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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione armonizzata, volume italiano)

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Dizionario demografico multilingue (seconda edizione unificata, volume italiano)


Limiti di responsabilità : Le definizioni contenute nel Dizionario sono largamente condivise tra gli studiosi di demografia e non impegnano in alcun modo la responsabilità delle Nazioni Unite.

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Introduzione a Demopædia
Istruzioni per l'uso
Prefazione
Avvertenza alla versione stampata
Indice
Capitoli : 1. Generalità (indice del primo capitolo, sezioni : 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16)
2. Elaborazione delle statistiche demografiche (indice del secondo capitolo, sezioni : 20, 21, 22, 23)
3. Stato della popolazione (indice del terzo capitolo, sezioni : 30,31, 32 | 33 | 34 | 35)
4. Mortalità e morbosità (indice del quarto capitolo, sezioni : 40, 41, 42, 43)
5. Nuzialità (indice del quinto capitolo, sezioni : 50 | 51 | 52)
6. Fecondità e fertilità (indice del sesto capitolo, sezioni : 60, 61, 62, 63)
7. Movimento generale della popolazione e riproduttività (indice del settimo capitolo, sezioni : 70, 71, 72, 73)
8. Migrazioni (indice dell'ottavo capitolo, sezioni : 80, 81)
9. Demografia e problemi economico-sociali indice del nono capitolo, sezioni : 90, 91, 92, 93)



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La successione dei valori osservati nel corso del tempo per una determinata variabile (131-5) – come il numero mensile di nascite – costituisce una serie storica 1 o serie temporale 1 o serie cronologica 1. Lo studio di una serie storica permette talvolta di isolare una tendenza generale 2, o tendenza di fondo 2, della medesima da andamenti particolari 3, o variazioni particolari 3, o fluttuazioni 3, che vi si sovrappongano.
Quando un andamento particolare mostra una tendenza a ripresentarsi ad intervalli di tempo approssimativamente regolari, si parla di un andamento periodico 4, o di una variazione periodica 4 o variazione ciclica 4.
Il caso più comune in demografìa è quello delle fluttuazioni a periodicità annua, collegate con l’alternarsi delle stagioni, per cui si parla di movimenti stagionali 5, o variazioni stagionali 5. Le irregolarità 6 che sussistono dopo che si è dato conto delle variazioni suscettibili di interpretazione specifica nei sensi menzionati, costituiscono le cosiddette variazioni residue 6, o variazioni residuali 6. Queste possono includere le variazioni erratiche 6, o variazioni saltuarie 6, dovute a fenomeni eccezionali, come una guerra.
Quando il numero di osservazioni è relativamente esiguo, tutta o parte dell’irregolarità che si manifesta in una successione statistica può essere attribuita al caso: si usa parlare in tal caso di variazioni aleatorie 7, o fluttuazioni aleatorie 7.

  • 3. Si noti che il termine variazione usato senza altra specificazione ha un significato generalissimo e può essere impiegato per indicare ogni modifica nel valore di una variabile.
  • 4. periodico, agg. — periodo, s.m. — periodicità, — s.f. ciclico, agg. — ciclo, s.m. — ciclicità, s.f.
  • 5. Queste espressioni sono talvolta utilizzate nel senso di 150-4, l’aggettivo stagionale è in tal caso spogliato del suo significato originale. Si noti che il termine stagionale è impiegato anche come s.m. nel senso di lavoratore stagionale (cf. 356-4*).
  • 6. irregolarità, s.f. - irregolare, agg.
    perturbazione, s.f. - perturbare, v.t. - perturbatore, agg.
  • 7. Alelatorio, agg. : sottoposto all’influenza del caso (cf. 161-1).

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Si rende talvolta opportuno sostituire ad una successione empirica di dati (cfr. 130-2), perturbati da irregolarità di varia natura, un’altra più regolare, detta aggiustata 1. Si dice allora che si fa una perequazione 1, o graduazione 1, dei dati osservati. Il principio della perequazione consiste nel far passare una curva regolare il più vicino possibile all’insieme dei punti che rappresentano le osservazioni grezze (131-1*).
Nella perequazione grafica 2, la curva è tracciata ad arbitrio del disegnatore o rispettando determinati criteri di opportunità; con la perequazione analitica 3, i valori osservati sono adattati ad una funzione matematica scelta a priori, i cui parametri vengono determinati analiticamente, ad esempio col metodo dei minimi quadrati 4, il quale rende minima la somma dei quadrati delle differenze fra i valori empirici e quelli teorici; tra gli altri metodi matematici di perequazione, menzioniamo quelli che utilizzano le medie mobili 5, con ponderazione o senza, e il calcolo delle differenze finite 6. Certi metodi di perequazione possono essere utilizzati per l’interpolazione 7, cioè per la determinazione di valori di una funzione corrispondenti a valori dell’argomento intermedi a quelli osservati, o per l’estrapolazione 8, cioè la determinazione di valori al di fuori del campo di osservazione della variabile indipendente.

  • 1. perequare, v.t. - graduare, v.t.
  • 7. Interpolazione, s.f. - interpolare, v.t.
  • 8. Estrapolazione, s.f. - estrapolare, v.t.

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Si osserva spesso una tendenza delle persone interrogate a fornire le loro risposte in cifra tonda 1. Questo fenomeno è noto sotto il nome di tendenza all’arrotondamento 2, e si estende, oltre ai multipli di dieci, anche ad altre cifre preferite 3, o cifre simpatiche 3, per esempio ai multipli di 5 o a certi numeri pari. Per studiarlo si può far ricorso ad indici di tendenza all’arrotondamento 4 (cfr. 132-4). I dati riguardanti le età devono spesso essere corretti a causa di diversi altri errori di dichiarazione dell'età 5 o false dichiarazioni dell'età 5.

  • 1. tondo, agg.: si dice propriamente di una cifra terminante per zero. - arrotondare (v.t.) un numero: in senso proprio, sostituire ad esso il numero tondo più vicino. - arrontondato, pp. ff. s.m.

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I valori numerici di funzioni demografiche (cfr. 432-2 e 634-2) vengono di solito presentati in tavole 1: come ad esempio nelle tavole di mortalità (432-1), nelle tavole di nuzialità (522-1) o nelle tavole di fecondità (639-2). Si distingue fra le tavole per contemporanei 2, fondate su osservazioni raccolte in un certo periodo di tempo solitamente piuttosto breve, e le tavole per coorte 3, fondate sull’osservazione di una coorte (116-2) nel corso della sua esistenza. Le tavole per generazione, costituiscono un caso particolare delle tavole per coorte.
Nelle tavole a estinzione multipla 4, diversi eventi non rinnovabili (201-4) intervengono simultaneamente, primo matrimonio (514-8) e mortalità dei celibi, per esempio; le tavole di questo tipo più frequentemente utilizzate sono le tavole a doppia estinzione 4. Le tavole prospettiche 5 forniscono valori numerici di funzioni demografiche, probabilità di sopravvivenza (431-6) per esempio, direttamente utilizzabili nei calcoli prospettici (cf. 720-2). Le schede di partenza hanno in comune la radice che si riduce in maniera monotona. Per quantità che possono presentare decrementi o incrementi, ad esempio i matrimoni, vengono stabilite tavole a doppia entrata 6 contenenti decrementi e incrementi.

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Quando i dati disponibili non consentono di precisare con esattezza il valore di una grandezza, questa può essere stimata 1, con maggiore o minore precisione. La corrispondente operazione prende il nome di stima 2, e stima 3 dicesi anche il risultato della medesima, cioè il valore stimato 3. Il termine stima 4 si applica anche a valori congetturali, fondati su elementi incerti, o troppo scarsi, e che possono al massimo servire solo ad indicare l’ordine di grandezza 5 della quantità considerata.

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Per illustrare una documentazione statistica si può ricorrere a vari tipi di rappresentazioni grafiche 1, o grafici 1. In particolare, la demografia fa molto uso di diagrammi 2 e cartogrammi 3. Per chiarire un’esposizione si possono usare anche schemi grafici 4, figure semplificate finalizzate alla chiarezza dell’esposizione, senza pretesa di fornire una rappresentazione fedele della realtà. Un diagramma nel quale si impiega la scala aritmetica su uno degli assi delle coordinate e quella logaritmica sull’altro è un diagramma semilogaritmico 5; ma è spesso chiamato impropriamente diagramma logaritmico 5. Più propriamente, in un diagramma logaritmico 6, o diagramma a doppia scala logaritmica 6, si usa la scala logaritmica su ambedue gli assi. Per rappresentare una distribuzione di frequenza (144-1) si può far ricorso, tra l’altro, ad un poligono di frequenza 7, ottenuto unendo con segmenti rettilinei i punti immagine delle frequenze (144-3) delle varie classi; o ad un istogramma 8, nel quale ogni frequenza viene rappresentata dalla superficie di un rettangolo avente per base l’ampiezza delle classi (caso delle variabili continue); o ancora ad un diagramma a barre verticali 9, o diagramma ad ordinate 9, in cui ogni frequenza è rappresentata da un segmento di lunghezza proporzionale alla frequenza medesima (caso delle variabili discrete - 143-3), o ad una ogiva 10, che rappresenta la distribuzione delle frequenze cumulate. .

  • 3. cartogramma, s.m. — cartografico, agg.


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Capitolo | Generalità indice 1 | Elaborazione delle statistiche demografiche indice 2 | Stato della popolazione indice 3 | Mortalità e morbosità indice 4 | Nuzialità indice 5 | Fecondità e fertilità indice 6 | Movimento generale della popolazione e riproduttività indice 7 | Migrazioni indice 8 | Demografia e problemi economico-sociali indice 9
Sezione | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 20 | 21 | 22 | 23 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 40 | 41 | 42 | 43 | 50 | 51 | 52 | 60 | 61 | 62 | 63 | 70 | 71 | 72 | 73 | 80 | 81 | 90 | 91 | 92 | 93