, se i dati lo permettono, la causa di cessazione, malattia, decesso, {{TextTerm|pensionamento|4}}, interruzione. Un tale studio si realizza per generazione o per contemporanei, attraverso {{TextTerm|tassi di ingresso in attività|5}} o {{TextTerm|probabilità di ingresso in attività|6}}, e {{TextTerm|tassi di uscita dall’attività|7}} o {{TextTerm|probabilità di uscita dall’attività|8}}, distinguendo se possibile per causa di cessazione; tutti questi indicatori sono calcolati per età o per classi di età. <br />
<br />
=== 362 ===<br />
<br />
A partire da questi indicatori si possono costruire delle {{TextTerm|tavole di attività|1}}, per {{NonRefTerm|generazioni}} o per {{NonRefTerm|contemporanei}} (cfr. § {{RefNumber|15|3|}}), contenenti, oltre alla serie delle probabilità menzionate nel paragrafo precedente, la distribuzione delle {{TextTerm|età di ingresso in attività|2}} e quella delle {{TextTerm|età di uscita dall’attività|3}}, se possibile per ogni causa, considerando o meno la mortalità; le corrispondenti {{TextTerm|età medie di ingresso in attività|4}} e le {{TextTerm|età medie di uscita dall’attività|5}}; e le {{TextTerm|speranze di vita attiva|6}}: {{TextTerm|speranza lorda di vita attiva|7}}, in assenza di mortalità, {{TextTerm|speranza netta di vita attiva|8}}, in presenza di mortalità. Ognuna di queste speranze di vita attiva esprime il numero medio di anni di attività che restano da vivere, nelle ipotesi adottate, dagli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}} *) dell’età considerata. Se quest’ultima è l’età di ingresso nell’attività, la speranza di vita attiva corrispondente è la {{TextTerm|durata media della vita attiva|9}} degli individui entrati in attività a questa età; è possibile calcolare un indicatore analogo per l’insieme delle età di ingresso in attività; occorre in tal caso precisare che si tratta di questo insieme.<br />
{{Note|1| Allo stato attuale dell’osservazione e dell’analisi, queste tavole sono state costruite solo nei casi in cui le interruzioni, o cessazioni temporanee dell’attività, sono in proporzione trascurabile, questo è più o meno il caso della popolazione maschile. Per il sesso femminile, la frequenza delle {{NoteTerm|interruzioni di attività}} complica molto l’analisi e bisognerà distinguere il {{NoteTerm|primo ingresso in attività}}, o {{NoteTerm|inizio dell’attività}}, dagli altri ingressi, o {{NoteTerm|ripresa dell’attività}}.}}<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|35}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=80&diff=556802011-10-17T10:02:50Z<p>Joseph Larmarange: Rétablir le titre</p>
<hr />
<div><!--'''80'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
= Migrazioni =<br />
<br />
== 80 ==<br />
<br />
=== 801 ===<br />
<br />
Lo studio della {{TextTerm|mobilità spaziale|1}}, o {{TextTerm|mobilità territoriale|1}}, o {{TextTerm|mobilità geografica|1}} riguarda i fenomeni quantitavi legati agli {{TextTerm|spostamenti|2}} nello spazio geografico, degli individui di una popolazione. La caratteristica principale della {{TextTerm|migrazione|3}}, o {{TextTerm|movimento migratorio|3}} è di aver per effetto un cambiamento di {{NonRefTerm|residenza}} ({{RefNumber|31|0|6}}) dei migranti da un {{TextTerm|luogo di origine|4}}, o {{TextTerm|luogo di provenienza|4}}, ad un certo {{TextTerm|luogo di destinazione|5}}, o {{TextTerm|luogo di arrivo|5}}. Questo concetto di migrazioni non può essere applicato agli individui senza una residenza fissa: in particolare ne sono escluse le popolazioni {{NonRefTerm|nomadi}} ({{RefNumber|30|4|2}}) o {{NonRefTerm|semi nomadi}} ({{RefNumber|30|4|3}}). A volte si distingue tra migrazione e {{TextTerm|migrazione temporanea|6}} usando criteri basati sulla {{TextTerm|durata dell’assenza|7}} dal luogo di origine e sulla {{TextTerm|durata della presenza|8}} nel luogo di destinazione. Altri tipi di spostamenti sono particolarmente seguiti per la loro regolarità ciclica o per la loro importanza economica e sociologica. Ad esempio il {{TextTerm|pendolarismo|9}} dei lavoratori tra il luogo di residenza e il luogo di lavoro; la periodicità di tali spostamenti è generalmente quotidiana o settimanale, e gli {{TextTerm|spostamenti stagionali|10}} o {{TextTerm|migrazioni stagionali|10}} di periodicità annuale. Uno spostamento che riguarda un {{NonRefTerm|territorio}} ({{RefNumber|30|1|2}}) solo per il fatto che lo attraversa, costituisce un {{TextTerm|transito|11}}. Infine citiamo gli {{TextTerm|spostamenti turistici|12}}. <br />
{{Note|1| Si specifica mobilità spaziale, per distinguere questo tipo di mobilità dalla {{NonRefTerm|mobilità professionale}} ({{RefNumber|92|1|1}}) o dalla {{NonRefTerm|mobilità sociale}} ({{RefNumber|92|0|4}}).}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|migrazione}}, s.f. — {{NoteTerm|migrare}}, v.i. — {{NoteTerm|migrante}}, agg. e s. — {{NoteTerm|migratorio}}, agg.: relativo a migrazioni. Talvolta si precisa {{NoteTerm|migrazione spaziale}}, o {{NoteTerm|migrazion geografica}}, per evitare di creare confusione con le {{NonRefTerm|migrazioni professionali}} ({{RefNumber|92|1|1}}*) o con le {{NonRefTerm|migrazioni sociali}} ({{RefNumber|92|0|4}}*). In queste espressioni la parola migrazione indica delle modifiche che non implicano necessariamente un cambiamento di residenza; se possibile è meglio evitare di chiamare questi spostamenti migrazioni.}}<br />
{{Note|5| Per le {{NonRefTerm|migrazioni internazionali}} ({{RefNumber|80|3|2}}), si parla di {{NoteTerm|paese di arrivo}} e anche di {{NoteTerm|paese d’accoglienza}}.}}<br />
{{Note|11| {{NoteTerm|Transito}}, s.m. - {{NoteTerm|transitare}}, v.i. - {{NoteTerm|migrante di transito}},: individuo che transita. Il termine transito è da preferire ai termini {{NoteTerm|migrazione di transito}} o {{NoteTerm|transmigrazione}} a volta utilizzati.}}<br />
<br />
=== 802 ===<br />
<br />
Se non si osservano tutte le migrazioni in modo continuo, si possono confrontare o la {{TextTerm|residenza ad una data precedente|1}} ben determinata, o la {{TextTerm|residenza precedente|2}} con la {{TextTerm|residenza attuale|3}}. Nel primo caso, si chiama {{TextTerm|migrante|4}} ogni individuo che non ha la stessa residenza all’inizio e alla fine del periodo; al momento della partenza dalla residenza all’inizio del periodo, questo migrante era un {{TextTerm|emigrante|5}}, nel caso in cui gli {{TextTerm|emigranti|12}} vogliano vivere all'estero in modo permanente, o nel caso 12 in cui si tratti di emigrati per ragioni politiche, religiose o etiche. All’arrivo nella residenza attuale, è un {{TextTerm|immigrante|6}} nel caso in cui gli {{TextTerm|immigrati|13}} abbiano intenzione di risiedere permanentemente nel paese, e se l'immigrazione si basa su motivazioni di tipo politico, religioso o etico. Nel secondo caso infatti, in cui la migrazione porta sull’{{TextTerm|ultima migrazione|7}} o il {{TextTerm|cambiamento di residenza|7}}, indipendentemente dalla data, ogni individuo che ha avuto almeno una residenza precedente diversa dall’attuale è un {{TextTerm|immigrato|8}} in quest’ultima e un {{TextTerm|emigrato|9}} dalla residenza precedente. Quando si conoscono i {{NoteTerm|luoghi}} di {{TextTerm|nascita|10}}, ogni individuo per il quale la residenza attuale è diversa da suo luogo di nascita è un {{TextTerm|non nativo|11}} della residenza attuale. <br />
{{Note|4| Un migrante è un individuo nato prima dell’inizio del periodo considerato e vivente alla fine di questo periodo. A volte la definizione viene estesa ai figli nati nel corso del periodo, essi sono collegati alla residenza della madre all’inizio del periodo: in questo caso si parla di {{NoteTerm|migranti indotti}}. Il numero di migranti registrati non è necessariamente uguale al numero di spostamenti che gli individui hanno fatto nel corso del periodo, alcuni di loro infatti, possono essersi spostati molte volte durante questo intervallo, o essere tornati al loro precedente luogo di residenza al momento del censimento o dell’indagine.}}<br />
{{Note|10| Di solito si distingue il luogo di residenza della madre corrisponde con il luogo di nascita. A volte però questi due luoghi non coincidono perché l’organizzazione sanitaria del paese o le tradizioni fanno sì che la madre non partorisca nello suo luogo di residenza.}}<br />
<br />
=== 803 ===<br />
<br />
La popolazione di uno {{NonRefTerm|Stato sovrano}} ({{RefNumber|30|5|3}}), può essere coinvolta nelle {{TextTerm|migrazioni interne|1}}, in questo caso il {{NonRefTerm|luogo di origine}} ({{RefNumber|80|1|4}}) e il {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}) si trovano entrambi all’interno dello Stato, e nelle {{TextTerm|migrazioni internazionali|2}} quando si oltrepassano le frontiere di questo stato. Queste ultime sono anche dette {{TextTerm|migrazioni esterne|3}} a questo Stato e si chiamano {{TextTerm|immigrazione|4}} o {{TextTerm|emigrazione|5}}, a seconda che lo Stato considerato sia il luogo di destinazione o il luogo di origine di queste migrazioni. Se lo Stato è diviso in zone, che si distingue tra le migrazioni interne ad una zona, che sono spesso definite come {{TextTerm|mobilità locale|6}} o {{TextTerm|mobilità residenziale|6}}, e le migrazioni esterne a questa zona, che si dividono in migrazioni internazionali e migrazioni interne allo Stato. Queste ultime si chiamano {{TextTerm|immigrazione interna|7}} verso questa zona o {{TextTerm|emigrazione interna|8}} da questa zona, a seconda che essa costituisca il luogo di destinazione o il luogo di origine della migrazione. Quando si distingue tra zona di origine e zona di destinazione, si definisce {{TextTerm|corrente di migrazioni|9}}, o {{TextTerm|corrente migratoria|9}}, il numero di migrazioni che hanno luogo dall’una verso l’altra. La corrente più importante in termini numerici tra le due zone è detta {{TextTerm|corrente dominante|10}}, la più esigua {{TextTerm|controcorrente|11}}.<br />
{{Note|1| Tutte le definizioni di questo paragrafo sono date senza considerare i {{NonRefTerm|migranti, emigranti}} e gli {{NonRefTerm|immigranti}}, gli {{NonRefTerm|emigrati}} e {{NonRefTerm|immigrati}} del § 802, il termine {{NonRefTerm|migrazione}} sostituisce uno di questi termini. La distinzione tra migrazione interna e migrazione internazionale non sempre è chiara, poiché alcune volte i {{NonRefTerm|territori non indipendenti}} di uno Stato hanno tuttavia un’autonomia più o meno completa.}}<br />
{{Note|2| Se si tratta di {{NonRefTerm|pendolarismo}} ({{RefNumber|80|1|9}}) e non di migrazioni, si parla di {{NoteTerm|lavoratori di frontiera}}o {{NoteTerm|frontalieri}}.}} <br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Immigrazione}}, s.f. - {{NoteTerm|immigrare}}, v.i.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|Emigrazione}}, s.f. - {{NoteTerm|emigrare}}, v.i.}}<br />
{{Note|7| Per essere più precisi, si tratta d’immigrazione interna allo Stato verso questa zona, e di emigrazione interna allo Stato da questa zona.}}<br />
<br />
=== 804 ===<br />
<br />
Le {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}) di un individuo durante un periodo possono essere distinte tra loro in base all’ {{TextTerm|ordine di migrazione|1}} a partire dall’inizio di questo periodo. L’intervallo di tempo che separa l’{{NonRefTerm|arrivo}} ({{RefNumber|80|5|3}}) in un luogo e la {{NonRefTerm|partenza}} ({{RefNumber|80|5|4}}) verso un altro è una {{NoteTerm|durata}} della {{TextTerm|residenza|2}} o {{TextTerm|durata del soggiorno|2}}. Si può anche distinguere tra queste migrazioni quelle che costituiscono un {{TextTerm|ritorno|3}} nella zona iniziale, o nel luogo di residenza precedente, e le {{TextTerm|migrazioni secondarie|4}} che interessano delle nuove zone. Se si distinguono le zone {{NonRefTerm|rurali}} ({{RefNumber|31|1|3}}*) e le zone {{NonRefTerm|urbane}} ({{RefNumber|31|1|4}}*) di dimensioni crescenti, l’{{TextTerm|emigrazione rurale|5}} comporta delle {{TextTerm|migrazioni a tappe|6}} o {{TextTerm|migrazioni a ripetizione|6}} che avvengono quando l’individuo si sposta successivamente verso città di dimensioni più grandi. Si parla di {{TextTerm|migrazioni a catena|7}} tra una serie di città di grandezza diversa quando la {{NonRefTerm|migrazione netta}} ({{RefNumber|80|5|2}}) di una città di una certa grandezza è positiva per eccesso d’immigrazione dal settore rurale e dalle città più piccole, sull’emigrazione verso le città più grandi.<br />
{{Note|5| Si parla spesso di {{NoteTerm|esodo rurale}} esso tuttavia non sempre è soddisfacente perché le migrazioni dalle zone rurali verso le zone urbane non sempre prendono la forma di un {{NonRefTerm|esodo}} ({{RefNumber|80|7|3}}).}}<br />
<br />
=== 805 ===<br />
<br />
In contrapposizione al {{NonRefTerm|movimento naturale}} ({{RefNumber|20|1|10}}), si definisce {{TextTerm|movimento migratorio|1}} la parte del {{NonRefTerm|movimento generale della popolazione}} ({{RefNumber|20|1|9}}) di una zona relativa alle migrazioni. En termine di ammontare, questo movimento migratorio è misurato dalla {{TextTerm|migrazione netta|2}} o {{TextTerm|saldo migratorio|2}} di una zona, o dalla differenza tra le {{TextTerm|entrate|3}} o {{TextTerm|arrivi|3}}, e le {{TextTerm|uscite|4}} o {{TextTerm|partenze|4}}. Questa migrazione netta è un’espressione algebrica che nel caso in cui le entrate sono più numerose delle uscite si chiama {{TextTerm|immigrazione netta|5}} e nel caso contrario {{TextTerm|emigrazione netta|6}}. La somma delle entrate e delle uscite ci dà il {{TextTerm|volume totale delle migrazioni|7}} di una zona ed è detta {{TextTerm|migrazione totale|8}}. Allo stesso modo, quando si lavora sulle migrazioni che avvengono tra due zone, si definisce {{TextTerm|corrente netta|9}} di migrazione dall’una verso l’altra, come la differenza tra la {{NonRefTerm|corrente migratoria}} ({{RefNumber|80|3|9}}) dalla seconda verso la prima e la corrente opposta. La somma algebrica delle correnti nette tra una zona ed il resto del mondo costituisce quindi la sua migrazione netta. La {{TextTerm|corrente totale|10}} o il {{TextTerm|traffico|10}} tra queste zone è la somma delle correnti che si formano tra di esse.<br />
{{Note|2| Le definizioni di questo paragrafo non tengono conto dei diversi tipi di {{NonRefTerm|migranti}}. Si evita di solito di parlare di &quot;migrante netto&quot;, di preferenza si parla di un {{NoteTerm|numero netto di migranti}}.}}<br />
{{Note|8| Le entrate e le uscite dei {{NonRefTerm|migranti di transito}} ({{RefNumber|80|1|11}}*) di solito sono escluse dalla migrazione totale. Quando si distingue tra migrazioni interne ad uno Stato e migrazioni internazionali, si definiscono allora la {{NoteTerm|migrazione interna netta}} o la {{NoteTerm|migrazione internazionale netta}} di questa nota, e la sua {{NoteTerm|migrazione interna totale}} o la sua {{NoteTerm|migrazione internazionale totale}}.}}<br />
<br />
=== 806 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|migrazione spontanea|1}} la {{NonRefTerm|migrazione}} ({{RefNumber|80|1|3}}) che si effettua per iniziativa degli individui coinvolti. Se si spostano da soli – di solito si tratta di {{NonRefTerm|lavoratori}} ({{RefNumber|35|1|1}}) – si parla di {{TextTerm|migrazione individuale|2}}. Quando si spostano delle {{NonRefTerm|famiglie}} ({{RefNumber|11|5|1}}) intere, si parla di {{TextTerm|migrazione famigliare|3}}. Con l’arrivo successivo dei {{TextTerm|familiari|9}} una parte di queste migrazioni sono delle {{TextTerm|migrazioni indotte|4}} da quella del {{NonRefTerm|capo famiglia}} ({{RefNumber|11|5|1}}*), in particolare quelle dei figli che lo seguono. I movimenti dei lavoratori causati dalle condizioni d’impiego e che riguardano essenzialmente la {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) costituisco le {{TextTerm|migrazioni per lavoro|5}}. I movimenti causati dal {{NonRefTerm|matrimonio}} ({{RefNumber|50|1|2}}) degli interessati costituiscono le {{TextTerm|migrazioni per matrimonio|6}}. Quelli provocati dalla {{NonRefTerm|fine dell’attività}} ({{RefNumber|36|1|3}}) costituisco le {{TextTerm|migrazioni da ritiro|7}}. Si parla di {{TextTerm|catene migratorie|8}} quando la volontà di emigrare si rivolge ad un determinato luogo in cui amici e parenti agiscono come pionieri, se ad esempio hanno un appartamento e/o sono in grado di fornire informazioni o particolare sostegno.<br />
<br />
=== 807 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|migrazione collettiva|1}} una migrazione più o meno organizzata che si effettua per gruppi d’individui o di {{NonRefTerm|famiglie}} ({{RefNumber|11|5|1}}). Una {{TextTerm|migrazione di massa|2}} è una migrazione che riguarda un gran numero di uomini. Un {{TextTerm|esodo|3}} è un’{{NonRefTerm|emigrazione}} ({{RefNumber|80|3|5}}) di massa e improvvisa, effettuata a causa del sopravvenire di una calamità, senza intervento dei poteri pubblici.<br />
{{Note|2| Si chiama {{NoteTerm|invasione (invadere}}, v.t.) un’{{NonRefTerm|immigrazione}} ({{RefNumber|80|3|4}}) di massa e improvvisa, effettuata senza l’accordo degli abitanti del territorio invaso, e {{NoteTerm|infiltrazione}} un’immigrazione prolungata, effettuata da elementi di importanza numerica sufficientemente esigua affinché essa sia per un lungo periodo poco visibile per gli abitanti del territorio verso cui essa si verifica.}}<br />
<br />
=== 808 ===<br />
<br />
Si parla di {{TextTerm|rimpatri|1}} quando si tratta di {{NonRefTerm|ritorni}} ({{RefNumber|80|4|3}}) verso un luogo di origine organizzati dai poteri pubblici. Si definisce {{TextTerm|migrazione forzata|2}} una {{NonRefTerm|migrazione}} ({{RefNumber|80|1|3}}) alla quale gli individui interessati sono stati costretti dai poteri pubblici. La migrazione forzata può scaturire da misure di {{TextTerm|espulsione|3}} prese nei confronti di alcune categorie di individui; quest’ultimi sono dunque costretti a lasciare il territorio dove risiedevano, senza vedersi assegnato nessun {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}). La stessa cosa succede in caso di {{TextTerm|evacuazione|4}}, operazione destinata a svuotare un territorio dai suoi abitanti, generalmente in seguito o dietro minaccia di qualche calamità. Gli individui che, anche se costretti a {{NonRefTerm|migrare}} ({{RefNumber|80|1|3}}*), hanno conservato una certa libertà nella scelta del loro luogo di destinazione, sono detti {{TextTerm|rifugiati|5}}. I {{TextTerm|profughi|6}} o {{TextTerm|displaced persons|6}} sono, al contrario, migranti ai quali i poteri pubblici hanno assegnato un certo luogo di destinazione. Spesso si tratta di persone coinvolte in un {{TextTerm|trasferimento di popolazione|7}}, cioè in una {{NonRefTerm|migrazione collettiva}} ({{RefNumber|80|7|1}}) forzata, organizzata dai poteri pubblici. Da tali trasferimenti risultano a volte degli {{TextTerm|scambi di popolazioni|8}} tra Stati, organizzati in seguito alla modifica delle frontiere o per eliminare i problemi relativi alle {{NonRefTerm|minoranze}} ({{RefNumber|33|3|4}}).<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Rimpatrio}}, s.m. - {{NoteTerm|rimpatriare}}, v.t.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Espulsione}}, s.f. - {{NoteTerm|espellere}}, v.t. - {{NoteTerm|esplulso}}, pp. ff. s.m.}}<br />
{{Note|6| Se lo spostamento forzato, individuale o collettivo, è a carattere repressivo, si parla di: {{NoteTerm|deportazione}}, s.f. - {{NoteTerm|deportare}}, v.t. - {{NoteTerm|deportato}}, pp. ff. s.m.}}<br />
<br />
=== 809 ===<br />
<br />
L’adattamento degli {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) al loro nuovo ambiente avviene di solito gradualmente. Alla fase iniziale d’{{TextTerm|ambientamento|1}}, o {{TextTerm|adattamento|1}}, durante la quale scompaiono i loro pregiudizi verso gli usi ed i costumi del {{NonRefTerm|paese d’accoglienza}} ({{RefNumber|80|1|5}}*), succede di solito una fase di d’{{TextTerm|inserimento|2}}, che si traduce con l’adozione di buona parte di questi usi e costumi. La scomparsa delle differenze tra gli immigrati e la popolazione {{NonRefTerm|autoctona}} ({{RefNumber|33|2|2}}), è testimone della loro {{TextTerm|integrazione|3}}. La {{NonRefTerm|naturalizzazione}} ({{RefNumber|33|1|1}}) facilita o consacra quest’integrazione.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|ambientamento}}, s.m. — {{NoteTerm|ambientarsi}}, v.r. {{NoteTerm|adattamento}}, s.m. — {{NoteTerm|adattarsi}}, v.r.}}<br />
<br />
=== 810 ===<br />
<br />
Quando un gruppo di {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) originari di uno stesso luogo, giunti nel {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}*), vi si mantengono uniti, conservando l’essenziale dei loro usi e costumi, si dice che essi costituiscono una {{TextTerm|colonia|1}}. Il sorgere di colonie siffatte in territori già abitati dà origine a problemi di {{TextTerm|coesistenza|2}} fra i vecchi ed i nuovi abitanti. Questi possono risolversi in una {{TextTerm|fusione|3}} delle diverse popolazioni, per la scomparsa di ogni sensibile differenza tra le medesime, o nell’{{TextTerm|integrazione|4}} di una popolazione nell’altra. Vi è invece {{TextTerm|segregazione|5}}, o {{TextTerm|isolamento|5}}, allorchè più popolazioni, che vivono l’una accanto all’altra sul medesimo territorio, rimangono separate da barriere sociali o legali.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|colonia}}, s.f. — {{NoteTerm|colonizzare}}, v.t.: formare una colonia — {{NoteTerm|colonizzazione}},}}<br />s.f.: il colonizzare — {{NoteTerm|colono}}, s.m.: membro di una colonia. <br />Per {{NoteTerm|colonizzazione interna}} s’intende la formazione di colonie, entro i confini di uno Stato, da parte di gruppi di cittadini del medesimo che si spostano.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|coesistenza}}, s.f. — {{NoteTerm|coesistere}}, v.i.}}<br />
{{Note|5| Nei casi estremi, il conflitto fra popolazioni diverse può portare allo {{NoteTerm|sterminio (genocidio)}} di una popolazione da parte di un’altra. {{NoteTerm|sterminio}}, s.m. — {{NoteTerm|sterminare}}, v.t.}}<br />
<br />
=== 811 ===<br />
<br />
La {{TextTerm|politica migratoria|1}} degli Stati costituisce un aspetto della loro {{NonRefTerm|politica demografica}} ({{RefNumber|10|5|2}}). Le {{TextTerm|leggi sull’immigrazione|2}} sono spesso di natura restrittiva, e volentieri mirano ad attuare, in varie forme, un’{{TextTerm|immigrazione selezionata|3}}, la quale preveda — cioè — una accettazione limitata a solo quei candidati che siano dotati di alcune, o privi di altre, caratteristiche determinate. In alcuni Paesi viene adottato il {{TextTerm|contingentamento per quote|4}}, col quale si fissa la frazione di immigranti, sul totale prefissato per un dato periodo, che possono appartenere ad una specifica categoria. In particolare, il sistema viene seguito per proporzionare i nuovi flussi di immigranti delle varie provenienze alla composizione degli abitanti del {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}*), ad una certa data, secondo la loro {{TextTerm|nazionalità d’origine|5}}. I provvedimenti intesi ad ottenere una {{TextTerm|ridistribuzione della popolazione|6}} di un dato Paese, mediante le {{NonRefTerm|migrazioni interne}} ({{RefNumber|80|3|1}} ), costituiscono pure un mezzo per attuare politiche demografiche particolari.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|selezionato}}, agg. — {{NoteTerm|selezione}}, s.f. — {{NoteTerm|selezionare}}, v.t.}}<br />La {{NoteTerm|selezione degli immigranti}} attua una vera e propria scelta discriminatoria fra i candidati all’immigrazione.<br />
<br />
==<center><font size=12>* * * </font></center>==<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|80}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=81&diff=574812011-10-17T10:02:38Z<p>Joseph Larmarange: Rétablir le titre</p>
<hr />
<div><!--'''81'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 81 ==<br />
<br />
=== 812 ===<br />
<br />
Si chiamano {{TextTerm|statistiche migratorie|1}} o {{TextTerm|statistiche delle migrazioni|1}}, le statistiche che si effettuano per misurare i {{TextTerm|movimenti migratori|2}} relativi alla popolazione di un certo territorio. Le statistiche migratorie più esaurienti si ottengono a partire dalle {{NonRefTerm|anagrafi}} ({{RefNumber|21|3|1}}) nei casi in cui si registrano correttamente le dichiarazioni di {{NonRefTerm|cambio di residenza}} ({{RefNumber|21|3|5}}). In tal modo si possono individuare allo stesso tempo le {{NonRefTerm|migrazioni interne}} ({{RefNumber|80|3|1}}) al paese e le {{NonRefTerm|migrazioni internazionali}} ({{RefNumber|80|3|2}}); tuttavia la rilevazione delle prime avviene in maniera più precisa di quella delle seconde. Nei numerosi paesi privi di anagrafe, un certo numero di {{NonRefTerm|schede}} ({{RefNumber|21|3|3}}*), spesso non esaurienti, servono a dei fini più specifici. Citiamo le {{TextTerm|schede elettorali|3}}, le {{TextTerm|schede della previdenza sociale|4}}, le {{TextTerm|schede dei contribuenti|5}}, le {{TextTerm|schede degli alloggi|6}} che possono, nel caso, fornire le statistiche migratorie interne al paese. Per le migrazioni internazionali, lo spoglio delle {{TextTerm|liste dei passeggeri|7}} delle navi e degli aerei dà informazioni sugli {{NonRefTerm|spostamenti}} ({{RefNumber|80|1|2}}) che si fanno per via marittima o aerea. L’osservazione degli spostamenti che si effettuano per via terrestre è molto più delicata, soprattutto nelle regioni in cui esistono molti frontalieri ({{RefNumber|80|3|2}}*). In tutti i modi, è opportuno prendere speciali precauzioni per distinguere le {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}) dagli spostamenti di semplici {{TextTerm|viaggiatori|8}}, e per classificare i {{NonRefTerm|transiti}} ({{RefNumber|80|1|11}}) a parte, per poter escluderli dalla migrazione. Se necessario il numero di {{TextTerm|visti d’ingresso|9}}, di {{TextTerm|permessi di soggiorno|10}} o di {{TextTerm|autorizzazioni di lavoro|11}} rilasciati agli {{NonRefTerm|stranieri}} ({{RefNumber|33|0|2}}) forniscono indicazioni sulle loro migrazioni.<br />
{{Note|9| I {{NoteTerm|visti di uscita}} che i cittadini di alcuni Stati devono ottenere per poter recarsi all’estero possono essere una fonte d’informazione sulle migrazioni di questi cittadini.}}<br />
<br />
=== 813 ===<br />
<br />
La conoscenza, attraverso {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) o {{NonRefTerm|indagini}} ({{RefNumber|20|3|4}}), dei {{NonRefTerm|migranti}} ({{RefNumber|80|2|4}}) e delle loro caratteristiche permette di realizzare delle {{TextTerm|statistiche sui migranti|1}}, delle {{TextTerm|statistiche sugli immigrati|2}} o delle {{TextTerm|statistiche sugli emigrati|2}}, e delle {{TextTerm|statistiche sul luogo di nascita|3}}, a seconda delle domande che sono state poste. Attraverso queste domande si viene a conoscenza del numero di {{NonRefTerm|emigranti}} ({{RefNumber|80|2|5}}) e {{NonRefTerm|emigrati}} ({{RefNumber|80|2|9}}) relativi al paese in cui le informazioni sono state raccolte; non si conosce quindi il numero di {{NonRefTerm|emigranti}} e di {{NonRefTerm|emigrati internazionali}} (cf. § {{RefNumber|80|3|}}); il numero di {{NonRefTerm|immigranti}} ({{RefNumber|80|2|6}}) e di {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) è noto indipendemente dal loro paese di origine.<br />
{{Note|2| Può capitare che si chieda soltanto la data di arrivo nella {{NonRefTerm|residenza attuale}} ({{RefNumber|80|2|3}}) o soltanto la {{NonRefTerm|residenza precedente}} ({{RefNumber|80|2|2}}); la prima fornisce statistiche sulla {{NonRefTerm|durata di presenza}} ({{RefNumber|80|1|8}}) nella residenza attuale, la seconda fornisce statistiche sulla residenza precedente.}}<br />
<br />
=== 814 ===<br />
<br />
Quando non si può stimare la migrazione in maniera diretta si procede al calcolo della {{NonRefTerm|migrazione netta}} ({{RefNumber|80|5|2}}). Essa si ottiene come {{TextTerm|residuo|1}}: il cambiamento della popolazione fra due date è confrontato con quello dovuto all’{{NonRefTerm|incremento naturale}} ({{RefNumber|70|1|7}}); la differenza è data dalla migrazione. Ad esempio, il {{TextTerm|metodo del movimento naturale|2}}, consiste nel calcolare la differenza tra l’{{NonRefTerm|incremento totale della popolazione}} (cfr. {{RefNumber|70|1|1}}) tra due {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) e l’{{NonRefTerm|incremento naturale}} ({{RefNumber|70|1|7}}), nel periodo intercensuario. Se non si conosce il numero di {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}) della zona considerata, essi si possono stimare grazie ai {{NonRefTerm|coefficienti di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|1|7}}*) desunti dalle {{NonRefTerm|tavole di mortalità}} ({{RefNumber|43|2|1}} ) o dai censimenti. Il {{TextTerm|metodo dei coefficienti di sopravvivenza|3}} consente quindi, comparando la popolazione stimata con la popolazione effettiva, di stimare la migrazione netta della zona. La migrazione netta può essere anche stimata servendosi delle {{TextTerm|statistiche sul luogo di nascita|4}} ({{RefNumber|81|3|3}}) e ad informazioni sull’età e sull’attuale domicilio.<br />
{{Note|2| Questo calcolo presuppone che le differenze tra le {{NonRefTerm|omissioni}} ({{RefNumber|23|0|3}}) e i {{NonRefTerm|conteggi ripetuti}} ({{RefNumber|23|0|5}}) calcolate per i due censimenti siano uguali.}}<br />
<br />
=== 815 ===<br />
<br />
La denominazione generica {{TextTerm|tasso migratorio|1}} include tutti i tassi volti a misurare la frequenza delle {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}) in una popolazione. In assenza di indicazioni contrarie, con l’espressione tasso migratorio deve interdersi il {{TextTerm|tasso migratorio annuo|2}}. Questo tasso si ottiene dal rapporto tra le migrazioni annue registrate in media durante un certo periodo, e la {{NonRefTerm|popolazione media}} ({{RefNumber|40|1|5}}) nel corso del periodo. Allo stesso modo si calcola il {{TextTerm|tasso annuo di migrazione netta|3}} e il {{TextTerm|tasso annuo di migrazione totale|4}}: esso è il rapporto tra le {{NonRefTerm|migrazioni nette}} ({{RefNumber|80|5|2}}) o le {{NonRefTerm|migrazioni totali}} ({{RefNumber|80|5|8}}) e la popolazione media. L’{{TextTerm|indice di compensazione|5}}, compreso tra zero e uno, è il rapporto tra il valore assoluto della migrazione netta di una zona e la relativa migrazione totale: se è pari ad uno, la migrazione della zona è a senso unico, se è pari a zero, le entrate compensano esattamente le uscite. <br />
{{Note|2| Questo tasso può essere calcolato utilizzando in alternativa al denominatore: la {{NonRefTerm|popolazione}} ({{RefNumber|10|1|7}}) all’inizio o alla fine del periodo, il numero medio di anni vissuti dalla popolazione della zona.}}<br />
<br />
=== 816 ===<br />
<br />
<br />
Se si lavora sul numero dei {{NonRefTerm|migranti}} ({{RefNumber|80|2|4}}) durante un periodo, si calcola la {{TextTerm|proporzione di migranti|1}} che è data dal rapporto tra questo numero e le popolazioni di cui essi fanno parte, come {{NonRefTerm|emigranti}} ({{RefNumber|80|2|5}}) o come {{NonRefTerm|immigranti}} ({{RefNumber|80|2|6}}). La {{TextTerm|proporzione di emigranti|2}} di una zona si ottiene dividendo il numero di emigranti che ne provengono per la popolazione che vi risiedeva all’inizio del periodo e che sopravvive alla fine del periodo. Quest’indice può essere usato nelle {{NonRefTerm|previsioni demografiche}} ({{RefNumber|72|0|2}}) con {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}). In maniera speculare, la {{TextTerm|proporzione d’immigranti|3}} si calcola dividendo il numero di immigranti verso una zona per la popolazione di quest’ultima alla fine del periodo. In questo caso, il denominatore non corrisponde alla popolazione sottoposta al rischio di migrazione, e ciò rende poco interessante quest’indice. Allo stesso modo, utilizzando i dati sugli {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) e sulla loro provenienza, si può calcolare la {{TextTerm|proporzione d’immigrati|4}} in una zona dividendo il loro numero per quello dei {{NonRefTerm|censiti}} ({{RefNumber|20|4|1}}) di questa zona. La {{TextTerm|proporzione di emigrati|5}} di una zona si ottiene dividendo il loro numero per quello dei censiti che provengono da questa zona o che non l’hanno mai lasciata. Quando si conoscono alcune caratteristiche dei migranti, come l’{{NonRefTerm|età}} ({{RefNumber|32|2|1}}), la {{NonRefTerm|professione}} ({{RefNumber|35|2|2}}), il {{NonRefTerm|grado d’istruzione}} ({{RefNumber|34|2|1}}), si distinguono i migranti che hanno una certa caratteristica dall’insieme dei migranti grazie ad {{TextTerm|indici differenziali|6}}. Per definirli, si divide in primo luogo la proporzione di migranti nella popolazione che hanno la caratteristica analizzata per la proporzione di migranti nell’insieme della popolazione; in seguito si sottrae all’unità l’indice così ottenuto. Se la popolazione studiata ha lo stesso comportamento migratorio dell’insieme, il suo indice differenziale è pari a zero. Se si lavora sulla popolazione del {{NonRefTerm|luogo di origine}} ({{RefNumber|80|1|4}}) e gli emigranti di questo luogo o sulla popolazione del {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}) e gli immigranti verso questo luogo, si parla di {{TextTerm|migrazione selettiva|7}} o di {{TextTerm|migrazione differenziale|8}} .<br />
{{Note|3| La popolazione sottoposta al rischio d’{{NonRefTerm|immigrazione}} ({{RefNumber|80|3|4}}) verso la zona è la popolazione del resto del mondo, o del resto del paese per le {{NonRefTerm|migrazioni interne}} ({{RefNumber|80|3|1}}): l’utilizzo di un tale denominatore è senza interesse.}}<br />
{{Note|4| e 5. Questi indici hanno il difetto di non considerare un periodo definito, a differenza degli indici 2 e 3. Si elimina questo inconveniente conservando soltanto gli immigrati arrivati da poco (per esempio un anno) nel luogo del censimento.}}<br />
{{Note|6| Si calcolano anche degli indici differenziali rispetto ai {{NonRefTerm|sedentari}} ({{RefNumber|81|7|3}}); essi sono poco soddisfacenti, poiché molto sensibili alla ripartizione geografica usata per definire i migranti.}}<br />
<br />
=== 817 ===<br />
<br />
<br />
Se si seguono le migrazione successive di un individuo servendosi dei {{NonRefTerm|registri di popolazione}} ({{RefNumber|21|3|1}}) o d’{{NonRefTerm|indagini retrospettive}} ({{RefNumber|20|3|8}}), si può realizzare un’{{TextTerm|analisi longitudinale delle migrazioni|1}}. Si calcolano in primo luogo i {{TextTerm|quozienti di prima migrazione|2}} definiti come la {{TextTerm|parte dei sedentari|3}} che raggiungono l’età x, destinati a fare una prima migrazione prima di aver raggiunto l’età x+1, non considerando la {{NonRefTerm|mortalità}} ({{RefNumber|40|1|1}}). A partire da questi quozienti, si può calcolare la proporzione di persone sedentarie ad ogni età, che costituisce una {{TextTerm|tavola di sedentarietà|4}}. Associando una {{NonRefTerm|tavola di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|2|3}}) con una tavola di sedentarietà, si ottiene una {{TextTerm|tavola di sopravvivenza dei sedentari|5}}, a {{NonRefTerm|doppia estinzione}} (cfr. {{RefNumber|15|3|4}}). Allo stesso modo si definiscono i {{TextTerm|quozienti di migrazione per ordine|6}} e si calcolano le proporzioni di personne che hanno fatto una migrazione di un certo ordine, che non hanno migrato di nuovo durante quel periodo. Infine si definisco i {{TextTerm|tassi migratori di tutti gli ordini|7}} come il rapporto tra il numero annuo di migrazioni e la {{NonRefTerm|popolazione media}} ({{RefNumber|13|5|6}}) della {{NonRefTerm|coorte}} ({{RefNumber|11|6|2}}) nel corso dell’anno. La somma dei tassi migratori di tutti gli ordini fino ad una certa data, fornisce il {{TextTerm|numero medio di migrazioni|8}} fatte dalla coorte fino a questa data, in assenza di mortalità. Associando una tavola di sopravvivenza alla {{TextTerm|tavola di migrazione di tutti gli ordini|9}}, si calcola il numero medio di migrazioni rimanenti al di là di una certa età, tenuto conto della mortalità.<br />
<br />
=== 818 ===<br />
<br />
Una misura usata di frequente nello studio dei {{NonRefTerm|migranti}} ({{RefNumber|80|2|4}}) tra due zone durante un certo periodo, è l’{{TextTerm|indice d’intensità migratoria|1}}; esso si ottiene dividendo il numero di migranti dalla zona A verso la zona B, per il prodotto del numero di abitanti di B alla fine del periodo e il numero di abitanti di A all’inizio del periodo che sono ancora in vita alla fine del periodo. Dividendo quest’indice per il rapporto tra il numero totale di migranti e il quadrato della popolazione del paese, si ottiene l’{{TextTerm|indice d’intensità relativa|2}} o {{TextTerm|indice di preferenza|2}}. Se al denominatore si considera soltanto la {{NonRefTerm|corrente netta}} ({{RefNumber|80|5|9}}), si ottiene un {{TextTerm|indice d’intensità netta|3}}. L’{{TextTerm|indice di equilibrio delle correnti migratorie|4}} si ottiene dividendo il valore assoluto della corrente netta per la {{NonRefTerm|corrente totale}} ({{RefNumber|80|5|10}}).<br />
{{Note|1| Questo indice può essere interpretato come la probabilità che due individui viventi alla fine del periodo e selezionati casualmente, uno residente nella zona A all’inizio del periodo e l’altro tra coloro residenti in B alla fine del periodo, siano identici. A seconda dei dati disponibili il denominatore può cambiare.}}<br />
<br />
=== 819 ===<br />
<br />
Esistono due categorie di {{TextTerm|modelli di migrazioni|1}} o {{TextTerm|modelli migratori|1}}. La prima mette in relazione le {{NonRefTerm|correnti}} (cfr. § {{RefNumber|80|3|}}) tra due zone con variabili sociali, economiche o demografiche. Queste variabili sono spesso classificate come {{TextTerm|push factors|2}} quando esse implicano la {{TextTerm|repulsione|2}} dalla {{NonRefTerm|zona di origine}} (cfr. {{RefNumber|80|1|4}}), e come {{TextTerm|pull factors|3}}, risultanti dall’{{TextTerm|attrazione|3}} verso la {{NonRefTerm|zona di destinazione}} (cfr. {{NoteTerm|{{RefNumber|80|1|5}})}}, e come {{TextTerm|ostacoli intermedi|4}} fra le due zone. I modelli più semplici sono i {{TextTerm|modelli gravitazionali|5}}: in questi modelli le correnti tra le due zone sono proporzionali alle popolazioni di ciascuna di loro e inversamente proporzionali alla {{TextTerm|distanza|6}} tra loro, elevata ad un certa potenza. In altri modelli le correnti tra due zone sono considerate come proporzionali alle {{TextTerm|opportunità intermedie|7}} tra l’origine e la destinazione. La seconda categoria di modelli è quella dei {{NonRefTerm|modelli stocastici}} ({{RefNumber|73|0|5}}) essa non si occupa delle popolazioni ma degli individui. Tali modelli associano la probabilità di migrare di un individuo ad un certo numero di caratteristiche personali, come l’{{NonRefTerm|età}} ({{RefNumber|32|2|1}}) e le {{NonRefTerm|migrazioni precedenti}} (cfr. § {{RefNumber|81|7|}}).<br />
{{Note|5| Questi modelli si chiamano anche {{NoteTerm|modelli di tipo Pareto}}.}}<br />
{{Note|6| Questa distanza può essere misurata in maniera molto diversa: distanza a volo di uccello, numero di zone attraversate, ecc.}}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
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{{OtherLanguages|81}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=81&diff=573812011-10-17T09:57:57Z<p>Joseph Larmarange: §810 and 811 have been moved to page 80</p>
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<div><!--'''81'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
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{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
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Si chiamano {{TextTerm|statistiche migratorie|1}} o {{TextTerm|statistiche delle migrazioni|1}}, le statistiche che si effettuano per misurare i {{TextTerm|movimenti migratori|2}} relativi alla popolazione di un certo territorio. Le statistiche migratorie più esaurienti si ottengono a partire dalle {{NonRefTerm|anagrafi}} ({{RefNumber|21|3|1}}) nei casi in cui si registrano correttamente le dichiarazioni di {{NonRefTerm|cambio di residenza}} ({{RefNumber|21|3|5}}). In tal modo si possono individuare allo stesso tempo le {{NonRefTerm|migrazioni interne}} ({{RefNumber|80|3|1}}) al paese e le {{NonRefTerm|migrazioni internazionali}} ({{RefNumber|80|3|2}}); tuttavia la rilevazione delle prime avviene in maniera più precisa di quella delle seconde. Nei numerosi paesi privi di anagrafe, un certo numero di {{NonRefTerm|schede}} ({{RefNumber|21|3|3}}*), spesso non esaurienti, servono a dei fini più specifici. Citiamo le {{TextTerm|schede elettorali|3}}, le {{TextTerm|schede della previdenza sociale|4}}, le {{TextTerm|schede dei contribuenti|5}}, le {{TextTerm|schede degli alloggi|6}} che possono, nel caso, fornire le statistiche migratorie interne al paese. Per le migrazioni internazionali, lo spoglio delle {{TextTerm|liste dei passeggeri|7}} delle navi e degli aerei dà informazioni sugli {{NonRefTerm|spostamenti}} ({{RefNumber|80|1|2}}) che si fanno per via marittima o aerea. L’osservazione degli spostamenti che si effettuano per via terrestre è molto più delicata, soprattutto nelle regioni in cui esistono molti frontalieri ({{RefNumber|80|3|2}}*). In tutti i modi, è opportuno prendere speciali precauzioni per distinguere le {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}) dagli spostamenti di semplici {{TextTerm|viaggiatori|8}}, e per classificare i {{NonRefTerm|transiti}} ({{RefNumber|80|1|11}}) a parte, per poter escluderli dalla migrazione. Se necessario il numero di {{TextTerm|visti d’ingresso|9}}, di {{TextTerm|permessi di soggiorno|10}} o di {{TextTerm|autorizzazioni di lavoro|11}} rilasciati agli {{NonRefTerm|stranieri}} ({{RefNumber|33|0|2}}) forniscono indicazioni sulle loro migrazioni.<br />
{{Note|9| I {{NoteTerm|visti di uscita}} che i cittadini di alcuni Stati devono ottenere per poter recarsi all’estero possono essere una fonte d’informazione sulle migrazioni di questi cittadini.}}<br />
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=== 813 ===<br />
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La conoscenza, attraverso {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) o {{NonRefTerm|indagini}} ({{RefNumber|20|3|4}}), dei {{NonRefTerm|migranti}} ({{RefNumber|80|2|4}}) e delle loro caratteristiche permette di realizzare delle {{TextTerm|statistiche sui migranti|1}}, delle {{TextTerm|statistiche sugli immigrati|2}} o delle {{TextTerm|statistiche sugli emigrati|2}}, e delle {{TextTerm|statistiche sul luogo di nascita|3}}, a seconda delle domande che sono state poste. Attraverso queste domande si viene a conoscenza del numero di {{NonRefTerm|emigranti}} ({{RefNumber|80|2|5}}) e {{NonRefTerm|emigrati}} ({{RefNumber|80|2|9}}) relativi al paese in cui le informazioni sono state raccolte; non si conosce quindi il numero di {{NonRefTerm|emigranti}} e di {{NonRefTerm|emigrati internazionali}} (cf. § {{RefNumber|80|3|}}); il numero di {{NonRefTerm|immigranti}} ({{RefNumber|80|2|6}}) e di {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) è noto indipendemente dal loro paese di origine.<br />
{{Note|2| Può capitare che si chieda soltanto la data di arrivo nella {{NonRefTerm|residenza attuale}} ({{RefNumber|80|2|3}}) o soltanto la {{NonRefTerm|residenza precedente}} ({{RefNumber|80|2|2}}); la prima fornisce statistiche sulla {{NonRefTerm|durata di presenza}} ({{RefNumber|80|1|8}}) nella residenza attuale, la seconda fornisce statistiche sulla residenza precedente.}}<br />
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=== 814 ===<br />
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Quando non si può stimare la migrazione in maniera diretta si procede al calcolo della {{NonRefTerm|migrazione netta}} ({{RefNumber|80|5|2}}). Essa si ottiene come {{TextTerm|residuo|1}}: il cambiamento della popolazione fra due date è confrontato con quello dovuto all’{{NonRefTerm|incremento naturale}} ({{RefNumber|70|1|7}}); la differenza è data dalla migrazione. Ad esempio, il {{TextTerm|metodo del movimento naturale|2}}, consiste nel calcolare la differenza tra l’{{NonRefTerm|incremento totale della popolazione}} (cfr. {{RefNumber|70|1|1}}) tra due {{NonRefTerm|censimenti}} ({{RefNumber|20|2|1}}*) e l’{{NonRefTerm|incremento naturale}} ({{RefNumber|70|1|7}}), nel periodo intercensuario. Se non si conosce il numero di {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}) della zona considerata, essi si possono stimare grazie ai {{NonRefTerm|coefficienti di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|1|7}}*) desunti dalle {{NonRefTerm|tavole di mortalità}} ({{RefNumber|43|2|1}} ) o dai censimenti. Il {{TextTerm|metodo dei coefficienti di sopravvivenza|3}} consente quindi, comparando la popolazione stimata con la popolazione effettiva, di stimare la migrazione netta della zona. La migrazione netta può essere anche stimata servendosi delle {{TextTerm|statistiche sul luogo di nascita|4}} ({{RefNumber|81|3|3}}) e ad informazioni sull’età e sull’attuale domicilio.<br />
{{Note|2| Questo calcolo presuppone che le differenze tra le {{NonRefTerm|omissioni}} ({{RefNumber|23|0|3}}) e i {{NonRefTerm|conteggi ripetuti}} ({{RefNumber|23|0|5}}) calcolate per i due censimenti siano uguali.}}<br />
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=== 815 ===<br />
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La denominazione generica {{TextTerm|tasso migratorio|1}} include tutti i tassi volti a misurare la frequenza delle {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}) in una popolazione. In assenza di indicazioni contrarie, con l’espressione tasso migratorio deve interdersi il {{TextTerm|tasso migratorio annuo|2}}. Questo tasso si ottiene dal rapporto tra le migrazioni annue registrate in media durante un certo periodo, e la {{NonRefTerm|popolazione media}} ({{RefNumber|40|1|5}}) nel corso del periodo. Allo stesso modo si calcola il {{TextTerm|tasso annuo di migrazione netta|3}} e il {{TextTerm|tasso annuo di migrazione totale|4}}: esso è il rapporto tra le {{NonRefTerm|migrazioni nette}} ({{RefNumber|80|5|2}}) o le {{NonRefTerm|migrazioni totali}} ({{RefNumber|80|5|8}}) e la popolazione media. L’{{TextTerm|indice di compensazione|5}}, compreso tra zero e uno, è il rapporto tra il valore assoluto della migrazione netta di una zona e la relativa migrazione totale: se è pari ad uno, la migrazione della zona è a senso unico, se è pari a zero, le entrate compensano esattamente le uscite. <br />
{{Note|2| Questo tasso può essere calcolato utilizzando in alternativa al denominatore: la {{NonRefTerm|popolazione}} ({{RefNumber|10|1|7}}) all’inizio o alla fine del periodo, il numero medio di anni vissuti dalla popolazione della zona.}}<br />
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Se si lavora sul numero dei {{NonRefTerm|migranti}} ({{RefNumber|80|2|4}}) durante un periodo, si calcola la {{TextTerm|proporzione di migranti|1}} che è data dal rapporto tra questo numero e le popolazioni di cui essi fanno parte, come {{NonRefTerm|emigranti}} ({{RefNumber|80|2|5}}) o come {{NonRefTerm|immigranti}} ({{RefNumber|80|2|6}}). La {{TextTerm|proporzione di emigranti|2}} di una zona si ottiene dividendo il numero di emigranti che ne provengono per la popolazione che vi risiedeva all’inizio del periodo e che sopravvive alla fine del periodo. Quest’indice può essere usato nelle {{NonRefTerm|previsioni demografiche}} ({{RefNumber|72|0|2}}) con {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}). In maniera speculare, la {{TextTerm|proporzione d’immigranti|3}} si calcola dividendo il numero di immigranti verso una zona per la popolazione di quest’ultima alla fine del periodo. In questo caso, il denominatore non corrisponde alla popolazione sottoposta al rischio di migrazione, e ciò rende poco interessante quest’indice. Allo stesso modo, utilizzando i dati sugli {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) e sulla loro provenienza, si può calcolare la {{TextTerm|proporzione d’immigrati|4}} in una zona dividendo il loro numero per quello dei {{NonRefTerm|censiti}} ({{RefNumber|20|4|1}}) di questa zona. La {{TextTerm|proporzione di emigrati|5}} di una zona si ottiene dividendo il loro numero per quello dei censiti che provengono da questa zona o che non l’hanno mai lasciata. Quando si conoscono alcune caratteristiche dei migranti, come l’{{NonRefTerm|età}} ({{RefNumber|32|2|1}}), la {{NonRefTerm|professione}} ({{RefNumber|35|2|2}}), il {{NonRefTerm|grado d’istruzione}} ({{RefNumber|34|2|1}}), si distinguono i migranti che hanno una certa caratteristica dall’insieme dei migranti grazie ad {{TextTerm|indici differenziali|6}}. Per definirli, si divide in primo luogo la proporzione di migranti nella popolazione che hanno la caratteristica analizzata per la proporzione di migranti nell’insieme della popolazione; in seguito si sottrae all’unità l’indice così ottenuto. Se la popolazione studiata ha lo stesso comportamento migratorio dell’insieme, il suo indice differenziale è pari a zero. Se si lavora sulla popolazione del {{NonRefTerm|luogo di origine}} ({{RefNumber|80|1|4}}) e gli emigranti di questo luogo o sulla popolazione del {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}) e gli immigranti verso questo luogo, si parla di {{TextTerm|migrazione selettiva|7}} o di {{TextTerm|migrazione differenziale|8}} .<br />
{{Note|3| La popolazione sottoposta al rischio d’{{NonRefTerm|immigrazione}} ({{RefNumber|80|3|4}}) verso la zona è la popolazione del resto del mondo, o del resto del paese per le {{NonRefTerm|migrazioni interne}} ({{RefNumber|80|3|1}}): l’utilizzo di un tale denominatore è senza interesse.}}<br />
{{Note|4| e 5. Questi indici hanno il difetto di non considerare un periodo definito, a differenza degli indici 2 e 3. Si elimina questo inconveniente conservando soltanto gli immigrati arrivati da poco (per esempio un anno) nel luogo del censimento.}}<br />
{{Note|6| Si calcolano anche degli indici differenziali rispetto ai {{NonRefTerm|sedentari}} ({{RefNumber|81|7|3}}); essi sono poco soddisfacenti, poiché molto sensibili alla ripartizione geografica usata per definire i migranti.}}<br />
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Se si seguono le migrazione successive di un individuo servendosi dei {{NonRefTerm|registri di popolazione}} ({{RefNumber|21|3|1}}) o d’{{NonRefTerm|indagini retrospettive}} ({{RefNumber|20|3|8}}), si può realizzare un’{{TextTerm|analisi longitudinale delle migrazioni|1}}. Si calcolano in primo luogo i {{TextTerm|quozienti di prima migrazione|2}} definiti come la {{TextTerm|parte dei sedentari|3}} che raggiungono l’età x, destinati a fare una prima migrazione prima di aver raggiunto l’età x+1, non considerando la {{NonRefTerm|mortalità}} ({{RefNumber|40|1|1}}). A partire da questi quozienti, si può calcolare la proporzione di persone sedentarie ad ogni età, che costituisce una {{TextTerm|tavola di sedentarietà|4}}. Associando una {{NonRefTerm|tavola di sopravvivenza}} ({{RefNumber|43|2|3}}) con una tavola di sedentarietà, si ottiene una {{TextTerm|tavola di sopravvivenza dei sedentari|5}}, a {{NonRefTerm|doppia estinzione}} (cfr. {{RefNumber|15|3|4}}). Allo stesso modo si definiscono i {{TextTerm|quozienti di migrazione per ordine|6}} e si calcolano le proporzioni di personne che hanno fatto una migrazione di un certo ordine, che non hanno migrato di nuovo durante quel periodo. Infine si definisco i {{TextTerm|tassi migratori di tutti gli ordini|7}} come il rapporto tra il numero annuo di migrazioni e la {{NonRefTerm|popolazione media}} ({{RefNumber|13|5|6}}) della {{NonRefTerm|coorte}} ({{RefNumber|11|6|2}}) nel corso dell’anno. La somma dei tassi migratori di tutti gli ordini fino ad una certa data, fornisce il {{TextTerm|numero medio di migrazioni|8}} fatte dalla coorte fino a questa data, in assenza di mortalità. Associando una tavola di sopravvivenza alla {{TextTerm|tavola di migrazione di tutti gli ordini|9}}, si calcola il numero medio di migrazioni rimanenti al di là di una certa età, tenuto conto della mortalità.<br />
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=== 818 ===<br />
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Una misura usata di frequente nello studio dei {{NonRefTerm|migranti}} ({{RefNumber|80|2|4}}) tra due zone durante un certo periodo, è l’{{TextTerm|indice d’intensità migratoria|1}}; esso si ottiene dividendo il numero di migranti dalla zona A verso la zona B, per il prodotto del numero di abitanti di B alla fine del periodo e il numero di abitanti di A all’inizio del periodo che sono ancora in vita alla fine del periodo. Dividendo quest’indice per il rapporto tra il numero totale di migranti e il quadrato della popolazione del paese, si ottiene l’{{TextTerm|indice d’intensità relativa|2}} o {{TextTerm|indice di preferenza|2}}. Se al denominatore si considera soltanto la {{NonRefTerm|corrente netta}} ({{RefNumber|80|5|9}}), si ottiene un {{TextTerm|indice d’intensità netta|3}}. L’{{TextTerm|indice di equilibrio delle correnti migratorie|4}} si ottiene dividendo il valore assoluto della corrente netta per la {{NonRefTerm|corrente totale}} ({{RefNumber|80|5|10}}).<br />
{{Note|1| Questo indice può essere interpretato come la probabilità che due individui viventi alla fine del periodo e selezionati casualmente, uno residente nella zona A all’inizio del periodo e l’altro tra coloro residenti in B alla fine del periodo, siano identici. A seconda dei dati disponibili il denominatore può cambiare.}}<br />
<br />
=== 819 ===<br />
<br />
Esistono due categorie di {{TextTerm|modelli di migrazioni|1}} o {{TextTerm|modelli migratori|1}}. La prima mette in relazione le {{NonRefTerm|correnti}} (cfr. § {{RefNumber|80|3|}}) tra due zone con variabili sociali, economiche o demografiche. Queste variabili sono spesso classificate come {{TextTerm|push factors|2}} quando esse implicano la {{TextTerm|repulsione|2}} dalla {{NonRefTerm|zona di origine}} (cfr. {{RefNumber|80|1|4}}), e come {{TextTerm|pull factors|3}}, risultanti dall’{{TextTerm|attrazione|3}} verso la {{NonRefTerm|zona di destinazione}} (cfr. {{NoteTerm|{{RefNumber|80|1|5}})}}, e come {{TextTerm|ostacoli intermedi|4}} fra le due zone. I modelli più semplici sono i {{TextTerm|modelli gravitazionali|5}}: in questi modelli le correnti tra le due zone sono proporzionali alle popolazioni di ciascuna di loro e inversamente proporzionali alla {{TextTerm|distanza|6}} tra loro, elevata ad un certa potenza. In altri modelli le correnti tra due zone sono considerate come proporzionali alle {{TextTerm|opportunità intermedie|7}} tra l’origine e la destinazione. La seconda categoria di modelli è quella dei {{NonRefTerm|modelli stocastici}} ({{RefNumber|73|0|5}}) essa non si occupa delle popolazioni ma degli individui. Tali modelli associano la probabilità di migrare di un individuo ad un certo numero di caratteristiche personali, come l’{{NonRefTerm|età}} ({{RefNumber|32|2|1}}) e le {{NonRefTerm|migrazioni precedenti}} (cfr. § {{RefNumber|81|7|}}).<br />
{{Note|5| Questi modelli si chiamano anche {{NoteTerm|modelli di tipo Pareto}}.}}<br />
{{Note|6| Questa distanza può essere misurata in maniera molto diversa: distanza a volo di uccello, numero di zone attraversate, ecc.}}<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|81}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=80&diff=555802011-10-17T09:57:27Z<p>Joseph Larmarange: §810 and 811 are in section 80</p>
<hr />
<div><!--'''80'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
= Migrazioni =<br />
<br />
=== 801 ===<br />
<br />
Lo studio della {{TextTerm|mobilità spaziale|1}}, o {{TextTerm|mobilità territoriale|1}}, o {{TextTerm|mobilità geografica|1}} riguarda i fenomeni quantitavi legati agli {{TextTerm|spostamenti|2}} nello spazio geografico, degli individui di una popolazione. La caratteristica principale della {{TextTerm|migrazione|3}}, o {{TextTerm|movimento migratorio|3}} è di aver per effetto un cambiamento di {{NonRefTerm|residenza}} ({{RefNumber|31|0|6}}) dei migranti da un {{TextTerm|luogo di origine|4}}, o {{TextTerm|luogo di provenienza|4}}, ad un certo {{TextTerm|luogo di destinazione|5}}, o {{TextTerm|luogo di arrivo|5}}. Questo concetto di migrazioni non può essere applicato agli individui senza una residenza fissa: in particolare ne sono escluse le popolazioni {{NonRefTerm|nomadi}} ({{RefNumber|30|4|2}}) o {{NonRefTerm|semi nomadi}} ({{RefNumber|30|4|3}}). A volte si distingue tra migrazione e {{TextTerm|migrazione temporanea|6}} usando criteri basati sulla {{TextTerm|durata dell’assenza|7}} dal luogo di origine e sulla {{TextTerm|durata della presenza|8}} nel luogo di destinazione. Altri tipi di spostamenti sono particolarmente seguiti per la loro regolarità ciclica o per la loro importanza economica e sociologica. Ad esempio il {{TextTerm|pendolarismo|9}} dei lavoratori tra il luogo di residenza e il luogo di lavoro; la periodicità di tali spostamenti è generalmente quotidiana o settimanale, e gli {{TextTerm|spostamenti stagionali|10}} o {{TextTerm|migrazioni stagionali|10}} di periodicità annuale. Uno spostamento che riguarda un {{NonRefTerm|territorio}} ({{RefNumber|30|1|2}}) solo per il fatto che lo attraversa, costituisce un {{TextTerm|transito|11}}. Infine citiamo gli {{TextTerm|spostamenti turistici|12}}. <br />
{{Note|1| Si specifica mobilità spaziale, per distinguere questo tipo di mobilità dalla {{NonRefTerm|mobilità professionale}} ({{RefNumber|92|1|1}}) o dalla {{NonRefTerm|mobilità sociale}} ({{RefNumber|92|0|4}}).}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|migrazione}}, s.f. — {{NoteTerm|migrare}}, v.i. — {{NoteTerm|migrante}}, agg. e s. — {{NoteTerm|migratorio}}, agg.: relativo a migrazioni. Talvolta si precisa {{NoteTerm|migrazione spaziale}}, o {{NoteTerm|migrazion geografica}}, per evitare di creare confusione con le {{NonRefTerm|migrazioni professionali}} ({{RefNumber|92|1|1}}*) o con le {{NonRefTerm|migrazioni sociali}} ({{RefNumber|92|0|4}}*). In queste espressioni la parola migrazione indica delle modifiche che non implicano necessariamente un cambiamento di residenza; se possibile è meglio evitare di chiamare questi spostamenti migrazioni.}}<br />
{{Note|5| Per le {{NonRefTerm|migrazioni internazionali}} ({{RefNumber|80|3|2}}), si parla di {{NoteTerm|paese di arrivo}} e anche di {{NoteTerm|paese d’accoglienza}}.}}<br />
{{Note|11| {{NoteTerm|Transito}}, s.m. - {{NoteTerm|transitare}}, v.i. - {{NoteTerm|migrante di transito}},: individuo che transita. Il termine transito è da preferire ai termini {{NoteTerm|migrazione di transito}} o {{NoteTerm|transmigrazione}} a volta utilizzati.}}<br />
<br />
=== 802 ===<br />
<br />
Se non si osservano tutte le migrazioni in modo continuo, si possono confrontare o la {{TextTerm|residenza ad una data precedente|1}} ben determinata, o la {{TextTerm|residenza precedente|2}} con la {{TextTerm|residenza attuale|3}}. Nel primo caso, si chiama {{TextTerm|migrante|4}} ogni individuo che non ha la stessa residenza all’inizio e alla fine del periodo; al momento della partenza dalla residenza all’inizio del periodo, questo migrante era un {{TextTerm|emigrante|5}}, nel caso in cui gli {{TextTerm|emigranti|12}} vogliano vivere all'estero in modo permanente, o nel caso 12 in cui si tratti di emigrati per ragioni politiche, religiose o etiche. All’arrivo nella residenza attuale, è un {{TextTerm|immigrante|6}} nel caso in cui gli {{TextTerm|immigrati|13}} abbiano intenzione di risiedere permanentemente nel paese, e se l'immigrazione si basa su motivazioni di tipo politico, religioso o etico. Nel secondo caso infatti, in cui la migrazione porta sull’{{TextTerm|ultima migrazione|7}} o il {{TextTerm|cambiamento di residenza|7}}, indipendentemente dalla data, ogni individuo che ha avuto almeno una residenza precedente diversa dall’attuale è un {{TextTerm|immigrato|8}} in quest’ultima e un {{TextTerm|emigrato|9}} dalla residenza precedente. Quando si conoscono i {{NoteTerm|luoghi}} di {{TextTerm|nascita|10}}, ogni individuo per il quale la residenza attuale è diversa da suo luogo di nascita è un {{TextTerm|non nativo|11}} della residenza attuale. <br />
{{Note|4| Un migrante è un individuo nato prima dell’inizio del periodo considerato e vivente alla fine di questo periodo. A volte la definizione viene estesa ai figli nati nel corso del periodo, essi sono collegati alla residenza della madre all’inizio del periodo: in questo caso si parla di {{NoteTerm|migranti indotti}}. Il numero di migranti registrati non è necessariamente uguale al numero di spostamenti che gli individui hanno fatto nel corso del periodo, alcuni di loro infatti, possono essersi spostati molte volte durante questo intervallo, o essere tornati al loro precedente luogo di residenza al momento del censimento o dell’indagine.}}<br />
{{Note|10| Di solito si distingue il luogo di residenza della madre corrisponde con il luogo di nascita. A volte però questi due luoghi non coincidono perché l’organizzazione sanitaria del paese o le tradizioni fanno sì che la madre non partorisca nello suo luogo di residenza.}}<br />
<br />
=== 803 ===<br />
<br />
La popolazione di uno {{NonRefTerm|Stato sovrano}} ({{RefNumber|30|5|3}}), può essere coinvolta nelle {{TextTerm|migrazioni interne|1}}, in questo caso il {{NonRefTerm|luogo di origine}} ({{RefNumber|80|1|4}}) e il {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}) si trovano entrambi all’interno dello Stato, e nelle {{TextTerm|migrazioni internazionali|2}} quando si oltrepassano le frontiere di questo stato. Queste ultime sono anche dette {{TextTerm|migrazioni esterne|3}} a questo Stato e si chiamano {{TextTerm|immigrazione|4}} o {{TextTerm|emigrazione|5}}, a seconda che lo Stato considerato sia il luogo di destinazione o il luogo di origine di queste migrazioni. Se lo Stato è diviso in zone, che si distingue tra le migrazioni interne ad una zona, che sono spesso definite come {{TextTerm|mobilità locale|6}} o {{TextTerm|mobilità residenziale|6}}, e le migrazioni esterne a questa zona, che si dividono in migrazioni internazionali e migrazioni interne allo Stato. Queste ultime si chiamano {{TextTerm|immigrazione interna|7}} verso questa zona o {{TextTerm|emigrazione interna|8}} da questa zona, a seconda che essa costituisca il luogo di destinazione o il luogo di origine della migrazione. Quando si distingue tra zona di origine e zona di destinazione, si definisce {{TextTerm|corrente di migrazioni|9}}, o {{TextTerm|corrente migratoria|9}}, il numero di migrazioni che hanno luogo dall’una verso l’altra. La corrente più importante in termini numerici tra le due zone è detta {{TextTerm|corrente dominante|10}}, la più esigua {{TextTerm|controcorrente|11}}.<br />
{{Note|1| Tutte le definizioni di questo paragrafo sono date senza considerare i {{NonRefTerm|migranti, emigranti}} e gli {{NonRefTerm|immigranti}}, gli {{NonRefTerm|emigrati}} e {{NonRefTerm|immigrati}} del § 802, il termine {{NonRefTerm|migrazione}} sostituisce uno di questi termini. La distinzione tra migrazione interna e migrazione internazionale non sempre è chiara, poiché alcune volte i {{NonRefTerm|territori non indipendenti}} di uno Stato hanno tuttavia un’autonomia più o meno completa.}}<br />
{{Note|2| Se si tratta di {{NonRefTerm|pendolarismo}} ({{RefNumber|80|1|9}}) e non di migrazioni, si parla di {{NoteTerm|lavoratori di frontiera}}o {{NoteTerm|frontalieri}}.}} <br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Immigrazione}}, s.f. - {{NoteTerm|immigrare}}, v.i.}}<br />
{{Note|5| {{NoteTerm|Emigrazione}}, s.f. - {{NoteTerm|emigrare}}, v.i.}}<br />
{{Note|7| Per essere più precisi, si tratta d’immigrazione interna allo Stato verso questa zona, e di emigrazione interna allo Stato da questa zona.}}<br />
<br />
=== 804 ===<br />
<br />
Le {{NonRefTerm|migrazioni}} ({{RefNumber|80|1|3}}) di un individuo durante un periodo possono essere distinte tra loro in base all’ {{TextTerm|ordine di migrazione|1}} a partire dall’inizio di questo periodo. L’intervallo di tempo che separa l’{{NonRefTerm|arrivo}} ({{RefNumber|80|5|3}}) in un luogo e la {{NonRefTerm|partenza}} ({{RefNumber|80|5|4}}) verso un altro è una {{NoteTerm|durata}} della {{TextTerm|residenza|2}} o {{TextTerm|durata del soggiorno|2}}. Si può anche distinguere tra queste migrazioni quelle che costituiscono un {{TextTerm|ritorno|3}} nella zona iniziale, o nel luogo di residenza precedente, e le {{TextTerm|migrazioni secondarie|4}} che interessano delle nuove zone. Se si distinguono le zone {{NonRefTerm|rurali}} ({{RefNumber|31|1|3}}*) e le zone {{NonRefTerm|urbane}} ({{RefNumber|31|1|4}}*) di dimensioni crescenti, l’{{TextTerm|emigrazione rurale|5}} comporta delle {{TextTerm|migrazioni a tappe|6}} o {{TextTerm|migrazioni a ripetizione|6}} che avvengono quando l’individuo si sposta successivamente verso città di dimensioni più grandi. Si parla di {{TextTerm|migrazioni a catena|7}} tra una serie di città di grandezza diversa quando la {{NonRefTerm|migrazione netta}} ({{RefNumber|80|5|2}}) di una città di una certa grandezza è positiva per eccesso d’immigrazione dal settore rurale e dalle città più piccole, sull’emigrazione verso le città più grandi.<br />
{{Note|5| Si parla spesso di {{NoteTerm|esodo rurale}} esso tuttavia non sempre è soddisfacente perché le migrazioni dalle zone rurali verso le zone urbane non sempre prendono la forma di un {{NonRefTerm|esodo}} ({{RefNumber|80|7|3}}).}}<br />
<br />
=== 805 ===<br />
<br />
In contrapposizione al {{NonRefTerm|movimento naturale}} ({{RefNumber|20|1|10}}), si definisce {{TextTerm|movimento migratorio|1}} la parte del {{NonRefTerm|movimento generale della popolazione}} ({{RefNumber|20|1|9}}) di una zona relativa alle migrazioni. En termine di ammontare, questo movimento migratorio è misurato dalla {{TextTerm|migrazione netta|2}} o {{TextTerm|saldo migratorio|2}} di una zona, o dalla differenza tra le {{TextTerm|entrate|3}} o {{TextTerm|arrivi|3}}, e le {{TextTerm|uscite|4}} o {{TextTerm|partenze|4}}. Questa migrazione netta è un’espressione algebrica che nel caso in cui le entrate sono più numerose delle uscite si chiama {{TextTerm|immigrazione netta|5}} e nel caso contrario {{TextTerm|emigrazione netta|6}}. La somma delle entrate e delle uscite ci dà il {{TextTerm|volume totale delle migrazioni|7}} di una zona ed è detta {{TextTerm|migrazione totale|8}}. Allo stesso modo, quando si lavora sulle migrazioni che avvengono tra due zone, si definisce {{TextTerm|corrente netta|9}} di migrazione dall’una verso l’altra, come la differenza tra la {{NonRefTerm|corrente migratoria}} ({{RefNumber|80|3|9}}) dalla seconda verso la prima e la corrente opposta. La somma algebrica delle correnti nette tra una zona ed il resto del mondo costituisce quindi la sua migrazione netta. La {{TextTerm|corrente totale|10}} o il {{TextTerm|traffico|10}} tra queste zone è la somma delle correnti che si formano tra di esse.<br />
{{Note|2| Le definizioni di questo paragrafo non tengono conto dei diversi tipi di {{NonRefTerm|migranti}}. Si evita di solito di parlare di &quot;migrante netto&quot;, di preferenza si parla di un {{NoteTerm|numero netto di migranti}}.}}<br />
{{Note|8| Le entrate e le uscite dei {{NonRefTerm|migranti di transito}} ({{RefNumber|80|1|11}}*) di solito sono escluse dalla migrazione totale. Quando si distingue tra migrazioni interne ad uno Stato e migrazioni internazionali, si definiscono allora la {{NoteTerm|migrazione interna netta}} o la {{NoteTerm|migrazione internazionale netta}} di questa nota, e la sua {{NoteTerm|migrazione interna totale}} o la sua {{NoteTerm|migrazione internazionale totale}}.}}<br />
<br />
=== 806 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|migrazione spontanea|1}} la {{NonRefTerm|migrazione}} ({{RefNumber|80|1|3}}) che si effettua per iniziativa degli individui coinvolti. Se si spostano da soli – di solito si tratta di {{NonRefTerm|lavoratori}} ({{RefNumber|35|1|1}}) – si parla di {{TextTerm|migrazione individuale|2}}. Quando si spostano delle {{NonRefTerm|famiglie}} ({{RefNumber|11|5|1}}) intere, si parla di {{TextTerm|migrazione famigliare|3}}. Con l’arrivo successivo dei {{TextTerm|familiari|9}} una parte di queste migrazioni sono delle {{TextTerm|migrazioni indotte|4}} da quella del {{NonRefTerm|capo famiglia}} ({{RefNumber|11|5|1}}*), in particolare quelle dei figli che lo seguono. I movimenti dei lavoratori causati dalle condizioni d’impiego e che riguardano essenzialmente la {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) costituisco le {{TextTerm|migrazioni per lavoro|5}}. I movimenti causati dal {{NonRefTerm|matrimonio}} ({{RefNumber|50|1|2}}) degli interessati costituiscono le {{TextTerm|migrazioni per matrimonio|6}}. Quelli provocati dalla {{NonRefTerm|fine dell’attività}} ({{RefNumber|36|1|3}}) costituisco le {{TextTerm|migrazioni da ritiro|7}}. Si parla di {{TextTerm|catene migratorie|8}} quando la volontà di emigrare si rivolge ad un determinato luogo in cui amici e parenti agiscono come pionieri, se ad esempio hanno un appartamento e/o sono in grado di fornire informazioni o particolare sostegno.<br />
<br />
=== 807 ===<br />
<br />
Si chiama {{TextTerm|migrazione collettiva|1}} una migrazione più o meno organizzata che si effettua per gruppi d’individui o di {{NonRefTerm|famiglie}} ({{RefNumber|11|5|1}}). Una {{TextTerm|migrazione di massa|2}} è una migrazione che riguarda un gran numero di uomini. Un {{TextTerm|esodo|3}} è un’{{NonRefTerm|emigrazione}} ({{RefNumber|80|3|5}}) di massa e improvvisa, effettuata a causa del sopravvenire di una calamità, senza intervento dei poteri pubblici.<br />
{{Note|2| Si chiama {{NoteTerm|invasione (invadere}}, v.t.) un’{{NonRefTerm|immigrazione}} ({{RefNumber|80|3|4}}) di massa e improvvisa, effettuata senza l’accordo degli abitanti del territorio invaso, e {{NoteTerm|infiltrazione}} un’immigrazione prolungata, effettuata da elementi di importanza numerica sufficientemente esigua affinché essa sia per un lungo periodo poco visibile per gli abitanti del territorio verso cui essa si verifica.}}<br />
<br />
=== 808 ===<br />
<br />
Si parla di {{TextTerm|rimpatri|1}} quando si tratta di {{NonRefTerm|ritorni}} ({{RefNumber|80|4|3}}) verso un luogo di origine organizzati dai poteri pubblici. Si definisce {{TextTerm|migrazione forzata|2}} una {{NonRefTerm|migrazione}} ({{RefNumber|80|1|3}}) alla quale gli individui interessati sono stati costretti dai poteri pubblici. La migrazione forzata può scaturire da misure di {{TextTerm|espulsione|3}} prese nei confronti di alcune categorie di individui; quest’ultimi sono dunque costretti a lasciare il territorio dove risiedevano, senza vedersi assegnato nessun {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}). La stessa cosa succede in caso di {{TextTerm|evacuazione|4}}, operazione destinata a svuotare un territorio dai suoi abitanti, generalmente in seguito o dietro minaccia di qualche calamità. Gli individui che, anche se costretti a {{NonRefTerm|migrare}} ({{RefNumber|80|1|3}}*), hanno conservato una certa libertà nella scelta del loro luogo di destinazione, sono detti {{TextTerm|rifugiati|5}}. I {{TextTerm|profughi|6}} o {{TextTerm|displaced persons|6}} sono, al contrario, migranti ai quali i poteri pubblici hanno assegnato un certo luogo di destinazione. Spesso si tratta di persone coinvolte in un {{TextTerm|trasferimento di popolazione|7}}, cioè in una {{NonRefTerm|migrazione collettiva}} ({{RefNumber|80|7|1}}) forzata, organizzata dai poteri pubblici. Da tali trasferimenti risultano a volte degli {{TextTerm|scambi di popolazioni|8}} tra Stati, organizzati in seguito alla modifica delle frontiere o per eliminare i problemi relativi alle {{NonRefTerm|minoranze}} ({{RefNumber|33|3|4}}).<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Rimpatrio}}, s.m. - {{NoteTerm|rimpatriare}}, v.t.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Espulsione}}, s.f. - {{NoteTerm|espellere}}, v.t. - {{NoteTerm|esplulso}}, pp. ff. s.m.}}<br />
{{Note|6| Se lo spostamento forzato, individuale o collettivo, è a carattere repressivo, si parla di: {{NoteTerm|deportazione}}, s.f. - {{NoteTerm|deportare}}, v.t. - {{NoteTerm|deportato}}, pp. ff. s.m.}}<br />
<br />
=== 809 ===<br />
<br />
L’adattamento degli {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) al loro nuovo ambiente avviene di solito gradualmente. Alla fase iniziale d’{{TextTerm|ambientamento|1}}, o {{TextTerm|adattamento|1}}, durante la quale scompaiono i loro pregiudizi verso gli usi ed i costumi del {{NonRefTerm|paese d’accoglienza}} ({{RefNumber|80|1|5}}*), succede di solito una fase di d’{{TextTerm|inserimento|2}}, che si traduce con l’adozione di buona parte di questi usi e costumi. La scomparsa delle differenze tra gli immigrati e la popolazione {{NonRefTerm|autoctona}} ({{RefNumber|33|2|2}}), è testimone della loro {{TextTerm|integrazione|3}}. La {{NonRefTerm|naturalizzazione}} ({{RefNumber|33|1|1}}) facilita o consacra quest’integrazione.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|ambientamento}}, s.m. — {{NoteTerm|ambientarsi}}, v.r. {{NoteTerm|adattamento}}, s.m. — {{NoteTerm|adattarsi}}, v.r.}}<br />
<br />
=== 810 ===<br />
<br />
Quando un gruppo di {{NonRefTerm|immigrati}} ({{RefNumber|80|2|8}}) originari di uno stesso luogo, giunti nel {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}*), vi si mantengono uniti, conservando l’essenziale dei loro usi e costumi, si dice che essi costituiscono una {{TextTerm|colonia|1}}. Il sorgere di colonie siffatte in territori già abitati dà origine a problemi di {{TextTerm|coesistenza|2}} fra i vecchi ed i nuovi abitanti. Questi possono risolversi in una {{TextTerm|fusione|3}} delle diverse popolazioni, per la scomparsa di ogni sensibile differenza tra le medesime, o nell’{{TextTerm|integrazione|4}} di una popolazione nell’altra. Vi è invece {{TextTerm|segregazione|5}}, o {{TextTerm|isolamento|5}}, allorchè più popolazioni, che vivono l’una accanto all’altra sul medesimo territorio, rimangono separate da barriere sociali o legali.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|colonia}}, s.f. — {{NoteTerm|colonizzare}}, v.t.: formare una colonia — {{NoteTerm|colonizzazione}},}}<br />s.f.: il colonizzare — {{NoteTerm|colono}}, s.m.: membro di una colonia. <br />Per {{NoteTerm|colonizzazione interna}} s’intende la formazione di colonie, entro i confini di uno Stato, da parte di gruppi di cittadini del medesimo che si spostano.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|coesistenza}}, s.f. — {{NoteTerm|coesistere}}, v.i.}}<br />
{{Note|5| Nei casi estremi, il conflitto fra popolazioni diverse può portare allo {{NoteTerm|sterminio (genocidio)}} di una popolazione da parte di un’altra. {{NoteTerm|sterminio}}, s.m. — {{NoteTerm|sterminare}}, v.t.}}<br />
<br />
=== 811 ===<br />
<br />
La {{TextTerm|politica migratoria|1}} degli Stati costituisce un aspetto della loro {{NonRefTerm|politica demografica}} ({{RefNumber|10|5|2}}). Le {{TextTerm|leggi sull’immigrazione|2}} sono spesso di natura restrittiva, e volentieri mirano ad attuare, in varie forme, un’{{TextTerm|immigrazione selezionata|3}}, la quale preveda — cioè — una accettazione limitata a solo quei candidati che siano dotati di alcune, o privi di altre, caratteristiche determinate. In alcuni Paesi viene adottato il {{TextTerm|contingentamento per quote|4}}, col quale si fissa la frazione di immigranti, sul totale prefissato per un dato periodo, che possono appartenere ad una specifica categoria. In particolare, il sistema viene seguito per proporzionare i nuovi flussi di immigranti delle varie provenienze alla composizione degli abitanti del {{NonRefTerm|luogo di destinazione}} ({{RefNumber|80|1|5}}*), ad una certa data, secondo la loro {{TextTerm|nazionalità d’origine|5}}. I provvedimenti intesi ad ottenere una {{TextTerm|ridistribuzione della popolazione|6}} di un dato Paese, mediante le {{NonRefTerm|migrazioni interne}} ({{RefNumber|80|3|1}} ), costituiscono pure un mezzo per attuare politiche demografiche particolari.<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|selezionato}}, agg. — {{NoteTerm|selezione}}, s.f. — {{NoteTerm|selezionare}}, v.t.}}<br />La {{NoteTerm|selezione degli immigranti}} attua una vera e propria scelta discriminatoria fra i candidati all’immigrazione.<br />
<br />
==<center><font size=12>* * * </font></center>==<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|80}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=36&diff=335362011-10-17T09:45:54Z<p>Joseph Larmarange: 360 361 and 362 have been moved to 35 - here just a redirection</p>
<hr />
<div>#REDIRECT [[35]]</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=35&diff=326352011-10-17T09:42:32Z<p>Joseph Larmarange: Be carefull : 360, 361 and 361 are in section 35</p>
<hr />
<div><!--'''35'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 35 ==<br />
=== 350 ===<br />
<br />
Si fa, in generale, distinzione fra {{TextTerm|popolazione attiva|1}} o {{TextTerm|popolazione economicamente attiva|1}}, e {{TextTerm|popolazione non attiva|2}}, o {{TextTerm|popolazione economicamente non attiva|2}}. La popolazione attiva include di norma coloro che esercitano un’attività professionale; considerando quindi, non solo coloro che svolgono una {{TextTerm|attività lucrativa|3}}, ma anche coloro i quali non percepiscono regolare remunerazione, in particolare i {{NonRefTerm|coadiuvanti famigliari}} ({{RefNumber|35|3|5}}) non remunerati. Al contrario ne vanno escluse generalmente le {{TextTerm|casalinghe|4}}, o {{TextTerm|donne attendenti alle cure domestiche|4}} la cui attività non viene considerata come avente un carattere professionale. Dal punto di vista economico la popolazione non attiva, costituita da tutti gli individui non compresi nella popolazione attiva, viene spesso considerata come una popolazione {{TextTerm|a carico|5}} della prima (cfr. § {{RefNumber|35|9|}}). Si può chiamare {{TextTerm|quoziente di attività|6}}, o {{TextTerm|tasso di attività|6}}, di un certo gruppo la frazione del medesimo appartenente alla popolazione attiva.<br />
{{Note|1| L’espressione {{NoteTerm|manodopera}} ricopre lo stesso significato. L’espressione {{NoteTerm|forza lavoro}} non deve essere utilizzata come sinonimo di manodopera.<br />{{NoteTerm|Attivo}}, agg. ff. s.m. : membro della popolazione attiva - {{NoteTerm|attività, s.f}}.}}<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|Non attivo, inattivo}}, agg. ff. s.m. : membro della popolazione non attiva.}} <br />
{{Note|6| Sarebbe preferibile (cf. § {{RefNumber|13|3|}}) chiamare questo indicatore {{NoteTerm|proporzione di attivi}}.}}<br />
<br />
=== 351 ===<br />
<br />
Si usa distinguere la {{TextTerm|popolazione in condizione professionale|1}} in {{TextTerm|occupati|2}} e {{TextTerm|disoccupati|3}}. Tra i disoccupati sono generalmente compresi solo gli individui sprovvisti di impiego che sono effettivamente {{TextTerm|in cerca di occupazione|4}}. Tra di essi possono essere distinti coloro che non hanno mai avuto un lavoro o che sono{{TextTerm|in cerca di lavoro per la prima volta|11}}.E’ indicata come {{TextTerm|riserva silenziosa|10}} quel gruppo di persone che, senza essere registrate, sono privatamente alla ricerca di lavoro così come quelli che attualmente non svolgono né cercano un lavoro, ma potrebbero essere motivati da buone offerte di lavoro. L’insieme degli occupati costituisce la {{TextTerm|popolazione attiva occupata|5}}. La {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) può comprendere una proporzione non trascurabile di individui che, in ragione della situazione economica attraversata dal paese o caratteristica dell’epoca, svolgono un’attività ridotta ; si parla in tal caso di {{TextTerm|sottoccupazione|6}}. Un {{TextTerm|occupato marginale|7}} è nella maggior parte dei casi classificato tra la {{NonRefTerm|popolazione non attiva}} ({{RefNumber|35|0|2}}), poiché esercita un’attività economica solo occasionalmente. Il {{TextTerm|tasso di occupazione|8}} è la parte degli occupati all’interno di un determinato gruppo di popolazione. Le {{TextTerm|persone inattive|9}} sono coloro le quali che non esercitano né cercano un’attività professionale. <br />
{{Note|2| L’analisi dell’{{NoteTerm|occupazione}} si realizza ugualmente attraverso le statistiche delle {{NoteTerm|richieste di lavoro}} presentate dai disoccupati, e delle {{NoteTerm|offerte}} provenienti dai {{NoteTerm|datori di lavoro}}.}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|Disoccupato}}, s.m. - {{NoteTerm|disoccupazione}}, s.m.}}<br />
<br />
=== 352 ===<br />
<br />
In senso proprio, si intende per {{TextTerm|classificazione professionale|1}} della popolazione, una {{NonRefTerm|ripartizione}} ({{RefNumber|14|4|4}}) della stessa secondo le {{TextTerm|professioni|2}}, o {{TextTerm|attività individuali|2}}, esercitate dai suoi componenti. Tuttavia, l’espessione è stata a lungo utilizzata per indicare delle ripartizioni in {{NonRefTerm|rami di attività economica}} ({{RefNumber|35|7|1}}). Recentemente l’espressione {{TextTerm|gruppo professionale|3}} non designa più un insieme di persone occupate nello stesso {{NonRefTerm|ramo di attività}} (cfr. {{RefNumber|35|7|1}}), ma un insieme di persone che esercitano professioni affini.<br />
{{Note|2| Il termine mestiere si applica di preferenza alle {{NonRefTerm|professioni manuali}} (cfr. {{RefNumber|35|4|2}}).}}<br />
<br />
=== 353 ===<br />
<br />
Alla classificazione per {{NonRefTerm|professioni}} ({{RefNumber|35|2|2}}) della {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}), viene spesso associata una classificazione secondo la {{TextTerm|posizione nella professione|1}} dei suoi membri. Da questo punto di vista, si usa distinguere, tra gli {{NonRefTerm|occupati}} ({{RefNumber|35|1|2}}) : i {{TextTerm|datori di lavoro|2}}; i {{TextTerm|dipendenti|3}}, assunti dai precedenti; i {{TextTerm|lavoratori in proprio|4}}; ed i {{TextTerm|coadiuvanti famigliari|5}}.<br />Questi ultimi sono membri della famiglia di un lavoratore in proprio che prestano lavoro senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale.<br />Per lavoratori indipendenti si intendono quegli individui che lavorano in proprio senza assumere dipendenti nel senso proprio del termine, ma che si avvalgono eventualmente dell’aiuto di coadiuvanti famigliari.<br />Combinando diversi criteri quali la {{NonRefTerm|professione individuale}} ({{RefNumber|35|2|2}}), la posizione nella professione ed il {{NonRefTerm|ramo di attività economica}} cfr.{{RefNumber|35|7|1}}), si possono definire delle {{TextTerm|categorie socio-professionali|6}} che permettono di classificare l’insieme degli individui {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}}*) ed {{NonRefTerm|inattivi}} ({{RefNumber|35|0|2}}*) che costituiscono la popolazione.<br />
{{Note|1| L’espressione {{NoteTerm|situazione professionale}}, spesso utilizzata in tal senso, è da evitare perché ambigua.}}<br />
<br />
=== 354 ===<br />
<br />
Tra i {{NonRefTerm|dipendenti}} ({{RefNumber|35|3|3}}), si distinguono talvolta i {{TextTerm|lavoratori a domicilio|1}}, essi possono eventualmente lavorare per conto di diversi {{NonRefTerm|datori di lavoro}} ({{RefNumber|35|3|2}}). Il personale esecutivo delle {{NonRefTerm|imprese}} ({{RefNumber|35|7|2}}*) è spesso ripartito in due categorie : gli {{TextTerm|operai|2}}, che sono {{TextTerm|lavoratori manuali|2}}, e gli {{TextTerm|impiegati|3}}, che sono {{TextTerm|lavoratori non manuali|3}}. Secondo la {{TextTerm|qualifica professionale|4}}, gli operai possono essere ripartiti in {{TextTerm|operai specializzati|5}}, {{TextTerm|operai qualificati|6}}, ed {{TextTerm|operai non qualificati|7}}. Gli {{TextTerm|apprendisti|8}} sono generalmente compresi nella {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) quando partecipano alla produzione, ma non quando acquisiscono la propria formazione professionale in speciali stabilimenti.<br />
{{Note|2| L’espressione {{NoteTerm|personale esecutivo}} permette di inglobare gli operai e gli impiegati sotto una denominazione unica.}}<br />
{{Note|7| Si distinguono, nell’industria, i {{NoteTerm|manovali specializzati}} od {{NoteTerm|operai comuni}}, dai {{NoteTerm|manovali comuni}}, spesso chiamati semplicemente {{NoteTerm|manovali}}.}}<br />
<br />
=== 355 ===<br />
<br />
In seno alle {{NonRefTerm|aziende}} ({{RefNumber|35|7|2}}) la categoria dei quadri si suddivide in {{TextTerm|quadri superiori|1}}, con mansioni prettamente direttive, e {{TextTerm|funzionari ed impiegati|2}} con funzioni esecutive. Gli impiegati si possono suddividere in {{TextTerm|impiegati che lavorano nel terziario semplice|4}} , {{TextTerm|impiegati dei servizi intermedi|5}}, {{TextTerm|impiegati in servizi di livello superiore |6}} e {{TextTerm|impiegati in servizi di lusso|7}}. {{Note|1| Che comprendono {{NoteTerm|dirigenti, ingegneri}} e {{NoteTerm|capo-servizio}}.}}<br />
<br />
=== 356 ===<br />
<br />
In agricoltura vigono speciali classificazioni nei riguardi della {{NonRefTerm|posizione nella professione}} ({{RefNumber|35|3|1}}). Tra i {{TextTerm|conduttori agricoli|1}} che gestiscono un’azienda agricola, forestale, ecc., si distingue in particolare, fra {{TextTerm|conduttore proprietario|2}}, che coltiva terra propria, {{TextTerm|conduttore affittuario|3}}, che coltiva terra altrui dietro corresponsione di un canone d’affitto, generalmente pagato in contanti, e {{TextTerm|mezzadro|3}}, che in cambio del terreno e del capitale messi a disposizione dal proprietario divide con questi in vario modo i frutti della coltivazione (inizialmente a metà, da cui l’etimologia). Si possono designare semplicemente come {{TextTerm|lavoratori agricoli|4}} i lavoratori dipendenti dell’agricoltura i quali non siano conduttori o {{NonRefTerm|coadiuvanti}} ({{RefNumber|35|3|5}}).<br />
{{Note|1| I termini {{NoteTerm|coltivatore}} e {{NoteTerm|agricoltore}} sono generalmente impiegati in tal senso; ma possono assumere il significato generico di lavoratori agricoli. Si distingue fra {{NoteTerm|conduttore coltivatore}} e {{NoteTerm|conduttore non coltivatore}}, a seconda che il conduttore agricolo impieghi o meno l’opera manuale propria e, eventualmente, dei propri familiari. Nel secondo caso si parla anche di {{NoteTerm|imprenditori agricoli}}. {{NoteTerm|Agricoltore}} è termine di significato impreciso. Sempre più usata, nel linguaggio corrente, è l’espressione {{NoteTerm|coltivatore diretto}} per indicare il conduttore coltivatore.}}<br />
{{Note|4| I lavoratori dipendenti dell’agricoltura si dividono in varie categorie: {{NoteTerm|salariati fissi}}, a contratto annuo, {{NoteTerm|giornalieri agricoli}}, assunti a giornata, {{NoteTerm|stagionali agricoli}} (cfr. {{RefNumber|15|0|5}}*) assunti a stagione.}}<br />
<br />
=== 357 ===<br />
<br />
La {{NonRefTerm|popolazione attiva}} ({{RefNumber|35|0|1}}) può anche venire classificata per {{TextTerm|settore di attività economica|1}} o, più analiticamente, per {{TextTerm|ramo di attività economica|1}} nel quale l’individuo esercita la propria {{NonRefTerm|professione}} ({{RefNumber|35|2|2}}).<br />Questa classificazione si basa essenzialmente su quella delle {{TextTerm|ditte|2}}, o {{TextTerm|aziende|2}}, realizzata in base al loro ruolo economico. Si attribuisce a questo proposito grande importanza alla ripartizione fra {{TextTerm|popolazione attiva del settore agricolo|3}}, e {{TextTerm|popolazione attiva dei settori non agricoli|4}}. Da notare che il gruppo dei {{TextTerm|funzionari e assimilati|5}} costituito dagli {{NonRefTerm|impiegati}} ({{RefNumber|35|4|3}}) civili dell’amministrazione pubblica, e dai {{TextTerm|membri delle forze armate|6}} è generalmente considerato come categoria particolare della popolazione attiva dei settori non agricoli. Nella classificazione per grandi gruppi di attività, vengono distinti tre settori, il {{TextTerm|settore primario|7}} (agricoltura, pesca, minerario), il {{TextTerm|settore secondario|8}} (industrie di trasformazione) ed il {{TextTerm|settore terziario|9}} (produzione di servizi). Nelle economie in via di sviluppo, si può classificare separatamente il {{TextTerm|settore tradizionale|10}} di produzione.<br />
{{Note|1| L’impiego in tal senso delle denominazioni: {{NoteTerm|professione, professione collettiva}}, {{NoteTerm|ramo di attività professionale}}, e {{NoteTerm|gruppo professionale}}, è da evitare (cfr. § {{RefNumber|35|2|}}).}}<br />
{{Note|2| Un’{{NoteTerm|azienda}} può comprendere diversi stabilimenti, eventualmente di diversa natura.}}<br />
<br />
=== 358 ===<br />
<br />
Secondo l’origine dei loro mezzi di esistenza, gli appartenenti alla {{NonRefTerm|popolazione non attiva}} ({{RefNumber|35|0|2}}*) potranno essere ripartiti in persone {{TextTerm|a carico|1}} o {{TextTerm|dipendenti|1}} e {{TextTerm|persone non a carico|2}}. Le prime dipendono per il loro mantenimento da altra persona, che è la loro {{TextTerm|fonte di entrata|3}}, o il loro {{TextTerm|sostegno economico|3}}(cfr. {{RefNumber|11|1|3}}) — tale è, per esempio, il caso delle {{NonRefTerm|casalinghe}} ({{RefNumber|35|0|4}}) e dei {{TextTerm|bambini a carico|4}}. Si presume che un individuo non a carico disponga di mezzi sufficienti per il proprio sostentamento. In quest’ultima categoria di persone si potranno distinguere, in particolare, i {{TextTerm|proprietari|5}} che vivono del prodotto del loro patrimonio, i {{TextTerm|pensionati|6}}, le cui risorse provengono da un’attività svolta precedentemente e le {{TextTerm|persone a carico della pubblica assistenza|7}}, che sono persone sprovviste di un patrimonio e di un sostegno economico, alle quali la collettività accorda dei sussidi per vivere. {{TextTerm|Inabile al lavoro|8}} è una persona la cui capacità lavorativa è ridotta o nulla. Il rapporto tra la popolazione non attiva e la popolazione attiva è detto {{TextTerm|indice di dipendenza economica|9}}.<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Dipendente}}, ppr. ff. agg. e s.m. - {{NoteTerm|dipendenza}}, s.f.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|pensionato}} (agg. e s.m.) è solo chi riceve una {{NoteTerm|pensione}} (s.f.) — la quale può essere, in particolare, una pensione d’invalidità od una pensione di anzianità o vecchiaia, non ognuno che si sia ritirato dalla vita economicamente attiva ({{RefNumber|36|1|4}})}}.<br />
{{Note|9| Il rapporto tra la popolazione non adulta [giovani ({{RefNumber|32|4|3}}*) e vecchi ({{RefNumber|32|4|8}})] e la popolazione {{NonRefTerm|adulta}} ({{RefNumber|32|4|5}}) è talvolta denominato {{NoteTerm|indice di dipendenza;}} questa espressione dovrebbe essere evitata per non confondere detto rapporto con l’indice di dipendenza economica.}}<br />
<br />
=== 359 ===<br />
<br />
Volendo ripartire il complesso della popolazione di un Paese secondo il {{NonRefTerm|settore di attività economica}} ({{RefNumber|35|7|1}}) da cui ognuno trae i propri mezzi di esistenza, le {{NonRefTerm|persone a carico}} ({{RefNumber|35|8|1}}) possono essere incluse nel settore di appartenenza del loro {{NonRefTerm|sostegno economico}} ({{RefNumber|35|8|3}}). Sulla base di convenzioni sulla classificazione degli altri inattivi, si può quindi numericamente definire la {{TextTerm|popolazione vivente di|1}} ..., o {{TextTerm|popolazione dipendente da|1}}... uno od altro settore. È così che viene definita in particolare la {{TextTerm|popolazione che vive dell’agricoltura|2}}. Talvolta, con lo stesso significato, si usa l’espressione {{TextTerm|popolazione agricola|2}}, nonostante questa espressione sia talvolta utilizzata come sinonimo di {{RefNumber|35|7|3}}. Il resto della popolazione è definita con l’espressione {{TextTerm|popolazione non agricola|3}}. <br />
{{Note|2| Non si confonda popolazione agricola e {{NonRefTerm|popolazione rurale}} ({{RefNumber|31|1|3}}).}}<br />
<br />
=== 360 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|infermi|1}} sono talvolta oggetto di attenzione particolare nei censimenti. Essi sono classificati in base all’{{TextTerm|infermità|2}}, per quanto le informazioni raccolte lo consentano. Si distingue generalmente tra {{TextTerm|infermità fisiche|3}} (per es. cecità, sordità) ed {{TextTerm|infermità mentali|4}} (per es. : demenza).<br />
<br />
=== 361 ===<br />
<br />
L’analisi completa della {{TextTerm|vita attiva|1}} degli individui comprende lo studio dell’{{NoteTerm|ingresso}} nell’{{TextTerm|attività|2}} da parte dei {{NonRefTerm|non attivi}} ({{RefNumber|35|0|2}}*), distinguendo eventualmente coloro che non sono mai stati attivi da coloro che hanno già vissuto un periodo di attività, e lo studio dell’{{TextTerm|uscita dall’attività|3}} da parte degli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}}*), distinguendo, se i dati lo permettono, la causa di cessazione, malattia, decesso, {{TextTerm|pensionamento|4}}, interruzione. Un tale studio si realizza per generazione o per contemporanei, attraverso {{TextTerm|tassi di ingresso in attività|5}} o {{TextTerm|probabilità di ingresso in attività|6}}, e {{TextTerm|tassi di uscita dall’attività|7}} o {{TextTerm|probabilità di uscita dall’attività|8}}, distinguendo se possibile per causa di cessazione; tutti questi indicatori sono calcolati per età o per classi di età. <br />
<br />
=== 362 ===<br />
<br />
A partire da questi indicatori si possono costruire delle {{TextTerm|tavole di attività|1}}, per {{NonRefTerm|generazioni}} o per {{NonRefTerm|contemporanei}} (cfr. § {{RefNumber|15|3|}}), contenenti, oltre alla serie delle probabilità menzionate nel paragrafo precedente, la distribuzione delle {{TextTerm|età di ingresso in attività|2}} e quella delle {{TextTerm|età di uscita dall’attività|3}}, se possibile per ogni causa, considerando o meno la mortalità; le corrispondenti {{TextTerm|età medie di ingresso in attività|4}} e le {{TextTerm|età medie di uscita dall’attività|5}}; e le {{TextTerm|speranze di vita attiva|6}}: {{TextTerm|speranza lorda di vita attiva|7}}, in assenza di mortalità, {{TextTerm|speranza netta di vita attiva|8}}, in presenza di mortalità. Ognuna di queste speranze di vita attiva esprime il numero medio di anni di attività che restano da vivere, nelle ipotesi adottate, dagli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}} *) dell’età considerata. Se quest’ultima è l’età di ingresso nell’attività, la speranza di vita attiva corrispondente è la {{TextTerm|durata media della vita attiva|9}} degli individui entrati in attività a questa età; è possibile calcolare un indicatore analogo per l’insieme delle età di ingresso in attività; occorre in tal caso precisare che si tratta di questo insieme.<br />
{{Note|1| Allo stato attuale dell’osservazione e dell’analisi, queste tavole sono state costruite solo nei casi in cui le interruzioni, o cessazioni temporanee dell’attività, sono in proporzione trascurabile, questo è più o meno il caso della popolazione maschile. Per il sesso femminile, la frequenza delle {{NoteTerm|interruzioni di attività}} complica molto l’analisi e bisognerà distinguere il {{NoteTerm|primo ingresso in attività}}, o {{NoteTerm|inizio dell’attività}}, dagli altri ingressi, o {{NoteTerm|ripresa dell’attività}}.}}<br />
<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|35}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=36&diff=334362011-10-17T09:31:28Z<p>Joseph Larmarange: Title was missing</p>
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<div><!--'''36'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
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{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
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== 36 ==<br />
=== 360 ===<br />
<br />
Gli {{TextTerm|infermi|1}} sono talvolta oggetto di attenzione particolare nei censimenti. Essi sono classificati in base all’{{TextTerm|infermità|2}}, per quanto le informazioni raccolte lo consentano. Si distingue generalmente tra {{TextTerm|infermità fisiche|3}} (per es. cecità, sordità) ed {{TextTerm|infermità mentali|4}} (per es. : demenza).<br />
<br />
=== 361 ===<br />
<br />
L’analisi completa della {{TextTerm|vita attiva|1}} degli individui comprende lo studio dell’{{NoteTerm|ingresso}} nell’{{TextTerm|attività|2}} da parte dei {{NonRefTerm|non attivi}} ({{RefNumber|35|0|2}}*), distinguendo eventualmente coloro che non sono mai stati attivi da coloro che hanno già vissuto un periodo di attività, e lo studio dell’{{TextTerm|uscita dall’attività|3}} da parte degli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}}*), distinguendo, se i dati lo permettono, la causa di cessazione, malattia, decesso, {{TextTerm|pensionamento|4}}, interruzione. Un tale studio si realizza per generazione o per contemporanei, attraverso {{TextTerm|tassi di ingresso in attività|5}} o {{TextTerm|probabilità di ingresso in attività|6}}, e {{TextTerm|tassi di uscita dall’attività|7}} o {{TextTerm|probabilità di uscita dall’attività|8}}, distinguendo se possibile per causa di cessazione; tutti questi indicatori sono calcolati per età o per classi di età. <br />
<br />
=== 362 ===<br />
<br />
A partire da questi indicatori si possono costruire delle {{TextTerm|tavole di attività|1}}, per {{NonRefTerm|generazioni}} o per {{NonRefTerm|contemporanei}} (cfr. § {{RefNumber|15|3|}}), contenenti, oltre alla serie delle probabilità menzionate nel paragrafo precedente, la distribuzione delle {{TextTerm|età di ingresso in attività|2}} e quella delle {{TextTerm|età di uscita dall’attività|3}}, se possibile per ogni causa, considerando o meno la mortalità; le corrispondenti {{TextTerm|età medie di ingresso in attività|4}} e le {{TextTerm|età medie di uscita dall’attività|5}}; e le {{TextTerm|speranze di vita attiva|6}}: {{TextTerm|speranza lorda di vita attiva|7}}, in assenza di mortalità, {{TextTerm|speranza netta di vita attiva|8}}, in presenza di mortalità. Ognuna di queste speranze di vita attiva esprime il numero medio di anni di attività che restano da vivere, nelle ipotesi adottate, dagli {{NonRefTerm|attivi}} ({{RefNumber|35|0|1}} *) dell’età considerata. Se quest’ultima è l’età di ingresso nell’attività, la speranza di vita attiva corrispondente è la {{TextTerm|durata media della vita attiva|9}} degli individui entrati in attività a questa età; è possibile calcolare un indicatore analogo per l’insieme delle età di ingresso in attività; occorre in tal caso precisare che si tratta di questo insieme.<br />
{{Note|1| Allo stato attuale dell’osservazione e dell’analisi, queste tavole sono state costruite solo nei casi in cui le interruzioni, o cessazioni temporanee dell’attività, sono in proporzione trascurabile, questo è più o meno il caso della popolazione maschile. Per il sesso femminile, la frequenza delle {{NoteTerm|interruzioni di attività}} complica molto l’analisi e bisognerà distinguere il {{NoteTerm|primo ingresso in attività}}, o {{NoteTerm|inizio dell’attività}}, dagli altri ingressi, o {{NoteTerm|ripresa dell’attività}}.}}<br />
<br />
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{{SummaryShort}}<br />
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{{OtherLanguages|36}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=40&diff=346402011-10-06T08:33:09Z<p>Joseph Larmarange: /* = 40 */ Title is level 2</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''40'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
<br />
= Mortalità e morbosità =<br />
<br />
== 40 ==<br />
=== 401 ===<br />
<br />
Lo studio della {{TextTerm|mortalità|1}}, consiste nell’analisi quantitativa di tutte le manifestazioni concernenti il fenomeno delle morti in una popolazione. La denominazione generica {{TextTerm|tasso di mortalità|2}} fa riferimento a tutti i {{NonRefTerm|tassi}} ({{RefNumber|13|3|4}}) utilizzati per misurare la frequenza delle {{TextTerm|morti|3}}, o dei {{TextTerm|decessi|3}}, in seno ad una popolazione o ad una frazione della medesima ({{RefNumber|10|1|6}}). Se non è altrimenti specificato, l’espressione tasso di mortalità va in genere intesa nel senso di {{TextTerm|tasso generico di mortalità|4}}, o {{TextTerm|tasso di mortalità generale|4}} (nel senso di {{NonRefTerm|tasso grezzo}} cfr.{{RefNumber|13|6|8}}). Questo è un tasso medio annuale, ottenuto dividendo il numero di decessi osservati in un dato anno di calendario per la {{TextTerm|popolazione media|5}} del medesimo anno. Generalmente il tasso di mortalità viene espresso in {{NonRefTerm|per mille}} (sottinteso : {{NonRefTerm|abitanti}} - cf. {{RefNumber|13|3|4}}*). Fra i tassi di mortalità calcolati per frazioni scelte della popolazione, si fa menzione dei {{TextTerm|tassi di mortalità specifici per sesso ed età|6|IndexEntry=Tasso di mortalità specifico per sesso ed età|OtherIndexEntry=Mortalità, tasso di — specifico per sesso ed età}}. L’espressione {{TextTerm|tasso di mortalità specifico per età|7}} assume generalmente un significato analogo, poiché è raro calcolare dei tassi per età, o per classi di età, senza distinzione di genere. <br />
{{Note|1| Il termine {{NoteTerm|mortalità}} è talvolta utilizzato come sinonimo di tasso di mortalità nel senso del n° {{RefNumber|40|1|4}} (cfr. {{RefNumber|13|3|4}}*).}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|morte}}, s.f. — {{NoteTerm|morire}}, v.i. — {{NoteTerm|morto}}, pp., agg. e s.m. — {{NoteTerm|mortale}}, agg.: che è soggetto a morte, o che cagiona morte.}}<br />{{NoteTerm|decesso}}, s.m. — {{NoteTerm|decedere}}, v.i. — {{NoteTerm|deceduto}}, pp., agg. e s.m.<br />
{{Note|4| La {{NoteTerm|mortalità generale}} è comprensiva di tutti i casi di morte nel periodo di riferimento, senza alcuna distinzione (cf. {{RefNumber|13|4|7}}*).}}<br />
{{Note|5| Nel caso in cui il periodo di osservazione sia pluriennale, si definisce generalmente questa numerosità media, come la media dell’{{NonRefTerm|ammontare}} ({{RefNumber|10|1|7}}) medio di popolazione in ogni anno di osservazione.}}<br />
<br />
=== 402 ===<br />
<br />
Gli studi sulla {{TextTerm|mortalità differenziale|1}} hanno per oggetto la diversa incidenza della mortalità su gruppi scelti di individui. Quando un gruppo presenta una mortalità nettamente superiore rispetto ad altri, con i quali è posto a confronto, quantomento implicitamente, si parla talvolta di {{TextTerm|sopramortalità|2}}, o {{TextTerm|supermortalità|2}}, del primo (sottinteso : rispetto agli altri). Questa viene misurata attraverso {{TextTerm|indicatori di sopramortalità|3}}. Si studia sotto il nome di {{TextTerm|mortalità secondo la professione|4}}, la mortalità dei diversi {{NonRefTerm|gruppi professionali}} ({{RefNumber|35|2|3}}). È opportuno distinguere la mortalità secondo la professione dalla {{TextTerm|mortalità professionale|5}}, che è una sopramortalità direttamente derivante dai rischi associati all’esercizio di una particolare professione. Tra questi rischi, si fa menzione delle {{TextTerm|malattie professionali|6}}.<br />
{{Note|2| L’espressione {{NoteTerm|supermortalità maschile}} fa implicitamente riferimento alla mortalità femmile corrispondente - per es. : alla stessa età.}}<br />
<br />
=== 403 ===<br />
<br />
I {{TextTerm|quozienti standardizzati di mortalità|1}} (cf. {{RefNumber|13|6|7}}) sono generalmente destinati a confrontare la mortalità di diverse popolazioni, al netto delle differenze di {{NonRefTerm|struttura}} ({{RefNumber|10|1|2}}), ed in particolare della loro {{NonRefTerm|composizione per età}} ({{RefNumber|32|5|6}}). Un metodo di calcolo usuale dei quozienti standardizzati consiste nell’applicare i quozienti per età osservati nelle popolazioni studiate, ai viventi nelle diverse classi di età di una {{TextTerm|popolazione tipo|2}}, cioè di una popolazione caratterizzata da una determinata struttura per età, presa come modello di riferimento. Se non si dispone dei quozienti specifici per età, questo metodo diretto, detto {{TextTerm|metodo della popolazione tipo|3}}, diventa inapplicabile. Si possono in tal caso ottenere in via indiretta dei quozienti standardizzati, attraverso il {{TextTerm|metodo dei coefficienti tipo|4}}. Utilizzati direttamente, in particolare per confrontare {{NonRefTerm|sottopopolazioni}} ({{RefNumber|10|1|6}}), gli indici ottenuti attraverso questo metodo prendono il nome di {{TextTerm|indici comparativi di mortalità|5}}. Il loro calcolo si realizza a partire da una {{TextTerm|mortalità tipo|6}}, cioè da una serie di {{TextTerm|coefficienti tipo di mortalità|6}} per età, che vengono applicati ai contingenti di viventi nelle varie classi d’età, in ciascuna delle popolazioni poste a confronto. Il valore dell’indice per una data popolazione si ottiene rapportando il {{TextTerm|numero osservato di morti|7}} nella popolazione al {{TextTerm|numero di morti teorico|8}}, o {{TextTerm|numero di morti previsto|8}}. L’Indice è espresso in {{NonRefTerm|base 100}} ({{RefNumber|13|2|8}}).<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|40}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=40&diff=345402011-10-06T08:30:47Z<p>Joseph Larmarange: /* 401 */ Adding otherindexentry for 401-6</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''40'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
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<br />
= Mortalità e morbosità =<br />
<br />
== 40 =<br />
=== 401 ===<br />
<br />
Lo studio della {{TextTerm|mortalità|1}}, consiste nell’analisi quantitativa di tutte le manifestazioni concernenti il fenomeno delle morti in una popolazione. La denominazione generica {{TextTerm|tasso di mortalità|2}} fa riferimento a tutti i {{NonRefTerm|tassi}} ({{RefNumber|13|3|4}}) utilizzati per misurare la frequenza delle {{TextTerm|morti|3}}, o dei {{TextTerm|decessi|3}}, in seno ad una popolazione o ad una frazione della medesima ({{RefNumber|10|1|6}}). Se non è altrimenti specificato, l’espressione tasso di mortalità va in genere intesa nel senso di {{TextTerm|tasso generico di mortalità|4}}, o {{TextTerm|tasso di mortalità generale|4}} (nel senso di {{NonRefTerm|tasso grezzo}} cfr.{{RefNumber|13|6|8}}). Questo è un tasso medio annuale, ottenuto dividendo il numero di decessi osservati in un dato anno di calendario per la {{TextTerm|popolazione media|5}} del medesimo anno. Generalmente il tasso di mortalità viene espresso in {{NonRefTerm|per mille}} (sottinteso : {{NonRefTerm|abitanti}} - cf. {{RefNumber|13|3|4}}*). Fra i tassi di mortalità calcolati per frazioni scelte della popolazione, si fa menzione dei {{TextTerm|tassi di mortalità specifici per sesso ed età|6|IndexEntry=Tasso di mortalità specifico per sesso ed età|OtherIndexEntry=Mortalità, tasso di — specifico per sesso ed età}}. L’espressione {{TextTerm|tasso di mortalità specifico per età|7}} assume generalmente un significato analogo, poiché è raro calcolare dei tassi per età, o per classi di età, senza distinzione di genere. <br />
{{Note|1| Il termine {{NoteTerm|mortalità}} è talvolta utilizzato come sinonimo di tasso di mortalità nel senso del n° {{RefNumber|40|1|4}} (cfr. {{RefNumber|13|3|4}}*).}}<br />
{{Note|3| {{NoteTerm|morte}}, s.f. — {{NoteTerm|morire}}, v.i. — {{NoteTerm|morto}}, pp., agg. e s.m. — {{NoteTerm|mortale}}, agg.: che è soggetto a morte, o che cagiona morte.}}<br />{{NoteTerm|decesso}}, s.m. — {{NoteTerm|decedere}}, v.i. — {{NoteTerm|deceduto}}, pp., agg. e s.m.<br />
{{Note|4| La {{NoteTerm|mortalità generale}} è comprensiva di tutti i casi di morte nel periodo di riferimento, senza alcuna distinzione (cf. {{RefNumber|13|4|7}}*).}}<br />
{{Note|5| Nel caso in cui il periodo di osservazione sia pluriennale, si definisce generalmente questa numerosità media, come la media dell’{{NonRefTerm|ammontare}} ({{RefNumber|10|1|7}}) medio di popolazione in ogni anno di osservazione.}}<br />
<br />
=== 402 ===<br />
<br />
Gli studi sulla {{TextTerm|mortalità differenziale|1}} hanno per oggetto la diversa incidenza della mortalità su gruppi scelti di individui. Quando un gruppo presenta una mortalità nettamente superiore rispetto ad altri, con i quali è posto a confronto, quantomento implicitamente, si parla talvolta di {{TextTerm|sopramortalità|2}}, o {{TextTerm|supermortalità|2}}, del primo (sottinteso : rispetto agli altri). Questa viene misurata attraverso {{TextTerm|indicatori di sopramortalità|3}}. Si studia sotto il nome di {{TextTerm|mortalità secondo la professione|4}}, la mortalità dei diversi {{NonRefTerm|gruppi professionali}} ({{RefNumber|35|2|3}}). È opportuno distinguere la mortalità secondo la professione dalla {{TextTerm|mortalità professionale|5}}, che è una sopramortalità direttamente derivante dai rischi associati all’esercizio di una particolare professione. Tra questi rischi, si fa menzione delle {{TextTerm|malattie professionali|6}}.<br />
{{Note|2| L’espressione {{NoteTerm|supermortalità maschile}} fa implicitamente riferimento alla mortalità femmile corrispondente - per es. : alla stessa età.}}<br />
<br />
=== 403 ===<br />
<br />
I {{TextTerm|quozienti standardizzati di mortalità|1}} (cf. {{RefNumber|13|6|7}}) sono generalmente destinati a confrontare la mortalità di diverse popolazioni, al netto delle differenze di {{NonRefTerm|struttura}} ({{RefNumber|10|1|2}}), ed in particolare della loro {{NonRefTerm|composizione per età}} ({{RefNumber|32|5|6}}). Un metodo di calcolo usuale dei quozienti standardizzati consiste nell’applicare i quozienti per età osservati nelle popolazioni studiate, ai viventi nelle diverse classi di età di una {{TextTerm|popolazione tipo|2}}, cioè di una popolazione caratterizzata da una determinata struttura per età, presa come modello di riferimento. Se non si dispone dei quozienti specifici per età, questo metodo diretto, detto {{TextTerm|metodo della popolazione tipo|3}}, diventa inapplicabile. Si possono in tal caso ottenere in via indiretta dei quozienti standardizzati, attraverso il {{TextTerm|metodo dei coefficienti tipo|4}}. Utilizzati direttamente, in particolare per confrontare {{NonRefTerm|sottopopolazioni}} ({{RefNumber|10|1|6}}), gli indici ottenuti attraverso questo metodo prendono il nome di {{TextTerm|indici comparativi di mortalità|5}}. Il loro calcolo si realizza a partire da una {{TextTerm|mortalità tipo|6}}, cioè da una serie di {{TextTerm|coefficienti tipo di mortalità|6}} per età, che vengono applicati ai contingenti di viventi nelle varie classi d’età, in ciascuna delle popolazioni poste a confronto. Il valore dell’indice per una data popolazione si ottiene rapportando il {{TextTerm|numero osservato di morti|7}} nella popolazione al {{TextTerm|numero di morti teorico|8}}, o {{TextTerm|numero di morti previsto|8}}. L’Indice è espresso in {{NonRefTerm|base 100}} ({{RefNumber|13|2|8}}).<br />
<br />
{{SummaryShort}}<br />
<br />
{{OtherLanguages|40}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=42&diff=378422011-10-04T06:24:04Z<p>Joseph Larmarange: /* 422 */ Mais il faut fermer le NonRefTerm</p>
<hr />
<div><br />
<!--'''42'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
<br />
{{Summary}}<br />
__NOTOC__<br />
<br />
== 42 ==<br />
=== 420 ===<br />
Si studia sotto il nome di {{TextTerm|morbosità|1}} l’azione della {{TextTerm|malattia|2}} sulle popolazioni e si distingue l’{{TextTerm|incidenza della morbosità|3}} dalla {{TextTerm|prevalenza|4}} della stessa a seconda che si presti attenzione ai nuovi {{TextTerm|casi di malattia|5}} o alla {{NonRefTerm|proporzione di malati}} ({{RefNumber|42|5|3}}). L’elaborazione delle {{TextTerm|statistiche della morbosità|6}} è complicata dall’assenza di demarcazione netta tra lo {{TextTerm|stato di malattia|7}} e la buona salute. La {{TextTerm|nosologia|8}} e la {{TextTerm|nosografia|9}} consentono di definire e di classificare le malattie.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|malattia}}, s.f. - {{NoteTerm|malato}}, agg. e s.m. — {{NoteTerm|ammalarsi}}, v.r. — {{NoteTerm|ammalato}}, agg.}}<br />Come antonimo di {{NoteTerm|salute}}, il termine malattia si impiega esclusivamente al singolare; lo stesso ammette al contrario l’uso del plurale quando designa un particolare processo morboso o {{NoteTerm|affezione}}.<br />
<br />
=== 421 ===<br />
<br />
La denominazione generica {{TextTerm|statistiche sanitarie|1}} riveste un significato più largo rispetto alle statistiche della morbosità e si riferisce all’insieme delle statistiche riguardanti la salute della popolazione. Queste comprendono generalmente le statistiche della {{TextTerm|mortalità per causa|2}}. La classificazione dei decessi secondo la {{TextTerm|causa di morte|3}} è complicata dall’esistenza, accanto alle {{TextTerm|cause uniche di morte|4}}, di {{TextTerm|cause multiple di morte|5}}, o {{TextTerm|cause congiunte di morte|5}}. In quest’ultimo caso è possibile distinguere : sia la {{TextTerm|causa immediata di morte|6}}, o {{TextTerm|causa terminale di morte|6}}, e le {{TextTerm|cause concomitanti di morte|7}} ; sia la {{TextTerm|causa iniziale|8}}, o {{TextTerm|causa principale|8}}, e le {{TextTerm|concause di morte|9}}, o {{TextTerm|cause secondarie di morte|9}}. I {{TextTerm|tassi di mortalità per causa|10}} sono spesso espressi per 1000 (sottinteso: abitanti). Si considera anche la {{TextTerm|quota dei decessi per causa|11}}, sul totale dei decessi per tutte le cause. Tale distribuzione percentuale dei decessi per causa di morte fornisce per esempio la {{TextTerm|struttura delle cause di morte|12}} in un particolare gruppo di età o nella popolazione generale<br />
<br />
=== 422 ===<br />
<br />
La morte o l’{{NonRefTerm|incapacità}} (cf. {{RefNumber|42|6|2}}) possono essere la conseguenza, oltre che di una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), di {{TextTerm|traumatismi|1}}, o {{TextTerm|ferite|1}}, o ancora di {{TextTerm|intossicazioni|2}}, o {{TextTerm|avvelenamenti|2}}. I traumatismi e le intossicazioni possono essere ascrivibili a meri {{TextTerm|accidenti|3}} o a {{TextTerm|violenze|4}}. Tra queste ultime si distinguono i {{TextTerm|suicidi|5}} ed i {{TextTerm|tentati suicidi|5}} da una parte, e gli {{NoteTerm|omicidi volontari}}, le {{TextTerm|lesioni personali volontarie|6}} e gli {{TextTerm|avvelenamenti criminosi|6}} dall’altra. Generalmente, una classificazione distinta è riservata alle {{TextTerm|morti per cause belliche|7}} ed alle {{TextTerm|ferite per cause belliche|7}} .<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|ferita}}, s.f. — {{NoteTerm|ferito}}, agg. e s.m. — ferire, v.t.}}<br />
{{Note|3| L’Espressione {{NoteTerm|morte per accidente}} è da preferirsi a quella di {{NoteTerm|morte accidentale}}, che è piuttosto da contrapporsi a {{NoteTerm|morte naturale}}, imputabile — cioè — a malattia o {{NonRefTerm|senilità}} ({{RefNumber|42|4|7}}).}}<br />
{{Note|4| Si noti che l’espressione {{NoteTerm|morte violenta}} comprende anche le morti dovute ad accidenti.}}<br />
{{Note|6| L’{{NoteTerm|omicidio involontario}} — ed in particolare l’{{NoteTerm|omicidio colposo}} — di solito viene considerato come un accidente.}}<br />
<br />
=== 423 ===<br />
<br />
Viene definita {{TextTerm|endemica|1}} una malattia che incide con continuità sulla popolazione di un determinato territorio, al contrario dell’{{TextTerm|epidemia|2}} che si diffonde per poi estinguersi dopo una durata più o meno lunga; quando un’epidemia si diffonde in molti paesi si definisce {{TextTerm|pandemia|3}}. A talune {{TextTerm|malattie trasmissibili|4}} è dedicata particolare attenzione, data la loro capacità di rapida propagazione; esse sono le cosiddette {{TextTerm|malattie epidemiche|5}}, le quali costituiscono oggetto di rilevazione speciale ai fini della formazione di {{TextTerm|statistiche epidemiologiche|6}}. Tale rilevazione viene agevolata dal fatto che in numerosi Paesi la maggior parte di dette malattie è stata inclusa in un elenco di {{TextTerm|malattie soggette a denuncia obbligatoria|7}}. Dal punto di vista dell’abituale evoluzione delle specifiche malattie si fa talora distinzione tra {{TextTerm|malattie croniche|8}}, ad evoluzione lenta, e {{TextTerm|malattie acute|9}}, a rapida evoluzione. <br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Endemia}}, s.f. - {{NoteTerm|endemico}}, agg.}}<br />
{{Note|4| Le espressioni {{NoteTerm|malattie trasmissibili}}, {{NoteTerm|malattie contagiose}} e {{NoteTerm|malattie infettive}} non costituiscono sinonimi. La denominazione di malattie contagiose non si applica che alle malattie suscettibili di trasmissione diretta da uomo a uomo: così la malaria, malattia trasmissibile, non è considerata contagiosa. D’Altra parte, certe malattie infettive, come la febbre puerperale, non possono propriamente essere considerate come malattie trasmissibili.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|Epidemiologico}}, agg. — {{NoteTerm|epidemiologia}}, s.f. : il significato di quest’ultimo termine si è notevolmente esteso; include attualmente lo studio delle relazioni di un fenomeno biologico o medico con diversi fattori, il tabacco, per esempio, nell’epidemiologia del tumore al polmone.}}<br />
{{Note|7| Alcune legislazioni prevedono anche {{NoteTerm|malattie soggette a denuncia facoltativa}}.}}<br />
<br />
=== 424 ===<br />
<br />
Taluni aspetti della mortalità presentano un interesse particolare per il demografo : la {{TextTerm|mortalità endogena|1}} che deriva dal patrimonio genetico dell’individuo, da {{TextTerm|malformazioni congenite|2}}, da traumatismi collegati con il parto o dalla degenerazione biologica legata all’invecchiamento dell’organismo; la {{TextTerm|mortalità esogena|3}} che, al contrario, deriva da cause esterne, quali le {{NonRefTerm|malattie infettive}} ({{RefNumber|42|3|4}} ) ed i traumatismi accidentali, ad eccezione dei traumatismi legati al parto. Particolare attenzione è dedicata all’insieme delle malattie e traumatismi legati alla {{NonRefTerm|gravidanza}} ({{RefNumber|60|2|5}}), al {{NonRefTerm|parto}} ({{RefNumber|60|3|4}}) ed allo {{TextTerm|stato puerperale|4}}. Questo gruppo di malattie e traumatismi è all’origine della cosiddetta {{TextTerm|mortalità materna|5}}; lo studio di quest’ultima fa ricorso ai {{TextTerm|tassi di mortalità materna|6}}, ottenuti rapportando i casi di mortalità materna in un dato anno al numero di parti o di nati nello stesso anno. Attenzione particolare è dedicata anche alla {{TextTerm|senilità|7}}, pur se indirettamente, poichè l’eccessiva frequenza dei decessi attribuiti a questa causa di morte può essere considerata indicativa di scarsa accuratezza della rilevazione e della classificazione dei decessi secondo le cause.<br />
{{Note|1 e 3| Questa distinzione tra mortalità endogena ed esogena è utilizzata nell’analisi della {{NonRefTerm|mortalità infantile}} ({{RefNumber|41|0|1}}), scomponibile in {{NoteTerm|mortalità infantile endogena}} e {{NoteTerm|mortalità infantile esogena}}.}}<br />
{{Note|4| L’espressione {{NoteTerm|mortalità puerperale}} designa la mortalità nel {{NoteTerm|periodo puerperale}}, cioè il periodo di allattamento successivo al parto.}} <br />
{{Note|7| {{NoteTerm|Senilità}}, s.f. : indebolimento dovuto alla {{NonRefTerm|vecchiaia}} ({{RefNumber|32|4|6}}) - {{NoteTerm|senile}}, agg. : che si riferisce alla vecchiaia.}}<br />
<br />
=== 425 ===<br />
<br />
I principali {{TextTerm|indici di morbosità|1}} (cf. {{RefNumber|42|0|1}}) si possono riferire sia alla frequenza delle malattie, che alla loro durata e gravità. Questi {{NonRefTerm|indici}} ({{RefNumber|13|2|4}}) possono essere calcolati per singola {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), o per l’insieme delle malattie. Per analogia con il {{NonRefTerm|tasso di mortalità}} ({{RefNumber|40|1|2}}), è detto {{TextTerm|tasso di morbosità|2}} il rapporto tra i nuovi {{NonRefTerm|casi di malattia}} ({{RefNumber|42|0|5}}) osservati in una data popolazione in un definito intervallo di tempo, e la popolazione media dell’intervallo considerato. Un altro indicatore di frequenza della morbosità è costituito dalla {{TextTerm|proporzione di malati|3}} in un dato momento nel gruppo considerato. Non si confonda la {{TextTerm|durata media dei casi di malattia|4}} con il {{TextTerm|numero medio di giornate di malattia|5}}; nel primo indice, il numero totale dei giorni di malattia è rapportato al numero totale di casi, nel secondo alla popolazione media dell’anno. La gravità di una malattia può essere misurata tramite il {{TextTerm|tasso di letalità|6}}, o {{TextTerm|tasso di mortalità clinica|6}}, che esprime la frequenza dei {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}) tra i malati, o più precisamente la proporzione, tra i casi di manifestazione di una data malattia, di quelli terminanti con la morte. <br />
{{Note|4| Sono generalmente comprese nel calcolo solo le malattie di durata superiore ad un certo {{NoteTerm|periodo di carenza}}, introdotto nel sistema delle assicurazioni per evitare l’indennizzo di {{NonRefTerm|incapacità}} (cf. § {{RefNumber|42|6|}}) di durata molto breve.}}<br />
<br />
<br />
=== 426 ===<br />
<br />
Il termine {{TextTerm|deficienza|1}} designa ogni difetto fisico, funzionale o psichico, che risulti da una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), da un {{NonRefTerm|traumatismo}} ({{RefNumber|42|2|1}}) o da una {{NonRefTerm|malformazione congenita}} ({{RefNumber|42|4|2}}) o ereditaria. Le malattie o gli accidenti possono rendere una persona incapace di svolgere il proprio lavoro abituale; questa {{TextTerm|incapacità di lavoro|2}} può essere assoluta o parziale; vi è {{TextTerm|incapacità permanente|3}} o {{TextTerm|invalidità|4}} quando l’incapacità, totale o parziale, è definitiva, in questo caso si parla di diritto sociale alla {{TextTerm|disabilità|7}} o {{TextTerm|incapacità|8}}. Il {{NoteTerm|rischio}} di {{TextTerm|invalidità|5}} è la probabilità che una persona valida di età esatta x ha di diventare invalida nel corso dell’anno, o dei successivi n anni. Le {{TextTerm|tavole di ingresso in invalidità|6}} contengono una o più serie di indici relativi all’invalidità: rischio di ingresso in invalidità, numero di persone valide ad ogni età, ecc.<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Invalidità}}, s.f. - {{NoteTerm|invalido}}, agg.}}<br />
{{Note|6| L’espressione {{NoteTerm|tavola d’invalidità}}, costruita come {{NonRefTerm|tavola di mortalità}} ({{RefNumber|43|2|1}}), sarebbe preferibile.}}<br />
<br />
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{{SummaryShort}}<br />
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{{OtherLanguages|42}}</div>Joseph Larmarangehttp://it-ii.demopaedia.org/w/index.php?title=42&diff=377422011-10-04T06:22:58Z<p>Joseph Larmarange: /* 422 */ Erreur dans le text terme : deux accolades fermantes en trop</p>
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<!--'''42'''--><br />
{{CurrentStatus}}<br />
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{{Summary}}<br />
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== 42 ==<br />
=== 420 ===<br />
Si studia sotto il nome di {{TextTerm|morbosità|1}} l’azione della {{TextTerm|malattia|2}} sulle popolazioni e si distingue l’{{TextTerm|incidenza della morbosità|3}} dalla {{TextTerm|prevalenza|4}} della stessa a seconda che si presti attenzione ai nuovi {{TextTerm|casi di malattia|5}} o alla {{NonRefTerm|proporzione di malati}} ({{RefNumber|42|5|3}}). L’elaborazione delle {{TextTerm|statistiche della morbosità|6}} è complicata dall’assenza di demarcazione netta tra lo {{TextTerm|stato di malattia|7}} e la buona salute. La {{TextTerm|nosologia|8}} e la {{TextTerm|nosografia|9}} consentono di definire e di classificare le malattie.<br />
{{Note|2| {{NoteTerm|malattia}}, s.f. - {{NoteTerm|malato}}, agg. e s.m. — {{NoteTerm|ammalarsi}}, v.r. — {{NoteTerm|ammalato}}, agg.}}<br />Come antonimo di {{NoteTerm|salute}}, il termine malattia si impiega esclusivamente al singolare; lo stesso ammette al contrario l’uso del plurale quando designa un particolare processo morboso o {{NoteTerm|affezione}}.<br />
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=== 421 ===<br />
<br />
La denominazione generica {{TextTerm|statistiche sanitarie|1}} riveste un significato più largo rispetto alle statistiche della morbosità e si riferisce all’insieme delle statistiche riguardanti la salute della popolazione. Queste comprendono generalmente le statistiche della {{TextTerm|mortalità per causa|2}}. La classificazione dei decessi secondo la {{TextTerm|causa di morte|3}} è complicata dall’esistenza, accanto alle {{TextTerm|cause uniche di morte|4}}, di {{TextTerm|cause multiple di morte|5}}, o {{TextTerm|cause congiunte di morte|5}}. In quest’ultimo caso è possibile distinguere : sia la {{TextTerm|causa immediata di morte|6}}, o {{TextTerm|causa terminale di morte|6}}, e le {{TextTerm|cause concomitanti di morte|7}} ; sia la {{TextTerm|causa iniziale|8}}, o {{TextTerm|causa principale|8}}, e le {{TextTerm|concause di morte|9}}, o {{TextTerm|cause secondarie di morte|9}}. I {{TextTerm|tassi di mortalità per causa|10}} sono spesso espressi per 1000 (sottinteso: abitanti). Si considera anche la {{TextTerm|quota dei decessi per causa|11}}, sul totale dei decessi per tutte le cause. Tale distribuzione percentuale dei decessi per causa di morte fornisce per esempio la {{TextTerm|struttura delle cause di morte|12}} in un particolare gruppo di età o nella popolazione generale<br />
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=== 422 ===<br />
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La morte o l’{{NonRefTerm|incapacità}} (cf. {{RefNumber|42|6|2}}) possono essere la conseguenza, oltre che di una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), di {{TextTerm|traumatismi|1}}, o {{TextTerm|ferite|1}}, o ancora di {{TextTerm|intossicazioni|2}}, o {{TextTerm|avvelenamenti|2}}. I traumatismi e le intossicazioni possono essere ascrivibili a meri {{TextTerm|accidenti|3}} o a {{TextTerm|violenze|4}}. Tra queste ultime si distinguono i {{TextTerm|suicidi|5}} ed i {{TextTerm|tentati suicidi|5}} da una parte, e gli {{NoteTerm|omicidi volontari}}, le {{TextTerm|lesioni personali volontarie|6}} e gli {{TextTerm|avvelenamenti criminosi|6}} dall’altra. Generalmente, una classificazione distinta è riservata alle {{TextTerm|morti per cause belliche|7}} ed alle {{TextTerm|ferite per cause belliche|7}} .<br />
{{Note|1| {{NoteTerm|ferita}}, s.f. — {{NoteTerm|ferito}}, agg. e s.m. — ferire, v.t.}}<br />
{{Note|3| L’Espressione {{NoteTerm|morte per accidente}} è da preferirsi a quella di {{NoteTerm|morte accidentale}}, che è piuttosto da contrapporsi a {{NoteTerm|morte naturale}}, imputabile — cioè — a malattia o {{NonRefTerm|senilità ({{RefNumber|42|4|7}}).}}<br />
{{Note|4| Si noti che l’espressione {{NoteTerm|morte violenta}} comprende anche le morti dovute ad accidenti.}}<br />
{{Note|6| L’{{NoteTerm|omicidio involontario}} — ed in particolare l’{{NoteTerm|omicidio colposo}} — di solito viene considerato come un accidente.}}<br />
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=== 423 ===<br />
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Viene definita {{TextTerm|endemica|1}} una malattia che incide con continuità sulla popolazione di un determinato territorio, al contrario dell’{{TextTerm|epidemia|2}} che si diffonde per poi estinguersi dopo una durata più o meno lunga; quando un’epidemia si diffonde in molti paesi si definisce {{TextTerm|pandemia|3}}. A talune {{TextTerm|malattie trasmissibili|4}} è dedicata particolare attenzione, data la loro capacità di rapida propagazione; esse sono le cosiddette {{TextTerm|malattie epidemiche|5}}, le quali costituiscono oggetto di rilevazione speciale ai fini della formazione di {{TextTerm|statistiche epidemiologiche|6}}. Tale rilevazione viene agevolata dal fatto che in numerosi Paesi la maggior parte di dette malattie è stata inclusa in un elenco di {{TextTerm|malattie soggette a denuncia obbligatoria|7}}. Dal punto di vista dell’abituale evoluzione delle specifiche malattie si fa talora distinzione tra {{TextTerm|malattie croniche|8}}, ad evoluzione lenta, e {{TextTerm|malattie acute|9}}, a rapida evoluzione. <br />
{{Note|1| {{NoteTerm|Endemia}}, s.f. - {{NoteTerm|endemico}}, agg.}}<br />
{{Note|4| Le espressioni {{NoteTerm|malattie trasmissibili}}, {{NoteTerm|malattie contagiose}} e {{NoteTerm|malattie infettive}} non costituiscono sinonimi. La denominazione di malattie contagiose non si applica che alle malattie suscettibili di trasmissione diretta da uomo a uomo: così la malaria, malattia trasmissibile, non è considerata contagiosa. D’Altra parte, certe malattie infettive, come la febbre puerperale, non possono propriamente essere considerate come malattie trasmissibili.}}<br />
{{Note|6| {{NoteTerm|Epidemiologico}}, agg. — {{NoteTerm|epidemiologia}}, s.f. : il significato di quest’ultimo termine si è notevolmente esteso; include attualmente lo studio delle relazioni di un fenomeno biologico o medico con diversi fattori, il tabacco, per esempio, nell’epidemiologia del tumore al polmone.}}<br />
{{Note|7| Alcune legislazioni prevedono anche {{NoteTerm|malattie soggette a denuncia facoltativa}}.}}<br />
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=== 424 ===<br />
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Taluni aspetti della mortalità presentano un interesse particolare per il demografo : la {{TextTerm|mortalità endogena|1}} che deriva dal patrimonio genetico dell’individuo, da {{TextTerm|malformazioni congenite|2}}, da traumatismi collegati con il parto o dalla degenerazione biologica legata all’invecchiamento dell’organismo; la {{TextTerm|mortalità esogena|3}} che, al contrario, deriva da cause esterne, quali le {{NonRefTerm|malattie infettive}} ({{RefNumber|42|3|4}} ) ed i traumatismi accidentali, ad eccezione dei traumatismi legati al parto. Particolare attenzione è dedicata all’insieme delle malattie e traumatismi legati alla {{NonRefTerm|gravidanza}} ({{RefNumber|60|2|5}}), al {{NonRefTerm|parto}} ({{RefNumber|60|3|4}}) ed allo {{TextTerm|stato puerperale|4}}. Questo gruppo di malattie e traumatismi è all’origine della cosiddetta {{TextTerm|mortalità materna|5}}; lo studio di quest’ultima fa ricorso ai {{TextTerm|tassi di mortalità materna|6}}, ottenuti rapportando i casi di mortalità materna in un dato anno al numero di parti o di nati nello stesso anno. Attenzione particolare è dedicata anche alla {{TextTerm|senilità|7}}, pur se indirettamente, poichè l’eccessiva frequenza dei decessi attribuiti a questa causa di morte può essere considerata indicativa di scarsa accuratezza della rilevazione e della classificazione dei decessi secondo le cause.<br />
{{Note|1 e 3| Questa distinzione tra mortalità endogena ed esogena è utilizzata nell’analisi della {{NonRefTerm|mortalità infantile}} ({{RefNumber|41|0|1}}), scomponibile in {{NoteTerm|mortalità infantile endogena}} e {{NoteTerm|mortalità infantile esogena}}.}}<br />
{{Note|4| L’espressione {{NoteTerm|mortalità puerperale}} designa la mortalità nel {{NoteTerm|periodo puerperale}}, cioè il periodo di allattamento successivo al parto.}} <br />
{{Note|7| {{NoteTerm|Senilità}}, s.f. : indebolimento dovuto alla {{NonRefTerm|vecchiaia}} ({{RefNumber|32|4|6}}) - {{NoteTerm|senile}}, agg. : che si riferisce alla vecchiaia.}}<br />
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=== 425 ===<br />
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I principali {{TextTerm|indici di morbosità|1}} (cf. {{RefNumber|42|0|1}}) si possono riferire sia alla frequenza delle malattie, che alla loro durata e gravità. Questi {{NonRefTerm|indici}} ({{RefNumber|13|2|4}}) possono essere calcolati per singola {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), o per l’insieme delle malattie. Per analogia con il {{NonRefTerm|tasso di mortalità}} ({{RefNumber|40|1|2}}), è detto {{TextTerm|tasso di morbosità|2}} il rapporto tra i nuovi {{NonRefTerm|casi di malattia}} ({{RefNumber|42|0|5}}) osservati in una data popolazione in un definito intervallo di tempo, e la popolazione media dell’intervallo considerato. Un altro indicatore di frequenza della morbosità è costituito dalla {{TextTerm|proporzione di malati|3}} in un dato momento nel gruppo considerato. Non si confonda la {{TextTerm|durata media dei casi di malattia|4}} con il {{TextTerm|numero medio di giornate di malattia|5}}; nel primo indice, il numero totale dei giorni di malattia è rapportato al numero totale di casi, nel secondo alla popolazione media dell’anno. La gravità di una malattia può essere misurata tramite il {{TextTerm|tasso di letalità|6}}, o {{TextTerm|tasso di mortalità clinica|6}}, che esprime la frequenza dei {{NonRefTerm|decessi}} ({{RefNumber|40|1|3}}) tra i malati, o più precisamente la proporzione, tra i casi di manifestazione di una data malattia, di quelli terminanti con la morte. <br />
{{Note|4| Sono generalmente comprese nel calcolo solo le malattie di durata superiore ad un certo {{NoteTerm|periodo di carenza}}, introdotto nel sistema delle assicurazioni per evitare l’indennizzo di {{NonRefTerm|incapacità}} (cf. § {{RefNumber|42|6|}}) di durata molto breve.}}<br />
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Il termine {{TextTerm|deficienza|1}} designa ogni difetto fisico, funzionale o psichico, che risulti da una {{NonRefTerm|malattia}} ({{RefNumber|42|0|2}}), da un {{NonRefTerm|traumatismo}} ({{RefNumber|42|2|1}}) o da una {{NonRefTerm|malformazione congenita}} ({{RefNumber|42|4|2}}) o ereditaria. Le malattie o gli accidenti possono rendere una persona incapace di svolgere il proprio lavoro abituale; questa {{TextTerm|incapacità di lavoro|2}} può essere assoluta o parziale; vi è {{TextTerm|incapacità permanente|3}} o {{TextTerm|invalidità|4}} quando l’incapacità, totale o parziale, è definitiva, in questo caso si parla di diritto sociale alla {{TextTerm|disabilità|7}} o {{TextTerm|incapacità|8}}. Il {{NoteTerm|rischio}} di {{TextTerm|invalidità|5}} è la probabilità che una persona valida di età esatta x ha di diventare invalida nel corso dell’anno, o dei successivi n anni. Le {{TextTerm|tavole di ingresso in invalidità|6}} contengono una o più serie di indici relativi all’invalidità: rischio di ingresso in invalidità, numero di persone valide ad ogni età, ecc.<br />
{{Note|4| {{NoteTerm|Invalidità}}, s.f. - {{NoteTerm|invalido}}, agg.}}<br />
{{Note|6| L’espressione {{NoteTerm|tavola d’invalidità}}, costruita come {{NonRefTerm|tavola di mortalità}} ({{RefNumber|43|2|1}}), sarebbe preferibile.}}<br />
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{{SummaryShort}}<br />
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{{OtherLanguages|42}}</div>Joseph Larmarange