E' in corso una procedura di uniformazione delle seconde edizioni

Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)

Migrazione differenziale

Dizionario demografico multilingue (seconda edizione unificata, volume italiano)
Migrazione differenziale  
definizione da seconda edizione (2008)


Se si lavora sul numero dei migranti (802-4) durante un periodo, si calcola la proporzione di migranti 1, che è data dal rapporto tra questo numero e le popolazioni di cui essi fanno parte, come emigranti (802-5) o come immigranti (802-6). La proporzione di emigranti 2 di una zona si ottiene dividendo il numero di emigranti che ne provengono per la popolazione che vi risiedeva all’inizio del periodo e che sopravvive alla fine del periodo. Quest’indice può essere usato nelle previsioni demografiche (720-2) con migrazioni (801-3). In maniera speculare, la proporzione d’immigranti 3 si calcola dividendo il numero di immigranti verso una zona per la popolazione di quest’ultima alla fine del periodo. In questo caso, il denominatore non corrisponde alla popolazione sottoposta al rischio di migrazione, e ciò rende poco interessante quest’indice. Allo stesso modo, utilizzando i dati sugli immigrati (802-8) e sulla loro provenienza, si può calcolare la proporzione d’immigrati 4 in una zona, dividendo il loro numero per quello dei censiti (204-1) di questa zona. La proporzione di emigrati 5 di una zona si ottiene dividendo il loro numero per quello dei censiti che provengono da questa zona o che non l’hanno mai lasciata. Quando si conoscono alcune caratteristiche dei migranti, come l’età (322-1), la professione (352-2), il grado d’istruzione (342-1), si distinguono i migranti che hanno una certa caratteristica dall’insieme dei migranti grazie ad indici differenziali 6. Per definirli, si divide in primo luogo la proporzione di migranti nella popolazione che hanno la caratteristica analizzata per la proporzione di migranti nell’insieme della popolazione; in seguito si sottrae all’unità l’indice così ottenuto. Se la popolazione studiata ha lo stesso comportamento migratorio dell’insieme, il suo indice differenziale è pari a zero. Se si lavora sulla popolazione del luogo di origine (801-4) e gli emigranti di questo luogo o sulla popolazione del luogo di destinazione (801-5) e gli immigranti verso questo luogo, si parla di migrazione selettiva 7 o di migrazione differenziale 8 .

  • 3. La popolazione sottoposta al rischio d’immigrazione (803-4) verso la zona è la popolazione del resto del mondo, o del resto del paese per le migrazioni interne (803-1): l’utilizzo di un tale denominatore è senza interesse.
  • 4. e 5. Questi indici hanno il difetto di non considerare un periodo definito, a differenza degli indici 2 e 3. Si elimina questo inconveniente conservando soltanto gli immigrati arrivati da poco (per esempio un anno) nel luogo del censimento.
  • 6. Si calcolano anche degli indici differenziali rispetto ai sedentari (817-3); essi sono poco soddisfacenti, poiché molto sensibili alla ripartizione geografica usata per definire i migranti.


Segue...